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Autore: bhooo01    25/12/2020    0 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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“Hermione? Mi stai ascoltando?”
La voce di Ginny giungeva ovattata alle orecchie della bruna. I pensieri che le affollavano la mente erano così tanti da ostruire il passaggio delle parole dell’amica.
In meno di una settimana era accaduto il finimondo. Tutta colpa di quello stupido ballo! Prima che ne iniziassero i preparativi andata tutto bene. Sembrava, addirittura, potesse esserci un serio avvicinamento con Ron, le aveva persino augurato la buonanotte con un bacio accidenti! Se solo non fosse stato per quella punizione nella stanza delle necessità. Forse era stata proprio quella l’origine dei suoi guai. La risposta di Ron, a quel gioco demenziale, aveva spento in lei ogni barlume di speranza che riguardasse l’inizio di un qualcosa con lui. Però si sa, chi ama ha una percezione distorta della realtà, e, nonostante i litigi e le incomprensioni, Hermione proprio non riusciva a smettere di riappacificarsi con quell’idiota. Invece con Cormac era tutto così semplice. Lui si comportava costantemente bene e con gentilezza, sarebbe stato proprio il ragazzo perfetto. O almeno era quello che la ragazza continuava a ripetersi, da quando aveva accettato di uscirci insieme, per far tacere la sua coscienza.
‘Sarebbe come tradire te stessa, sai che non provi niente.’ Continuava a dirle la vocina dentro di lei.
Ostinata com’era, però, Hermione, in quel momento, dava agio solo alla sua razionalità.
Voleva stare bene, si meritava di stare bene, e mai come in quel momento era convinta che allontanare Ron dal suo cuore sarebbe stato l’unico motivo per riuscirci. Si sentiva un verme ad uscire con McLaggen per le ragioni sbagliate ma, ormai, c’era dentro fino al collo.
“Terra chiama Hermione! Devo forse spedire un gufo sul tuo pianeta?”
“Che pianeta?” sussultò.
“Ma buongiorno! Si può sapere che hai?” chiese la rossa rilassandosi sulla poltrona su cui sedeva.
“Niente ero solo…, niente.” Era veramente complicato da spiegare tutto quell’intrigo, troppo anche per parlarne con Ginny. “Dicevi?” chiese infine per cambiare argomento.
Dal canto suo la rossa non era particolarmente convinta dall’atteggiamento dell’amica ma decise che, almeno per quel momento, sarebbe stato meglio aspettare, sicuramente, mai come allora, non avrebbe ottenuto nulla.
“Dicevo, o meglio, ti chiedevo se potevi farmi da modella.”
“Da che?” Hermione per lo stupore quasi scivolò dal divano.
“Da modella. Ho un problema con un paio di vestiti e devo vederli su una persona vera. Sono stanca di quei manichini incantati. Non immagini nemmeno quanto siano saccenti! Sono solo dei pezzi di legno con un bell’incantesimo assestato e si permettono di giudicare i miei modelli!” terminò agitando teatralmente le mani.
“Okay ma perché io?” chiese sperando di poter evitare quel compito.
“è che sei la mia migliore amica, se non chiedo a te a chi dovrei?” provò la rossa facendole una tipica espressione da cucciolo alla Ginny Weasley. Con sei fratelli maschi aveva pur dovuto escogitare un modo per ottenere ciò che voleva.
“Magari alle persone per cui hai disegnato gli abiti? Mi sembra più che logico!” ribattè.
“Hermione cara, c’è un numero inquantificabile di studenti in questa scuola. Pensi davvero che abbiamo fatto abiti su misura esclusivi per ognuno di loro? Eppure sei la strega più brillante della tua età.” Concluse la rossa con una mezza risata.
“A quanto pare va di moda dubitare della mia intelligenza.” Mormorò fra sé e sé la ragazza.
“Come?” chiese Ginny senza capire.
“Niente. Ho detto che lo farò.” Si arrese.
“Davvero? Per Merlino, è stupendo.” Esultò la ragazza abbracciandola. “Sabato ti va bene? Prima devo aggiustare delle cose.”
“Sabato non posso.” Rispose l’amica diventando rossa quanto i rivestimenti del divano.
“Come mai?”
“Ho delle cose da fare.”
“Quali cose?”
Hermione era particolarmente restia a parlarne con Ginny. Forse perchè lei stessa, per prima, non approvava pienamente ciò che si accingeva a fare e temeva che se la sua migliore amica avesse manifestato disaccordo non ne sarebbe stata più in grado. Decretò che però, alla fine, tenersi tutto dentro non avrebbe portato a nulla di buono e che, magari, parlarne con la rossa le avrebbe fatto bene.
“Se te lo dico prometti di non giudicarmi?”
