Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: dreamlikeview    24/12/2020    3 recensioni
-A Drarry Christmas fairy tale-
Dopo una pesante discussione, Harry e Draco riflettono sulla loro relazione. Non sempre è tutto perfetto, ma forse loro possono superare la crisi momentanea. Loro alleato è il Natale, un giorno significativo ed importante per entrambi.

Da quel giorno, nonostante tutto, era nata la loro amicizia e da essa, un po’ di tempo dopo, il loro amore, così il loro rapporto era maturato. Era come se quel primo giorno, al cimitero, avessero piantato un seme e da esso fosse nata una pianta meravigliosa – la loro amicizia – che poi aveva fatto sbocciare il fiore più bello di tutti: il loro amore.
[Drarry, Christmas edition]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi e il loro mondo non mi appartengono, la storia è scritta senza alcun fine di lucro e non intendo offendere nessuno con questo scritto.
______________________________

 

Dedicato a:
Eevaa, grazie per il tuo supporto costante,
per essere stata tra le prime ad avermi accolta in questo fandom
e per continuare a seguirmi, plus grazie per le tue meravigliose storie.
Estel84, grazie per il tuo supporto costante,
per aver scelto di seguirmi come autrice,
per tutti i nostri disagi extra EFP e per le chiacchiere quando sono sola.
E a tutti i lettori che mi seguono, grazie per il vostro supporto.

Vi auguro un felice Natale <3

______________________________


 

Love under Christmas Lights

A Drarry Christmas fairy tale




Piatti che volavano, bicchieri rotti, urla, incantesimi, insulti: un altro litigio. In un cottage nel piccolo villaggio di Godric’s Hollow, la coppia più chiacchierata del mondo magico discuteva pesantemente tra urla, lacrime e incantesimi. Più i due ragazzi discutevano, più la lite degenerava: il “ti odio, Malfoy” venne sputato con risentimento, il “ti odio, Potter, sei uno stronzo insensibile!” fu urlato senza alcun freno, seguito da un: “Se è questo quello che pensi di me, puoi anche andare via, nessuno ti obbliga a restare”, mentre una voce si incrinava e le lacrime sopraggiungevano.
Nessuno dei due avrebbe pianto davanti all’altro, entrambi erano terribilmente orgogliosi da non riuscire a fare un passo indietro, almeno non in quel momento. Ci fu un attimo di pace, ma esso fu interrotto immediatamente da un “Sei così infantile! Ma quando ti deciderai a crescere?” urlato da Draco, ma non pensato realmente e dalla risposta di Harry: “Vattene, non voglio vederti mai più!
Crack, il rumore di un cuore spezzato, la realizzazione di quello che stava accadendo, “Harry…” un bisbiglio, un sussurro mortificato, seguito da un “VATTENE!” urlato a gran voce. Crack, un altro cuore spezzato, altre urla, lacrime, singhiozzi mal trattenuti. Il “Se è questo quello che vuoi, va bene!”, urlato da Draco, la porta sbattuta e infine il “Non tornare mai più!” urlato da Harry con rabbia seguito da un altro bicchiere infranto contro la porta segnarono la fine della lite.
Un semplice litigio era degenerato in follia, come ogni volta che discutevano, entrambi erano due teste calde, erano orgogliosi e permalosi, tutti e due erano capaci di dare il peggio di loro stessi, soprattutto durante i litigi, quando i loro caratteracci si scontravano, esplodevano, lasciandosi indietro solo le macerie dei loro cuori.
Draco deglutì, lasciandosi scivolare lungo la porta appena chiusa, sedendosi su un gradino, sentendo il freddo di dicembre penetrare fin dentro le sue ossa. Si portò una mano sul viso per frenare le lacrime che minacciose stavano per fuoriuscire dai suoi occhi. Non sapeva spiegarsi cosa fosse accaduto, non capiva come potessero aver litigato ancora. Ogni volta avevano un motivo diverso per litigare, ogni volta non la vedevano nello stesso modo su molti argomenti. Era partito tutto da una semplice discussione su come avrebbero festeggiato il giorno di Natale: Harry voleva festeggiarlo con i Weasley, Draco no e poi tutto era degenerato nel peggior litigio della loro relazione, ma davvero Draco non capiva cosa avesse sbagliato quella volta. Era troppo chiedere di passare quella festività con la persona che amava, senza essere circondato da fastidiose, irritanti, odiose teste rosse? Era tanto chiedergli di stare insieme, solo loro due per Natale, visto il significato che aveva per entrambi quella giornata? Evidentemente sì, forse Harry non teneva abbastanza a lui da rinunciare a una festa con i rossi per poter stare con lui il giorno del loro dannatissimo primo anniversario.
Era così arrabbiato che non aveva pensato alle cose che uscivano dalla sua bocca, gli aveva detto cose che non pensava davvero, cose di cui si era pentito un istante dopo averle pronunciate. Non voleva ferirlo, non voleva fargli del male, era l’ultima persona al mondo che meritava di soffrire, ma quando quelle liti scoppiavano in quel modo, era impossibile frenarle, quella volta però a differenza delle altre, si era sentito davvero ferito dall’atteggiamento del moro, forse era per questo che aveva esagerato con le parole. Amava Harry, lo amava con tutto se stesso, aveva sempre accettato tutte le sue condizioni, aveva sempre accettato di fare tutto quello che voleva, ma quella volta no. Fin da quando la sua relazione con l’ex Grifondoro era iniziata, aveva sopportato i Weasley, le loro frecciatine, il loro odio gratuito, non aveva detto niente al suo ragazzo, ovviamente, perché non voleva essere accusato di voler seminare zizzania tra lui e i suoi cosiddetti amici. Amici poi, che razza di amici erano quelli? Non avevano mai accettato la loro relazione, non avevano mai accettato la bisessualità di Harry, ma se al diretto interessato non avevano detto nulla, avevano inondato Draco d’odio. Ogni volta che Harry decideva di portarlo con sé alla Tana, ogni volta che il moro si assentava, le parole sporco e Mangiamorte venivano bisbigliate con crudeltà alle sue orecchie, ogni volta era un continuo ricordargli la guerra, i suoi errori, i suoi sbagli. Draco ne era profondamente stanco ed era dura non dire nulla ad Harry di tutto quello, ma se l’avesse fatto probabilmente avrebbero litigato ancora e ancora, era per evitare una lite che non aveva mai detto nulla, solo che avevano litigato ugualmente. Maledizione.
Sentì i singhiozzi del suo ragazzo provenire dall’interno della casa e scosse la testa, odiava quel suono; qualcosa dentro di sé gli diceva di entrare, abbracciarlo, stringerlo e promettergli di non ferirlo mai più, di tenerlo stretto il più possibile e scusarsi per aver alzato la voce, per avergli spezzato il cuore a pochi giorni dal Natale, ma sapeva anche di avere i nervi a fior di pelle, di essere ancora troppo scottato, sapeva che sarebbe esploso ancora, se non avesse sbollito prima la rabbia. Con il cuore a pezzi e la promessa di tornare indietro il più in fretta possibile, Draco si alzò dal gradino su cui era seduto e si allontanò da lì, aveva bisogno di schiarirsi le idee.
L’aria fredda lo colpì in piena faccia insieme ai suoi sensi di colpa. Più provava ad essere una persona migliore per non far soffrire Harry, più ricadeva nelle vecchie abitudini e la sua rabbia si riversava sul moro, anche se era ferito riconosceva di aver avuto una reazione eccessiva ed esagerata, come suo solito.
Più di una volta, Harry lo aveva definito egoista durante le loro liti e neanche quel giorno era mancato, lo aveva accusato di pensare solo a se stesso e ai suoi desideri e forse aveva ragione e lo era davvero, ma non lo era stato quella volta, non aveva pensato solo ed esclusivamente a se stesso, ma aveva pensato ad entrambi. Solo che Harry non l’aveva capito. Era iniziata un po’ come una delle loro tante discussioni e poi era degenerata, Draco non aveva idea di quale, delle cose che si erano urlati, aveva avuto il potere di spezzare Harry, quando lo aveva praticamente cacciato di casa. La cosa più triste di tutte era che il solo motivo per il quale Draco aveva insistito per trascorrere il Natale insieme, da soli, non era tanto per non vedere i Weasley, avrebbe saputo tenere testa a tutti quanti senza alcun problema, ma lo aveva fatto per festeggiare insieme il loro primo anniversario. Buffo e sciocco, ma era vero, sembrava uno stupido scherzo del destino che avessero litigato in modo così orribile proprio pochi giorni prima del loro anniversario e non era giusto. A volte si chiedeva se Harry pensasse di lui le stesse cose che pensavano i suoi amici. Lo considerava davvero uno schifoso Mangiamorte e basta? E allora perché stava con lui?
Quei pensieri, a volte, lo tormentavano, si insinuavano nella sua mente come un veleno, come una tossina e lo spaventavano, anzi lo terrorizzavano e forse erano stati quei pensieri a farlo mettere sulla difensiva, fargli alzare la voce, a farlo attaccare per proteggersi. L’orgoglio per lui era una barriera ancora spessa, difficile da buttare giù.
Sospirò e iniziò a camminare per la strada, riflettendo su quanto accaduto nelle ultime ore, era terribile, era doloroso. Forse il peggior litigio che avevano avuto nel corso di quell’ultimo anno come coppia e dei loro ultimi quattro anni da amici. Odiava litigare, odiava ferirlo, odiava sentirsi così e odiava piangere.
Si asciugò in fretta la guancia e si guardò intorno, infossando le mani nelle tasche de cappotto che indossava. Il freddo di dicembre non era neanche paragonabile al gelo che sentiva nel suo cuore.
Le luci natalizie con cui era addobbata la strada illuminavano il suo cammino, gli sembrava assurdo essersene andato in quel modo. Doveva rimediare, certo, lo sapeva, ma non sapeva come fare. Non era bravo a chiedere scusa, non era bravo ad ammettere i suoi errori, ma quella volta aveva davvero torto? Cosa c’era di male nel voler festeggiare il loro anniversario insieme?
Sospirò, mentre un’altra lacrima ribelle scivolava lungo la sua guancia. Aveva litigato con Harry, anche se lo amava, lo aveva lasciato a casa da solo, in lacrime, lo aveva sentito piangere, aveva un’idea dello stato in cui si ritrovava il moro dopo i loro litigi. Perché stavano ancora insieme, dopo un anno, se litigavano in quel modo?
Forse perché si amavano davvero. Lanciò uno sguardo alle luci natalizie dell’enorme, pacchiano albero che era stato allestito al centro della piccola piazza di Godric’s Hollow e sospirò, ripensando a quando lo avevano visto per la prima volta e avevano riso nel notare quanto fosse vistoso, anche se poi entrambi avevano ceduto alla tentazione e avevano scritto, in maniera anonima, il loro desiderio per Natale. Dopotutto, a Godric’s Hollow il Natale era molto sentito, tutti i cottage venivano allestiti per l’occasione, le strade del villaggio erano inondate da luci e decorazioni, c’era sempre un uomo travestito da Babbo Natale all’angolo della strada e la Church Lane era percorsa da colorate e sgargianti luminarie di ogni forma e dimensione: renne, fiocchi di neve e simili, persino gli alberi spogli erano allestiti per l’occasione. Non era amante del Natale, ma da quando stava con Harry quella festa aveva assunto un nuovo significato per lui. Doveva tornare a casa e fare pace con lui, ma doveva anche sbollire la rabbia per evitare altre discussioni… così decise di schiarirsi le idee e di camminare per un po’ per calmarsi, tuttavia, più camminava, più si sentiva in colpa nei confronti del suo ragazzo. Avevano affrontato parecchie difficoltà in quell’ultimo anno, fin da quando erano usciti pubblicamente insieme per la prima volta. L’opinione pubblica non aveva visto di buon occhio la loro relazione, infatti Harry era stato criticato per mesi e quella tensione si era diffusa anche tra di loro, avevano litigato, ma erano riusciti a superare quella crisi, restando insieme, sostenendosi a vicenda in ogni momento, infischiandosene dell’opinione altrui e continuando ad essere loro stessi.
 

 
Harry maledisse se stesso e il suo carattere irascibile non appena vide la porta chiudersi dietro alle spalle del suo ragazzo. Maledizione. Perché quel dannatissimo testardo doveva essere così irascibile? Si era arrabbiato in un modo assurdo solo perché aveva proposto di passare il Natale con i Weasley. Che diavolo di problemi hai, Draco?!
Solo un anno. Erano durati solo un anno, prima di litigare in un modo così disastroso. Avevano avuto altre liti, ma non così brutte e davvero, Harry non capiva il motivo per cui si fosse arrabbiato così tanto. Forse era vero che non erano destinati a stare insieme?
Tutti avevano detto che la loro relazione non aveva futuro, perché erano troppo diversi, un ex Grifondoro con un ex Serpeverde? Draco Malfoy con Harry Potter? Il Mangiamorte e l’eroe del mondo magico? No, impossibile. Non poteva esistere una realtà così, nessuno era d’accordo, ma Harry era andato contro l’opinione di tutti, Draco era diverso, ne era convinto fin da quando lo aveva incontrato al cimitero di Godric’s Hollow un anno dopo la guerra, anzi ne era sempre stato convinto fin dalla fine della guerra, fin da quando il biondo non aveva rivelato la sua identità a Malfoy Manor, fin da quando alla fine gli aveva lanciato la sua bacchetta, in un disperato tentativo di aiutarlo. Ricordava perfettamente il giorno in cui si erano incontrati, un anno dopo la guerra, circa due settimane dopo la scarcerazione di Draco. Era stata una sorpresa rivederlo e da quell’incontro qualcosa era nato, tuttavia nessuno dei due aveva capito subito l’importanza di quanto accaduto in quel cimitero.
 
