Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: vanity_gemini    21/12/2020    3 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AVVISO: Ho modificato il nome del pianeta dove vivono i ribelli di Aspros, da Rebelion è diventato, La Luna Boscosa di Endor, pianeta presente nel terzo film (tra l’altro il mio preferito di tutta la Saga), della trilogia originale episodio VI,
di Star Wars, Il Ritorno dello Jedi uscito nel 1983. Detto ciò, vi auguro una lieta lettura.
Ci rivediamo alle solite note finali.
Vanity!
 
Capitolo 12.
 
Sotto la ferma decisione di Lady Pandora i loro “preziosi” prigionieri erano stati divisi in tre celle ben separate tra di loro.
Saga e Aiolos, essendo entrambi di grado superiore, quindi di rimando erano considerati essere un bottino di certo più elevato e perché no, più appetibile, furono sistemati in una confortevole cella dotata di ogni, si fa per dire, comfort, mentre gli altri quattro, vennero divisi in due normalissime celle, separate tra loro.
I due ragazzi, non sapevano di preciso quanto tempo fosse già passato da quando erano finiti dentro a quella trappola,
I loro orologi, dai quali potevano anche inviare dei soccorsi d’aiuto verso l’Athena, gli furono tolti e immediatamente furono distrutti.
Era abbastanza chiaro che sia Veronika, che i suoi uomini non erano stati di certo degli sprovveduti.
Parlando tra loro si chiesero a più riprese, come avevano fatto a farsi incastrare in quella maniera, senza neppure cercare di provare almeno a difendersi, ma entrambi ammisero, che in quel momento si erano sentiti come essere paralizzati, la loro testa aveva iniziato a girare pericolosamente, e anche la loro vista era calata in maniera davvero esponenziale, in pratica a farla breve, in quel momento non erano affatto in grado di intendere e volere!
Ad un tratto la porta della loro cella si aprì di scatto, facendoli quasi sobbalzare, e dall’uscio si presentò un soldato, uno di basso grado, che con un tono di voce gracchiante riporto loro.
Voi due tenetevi pronti, perché a breve uscirete da questa cella, ma solo per essere interrogati. Queste sono le disposizioni che il nostro comandante per voi ha appena siglato!
Detto ciò, il tizio in questione con un tonfo assordante richiuse la pesante porta, per poi scomparire per il lunghissimo e parecchio tetro corridoio.
Era abbastanza immaginabile che sia Aiolos che Saga, avrebbero subito un interrogatorio. E tenendo conto che Lady Pandora solitamente non era una che ci andava troppo per il sottile, era piuttosto chiaro che questi sarebbe stato alquanto pesante da sopportare, anche se i due ragazzi avevano comunque eseguito un addestramento speciale, di quelli tra l’altro belli tosti, giusto per riuscire a resistere al meglio a determinate dinamiche e situazioni.
 
  • Ma dove diamine ci avranno portato!? – fece Aiolos, alzandosi dal proprio giaciglio, cercando di sbirciare dalla piccolissima finestrella. Ma ovviamente non riuscì affatto ad indentificare il posto.
  • Ho sentito dire da una voce femminile: portateli immediatamente alla base! – disse Saga, cercando di ricordare il breve discorso che le sue orecchie avevano sentito proprio durante il loro trasferimento da Tatooine alla base di Hades, dove di fatto loro erano.
  • Certo che ci avranno portato in una loro base, ma però bisogna vedere quale – proferì Aiolos, con fare pensoso.
  • Appunto, quale. E noi non sappiamo nemmeno dove si trovi con precisione quella principale.
  • Saga! – Aiolos si illuminò – Hai con te il controllo della posizione? – domandò all’amico, con fare speranzoso.
  • Lo avevo, ma me lo hanno sequestrato – rispose il gemello in tono abbattuto – Purtroppo è stata la prima cosa che mi hanno preso, dopo l’orologio e la pistola laser – poi guardando l’amico – E il tuo scusa, ma che fine ha fatto?
  • Ma ovvio – sbuffò Aiolos – Lo hanno fatto perché con quello addosso, l’Athena ci avrebbe già trovato. Questi mica sono degli sprovveduti – poi con tono affranto – Il mio mi era caduto appena sono sceso dal fuoristrada e appena sono andato a cercarlo non l’ho più trovato, sono certo che se l’è preso quel tizio, o tizia, che ci ha teso la trappola.
  • Sicuramente – concordò Saga, riferendosi al fatto che la tizia/tizio avesse prelevato lei/lui, il controllo dell’amico, poi riferendosi ad altro – Lo credo pure io che questi ci sappiano fare, difatti questo piano se lo sono studiati per bene – poi bloccandosi – Chissà cosa ne sarà stato di Mani e Cardia? Li avranno presi o… – si bloccò e prese a fare un lungo respiro – …. O peggio li avranno uccisi.
  • Purtroppo – gli occhi di Aiolos presero a luccicare – Noi due, credo che non potremmo mai venirlo a sapere.
  • …… - Saga fece per ribattere, ma la porta della loro cella si aprì di colpo. Una guardia, anzi più guardie erano lì per lasciare loro il mangiare.
 