“Croce sul cuore.” Asserì la ragazza mimando il gesto.
La bruna mormorò una risposta ma era così inudibile che neanche ad un millimetro di distanza sarebbe stata comprensibile.
“Come?” provò l’altra.
Hermione inspirò profondamente, si fece coraggio e alla fine confessò “Esco con Cormac McLaggen. Andiamo ad Hogsmede.”
“Che cosa hai detto?” chiese la rossa con gli occhi fuori dalle orbite.
“Hai detto che non mi avresti giudicata.” Rispose Hermione puntandole un dito contro.
“Non ti sto giudicando ma, semplicemente, perché?” continuò boccheggiando.
“Me l’ha chiesto. E io ho detto di sì.” Spiegò torcendosi le mani e guardando in basso.
“Quindi lui te l’ha chiesto e tu hai detto di sì.” Ripetette Ginny quasi a voler essere certa di aver capito ben.
In risposta ottenne solo un annuire convulso.
“Ripeto. Perché?” continuò iniziando a perdere la pazienza.
“Ginny te l’ho detto. Me l’ha chiesto e ho detto di sì. È un bravo ragazzo ed è sempre gentile con me, quindi non c’era motivo per rifiutare.”
“E Ron?” chiese timidamente. Nonostante tutto sapeva quanto la bruna tenesse a quel zuccone del fratello, quindi proprio non si spiegava quella decisione.
“E Ron niente.” Si puntò la bruna alzandosi in piedi. “Con lui è come stare sulle montagne russe. Un continuo saliscendi di emozioni e io sono stanca Ginny, stanca! Continuo a salirci sperando che ogni giro sia diverso dal precedente ma a me neanche piacciono le montagne russe! Adesso voglio tranquillità.” Asserì infine.
La rossa non sapeva che pensare. Ovviamente per Hermione voleva solo il meglio ma dubitava che l’avrebbe trovato proprio in Cormac McLaggen. Maledisse mentalmente suo fratello. Era un vero idiota a farsi scappare una ragazza così, soprattutto perché era convinta che anche lui provasse qualcosa.
Ad ogni modo tutto ciò che riusciva a pensare in quel momento era la fragilità di Hermione avanti a sè. Era esausta. Ciò si evinceva chiaramente. Come poteva non offrirle sostegno? Quindi si alzò, avvicinandole, e l’abbracciò forte cercando di infonderle tutto il suo affetto e le sussurrò piano “Meriti la tranquillità ed è quello che avrai.”
In risposta la bruna la strinse più forte, lieta che avesse compreso le sue ragioni.
“Allora che ne dici di lunedì?” chiese poi Ginny per sdrammatizzare.
“Lunedì è perfetto.” Concluse la bruna ridendo.
Dopo poco scorse dal buco del ritratto due figure, fin troppo familiari, introdursi nella sala comune. L’ultima cosa che voleva era proprio vedere Ron. Non si parlavano da tutto il giornp, aveva evitato ogni occasione con cura. Si voltò, dunque, velocemente verso Ginny per inventarsi una scusa dileguarsi in fretta “Ho un tema di pozioni da finire adesso, quindi andrei.”
“Si okay allora…” ma la rossa non ebbe modo di continuare perché l’amica si era già defilata verso i dormitori femminili.
“Che si dice?” si introdusse dopo un po’ Harry mentre con Ron prendeva posto sul divano accanto al fuoco.
La rossa si voltò verso i ragazzi, poi di nuovo guardò le scale ed infine ancora una volta i due davanti a sé. Subito collegò. La fuga di Hermione poteva avere solo un movente.
“Tu!” pronunciò con aria minacciosa mentre puntava un dito verso il fratello.
“Sì, io.” Rispose il rosso con aria interrogativa.
“Che accidenti hai combinato?”
“Si può sapere cosa vuoi? Oggi non è proprio giornata.” Mai questa frase fu più azzeccata. Era tutto il giorno che provava a fermare Hermione per scusarsi e fare pace. Si sentiva malissimo dopo la litigata della sera precedente e allo stesso tempo si odiava per aver incrinato, ancora una volta, lui stesso il loro rapporto. Proprio non gli servivano anche le urla della sorella.
“Con Hermione. Che cosa le hai fatto? È sicuramente colpa tua se ha deciso di uscire con McLaggen.” Concluse la ragazza incrociando le braccia al petto per poi affatturarsi subito mentalmente. Avrebbe dovuto imparare a collegare cervello e bocca.
“Lei che cosa?” tuonò il rosso alzandosi.
“Sì hai sentito bene.” Provò Ginny cercando di mantenere il suo cipiglio e dissolvere ogni briciolo di incertezza.
“No, io vado da lei.”
“Fermo.” Intervenne Harry parandosi davanti.