Era successo per caso, un giorno di neve d’inizio dicembre, poco più di un anno dopo la guerra.
Harry era andato al cimitero, lì dove riposavano tutte le persone che avevano perso la vita durante la seconda guerra magica, soprattutto coloro che erano morti durante l’ultima battaglia, Remus, Tonks, Fred erano solo alcune delle persone che non erano sopravvissute alla guerra. Harry avrebbe dovuto essere tra essi; si era sempre sentito in colpa, e per questo aveva fatto erigere un monumento in loro onore: i veri eroi erano loro che si erano sacrificati per un bene più grande, lui era stato solo l’oggetto di Silente per raggiungere quell’obiettivo. Non aveva dimenticato i ricordi di Piton, in cui aveva capito il vero gioco del preside: crescerlo affinché morisse nel momento opportuno e lui aveva seguito esattamente il suo piano, si era consegnato nel momento del bisogno, si era lasciato uccidere. Poi era tornato e aveva ucciso Voldemort. Non andava fiero di ciò che aveva fatto: in cosa era migliore di lui? Dei suoi Mangiamorte? In niente. Anche lui aveva ucciso qualcuno, certo, aveva la scusante di aver ucciso per difendere il mondo magico, per salvare se stesso e le persone che amava. Ma la sostanza non cambiava, era un assassino. Inoltre, per colpa sua, quella notte erano morti degli innocenti, che non sarebbero mai morti se lui si fosse consegnato prima. Se Silente gli avesse rivelato ogni cosa prima di morire, probabilmente Harry avrebbe guardato in faccia il suo destino più presto.
Si sentiva sempre in colpa, ma con il tempo aveva imparato a convivere con quel dolore.
Aveva appena lasciato un mazzo di fiori sulla tomba dei suoi genitori, quando lo aveva visto. Si era diretto verso il monumento in onore dei caduti senza neanche guardarlo – ma Harry era certo che si fosse accorto della sua presenza – e qualcosa gli disse che forse si sentiva in imbarazzo. Sapeva che era stato ad Azkaban, sebbene Harry avesse testimoniato in suo favore, era stato ugualmente condannato, ma a una pena minore.
Fu strano vederlo lì, dalle indiscrezioni che aveva sentito, il biondo viveva nel mondo babbano per sfuggire alle offese e all’odio e la curiosità fu più forte di lui, così si diresse verso il monumento in onore delle vittime e fu lì che trovò l’ex Serpeverde, era in piedi davanti ad esso e lo fissava con aria affranta, colpevole, la sua posa austera ingannava, si poteva leggere sul viso quanto fosse devastato.
Harry gli si avvicinò piano per non spaventarlo, non voleva litigare con lui, la guerra finita ed era anche contento che, nonostante tutto, fosse stato rilasciato e potesse rifarsi una vita. Era ora che la vita tornasse ad essere normale un po’ per tutti, anche per chi, come Draco, aveva sbagliato e aveva pagato. Lo vide praticare un incantesimo che fece apparire un mazzo di fiori davanti al monumento. Ricordava le sue capacità con gli incantesimi, era secondo solo a Hermione.
«Sei sempre stato bravo con gli incantesimi» esordì, lo vide sobbalzare, ma non arrabbiarsi «Ciao Malfoy» lo salutò. Il biondo si voltò verso di lui e farfugliò un saluto.
Parlarono poco, ma fu sufficiente ad entrambi, con quell’unica conversazione riuscirono ad appianare anni di odio reciproco e, per la prima volta, fin da quel primo settembre 1991, quando Harry rifiutò la mano di Draco, si strinsero la mano, in segno di una tregua.
 
Draco era una persona diversa da quella che aveva conosciuto a Hogwarts e ne aveva avuto la conferma quando, alcune settimane dopo quel primo incontro, il biondo lo aveva salvato dalla pubblica umiliazione. Era Natale e lui si era ubriacato in un bar babbano, in seguito a una delusione d’amore, l’ennesima. La forza di quel ricordo lo travolse, quella volta si erano incontrati totalmente per caso, era stato un fortuito caso del destino che il biondo passasse di lì proprio durante la serata peggiore della vita di Harry. Se non si fossero incontrati, probabilmente niente di quello che avevano vissuto dopo sarebbe accaduto.
 
Le luci del locale infastidivano gli occhi di Harry, il quale si chiese cosa ci facesse in quel posto a quell’ora della notte. Ah già. Era Natale ed era solo. Ron e Hermione erano partiti per la luna di miele, si erano sposati a ottobre, pochi mesi dopo aver ricevuto i M.A.G.O, ed erano partiti all’inizio di dicembre con tutta l’intenzione di trascorrere il Natale a New York. Harry sbuffò, facendo segno al barista di versargli altro scotch. Aveva il morale a terra e gli occhi pieni di lacrime, avrebbe voluto piangere e beveva solo per alleviare quella sensazione terribile che provava. Era stato mollato, come un idiota. Anzi, peggio: era stato mollato dopo essere stato tradito. Maledetto lui e il giorno in cui aveva deciso di fidarsi di qualcuno e di aprire il suo cuore. Era successo per caso, dopo la sua rottura pacifica con Ginny, aveva ripreso a giocare a Quidditch, aveva fatto il provino per entrare nei Cannoni di Chudley come Cercatore e aveva incontrato di nuovo Oliver Baston, che giocava come titolare in quella squadra. La vecchia cotta di quando aveva tredici anni per il bel capitano della squadra di Grifondoro era tornata a fargli battere il cuore e a fargli avere le farfalle nello stomaco, così quando Oliver lo aveva invitato ad uscire aveva accettato ad occhi chiusi. Si erano frequentati per sei mesi, prima di ufficializzare la loro relazione e Harry si era sentito felice, così felice che, per circa un anno, aveva trascurato tutto e tutti, dedicandosi solo alla sua relazione con Oliver, fino a che non si era reso conto dei suoi sbagli e la realtà gli era stata sbattuta in faccia con troppa crudeltà. Una sera, dopo gli allenamenti in vista dell’ultima partita del campionato prima della pausa natalizia, aveva beccato Oliver nello spogliatoio, intento a scoparsi un altro e, quando il portiere gli aveva detto che a lui piaceva divertirsi e non voleva avere legami seri, il cuore di Harry si era frantumato.
Con Oliver credeva di aver trovato la serenità che non aveva mai ritrovato dopo Voldemort, ma si era sbagliato e adesso ne pagava le conseguenze. Era stato uno stupido. Ecco perché era solo a bere la sera di Natale, perché era solo, miserabile ed era stato tradito dalla persona che credeva di amare.
«Chi non muore si rivede, eh Potter?»
«Cosa ci fai qui, tu?»
«Cosa dovrei fare in un bar?» domandò retoricamente, ordinando da bere «Tu piuttosto? Non dovresti essere a casa a festeggiare il Natale con il tuo ragazzo?» chiese, al solo nominare quella persona, Harry si intristì di nuovo.
«Oh capisco, storia finita male?» chiese l’altro, facendo segno al barista di versare loro qualcosa da bere. Il moro si ritrovò ad annuire ancora, troppo ubriaco per rendersi conto che accanto a sé c’era la persona più sbagliata con cui parlare di quelle cose. Iniziò a parlare di ciò che era successo con Oliver pochi giorni prima, non aveva avuto il coraggio di parlarne con nessuno, neanche con i suoi migliori amici, perché nessuno avrebbe capito, ma il biondo sembrava essere un buon ascoltatore. Bevve insieme a lui per qualche ora. L’ultima cosa che ricordava, era lui che vomitava l’anima sulle scarpe di Draco, dopo aver ecceduto con i drink e gli shots. Ricordava lo strappo della smaterializzazione e… di essersi risvegliato a casa di Malfoy con un terribile mal di testa e di aver passato il 26 dicembre con lui.
 
Da quel giorno, nonostante tutto, era nata la loro amicizia e da essa, un po’ di tempo dopo, il loro amore, così il loro rapporto era maturato. Era come se, quel primo giorno al cimitero, avessero piantato un seme e da esso fosse nata una pianta meravigliosa – la loro amicizia – che poi aveva fatto sbocciare il fiore più bello di tutti: il loro amore. Harry ci credeva e ci aveva creduto fino a quella mattina, quando avevano litigato e aveva cacciato via Draco da casa sua.
Sospirò e si accasciò sulla sedia, prendendosi il viso tra le mani, cercando di reprimere i singhiozzi. Aveva donato il suo cuore a quell’idiota e lui gliel’aveva spezzato in mille pezzi, proprio come aveva fatto Oliver. Era stato stupido, si era lasciato ingannare di nuovo, l’ex Serpeverde non era stato l’unico a spezzargli il cuore, ma con lui aveva fatto molto più male. Il suo animo era scisso in due, una parte di sé voleva prendere a pugni quell’idiota e un’altra voleva solo che tornasse e chiedergli di lasciarsi tutta la discussione alle spalle. E sapeva che, se Draco fosse tornato, la seconda parte avrebbe prevalso sulla prima e avrebbe perdonato il biondo, dimenticando quel litigio, bastava solo che quel dolore persistente nel suo cuore cessasse. Aveva sofferto già abbastanza, non voleva stare ancora male.
Non avrebbe dovuto fidarsi di lui? Avrebbe dovuto ascoltare gli altri? No, di questo era certo, ma non avrebbe dovuto permettergli di entrare così tanto nel suo cuore e nemmeno avrebbe dovuto mettersi in condizioni di essere quello ferito dei due. Odiava sentirsi così, odiava che Draco lo facesse stare così, gli aveva promesso che non l’avrebbe fatto soffrire…
Aveva provato a non innamorarsi di lui, a non cadere in quella trappola, ma non era riuscito a resistere, quando i suoi occhi avevano incrociato quelli di ghiaccio di Draco. Harry ricordava com’era nato tutto, com’era iniziata la sua storia con l’ex Serpeverde, ricordava nitidamente la prima volta in cui gli aveva “donato” il suo cuore, anche se all’epoca non l’aveva realizzato, non immediatamente, non subito, ma quello era stato il primo momento in cui i loro cuori si erano avvicinati inconsapevolmente.
 
Lui e Draco erano amici da un paio di settimane. Spesso si incontravano a casa di Draco o casa di Harry, guardavano la tv, bevevano cioccolata calda, giocavano a scacchi o a gobbiglie o a spara schiocco, passavano il tempo insieme. Avevano parlato più volte della guerra, di Voldemort, dei Mangiamorte, ma Draco aveva sempre mantenuto la sua aria austera, non aveva mai mostrato un segno di cedimento, neanche quando la sua espressione del viso era devastata, distrutta, ma una sera era crollato.
Dopo un allenamento annullato a causa della neve, aveva raggiunto l’amico a casa sua. La neve appena caduta aveva gelato i suoi indumenti e stava blaterando qualcosa sul fatto che Draco avrebbe dovuto prestargliene alcuni, mentre asciugava i propri. Quando era entrato, aveva visto il biondo in piedi davanti alla finestra della piccola sala da pranzo, guardava fuori con sguardo vacuo e triste, la sua posa era sempre fiera, ma il suo viso, sebbene lontano, mostrava una profonda disperazione.
«Draco, stai bene?» domandò il moro, preoccupato.
«Non dovresti essere qui, sono una persona orribile» rispose con un tono di voce così serio e triste che Harry si preoccupò ancora di più, ma comprese la situazione e si avvicinò a lui, voltandolo verso di sé con forza e prendendogli il viso tra le mani. No, non avrebbe permesso che si autocommiserasse.
«Perché dici così adesso?»
«Sono un Mangiamorte, no?» fece l’altro, cercando di essere ironico, ma fallendo miseramente «Dovrei farti schifo, dovresti denunciarmi e sbattermi ad Azkaban».
«Cosa è successo?» chiese Harry «Hai incontrato qualcuno, vero?» Draco annuì, incapace di mentire in quel momento di debolezza «E ti hanno insultato?»
«Mh, hanno sottolineato l’ovvio e mi hanno detto di tornare nel posto a cui appartengo» disse con voce piatta. I suoi occhi erano distanti, spenti e il moro si preoccupò ancor di più per lui.
«Non ascoltarli, non sei una persona orribile, non sei solo un Mangiamorte. Non hai avuto scelta, lo so io, lo sai tu e anche gli altri lo capiranno» disse con sicurezza, cercando il suo sguardo. Draco scosse la testa e una lacrima sfuggì al suo controllo, essa fu seguita da altre numerose lacrime e scoppiò per la prima volta dalla sua scarcerazione, Draco soccombé al dolore e alla disperazione e abbracciò l’amico, aggrappandosi con disperazione alle sue spalle, chiedendo perdono per non aver mai chiesto aiuto, per essere stato ciò che era stato a scuola, per avergli reso la vita impossibile, per essere passato al lato oscuro e non aver provato nemmeno ad uscirne, gli giurò tra le lacrime di non aver mai ucciso nessuno.
«Devi credermi, Harry, non sono un assassino».
Il moro lo lasciò sfogare e lo strinse per tutto il tempo, si scusò per non avergli offerto aiuto nel bagno quella volta, quando lo aveva quasi ucciso, lo consolò e gli asciugò le lacrime, fino a che il biondo non si addormentò tra le sue braccia con il respiro affannoso e il corpo tremante. Harry lo prese delicatamente in braccio e lo portò a letto, per metterlo comodo. Gli tolse le scarpe e lo coprì con le coperte, gli diede un gentile bacio sulla fronte, sentendo il cuore tremare nel suo petto e fece per andare via, ma la sua mano venne afferrata da una presa forte e disperata. Qualcuno aveva ancora bisogno di lui.
«Non lasciarmi solo» lo pregò Draco disperato.
«No, resto con te» promise. Così si tolse le scarpe, si tolse il maglione e allentò la camicia, per poi distendersi accanto a lui e abbracciarlo con una tenerezza tutta nuova. Non sembrava affatto un amico che abbracciava l’altro, sembrava più un amante che abbracciava il proprio amato, ma non erano ancora niente di tutto ciò, anche se lui avrebbe voluto.
«Sono grato che tu ci abbia liberato di lui» gli disse il biondo improvvisamente «Perché hai liberato anche me… grazie» aggiunse, mentre erano sul letto, stretti l’uno all’altro.
«Dormi, scemo» sussurrò dolcezza al suo orecchio, dandogli un delicato bacio tra i capelli. Il biondo sorrise debolmente e annuì, si accoccolò meglio e piano piano si addormentò, seguito quasi subito da Harry.
Un paio di giorni dopo, l’ex Grifondoro riuscì a confessare all’amico tutti i tormenti e gli incubi che, dalla fine della guerra, lo perseguitavano. Draco lo ascoltò con pazienza, lo consolò e lo tranquillizzò. In qualche modo, a Harry portare quel fardello parve più leggero, se poteva condividerlo con lui.
«Mi dispiace che tu ti senta così» gli aveva detto, stringendolo e dandogli un bacio tra i capelli «Ma ricordati che sono felice che tu lo abbia sconfitto, non sei un mostro come lui. Tu hai salvato il mondo, lui voleva distruggerlo».
 