Due di questi entrarono all’interno della cella. Entrambi tenevano tra le mani un vassoio stracolmo di cibaria, che dall’aspetto che aveva sembrava essere piuttosto appetitosa. Insieme ai due entrarono altre due guardie, ma questi tra le mani tenevano ben strette le loro mitragliette d’assalto leggere.
I due posarono entrambi i vassoi sopra al ripiano di un grosso tavolo corredato da ben sei comode sedie, per poi voltarsi verso i prigionieri e proferire.
Tenenti, la vostra cena è pronta. Accomodatevi prima che si raffreddi tutto.
Poi quasi in modo reverenziale li salutarono, prendendo la via d’uscita. Proprio in quell’istante, mentre che i due ragazzi si alzarono per prendere posto a tavola, poterono udire chiaramente una voce che proveniva dall’esterno.
Bravi, trattatemeli bene i miei ospiti, che quei due per me valgono davvero oro!
Saga e Aiolos si guardarono e compresero al volo, che a parlare era stata una donna. Difatti, il timbro di voce era appunto di un essere appartenente all’universo femminile!
 
*
 
Tatooine – USS Athena.
 
  • Capitano ho provato a più riprese a mettermi in contatto, ma entrambi i loro apparecchi risultano essere completamente spenti. Inoltre percepisco dei rumori strani, che purtroppo mi fanno quindi pensare che sono stati distrutti – Marin l’addetta alle comunicazioni comunicò a Shion, dopo che aveva fatto parecchi tentativi, ma che tutti non ebbero affatto un esito positivo.
  • Va bene – fece in un sussurro il capitano, poi guardandosi con l’inseparabile amico – A questo punto sto temendo davvero il peggio. Spero vivamente di sbagliarmi.
  • Purtroppo pure io comincio ad avere questa tua sensazione, e….  – Aspros si bloccò alla vista di Artemide.
 
Gli occhi della donna erano del tutto gonfi a causa delle tante lacrime che aveva versato. Il suo bellissimo volto, che solitamente era ben truccato alla perfezione, in quel momento era completamente privo di ogni traccia, anche quella più delicata di trucco. Indossava una lunga veste, questi era un camice che le aveva donato l’infermiera Esmeralda, quando non appena aveva saputo della scomparsa del figlio, si sentì male ed ebbe un forte mancamento.
Continuando a guardare i due uomini si posizionò davanti a questi, e con un lieve filo di voce, proferì.
 
  • Ci sono delle novità? – chiese speranzosa mentre che i suoi occhi presero nuovamente a luccicare.
  • No – fece il cognato in un sussurro – Mi spiace Artemide, non riusciamo proprio a contattarli, abbiamo fatto parecchi tentativi ma tutti non sono andati a buon fine.
  • Ho capito – la donna abbassò lo sguardo, iniziando a tremare come una foglia, nel frattempo anche Saori si avvicinò a loro. La ragazza, più o meno era nelle stesse condizioni in cui si ritrovava ad essere la mamma dei gemelli. In quel momento la principessa di Aldebaran, non aveva quasi più lacrime da versare per il suo Aiolos.
  • Artemide, principessa Saori – Shion si alzò avviandosi verso le due e prendendole tra le sue braccia entrambe – Vi prometto che faremo tutto il possibile per riuscire a trovarli e salvarli – asserì, poi guardando solo Artemide – A questo punto piuttosto andremo con solo l’Athena su Hades, se ciò servisse a poterli salvare!
  • NO! – urlò quasi la donna, staccandosi di botto dall’abbraccio – Non possiamo farlo. Solo una nave per quanto questi sia potente, non riuscirebbe mai e poi mai a contrastare un’intera flotta, anzi, cosa dico più flotte – asserì la donna puntando i suoi occhi disperati in quelli del capitano – Ascoltami Shion, è rischioso, è troppo rischioso, andremo sicuramente incontro ad una morte certa! – disse continuando a tremare come una foglia e accasciandosi sopra al pavimento di quella plancia, Saori a quel punto si chinò pure lei e abbracciò la donna a sé.
  • Capitano – gli occhi di Saori luccicarono – Troveremo un altro modo per raggiungerli e salvarli. Credo che sia Aiolos che Saga non approverebbero mai questa nostra pazzia – e qui scoppiò nuovamente a piangere, poi senza dire più nulla, si alzò e dopo che aiutò la donna a farlo anche lei, le due sempre tenendosi ben strette, presero la via verso l’infermeria.
Era chiaro che una flebo per riabilitarsi un poco avrebbe certamente fatto bene ad entrambe!
 
