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Autore: _Misaki_    16/12/2020    5 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 DANGEROUS
 
- Cap. 16 -





   Cancún, 7:05 PM.
 
   Erano passati tre giorni dalla sparatoria, ma delle possibili correlazioni tra lo spacciatore e il magnate non se ne era saputo più nulla. Le indagini della polizia locale procedevano molto lentamente e gli interrogati si stavano dimostrando poco collaborativi.
   Quella mattina, Iris e Wendy avevano finalmente ottenuto le autorizzazioni necessarie a controllare le telecamere dell’ospedale, le quali, però, si erano rivelate molto meno numerose del previsto. Le uniche ad essere realmente attive, infatti, erano quelle puntate sugli ingressi. Le ragazze avevano passato l’intera giornata a visionare i filmati, ma non era emerso assolutamente nulla. Proprio quando stavano per gettare la spugna, però, Iris si accorse di un dettaglio fuori posto.
   «Aspetta, Wendy, hai visto?»
   «Cosa c’è ora?» chiese svogliatamente l’amica, intenta a bere un caffè rimediato alle macchinette. Sperava che il lavoro fosse concluso e di potersene finalmente tornare in hotel.
   «Prova a tornare un po’ indietro.»
   Wendy riavvolse di qualche secondo la registrazione della notte in cui il ragazzino della sparatoria era stato assassinato in ospedale.
   «Guarda l’uomo in nero col cappello da baseball e lo zaino in spalla.»
   «Beh? Che ha di strano?»
   «È l’unico ad essere rimasto in ospedale solo pochi minuti.»
   «Uhm?» Wendy si mise più composta sulla sedia e riavvolse la registrazione finché non vide l’uomo in nero comparire sullo schermo «È entrato alle 2:54» poi mandò avanti il filmato «Ed è uscito alle 3:07. Tredici minuti spaccati.»
   «Non era certo lì per assistere un parente... quanto ci vuole per raggiungere la camera di Dawon?»
   «Mah, stando larghi… quattro minuti prendendo l’ascensore. È al primo piano.»
   «Avrebbe avuto tutto il tempo di infilarsi il camice e uccidere il ragazzino. Considerando che lo hai sorpreso non si sarà trattenuto più di un paio di minuti nella stanza di Dawon.»
   «A pensarci bene, anche l’orario coincide! È lui l’assassino!»
   «Peccato solo che il cappello gli copra completamente il viso da questa angolazione.»
   «Merda! Siamo di nuovo a un punto morto!» Wendy abbandonò il telecomando sul tavolo e sprofondò nella sedia da lavoro. «Per oggi direi di smetterla qui.»
   «E va bene, torniamo in hotel.»
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Nel frattempo, Taeoh e Daeju erano andati a far visita a Dawon. La sera precedente era toccato a Taeoh il turno di notte, quindi questa volta sarebbe spettato a Daeju rimanere in ospedale, mentre Taeoh sarebbe tornato in hotel.
Appena varcata la soglia della hall, il ragazzo incontrò Lizzy, che lo salutò con fare entusiasta.
   «Ciao, Taeoh! Non c’è Daeju?»
   «Ciao, Lizzy. È rimasto in ospedale con Dawon, perché?»
   «In ospedale?» la ragazza sembrò cadere dalle nuvole.
   «Sì, è rimasto coinvolto in una sparatoria, non te l’hanno raccontato Iris e Wendy?»
   «A dire il vero, non le vedo da qualche giorno. Sai com’è, sono stata un po’ impegnata. Ma comunque, quando è successo? È grave?»
   «Tre giorni fa. È stato colpito a un braccio, ma per fortuna si sta riprendendo velocemente.»
   Lizzy si portò una mano davanti alla bocca con aria esterrefatta.
   «Accidenti, ragazzi! A quanto pare i vostri amichetti sanno mandare delle macumbe terribili!»