Le sue parole di conforto avevano sempre avuto effetto su di lui, tanto da farlo sentire davvero meglio. Quella volta erano stati l’uno la forza dell’altro, si erano fatti forza l’un l’altro, sostenendosi tra le lacrime e la disperazione, ma stavolta Harry era solo e avrebbe solo voluto essere stato meno stupido e non aver donato tutto il suo cuore a Draco, aveva bisogno di lui, aveva bisogno che lo salvasse dalle sue lacrime e dall’autocommiserazione in cui stava per ricadere. Aveva sempre bisogno di qualcuno che lo scuotesse e gli ricordasse che non era colpa sua se tutte quelle persone, se tutti quegli studenti erano morti. Aveva bisogno di Draco, aveva bisogno di lui per ridere ed essere felice.
Quando avevano capito di essere innamorati, erano passati due anni da quando erano diventati amici, dal giorno in cui si erano incontrati nel cimitero e successivamente in quel bar, da quando erano stati l’uno la roccia dell’altro in un momento davvero duro e difficile per entrambi, avevano stretto un bel rapporto fatto di complicità e supporto difficile da trovare altrove, erano entrambi profondamente innamorati l’uno dell’altro, ma non avevano mai avuto il coraggio di dirselo schiettamente e come tutto quello che c’era stato tra di loro in quegli anni, era stato per caso.
La sera di Natale, Draco gli aveva scritto un messaggio, in cui gli diceva di avere un regalo per lui e gli aveva chiesto se potessero vedersi per scambiarsi gli auguri di Natale e prendere una cioccolata calda insieme, al solito bar in cui si incontravano. Harry era stato più che felice di ricevere quell’invito e, dato che anche lui aveva un regalo per il biondo aveva accettato senza neanche pensarci. Non avrebbe mai creduto che quello sarebbe diventato il giorno più bello di tutta la sua vita: la mattina di Natale di un anno prima, quando tutto era iniziato, quando lui e Draco si erano confessati i reciproci sentimenti. Difficilmente avrebbe dimenticato quel giorno, lo ricordava perfettamente, come se fosse accaduto un paio di giorni prima.
 
Era dai Weasley, festeggiavano il Natale insieme come sempre, ma era più un’abitudine che una vera celebrazione. Era impegnato in una futile conversazione con Arthur riguardante l’uso delle luci natalizie, quando il suo telefono si era illuminato. Harry non aveva esitato un momento a prenderlo e a controllare chi fosse. Un sorriso spontaneo comparve sulle sue labbra nel leggere il messaggio.
“So che sei con i Weasley, ma mi chiedevo… ti va di prendere una cioccolata calda insieme, al solito posto? Ho una cosa per te. Buon Natale, D.”
“Mi chiedevo quando mi avresti invitato, Malfoy. Anche io ho una cosa per te, ci vediamo al solito posto tra dieci minuti. Buon Natale, H.” inviò il messaggio e neanche attese di ricevere una risposta, si alzò dalla sedia, scattando come una molla tesa.
«Scusate, devo andare» disse velocemente «Ho… un appuntamento dell’ultimo minuto».
«È una ragazza, vero?» gli chiese Molly, sorridendogli maternamente come al solito «Sembri molto felice di aver ricevuto quel messaggio». Harry arrossì, scuotendo la testa. Non avrebbe parlato di quello, di lui, con loro.
«Solo un amico» rispose velocemente. Ron gli lanciò una lunga occhiata consapevole, come se lui sapesse esattamente di chi fosse quel messaggio e non sembrava molto d’accordo, ma lui lo ignorò, recuperò il suo cappotto e, dopo aver salutato velocemente tutti i presenti, uscì dalla porta e si smaterializzò a casa sua per recuperare il regalo di Draco. Poi raggiunse il bar dell’incontro. Esattamente dieci minuti dopo l’invio del messaggio, si trovò davanti al piccolo locale. Era molto carino, Harry lo adorava, l’esterno era decorato con delle luci colorate che circondavano tutta l’insegna, le due vetrate riflettevano la luce interna e illuminavano delle stelle pendenti presenti su tutta la lunghezza del vetro, a completare l’opera c’erano una renna – che somigliava a un cervo – con un fumetto con scritto “Merry Christmas”.
«Questo posto è magico…» mormorò Harry tra sé e sé, osservando quanto quelle meravigliose decorazioni riuscissero a trasmettere la magia, pur non possedendone.
«Parli da solo? Finirai per farti rinchiudere, Potter» la voce di Draco lo fece sobbalzare, l’ex Grifondoro si voltò verso l’amico e gli sorrise dolcemente.
«Ammiravo solo la bellezza delle decorazioni… non siamo tutti stitici emotivi come te».
Il biondo alzò gli occhi al cielo, poi gli sorrise a sua volta e indicò l’ingresso del locale «Entriamo?» il moro annuì e fianco a fianco entrarono nel locale, era abbastanza vuoto, avrebbero potuto parlare in pace, senza essere interrotti. Draco ordinò per lui la cioccolata calda e una fetta di torta alla melassa, la preferita di Harry, e per se stesso una cioccolata calda e una fetta di torta al cioccolato, poi prese anche due biscotti di pan di zenzero per entrambi.
Harry arrossì davanti ai gesti dell’altro, lo conosceva davvero bene, a volte gli sembrava assurdo quanto tempo avessero perso a detestarsi a scuola, quando avrebbero potuto avere un rapporto meraviglioso e profondo come quello.
«Devo ringraziarti, mi hai salvato da una noiosa conversazione con Arthur sulle luci natalizie, non ne potevo più» disse Harry, sedendosi ad uno dei tavolini vuoti, quello più vicino alle vetrate, gli piacevano le stelle illuminate. Draco lo imitò prendendo posto di fronte a lui e gli sorrise di nuovo. C’era qualcosa di bello nel volto del biondo quella sera, più del solito. Il suo viso illuminato dalle luci del locale sembrava risplendere di luce propria,
«Lieto di averti salvato, allora» replicò divertito «Draco Malfoy, eroe a tempo perso, che salva prescelti eroi del mondo magico da conversazioni noiose, al suo servizio, signor Potter». Harry lo guardò, prima di scoppiare a ridere, scuotendo la testa. Con lui era facile ridere anche a battute stupide come quella, frequentare Draco era il suo piccolo sprazzo di felicità quotidiano. Era innamorato di lui, ma non credeva di essere ricambiato e preferiva tenere per sé i suoi sentimenti piuttosto che rimanere scottato da un suo rifiuto, preferiva essere suo amico piuttosto che non averlo per niente nella sua vita. Mise la scatola con il regalo sul tavolino e la spostò verso di lui.
«Questo è per te» disse con semplicità. Draco lo accettò con un bellissimo sorriso a contornare le sue labbra e gli passò un pacchetto più piccolo, quasi imbarazzato. «Perché fai quella faccia?» chiese.
«Niente» borbottò l’altro, prendendo il suo regalo e scartandolo, il moro alzò lo sguardo per osservare la sua espressione nell’aprire il regalo. Sapeva quanto Draco avesse desiderato quella collezione rara di libri di noti pozionisti e aveva cercato in tutte le librerie del mondo magico quei libri, aveva impiegato un paio di mesi a trovarli tutti, ma ne era valsa la pena: l’espressione sgomenta e anche felice dell’amico gli riempì il cuore di gioia. Quando si imbarazzava, Draco era ancora più bello, le sue gote erano leggermente arrossate e Harry se ne chiese il motivo.
«Non avresti dovuto…»
«Beh, volevo» Harry sorrise «Sapevo che volevi cercare quei libri e allora… li ho trovati io per te».
«Sei un idiota» borbottò Draco con le gote rosse «… grazie».
Il moro gli sorrise gioiosamente prima di aprire il proprio. Strabuzzò gli occhi, era un bracciale d’argento molto semplice, la sua unica decorazione era la raffigurazione di una testa di drago proprio al centro. Harry sorrise, capendo il rimando al suo nome. Solo Draco Malfoy poteva fare un regalo che rimandasse al proprio nome.
«Draco, è… bellissimo» affermò indossandolo immediatamente, risalva molto sulla sua pelle ed era certo che il biondo aveva scelto di proposito quel colore. Draco gli sorrise, ma non disse nulla, le sue guance rosse quanto il cappello del Babbo Natale alle sue spalle parlavano da sole. Un gentile cameriere portò loro le ordinazioni e augurò loro “Buon Natale”, entrambi ricambiarono e si guardarono per un lungo momento. C’era qualcosa di magico in quel momento, le luci di Natale intorno a loro, creavano un’atmosfera quasi magica, più di quella che avrebbero potuto creare mille incantesimi diversi. C’era qualcosa lì, nell’aria, in quel momento.
Una tensione che nessuno dei due aveva il coraggio di spezzare, fino a che, stanco di quei silenzi, Draco non trovò il coraggio di rivelare i suoi sentimenti ad Harry.
 
Come avevano potuto litigare in quel modo? Harry deglutì e guardò il suo cellulare, sperando che Draco lo chiamasse o che aprisse la porta e rientrasse per chiarire, ma non accadde. Doveva avere pazienza, forse aveva solo bisogno di sbollire la rabbia, poi dopo essersi schiarito le idee sarebbe tornato… ma il tempo passava e di lui non c’era traccia. Harry aveva un disperato bisogno di rivederlo e di chiedergli scusa per aver reagito in quel modo.
 

 
Draco sbuffò sonoramente, era ancora in strada, dopo essere stato cacciato di casa dal suo ragazzo. In realtà, la loro non era una vera e propria convivenza, non avevano ufficializzato ancora niente, anche se Draco passava tutte le notti a casa di Harry e aveva portato la maggior parte delle sue cose in quella casa per comodità – diceva. Tornava nel suo appartamento solo una volta ogni tanto per controllare la posta o altre cose, ma nessuno dei due aveva mai fatto un passo in quella direzione e forse era meglio così, almeno dopo i litigi sapeva esattamente dove andare… peccato che in quel momento volesse andare ovunque tranne che lì, perché ritornare in quel freddo e vuoto appartamento avrebbe significato solo realizzare che tra loro era finita. Ma era finita davvero? No, vero?
Non poteva farci niente, soffriva e si pentiva di quanto accaduto poco prima. Se non fosse stato tanto orgoglioso, avrebbe fatto dietro-front immediatamente e sarebbe tornato da lui, subito, ma sapeva di dover sbollire prima la rabbia, altrimenti avrebbero ricominciato da dove si erano interrotti e sarebbe stato molto peggio.
Ovunque andasse, il Natale lo inseguiva e non era lo stesso senza il suo Harry. Ricordava bene quando si erano incontrati proprio lì, nel cimitero di Godric’s Hollow, poco più di un anno dopo la fine della guerra, poco dopo la sua scarcerazione. Aveva pagato amaramente le conseguenze della sua scelta sbagliata durante la guerra: era stato ad Azkaban per un anno e mezzo circa, la sua pena era stata “alleggerita” dalla testimonianza di Harry, ma aveva dovuto scontarla ugualmente, ed era uscito da lì più traumatizzato che vivo, ma era stato grato di aver avuto un’altra possibilità.
Quando aveva incontrato Potter, era una freddissima giornata di inizio dicembre, si era recato al cimitero per far visita le vittime della guerra, per fare ammenda, anche se in ritardo.
Incontrare il suo ex rivale scolastico era stato improvviso e inaspettato, ma gli aveva cambiato la vita. Già allora il Natale era nell’aria, sebbene fosse ancora lontano, Draco ricordava un’atmosfera simile, ma molto più cupa a causa del suo stato d’animo. Era andato al cimitero per tentare di espiare le colpe che si portava sulla coscienza, non si sarebbe mai aspettato di incontrare, tra tutti, proprio Potter, lo aveva intravisto, ma aveva fatto finta di non vederlo, aveva preferito così, chi era lui, dopotutto per parlare con il grande eroe?
 