Shion stancamente prese a passarsi una mano tra i capelli, poi si sedette nuovamente sulla sua poltrona, sempre con l’amico ben piazzato al suo fianco.
Ma era ben evidente che per il capitano della USS Athena non vi era affatto pace, difatti poco dopo davanti a suoi occhi si palesarono i due ufficiali scientifici, che dalle espressioni che avevano entrambi in volto, pareva proprio che avessero da riportargli delle cose piuttosto serie e soprattutto parecchio importanti.
Senza perdere altro tempo prezioso, Hilda prese subito parola.
 
  • Capitano – fece la dottoressa, Shion aprì gli occhi – Purtroppo i danni che abbiamo riportato in questa battaglia, sono risultati essere abbastanza ingenti.
  • Ma come!? – Shion si alzò scioccato, prontamente seguito da Aspros – Lo stesso Sisifo mi ha da poco assicurato che era tutto sotto controllo, ma di preciso cosa è successo?
  • Si certo lo era appunto – Shaka fece un lungo sospiro, poi – Capitano, ora come ora l’Athena non è proprio in grado di potersi muovere. Anzi, se mai lo facesse il motore principale, quello che da potenza alla nave rischierebbe di andare completamente a pezzi! – poi in un sussurro – Capitano mi creda, la situazione è abbastanza grave – si scambiò una lunga occhiata con Hilda.
  • Magnifico! – urlò Shion, facendo voltare dalla loro parte tutti i presenti che erano in plancia, anzi facendone sussultare più di uno – Dei nostri uomini sono stati da poco catturati – non riuscì a pensare e soprattutto a dire che fossero stati uccisi – E la nostra nave è completamente bloccata su questo cavolo di pianeta! – poi in un impeto di ira – Maledizione a Dohko e alle sue idee del cazzo! Ma soprattutto a me che gli sono andato dietro come un cretino, ma porca! – diede un poderoso pugno alla console che aveva davanti a sé, poi forse resosi conto di quello che aveva appena detto, abbassò con fare mortificato il capo. Aspros vedendo l’amico che stava perdendo il senno, a quel punto decise di prendere parola e soprattutto in mano lui la situazione, rivolgendosi ai due esperti scientifici.
  • Dottoressa Hilda, dottor Shaka, approssimativamente quanto ci vorrà per sistemare la nave? Ma soprattutto per renderla nuovamente operativa?
  • Secondo i nostri calcoli – Shaka si guardò con Hilda – Forse bastano sei giornate piene di lavoro.
  • Sei giornate? – ripeté Aspros, mentre Shion prese nuovamente posto sulla sua poltroncina.
  • Si sei giornate, lavorando giorno e notte, senza sosta alcuna e con parecchi uomini a pieno servizio – precisò Hilda, continuando a fare nella sua mente diversi calcoli.
  • …….. – Aspros si scambiò un’occhiata con Shion che riprendendo il suo ruolo, ordinò ai due – Allora mettetevi subito all’opera, perché prima riusciamo a lasciare questo posto, molto meglio sarà per tutti noi!
 
Sia Shaka che Hilda non proferirono più parola alcuna, entrambi si congedarono poi uscirono dalla plancia recandosi immediatamente da Sisifo, il capo ingegnere della nave. Con quest’ultimo avrebbero organizzato le varie squadre di manutenzione per poter così riparare la parte di motore, che durante l’ultimo scontro era stata parzialmente danneggiata, mentre Shion purtroppo arrivati a quel punto si ritrovò a pensare dentro di sé.
"Ora cosa diamine devo fare? Per forza di cose dovrò fare rapporto al commando generale!"
Poi appoggiando il gomito destro sul bracciolo della sua poltroncina, e tenendosi la testa col braccio di questi, continuò.
"Ma come farò a riportare a Sage quello che è appena successo, come faccio a mettere nei guai Dohko? Non posso farlo."
Era abbastanza evidente che il capitano dell’Athena appariva essere piuttosto stanco, quindi Aspros vedendo l’amico in quelle condizioni non propriamente ottimali, a quel punto suggerì a quest’ultimo di andarsi un poco a riposare, lui avrebbe preso momentaneamente la guida della nave, ma soprattutto delle operazioni per far rimettere quest’ultima in condizioni di poter lasciare al più presto il desertico e in parte selvaggio Tatooine, e quindi di potersi poi mettere alla ricerca delle persone che era state fatte in ostaggio.
 
*
 
Nell’hangar dove erano riposti i cinque Mobile Suit, vi era un gran fermento.
Tutti loro avevano appena appreso, tramite una comunicazione interna di servizio, della lunga e soprattutto noiosa, dato che non potevano assolutamente lasciare la nave per ragioni di sicurezza, sosta sul desertico pianeta.
Ma vi erano due di loro, Aiolia e Kanon, che stavano dando di matto, nel vero e proprio senso del termine.
I due volevano a tutti i costi salire a bordo dei loro mezzi, e mettersi a cercare i loro rispettivi fratelli.
Ma dove sarebbero andati a cercarli? Che non avevano nessunissima idea di dove questi si sarebbero potuti trovare!
Quello era proprio il punto delle loro discussioni.
 
