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Autore: Manu_00    18/12/2020    5 recensioni
[Hazbin Hotel]
Ex agente della polizia segreta comunista e ora anima dannata all'inferno, Mihaela Funar è solita accettare incarichi dalla natura non particolarmente pacifica per arrivare a fine mese e mantenere l'affitto nell'unico appartamento disposto ad accettare i suoi soldi.
Questa volta però sarà la richiesta di una sua stretta conoscenza a farla scendere in campo ed a scatenare la sua natura di demone radioattivo contro qualche povero sfortunato.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V


La formica pelosa, avvolta nel suo impermeabile scuro, correva affannosamente tra gli edifici di uno dei quartieri più degradati di Pentagram City, inciampando e imprecando a più riprese contro cumuli di immondizia o barboni addormentati, che conseguentemente si svegliavano con una bestemmia sulle labbra.
L'alba sembrava inseguire il demone come un killer silenzioso, togliendogli ripari dove si sarebbe potuto nascondere per sfuggire a quell'orribile notte.
Sotto il vestito, stringeva il coltello, un tempo punta di lancia dell'arma di uno sterminatore, che il loro capo gli aveva fatto recapitare per “occuparsi dei clienti più violenti”.
Beh, che quella donna fossa una cliente o no, certamente era violenta, troppo!
Non era un overlord, ma davvero ciò lo salvava da una morte orribile? Se avesse continuato a sciogliergli la carne, sarebbe sopravvissuto?
Scacciò quel pensiero con una smorfia, mentre si portava la mano alla nuca per tastare la bruciatura che gli deturpava l'esoscheletro, qualsiasi cosa toccò la sua mano era molliccia... e viscosa.
Ripensandoci, morire sarebbe stato mille volte meglio che sopravvivere in quello stato, ma questo non lo tranquillizzava, era palese che quella donna era stata ingaggiata per dargli la caccia, lo avrebbe trovato e avrebbe completato il lavoro, sciogliendolo prima che potesse anche solo provare ad avvicinarle il coltello al collo.
Terribile, veramente terribile.
Zoppicando dopo una caduta particolarmente violenta, si trascinò lungo una rotonda, si era allontanato dalla città abbastanza a lungo da essere finito nella periferia, in un quartiere dominato da villette a schiera (o dalla cosa più simile ad esse che si poteva tirare su con materiali di recupero) costruite intorno all'ampia rotonda.
Un posto adorabile per viverci in famiglia, beh se si era un imp e non si avevano alte aspettative, un posto che presto sarebbe diventato un inferno, il che è tutto dire visto dove si trova!
Perché ne era certo, i suoi compari avrebbero parlato, sicuramente lo avevano già fatto, e lei sarebbe arrivata.
Si trascinò verso una delle villette, che in realtà altro non era che una vecchia costruzione rettangolare con una saracinesca come porta, il tetto piatto e delle finestre improvvisate.
Accasciatosi addosso al portone metallico, bussò debolmente per qualche secondo, tre colpi, come d'accordo, finché la saracinesca non si alzò facendolo cadere a terra.
Quelle ferite lo avevano proprio ridotto male...
<< Petar? Ma come cazzo sei messo? >>
Ignorando le parole del mostro caprino che lo aveva accolto, la formica strisciò nell'edificio e trovò la forza di rimettersi in piedi, i presenti lo squadravano perplessi, immersi come pipistrelli nell'oscurità dell'edificio, una vecchia officina rovinata dove avevano stipato armi, quelle per fare del male e quelle per uccidere.
Attorno a lui, almeno una decina fra demoni e imp armati con mazze, coltelli e pistole se ne stavano seduti contro le pareti, scrutando con sospetto il nuovo arrivato.
Appoggiandosi ad un tavolo in legno con stampata sopra una mappa del quartiere dove sorgeva il Lusten, dove erano state evidenziati i principali vicoli e punti d'ingresso, il demone riprese fiato, e si guardò intorno, contando uno ad uno i componenti della squadra, constatando che ben quattro persone, oltre ai due che erano andati assieme a lui, mancavano all'appello.
<< Se cerchi Bojan e Mirko, sono partiti poco fa. >>
A rispondergli fu lo stesso sgorbio che lo aveva accolto prima.
<< E allora sono fottuti, e gli altri due? >>
<< Non sono ancora tornati. >>
<< Allora sono fottuti! >>
I demoni si fecero ancora più perplessi.
<< Hanno... ingaggiato delle guardie, o peggio. >> 
Agitando la mano nel buio, Petar accese una lampada, illuminando l'area fra le proteste di chi si era addormentato, e mettendo in bella mostra le bruciature sulla nuca e sulle braccia.
<< E fanno sul serio... hanno preso i miei compagni e verranno qui, verranno qui e allora saranno cazzi enormi per tutti, no Jan, non quelli che piacciono a te. >>
Una risata strozzata riecheggiò fra le fila dei demoni, nessuno di loro sembrava seriamente convinto che quella serata sarebbe stata la loro fine.