Dicembre non era mai stato il suo mese preferito. Draco era stato scarcerato da appena due settimane e dopo essersi sistemato in un poco igienico appartamento babbano, aveva sentito l’esigenza di andare al cimitero di Godric’s Hollow, aveva sentito che lì Harry Potter aveva fatto costruire un monumento per tutti i caduti e lì erano state sepolte tutte le vittime della battaglia. Nonostante dicembre fosse entrato da poco, le luci di Natale già decoravano i balconi delle case, le vetrine dei negozi erano già piene di giocattoli e oggetti magici, ovunque si respirava già l’aria natalizia, tutti erano gioiosi, tranne lui. Era disperato. Era appena uscito da Azkaban, aveva a malapena il minimo per non morire di fame e di freddo, non aveva alcun motivo per festeggiare.
Quel giorno nevicava, il freddo pungente penetrava fin dentro le ossa, quando entrò nel cimitero di Godric’s Hollow. Entrando, notò Potter lasciare dei fiori su una lapide, ma lo superò fingendo di non conoscerlo. Voleva evitare qualunque tipo di problema, ci teneva a restare fuori dalla prigione. Anche se una parte di sé voleva ringraziarlo, il suo intervento gli aveva permesso almeno uno sconto di pena, non avrebbe retto lì dentro più di un anno o il carcere a vita come suo padre. Era davvero grato all’ex Grifondoro, ma preferiva limitare i contatti con lui per evitare qualunque tipo di problema. Raggiunse il monumento eretto in memoria delle vittime della guerra e sospirò, facendo apparire una ghirlanda di fiori proprio ai piedi di esso.
«Sei sempre stato bravo con gli incantesimi» la voce di Potter lo fece sobbalzare, si voltò verso di lui con gli occhi spalancati «Ciao, Malfoy» lo salutò cordialmente.
«P-Potter, non… credevo di trovarti qui» disse abbassando la testa «Tolgo subito il disturbo» farfugliò.
«No, resta» rispose il moro, affiancandolo «Vengo spesso qui. Anche tu?»
«No, è la prima volta, io…» Draco deglutì «Sono stato scarcerato due settimane fa» spiegò brevemente, vide il prescelto annuire tra sé e sé «Volevo, sai- Blaise, lui… quella notte è morto» raccontò «Volevo vedere se era qui…»
«Zabini è morto durante la guerra?» chiese Harry, il biondo annuì e l’altro gli mise una mano sulla spalla e gliela strinse con delicatezza «Mi dispiace per la tua perdita».
«Come no» soffiò ironicamente «Ti dispiace proprio per il figlio di un Mangiamorte morto».
«Penso quello che ho detto al processo. Tu e altri Serpeverde non avete avuto scelta, eravate dei ragazzini che seguivano gli ordini di persone adulte ed eravate spaventati» Draco sospirò e non riuscì a rispondere, si limitò ad annuire e restò lì a parlare con lui. Quando si separarono, lo fecero consapevoli di essere riusciti ad appianare le loro vecchie divergenze e si strinsero la mano, in segno di resa. Quello fu solo l’inizio della loro storia.
 
Quel giorno aveva segnato un momento importante tra di loro, anche se non era stato quello il momento in cui erano diventati amici. Si erano incontrati altre volte al cimitero, avevano scambiato due chiacchiere come due vecchi conoscenti, ma non avevano mai legato davvero. Avevano messo da parte le ostilità, avevano messo da parte l’odio ancestrale, ma non erano amici. Per circa due settimane erano stati meri conoscenti… fino a quella sera, la sera di Natale quando lo aveva incontrato ubriaco fradicio in un locale babbano e lo aveva salvato dalla pubblica umiliazione. Era arrivato in quel bar con l’intenzione di rimorchiare qualcuno e passare una serata di frivolezze, invece si era ritrovato a fare da balia al suo ex rivale scolastico che aveva annegato nell’alcool la delusione di una relazione finita male. Aveva portato il suo ex rivale scolastico decisamente ubriaco a casa sua e si era preso cura di lui per tutto il tempo, fino a che il moro non si era addormentato sul suo divano. Il giorno dopo, il 26 dicembre, per farsi perdonare, dopo aver preso una pozione anti-sbornia, l’ex Grifondoro aveva preparato la colazione e si era trattenuto fino a ora di pranzo. Quel pomeriggio, poi si erano ritrovati sul divano con una cioccolata calda tra le mani a parlare avevano iniziato parlando delle loro vite post-guerra: Draco aveva raccontato di essere andato a vivere in un appartamento babbano – lo aveva decisamente preferito a Notturn Alley – e di aver imparato pian piano a adattarsi a quella vita, perché non poteva più vivere nel mondo magico, a causa delle sue colpe. Aveva trovato lavoro in una biblioteca del quartiere in cui abitava e visitava di tanto in tanto il mondo magico, Harry gli aveva parlato del suo ex che gli aveva spezzato il cuore – ignaro di avergliene parlato già quand’era ubriaco – e del suo lavoro come giocatore di Quidditch. Verrò a vedere le tue partite – aveva promesso Draco, sorridendo, poi avevano continuato a parlare di qualsiasi argomento passasse loro per la testa e il biondo aveva scoperto che parlare con Potter non era terribile, anzi era anche divertente.
L’ex Grifondoro aveva fatto una battuta particolarmente divertente sulla disgustosa aria natalizia che si respirava a Godric’s Hollow e l’aveva fatto ridere.
Per la prima volta nella sua vita, Draco Malfoy aveva riso. Una risata che gli era partita dal cuore, una risata spontanea, mai nella sua vita si era divertito così tanto, il moro poi si era offerto di cucinare qualcosa ed era rimasto fino a tardi con lui, semplicemente per parlare e per prenderlo bonariamente in giro per la sua “nuova vita da babbano”.
«Dovresti comprare un televisore» aveva detto improvvisamente, mentre cenavano. «Non so neanche cosa sia» aveva ribattuto lui, l’altro aveva semplicemente scrollato le spalle, come se volesse tagliare l’argomento, poi due giorni dopo si era presentato con una scatola enorme, contenente un’altra scatola. «Consideralo un regalo di natale posticipato» aveva detto, prima di “installare” quell’affare in casa sua, dopo gli aveva spiegato il suo funzionamento e si erano ritrovati a guardare una partita di calcio in tv, ridendo di come i babbani avessero sport sfigati, entrambi sostenevano che il Quidditch era migliore. Ed era sembrato quasi naturale per loro, incontrarsi per guardare una partita o un film, per prendere una birra e chiacchierare. Era stato terribilmente facile trovare quell’intesa e quella complicità, avvicinarsi e diventare amici, tanto che si erano chiesti come avessero fatto a non esserlo per tutta la vita. E forse era stato quello il momento in cui si era innamorato di lui, ma l’aveva realizzato solo un anno più tardi. E adesso era di nuovo circondato da tutta quella disgustosa aria natalizia, ma non c’era Harry accanto a lui a ridere. E questo faceva male.
 

 
Harry alzò lo sguardo sull’orologio attaccato alla parete, spalancò gli occhi: Cinque ore. Erano passate cinque da quando Draco era andato via e non era tornato da lui. Harry non voleva immaginare che fosse davvero andato via, che l’avesse preso in parola. Pensava che avrebbe sbollito la rabbia e poi sarebbe tornato. Draco era fatto così, lo conosceva. Guardava la porta e sperava che si aprisse magicamente, permettendo al biondo di entrare.
Per favore, torna a casa.
Non capiva perché avessero litigato, non capiva perché Draco si opponesse sempre quando dovevano vedere i Weasley o perché si fosse impuntato tanto sul non voler andare con lui da loro a Natale. Non aveva più molta voglia di festeggiare, in realtà, mancavano due giorni a Natale e non avrebbe mai voluto litigare con Draco così poco tempo prima della festa. Era triste passare le festività da soli… soprattutto dopo un litigio.
Sospirò e si guardò intorno, la casa era bellissima. Si erano divertiti a decorarla, Draco aveva piazzato una serie di calze al camino e ne aveva ingrandito lo spazio all’interno con un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile solo per poterci mettere dentro il numero più elevato di regali. Baby, qualcuno deve colmare il tuo bisogno spasmodico di affetto, hai molte lacune, da quello che mi hai raccontato e Harry arrossiva ogni volta che Draco gli diceva cose del genere. Si era divertito a legare il suo ragazzo con le serie di lucine per l’albero (Potter, vuoi rendere le cose piccanti, ora? – guance rosse – Cretino!) e anche con i festoni per l’albero di Natale (Non sapevo fossi così pervertito, Potty! – volto completamente rosso, orecchie comprese – Smettila, Draco!).
Il Natale era bello perché potevano fondere i colori delle loro case, senza litigare su quale delle due fosse la migliore, l’albero era un’accozzaglia di festoni, lucine e palline verdi e rosse. Era stato divertente fare una pausa dolci e mangiare della torta al cioccolato accompagnata da un caldissimo eggnogg. Aveva nevicato, quel pomeriggio, e quindi erano andati nel piccolo giardino e avevano giocato a palle di neve, poi avevano fatto gli angeli di neve e Draco si era lamentato per tutto il tempo “Il mio culo si sta gelando qui!” – non erano mancate le battute e i doppi sensi – “Se vuoi te lo scaldo io, quando rientriamo” – lo aveva provocato Harry, guadagnandosi una palla di neve in faccia. Aveva riso ancora e ancora. Avevano fatto il bagno insieme perché erano congelati, prendendosi in giro, continuando a ridere come due scemi, poi avevano fatto l’amore sul letto enorme nella camera da letto, Draco aveva stretto Harry a sé con forza, si erano baciati, si erano amati ed era stato tutto bellissimo, come sempre tutto meraviglioso e avevano riso ancora, quando Draco si era lamentato della poca aria natalizia in quella stanza. Apparentemente l’ex Serpeverde odiava il Natale, ma per te posso fare un’eccezione, mi diverto a fare queste cose con te – aveva confessato, prima di dargli un bacio a fior di labbra – sono felice anche io, aveva risposto il moro ricambiando il bacio, avvolgendo le braccia attorno al suo collo per trascinarlo di nuovo sul letto e riprendere da dove si erano interrotti. Il Natale era il loro momento felice. Beh, per Harry ogni momento con Draco era un momento felice, perché con lui si sentiva felice, lo era sempre stato, soprattutto in quell’ultimo anno.
Improvvisamente, però tutto era freddo, scuro, infelice, triste. Draco era andato via e non era tornato, avevano litigato, qualcosa aveva rotto l’equilibrio.
Per favore, Dray, per favore torna a casa.
Harry fu tentato di prendere il cellulare, scrivergli un messaggio e implorarlo di tornare da lui, di non abbandonarlo, di tornare a farlo ridere e a renderlo felice. Cosa aveva sbagliato? Perché Draco aveva reagito male invece di parlarne con lui? Perché doveva essere sempre un tale idiota? Perché? Forse anche lui avrebbe potuto ascoltare, invece di prenderla sul personale e gridargli contro i peggiori insulti e le peggiori calunnie. Avrebbe dovuto ascoltare, invece di comportarsi come un sedicenne disperato e lanciargli contro incantesimi offensivi. Avrebbe dovuto ragionare, ascoltare prima di agire da stupido, forse non sarebbero giunti al punto di rottura.
Il divano, il camino, l’albero le decorazioni… niente aveva senso senza di lui. Il Natale gli piaceva solo perché poteva passarlo con lui, prima di Draco quella festa era fredda e grigia, lui si era sempre sentito solo e fuori luogo, ma da quando aveva il biondo – prima come amico e poi come amante – tutto aveva assunto un nuovo colore e un nuovo senso.
Harry lanciò un paio di incantesimi per ripulire il caos che c’era in quella stanza, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Soffriva, ma sapeva che parte della colpa era sua, si era ostinato a non ascoltarlo e… ecco le conseguenze. Avrebbe solo voluto che quel dolore lancinante smettesse, che Draco tornasse, gli spiegasse cosa l’aveva fatto infuriare e lo perdonasse per i suoi errori. Scosse la testa energicamente e raggiunse il mobiletto degli alcolici, quel dolore andava zittito, quel dolore doveva sparire, non ce la faceva più. Se Draco non tornava, beh, problemi suoi. Se voleva continuare a comportarsi da ragazzino, lo avrebbe lasciato fare. Il biondo era andato via dando a lui del ragazzino… ma a Harry sembrava che i ruoli fossero del tutto al contrario.
Aprì il mobile e prese una bottiglia di Whisky Incendiario – che diavolo sto facendo? – bevve il primo bicchiere e sentì ancor di più il dolore, come se l’alcool amplificasse i suoi sentimenti. Sentiva ancor di più la mancanza di Draco, del suo sorriso, della sua risata, dei suoi occhi, dei suoi baci, della sua voce, del suo amore. No, no, smettila. Bevve ancora per scacciare quelle sensazioni, bevve ancora per smettere di pensare e di soffrire. Sarebbe stato un tristissimo Natale quello, ne era certo. Singhiozzò, non sapendo bene se fosse per la sbronza o per il pianto, bevendo l’ultima goccia della bottiglia. Se solo fosse tornato per un attimo, lo avrebbe stretto a sé per sempre, gli avrebbe detto quanto lo amava, che pensava solo a lui quando non erano insieme, gliel’avrebbe dimostrato ogni giorno, senza esitazione. Se solo avesse avuto la possibilità di rivederlo solo un momento… non avrebbe più fatto gli stessi errori.
Con la testa leggera, prese il telefono e: “Per favore, torna a casa, Dray” – scrisse senza rendersene conto – “Ti amo, mi dispiace”.
Invio.
 

