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Autore: AThousandSuns    12/12/2020    0 recensioni
Il Capitano Rogers è alla guida di una banda di detective indisciplinati e contro ogni previsione, sta davvero migliorando il Distretto.
Ma un nuovo arrivo potrebbe alterare quell'equilibrio e a sentire Stark c'è una tempesta all'orizzonte che rischia di travolgere il Dodicesimo.
Steve odia quando Stark ha ragione.
Una minilong detective!AU sul team Cap + Tony.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Sam Wilson/Falcon, Sharon Carter, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sam l'ha trascinato in un locale jazz, e quando Sam lo trascina non c'è modo di vincere. Il locale però gli piace, con le sue luci soffuse e i tavoli appartati. Nessuno nota la sua protesi.

«Non riesco a credere che sia finita.»

«Non è finita, Sam.» 

«D'accordo. Però siamo sulla buona strada.»

Bucky non replica e lascia che il brano termini. Il cantante saluta e scende dal palco, una donna dalle lunghe trecce lo sostituisce al microfono. Il pezzo è malinconico, la voce della donna è calda, pare accarezzarli.

«Sono andato a trovare Rumlow» rivela, prima che possa rimangiarsi le parole.

Lo sguardo di Sam si addolcisce. «Lo sospettavo.»

«So che non avrei dovuto, ma...» Ma cosa? Rumlow sarà sempre una sorta di storpio, con quelle cicatrici profonde che lo marchiano, la pelle flaccida e l'occhio pallido. Peggio, ogni cosa di lui è marchiata ormai, ogni sua decisione l'ha condotto in quel letto d'ospedale. Che razza di futuro può attenderlo fuori da lì?

Sam cerca le sue dita, lo sfiora appena. «So perché l'hai fatto e non mi piace, ma lo capisco.»

«Grazie.»

Il pezzo termina e Sam sussurra: «La prossima volta parlamene.» 

«Ho sbagliato a tenertelo nascosto.» 

«Non è quello. Non dovevi farlo da solo, tutti qui.» 

Bucky aggrotta la fronte. «Se fossi stato lì, Rumlow avrebbe perso quel briciolo di spavalderia che gli rimane.»   

«Oh, non sarei entrato. Altrimenti avrei rischiato di infierire.» 

«Non sei così stronzo.» 

«Umh.»

Per la prima volta quella sera, Bucky si concede una risata. Nessun peso schiaccia il suo petto, nessuna ombra incombe su di loro.  Forse Sam ha ragione, forse il peggio è passato.

Sam scatta, ma prima che Bucky possa fare domande, il partner tira fuori il cellulare. Non parla, ma ascolta attento chiunque ci sia dall'altro capo. 

«Dobbiamo andare» esala quando riattacca.

Bucky s'infila la giacca. «Problemi?»

«Pare ci sia stata una sparatoria a Hell's Kitchen.»

«E la cosa ci riguarda?»

Escono silenziosi e Sam si mette alla guida. «A quanto pare sì.»

«Si ricomincia.»                              

 

Natasha adora il turno di notte, le cose migliori accadono di notte. E con migliori s'intende rapine, aggressioni, omicidi. Quella sera però non sono di ronda, ad attenderla ci sono solo pile di scartoffie e documenti. Dopo il caos delle ultime settimane, non ha il coraggio di lamentarsene.

Sulla scrivania di Clint regna il solito disordine. Un rassicurante, familiare disordine. Natasha, invece di assottigliare lo sguardo e minacciare il partner di morte, si accomoda alla propria scrivania con un sorriso sulle labbra. 

«Nemmeno me la ricordo l'ultima volta che ti ho visto sorridere.»

Natasha potrebbe indurire lo sguardo, o rifilargli una battuta sagace, ma non lo fa. Si sporge ad accarezzare Lucky e si concentra sul suo lavoro. «Novità su Creel?»

«Non proprio» borbotta Clint. «Dà sempre la stessa versione, non sembra che parlerà.»

«Nemmeno su pressione dell'FBI?»