    «Che?» chiese Taeoh, confuso.
   «L’altro giorno ho visto Buffy… volevo solo passare una serata in compagnia, ma dopo un po’ che beveva vino ha iniziato a sproloquiare, non sai quante ve ne ha dette dietro!»
   «Buffy? Che ci facevi con Buffy?»
   «Ah, l’ho incontrato per caso. Non avevo capito subito che era lui, e, sai, siamo scesi un po’ in atteggiamenti… intimi, se così si può dire.» Lizzy sorrise divertita al ricordo di averlo abbandonato in hotel il mattino dopo. Appena si era messo a parlar male dei propri amici aveva iniziato a starle oltremodo antipatico.
   Taeoh la osservò con aria ancora più confusa. Come diamine c’era finita Lizzy a letto con Buffy?
   «E dai, non guardarmi con quella faccia!» protestò lei «Non dirmi che non sei tipo da one night stand!»
   «Non molto a dire il vero.» si giustificò Taeoh. Poi gli tornò in mente che la mattina prima della sparatoria lui e i colleghi avevano incontrato le agenti a fare colazione in hotel e, da quel poco che erano riusciti a captare da lontano, era stata proprio Lizzy a dire loro di recarsi nel quartiere malfamato di Cancún. «Senti, ma, di preciso, quand’è che vi siete incontrati tu e Buffy?»
   Lizzy non riuscì a trattenere una risatina compiaciuta.
   «Sei geloso? Non è che starai cambiando idea…» gli fece l’occhiolino in maniera ammiccante.
   «No, non è quello!» Taeoh sentì un brivido lungo la schiena.
   «Tranquillo, mica ti salto addosso!» rise di nuovo lei «Comunque deve essere stato quattro giorni fa. Anzi, ne sono sicura.»
   «Ah, perfetto, grazie.»
   «Comunque, è davvero antipatico! L’avevo pure invitato a vedere i murales con me e le ragazze, ma ha detto che non gliene fregava niente!» Lizzy ne approfittò per mettere una toppa a un suo errore. Quella sera, infatti, si era lasciata scappare che lei e le colleghe sarebbero dovute andare nel quartiere in questione il giorno seguente e si era lamentata di non averne assolutamente voglia. Era abbastanza sicura che Buffy, ubriaco com’era, non si sarebbe ricordato i dettagli, quindi era meglio far sapere a tutti la propria, falsissima, versione dei fatti, così avrebbero pensato che fosse stato lui a capire male. Certo non poteva immaginare che la sua confessione avrebbe colpito Taeoh come un fulmine a ciel sereno.
   Il ragazzo realizzò che Buffy e James sapevano dei murales. O meglio, potevano facilmente prevedere che lui e colleghi avrebbero seguito le agenti fin lì, come sempre d’altronde. Forse era un po’ azzardato pensare che fossero stati quei due a pagare i ragazzini per sparare e a uccidere il testimone, ma non era nemmeno una pista da abbandonare. Doveva avvertire al più presto i colleghi.
   «Sia lui, sia James sono dei veri dementi. Ora scusami ma devo andare.» così dicendo, Taeoh corse in camera per chiamare Dawon e Daeju, lasciando Lizzy a guardarlo con aria perplessa.
   «Ma che gli è preso? Volevo invitarlo da me stasera… uffi!»
 
   Pochi attimi dopo anche Iris e Wendy rientrarono in hotel e incrociarono Lizzy ancora ferma sull’ingresso.
   «Lizzy! Allora sei ancora viva! Si può sapere che fine avevi fatto?» la rimproverò Wendy.
   «Avevo da fare! Che ne sai tu?»
   «Sì, certo, da fare… hai intenzione di sparire di nuovo?»
   «Non chiedetemi di restare a casa stasera! Stanno allestendo tutto il quartiere!»
   «Beh, è arrivato il weekend... Ma non hai già fatto abbastanza vacanza tu?» continuò a punzecchiarla Wendy.