<< Ma mi volete ascoltare sì o no?! >>
Uno dei compari, una creatura alta e pallida la cui testa a forma di triangolo ribaltato e le grandi corna arcuate sembravano comporre una gigantesca U nello spazio sopra la la fronte, avanzò cautamente verso Petar, con un sorriso pacificatore stampato sul volto.
<< Beh, quello che dici è obbiettivamente un problema, ma abbiamo un amico scelto apposta per questi lavori. >>
La formica nera non parve capire sul momento, poi il demone che gli era venuto incontro si fece da parte, e quello che Petar vide seduto sul fondo del rifugio provvisorio gli fece pensare che forse, dopotutto, non erano spacciati come credevano.
<< E tu pensi di poter gestire un mostro radioattivo che scioglie qualsiasi cosa? Perché è questo che ci sta venendo a prendere! >>
La figura in penombra si limitò ad annuire, e Petar si augurò che la loro fiducia fosse ben riposta.
<< Bene, ma forse se ce ne andiamo e basta... >>
Un imp dall'occhio mancante entrò di corsa nell'edificio, schiantandosi contro una pila di scatoloni, che finirono con il cadere sulle teste dei suoi colleghi.
<< Che cazzo fai?! >>
<< La vedetta. >> ammise l'imp alzando le braccia tremanti.
<< E abbiamo visite. >>
Petar si trovò a soffocare un'imprecazione mentre ordinava a tutti i presenti di uscire, presto la disordinata decina si riversò fuori dal garage, prendendo posizione davanti alla saracinesca alzata con tutte le armi e gli oggetti contundenti che avevano a disposizione.
Il demone formica alzò gli occhi in avanti appena in tempo per vedere un'auto verde pisello dalla portiera mancante e con il cofano ammaccato che stava correndo a tutta velocità verso di loro.
Subito si levò il fuoco contro l'auto, decine di proiettili si abbatterono sulla zona frontale distruggendo il parabrezza, amputando lo specchietto rimasto e facendo esplodere i fari accesi.
Ma ciò fu inutile, prima ancora che i proiettili iniziassero a crivellare il veicolo, due figure scure si lanciarono dalla portiera mancante, lasciando correre il veicolo contro lo sparuto gruppo di demoni.
Petar se ne accorse solo quando fu troppo tardi, e l'ultima cosa che vide prima del buio fu il volante dell'auto contro cui si ruppe le mandibole dopo che il veicolo lo aveva preso in pieno impalando il suo stomaco sui resti seghettati del parabrezza distrutto.



Sherry si alzò in piedi con eleganza mentre l'automobile dal nome più brutto che avesse mai udito spariva all'interno del rifugio (Rifugio? Quello?) trascinando una manciata di demoni con se e schiacciando un imp sotto la ruota anteriore destra.
La vettura scomparì all'interno dell'edificio, dal cui interno si propagò un violento boato con conseguente fuoriuscita di fumo, di una ruota in fiamme e di un grosso demone peloso che si buttò sull'asfalto per rotolarsi nel tentativo di spegnere le fiamme.
Nel mente che la banda brancaleone cercava di darsi un contegno, la demone ragno si guardò attorno, alla ricerca della compagna.
La trovò con la faccia sull'asfalto.
<< Ehm tutto bene? >>
<< Sono... decisamente fuori allenamento. >>
Non senza affanno, il poco atletico ex agente di polizia segreta si mise in piedi barcollando, per poi far spostare lo sguardo sull'edificio in fiamme e sullo sparuto gruppo di occupanti nel panico.
<< Questo mi ripaga del dolore alla faccia? >>
Massaggiandosi il viso, la donna radioattiva e la sua partner si fecero avanti, incalzando i demoni impanicati.
Questi provarono a puntarle le armi contro, ma in meno di un secondo le braccia di Sherry da quattro divennero sei, tutte armate di mitragliatrice.
Pochi spari, e presto tutti i presenti si trovarono disarmati.
<< LA MIA GAMBA! >>
Ed un orrendo demone capra era rimasto azzoppato, ops.
A giudicare dai loro sguardi terrorizzati rivolti a loro ed al loro rifugio, il sopravvissuto di prima era arrivato prima delle due, e aveva avuto modo di metterli in guardia.
Peccato che non avevano avuto l'intelligenza di fuggire.
Le due rimasero a guardarli per qualche secondo, poi si guardarono fra loro.
Mihaela capì che avrebbe dovuto dire qualcosa.
<< Allora... per quanto i vostri amici siano stati orribilmente torturati, giurano di non sapere chi era il mittente, e che al massimo può saperlo solo il capo della vostra banda. >>
Si schiarì la gola, erano abbastanza lontani e doveva farsi sentire.
<< Quindi, che ne dite di consegnarlo e continuare a vivere? >> continuò per lei la demone ragno.
