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Autore: _Trixie_    23/12/2020    2 recensioni
Ci sono storie che accadono a Natale e che sembrano essere state scritte dal destino in persona: il camino scoppiettante in una fredda sera di dicembre, il vischio appeso proprio sopra le loro due teste, la neve che cade al momento giusto...
E poi ci sono storie in cui il destino non sembra azzeccarci poi più di tanto e la colpa di tutto quanto non può che ricadere su una madre iperprotettiva e impicciona, un padre rassegnato all'inevitabile, una regina con un urgente bisogno di un'altra mela avvelenata e un'eroina che quella mela avvelenata la morderebbe volontariamente pur di sfuggire a tutto quanto.
O, forse, a volte il destino ha l'aspetto di un piccolo bambino che nella magia del Natale ci crede davvero.
[Calendario dell'avvento SQ, sì, pure questo dicembre ve lo sorbite
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- 23 –
 
 
 
Fa la la, la la la,
Sing we joyous all together, oh
- Deck the halls
 
 
 
Regina provò a protestare, dicendo di non aver bisogno di aiuto in cucina, ma Henry non volle sentire ragioni. Anzi, entusiasta di trascorre un po’ di tempo con entrambe le sue madri, aveva persino messo una playlist natalizia dal suo cellulare, che sembrava contenere solo canzoni smielate e romantiche. Il che non fece altro se non insospettire Emma ancora di più.
Poi, Henry andò a lavarsi le mani e lo sceriffo ne approfittò per avvicinarsi a Regina. «Stai bene?» le sussurrò.
«Sì, certo» rispose il sindaco, tesa. «Perché?»
Emma si strinse nelle spalle. «Non lo so. Sembrava che tu e Mary Margaret stesse parlando di qualcosa di importante, quando vi abbiamo interrotto per la colazione».
Regina si rilassò. «Oh, sì, ma nulla di preoccupante» disse. E l’angolo destro della sua bocca si sollevò appena, suscitando una punta di frustrazione nel sindaco.
Emma, più divertita che irritata, incrociò le braccia al petto. «Vuoi riprovarci?»
Regina alzò gli occhi al cielo, ma non poté rispondere perché venne interrotta dal ritorno di Henry, che le guardò circospetto.
«State litigando?» domandò.
«No» risposero all’unisono Emma e Regina, entrambe sospirando.
«Bene» fece Henry. «Allora, cosa devo fare?»
«Tu e Emma tagliate le mele» disse Regina, recuperando da un pensile un tagliere di legno, mentre i coltelli li prese da un cassetto, che chiuse con un colpo d’anca. Emma distolse lo sguardo. Quei pantaloni stavano davvero bene, al sindaco, secondo il modesto e attento parere di Emma. E quell’impresa culinaria partiva male, molto male.
«Ma come le devo tagliare?» domandò Emma, confusa, prendendo in mano una mela e osservandola con interesse.
«Con il coltello» rispose Henry, sogghignando.
Emma fece una linguaccia. «Non sei simpatico come credi, lo sai?»
«Eppure la mamma ha riso» fece Henry.
«Non è vero!» protestò Emma, per poi voltarsi verso Regina. «Hai riso?» le chiese in un sussurro.
«No, no» rispose Regina, nello stesso tono. Ma l’angolo destro della sua bocca si sollevò e Emma osservò il sindaco, scandalizzata. Regina la ignorò, aprì il frigorifero e prese le uova. «Tu sai come si fa, Henry. Insegnalo a Emma. E non ti tagliare, tesoro».
«No» risposero Henry e Emma all’unisono. Henry si morse l’interno della guancia per non ridere della velocità con cui Emma arrossì, mentre Regina fece finta di nulla. «Io preparo l’impasto» si limitò a dire il sindaco.
