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Autore: Exentia_dream2    13/12/2020    0 recensioni
Rose Weasley è la classica ragazza intelligente che non impegna ma che, se si impegnasse, sarebbe capace di raggiungere ottimi risultati o traguardi importanti.
O, forse, rovinerebbe tutto comunque, pur impegnandosi.
E, a diciotto anni, convinta che il mondo sia un parco giochi, non sa ancora cosa fare da grande.
Si troverà impreparata ad affrontare le responsabilità che nascono dopo l'abbandono della scuola e finira a friggere patatine e cuocere hamburger.
Riuscirà a diventare grande e a conoscere, o riconoscere, l'amore?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Di favole e apparenze. 

Da piccola, mamma mi leggeva una favola nuova ogni sera, aspettava che mi addormentassi per rimboccarmi le coperte e poi andava a letto.

La mia preferita era La bella e la bestia e ho sempre creduto che mi piacesse tanto semplicemente perché mi ricordavano molto Hermione e Ron, con lei che spiccica il naso sui libri e lui che, appunto, è una bestia.

Da grande, poi, ho capito il vero messaggio nascosto dietro quelle pagine e, cioè, che non bisogna soffermarsi all'apparenza, cosa che io, ovviamente non avevo mai fatto. 

Infatti, alla veneranda età di cinque anni avevo seguito una donna molto carina e dolce dentro al negozio di zio George soltanto perché mi aveva promesso le gelatine tutti i gusti più uno.

La fortuna era stata che, quel giorno, fosse proprio zio George ad accogliere i clienti e quindi ero scampata dall'essere vittima di un rapimento bello e buono e mamma era sopravvissuta a un principio di infarto. 

L'incapacità di non saper inquadrare le persone mi aveva accompagnata per tutta la vita, ma l'unica e sottolineo l'unica persona che non avrei mai conosciuto davvero era proprio quella che vedevo ogni mattina riflessa allo specchio.

E non solo perché sembrassi sempre una sorta di gnomo che tornava dal lavoro nelle miniere.

•●•

Papà continuava a non parlare con me- che fosse per via della mia storia adolescenziale con Scorpius o perché era troppo imbarazzato per essere stato beccato mentre faceva sesso, questo non lo sapevo. 

Io, d'altra parte, continuavo a pensare ad Axel che sembrava essere stato risucchiato da un vortice che gli aveva mozzato le mani perché non mi aveva più scritto, all'offerta di lavoro di Scorpius e al sorriso di Dave che ogni mattina veniva al Calaluna a prendere il suo caffè e il suo cornetto vegano, perché sì, avevamo cominciato anche a sfornare prodotti vegani.

Quella mattina, comunque, Diagon Alley sembrava deserta e il mio piano OMT era praticamente andato alle ortiche, perché mamma era diventata il genitore perfetto: da quando le avevo detto del mio probabile nuovo lavoro mi trattava come fossi una regina, mancava davvero poco per trovare un tappeto rosso al mio rientro.

Sarebbe avvenuto molto presto, me lo sentivo.

Ero davvero persa nell'immaginare il momento in cui il tappeto rosso sarebbe stato cosparso di petali di rose da una mamma finalmente fiera della propria figlia quando entrarono Scorpius e Dave, insieme.

E, ovviamente, il ballerino nella mia testa cominciò a muovere il bacino e a leccarsi le labbra.

Così non va proprio bene.

《 Ciao 》avevo detto rischiando di rompermi l'osso del collo per guardarli entrambi.

《 Ciao Rose 》era così carino il sorriso di Dave.

《 Ciao Rosie 》Scorpius invece sembrava vittima di una paresi facciale, le sopracciglia incrinate e la bocca dritta.

Si guardavano quasi come se volessero sbranarsi a vicenda e, prima che ciò potesse accadere, avevo servito a tutti e due quello che non avevano ancora ordinato.

《 Il tuo caffè è così buono, Rose 》aveva detto Dave.《 Sei l'unica in tutta l'Inghilterra che sappia fare un vero caffè. 》

《 Sa fare tantissime altre cose 》si intromise Scorpius.《 Bacia benissimo, roba da toglierti il fiato e ha davvero le mani d'oro, se capisci cosa intendo... 》

E non lo so per quale motivo, ma l'occhiata che mi lanciò subito dopo aver detto quella frase non mi era piaciuta per niente.