<< Se la risposta è che qualcuno verrebbe a torturarvi, allora ci impegneremo a darvi una morte veloce. >>
Il fatto che Mihaela lo stesse dicendo con il tono di un grigio funzionario che applica una sanzione amministrativa di per se era più terrificante che sentirglielo dire con un sorriso da killer sul viso.
<< Ma siamo aperte anche ad altre alternative, solo, muovetevi. >>
Un demone, quello peloso che aveva appena finito di lottare con il fuoco, si fece avanti grattandosi la folta peluria facciale con imbarazzato.
<< Sì... ecco... il capobanda credo sia appena stato schiacciato da quell'auto. >>
<< Oh. >>
Un venticello si alzò, trascinando una mezza dozzina di foglie secche sul tratto d'asfalto che divideva le due donne dal gruppo di malviventi.
<< Allora nel caso lo avessi ucciso... per prima cosa verificherò quanto hai detto torturandovi a turno, e se davvero nessuno sa indicarmi il mandante, vi ucciderò e la faremo finita. >>
Un coro di urla si levò dal gruppo di demoni quando il mostro radioattivo fece per avvicinarsi, ma appena arrivò a metà strada, i suoi occhi catturarono un familiare scintillio in fondo al rifugio.
No.
Cazzo.
Mihaela si buttò a terra di schiena un secondo prima che il proiettile di bazooka la prendesse in faccia, il siluro continuò a viaggiare oltre di lei ed andò a schiantarsi con un palazzo poco lontano, da cui si levarono una decina di urla di sorpresa e terrore.
Sherry mise subito mano alle mitragliatrici e le puntò tutte e sei contro il garage.
In quel momento il gruppetto riprese fiducia e ripiegò verso il rifugio, inneggiando all'inaspettato campione.
Campione che Mihaela non aveva tardato a riconoscere.
Mentre si rimetteva in piedi, le sue orecchie catturarono un altrettanto familiare suono di passi pesanti, e come previsto, dall'oscurità di quel garage malandato, emerse la familiare figura di un nazista gigante rivestito da una tuta protettiva.
<< Tu? >>
<< TU?! >>
<< Lui? >> chiese Sherry, senza la più pallida idea di cosa stesse succedendo.
<< Voi?! >> si aggiunsero in coro i demoni.
Calò il silenzio, Mihaela ed Innozenz, il suo odiato vicino, si scrutarono minacciosi.
<< Credevo... ti stessi godendo un giorno di ferie nel seminterrato. >> cercò di esordire cordialmente.
<< Ed io che speravo che stessi andando ad un corso per imparare le buone maniere a tavola, e invece ti trovo qui a rovinarmi la giornata, di nuovo, e dire che ci avevo sperato che fra tutti i demoni radioattivi dell'inferno non fossi per forza tu quello che stava venendo a rovinarmi la giornata... e invece eccoti! >>
Il nazista puntò minacciosamente il braccio cannone contro le due intruse, mentre Sherry si chinò accanto alla compagna, mentre gli occhi rimanevano fissi sul bestione, scrutandolo con circospezione.
<< Non posso fare a meno di notare che vi conoscete. >>
Mihaela annuì.
<< È il mio vicino, che ora mi spiegherà cosa cazzo ci fa qui. >>
Conoscendolo, dietro la sua visiera rossastra si stava formando uno sgradevole cipiglio.
<< Lavoro, l'affitto non lo pago di certo stando a poltrire tutto il giorno come te. >>
<< E per lavoro vai ad aggredire prostitute?! >>
<< Primo, ripulire le strade dalla promiscuità è dovere di ogni buon cittadino e di ogni buon cristiano. >>
Il bestione giunse le mani a preghiera e volse lo sguardo al cielo, Mihaela sospirò mentre Sherry non sapeva se scoppiare a ridere o avere paura. 
<< No aspetta... e lo stare all'inferno non ti crea problemi? >>
<< Nessuno è perfetto agli occhi del signore, secondo, non serve che io scenda in campo per rimuovere le puttane, mi limito ad intervenire quando qualcuno viene a creare problemi... come te! Sapevo che eri cagna, ma non pensavo andassi pure a donnacce! >>
Mihaela sentì il bisogno di corrergli addosso per strappargli la faccia.
<< Per tua informazione, mi ha ingaggiato la titolare del bordello che volete fare fallire! Ora dimmi, ne sai qualcosa su chi vi ha mandato? >>
Innozenz scosse la testa.
<< No, solo che mi hanno dato molti soldi, e se lo avessi saputo di certo non lo avrei detto a te, cagna rossa! Non solo devo sopportare il tuo disordine, la tua mancanza di buone maniere e la tua masticata da carrarmato, questo è troppo! E poi chi è quella? Ti sembrava il caso di portarti dietro una prostituta?! >>
<< Ehm per tua informazione, in questo momento sono qui in qualità di mercenaria come la mia amica. >>
Mihaela sentiva così tanta voglia di tagliarli il cazzo e farglielo ingoiare che per un attimo non si era resa conto che l'asfalto attorno ai suoi piedi stava iniziando a sciogliersi, Sherry sì, per questo ebbe la prudenza di allontanarsi, mentre la donna radioattiva avanzava a passi pesanti verso il nazista.