   «Te l’ho detto, sono in sciopero! E comunque devo assolutamente andare a conquistare qualche bel ragazzo del posto! Quando mi ricapita sennò?»
   «Tzk, non avevo dubbi.» commentò Wendy.
   «Fate un po’ come vi pare, io vado!» ribadì Lizzy, offesa, per poi voltare loro le spalle e andarsene ancheggiando agilmente sui suoi tacchi a spillo.
   «Però non ha tutti i torti.» osservò Iris «Potremmo andare anche noi, no?»
   «Cos’è, adesso vuoi farti anche tu i ragazzi del posto?»
   «No! Intendevo che potrebbe essere una buona occasione per mischiarsi tra la folla e raccogliere informazioni. In occasioni come queste la gente parla… e sicuramente da qualche parte gireranno i “prodotti” del nostro caro magnate.»
   «Non ti sono bastate le dodici ore di lavoro di oggi?» fece la tragica Wendy.
   «Dodici? Saranno state sei al massimo.»
   «Senti, non puntualizzare! Sei la solita stacanovista!»
   «Va bene, fai come vuoi. Io mi cambio e vado a cena fuori.»
   «Cena, dici?»
   «Sì, voglio provare un po’ di street food. Sono stanca del ristorante.»
   «Dieci minuti e sono pronta! Stasera si esce!»
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   Pochi minuti dopo, le due agenti avevano raggiunto le innumerevoli bancarelle schierate per il quartiere e si erano immerse tra le persone più disparate che si erano riversate per le strade in quel weekend di festa. Bastava guardarsi un attimo intorno per vedere che c’era veramente di tutto, dagli stand col cibo a quelli con vestiti, borse o souvenir, oltre che moltissimi giochi da fiera. Anche i locali erano tutti estremamente affollati.
   Wendy si fermò per un attimo e inspirò a pieni polmoni l’aria impregnata di profumo di cibo.
   «Tu non hai ancora fame?»
   «Veramente ho appena finito i tacos che abbiamo preso prima.» rispose Iris, molto meno vorace dell’amica.
   «E smettila di stare a dieta…»
   «Non sono a dieta!»
   Improvvisamente, Wendy si sentì afferrare con prepotenza per la spalla, trovandosi costretta a voltarsi verso la persona che la stava importunando.
   «Chi non muore si rivede!» esclamò una voce familiare. A strattonarla era stato Buffy.
   Un po’ d’istinto e un po’ per antipatia verso il soggetto in questione, Wendy gli afferrò il braccio con cui l’aveva toccata, ruotandolo fino a bloccarglielo dietro alla schiena.
   «Ahi! Ehi, ferma!» si lamentò lui, liberandosi dalla presa e massaggiandosi la spalla dolorante.
   «Toccami ancora e la prossima volta te lo rompo…»
   «Hahaha ma sentila, la tua scontrosità mi eccita.» rispose Buffy, non prendendo per nulla sul serio la minaccia della ragazza e facendo il pervertito come al solito.
   «Quanta violenza…» commentò James, raggiungendo l’amico. Era abbastanza scontato che quei due fossero insieme, come sempre d’altronde. «Perché non vi calmate un attimo e non ci fate un po’ di compagnia, bamboline?»
   «No, grazie.» rispose sbrigativamente Iris, facendo per sorpassare i soggetti molesti e tirare dritta per la propria strada.
   Non contento della risposta, James la tirò per un braccio.
   «Oh avanti, non fate le preziose.»
   La ragazza, ancora più infastidita, si liberò dalla presa con uno strattone.
   «La fate finita!?»
   «Oh, oh, alza la voce…»
   «Spostatevi o finisce male.» Iris cercò di nuovo di superarli, ma i due non erano intenzionati a demordere. James le sbarrò la strada, spintonandola malamente per farla tornare al suo posto.
   «Tzk. A chi credi di far paura esattamente?»
