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Autore: LadyPalma    22/12/2020    6 recensioni
| Questa storia partecipa all'iniziativa "A scatola chiusa" indetta dal gruppo facebook "Caffè e calderotti".
Dedicata a Mari Lace.
“Com’è che mi hai chiamato?” sibilò, furente.
“Furetto” rispose tranquillamente Ninfadora, curiosando in uno scatolone pieno di palline per l’abete ancora spoglio. “È così che ti ha trasformato Malocchio, oppure no?”
“Non era davvero Moody”.
“No, ma tu eri davvero un furetto!” La ragazza ridacchiò, scuotendo la testa. Nel farlo, i capelli un po’ troppo spesso grigi per essere una Metamorfomagus – lui lo aveva notato, anche se non gli importava nulla, era chiaro – assunsero una tonalità ramata. “Allora, vuoi darmi una mano oppure voi maghi purosangue non festeggiate il Natale?”

What if? Draco si unisce all'Ordine durante il sesto anno e vive dai Tonks. Draco + Ninfadora broship.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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Natale in famiglia



 
 
 
“Allora, Furetto, vuoi startene lì tutto il giorno?”
Draco strinse le labbra e alzò stancamente lo sguardo dal libro che aveva tra le mani. Incantesimi di protezione, guida esperta: non ne aveva letto neanche una riga, ma si era rivelato utilissimo – per fingere di isolarsi in una bolla mille miglia lontano da quel posto ridicolosamente felice. Era rimasto seduto sul divano mezzo distrutto di casa Tonks per tutto il pomeriggio, mentre i suoi zii si erano indaffarati a riempire di addobbi il loro salotto (Che poveracci, sarebbero stati gli elfi a decorare a casa, aveva pensato lui con un ghigno di scherno e una punta segreta di tristezza), ed era riuscito a restare indisturbato fino al momento in cui non aveva sentito il rumore confuso di un portaombrelli rovesciato (Ah, ecco, la cretina arcobaleno è tornata!).
“Com’è che mi hai chiamato?” sibilò, furente.
“Furetto” rispose tranquillamente Ninfadora, curiosando in uno scatolone pieno di palline per l’abete ancora spoglio. “È così che ti ha trasformato Malocchio, oppure no?”
“Non era davvero Moody”.
“No, ma tu eri davvero un furetto!” La ragazza ridacchiò, scuotendo la testa. Nel farlo, i capelli un po’ troppo spesso grigi per essere una Metamorfomagus – lui lo aveva notato, anche se non gli importava nulla, era chiaro – assunsero una tonalità ramata. “Allora, vuoi darmi una mano oppure voi maghi purosangue non festeggiate il Natale?”
Draco sbuffò e lasciò cadere il libro chiuso accanto a sé, ma non si mosse. Cosa pretendeva adesso quella stupida ragazza, che giocassero a fare i cuginetti? Era un po’ troppo tardi per quello. Era in quella casa solamente da due giorni – le tanto agognate vacanze, tanto valeva restare a Hogwarts – e con lei non aveva ancora di fatto mai parlato. Certo, i Tonks erano stati pronti a offrire un aiuto a lui e sua madre quando avevano deciso di prendere le distanze da suo padre e dal Signore Oscuro e per questo sapeva di dover essere loro grato, ma non era disposto a stringere davvero amicizia con loro. L’obiettivo era salvarsi la pelle, tirarsi fuori dal compito impossibile che gli era stato affidato e poi forse, magari, tornare alla vita di sempre.
“Non vedo proprio cosa ci sia da festeggiare” ribattè secco. E lo credeva davvero. Non con la morte che alitava loro addosso ogni giorno di più, non con il Marchio Nero che non smetteva di bruciare comunque, non quando si sentiva perso e infinitamente solo.
“Il fatto di essere ancora vivi, suppongo. E di essere in famiglia”.
La risposta giunse con così tanta facilità che Draco, involontariamente, si ritrovò a ridacchiare leggermente. “Famiglia? Beh, buon per te, Ninfadora” – e calcò velenosamente sul nome – “Io e mia madre che soggiorniamo dalla tua famiglia non mi dà proprio idea di calore e gioia”.
Ninfadora si voltò verso di lui talmente repentinamente da spostare la bacchetta e far cadere rovinosamente a terra tutte le palline che stava cercando di allineare sul tavolo. Tuttavia, ignorò quella piccola catastrofe e rimase semplicemente a guardarlo con un’espressione che Draco giudicò strana. Lui era stato sarcastico, acido, perché ora lei lo guardava con dolcezza?
“Draco, non stai soggiornando qui per caso. Forse non te ne sei accorto ma anche tu fai parte della mia famiglia, che ti piaccia o no”.
Fu il turno del ragazzo di restare di sasso. Aprì la bocca istintivamente per dire qualcosa, ma quando si accorse che proprio non gli veniva nulla di terribile da dire, la richiuse e restò immobile. Proprio in quel momento, gli giunse dalla cucina la risata allegra e fresca di sua madre – l’aveva mai sentita ridere in quel modo? – mentre chiacchierava con Andromeda. Famiglia. Certo, loro due erano sorelle… ma lui? Poteva davvero considerare quella ragazza sua cugina?
“Hai fatto cadere tutte le palline a terra. Sei proprio una sbadata!” borbottò alla fine, non riuscendo a trovare altro, con un tono che sperava essere cattivo.
Ma non dovette riuscire troppo bene nel suo intento perché lei sorrise e i capelli diventarono ancora più accesi. “Hai ragione, visto che ho bisogno del tuo aiuto, Furetto?”
Non seppe neanche spiegare lui perché, ma si ritrovò a sfoderare la bacchetta e a far levitare tutte le palline da terra, per poi alzarsi in piedi. “Sì, direi proprio di sì. Andiamo, facciamo questa idiozia, da sola ci metteresti secoli”.
Lavorarono insieme, punzecchiandosi a vicenda e facendo non pochi danni (“Tutto a posto, voi due?” aveva chiesto Andromeda affacciandosi dalla porta con finta preoccupazione. “Stanno cominciando ad andare d’accordo Cissy, chi l’avrebbe mai detto?”). Questa non è la mia famiglia, si disse Draco con sicurezza contemplando l’albero assurdamente carico di addobbi che aveva contribuito a realizzare, ma una vocina nella testa aggiunse in un sussurro: non ancora.
 