Innozenz fece altrettanto.
<< Oh, scusa tanto se il mio corpo radioattivo crea problemi alla tua vita da eunuco in pensione, dimmi chi cazzo fa il pranzo in albergo ogni giorno! >>
<< Un attento risparmiatore che spera di per- >>
<< ERA UNA DOMANDA RETORICA! NON ME NE FREGA UN CAZZO DEI TUOI ORARI! >>
<< ED A ME NON ME NE FREGA UN CAZZO DEL TUO STUPIDO CORPO! E POI NON SONO IO QUELLO CHE FA COLAZIONE ALL'UNA DEL POMERIGGIO! >>
<< LA COSA TI DA FASTIDIO? CONTINUERÒ A FARLO DAVANTI A QUEL TUO MUSO DI MERDA! TU PIUTTOSTO! IMPARA A PRANZARE COME LE PERSONE NORMALI! >>
<< TU PRANZERESTI IN MANIERA NORMALE?! >>
Senza nemmeno che se ne accorgessero, i due erano adesso faccia a faccia, a pochi centimetri l'uno dall'altra, dai tubi della tuta di Innozenz fuoriuscivano nuvole incandescenti di chissà quali sostanze tossiche, mentre l'asfalto attorno a Mihaela stava iniziando ad assumere una consistenza troppo liquida rispetto alla norma.
Attorno a loro, i demoni e Sherry si erano messi in cerchio per assistere alla zuffa, ben attenti a non avvicinarsi più del necessario, onde evitare avvelenamento, ustioni e qualche mutazione poco gradita.
I due avversari si squadrarono con ostilità, a cui diedero ben presto voce con insulti all'indirizzo dell'avversario, del suo paese di provenienza e dell'ideologia politica.
Dopo che si furono sgolati abbastanza, si presero qualche minuto per riprendere fiato, mentre gli spettatori si chiedevano come fosse possibile trovare così tante offese in una sola discussione.
Il nazista fece per parlare, ma la donna radioattiva gli rubò le parole di bocca.
<< Comunque, sono stata pagata per farvi smettere di aggredire prostitute e clienti, quindi, se in nome del senso di buon vicinato... >>
<< BUON VICINATO? Sei la peggior vicina che qualcuno potrebbe mai avere, mangi a orari improponibili, sei trascurata, fai rumori disgustosi a pranzo, dissemini scorie radioattive a giro per l'edificio, squagli l'ascensore e questa mattina mi hai seppellito sotto il piano terra! >>
Mihaela guardò oltre l'avversario, notando una Sherry sempre più perplessa dalla piega che stava prendendo la situazione.
<< Dovresti essere tu ad andartene e fare un favore a me! >>
<< A te?! Sta mattina mi hai sparato contro, brutta palla di merda! >>
<< Rimane comunque un DECIMO delle cagate che hai fatto tu, cagna rossa! >>
Mihaela trafisse la visiera rossastra con la forza dello sguardo.
<< Ripetilo, merdina, ripetilo solo una volta e... >>
<< E cosa? >> tuonò il nazista.
<< Mi prendi a pugni? >>
<< Pensavo più a “Ti farò rimpiangere in lacrime il giorno in cui sei uscito ricoperto di sangue dall'utero marcio di tua madre!” >>
Come le due sillabe che compongono la parola madre uscirono dalle sue labbra, Mihaela si trovò ad avvertire l'ostilità di Innozenz tutta in un colpo, poteva guardare attraverso il vetro rosso e vedere la sua voglia di sbriciolarla, era questo che la gente chiama “istinto omicida”?
Evidentemente, Innozenz non aveva digerito l'offesa di quella mattina, e se non l'aveva aggiunta alla lista delle recriminazione era solo per evitare di farle venire l'idea di ripeterlo.
Ma a lei non fregava un cazzo di essere diplomatica, non in quel momento.
<< Sì, dall'utero di quella gran puttana di tua ma- >>
Il pugnò arrivò prima ancora che potesse avvertirlo, tutto sommato insultargli la madre non era stata un'ottima idea.
Sentì il sangue bagnarle la lingua mentre il suo corpo volava sopra le teste dei demoni ed atterrava sull'asfalto.
Lo schianto le irrigidì la schiena, le cose non stavano decisamente andando come avrebbe voluto.
Urla di esultanza proruppero subito, per poi essere sostituite dal grido di guerra di quel nazista sotto steroidi.
Appena riaprì gli occhi, trovò Innozenz torreggiante sopra di lei, intento a caricare il colpo con il braccio destro, alla cui estremità si era formata una sfera chiodata.
Il corpo della demone reagì prima che potesse deciderlo, il terreno divenne molle, e Innozenz cadde di lato, urlando bestemmie mentre il suo braccio sinistro affondava nell'asfalto fuso.