“Ti ho già detto che devi smetterla con queste assurde pretese. Ora ti siedi, ci dici cosa è successo e troviamo una soluzione, da persone mature.
Sedersi e riflettere. Un combo che stonava quanto un ossimoro se accostato a Ronald Weasley. Aveva stretto i pugni così forte da credere che le unghie presto avrebbero penetrato la carne, eppure ormai aveva capito che quell’atteggiamento andava abbandonato, in quindici anni di vita non aveva condotto da nessuna parte. Decise di inspirare profondamente. Molto profondamente. Rilassò le mani e si sedette nuovamente guardando negli occhi la sorella ed il suo migliore amico.
“Abbiamo litigato. Ieri. Al Lago Nero.” Si limitò a dire.
“Se tu fossi più specifico non faresti del male a nessuno. Allora? Che è successo?” chiese impaziente Ginny che in risposta ottenne uno sguardo fulmineo dal fratello.
Ron si vergognava così tanto da non riuscire neanche a scandire una risposta udibile e tutto ciò che giunse alle orecchie dei suoi interlocutori fu un indistinto borbottio.
“Lo sai che tu ed Hermione avete proprio un brutto vizio? Parla chiaramente!” sbottò la ragazza.
“Le ho detto che non è in grado di distinguere il bene dal male perché è un’ingenua e che quindi non era tanto intelligente quanto credeva.” Esalò.
Ginny ed Harry in contemporanea si batterono una mano sulla fronte non sapendo da dove iniziare.
“Ma sei impazzito?” si ridestò Harry per primo.
“Ragazzi lo so. Sono un idiota.”
“Puoi dirlo forte. Anzi, urlalo e ballalo in mezzo al campo di quidditch!” continuò la sorella.
“Non so cosa mi sia preso. Non penso davvero quelle cose.” Confessò ignorando i commenti “Per me lei è perfetta così e amo il suo vedere costantemente del bene nelle persone, anche in me.” Aggiunse guardandosi le mani. “Vi prego, aiutatemi. Non posso perderla per McLaggen.” Chiese come una supplica.
“Ron, il punto è che non puoi farle sempre questo. Se troviamo un modo per aiutarti non puoi più buttare tutto via perché non sai tenere a freno la lingua.” Lo rimbeccò Ginny.
Ron sapeva perfettamente quanto la sorella avesse ragione e mai come dopo ieri sera era intenzionato a non commettere più colpi di testa.
“Ieri in me è scattato qualcosa.” Iniziò “Ho visto davvero i suoi occhi incrinarsi in un modo diverso mentre mi guardava e questo mi ha stretto il cuore in una morsa. Dopo che è andata via sono stato ore in riva al lago e, come un film, mi sono passanti davanti gli stralci di una vita senza di lei ed è stato orrendo. Non voglio che ciò succeda. Harry avevi ragione.” Disse poi rivolgendosi all’amico “Devo lasciare andare insicurezze e orgoglio o non vivrò mai per davvero. Vi prego, aiutatemi a mettere a posto le cose.” Concluse.
“Accidenti Ron, non ti ho mai sentito così fermo e deciso. Sono molto fiero di te.” Rispose il corvino aprendosi in un sorriso. “Ti aiuterò ovviamente.” Concluse.
“E tu? Ginny?” chiese il rosso con incertezza.
“Assolutamente sì fratellone.” Asserì gioviale.
“Bene ragazzi.” Rispose sollevato “Ma cosa facciamo? Ormai uscirà con McLaggen.”
“E se lo impedissimo?” propose Harry.
“Impossibile. È troppo risoluta.” Concluse per poi indugiare sul fratello, resasi conto della gaffe.
“Anche perché se uscissero insieme e lei capisse che non è il ragazzo adatto a lei sarebbe ancora più efficace per troncare questa frequentazione.” Si illuminò.
“Come fai a sapere che andrà così?” chiese dubbioso Harry.
“Sappiamo perfettamente che non è il ragazzo adatto a lei. Noi potremmo, semplicemente, indirizzare la verità.” Spiegò con sguardo malizioso.
“In che senso?” domandò Ron.
“Nel senso che faremo di questo appuntamento un disastro di dimensioni epiche.”
“E come intendi farlo?” continuò il corvino.
“Lo vedrai.” Concluse con un sinistro luccichio negli occhi. “E ci serviranno anche Fred e George!”
 
 
 
Angolo dell’autrice: Ciao a tutti <3 <3< 3. So che non c’è molta dinamicità ma ho pensato che servisse un intermediario di questo tipo per quello che succederà poi. Comunque ringrazio chiunque continui a leggere e a mettere tra le preferite, le seguite e compagnia cantante questa storia. Ve ne sono davvero super grata. Un bacione e buone feste a tutti.
A presto <3 <3 <3
   
 
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