 
Draco si maledisse per l’ennesima volta. Come aveva potuto fare del male a Harry? Come aveva potuto spezzargli il cuore dopo le promesse che si erano fatti appena un anno prima? Per puro caso, entrò nel bar in cui tutto era iniziato, quello in cui si erano scambiati i regali quella meravigliosa sera di Natale, in sottofondo una melensa canzone di Natale faceva da colonna sonora.
Era come se Harry, dopo aver aperto il suo cuore, lo avesse consegnato nelle mani di Draco impacchettato come un regalo di Natale sotto l’albero. Oltre al bellissimo regalo che gli aveva fatto, ne aveva ricevuto uno ancora più prezioso, di valore inestimabile: l’amore di Harry. Avrebbe dovuto proteggerlo, custodirlo e non spezzarlo mai, come gli aveva promesso che avrebbe fatto quella volta, la volta in cui aveva tirato fuori il coraggio e aveva confessato i suoi sentimenti, temendo di essere rifiutato, ma semplicemente non aveva più potuto fermare i suoi sentimenti.
 
Si erano incontrati al solito bar, avevano scherzato e si erano scambiati i regali, entrambi imbarazzati.
Draco provò in tutti i modi a far capire a Harry ciò che voleva dirgli, ma il moro sembrava cieco ai suoi gesti, doveva essere diretto, lo sapeva. Doveva trovare il coraggio di farlo.
Mangiarono le loro torte, divisero i biscotti, bevvero le cioccolate calde ed uscirono dal piccolo locale che ormai era tardi, ma nessuno dei due voleva tornare a casa. Iniziarono a camminare fianco a fianco lungo una stradina parzialmente illuminata, le decorazioni di Natale sui balconi continuavano ad illuminare il loro cammino. Draco aveva rimpicciolito il suo regalo e lo aveva messo in una tasca con un enorme sorriso sulle labbra, che però dietro nascondeva un piccolo rimpianto. Quando aveva dato il bracciale a Harry, aveva sperato che capisse che dietro quel simbolo ci fosse qualcosa di più, ma lui non aveva capito. Forse aveva preso il suo gesto come mero gesto d’amicizia, ma per Draco, Harry aveva smesso di essere un amico da almeno sei mesi. Si era reso conto di cercarlo sempre di più e non solo perché si sentiva solo o aveva bisogno di passare del tempo con un amico, ma perché gli mancava, gli mancavano la sua risata, i suoi sorrisi, i suoi abbracci, i suoi occhi, il suo modo di arrossire davanti ai complimenti, il modo goffo e adorabile che aveva di liquidare qualcuno che provava a flirtare con lui, le loro chiacchierate… gli mancava semplicemente la sua presenza e, davvero, non avrebbe mai voluto ammetterlo ad alta voce. Aveva provato a farglielo capire in molti modi indiretti, ma Harry sembrava cieco ai suoi tentativi. Eppure, Draco l’aveva sentita quella particolare elettricità tra di loro, l’aveva sentito quel legame, aveva percepito che non era solo qualcosa a senso unico, altrimenti non si sarebbe mai esposto.
Mentre camminavano, improvvisamente il biondo si fermò nel mezzo della strada e decise che, per una volta, poteva rischiare, perché se c’era una cosa che aveva capito, in tutta la sua vita, era che le cose importanti non doveva farsele sfuggire, non doveva essere codardo, doveva affrontare anche le situazioni complicate. “O adesso o mai più”, si disse.
«Harry» lo chiamò con decisione. Il moro si fermò nel mezzo della strada e si voltò verso di lui con aria curiosa. Era bellissimo, le luci natalizie che decoravano quella strada sembravano risplendere nei suoi occhi. Si poteva essere tanto stupidamente innamorati di qualcuno e rendersene conto in un preciso momento? Perché in quell’istante Draco si sentì invadere dall’amore, sentì che non avrebbe mai amato nessuno come amava Harry in quel momento, sotto quelle luci colorate, che illuminavano il suo sguardo pieno di stupore e meraviglia. L’amore gli bruciò il cuore, divampò come un incendio, rendendo tutto più luminoso e incantevole, così come le candele accese illuminavano un albero di Natale.
Deglutì, prese un paio di respiri profondi e si avvicinò a lui con passo deciso.
«D-Draco?» lo chiamò incerto il moro. L’ex Serpeverde e gli mise le mani sui fianchi e lo avvicinò a sé. “O adesso o mai più”, si ripeté nella mente. Sentì l’altro deglutire e, prima di pentirsi del suo gesto azzardato, fece salire le sue mani fino alle sue guance, prendendogli il viso tra le mani delicatamente. Due erano le possibilità per lui: o quello sarebbe stato il Natale migliore della sua vita o il peggiore e il più umiliante. Era ancora in tempo per staccarsi, per allontanarsi da lui e dirgli una cosa stupida che l’avrebbe fatto ridere, ma no. Doveva farlo in quel momento, era il momento perfetto. Lentamente avvicinò i loro visi, scrutando lo sguardo di Harry per capire cosa provasse in quel momento, ma il moro era una statua di sale, era immobile, paralizzato. “O adesso o mai più”, si disse Draco per l’ultima volta, ma prima che il suo cervello elaborasse il “mai più”, si abbassò su di lui e unì le loro labbra in un delicato bacio. Trattenne il fiato, aspettandosi uno spintone, uno schiaffo, un rifiuto, ma con sua grande sorpresa, Harry si sciolse al contatto e portò le braccia attorno al suo collo, alzandosi sulle punte per poterlo baciare meglio. Non fu un bacio particolarmente intenso, fu un bacio delicato, casto, quasi timido, come se entrambi avessero bisogno esattamente di quello per dichiararsi, fece battere il cuore ad entrambi e Draco si rese conto di aver avuto sempre ragione: tra di loro c’era davvero qualcosa.
«Sono innamorato di te» sussurrò ad occhi chiusi, appoggiando la fronte sulla sua «Speravo capissi, ma…»
«Non ne avevo idea, fino a stasera» ammise mortificato «Io… credevo di non interessarti, Draco e…» si morse le labbra «Credevo che quello che provo per te fosse… a senso unico».
«E cosa provi per me, Harry?» chiese in un sussurro, sorridendo in modo tutto nuovo, un sorriso vero, non un ghigno sarcastico o una smorfia, dopotutto Harry Potter era e sarebbe sempre stato il suo Grifondoro-idiota-mai-Corvonero preferito.
«Anche io sono… innamorato di te». Draco non ebbe bisogno di sentire o di aggiungere altro, semplicemente lo baciò ancora una volta, stringendolo a sé con forza, mentre una leggera neve iniziava a cadere sulle loro teste.
«Buon Natale a noi» mormorò sulle sue labbra felice, promettendogli mentalmente che si sarebbe sempre preso cura di lui, che sarebbe sempre rimasto al suo fianco e che non l’avrebbe mai fatto soffrire…
 
…e invece l’aveva appena fatto, gli aveva appena spezzato il cuore. Un anno prima, il moro gli aveva donato il suo cuore, spettava a Draco custodirlo e prendersene cura. Si materializzò fuori all’appartamento, solo cinque ore prima era andato via, sbattendosi la porta alle spalle e aveva sentito i singhiozzi del moro provenire dall’interno dell’abitazione. Non voleva più sentirlo piangere, non voleva più farlo soffrire.
Cosa cazzo ho fatto? – pensò. Come aveva potuto essere tanto stupido, tanto crudele? Non potevano continuare a ricadere nelle vecchie abitudini, non potevano continuare a comportarsi come due ragazzini. Forse era giunto il momento di tornare a casa e chiarire la situazione.
Il telefono nella sua tasca vibrò, lo prese e quando lesse il messaggio gli parve di sentire la voce di Harry che lo supplicava di tornare, di non abbandonarlo, sentì il proprio cuore incrinarsi, non aveva senso quello che stavano facendo, nessuno dei due meritava di soffrire così solo per un’incomprensione. Così, senza più esitare, si smaterializzò proprio sulla soglia della casa dell’ex Grifondoro, quella da cui era uscito cinque ore prima. Suonò il campanello immediatamente e attese che il suo ragazzo gli aprisse, ripetendosi nella mente che non avrebbe più commesso gli stessi errori.
Quando la porta si aprì, l’espressione completamente scioccata di Harry fece capire a Draco che il moro non si aspettava che lui tornasse a casa immediatamente dopo aver ricevuto il suo messaggio. In realtà, aveva già deciso di tornare, ma ricevere quel messaggio gli aveva dato l’input per smaterializzarsi e lasciarsi tutto alle spalle. Harry gli gettò le braccia attorno al collo e lo strinse, singhiozzando contro la sua spalla. Draco sentì il proprio cuore spezzarsi in quel momento, non c’era altro che volesse per quel Natale se non l’essere perdonato per tutte le stronzate che faceva. Delicatamente avvolse le proprie braccia attorno al corpo del moro e lo strinse a sé, sentendo un penetrante odore di alcool raggiungere le sue narici.
Tipico di Harry reagire così al proprio cuore spezzato, almeno era rimasto a casa e non era andato in giro per locali babbani, sarebbe stato difficile ritrovarlo, poi.
«Shhh, shhh, non piangere, sono qui» sussurrò al suo orecchio, stringendolo a sé, mentre lo riportava in casa e si chiudeva la porta alle spalle. Lo tenne stretto per tutto il tempo, mentre lui singhiozzava e si sfogava, tirando fuori tutte le cose brutte, le cose negative che sicuramente aveva pensato in quelle lunghissime ore che erano stati separati. Draco sapeva di avere la colpa di tutto quello, se non fosse stato per il suo caratteraccio non avrebbero mai litigato in quel modo, aveva sempre il brutto vizio di dare di matto, prima di spiegarsi, soprattutto quando si sentiva attaccato o ferito, ma ferire gli altri non era la soluzione migliore per risolvere le cose.
«Mi dispiace, Harry» sussurrò stringendolo più forte «Mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia, ho reagito male, come al solito» disse mortificato. Non credeva di poterlo spezzare così tanto, non credeva di potergli fare tanto male, ma l’aveva fatto. Se solo Harry l’avesse perdonato, avrebbe fatto di tutto per farlo innamorare di nuovo di lui e per fargli capire che era davvero cambiato, le sue non erano parole al vento. Stava ancora cercando di mitigare il suo caratteraccio e c’erano momenti in cui non riusciva a smussarlo. «Avevo i miei motivi, ma… non dovevo prendermela in quel modo, non volevo farti del male» disse velocemente «Ti prego, perdonami, ho detto cose che non ho mai neanche pensato, ero arrabbiato e… non ho ragionato su quello che dicevo» si scusò ancora, stringendolo ancora a sé. Lo allontanò gentilmente dalla sua spalla e gli mise le mani sulle guance per eliminare le strisce bagnate lasciate dalle lacrime sul suo viso, lo guardò negli occhi e si sentì un mostro per aver permesso che piangesse fino a rendere i suoi occhi così rossi e innaturali «So che nella nostra relazione non sono mai stato il fidanzato perfetto e non posso prometterti che lo sarò, mi conosci, io sono… il solito Malfoy, a volte mi comporto da stupido, ma i miei sentimenti per te sono sinceri, lo sono sempre stati» continuò «So che ti ho spezzato il cuore, ma se tu mi volessi ancora… io sono qui, sono tuo, lo sono sempre stato» confessò guardandolo negli occhi. Harry gli restituì lo sguardo, leggermente confuso.
«Draco…»
«Per favore, Harry…»
Il moro sorrise impercettibilmente e annuì «Anche io ho le mie colpe…» una sua mano raggiunse quella di Draco e la afferrò con decisione stringendogliela «Non avrei dovuto aggredirti in quel modo, non avrei dovuto insistere con la faccenda dei Weasley e…»
«Non era per loro che me la sono presa» confessò il biondo, arrossendo, Harry lo guardò perplesso, probabilmente chiedendosi il motivo per il quale avevano litigato in quel modo «Io- ecco, tu avevi dato per scontato che avresti passato la giornata con loro, io… davo per scontato di trascorrerla con te, perché…» sospirò «Il giorno di Natale è anche il nostro anniversario, il primo». Draco vide gli occhi di Harry ingrandirsi a dismisura, come se non avesse pensato minimante a quel motivo. Probabilmente aveva vagliato tutte le opzioni, si era incolpato… e non aveva pensato alla cosa più ovvia. Il loro dannatissimo primo anniversario. Beh, nonostante fossero passati anni da Hogwarts e un anno da quel primo Natale che li aveva uniti, Harry continuava a restare il suo Grifondoro-idiota-mai-Corvonero preferito.
«C-Cosa?»
«Sul serio, Potter?» chiese allibito «Secondo te per quale diavolo di motivo dovevo prendermela? Fosse stato un giorno come un altro avrei sopportato i Weasley, il loro odio gratuito e le frecciatine del tuo migliore amico, come sempre, ma non il giorno del nostro anniversario, volevo solo… passarlo con te, solo con te».
«Draco…»
Il biondo scosse la testa «Facciamo finta che non sia niente accaduto, facciamo finta che questa brutta giornata non sia mai accaduta» propose, guardandolo negli occhi «Mi perdoni per essere stato un idiota?»
«Solo se tu perdoni me per essere stato così poco sensibile».
Draco sorrise guardando il suo ragazzo negli e «Ma certo» sussurrò dandogli un delicatissimo bacio sulla fronte «Scusami per tutto, cercherò di essere migliore… e di farti capire le cose senza aggredirti».
«E io ti prometto che cercherò di essere più… sensibile» disse «E parlerò con i Weasley, non devi sentirti a disagio e sopportare, non avevo idea che vivessi così male gli incontri con loro…»
«Non badare a questo, ogni tanto posso sopportarlo, davvero. Di solito, dicono le cose quando tu non sei nei paraggi…» spiegò brevemente con una scrollata di spalle. Accettare i Weasley e le loro cattiverie era il suo modo di dimostrare a Harry di tenere a lui, il modo che aveva per permettergli di essere sempre felice, senza di loro non lo sarebbe stato. Avrebbe donato tutto a Harry, se fosse stato necessario per farlo stare bene.
«Questo è assurdo e tu non mi hai detto niente?» chiese scuotendo la testa, allibito e scioccato dall’atteggiamento del suo ragazzo «Parlerò con loro. Se non ti accettano, non accettano neanche me» affermò guardandolo negli occhi «Perché non me l’hai detto prima?» domandò. L’altro scollò le spalle e scosse la testa, non voleva che litigasse con loro, non voleva essere cui che aveva separato Harry dalla sua “famiglia adottiva”.
«Non devi…»
«Idiota» borbottò il moro, mettendogli le braccia attorno al collo, scuotendo la testa «Baciami». Draco sorrise e lo trascinò sul divano, con movimenti rapidi e fulminei lo fece sdraiare e lo intrappolò sotto al suo corpo. Harry rise per tutto il tempo, perché con i suoi movimenti Draco gli faceva il solletico. Il biondo gli sorrise e poi si abbassò su di lui per baciarlo con dolcezza, sigillando quella promessa che si erano fatti poco prima. Quella fredda sera di dicembre i due ragazzi non solo si donarono reciprocamente l’amore che già un anno prima si erano dichiarati, ma si resero anche conto che il periodo natalizio era il migliore per innamorarsi, essere ricambiati e scambiarsi promesse destinate a durare per sempre.
 