<< ARALO! ARALO! >>
Le urla di Sherry la riportarono alla realtà, senza perdere un attimo si girò su se stessa, aggrappandosi al corpo di Innozenz e facendo peso su di lui per non affondare nell'asfalto fuso.
In un attimo gli fu sopra il petto, affondandogli le ginocchia sopra le costole per spingerlo verso il basso mentre cercava un punto dove colpire.
Decise che la zona meno protetta era quella del collo, e iniziò a tempestarlo di pugni assieme al viso nella speranza di togliergli il respiro e lasciarlo intontito, ma il bestione aveva la scorza dura, e la sua mano sinistra si serrò presto sul collo della rivale.
<< ARALO! FINISCILO! >>
Ai margini del lago di asfalto sciolto, Sherry incitava l'amica, uno dei demoni la sorpassò per sporgersi in avanti!
<< NON ASCOLTARLA! UCCIDI LA VAAAAAAH! >>
Per un attimo l'attenzione degli astanti si diresse sull'urlo agonico del demone ricoperto di peluria, con i denti di Sherry affondati nel suo collo.
Prima che qualcuno potesse reagire la demone ragno si lanciò all'indietro con i canini che rilucevano di liquido corrosivo, mentre il demone colpito cadde in quel lago infernale che era diventato il tratto di strada su cui Mihaela e Innozenz stavano lottando con il collo sciolto in buona parte.
La demone ragno si trovò tutti i demoni addosso, ma non esitò a far fuoco con le mitragliatrici.
Si fottano i testimoni! 
Mihaela tornò a concentrarsi sul bestione che la stava soffocando, nel tentativo di togliersi la sua mano sinistra.
Non ci riuscì, non era forte come lui, allora le strinse ed aumentò il proprio calore, presto le dita iniziarono ad affondare nel tessuto del guanto, Innozenz gridò di rabbia e dolore, strinse di più la presa e fece leva su di lei per tirarsi in alto.
Appena riuscì ad alzare la schiena quel tanto che bastava, un violento suono di sfiatatoio assordò le orecchie di Mihaela, e nel giro di un secondo il nazista e la sua avversaria si trovarono avvolti da una spessa coltre di fumo giallastro.
Non passò neanche un secondo che la demone rigettò la cena sul braccio del nazista, questi finse di non farci caso o avrebbe vomitato dentro la sua maschera, e rafforzò la presa sul collo.
Sangue iniziò ad uscire dal naso e dalla bocca dell'ex agente, quella sostanza la stava uccidendo, le mancava aria e non solo per lo strangolamento.
Il terrore di una seconda morte spinse il suo corpo a difendersi al posto suo, fiamme gialle e verdi avvolsero la sua figura e quella del nazista, lui urlò e lasciò la presa, e lei si lanciò all'indietro, atterrando dove l'asfalto era ancora solido.
L'ombra di Sherry calò su di lei come un mantello protettivo, mentre proiettili e urla rimbombavano nelle sue orecchie, ringraziò mentalmente l'amica per tenere alla larga i pesci piccoli mentre recuperava il respiro e le forze, dal canto suo Sherry era troppo impegnata per chiederle se stava bene, ma non dubitava che si sarebbe rialzata e avrebbe cavato gli occhi a quel crucco del cazzo!
Il tonfo di un demone che cadeva sopra l'asfalto ebbe per lei l'effetto di una sveglia, Mihaela si rimise in piedi lasciando che l'amica si allontanasse, le rivolse un'occhiata fugace, per fortuna non le aveva fatto prendere fuoco per sbaglio.
I pesci piccoli erano in fuga o a terra, il che era un bene, ma davanti alle due si ergeva il vero grande boss.
Riemerse dalla pozza incandescente, Innozenz non aveva una bella cera esattamente come la sua avversaria, ma era ancora in piedi.
Le protezioni, pur ricoperte di materiale fuso e costellate di bruciature nerastre, avevano tenuto, ed ora da dietro la sua visiera scrutava l'avversaria con un astio che lei poteva benissimo avvertire su di se.
<< Ehm idee? >> chiese la demone ragno, puntando tutte le sue bocche da fuoco contro il gigante.
Appena Innozenz fece un passò avanti, Sherry sparò furbamente contro la zona della visiera, ma questo il nazista doveva esserselo aspettato, il suo braccio meccanico scattò all'insù lasciando che i proiettili rimbalzassero sull'arto arma mentre lasciava alle protezioni sul corpo il compito di incassare il resto dei colpi.
Mihaela e Sherry arretrarono, ma l'arretramento si trasformò in corsa quando il gas tossico di prima tornò a farsi sentire, o almeno così pensava Mihaela finché non notò che non solo il colore era più acceso, ma che la pelle dei demoni rimasti a terra prese presto a corrodersi a contatto con la sostanza.
E no cazzo questo era troppo!
Con una velocità che non credeva di possedere, superò con Sherry il limitare del quartiere, allontanandosi dalla nebbia giallastra.