   Indietreggiando, Iris andò a sbattere con la schiena contro alcuni passanti, i quali guardarono male il gruppetto di ragazzi e si allontanarono indispettiti. La ragazza fece un lungo sospiro. Stava per perdere le staffe e le ci volle parecchio autocontrollo per non alzare le mani contro quei due. Lo stesso valeva anche per Wendy. Buffy e James erano veramente insistenti, sembrava impossibile allontanarli con le buone maniere, ma sarebbe stato troppo rischioso dare luogo a una rissa nel caos delle strade. Oltre ad andare contro l’etica professionale, c’era troppa gente e avrebbero sicuramente attirato l’attenzione e insospettito qualcuno.
   Proprio quando la situazione sembrava senza via di fuga, fece la sua comparsa una delle poche persone che avrebbero potuto mettere a tacere Buffy e James senza sollevare troppo trambusto.
   «Che succede qui?» chiese Taeoh in tono di rimprovero, arrivando alle spalle dei due novellini e scansando indelicatamente James. Come aveva deciso insieme a Dawon e Daeju, la missione era sospesa, ma la cosa riguardava solo loro tre e il loro tradimento nei confronti di Ray, non certo Buffy e James, che, oltre ad essere alquanto sospetti, era sicuro avrebbero continuato a dare la caccia alle agenti. Per questo, fin da quando avevano lasciato l’hotel quella sera, li aveva seguiti a distanza. Inizialmente ce l’aveva messa tutta per non intervenire, ma vedere Iris spintonata in quel modo l’aveva a dir poco infastidito.
   «Ti sembra il modo di trattare una ragazza?»
   «Tzk, è arrivato il principe azzurro…» commentò con disprezzo James.
   «Ma che ne sai te di come si trattano le ragazze?» lo provocò Buffy.
   Taeoh si limitò a guardarlo dall’alto in basso e lasciò cadere nel vuoto la provocazione.
   «Andiamo.» disse poi rivolto a Iris e Wendy, facendo loro cenno di seguirlo tra la folla. I novellini non si azzardarono ad andargli dietro.
   «Non ho parole…» si lamentò Buffy con l’amico «Ma l’hai visto? Lui e gli altri non avranno mai il coraggio di farle fuori!»
   «Vorrà dire che avremo noi questo piacere…» lo rassicurò James. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso maligno. Buffy sorrise compiaciuto a sua volta.
   «Loro e quei coglioni dei nostri superiori.»
   «Siamo quasi a meno uno…»
   Convinti dei loro assurdi piani di conquista, i due si misero a ridere ad alta voce, attirando gli sguardi dei passanti. Nonostante sembrassero solo due svitati con manie di conquista, il loro piano lo stavano portando avanti sul serio, in un modo che i loro colleghi non potevano nemmeno immaginare.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Dopo che i tre si erano allontanati da Buffy e James, Wendy aveva insistito per prendere qualcos’altro da mangiare, perciò i Iris e Taeoh l’avevano accompagnata a uno stand di street food e insieme si erano messi a camminare tranquillamente tra la folla. I colori e la musica della città in festa erano molto allegri e vivaci, ma non sembrava di vedere nulla di utile alle ricerche. Forse la presenza di una moltitudine non indifferente di turisti non favoriva il diffondersi di pettegolezzi e discorsi riguardo ai fatti di cronaca di pochi giorni prima. Non c’erano nemmeno movimenti sospetti, tutto si stava svolgendo nel più tranquillo e usuale dei modi.
   «James e Buffy sono davvero dei pervertiti… mi dispiace che vi causino sempre problemi.» disse Taeoh tutto a un tratto.
   «Ah, non preoccuparti, rompono le scatole, ma alla fine non sono capaci di combinare nulla.» Iris cercò di sminuire la questione.