《 Tutto bene, Malfoy? 》

《 Oh, benissimo ora che ti vedo, tesoro mio. 》

《 Bene. Perdonalo, Dave… lui è un po'... 》continuai la frase a gesti, puntandomi il dito alla tempia e ruotandolo nell'aria per fargli capire che Scorpius aveva perso qualche rotella.

Forse perché aveva passato troppo tempo sui libri e mai come in quel momento fui contenta di aver abbandonato la Magiuniversità.

Dal canto suo, Scorpius tossì con una forza tale che pensai mi sarei ritrovata un polmone tra le mani.

《 Allora, beh… ci vediamo, Rose. 》

《 Sì, a domani, Dave. 》

Probabilmente lo stavo guardando con aria sognante perché, diciamocelo in tutta onestà: Dave era un figo da paura, tipo quei tipi super sexy da copertina.

Scorpius tossì ancora e solo allora mi ricordai di lui.

《 Cosa c'è? 》

《 Chiudi la bocca, Rose, davvero. 》

Mentre lo guardavo leccare il cucchiaino, sentivo dentro la strana voglia di chiedergli perché quella scenata.《 Che ti è preso prima? 》

《 Ti piace quel tipo, no? 》

《 Sì, credo di sì. 》

《 Ho solo fatto in modo che si desse una mossa a chiederti di uscire. 》

《 Benissimo ora che ti vedo, tesoro mio non è proprio il modo giusto per far capire a una persona che io sono libera, Scorpius. 》

《 Sciocchezze 》aveva detto liquidandomi con un gesto della mano.《 E poi, cosa ne vuoi sapere tu di psicologia maschile. 》

Una mazza, non ci capisco una mazza! avrei voluto dirgli e, invece, gli lanciai solo un'occhiataccia.

Che il mio sguardo non fosse minaccioso l'avevo capito quando Luna mi aveva chiesto se per caso avessi un forte mal di pancia e mi stessi trattenendo. 

《 No, sto solo cercando di fulminare Scorpius 》le avevo risposto, giusto per non lasciare spazio a nessun dubbio riguardo un mio improbabile attacco di mal pancia.

《 Non sembra proprio, Rose, davvero. 》

Beh, grazie tante, Luna. 

Il problema con Scorpius, comunque, era che per quanto leccasse bene i cucchiaini da caffè, io continuavo a vederlo come quello che non c'entrava mai il bersaglio e che quel bersaglio stesse in mezzo alle mia gambe rendeva sempre tutto molto imbarazzante.

Anche il modo in cui adesso mi stava guardando e, probabilmente, ero diventata dello stesso colore dei capelli- eredità che avrei preferito non ereditare dai Weasley, perché sarebbe stato molto più carino arrossire appena come faceva mamma.

Quando Luna se n'era andata e io e Scorpius eravamo rimasti da soli al bar, lui continuava a fissarmi.

《 Sembri un pesce lesso 》gli avevo detto ed era vero: se ne stava fermo a guardare, senza battere ciglio, il solito sorriso storto e la faccia da schiaffi che l'aveva sempre contraddistinto a Hogwarts.

C'erano stati giorni, a scuola, in cui avrei davvero voluto spaccargli il naso e, dopo aver saputo che anche mamma l'aveva fatto con suo padre, ero sempre più tentata di dargli un pugno.

Ovviamente, Albus si era sempre impegnato per farmi desistere dal mio intento e si era anche stupito quando aveva creduto di esserci riuscito.

Fino a quando, però, Scorpius non aveva avuto la brillante idea di farmi mangiare una caramella Mollelingua- dopo avermi lanciato la sua maledettissima fattura Furunculs- perché si era sentito troppo ferito dal fatto che lo avessi lasciato per il protagonista di un libro e non per un aitante giovanotto in carne e ossa.

Insomma, avrebbe dovuto essere felice che il rivale fosse di carta e, invece, si era offeso terribilmente. 

E, in più- dopo avermi fatto vergognare a morte e inciampare più di una volta nella mia stessa lingua- si era beccato un bel pugno dritto dritto sul naso e mi aveva urlato contro che le donne della mia famiglia erano tutte matte da legare:《 Ma che problemi avete voi, maledette donne con i geni Granger? Che diavolo ci trovate di soddisfacente a spaccare i nasi dei Malfoy? 》

Ecco come avevo scoperto del pugno sul naso di Malfoy senior.

Probabilmente se l'era meritato, proprio come suo figlio.

Ma, se era vero che la faccia da schiaffi di Scorpius mi aveva sempre dato i nervi, era anche vero che c'era un particolare di lui che mi aveva sempre fatta sciogliere e, cioè, il modo in cui rideva con gli occhi prima ancora che con la bocca.