Quando furono abbastanza lontane dalla coltre di fumo, presero a riprendere fiato accanto a un'abitazione diroccata... che venne presto fatta crollare da un colpo di cannone.
<< Cazzo! >>
Mihaela si buttò in avanti schivando i detriti, Sherry fece altrettanto, la piccola villetta in legno rovinato esplose in centinaia di frammenti e schegge, mentre le due atterravano sull'erba rovinata del prato.
Altre cannonate sparate dal braccio di Innozenz esplosero nelle vicinanze, il tetto di una casa saltò in aria, e un cratere si aprì in un giardino vicino.
<< Rimpiango di aver lasciato l'auto... >>
Accanto a lei, Sherry si puliva dalla polvere.
<< Non avrei mai detto che fosse un mammone. >>
<< Come minimo sua madre lo avrà allattato fino a sette an- >>
Un grosso proiettile sfrecciò in mezzo alle due e disintegrò il muro, costringendo le due a ripararsi dai detriti.
Mihaela si guardò intorno, seguendo la rotta d'arrivo del proiettile per capire da dove fosse arrivato, ma Innozenz la individuò per primo.
Tenaglie meccaniche si chiusero sulla vita di Mihaela, che all'improvviso si ritrovò trascinata in avanti, con i piedi che non toccavano più terra.
Durò una manciata di secondo, e si fermò bruscamente quando l'appendice meccanica rientrò nel braccio metallico del nazista, il rinculo fu così brusco da schiacciarle lo stomaco, solo allora capì che Innozenz l'aveva agguantata sfruttando uno dei tanti ridicoli gadget del suo braccio arma.
Provò a contrattaccare alzando il braccio, ma Innozenz si era preparato in anticipo, il suo enorme pugno si schiantò sul viso della donna radioattiva, con così tanta forza da farle scattare la testa all'indietro.
Lo fece ancora e ancora, fino a romperle il naso e ammaccarle il viso, poi dovette ritrarre il braccio quando il rivestimento del guanto riprese a bruciare, e prima che potesse assestare un nuovo colpo, le tenaglie si sciolsero a causa del calore, e l'avversaria cadde sul nudo asfalto.
L'impatto la riportò indietro negli anni, sotto un cielo azzurro in un villaggio di campagna, il calcio che Innozenz le piantò sulle costole la fece tornare ai tempi in cui se ne stava isolata nella sua camera d'ospedale, a fissare con occhi esausti la lampada del soffitto mentre cercava di non pensare ai capelli che cadevano ed al dolore che le lacerava il corpo.
Con un altro calcio si ritrovò a testa in su nel fango durante un giorno di pioggia, il momento meno glorioso del suo addestramento, e con un altro ancora a quando, da poco arrivata all'inferno, un muro le era crollato addosso a causa dei suoi poteri.
Poi i suoi occhi smisero di vedere, e il suo corpo cessò di muoversi.
Il nazista ritirò lo stivale dalla suola carbonizzata, guardò soddisfatto quella cagna rossa ridotta all'impotenza, e fece per darle il colpo di grazia, ma appena alzò il pugno per finirla, un proiettile gli frantumò la visiera e trapassò il suo cranio, ciò non era sufficiente ad ucciderlo, ma di certo lo fece incazzare.
Ricordò improvvisamente di non essere immortale, e si coprì la faccia con l'arto metallico, girando su se stesso ed abbassandolo di tanto in tanto per controllare dove si fosse posizionata l'altra avversaria.
Lo capì quando un bidone dell'immondizia gli finì in testa, ogni atomo del suo corpo gridò di repulsione mentre l'odore acro e umido di quella che tanto tempo fa doveva essere stata della frutta fresca entrò nel suo naso, e fu solò con una spaventosa forza di volontà che il chimico si impedì di vomitare.
Ridusse il bidone a brandelli, solo per trovarsi ancora più coperto di immondizia, una buccia di banana si era attaccata alla visiera coprendogli il lato che non era stato distrutto dal proiettile.
<< Dove sei?! Dove sei che ti sego in due! >>
Un secondo bidone fu la sua risposta, sta volta Innozenz riuscì a deviarlo con il braccio metallico, non senza un nuovo brivido di repulsione.
Fu allora che vide la demone ragno seduta sopra un camino, con tutte le bocche da fuoco puntate verso di lui.
Innozenz prima verificò che avesse esaurito l'immondizia da lanciargli, poi sorrise dietro la maschera protettiva.
<< Pensi che basti così poco per uccidermi? >>
Con grande sorpresa di Innozenz, Sherry gli sorrise a sua volta.
<< No, ma quello sì. >>
Fu allora che il chimico comprese di aver fatto un terribile errore, provò a voltarsi, ma non abbastanza in fretta da respingere Mihaela, la donna radioattiva balzò sul suo fianco e avvolse le braccia attorno alla sua testa, poi con uno scatto agile si tirò sulla sua schiena, avvolgendo le gambe attorno alla vita dell'avversario.