   «Lo spero…» conoscendo la loro vera identità, Taeoh non era per nulla tranquillo. Quei due non seguivano gli ordini di nessuno e davano libera interpretazione pure alle richieste di Ray.
   «Ma sì, ne sono più che certa, non preoccuparti.» al contrario, Iris pensava che fossero due persone comuni e che lei e Wendy avrebbero potuto metterli al tappeto in un attimo, perciò cercò di tranquillizzare Taeoh. «Vero, Wendy?» la ragazza si voltò in cerca dell’amica, rendendosi conto solo in quel momento che era scomparsa tra la folla. «Wendy?» la chiamò di nuovo, senza risultato.
   «Ma che fine ha fatto?» chiese il ragazzo, di nuovo allarmato.
   «Aspetta, provo a chiamarla.» Iris si spostò su un lato della strada e compose il numero dell’amica sul cellulare.
 
   «Shì?» Wendy rispose al telefono con la bocca ancora piena di cibo.
   «Tutto bene? Dove sei?»
   «Sto sparando…»
   «Sparando?» chiese Iris, un po’ preoccupata.
   «Sì… c’è una stupida papera che non vuole morire!»
   «Che?» chiese di nuovo Iris, senza capire a cosa si riferisse l’amica.
   «La papera! Devo andare!»
   «Non dirmi che…» Iris cercò di confermare i propri sospetti, ma Wendy aveva già riattaccato.
 
   «Che succede? Sta bene?» chiese Taeoh.
   «Sì, è andata a giocare al tiro al bersaglio!»
   «Tiro al bersaglio?» commentò lui, un po’ perplesso. Per un attimo aveva pensato che si trattasse di qualcosa di serio.
   «Già… è da questa parte, l’ho visto pri- ah.» Iris fu interrotta da uno dei suoi fastidiosi capogiri. Istintivamente chiuse gli occhi, scongiurando il senso di nausea, e si appoggiò a Taeoh.
   «Ehi, tutto bene?» chiese lui, mettendole le mani sulle spalle come per sorreggerla.
   «Scusa, sono solo un po’ di vertigini. Mi capita spesso, ci sono abituata.»
   Le ci volle quasi un minuto prima di riuscire a riaprire gli occhi. Una crisi così lunga non le capitava da un pezzo, rischiava di diventare un problema serio durante la missione. Si maledisse mentalmente per non aver seguito le indicazioni di Kibeom in modo costante.
   «Passato?» Taeoh si abbassò leggermente verso di lei per poterla guardare negli occhi.
   «Sì, è tutto ok.»
   Solo dopo essersi accertato che Iris avesse recuperato l’equilibrio, Taeoh lasciò la presa sulle sue spalle.
   «Stavo dicendo, è da quella parte il tiro al bersaglio.»
   «Ok, raggiungiamola.»
   I due si immersero di nuovo nella folla, in cerca di Wendy, ma dopo pochi passi si imbatterono in un’anziana signora, incappucciata e coperta da un largo mantello, che si piazzò davanti a loro sbarrando la strada col suo bastone.
   «Giovane coppia, perché non venite a farvi leggere il futuro?»
   «No, grazie.» rifiutò seccamente Taeoh, poco propenso a perdere tempo e ansioso di recuperare Wendy prima che potessero raggiungerla i due novellini.
   «Non fate complimenti, la prima volta è gratis!»
   «Veramente, avremmo altri piani…» cercò di svignarsela Iris.
   «Ho detto che è gratis!» ribadì in tono minaccioso la vecchia, lanciando loro uno sguardo torvo.
   «Se proprio insiste…» Iris fece per seguirla nel suo tendone pensando che se la sarebbero sbrigata più in fretta ascoltandola per un paio di minuti che continuando a rifiutare, ma Taeoh la trattenne per la mano. Al ché, la bizzarra veggente sollevò il bastone, indispettita, e lo picchiò con forza per terra.
   «Ok, ok.» A quel punto anche Taeoh si rassegnò a entrare nel tendone.