  • Aiolia, Kanon, ma la volete si è no capire che non sappiamo minimamente dove li abbiano portati – aveva ripetuto loro per l’ennesima volta un Milo, che tutto sommato strano ma vero pareva essere piuttosto tranquillo. O almeno non era uscito fuori ancora il suo vero essere poco paziente.
  • Se non andiamo in città a chiedere qualche informazione non potremmo mai saperlo! – fece Aiolia di rimando, e insistendo sempre su quel punto.
  • In città nessuno si è accorto della loro presenza – gli rese noto Shura, per l’ennesima volta – L’ultimo contatto che abbiamo avuto con loro è stato quando ci hanno riferito che avevano trovato il mercante e si stavano recando dal Savo, poi da li basta.
  • Appunto, allora se è così andiamo a cercare questo benedetto mercante, dato che lui era con loro, per cui dovrebbe saperlo che fine hanno fatto! – Aiolia insistette senza stare a sentire ragioni, poi non contento si voltò verso Kanon – Ho deciso io vado, tu che fai vieni con me, oppure no?
  • Ma certo che vengo con te, mica ti lascerai andare da solo! E poi non si tratta di salvare solo il mio gemello, ma anche tuo fratello! – asserì Kanon, mentre gli occhi di Aiolia si illuminarono. Nel gemello ribelle, aveva trovato un alleato, dato che nessuno dei presenti riusciva a capire il suo malessere interno. Per lui Aiolos non era solamente il suo fratellone maggiore, ma era soprattutto la figura che gli aveva da sempre fatto da punto di riferimento, lui Aiolos, per Aiolia era davvero tutta la sua famiglia.
  • Voi due invece non andrete proprio da nessuna parte! – fece la fredda voce di Camus, mentre questi si avvicinava al gruppo.
  • Oh Camus, ti prego diglielo anche tu! – piagnucolò Milo, correndo verso il francese.
  • Difatti, cosa gli ho appena detto!? – disse freddamente, poi guardando i due – Ragazzi, vi capisco ma… – venne prontamente interrotto dal solito Aiolia.
  • No! Tu invece non ci puoi proprio capire! – sbottò. Aveva gli occhi lucidi.
  • Lia, per favore fallo parlare – Shura cercò di placcarlo, mettendogli una mano sulla spalla.
  • Ok, parla! – quasi ringhiò.
  • Dicevo – Camus sbuffò lievemente – Che comprendo alla perfezione il vostro stato d’animo attuale – Aiolia continuava a fare con la testa dei segni di dissenso – Ma credetemi ora come ora siamo davvero a rischio tutti quanti, sono quasi convinto che in città potrebbero esserci ancora dei soldati nemici, ben mischiati tra la popolazione, e questi come sono riusciti a catturare sia Los che Saga, potrebbero farlo anche con noi, quindi al momento cerchiamo di ragionare, ma soprattutto – puntò i suoi occhi oceanici in quelli dei due ragazzi – Cerchiamo di non fare azioni avventate, che potrebbero davvero costarci molto care – Milo a sentire ciò fece dei segni di approvazione, mentre Kanon e Aiolia si guardarono per un lungo istante. Entrambi sospirarono.
  • Inoltre – prese parola Shura – Noi tutti – guardò attentamente ognuno di loro – In questo momento dobbiamo stare qui a protezione dell’Athena, perché fino a che tutti i lavori non saranno ultimati non possiamo assolutamente lasciare questo pianeta, ma soprattutto ora non possiamo lasciare la nave senza protezione alcuna!
  • Giusto, anche quello, soprattutto quello! – asserì Camus, poi avvicinandosi ai due e abbracciandoli – Vi prometto, che tutti noi appena saremo in grado di poter fare qualcosa per i vostri fratelli – poi guardando gli altri – Per i nostri amici, la faremo, senza se e senza ma e soprattutto senza esitare!
 