Bruciava da morire, ancora peggio dell'asfalto fuso, e le già logorate protezioni di Innozenz non potevano salvarlo dal calore, e da quello che sarebbe venuto dopo.
<< Che stai facendo?! >>
Agirò il braccio destro, ricoprendola di pugni sul viso e gomitate, alla schiena, nel tentativo disperato di scrollarsela di dosso, ma ad ogni colpo il calore aumentava d'intensità, sciogliendo il metallo del braccio, e logorando le protezioni.
Decise allora di liberare il gas tossico contenuto nei grandi contenitori attaccati alla sua tuta, Mihaela tossì, sanguinò dal naso e vomitò i propri succhi gastrici incandescenti sulla sua nuca, ma non mollò, Innozenz si sentiva come se un sole gli stesse crescendo sulla schiena, il rumore del metallo fuso e sfrigolante ed il bagliore verdastro lo assordavano e accecavano al tempo stesso.
<< COSA. CAZZO. STAI. FACENDO?! >>
Pur con il gas che le bruciava gli occhi e la gola, Mihaela riprese fiato fino a riempirsi i polmoni, e poi si assicurò di urlargli direttamente nelle orecchie.
<< UN CAZZO DI MELTDOWN NUCLEARE... ED È TUTTO PER TE, STRONZO! >>
Dal lontano tetto dove Sherry si era rifugiata non appena aveva intuito il piano della collega, la demone ragno assisté all'innalzarsi di un gigantesco fungo radioattivo, ben visibile anche fuori città.



<< Signorina Funar? >>
Dritta come una colonna di marmo, Mihaela se ne stava di fronte ad una spessa cattedra in legno all'interno della stanza più spoglia che avesse mai visto.
Rigida e asciutta, la sua presenza era in piena contraddizione rispetto a quella dell'adiposo funzionario del Dipartimento di Sicurezza dello Stato da cui entrambi dipendevano, che, vestito in abiti civili, esibiva una stempiatura alla Mao Zedong mentre se ne stava mollemente seduto su una pacchiana poltrona rossastra.
Non proprio l'aspetto di un irriducibile servitore dello stato, ma del resto l'aspirazione della donna era quella di occupare un giorno un comodo posto di scrivania proprio come quel grassone.
<< Signore. >>
<< Come abbiamo appena detto, in questi ultimi anni il Dipartimento di Sicurezza dello Stato sta procedendo ad un importante riassestamento dei propri ranghi, e la selezione tende a favorire quegli elementi della Direzione delle truppe di sicurezza che si sono mostrati più efficienti e fedeli. >>
Mihaela annuì, la prospettiva di vent'anni di duro lavoro per una promozione stava svanendo a favore del più grande colpo di culo della sua intera vita.
<< E il vostro operato all'interno della Direzione ha piacevolmente impressionato i vostri supervisori, i quali mi hanno comunicato che sareste più che lieta di essere promossa ad un compito più esclusivo, oltre che di maggiore rilievo, i vostri sforzi per la repressione dei nemici della rivoluzione sono stati definiti come... encomiabili. >>
<< Le vostre parole mi onorano, commissario. >>
<< Funar, è la Direzione ad essere onorata di conferirvi il vostro nuovo incarico. >>
<< Ne sono lieta, commissario. >>
Dentro di se Mihaela stava trattenendo il desiderio di mettergli le mani al collo, era in quella stanza da un'ora e ancora non sapeva cosa avrebbe fatto, o meglio, su quale poltrona avrebbe fatto riposare il culo.
Il funzionario sorrise.
<< Cosa vi è stato riferito riguardo i compiti del Servizio K? >>
Mihaela volle mordersi la lingua, a quanto pare la scrivania avrebbe dovuto aspettare ancora... ma era un passo avanti.
Non conosceva molto il Servizio K, se non tramite voci, voci poco rassicuranti sui suoi membri e sul loro lavoro.
Ma se significava una paga migliore e sopratutto il non farsi più tre ore in macchina la notte, allora ne valeva la pena, e poi ai funzionari del dipartimento non piaceva molto la parola no.
<< Non molto, a dire il vero, ma qualche mio compagno del dipartimento... >>
Il funzionario la fermò protendendo le mani in avanti.
<< I vostri superiori provvederanno ad istruirvi a riguardo, vi basti sapere che la lotta ai nemici della rivoluzione non può essere condotta allo stesso modo contro tutti, a volte il dipartimento deve agire in maniera tale che la sua azione non venga riconosciuta... e per farlo sta diventando importante avvalersi dei nuovi mezzi messi a disposizione dalla ricerca scientifica. >>
Mihaela squadrò confusa l'ometto pelato, non era proprio una risposta soddisfacente, l'uomo lo sapeva meglio di lei.
<< Saprete tutto a tempo debito, cioè molto presto, i vostri superiori vi chiameranno fra poco, per il resto vi abbiamo detto tutto, potete lasciare la stanza... >>
Mihaela portò rapidamente e rigidamente la mano destra di fronte al cappello, e fatto il saluto militare, uscì dalla stanza.