 
Dopo il chiarimento con Draco le cose erano andate piuttosto bene, quel litigio era servito molto ad entrambi anche per chiarire delle questioni di cui non avevano mai parlato prima. Avevano ancora molto da imparare sulle relazioni, nessuno di tutti e due aveva mai avuto una storia seria. Harry era certo che se avessero continuato in quel modo avrebbero trovato un’intesa sempre più forte e duratura e sarebbero riusciti ad ottenere buoni risultati insieme. Il giorno immediatamente successivo al loro litigio, Harry era andato da Weasley per chiarire con loro la situazione: odiava che trattassero Draco come un Mangiamorte, non lo era più, aveva pagato per i suoi crimini ed era giusto che la smettessero di tormentarlo con quella storia, essa era nel passato, come Voldemort, come la guerra. Le cose non erano andate come aveva immaginato: inizialmente avevano negato, ma poi prima Ron, poi Arthur e tutti gli altri avevano sostenuto che Draco non era la persona giusta per lui, che era un ex-Mangiamorte, che il suo nome non poteva essere associato a quello di una persona meschina come il biondo, avrebbe dovuto immaginare che non sarebbe stato facile, visto il modo in cui Molly e Ginny avevano trattato Fleur quando Bill aveva annunciato il loro fidanzamento. Harry si era trattenuto, aveva cercato di spiegare le sue motivazioni. Era deluso dal loro atteggiamento nei confronti del suo ragazzo, voleva bene ai Weasley, ma loro non avevano alcun diritto di decidere per lui, non potevano scegliere la persona che doveva amare. Draco non meritava di essere trattato in quel modo, tutti quelli che sostenevano che Draco Malfoy fosse ancora lo stesso ragazzino viziato ed egoista di Hogwarts, si sbagliavano di grosso. Lui conosceva il vero Draco, quello che c’era dietro la maschera, quello che si era pentito dei suoi errori, quello che aveva sofferto. Bill e Charlie, che erano tornati alla Tana per le festività, erano stati i primi a capire il suo punto di vista e a dargli il loro supporto. Era stato difficile farsi comprendere, ma alla fine lo avevano capito. Forse da quel giorno i loro rapporti si sarebbero raffreddati un po’, ma Harry non aveva intenzione di tornare indietro. Alla fine, anche Molly, Arthur, Ron e gli altri l’avevano capito e avevano capito il suo punto di vista e gli avevano promesso che avrebbero provato ad avere meno pregiudizi nei suoi confronti. Harry era stato felice di quella concessione e aveva annunciato loro che non avrebbe festeggiato il Natale con loro, perché avrebbe festeggiato il suo primo anniversario con Draco, ma che sarebbero andati da loro il giorno della vigilia per augurare loro buone feste. Quel litigio era anche servito per far capire a Harry che doveva iniziare a dare anche lui qualche certezza al biondo, non solo a parole, ma anche a gesti. Ed era sicuro che il suo regalo per l’anniversario gli sarebbe piaciuto. Inoltre, doveva farsi perdonare di aver dimenticato l’anniversario. Come aveva fatto? Come aveva potuto dare per scontato quel giorno?
La Vigilia di Natale era arrivata in fretta e l’avevano trascorsa pacificamente. Era stata una giornata piacevole, prima erano andati a far visita ai Weasley, i quali avevano cercato di mantenere la promessa fatta a Harry e avevano cercato di comportarsi diversamente nei confronti di Draco. Quell’atteggiamento aveva insospettito un po’ il biondo, che era rimasto in tensione per tutto il tempo, credendo che le cose potessero esplodere, ma non era successo, forse il discorso di Potter era servito davvero a qualcosa. Dopo essere stati lì, avevano fatto visita alla madre di Draco, che viveva con sua sorella Andromeda e con il piccolo Teddy, fin da quando si erano riappacificate alla fine della guerra e avevano portato dei regali per le due donne e per il bambino, che, sebbene fosse piccolo, già stravedeva per il suo padrino, infine la sera avevano festeggiato con un gruppo ristretto di amici, tra risate e cibo a volontà, ma entrambi stavano già pregustando il giorno seguente, quando sarebbero stati da soli a festeggiare il loro anniversario.
Per tutta la durata della cena, Harry aveva guardato il suo ragazzo con occhi pieni d’amore e con una strana voglia. Aveva realizzato che non aveva bisogno di nulla, se non di quello: dell’amore di Draco. Fin da bambino, non aveva mai chiesto nulla per Natale, sapeva che non l’avrebbe mai ottenuto, perché lui era “quello di troppo”, lo era sempre stato e lo sarebbe stato sempre. Aveva sempre sentito di esserlo anche quando era andato via dalla casa dei Dursley, non aveva mai chiesto niente, perché aveva sempre sentito di non meritarlo, di non essere degno di attenzioni di alcun genere, non aveva mai neanche desiderato qualcosa, perché fin da piccolo gli era stato “insegnato” che non doveva essere ingrato e desiderare che qualcuno volesse fargli dei regali ti abbiamo concesso di vivere sotto il nostro stesso tetto, gli diceva sempre Vernon. Non aveva mai sentito il bisogno di avere qualcosa, le cose materiali per lui non erano mai state troppo importanti, si era sempre accontentato di molto poco, non era mai stato egoista o una persona che cercava di stare sempre al centro dell’attenzione come suo cugino, o come volevano farlo apparire gli altri ragazzi della scuola. In tutta la sua vita c’era stata una sola cosa che aveva davvero desirato fin da bambino, ma che on avrebbe mai pensato di poter ottenere: una famiglia che gli volesse bene. Anche se i Dursley lo avevano accolto – più perché costretti da Silente che per altro – non gli avevano mai dimostrato un po’ d’amore e Harry, dopo i primi anni in cui si chiedeva cosa avesse di sbagliato, l’aveva accettato, ma il suo cuore non aveva mai smesso di desiderare qualcuno che gli volesse bene. Quando aveva conosciuto i Weasley, il suo desiderio di bambino era diventato realtà, con loro si era sentito davvero amato, nonostante non fosse loro figlio, Arthur e Molly lo avevano sempre trattato come tale. Ma aveva realizzato solo adesso, con Draco, di avere già tutto quello che desiderava, aveva Draco e il suo amore. Non aveva mai desiderato niente, non aveva mai voluto disperatamente qualcosa, non come desiderava l’ex Serpeverde.
Nessuno avrebbe mai potuto capire quello che provavano l’uno per l’altro, nessuno avrebbe mai potuto comprendere il motivo per il quale insieme funzionavano, nessuno avrebbe potuto capire che insieme avevano trovato la felicità. Era come se il desiderio di entrambi si fosse realizzato. E allora andava bene non aver mai desiderato niente di materiale, perché nessun regalo avrebbe potuto donargli quella sensazione di pienezza e completezza che la relazione con Draco gli dava, nessun regalo avrebbe potuto farlo sentire così felice, così completo, integro, vivo, amato. Ogni bacio di Draco, ogni suo abbraccio, ogni suo ti amo, ogni suo sguardo era in grado di farlo sentire così, non importava cosa stessero facendo, se stessero guardando un film o se stessero facendo l’amore, Draco era in grado di farlo stare bene anche con una semplice carezza, anche solo standogli accanto in silenzio nei momenti tristi. Nessun regalo avrebbe potuto farlo sentire così, perché Draco Malfoy era il regalo che aveva sempre aspettato, ma che non aveva mai saputo di desiderare. L’aveva realizzato solo un anno prima, ma adesso ne aveva la piena coscienza. E non vedeva l’ora di festeggiare il loro primo anniversario insieme, non vedeva l’ora di festeggiare insieme a lui tanti anniversari e tanti giorni di Natale. Non a caso, esattamente nel giorno di Natale cadeva il loro primo anniversario, proprio come se “Babbo Natale”, un anno prima, avesse deciso di donare a tutti e due quell’amore di cui entrambi avevano bisogno per stare bene.
«Che diavolo hai da sorridere in quel modo, Potter?» gli chiese Draco, quando lo raggiunse in camera da letto, la notte della Vigilia.  
«Niente, sono felice» rispose Harry, guardandolo con gli occhi che brillavano d’amore.  Draco si avvicinò a lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra, sorridendo dolcemente.
«Buon Natale» soffiò sulle sue labbra «Aspetta qui, vado a prendere il tuo regalo». Il moro scosse la testa e gli mise le braccia attorno al collo, attirandolo di nuovo a sé e baciandolo ancora una volta.
«No… non ho bisogno di nessun regalo» sussurrò sulle sue labbra «Sei tu tutto ciò che voglio a Natale».
Draco ridacchiò e gli morse un labbro «Sempre così romantico…» borbottò, scuotendo la testa divertito. Il moro scrollò le spalle e, consapevole della sua colpa, lo baciò trascinandolo sul letto.
Pretendeva di scartare immediatamente il suo regalo e lo fece, senza alcuna inibizione.
 