Lui aveva la capacità di esprimersi anche senza parlare: aveva gli occhi più trasparenti che avessi mai visto e, se era in una delle sue giornate no, lo si poteva tranquillamente capire dai suoi occhi.

Se era felice, pure.

Quando, invece, decideva di chiudersi il mondo fuori, allora non c'era proprio niente da fare: quegli occhi diventavano come un lago ghiacciato in cui poteva lanciarci tutti i sassi del mondo, vedendoli solo rimbalzare un po' sulla superficie.

Ma, come dicevo, quello che più mi piaceva di Scorpius era il fatto che ridesse con gli occhi prima che con le labbra.

Proprio come stava facendo in quel momento.

《 Cos'hai da ridere? 》gli avevo chiesto con le mani sui fianchi e l'espressione offesa.

《 Non sto ridendo, Rose. 》

《 Davvero? Uno, due… 》

La sua risata esplose prima ancora che potessi arrivare al tre.

Molto, molto prevedibile, stupido Scorpius Malfoy.

《 Allora? 》gli chiesi ancora, mentre lui continuava a fissarmi.

《 Ma cos'ha, di piacevole, quel tipo? 》

《 Credevo fossi venuto qui per la colazione e non per un terzo grado. 》

Avevo davvero creduto di averlo lasciato di stucco, di averlo zittito e dentro di me gongolavo per quella piccola vittoria, fino a quando non avevo capito che, invece, mi stava chiaramente ignorando.

《 Hai pensato a quello che ti ho detto? 》

《 No. 》

《 No significa che non ci hai pensato o che non accetti? 》

《 No. 》

In realtà, ci avevo pensato per giorni interi, vagliando i pro e i contro in una tabella in cui, pro e contro, spesso erano la stessa cosa, come, per esempio, la cancellazione dalla faccia della terra della faccia di Scorpius o come, per esempio, il fatto che da segretaria sarei rimasta tutto il giorno a poltrire su una sedia- cosa che mi avrebbe fatta ingrassare, ma che non mi avrebbe fatta tornare a casa con i piedi simili a due zampogne.

《 Mi dirai di sì, Rose. Te lo prometto. 》

Se ne andò lasciando i soldi del caffè sul bancone.



•●•

Il pomeriggio non era stato per niente piacevole: Luna aveva un diavolo per capello e continuava a inveire contro chiunque osasse anche solo girare lo sguardo nella sua direzione e mi stavo convincendo della teoria che in lei scorresse anche un po' di sangue banshee, quando mi tornò in mente la volta in cui l'ho conosciuta e tanto desiderato essere come lei: indossava un vestitino viole con frange multicolore, i capelli legati in una treccia, gli occhi grandi che mi sembravano fatti di cielo invernale e un sorriso troppo dolce per appartenere anche solo minimamente a una banshee, anche se probabilmente la banshee che era in lei in quel periodo era in letargo.

Mi aveva preso per mano e mi aveva detto, forse, la prima bugia di tutta la mia vita.

Con il senno di poi, ho cominciato a credere che Luna non era un asso in Divinazione, ma ero troppo piccola anche solo per concepire un pensiero del genere.

Dicevamo che mi aveva detto una delle prime bugie sul mio conto:《 Che visino vispo, Rose. Darai grandi soddisfazioni a tua madre e lei sarà molto orgogliosa di te. 》

Fino ai quattro, cinque anni più o meno, somigliavo molto a Hermione: passavo ore intere a  sfogliare libri e a meravigliarmi quando i disegni prendevano vita, me ne stavo sempre un po' per i fatti miei e preferivo ponderare per bene ogni frase prima di farla uscire dalla bocca.

O, forse, ero troppo pigra anche solo per parlare e parlavo solo quando veniva interpellata, ma questo è un dettaglio.

Con il tempo, certo, era emerso il mio lato Ronesco e mamma aveva cominciato ad accusarmi di essere troppo Weasley e troppo poco Granger:《 Ma com'è possibile che ovunque ci siano guai ci sei sempre anche tu, Rose. 》

Molti anni dopo, poi, ho scoperto che questa comunque era anche una prerogativa di Hermione e del Trio Miracoli di cui faceva parte insieme a papà e a zio Harry e che, forse, proprio questa capacità di mettersi sempre nei guai era il collante della loro amicizia.

