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Autore: vanity_gemini    02/01/2021    3 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13.
 
  • Chi è che vi avrebbe liberato!? – Aiolia quasi urlò tra i singhiozzi, mentre continuava a piangere e allo stesso tempo a tenere sempre ben stretto a sé, suo fratello Aiolos.
  • Una delle due ragazze che abbiamo aiutato quella volta su Side6 – ripeté Saga per l’ennesima volta, staccandosi dall’abbraccio affettivo della madre e del fratello.
 
A quel punto Aiolos e Saga, dovettero per l’ennesima volta raccontare le modalità di come si erano svolti i fatti, sotto la più totale ed incredibile incredulità di tutti i presenti, che ovviamente a più riprese si chiesero come tutto ciò era potuto accadere, ma anche si domandarono più volte, cosa avesse spinto quella ragazza, tra l’altro un comandante di grado più elevato, a fare tutto ciò.
Per tutti loro quella sua scelta era davvero incomprensibile!
I fuggiaschi, appena furono scesi dalla navicella di soccorso vennero prontamente soccorsi, dato che l’equipe diligentemente guidata dal dottor Mu, si prese subito in carico dei ragazzi, portandoli in diverse sale mediche, e iniziando a fare loro parecchi controlli.
Subito dopo che vennero accuratamente visitati si fecero una doccia calda, mangiarono qualcosa, ma in verità non sembrano affatto essere deperiti, i loro carcerieri a quanto pareva li avevano trattati coi guanti di velluto, e di ciò ne erano grati, soprattutto lo erano Shion e Aspros, che avevano temuto davvero il peggio, conoscendo i metodi non troppo ortodossi che sia Alone che i suoi seguaci molto spesso utilizzavano, per riuscire ad estorcere dai malcapitati più informazioni possibili.
Fatto tutto ciò, successivamente furono sistemati in tre stanzette da due posti ciascuna, sempre però collocate all’interno del reparto ospedaliero della nave. Aiolos e Saga, ovviamente vennero sistemati assieme, soprattutto perché entrambi avevano una leggera, ma fortunatamente non affatto preoccupante, febbre.
 
  • Quella volta che le abbiamo soccorse erano in due. Una mora e una bionda – riportò Aiolos, guardandosi con Saga, che a dirla tutta sembrava essere piuttosto pensoso. Ancora aveva davanti a sé gli occhi belli ma piuttosto tristi di quella ragazza. Era certo che per un po' di tempo non sarebbe riuscito a dimenticarseli, mentre Artemide, nel sentire ciò si fece particolarmente attenta. La donna forse iniziava a capire di chi si potesse trattare.
  • Quindi è praticamente accertato che una delle due è proprio quella che vi ha fatto fuggire? – domandò Kanon.
  • Si – confermò Saga – Ne sono certo, quei occhi verdi già dalla prima volta mi erano rimasti ben impressi nella mente, per cui non posso sbagliarmi – poi afflosciandosi nelle spalle – Solo che mi domando perché? Perché un comandante di Hades ha fatto tutto ciò? Ma soprattutto a che scopo? – a quel punto Artemide prese a sbiancare di colpo e quasi si sentì mancare. La donna aveva capito di chi si stava trattando. Kanon che le era accanto, prontamente si premurò per la sua condizione di salute.
  • Mamma! – urlò quasi, facendo sobbalzare tutti i presenti – Cosa ti sta succedendo? – afferrandola riuscì ad evitare che finisse lunga distesa a terra – Vieni, siediti qua – la fece sistemare su l’unica sedia libera che era presente in quella stanza, dato che da questi Shura prontamente si alzò.
  • Kanon, tranquillo – fece lei abbracciandosi il figlio – Sarà la grande emozione a giocarmi questi brutti scherzi, più volte mi capita.
  • Certo – lui le sorrise amorevolmente, poi – Vuoi che ti accompagni nella tua cabina? – le propose, Artemide a quel punto prese la palla al balzo.
  • Oh grazie tesoro – si alzò nuovamente, ma prima di uscire andò dall’altro suo figlio – Amore – con affetto gli passò una mano tra i capelli – Cerca di riprenderti, mira commando – si sporse leggermente e gli donò un bacio sulla fronte, poi dolcemente si rivolse anche all’altro ragazzo – E anche tu Aiolos, rimettiti in forza – questi le sorrise, mentre la sua Saori le teneva amorevolmente una mano tra le sue.
  • Mamma lo faremo – Saga guardò l’amico – Vero Los? – l’altro annuì.
  • Bene, ora vi lascio. Ragazzi, ciao a tutti.
 