 
La mattina di Natale, Draco si svegliò felice, si rigirò nel letto e si ritrovò avvinghiato al suo appiccicoso ragazzo. Un sorrisetto mordace tese le sue labbra, si sporse verso di lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra. L’atteggiamento di Harry della notte precedente, lo aveva sorpreso in maniera davvero positiva, l’ex Serpeverde non si sarebbe mai aspettato tanta intraprendenza dal suo timido ex Grifondoro. Avevano avuto una delle nottate più focose della loro relazione e Draco aveva sentito tutto l’amore che Harry provava per lui scorrere tra di loro, come un fiume in piena e ne era stato completamente travolto, ancora poteva sentire il piacere che aveva provato travolgerlo completamente. Era stato inaspettato, ma piacevole. Più che piacevole.
Rabbrividì leggermente, quando un piede congelato di Harry si intrufolò tra le sue caviglie. La casa era ben protetta dal freddo di dicembre, ma loro – soprattutto Harry – adoravano rannicchiarsi sotto al piumone più vicini possibile, per godere del calore che i loro corpi emanavano, soprattutto se la notte precedente avevano fatto l’amore.
«Sei sveglio?»  il moro grugnì e scosse la testa per negare. Il biondo ridacchiò, dandogli un bacio tra i capelli «Sai che giorno è oggi?» domandò, stringendo l’altro a sé, accarezzandogli piano la base della schiena. Quest’ultimo rabbrividì, sentendo la sua pelle nuda a contatto con quella dell’altro. Si stupiva sempre delle profonde emozioni che il suo ragazzo era in grado di trasmettergli con delle semplici carezze o un semplice abbraccio.
«Mmh, un giorno freddissimo di dicembre che passeremo qui a rotolarci tra le coperte?» mormorò con la voce impastata dal sonno, appoggiando la testa sul suo petto. Draco ridacchiò, dandogli un bacio tra i capelli.
«No, ma potrebbe anche essere il giorno più bello della tua vita» replicò «Oggi è Natale ed è il nostro anniversario» annunciò sentendo l’altro grugnire ancora una volta, detestava essere disturbato mentre dormiva avvinghiato a lui «E… oggi usciamo».
«No, non mi va» si lamentò l’altro «Restiamo a casa».
«Forza! Ti prometto che ci divertiremo» fece Draco, sorridendo «Ho organizzato tutto, non vorrai sentire le mie lamentele per i prossimi sette giorni?» l’ex Grifondoro scosse la testa, ma nascose la testa nell’incavo del collo del biondo, sperando di poter dormire ancora «Ti darò un piccolo incentivo» mormorò all suo orecchio sensualmente, poi con un gesto rapido si portò sopra al corpo del suo ragazzo e lo baciò con intensità, mettendogli le mani tra i capelli. Sopraffatto dall’esuberanza dell’altro, Harry si svegliò quasi del tutto e non riuscì ad evitare di ricambiare il bacio, mettendogli le braccia attorno al collo. Si baciarono a lungo, quasi senza respirare e quando si separarono si guardarono negli occhi, sorridendosi a vicenda.
«Uhm… forse mi hai convinto» mormorò il moro, prima di catturare le labbra di nuovo le labbra del suo ragazzo con le sue, per regalargli un altro bacio appassionato. Draco ridacchiò contro la sua bocca e ricambiò il bacio con la stessa passione. «Quindi… dove mi porti?»
«Sorpresa» rispose l’altro dandogli un bacio sul mento «Adesso vado a preparare la colazione» annunciò, alzandosi dal letto. L’ex Grifondoro annuì e sorrise e si sporse verso di lui per ottenere un nuovo bacio e il suo ragazzo lo accontentò, incapace di dire no davanti a tanta tenerezza. Poi si alzò ed uscì dalla camera, per raggiungere la cucina.
Per festeggiare il loro primo anniversario, Draco aveva un piano ben congeniato in mente, organizzato nei minimi dettagli insieme ad Hermione, perché voleva sorprendere Harry in ogni modo possibile. Desiderava renderlo felice, voleva che quel giorno fosse speciale per entrambi, sia perché era il loro anniversario, sia perché il Natale per lui, fin da quando era diventato amico di Harry aveva cambiato completamente significato. Se prima il Natale era solo una festa che festeggiava forzatamente con i suoi genitori, quando questi lo costringevano a festeggiare quella ricorrenza con persone del suo stesso ceto sociale, quando lo costringevano a vivere una vita che gli stava stretta, quando avrebbe solo voluto scartare i regali sotto l’albero e giocare con altri bambini e invece era costretto a stare seduto come un piccolo lord a un tavolo, a comportarsi in modo adeguato, a non muoversi se non necessario, a stare sempre al suo posto, a comportarsi in maniera impeccabile perché altrimenti ci farai sfigurare. Tutto era grigio e privo di significato all’epoca. Non che i suoi genitori non gli avessero mai fatto dei regali, anzi, lo avevano sempre viziato sotto quel punto di vista. Non gli avevano mai fatto mancare niente, dai dolci ai giocattoli magici, accontentavano sempre ogni sua richiesta, ogni suo capriccio, ma si era reso conto che tutto quello non era mai stato quello di cui aveva bisogno. Anche a Hogwarts, ogni volta che era rimasto per le festività, non era mai stato completamente felice, non come tutti gli altri suoi compagni di scuola, si annoiava sempre a Natale, a volte non provava neppure l’emozione di aprire i regali, per non parlare dell’anno che aveva trascorso ad Azkaban. Era stupido da pensare, ma da quando Harry era entrato nella sua vita, essa aveva assunto nuovi colori, il grigiore che l’aveva accompagnato fino all’anno precedente era stato sostituto da una nuova luce, simile a quella delle luci colorate che illuminavano il suo albero. Tutti quei regali non significavano nulla, senza il suo Grifondoro preferito al suo fianco. Forse era vero, Harry era tutto ciò di cui aveva sempre avuto bisogno, forse se in passato si fosse comportato in modo diverso nei suoi confronti, se si fosse posto in modo diverso, forse il moro sarebbe stato suo amico e l’avrebbe portato “sulla strada giusta”, impedendogli di prendere il Marchio e macchiarsi di tutti quei crimini. Ancora ricordava le urla dei Mangiamorte che Voldemort l’aveva costretto a torturare. Con l’ex Grifondoro i suoi incubi sparivano e lui era felice. A volte non gli riusciva facile farlo capire al moro, ma ci provava con tutto se stesso, non era per niente facile, non era per niente, dopotutto erano sempre Harry Potter e Draco Malfoy, tra di loro le cose non erano mai state semplici neanche quando erano solo “nemici”. Avevano avuto un rapporto burrascoso fin dal loro primo incontro, ma da quando erano vicini, da quando erano intimi… Draco era certo che la sua vita era cambiata completamente. E doveva ringraziarlo, stava cambiando per lui, per essere degno di stare al suo fianco. Era perso senza di lui e voleva farglielo capire in ogni modo. Non voleva lasciarlo andare, non voleva essere di nuovo solo come in passato. Con Harry tutto aveva senso, senza di lui… tutto sarebbe stato di nuovo noioso, grigio e freddo.  Ormai era vittima di quei buoni sentimenti di cui si vantavano tanto i Grifondoro, ma stranamente non se ne vergognava, anzi era grato di essere in grado di provare tutte quelle cose. Anche se a volte faticava ad esprimerle…
Ultimò la preparazione della colazione e poi raggiunse la camera da letto, Harry era sdraiato sul letto, non indossava ancora gli occhiali, fissava il soffitto con un adorabile sorriso sul volto e quando lo sentì arrivare, si voltò verso di lui e gli rivolse uno di quei sorrisi speciali che riservava solo a poche persone. Il cuore di Draco si riempì d’amore.
«Colazione a letto? Pensavo mi chiamassi…» mormorò arrossendo. Il biondo si avvicinò a lui e gli mise il vassoio davanti.
«Buon Anniversario, Harry».
«B-Buon Anniversario, Dray…» mormorò, sorridendo appena, imbarazzato. Draco gli diede un bacio a stampo, prima di iniziare a fare colazione con lui, pregustando già la giornata e la sua felicità.
 