   L’interno era completamente buio, fatta eccezione per qualche candela posata sul tavolo intorno a una sfera di cristallo. La signora fece loro cenno di sedersi di fronte a lei e posizionò le mani intorno alla sfera, iniziando a esibirsi in gesti che avevano tutta l’aria di essere solo coreografici e in strani versi indecifrabili. I due malcapitati si guardarono con aria tra il divertito e il perplesso.
   «Vedo… vedo crisi nel vostro futuro!» esclamò con molta enfasi la veggente. «Vedo una strada segnata dalla menzogna, intenzioni spregevoli mascherate da gesti affettuosi. Vedo bugie, falsità. Il vostro amore è destinato a fallire!»
   «Ehm, ecco… non vorrei deluderla, ma, il fatto è che… non siamo una coppia.» cercò di correggerla Iris.
   Taeoh trattenne a stento una risata per il fallimento della predizione e fece per lasciare il suo posto, ma la vecchia si alzò di scatto e urlò «Fermi!», spalancando gli occhi come se avesse visto un mostro. Taeoh si rincollò immediatamente alla sedia.
   «Non volete sapere altro?» chiese poi la veggente, speranzosa di ottenere un pagamento.
   «A dire il vero no.» la deluse Taeoh.
   In quel momento, Iris ebbe un’idea. Quell’anziana signora sembrava piuttosto strampalata, ma era pur sempre una persona del posto, e si sa che tra gli anziani il gossip corre più in fretta che sui social media. Sicuramente ne sapeva qualcosa del cadavere rinvenuto a riva.
   «Io avrei una curiosità invece.»
   Taeoh guardò Iris con espressione sconvolta come per dirle “ma davvero le vuoi dare corda?”.
   «Che tipo di curiosità?» chiese la veggente.
   «Ecco, ho spesso sentito parlare di veggenti e medium che aiutano le indagini della polizia e mi chiedevo se anche lei lo facesse.»
   «Certamente, le mie predizioni sono accurate al cento per cento.»
   «Allora immagino avrà sentito parlare dello spacciatore morto trovato in mare l’altro giorno…»
   «Oh, no, non ho nessuna intenzione di immischiarmi in faccende che non mi riguardano.» La vecchia incrociò le braccia e assunse un’espressione offesa. Era il chiaro segnale che qualcosa sapeva.
   A quel punto Iris prese qualche spicciolo dal portafogli e glielo porse. La veggente allungò la mano da sotto al mantello scuro e prese le monete, ma non sembrò soddisfatta e continuò a fare silenzio, scuotendo la mano per indicare che ne voleva di più. Al ché la ragazza, un po’ a malincuore, passò alle banconote.
   «È sufficiente?» chiese Iris.
   La vecchia contò i soldi e se li misie in tasca.
   «Sì, può andare.» si schiarì la voce «Sei sicura di voler sapere? Certe faccende non sono umane, è meglio lasciare il segreto ai morti.»
   «In che senso non sono umane?»
   «Abito in questa città da molti anni, ne ho viste di morti come quella! E fidati, ragazza mia, se ti dico che anche solo sapere potrebbe metterti nei guai. Gli spiriti verrebbero a cercarti.»
   «Voglio sapere.» insistette Iris, del tutto convinta che ci fosse molto di umano e poco di ultraterreno in quella faccenda.
   «E va bene.» si convinse la veggente «Voi sciocchi penserete che ciò che sto per dirvi sia assurdo, ma è la pura verità. La leggenda dell’isola non è solo frutto della fantasia. Sono sicura che quello stupido uomo abbia osato avventurarcisi ed ecco che gli spiriti lo hanno punito!»
   «Quale isola?»