*
 
Fortunatamente le acque si calmarono lievemente, anche se come al suo solito Aiolia aveva qualcosa di precisare e da obbiettare.
Sotto le direttive di Shion anche tutti i piloti, cadetti compresi, dovevano a quel punto dare una mano alla squadra di manutenzione, perché prima sarebbero riusciti a riparare i danni e decisamente meglio era per tutti loro.
Kanon, prima di dirigersi dove gli era stato detto di andare, uscì sul ponte ma giusto per prendere una lieve boccata d’aria, quella che dentro a quell’hangar con tutti i pensieri che gli erano balenati in testa, gli era davvero mancata.
Si sedette su una specie di sbocco da cui fuoriusciva dell’aria interna, anzi, si mise proprio lungo disteso su questi.
Chiuse gli occhi, iniziando così a pensare.
Il fato gli stava giocando un bruttissimo tiro mancino, a quel punto ne era assolutamente certo.
Prima aveva voluto per ben ventotto anni tenerlo separato dal proprio gemello, certo lo aveva fatto per una giusta causa, ci mancherebbe, ma ora perché il fato aveva deciso tutto ciò!? Perché continuava senza alcun scrupolo ad infierire su di loro? Così senza un valido e specifico motivo! Senza un vero e proprio perché!
Con rabbia strinse i pugni, grugnì, era decisamente incazzato.
Quando aveva visto Manigoldo e Cardia fare sani e salvi il loro ritorno alla nave, per un momento nei confronti dei due aveva provato un sentimento, non del tutto benevolo, anzi quasi di rabbia. Si domandò a più riprese, del perché loro si erano salvati mentre Aiolos e Saga, invece non ce l’avevano fatta!
Tutto ciò per lui era davvero inconcepibile, incomprensibile, ingiusto! Ma dopotutto, in quella guerra cosa vi era di giusto? Nulla, non vi era nulla, solo morte, separazione e tanto ma tanto dolore.
Al pensiero di tutto ciò prese a tremare, e il suo corpo era percorso da tremiti, ad un tratto sussultò.
Sudava freddo!
In quel momento da una delle tante vetrate di un corridoio di passaggio che portava da un ponte e l’altro della nave, una bionda, minuta, elegante figura si bloccò davanti ad una di queste.
I suoi occhi nocciola presero ad osservare, anche con una certa insistenza la sagoma di un ragazzo, che in quel momento si era lievemente alzata, dalla posizione supina in cui stava.
La ragazza a quel punto dovette resistere dalla forte tentazione di raggiungere quest’ultima, ma poi data la situazione per nulla facile, anzi decisamente complicata, visto tutto quello che era da poco successo, non sapeva davvero come intavolare un discorso.
E pensare che solitamente non faticava mai quando capitava l’occasione di attaccare bottone, ma con quel ragazzo fin da subito si era sentita diversa, per cui a malincuore desistette dal portare a compimento quello che in verità avrebbe voluto tanto fare.
Forse, se tutto si sarebbe un poco sistemato, magari avrebbe avuto altre occasioni di poterlo avvicinare.
Ad un tratto la voce della sua amica la distolse completamente dai suoi pensieri.
Ehi June, andiamo. Yuzu, Shaina e Morgana ci stanno aspettando da un bel po'!
Thetis le rese noto.
A quel punto sempre continuando ad osservare il ragazzo dalle vetrate, con il cuore in tumulto e la tremarella nelle gambe, prese a raggiungere l’amica che già si stava avviando dove vi erano le altre ragazze ad aspettarle.
 
*
 
Base del Pianeta Hades.
 
Entrambi dopo la gran mangiata che si erano fatti si appisolarono leggermente, quando ad un tratto nel dormiveglia udirono che la porta della loro cella si stava piano, piano aprendo.
Erano praticamente certi che non aspettavano alcuna visita, anche perché gli era stato riferito da una delle guardie, che il loro interrogatorio ci sarebbe stato “forse” nella giornata di domani, ma soprattutto, quella sera avevano già cenato, per cui ridestandosi con un sussulto, videro la porta che ormai si stava aprendo del tutto, e proprio da questi fece la propria comparsa una figura, che i due subito indentificarono come non essere la solita guardia, che spesso faceva loro visita.
Quest’ultima indossava una tuta piuttosto attillata di colore nero, che segnava alla perfezione le morbide forme del corpo che stava coprendo, ma in quel momento il volto di questi era completamente coperto dato che indossava un casco del tutto integrale.
La figura prontamente si avvicinò ai due, che nel frattempo si erano del tutto alzati dal loro giaciglio.
 
  • Uscite di qua alla svelta! – intimò quest'ultima senza alcuna esitazione rivolgendosi ad entrambi i ragazzi.
  • Cosa!? – Aiolos e Saga, spalancarono gli occhioni verdi.
  • Che cosa dobbiamo fare noi? – Aiolos non capiva, o almeno aveva capito ma ovviamente non si fidava.
  • Appunto, che cosa intendi dire, perché? – gli fece eco Saga, percependo pure lui le stesse sensazioni che aveva l’amico.
  • Vi ho appena detto di uscire da qua dentro alla svelta! – ripeté la figura, indicando nuovamente la porta d’uscita – Nell’hangar numero quattro troverete una navicella, prontissima a partire e così potrete lasciare questo posto – li informò, avvicinandosi poi a Saga per passargli una specie di scheda, e fu proprio in quel momento che il gemello riuscì a riconoscere la persona che aveva di fronte, e capire di conseguenza di chi si stava trattando.
 