Fatto sta, comunque, che Luna mi era sempre sembrata quella più normale all'interno della cerchia di amici dei miei genitori, perché non aveva mai mostrato nessuno sbalzo di umore, cenno di bipolarismo, voglia di farsi ammazzare da un pazzo psicotico o cose del genere.

Ovvero, mi era sembrata la più normale all'interno della cerchia di amici dei miei genitori fino a quel momento: mi aveva chiamata dal retrobottega a gran voce e l'avevo trovata letteralmente con le mani in pasta mentre provava a sistemare i piani di pan di spagna uno sopra l'altro e, quando questi scivolarono per l'ennesima volta sul tavolo da preparazione, l'avevo vista spezzare la bacchetta, stringersi i capelli e tirarli con una certa ferocia e, poi, finalmente mi aveva guardata.

《 Finisci tu questa maledetta torta. Deve essere pronta tra due ore, non ammetto neanche un secondo di ritardo, piccola combina guai 》poi, di nuovo mi aveva guardata ed era scoppiata a piangere come una bambina viziata di fronte a un regalo indesiderato.《 Oh, scusami, Rose. Non volevo dire quello che ho detto, davvero. Mi dispiace tantissimo. 》

Dovevo avere un'espressione davvero sconvolta, perché, all'improvviso, Luna corse ad abbracciarmi.《 Mi dispiace, mi dispiace tantissimo 》 continuava a dire e a me veniva quasi da piangere, perché davvero non sapevo come comportarmi in queste situazioni. 

Insomma, cosa si fa quando una donna adulta scoppia a piangerti in faccia? Le si dà una pacca sulla spalla? Le si dice che andrà tutto bene?

E volevo davvero che Luna si calmasse, che tornasse a essere quella più normale all'interno della cerchia di amici dei miei genitori, perciò avevo fatto un passo indietro per poterla guardare negli occhi, dirle che in ogni caso la torta sarebbe stata buonissima, che se avesse voluto avrebbe potuto sfogarsi con me e avevo, letteralmente, affondato le mani in un vassoio di dolci al caramello salato che lei aveva preparato in precedenza.

Avevo alzato lo sguardo su di lei con aria colpevole per scusarmi, ma l'avevo vista arrossire al punto che pensai che probabilmente avrebbe cominciato a cacciar fumo dalle orecchie.

《 Tu, mocciosa buona  a nulla, esci immediatamente dalla mia pasticceria. Sei licenziata! 》

Adesso, avevo davvero voglia di piangere, però stavo provai a trattenermi e a fare la mia dignitosa uscita di scena.

Peccato che non avevo visto la porta e che quindi mi ero quasi spaccata la fronte a metà.

Non potevo restare lì dentro un minuto di più, ma non potevo nemmeno tornare a casa e dire a mamma che quella che mi era sempre sembrata la più normale all'interno della sua cerchia di amici si era rivelata in realtà, forse, la più psicolabile e bipolare della situazione.

E di certo non avevo voglia di sorbirmi una ramanzina con i fiocchi in cui sicuramente sarei stata io quella ad aver sbagliato, perché per mamma ero sempre stata io quella brava a rovinare tutto.

Tranne, forse, quell'unica volta in cui avevo finto talmente bene- occhi da cucciolo bastonato e musetto dispiaciuto- che, alla fine, aveva ceduto e mi aveva risparmiato una punizione esemplare.

Era successo che la McGranitt l'aveva convocata a scuola a causa dei voti bassi e della poca propensione che ostentavo palesemente nei confronti di quella materia che lei aveva insegnato per anni.

《 Non capisco, Hermione. Tu eri così ligia allo studio alla sua età, così rispettosa delle regole 》aveva detto, muovendo la testa perché era la prima a non credere alla seconda affermazione, come se poi non sapesse che io sapevo quanto mamma, papà e zio Harry non tenessero proprio conto delle regole della scuola- basti pensare alle volte in cui hanno gironzolato per il castello a orari improbabili o quando zio Harry era andato a Hogsmeade senza il consenso di un tutore, o quando ancora si erano dati a un rave party nella Stamberga Strillante insieme a un cane, un topo e un lupo mannaro.

Insomma, io sapevo tutte quelle cose e sicuramente ne era a conoscenza anche la preside.

《 Oggi, addirittura, il professore di Trasfigurazione ha detto che Rose ha trasformato un suo compagno di classe in un maiale 》aveva aggiunto con la voce che rasentava l'isteria.