   «L’isola di cui tutti sanno ma nessuno parla. La leggenda narra che lì, più di cent’anni fa, furono fatte delle esecuzioni spietate e che gli spiriti dei morti ancora oggi si aggirino per la vegetazione senza riuscire a dimenticare il loro doloroso passato. Ogni anno qualche pazzo prova ad avventurarcisi, ma viene inevitabilmente giustiziato dagli spiriti e ritorna a riva con un buco in fronte, dopo essere stato torturato dalle onde per giorni e giorni. Anche lo sciagurato deve aver pensato di nascondersi lì ed è stato punito! Può sembrare un omicidio umano, ma credetemi, sono stati gli spiriti!»
   «Tutte baggianate… l’avranno ucciso e poi avranno gettato il cadavere in mare.» commentò sottovoce Taeoh.
   «Ummm, e dove sarebbe quest’isola?» provò a chiedere Iris.
   «Sciagurata! Non pensare nemmeno di andarci! Neanche se dovessi incapparci per sbaglio mentre giri in barca vicino alla costa!»
   «È vicina alla costa quindi?»
   «Non aggiungerò altro! Ho già detto troppo! Che gli spiriti dei dannati mi perdonino!» Così dicendo, la vecchia chiuse definitivamente il discorso, borbottò una strana preghiera e fece cenno ai ragazzi di andarsene.
   A quel punto Iris e Taeoh poterono finalmente raggiungere Wendy, che nel frattempo aveva continuato a vincere così tanti premi da riempirci una busta intera. In più accanto a lei c’era anche un peluche gigante a forma di panda, che era il premio più difficilmente conquistabile dello stand.
   «Questo voglio portarlo a Dawon!» esclamò Wendy, indicando il panda gigante «Così gli farà compagnia!»
   «Mi sembra un’ottima idea! Gli somiglia pure!» concordò Iris.
   «Un pochino sì.» rispose Wendy, sorridendo al pensiero della similitudine tra i cerchi neri intorno agli occhi del panda e l’accenno di occhiaie che caratterizzava gli occhi Dawon. «Comunque, pima di tornare in hotel passo in ospedale!»
   «In ospedale? Perché tutto a un tratto?» chiese Taeoh.
   «Beh, te l’ho detto, voglio portargli il panda gigante.»
   «Ti accompagniamo?» le chiese Iris, un po’ preoccupata all’idea di lasciarla andare da sola di notte in una zona così pericolosa, visti gli avvenimenti dei giorni passati. Se non altro era sicura che Wendy, da americana fanatica delle armi quale era, avesse con sé la sua pistola.
   «Non credo proprio che vi farebbero entrare, è meglio se vado da sola. Ho intenzione di usare ancora la scusa della ragazza, quindi verreste per nulla visto che non è orario di visita.»
   «Ok. Se hai bisogno chiamami.»
   «Tranquilla, ho il panda gigante a proteggermi. Ci vediamo più tardi in hotel!» così dicendo, Wendy si allontanò a passo spedito verso l’hotel, dove chiese a uno dei receptionist di chiamarle un taxi per raggiungere l’ospedale. Non sapeva spiegarsi il perché ma al solo pensiero di vedere Dawon si sentiva di buon’umore. Non vedeva l’ora di scoprire che faccia avrebbe fatto il ragazzo per la visita fuori programma.



Fine cap. 16
_______________________________


Rieccomiiiii *^*
A quanto pare i ragazzi sono passati da nemici a quasi alleati! Taeoh sembra non essere più tanto indifferente a Iris, e anche Wendy e Dawon sono un po' sospetti dal punto di vista romantico <_< cosa staranno combinando?
Nel frattempo le indagini continuano. Il traffico di droga di Kang TaeYoo ha i minuti contati!

Ormai è un po' di tempo che me la sto prendendo con calma a pubblicare. Non so se ci sia qualcuno che sta seguendo la storia al di fuori degli scambi, nel caso se questo modo incostante di pubblicare risulta fastidioso fatemi un cenno, cercherò di essere più puntuale!

Per oggi è tutto!
A presto~

Misa
  
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