Lasciato l'ufficio del commissario, la donna attraversò il corridoio che l'avrebbe portata all'uscita.
Nel farlo, finì con il fermarsi davanti ad uno specchio che aveva incrociato.
I suoi incerti occhi scuri si riflettevano sulla superficie mentre la donna provvedeva a riaggiustarsi i capelli biondi, provveduto a risistemare il suo aspetto, si rimise il cappello.
Non poteva certo fare brutta impressione ora che stava venendo promossa.



Quando Mihaela riaprì gli occhi, non ebbe bisogno di uno specchio per capire che era in una condizione particolare.
Più nello specifico, era sdraiata a terra con l'abito bucherellato (beh, nulla di strano considerando che era saltata in aria), il corpo dolorante (altra conseguenza dell'azione più avventata della sua non vita), e che altro... ah, era ricoperta da tenui fiamme verdastre che l'avvolgevano per intero.
Non sentiva caldo, né freddo, per lei era come se non ci fossero, a parte la fastidiosa visione delle lingue di fuoco che si agitavano davanti ai suoi occhi.
Altro dettaglio curioso: era notte, doveva aver dormito un bel po'.
<< Ehi... tutto bene? >>
Facendo volare lo sguardo attorno a sé (anche perché non aveva la forza di muovere il corpo), si rese presto conto che non era sola.
Qualcosa come sei o sette imp le si erano seduti attorno e la stavano usando per scaldarsi, ed in mezzo a loro, svettando per la sua altezza, sedeva Sherry.
Strano, non pensava sarebbe rimasta qui ad aspettare che si svegliasse, beh ok ora si stava facendo un film lei, magari poteva aver fatto una bella passeggiata nel mentre che calava il sole, inoltre nessuno riusciva a passare tutto quel tempo fuori senza avere bisogno di un bagno.
Ciononostante l'essersi fatta trovare lì quando poteva essere da qualche altra parte ad accumulare capitale con il suo bellissimo corpo rimaneva un gesto da apprezzare, anche se difficilmente qualcuno si sarebbe avvicinato ad un cumulo di fiamme radioattive, beh a parte qualcuno tanto stupido o disperato come quegli imp.
Probabilmente avrebbero rimpianto la loro scelta fra qualche giorno.
Beh, gli imp non erano importanti al momento.
Trovò la forza di sorridere alla sua collega.
<< Quanto... >>
<< Parecchio tempo, ma è passato solo un giorno >>
Senza il minimo interesse per lo scambio di parole fra le due donne, gli imp tirarono fuori un pacchetto di marshmallow, e tirati fuori i cilindretti di zucchero, li infilzarono su dei bastoncini improvvisati creati con le macerie dello scontro per poi metterli a cuocere sopra la demone.
Non se ne curò, dopotutto che male c'è a fare del bene senza muovere un dito?
Anche se probabilmente in quel momento gli imp si stavano facendo più male che bene a mangiare con lei?
<< E Innozenz? >>
<< Evaporato... ma non saprei dirti se in senso letterale o figurato. >>
Fantastico, si era fatta esplodere e forse quel nazista era ancora vivo, se lo avesse rivisto al ritorno si sarebbe guardata bene dal rivolgergli la parola.
Sospirò.
<< Incrocerei le dita se il mio corpo non fosse a pezzi... gli altri? >>
<< Credo non ci daranno più problemi, e che l'overlord abbia imparato la lezione, quindi è stato un successo! Ma ehm... cosa ti è successo? >>
Mihaela ci pensò per qualche secondo, arrivando alla conclusione che anche lei non ne sapeva più di tanto.
<< Beh... non so se sono in grado di spiegarlo ma credo sia quello che nel linguaggio tecnico si chiama “fusione del nocciolo”. >>
Sherry alzò un sopracciglio.
<< Detto più terra terra? >>
<< Sì, scusa, ecco, praticamente... la reazione nucleare che avviene all'interno del mio corpo è diventata così incontrollata da avermi fatto esplodere. >>
Seguì un minuto di silenzio, che Sherry sfruttò per infilzare un marshmallow a sua volta.
<< Sei... esplosa? >>
<< Sono esplosa. >>
Altro minuto di silenzio.
<< E... >>
<< Non saprei, ma probabilmente fra l'incazzatura, il fatto che ho smesso di reprimere il processo di reazione nucleare al mio interno, e l'istinto omicida verso Innozenz dovrei aver perso un po' il controllo. >>
Sherry mangiò il marshmallow, masticandolo con lentezza.
<< Veramente chiedevo se sapevi per quanto tempo avresti continuato ad essere un falò vivente. >>
<< Ah... non ne ho idea. >>
Un altro minuto di silenzio, di cui Sherry approfittò per prendere un secondo marshmallow.
<< Vuoi... >>
<< Una secchiata d'acqua? Sì, grazie. >>
<< Sei certa che funzioni sul fuoco radioattivo? >>
<< … Non ne ho idea. >>
   
 
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