Non era andata propriamente così: durante quella che tutti chiamavano come la "Settimana del Ripasso", che per noi studenti era invece la "Settimana in cui trovare una maniera rapida e indolore per morire", Adam Coote aveva preso l'abitudine di imbrattare le mie mappe concettuali e fare gesti poco carini nei confronti di noi ragazze- gesti che consistevano nel toccarsi i gioielli di famiglia e imitare lavoretti di mano che sicuramente faceva ogni sera da solo, perché era brutto come la peste.

Quel giorno, in particolare, però aveva chiuso la mano a pugno, aperto la bocca e gonfiato la guancia con la lingua… e io non ci avevo più visto, perciò, durante l'ora di Trasfigurazione ne avevo approfittato per fargli capire cosa davvero pensassimo tutte noi.

Per giustificarmi con mamma, comunque, avevo anche provveduto a spezzare di proposito la mia bacchetta e a tenerla insieme con un po' di scotch e le avevo detto con lacrime agli occhi che davvero non era colpa mia, che non le avevo raccontato della bacchetta spezzata perché non volevo darle una preoccupazione inutile e che credevo sarei riuscita comunque a usarla nel modo corretto e, mossa da compassione nel ricordo di un Ron appena poco più che bambino che la difendeva da un compagno cattivo e cominciando a vomitare lumache a causa della sua bacchetta rotta, mamma mi aveva semplicemente creduto.

《 Solo, Rose, ti prego di impegnarti almeno nella teoria 》aveva detto accarezzandomi la testa.

《 Te lo prometto, mamma. 》

Che poi avessi impiegato il mio tempo in tutt'altro modo e che avessi palesemente glissato sulla promessa che avevo fatto a Hermione era una cosa di cui non tener conto.

E, comunque, quello era stato un evento isolato, che non era mai più ricapitato, perciò, al momento non avevo alcuna voglia di sentirmi sulle spalle il peso di tutti i guai del Mondo Magico e non.

Appena uscita dal Calaluna, alzai lo sguardo e mi resi conto che, forse, l'unica persona che avrei davvero sopportato in quel momento sarebbe stata Scorpius.

Avevo salito le scale in un silenzio davvero snervante, mentre nella mia testa continuavo a sentire le ultime parole di Luna e, quando  bussai alla sua porta, lui sembrava lì lì per andare via.

《 È successo qualcosa? 》mi aveva chiesto, abbassando il viso per guardarmi.

Probabilmente sembravo una disperata, ma poco importava, perché Scorpius mi aveva davvero vista in tutti i modi: agghindata per una festa, in piena crisi isterica durante le ore di Pozioni, in pigiama- pigiama che era di due taglie più grande, in pile rosa shocking e con su disegnato un orsetto con gli occhi troppo grandi.

《 Luna mi ha licenziata. 》

《 Oh! 》

Oh! non è proprio quello che speravo dicessi, stupido Serpeverde secchione.

《 Beh, entra, no? Che ci fai qui fuori? 》

《 Perché rompo tutto quello che tocco? 》

Glielo avevo chiesto non per avere una risposta e, in realtà, era una domanda rivolta più a me stessa che a lui, ma lui non lo aveva capito e si era inginocchiato di fronte a me, che adesso me ne stavo spaparanzata su una poltrona nel suo quasi ufficio da magiavvocato più giovane di tutta l'Europa Magica.

《 Vedi, Rose… tu sei una bravissima ragazza, davvero, ma hai un problema grande. 》

《 Io ho tanti problemi, Scorpius, non solo uno. 》

《 Sì, ma uno in particolare è il più grande di tutti. 》

《 E quale sarebbe, psicologo dei miei stivali, eh? 》

《 Dai tutto per scontato e ti comporti come se tutto ti fosse dovuto. Non ti fermi mai a pensare che dietro una reazione, magari, c'è la risposta a una tua azione e, soprattutto, non ti fermi mai per andare oltre quello che le persone ti dicono. 》

《 Stai dicendo che quando mi dicono che sono una combinaguai, in realtà, mi stanno dicendo che sono la persona migliore del mondo? 》

《 No. Sto dicendo che, magari, quando ti dicono che sei una combinaguai non lo pensano davvero e, forse, le persone se la prendono con te perché sembra sempre che tu sia intoccabile. 》

《 Io non sono intoccabile. 》

《 Ma è quello che gli altri vedono quando ti guardano: sei intoccabile, inarrivabile, Rose. O almeno è così che sembri. 》

《 Non è vero. 》

《 Sì, invece. E se è vero che tu non ti fermi a pensare, è anche vero che spesso gli altri non si fermano a guardare davvero. 》

《 E tu? 》gli avevo chiesto perché in quel momento Scorpius sembrava l'unico deciso a darmi almeno un po' di ragione.《 Tu ti sei mai fermato a guardare davvero? A guardarmi davvero? 》

Probabilmente, quella era stata la domanda sbagliata al momento sbagliato, perché Scorpius aveva cominciato a tossire per evitare di strozzarsi con la sua stessa saliva e aveva gli occhi fuori dalle orbite.