 
 


 

“Teddy! Teddy che ci fai tutto solo? Tua nonna ha detto che dobbiamo fare l’albero…”
“Fallo tu allora! A me non va di festeggiare solo perché tu e la tua famiglia siete venuti a festeggiare qui”.
“Teddy, non sono venuto mica qui per caso. Anche tu fai parte della mia famiglia, che ti piaccia o no!”
Un giorno Draco gli avrebbe detto che quelle parole erano un insegnamento tramandato da Ninfadora.
Per il momento si accontentò di vedere un sorriso affiorare sul volto del bambino – e soprattutto i suoi capelli passare dal grigio al rosso Natale.











 

NDA: Questa storia è stata scritta per Mari Lace, che tempo fa aveva affermato di voler leggere del rapporto tra i cugini Draco e Dora. Sono entrambi due personaggi fuori dalla comfort zone, ma da Babbo Natale ci ho provato! L'idea di un what if in cui Draco si schiera con l'Ordine è stata presa proprio da alcune flash/oneshot scritte da lei nella raccolta One day, one change https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3936581&i=1, dove esplora soprattutto l'amicizia possibile tra Draco e Neville (vi consiglio vivamente di farci un salto!).
Inoltre partecipa all'iniziativa "A scatola chiusa", con la seguente traccia di Rosmary: "Natale con il "Grinch"! Ossia: il personaggio protagonista per qualche ragione non ha nessuna attenzione di godere dell'atmosfera natalizia né di festeggiare, è anzi di cattivo umore, sminuisce e sbeffeggia tutto ciò che ruota attorno a questa festa eccetera – a voi se renderlo burbero, malinconico o altro. Se alla fine cederà o meno al clima natalizio o meno è a vostra scelta. Di pari passo, a scelta è anche il genere del racconto: può essere una commedia allegra, un viaggio introspettivo, uno spaccato drammatico, una commedia romantica, può avere persino torni caricaturali, l'importante è rispettare la traccia e addossare al protagonista questo atteggiamento da "Grinch". In caso di coppia protagonista è a vostra scelta se a essere Grinch siano entrambi o solo uno".
   
 
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