Un’ora dopo la colazione, uscirono da casa. Il biondo non aveva voluto dire nulla al suo ragazzo riguardo a come avrebbero trascorso quella giornata, tutto era avvolto dal mistero più fitto e non sapeva se sentirsi terrorizzato o eccitato dalla cosa. Harry non capiva il motivo di tutto quel mistero, di solito non si faceva alcun problema a rivelargli i suoi piani per una serata organizzata da lui, di solito tendeva a vantarsi delle sue idee per i loro appuntamenti. Doveva essere qualcosa di veramente importante per tenerglielo nascosto così. Probabilmente aveva organizzato qualcosa di speciale ed era questo il motivo per il quale si era arrabbiato tanto quando, qualche giorno prima, gli aveva proposto di andare dai Weasley per Natale. Col senno di poi, doveva ammettere di essere stato abbastanza insensibile a non considerare che il suo ragazzo avrebbe voluto festeggiare da soli il loro anniversario… ma a sua discolpa, Draco non era mai stato una persona eccessivamente romantica e non sembrava mai così incline al voler festeggiare ricorrenze e simili. Aveva fatto un errore di valutazione, ma per fortuna tutto si era risolto per il meglio. E non vedeva l’ora di dargli il suo regalo. Era certo che il biondo avrebbe apprezzato… o almeno lo sperava.
«Chiudi gli occhi» sussurrò Draco al suo orecchio, appoggiandogli una mano sulla spalla. Harry annuì e fece come gli era stato detto, poi gli prese la mano. L’altro sorrise e gliela strinse dolcemente per infondergli sicurezza. Harry non era mai molto a suo agio con la smaterializzazione in gruppo o di coppia, ma di Draco si fidava, sapeva che con lui non correva alcun pericolo. Quando si smaterializzarono, avvertì la fastidiosa sensazione di quell’incantesimo e quando l’effetto finì, sentì il suo equilibrio vacillare, il suo ragazzo lo sorresse per non farlo cadere e gli sussurrò di tenere ancora gli occhi chiusi. Harry si appoggiò a lui e annuì ancora una volta. Restò con gli occhi chiusi ad attendere che fosse l’altro a dirgli quando aprirli, tuttavia non riuscì a non chiedersi il motivo di tanto mistero. L’ex Serpeverde gli strinse la mano e lo condusse da qualche parte, faceva freddo in quel posto… dove diavolo erano andati?
«Adesso puoi aprirli» gli disse Draco. Lentamente, Harry aprì gli occhi e si guardò attorno stupefatto ed estasiato: erano davanti all’entrata di un’enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio al chiuso. Il biondo sorrise davanti alla sua espressione felice e lo condusse all’interno. Harry si sentiva come un bambino al luna park. Il soffitto era attraversato da lunghe serie di luci natalizie colorate, al centro della sala pendeva dal soffitto un’enorme stella cometa illuminata. Era un posto magico.
«Draco, ma… come…?»
«Una volta mi hai detto che ti sarebbe piaciuto venire a pattinare il giorno di Natale, quindi, eccoci qui» rispose schiettamente l’altro. Il moro deglutì, stupito. Non si aspettava che Draco ricordasse quella cosa, lui neanche ricordava di averglielo detto… quante qualità aveva ancora nascoste Draco?
«Ma quando…? E tu lo ricordi ancora?»
«Certo, ricordo tutto quello che mi hai detto» confermò «E, uhm, hai nominato una cosa del genere durante uno dei nostri appuntamenti, ti avevo chiesto quale fosse il tuo appuntamento romantico ideale» Harry spalancò gli occhi «Io ti ho risposto che una cosa del genere era troppo sdolcinata e pericolosa, che solo un maledetto Grifondoro avrebbe rischiato l’osso del collo il giorno di Natale e…» Harry non gli fece finire la frase, si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulle labbra, sorridendo felice. Draco poteva sembrare una persona poco incline al romanticismo, in realtà sapeva esserlo e sapeva anche sorprenderlo in ogni modo. Questo era uno dei tanti motivi per cui lo amava.
«Grazie» mormorò «Ma io non sono capace, lo sai…?»
Il volto di Draco si aprì in un bellissimo sorriso, gli prese la mano e: «Io sì, andiamo» tagliò corto, tirandolo verso l’ingresso della pista. In pochi minuti, Harry scoprì che il suo ragazzo aveva già organizzato tutto al dettaglio, si cambiarono le scarpe e indossarono i pattini, poi raggiunsero la pista. Harry già lo sentiva, quello sarebbe stato il Natale più straordinario di tutta la sua vita, ma non solo perché Draco aveva organizzato il suo appuntamento ideale, ma perché c’era lui al suo fianco. Prevedeva un altro anno meraviglioso al suo fianco… e molti altri dopo.
Raggiunsero la pista di ghiaccio, Harry era abbastanza teso, ma la mano sicura di Draco nella sua gli infuse il coraggio sufficiente per affrontare quella scivolosa distesa di acqua congelata. Sperava solo di non cadere e di non fare la figura dell’idiota con il biondo, quest’ultimo però gli strinse entrambe le mani e gliele tenne per tutto il tempo, Harry si sciolse dopo un po’ e iniziò a divertirsi anche lui in quel momento, per un attimo lasciò anche le mani dell’altro per pattinare da solo per alcuni metri, era così divertente, perché non aveva mai imparato prima?
Era quasi divertente come il Quidditch, ma più romantico.
«Vieni qui tu» mormorò Draco e lo raggiunse, gli prese la mano e con uno strattone lo tirò a sé. Harry sbatté contro il petto del suo ragazzo e perse l’equilibrio. Entrambi scivolarono sul ghiaccio ridendo come due scemi, non si erano mica accorti di avere gli occhi di tutti su di loro. «Stai bene?» chiese l’ex Serpeverde controllando le condizioni del suo ragazzo, il quale annuì felice. Sentiva solo un po’ di freddo lungo la schiena, ma stava bene, era allegro e si sentiva amato. Non avrebbe potuto chiedere nulla di meglio. Quello si stava rivelando davvero un Natale straordinario.
«Dray, guarda!» esclamò il moro, indicando il soffitto, dal quale pendeva un rametto di vischio «Sei costretto a baciarmi sotto al vischio adesso» affermò sorridendo. Draco non ebbe bisogno di altri incentivi, dopo essersi assicurato che nessuno dei due si fosse fatto male, gli prese il viso delicatamente tra le sue mani e lo baciò lentamente. Harry allungò le braccia attorno al suo collo e lo strinse a sé.
Luci di Natale, vischio, pista di pattinaggio, Draco, era come se Babbo Natale avesse appena realizzato uno dei suoi desideri, esisteva davvero un appuntamento migliore di quello? Non credeva proprio, ma non sapeva ancora che il biondo avesse organizzato altro per quella giornata. Infatti, dopo la “lezione” di pattinaggio, lasciarono la pista e raggiunsero un piccolo chiosco, dove Draco comprò della cioccolata calda per entrambi, Harry si sentiva felice come un bambino e Draco ne era felice, dopotutto questo era ciò che lui desiderava davvero: vederlo felice, rilassato, sereno, farlo sentire amato. Sapeva di essere tremendamente sdolcinato, patetico e romantico a pensare cose del genere, ma non poteva farci nulla, era più forte di lui, voleva solo che la persona che amava stesse bene e che si sentisse a suo agio, non era sbagliato, no? Intorno a loro c’era fermento, i bambini correvano felici, saltellando, lanciandosi palle di neve, alcuni intonavano canti di Natale e, in generale, l’atmosfera che si respirava lì era deliziosa. Era grato ad Hermione per averlo aiutato a trovare quel posto. Nonostante tutto, tra gli amici di Potter era stata quella che meno li aveva criticati, l’unica cosa che aveva fatto era stata minacciare Draco con la bacchetta: Se farai soffrire Harry, te ne pentirai amaramente, ma lui non aveva intenzione di farlo soffrire, anche se litigavano, trovava sempre il modo di fare pace con lui, perché lo amava davvero.
Restarono in quella zona per la maggior parte della mattinata, nonostante il freddo, furono travolti dalla calda aria natalizia che si respirava in quel luogo. Improvvisamente, mentre passeggiavano l’uno accanto all’altro, il viso del moro si illuminò, gli prese la mano e lo trascinò verso alcune bancarelle che vendevano dolci e decise di acquistarne un po’ per loro cosicché potessero assaggiarli.
«Non saranno quelli di Mielandia» disse porgendogliene uno «Ma sono sicuro che ti piaceranno!»
Draco rise e fu trascinato dal moro per tutte le bancarelle presenti, dalle quali acquistarono una discreta quantità di dolci che consumarono nel corso della loro gita. Si fermarono anche ad una bancarella che metteva in palio peluche e Harry insistette per giocare, le sue doti di ottimo giocatore di Quidditch furono dalla sua parte e vinse un enorme peluche che inaspettatamente regalò a Draco, il quale arrossì come un tizzone. Lo accettò, guardandosi intorno imbarazzato, mentre il suo ragazzo ridacchiava e proseguiva la sua passeggiata per quel piccolo borgo pieno di mercatini natalizi e attrazioni di ogni genere. Vedere Harry così felice scaldò il cuore dell’ex Serpeverde che pensò di aver davvero fatto la cosa giusta a decidere di organizzare quell’appuntamento in quel modo. Rimpicciolì l’ingombrante peluche, attento a non farsi vedere dai babbani e lo ripose nella tasca della giacca. Fu stranamente divertente, dovette ammettere con se stesso, aveva organizzato tutto principalmente per rendere felice Harry, ma si stava divertendo anche lui. O forse era solo l’aria di Natale a renderlo così, aveva programmato ogni istante di quella giornata e non vedeva l’ora che Harry scoprisse anche le altre sorprese che gli erano state riservate. Il motivo per il quale si era arrabbiato tanto, quel giorno, era proprio questo: aveva dato tutto se stesso nell’organizzare quel primo anniversario e… il moro non aveva preso neanche in considerazione l’idea di trascorrere la giornata insieme. L’aveva ferito, ma adesso era tutto risolto, erano lì ed erano felici insieme, il resto non contava più, avevano capito che anche la comunicazione era importante in una relazione e ci stavano lavorando.
Alcune ore dopo si fermarono e si sedettero su una panchina, entrambi felici e soddisfatti, ma la giornata era ancora lunga. Harry si sporse verso di lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra, facendogli battere il cuore nel petto con forza. Draco mise una mano sulla sua guancia e ricambiò il bacio con la stessa dolcezza. Le loro labbra si sfioravano con delicatezza e amorevolezza, si accarezzavano dolcemente e non c’era nessuna sensazione migliore da provare, mentre la gioia si diffondeva nei loro animi. Sapeva dove doveva portarlo adesso e sperava solo che all’altro piacesse, altrimenti tutti i suoi sforzi per organizzare tutta quella giornata sarebbero stati vani.
«Chiudi gli occhi» sussurrò al suo orecchio, come aveva fatto quando erano partiti da casa. Harry annuì ed obbedì immediatamente, Draco si guardò intorno per assicurarsi che non ci fossero babbani e gli prese la mano, stringendogliela con forza, poi si smaterializzò da lì e riapparve davanti all’ingresso di una piccola baita, che aveva affittato per l’occasione. L’essere maghi e avere il potere di smaterializzarsi poteva essere molto utile, a volte. Sorrise come un idiota e passò un braccio sotto alle ginocchia di Harry, mettendo l’altro dietro alla sua schiena, e lo prese in braccio. Il moro sobbalzò e rise allacciando le braccia attorno al collo del suo ragazzo, stringendosi a lui con forza.
«Che fai, Draco?» chiese divertito. Lui borbottò qualcosa come Lasciami fare e aprì la porta con un Alohomora non verbale, poi portò il moro all’interno della baita.
«Apri gli occhi, adesso». Lo sguardo stupefatto sul volto del moro valse la pena di tutta la fatica che aveva fatto per organizzare ogni cosa – e di tutte le ore trascorse ad ascoltare la Granger e i suoi consigli, maledetto lui e il giorno in cui aveva chiesto aiuto alla migliore amica del suo ragazzo.
«Dray, è… è meraviglioso» mormorò senza fiato Harry, sbattendo le palpebre incredulo. Scese dalle sue braccia e iniziò a girare per tutta la baita, Draco sapeva che gli sarebbe piaciuto tutto, c’erano decorazioni di Natale, vischio, luci colorate, stelle pendenti dal soffitto, ghirlande e tante altre cose, ma la cosa che di certo colpì maggiormente Harry fu il camino con le due calze appese ad esso. Lo vide abbassare la testa e coprirsi il viso con le mani e lo raggiunse subito prendendolo tra le sue braccia. Harry stava piangendo, ma sperava che fossero lacrime di gioia e non di tristezza.
«Ehi, no… non piangere» mormorò l’ex Serpeverde, mortificato.
«S-Sono felice, queste sono lacrime di gioia…» rispose Harry, sentendo il cuore esplodere dalla gioia, il biondo sorrise e annuì, lo strinse a sé con dolcezza e poi lo scostò leggermente per cercare il suo sguardo e asciugargli il viso con i polpastrelli, eliminando le tracce di lacrime dalle sue guance. «Ti amo, Draco».
«Ti amo anch’io, Harry» rispose il biondo, prima di attirarlo a sé e baciarlo con trasporto. Harry non esitò un minuto, ricambiò il bacio allacciando le braccia attorno al suo collo. In breve tempo, furono travolti dalla passione e, senza più badare ai piani della giornata, Draco trascinò Harry nella camera da letto e lo fece cadere sul letto. Lo osservò con lo sguardo intriso d’amore e sentì di essere guardato nello stesso modo. Si abbassò su di lui e riprese a baciarlo esattamente come un momento prima e lo baciò con così tanto trasporto che la passione di poco prima si accese di nuovo nei loro cuori e i loro corpi. Tra sospiri e gemiti, fecero l’amore in quella romantica baita, poi ordinarono la cena a domicilio e cenarono sul letto, con le luci soffuse e l’aria romantica che si respirava in quella casa, anche se entrambi sapevano che quello era il sentimento che provavano normalmente quando erano insieme.
 «A che pensi?» gli chiese dolcemente, accarezzandogli dolcemente un fianco, quando si sdraiarono di nuovo sul letto.
«A te» rispose il moro, appoggiando la testa sulla sua spalla e avvicinando la bocca al suo collo per lasciargli un delicato bacio proprio in quel punto, dove appena un’ora prima aveva lasciato un vistoso succhiotto. Il biondo sbuffò appena, scuotendo la testa e gli mise un braccio attorno alle spalle, per stringerlo a sé «Questo è il mio Natale ideale, solo io, te e il nostro amore».
«Sei sempre così sdolcinato…» borbottò, affondando il naso tra i suoi capelli «Mi farai venire il diabete».
«Disse colui che ha organizzato l’anniversario perfetto» borbottò Harry ridacchiando, poi si diede uno schiaffo sulla fronte, come se avesse appena ricordato una cosa importante «Non ti ho dato il regalo di anniversario» disse giustificandosi.
«Non ho bisogno di regali, io…» Harry scosse la testa interrompendolo, saltò giù dal letto e raggiunse il suo cappotto, estrasse da esso una piccola scatola e si avvicinò a Draco. Il biondo guardò il suo ragazzo perplesso, senza capire cosa volesse dire quel pacchetto. Era un anello? Non era troppo presto per pensare al matrimonio? Cosa…?
«Volevo… ecco…» deglutì il moro, si morse le labbra in imbarazzo e «Aprilo…» mormorò porgendoglielo. Draco lo accettò e lo aprì, restando stupito: quella scatola conteneva un mazzo di chiavi. Il suo cuore perse un battito, era davvero ciò che pensava…?
«Harry…?»
«Vuoi venire a vivere con me… ufficialmente?» chiese Harry «Vivi praticamente a casa mia e… insomma…» Draco non gli fece finire la frase, lo afferrò per un braccio e lo tirò su di sé, poi lo baciò di slancio, felice e sussurrò un intriso d’amore sulle sue labbra. Non si sarebbe mai aspettato quello, ma era felice. Non avrebbe potuto desiderare di meglio.
Forse non sarebbero mai la coppia perfetta, forse avrebbero litigato ancora, ma in quel momento, mentre si rotolavano tra le coperte di quel letto in quella baita, entrambi erano consapevoli che una magia ancora sconosciuta era stata lanciata su di loro, una magia che non si imparava dai libri né esistevano formule per comprenderla. Quella magia veniva dai loro cuori ed era nata nel periodo più magico dell’anno. Dopotutto, non a caso il periodo natalizio era famoso per essere il periodo dell’anno dello “scambio di doni” e non era forse l’amore il grande e prezioso dei doni?
Sia Draco che Harry ne erano assolutamente certi, anche se quello era un pensiero stupido e sentimentale, era anche maledettamente vero. Il loro dono natalizio si era trasformato nella loro favola, quella che avrebbero vissuto per sempre, fino alla fine delle loro vite e anche se non avessero vissuto per sempre felici e contenti come nelle favole, sapevano che, nonostante tutto, si sarebbero amati ogni giorno fino alla fine.


 

Fine.

 
____________________________
 
Giuro solennemente di (non) avere buone intenzioni


HOLA PEPS.
Buona Natale!
L'avevo detto che sarebbe giunta di notte, ma non credevo di fare passate le tre. Solo che all'improvviso c'erano delle cose che non mi convincevano e l'ho un po' modificata, ma...eccomi qua! 
Ho scritto questa storia ascoltando a palla tante, tante canzoni di Natale per trovare ispirazione ed è venuta fuori più lunga di quanto l’avessi immaginata… :D ovviamente l’avevo pensata in un modo e in fase di revisione si è leggermente modificata, ma, that’s it! Scusate il pippone di 18 pagine… UGH, non so regolarmi mai. Spero che vi sia piaciuta nella sua semplicità! 
Davvero pensavate che non tormentassi le vostre vite con una oneshot natalizia? AHAH BABBANI. (NO SCHERZO, ABBASSATE LE BACCHETTE). Questo è il mio “piccolo” regalino di Natale per la comunità di EFP <3 Mi piace pubblicare storie a tema, non sempre ci riesco (la shot a tema halloween ancora mi guarda male e piange ç_ç) ma comunque… lo faccio spesso, mi piace fare storie a tema con le festività e quest’anno ancor di più. Questo è un Natale un po’ particolare per tutti e volevo, in qualche modo, allietare queste festività per tutti coloro che mi seguono.
Non so se il 2021 sarà migliore di quest’ultimo anno, ma… insomma, almeno si spera nel meglio. Voglio ringraziare tutti per il supporto, per tutte le belle parole che mi avete scritto nel corso di quest’ultimo anno. God, sembra ieri che approdavo qui nel fandom di HP con Twist of Fate, e non so se piangere o no, ma è anche grazie a voi se questo fandom è diventata la mia comfort zone e riesco a pubblicare tantissime storie e a scriverle. Ho pubblicato in altri fandom prima di questo, ma in nessuno mi sono trovata bene come qui, non solo per il riscontro positivo che le storie hanno (che ovviamente fa piacere), ma anche per tutto l’affetto che riuscite a dimostrarmi e per le meravigliose persone che ho conosciuto. Vi ringrazio davvero. Se siamo giunti a 9 drarry pubblicate (compresa questa) in un poco più di un anno, è anche merito vostro, per il supporto che mi avete dato in questi lunghi mesi insieme. (ma non vi preoccupate, non ci fermeremo a 9, ho ancora delle cosine in cantiere che…. YEAH ma per ora, accontentatevi di Take my hand che è LUNGHISSIMA LOL) Spero di avervi fatto compagnia durante i periodi difficili delle quarantene e delle varie situazioni non proprio piacevoli di quest’ultimo anno, scrivere è stato un po’ il mio modo di affrontare tutte queste difficoltà e spero di aver allietato anche un po’ le vostre giornate. Ancora una volta, grazie a tutti. Questa storia è un po’ il mio modo di ringraziarvi per tutto quello che mi avete dato e per aver reso questo posto la mia comfort-zone, il mio posto sicuro. Quindi grazie di cuore a tutti voi.
Thanks a lot, davvero, dal profondo del mio cuore Tassorosso.
Love ya all <3
#StaySafe
Merry Christmas and Happy New Year! (O almeno si spera)
 
Per chi segue TMH, ci becchiamo sabato con il nuovo capitolo!
Bye!

PS. Sul mio profilo FB trovate anche la "copertina" creata ad hoc per questa storia (basta fare click, vi ho messo il link <3) :D


Fatto il misfatto


 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dreamlikeview