Il casco che questi indossava aveva la visiera trasparente, quindi il ragazzo riconobbe gli occhi di quella persona.
D’altronde quando si incontrarono per la prima volta su Side6, i due si erano guardati in questi piuttosto a lungo, ma in quel momento notò una sfumatura che la volta precedente non l’aveva notata.
Gli occhi di quella ragazza erano indubbiamente bellissimi, sembravano essere due stelle da che luccicavano, ma se osservati con molta più attenzione, denotavano anche avere una certa profonda tristezza.
 
  • Ascolta – l'afferrò per un polso, guardandola intensamente negli occhi, mentre lei per un istante fremette alla vista di quel smeraldo intenso – Perché stai facendo tutto questo?
  • Perché, perché – lei tentennò – Perché, dovete andare via di qua! – e gli mise in mano la scheda. Questi sarebbe servita loro per far partire il mezzo che lei gli aveva messo a disposizione.
  • No, voglio sapere perché stai facendo tutto ciò! Dimmelo! – insistette lui, prendendo però in mano la scheda.
  • Al momento non posso dirtelo – poi sospingendolo verso l’uscita della cella – Ora vai, anzi andate. Prima che qualcuno se ne accorga e dia l’allarme! – disse lei, mentre Aiolos era già uscito dalla cella. In quel momento stava aspettando Saga, e con lui vi erano anche i quattro soldati semplici, che la ragazza aveva già provveduto a lasciare liberi.
 
A quel punto, la ragazza per facilitare ai prigionieri la fuga, decise di accompagnarli personalmente verso l’hangar, dove lei stessa precedentemente aveva già preparato il mezzo, sistemandolo con tutto l’occorrente che sarebbe servito ai fuggitivi per poter così effettuare una fuga in piena regola, ma soprattutto per avere una certa autonomia.
Vista l’ora decisamente molto tarda, nei vari corridoi fortunatamente non incontrarono praticamente nessuno.
Per quanto riguardava le guardie che erano poste davanti alle tre celle, la ragazza aveva provveduto a sistemarle, somministrando loro tramite una bevanda un pesante sonnifero. Questi se andava bene avrebbero ripreso coscienza, la sera dopo. Insomma, si sarebbero fatti una rilassante e perché no, dormita.
Correndo a perdifiato fecero la loro entrata all’interno dell’hangar, e prontamente la ragazza puntò dritta verso la nave destinata ai sei ragazzi.
Senza alcuna esitazione, i quattro soldati presero immediatamente posto a bordo di questi, invece Aiolos tentennava, continuava a guardare l’amico e nel mentre si stava chiedendo chi fosse quella persona, poi decise di salire pure lui, lasciando di fatto da solo Saga, con la persona che dopotutto li aveva appena liberati e quasi salvati.
Appunto quasi, perché non erano mica ancora del tutto salvi!
 
  • Adesso per favore vai, il tuo amico ti sta aspettando e pure gli altri quattro – disse lei, indicandogli con una mano l’entrata della navicella.
  • Va bene – Saga si allontanò un poco – Ma non appena ci rivedremo, perché sono quasi certo che prima o poi accadrà, mi dovrai dare questa spiegazione, ci conto!
  • Certo, lo farò sicuramente – poi vedendo che lui tentennava – Ora vai! – fece imperiosa.
 
Saga salì a bordo e si mise seduto accanto all’amico. Due dei quattro soldati si misero alla guida del mezzo, invece gli altri due si posizionarono sopra ai sedili posti subito dopo, mentre i due amici si sistemarono in quelli messi in terza fila.
Saga, però prima di salire sul mezzo, si voltò per l’ultima volta ad osservare la ragazza, che sempre tenendo i suoi occhi ben puntati su di lui, gli sorrise, puntualmente ricambiata. Inutile dire che gli occhi di Katya, nel vedere il mezzo allontanarsi presero a lacrimare, difatti rimase bloccata in quell’hangar per diverso tempo, poi destandosi completamente decise di avviarsi dal fratello ma soprattutto anche controvoglia dalla cugina.
Sapeva che quest’ultimi erano entrambi sotto le coperte, ma lei a quel punto doveva per forza di cose dare l’allarme, anche perché in caso contrario si sarebbero potuti insospettire, e così fece.
Dopo poco Katya, venne prontamente raggiunta da Pandora seguita da un Radamante decisamente parecchio assonnato.
 