«Difficile a dirsi. Hanno le mani legate.»

Natasha si rigira una penna tra le dita. «Creel ha più paura di Fisk che dell'FBI.»  

«Sapevamo che non sarebbe stato facile, quanti cattivoni vuoi incastrare in un mese? Ehi, Sharon.»

Natasha legge subito l'espressione della partner. «Tutto bene?»

«Maria mi ha appena chiamata. Creel si è impiccato in cella.»

«Cazzo» esclama Clint, ma la voce di Natasha lo sovrasta. «Per nulla sospetto.»

Clint si china ad accarezzare Lucky. «Rogers lo sa?»

«Credo che Fury l'abbia appena messo al corrente.» Sharon fa spallucce, lo sguardo basso. «In ogni caso è fuori dalla nostra giurisdizione, se ne occuperà l'FBI.»

«Certo, se ne sono occupati così bene finora» sibila Natasha, ma viene ignorata.

Il silenzio si fa più pesante. «Vado a bermi un caffè. Lucky, vuoi venire?» Lucky scodinzola e segue il padrone, con la testa inclinata e la lingua penzoloni, come sempre.

Sharon fissa le scrivanie di Sam e Bucky, vuote. «Li invidio, ce la meritiamo una serata libera.» Non ha voglia di parlare di Creel - e nemmeno Natasha, non stasera.

«Chiederò a Rogers.»

«Cosa ti andrebbe di fare?»

«Potremmo rannicchiarci sul divano e guardare un film» mormora Romanoff con un tono che riserva solo alla compagna.

Sharon si siede sul bordo della sua scrivania e le si avvicina un po' di più. «E coccolarci un po'? Mi pare un buon piano» sussurra.

Natasha si azzarda a sfiorarle la mano. I suoi colleghi sono piuttosto assonnati e non ci tiene a dare spettacolo, ma ha bisogno di farle sapere che è lì, con lei. «Come stai?»

«Meglio di come stavo una settimana fa.»

«Ma?»

«Ma non me la sento di cantare vittoria, non finché Osborn non sarà finito dietro le sbarre.» Sospira. «Forse nemmeno allora.»

«C'è sempre qualche Osborn da mandare dietro le sbarre, non si finisce mai.»

Sharon le rivolge un sorriso tirato, e Natasha vorrebbe mordersi la lingua. Dovrà trovare un modo carino di farsi perdonare quando otterranno la tanto attesa serata libera.

«Carter, Romanoff.» 

Scattano entrambe al tono perentorio di Rogers. «Sì, signore?»

Steve è stanco, anche se tenta di non darlo a vedere, ma non può nascondere i cerchi scuri intorno agli occhi. «Sparatoria a Hell's Kitchen. Potrebbe essere uno scontro tra bande, ma non abbiamo informazioni, se non che ci sarebbero parecchie vittime.»

Sharon sposta il peso da un piede all'altro. «Non... non è la nostra giurisdizione, signore.»

«Lo so, ma se il caso Osborn ci ha insegnato qualcosa, è che bisogna prestare attenzione a tutto ciò che ci accade intorno. Steve incrocia le braccia. «Ho mandato Barnes e Wilson in borghese. La scientifica si sta già muovendo, con un po' di fortuna, Coulson si ritroverà il caso in mano, e ne sapremo di più. Voi tenete le orecchie aperte, non vorrei altre sorprese stanotte, non anche qui.»

Lo sguardo di Sharon si assottiglia. «Capitano, potrebbe avere a che fare con Osborn?»

«Ne dubito. Chiunque sia stato, ha colpito un locale degli irlandesi.»

«Ci mancava solo la mafia...»

«Voglio la massima allerta, Romanoff. Non voglio casini nel mio distretto, sono stato chiaro?»

«Sì, Capitano.»

Clint riappare dopo qualche minuto, un caffè fumante tra le mani. «Mi sono perso qualcosa?»

Natasha collassa sulla propria sedia e prende la mano di Sharon, i suoi colleghi possono andare al diavolo.

Le cose peggiori accadono di notte.

   
 
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