Si sistemarono tutti e tre intorno allo stesso tavolo. Lo chalet non era poi tanto grande e la cucina lo era ancora meno. Henry si trovava tra Emma e Regina, in ginocchio su una sedia, ma nessuno prestò davvero attenzione al compito che avrebbe dovuto svolgere. Henry, infatti, teneva d’occhio le sue mamme, che si lanciavano sguardi di sottecchi credendo che nessuno le avrebbe notate. Regina, poi, non notò nemmeno quanto male fossero tagliate le mele di Emma, né Emma si accorse di quanto le stesse tagliando male.
Henry iniziò a canticchiare, divertito. «Jingle bells, jingle bells, jingle all the way».
«Oh what fun, it is to ride» fece Emma, in tono serio.
«In a one horse open sleigh» cantarono poi insieme, Emma e Henry.
Regina li guardò, stupita che Emma cantasse.
«Anche tu, mamma» disse poi Henry.
Regina scosse la testa. «No, devo-»
«Non puoi rifiutarti!» insistette Henry, mentre Jingle Bells scemava e iniziava una nuova canzone. «E non con Deck the halls! Tu adori questa canzone!»
«Davvero?» domandò Emma, incuriosita.
«Fa la la la la, la la la la» cantò Henry.
«Sì, ma-»
«Dai, mamma» fece Henry, con sguardo speranzoso, rivolto a Regina.
Il sindaco sospirò. «Deck the halls with boughs of holly» canticchiò, a mezza voce.
«Fa la la la la, la la la la» fecero Emma e Henry, con molto più entusiasmo di Regina, quasi urlando.
«'Tis the season to be jolly» continuò Regina, arrossendo e indicando con il mento agli altri due di riprendere a tagliare le mele, cosa che Henry e Emma fecero, diligentemente.
Cantarono quasi tutta la canzone, con allegria crescente – Emma che non guardava più nemmeno le mele che stava tagliando, incantata dal sorriso di Regina, dicendosi che, in fondo, anche se non poteva stare con Regina in quel senso, ci sarebbero stati molti altri natali come quello e, con un po’ di fortuna, sarebbe bastato, quando lo sceriffo urlò, sorpresa, per il dolore.
Forse avrebbe dovuto prestare più attenzione alle mele, visto che aveva finito con il tagliarsi il dito.
«Emma!» esclamò Regina, superando la sedia di Henry per prendere la mano di Emma tra le proprie. «Vai a prendere dei cerotti, tesoro, sono nel bagno di sopra. E il disinfettante!» aggiunse poi il sindaco, rivolgendosi al figlio.
Henry annuì e corse fuori dalla stanza.
Onestamente? Non gli dispiaceva poi così tanto che Emma si fosse tagliata un dito. Punto primo, era un disastro annunciato; secondo, il modo in cui Regina si era preoccupata per lei rivelava fin troppo dei sentimenti del sindaco nei confronti dello sceriffo; e, terzo, Emma sarebbe sopravvissuta senza tanti problemi.
Ammesso che Regina non l’avesse fatta fuori per non aver prestato abbastanza attenzione.
 
 
*
 
 
«Sei un’idiota!» esclamò Regina, costringendo Emma a mettere il dito sotto l’acqua corrente, dopo averla trascinata fino al lavandino del bagno accanto alla cucina.
«Ahi, brucia!» protestò Emma.
Regina non rispose, si limitò a sollevare lo sguardo su Emma.
Entrambe rimasero immobili, a guardarsi, l’acqua che scorreva sulle loro mani, lavando il sangue dal taglio.
«Non sembra tanto profondo» bisbigliò Regina, senza riuscire a distogliere gli occhi da quelli di Emma.
«No» concordò Emma, con un filo di voce.
«Ecco i cerotti!» disse Henry, entrando nel bagno con la scatola di cerotti, facendo sobbalzare le sue madri.
Quella cosa di comportarsi normalmente e fingere che non fosse successo nulla? Non stava funzionando come avrebbe dovuto. Affatto.

 
   
 
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