  • Ho saputo tramite i soldati del primo anello, che i nostri ospiti sono riusciti a scappare, al momento li stanno cercando – riportò guardando attentamente i due. Pandora si bloccò, voltandosi verso la cugina con fare furente. Gli occhi neri della ragazza si incendiarono.
  • Scusa, ripeti!? –  in quel momento la mora, sembrava proprio essere posseduta dal Demonio.
  • I prigionieri sono riusciti a scappare – fece Katya con fermezza, poi guardò il fratello, che si fece un poco pensieroso.
  • Ma come hanno fatto!? – si domandò Pandora ad alta voce – Le nostre celle sono super sicure! Ma soprattutto sono costantemente sorvegliate – e qui guardò di sguincio la cugina, che di rimando rimase impassibile.
  • Appunto, me lo sto chiedendo pure io! – proferì Radamante, sempre più pensoso.
  • A questo punto tra di noi c’è sicuramente una spia, una talpa, qualcuno che fa il doppiogioco, qualcuno che vuole avvantaggiare il nemico – proferì Katya, sistemandosi accanto al fratello.
  • Sorella, ma ne sei sicura? Insomma, ti rendi conto che le tue accuse sono piuttosto pesanti, bisogna essere certi prima di affermare determinate cose! – asserì Radamante, ma di contro il ragazzo sembrava essere piuttosto confuso.
  • Sicura no, perché ovviamente non lo posso sapere con certezza, ma al momento non trovo un’altra spiegazione, soprattutto perché ho trovato le celle completamente aperte, quindi sicuramente qualcuno le ha aperte dall’esterno, agevolando di parecchio la loro fuga – disse la ragazza con parecchia convinzione.
  • Rada – Pandora si avvicinò ai due, ma i suoi occhi erano puntati solo sulla cugina – A questo punto lo penso pure io che tra di noi ci sia qualcuno che sta facendo il doppiogioco, insomma, è abbastanza evidente – lo sguardo della mora, continuò a restare sempre ben puntato sulla figura della bionda. Quest’ultima se ne accorse.
  • Io direi che a questo punto, sia meglio aiutare le guardie e andare a cercarli! – propose Katya guardandosi col fratello ma come al solito ignorando la cugina – Sappiamo che non hanno un mezzo loro per scappare, quindi per forza di cose devono essere ancora all’interno della base, se ci mettiamo alla loro ricerca possiamo ancora prenderli e catturarli nuovamente, cerchiamo almeno di provarci, non mi va di lasciarli scappare così senza fare nulla – disse, ma in tanto sapeva che questi erano già piuttosto lontano. Ma lo fece soprattutto per far sì che i fuggitivi avessero ancora più margine di tempo per allontanarsi. Ma anche per confondere un poco le idee alla cugina, che sembrava proprio che avesse capito tutto, o almeno pareva che nutrisse dei seri dubbi proprio su di lei!
  • Andiamo! – asserì Radamante, prontamente seguito dalle due.
 
Appena entrarono all’interno dell’hangar, Pandora notò che vi erano sistemate ben cinque navicelle veloci, mentre in base a quello che lei si ricordava in questi ce ne sarebbero dovute essere ben sei.
La ragazza andò su tutte le furie, perché a quel punto era praticamente certa che qualcuno li aveva fatti scappare di proposito, anzi, qualcuno li aveva anche aiutati fornendo loro un mezzo per la fuga.
Prontamente Pandora e Radamante diedero l’ordine di far uscire i caccia, ordinando a loro di riportare i fuggiaschi alla base, ma questi uscirono a vuoto dato che “fortunatamente” quest’ultimi erano già parecchio lontano.
 
*
 
A bordo della navicella, invece vi era chi era piuttosto silenzioso. Saga era completamente assorto nei suoi pensieri.
Cioè ad essere precisi, in quel momento i suoi pensieri erano solamente rivolti verso la bionda ragazza, e il gesto che quest’ultima aveva appena fatto. A dirla tutta, non se lo sarebbe mai e poi mai immaginato che un nemico potesse fare tutto ciò.
Aiolos continuò per tutto il tempo ad osservare l’amico, ponendosi dentro di sé parecchie domande, poi ad un tratto osò.
 