Mi ero alzata di scatto e avevo cominciato a dargli qualche pacca leggera dietro la schiena- avevo scoperto solo dopo però che in realtà stavo per fracassargli lo sterno- un po' come aveva fatto zio Harry a papà quando Hugo aveva svelato il mio segreto più segreto.

Era tornato serio qualche minuto dopo e adesso eravamo l'una di fronte all'altro, più o meno, visto che io praticamente avevo gli occhi all'altezza del petto e lui, forse, riusciva a vedere le macchinazioni del mio cervello dall'alto del suo metro e troppi centimetri.

《 Rose 》 aveva cominciato dopo avermi messo le mani sul viso per farmi sollevare la testa e poterlo guardare.《 Certo che mi sono fermato a guardarti davvero… 》

《 E cos'hai visto? 》

Stava trattenendo il respiro, me ne ero accorta nel momento in cui avevo di nuovo abbassato lo sguardo e avevo visto il suo petto muoversi come al rallentatore. 

《 Ho visto una piccola combina guai, è vero, ma ho anche visto la persona più sincera che io abbia mai conosciuto, che ha preferito lasciarmi anche se il suo amore era indirizzato a un personaggio inesistente. 》

Ma allora lo hai capito che sei sempre stato un cretino. Bravo, dieci punti a Serpeverde.

《 Ho visto anche una ragazza che sa rialzarsi e farsi rispettare, che non si fa mettere i piedi in testa. 》

In quel momento, Scorpius mi sembrava bellissimo, niente a che fare con il ballerino nella mia testa, con Dave e i suoi occhi azzurri o con Axel e la sua eiaculazione precoce...

Insomma, Scorpius era Scorpius.

E, magari  io e Scorpius saremmo potuti essere una sorta di favola per bambini, magari la mia preferita, dove lui sarebbe sicuramente stato il bello con il naso spiaccicato sui libri e io sarei stata una bestia con qualche pelo in meno e dal carattere discutibile, un po' troppo irascibile e fin troppo volgare per essere una bestia femmina, ma comunque saremmo potuti essere qualcosa di… bello, no?

Magari, tutto quello che c'era stato tra noi, fatture, maledizioni, brutte parole e bersagli mancati, poteva essere sempre messo in secondo piano o magari in terzo piano- al secondo avevo deciso di mettere le reazioni spropositate di papà e nonno Arthur quando lo avrei presentato come mio fidanzato.

Magari, saremmo riusciti ad andare oltre quelle apparenze che comportavano i nostri cognomi, la storia dei nostri genitori.

《 E poi 》aggiunse all'improvviso. 《 ho visto una nanetta che non riesce a formulare una frase di senso compiuto quando è in imbarazzo, che cade in un buco del retrobottega e che caccia bava dalla bocca non appena c'è quel bamboccio impomatato nei paraggi. 》

Scorpius non è per niente il bello con il naso spiaccicato sui libri perché è semplicemente Scorpius.

E Scorpius Malfoy era soltanto un demente travestito da bello, stop. E non aveva niente a che fare con la mia favola preferita, né con tutto quello che mi era sembrato di vedere in lui fino a poco prima.

Insomma, Scorpius Malfoy era un'altra tacchetta da aggiungere alla mia sventurata voglia di vedere del buono in chiunque, di fidarmi di chiunque.

E io… io rimanevo comunque la bestia della sua situazione.



Angolo Autrice:

Mi è mancato tantissimo scrivere questa storia, raccontare della mia Rose così diversa da Hermione.

Mi è mancato raccontare di questa Rose che mi somiglia tantissimo.

E mi è dispiaciuto tantissimo "abbandonare" per un po' questa storia, ma avevo tutto salvato sul vecchio cellulare e tutti i capitoli che avevo già scritto sono andati persi, perciò mi sono un po' demoralizzata.

Però, sono tornata e ho intenzione di portare a termine questa piccola pazzia.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

A presto.







   
 
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