  • Amico – gli occhi di Aiolos luccicarono – Cosa ti turba? – Saga per un istante abbassò il proprio sguardo iniziando a tormentare un bottone della camicia rattoppata che indossava. Poi dopo un bel po' alzò gli occhi, incrociandoli con quelli dello stesso colore che l’amico aveva.
  • Era lei – proferì quasi in un sussurro.
  • Ma lei chi? – Aiolos non capiva.
  • La ragazza soldato di Side6.
  • Ah! – l’altro rimase a bocca aperta, poi tentò venendogli un lieve dubbio – La mora o la bionda? – si guardarono per un lunghissimo istante, Saga fece un lungo respiro, poi disse.
  • La bionda.
  • Lo immaginavo.
  • Perché? – chiese interdetto.
  • Perché è abbastanza ovvio, l’altra è stata sì abbastanza cortese ma allo stesso tempo è stata anche piuttosto disinteressata.
  • Los – lo guardò negli occhi – Ma perché avrà fatto una cosa del genere? Capisci se non ci avesse liberati noi saremmo ancora in quella cella! E sicuramente non ne saremmo usciti mai più.
  • Credimi è proprio quello che mi sto domandando pure io – accavallò le gambe, per sistemarsi meglio – Ma che ti ha detto? – Aiolos indagò. Dopotutto doveva essere informato pure lui.
  • Mi ha detto che al momento non poteva dirmelo, ma se ci rincontreremo forse me lo dirà – a sentire ciò Aiolos strabuzzò gli occhi.
  • Ah perfetto – Aiolos sorrise – Ora ci manca solo fissare un appuntamento col nemico e siamo a posto! – proferì con parecchia ironia, passandosi stancamente una mano tra i capelli. Poi si voltò nuovamente a fissare l’amico – Non ho parole!
  • A chi lo dici neppure io – aggiunse Saga, poi cambiando discorso – Ora però è meglio che cerchiamo di metterci in contatto con l’Athena e cercare di raggiungerla al più presto.
  • Ascolta! – Aiolos saltò su – Saga secondo te, in che luogo siamo stati tenuti in prigionia? – gli venne un lieve dubbio.
  • Non saprei – fece l’altro, poi rivolgendosi ad uno dei soldati – Per caso riuscite mica ad avere la registrazione di rotta?
  • Provo a guardare – rispose, mettendosi immediatamente a smanettare con il piccolo computer di bordo, poi dopo un po' – Tenente Arkher mi spiace ma si sono cancellate in automatico, anzi, questo dispositivo non le registra proprio. Sicuramente è stata tolta la funzione di base, a questo punto ne sono praticamente certo.
  • Lo immaginavo – asserì Aiolos, guardandosi con Saga – Probabilmente è stato fatto per una questione di sicurezza interna. Se qualunque loro mezzo fosse stato trovato e preso da noi, saremmo venuti a conoscenza di dove effettivamente erano installate le loro basi e di conseguenza le avremmo già trovate da tempo.
  • Los, dici bene – Saga sbuffò – Che figlio di una buona donna che è quel bastardo di mio zio! Ne sa una più del Diavolo, ma non mi stupisco affatto, perché dopotutto, lui stesso è il Diavolo!
  • Concordo, parola per parola – i due si sorrisero, nel frattempo lo stesso soldato riuscì a mettersi in contatto con l’addetta alle comunicazioni dell’Athena.
 
*
 
A bordo della USS Athena, scoppiò in finimondo non appena l’addetta alle comunicazioni Marin, ricevette e mise in vivavoce la chiamata appena intercettata, proveniente appunto dalla navicella sulla quale viaggiavano Saga e Aiolos più i quattro soldati.
A sentire ciò Kanon, Artemide, Aiolia e Saori, scoppiarono in un pianto liberatorio, abbracciandosi tra di loro, ma anche Shion e Aspros erano visibilmente emozionati, ma a dire il vero lo erano tutti loro.
Durante quelle lunghe cinque giornate, avevano davvero temuto che fosse accaduto il peggio, avevano temuto di non poter mai più riabbracciare i loro cari.
I fuggitivi a quel punto dettero la loro posizione.
Si erano momentaneamente fermati su un pianeta, praticamente inabitato e completamente privo di qualsiasi genere o forma di vegetazione, visto che il carburante a loro disposizione stava iniziando a scarseggiare. Saggiamente, per precauzione e per non essere intercettati spensero anche il radar.
In quei casi la prudenza non era mai troppa e loro non erano di certo degli sprovveduti.
Con una certa emozione, Shion ordinò di raggiungere i ragazzi con un mezzo di soccorso. Quindi Seiya, Sirio e Hyoga si misero alla guida di quest’ultimo, ma preventivamente vennero scortati da Camus e Shura a bordo dei loro Aquarius e Capricorn.
In tempi brevissimi tutta la squadra di soccorso riuscì a riportare i ragazzi che erano stati fatti prigionieri nuovamente sul suolo di Tatooine, dove ad attenderli vi erano tante persone che non vedevano l’ora di poterli stringerli a loro!
 
 
Colei che scrive.
Eccoci arrivati anche alla fine di questo dodicesimo capitolo.
Siate sinceri, vi aspettavate tale gesto da parte di Katya?
Se non avesse fatto ciò, probabilmente i nostri eroi sarebbero ancora dentro quella cella.
È quindi evidente che la ragazza per Saga “provi” dei sentimenti piuttosto forti, e lo sono talmente tanto che sicuramente al gemello gli daranno qualche noia, o almeno diversi pensieri.
Sull’Athena, a quanto sembra non si annoiano affatto. Oltre che stare in pena per i prigionieri debbono pure darsi alle riparazioni, e cercare anche di placcare qualche animo giustamente un po' troppo agitato.
Bene, i nostri stanno per ricongiungersi, e vedremo cosa tutti assieme decideranno di fare.
Detto ciò mi fermo qua, ma come al solito passo ai più che dovuti ringraziamenti.
Grazie di cuore a tutti voi.
Buone Feste, un abbraccio.
Vanity_Gemini!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: vanity_gemini