Artemide affiancata da Kanon, prese ad avviarsi verso la propria cabina, mentre all’interno della stanzetta i presenti continuarono a parlare di quello che era considerato l’argomento abbastanza rilevante. Saga però non proferì parola alcuna, anzi si distese completamente e prese a pensare.
Si rese subito conto che quella ragazza col suo sconsiderato gesto, stava cominciando a recargli troppi pensieri, troppa inquietudine, troppa ansia, ma soprattutto troppa paura.
Ma soprattutto era agitato interiormente, perché in quella ragazza così bella e raffinata, aveva visto troppa malinconia, e ciò lo aveva scombussolato a tal punto, che si era sentito come se fosse investito da un turbine di emozioni, ma del tutto avverse, ostili, particolarmente dannose, quindi dopo essersi dato un bello scossone, cercò di placarsi un poco.
Si sentiva anche sudare freddo, ma quello sicuramente era dovuto alla sua condizione di salute, poi a fatica cercò di uscire da quello stato di torpore, riprendendosi e cercando anche di interloquire coi presenti, anche se piano, piano alla spicciolata cominciarono a lasciare libera la stanzetta dalla loro presenza, permettendo così ai due ragazzi di poter riposare in religioso silenzio, e così i due fecero.
Lasciò la madre davanti alla sua cabina, e dopo averle donato un bacio sulla guancia prese ad avviarsi verso l’hangar dove vi erano sistemati i loro Space Wolf.
In quelle giornate la dottoressa Hilda aiutata dal maggiore June, aveva preparato un nuovissimo dispositivo che sarebbe poi stato montato su ognuno di quei mezzi, e ne avrebbe potenziato la loro potenza combattiva.
Appena Kanon entrò all’interno dell’hangar, il suo sguardo smeraldino si posò su una figura, che in quel momento era tutta presa a sistemare accuratamente una copertura, da dove poco prima spostandola, aveva collegato un apparecchio per la revisione dei dati.
Lentamente si avvicinò alla ragazza, che appena si voltò per scendere dal mezzo, che tra l’altro era proprio lo Space di Kanon, quasi si sentì mancare. I loro occhi si incrociarono a lungo, poi ripresasi fu proprio lei a prendere parola per prima, perché in fondo quella era proprio l’occasione giusta.
 
La donna, dopo le descrizioni che fecero sia il figlio che l’amico di quest’ultimo, riuscì a capire di chi si potesse trattare.
Artemide, non aveva alcun dubbio, si trattava proprio di Katya, ne era certa.
Ma perché quest’ultima aveva fatto una cosa del genere? Cosa l’aveva portata a compiere tutto ciò?
Entrando all’interno della stanza da bagno, prese a togliersi di dosso i propri abiti, poi sistemandosi i lunghi capelli con una pinza, si fiondò sotto il getto d’acqua tiepida che fuoriusciva dal quel erogatore multifunzionale, anzi, impose le funzioni del box doccia, mettendole sulla funzione che avrebbe portato a far funzionare la gravità 0, iniziando così a volteggiare all’interno di questi, sempre però mantenendo la fuoriuscita dei getti d’acqua.
Chiuse entrambi gli occhi e prese a pensare, sempre continuando a volteggiare sinuosamente.
Sua nipote, la figlia certo adottiva del suo gemello, da parecchi anni aveva cominciato a creare qualche problema, anzi tanti problemi, soprattutto rispetto a suo fratello che da sempre era stato molto più gestibile.
Ma cos’era successo per farla cambiare in un modo così drastico? Cosa l’aveva spinta a tradire suo padre suo fratello liberando di fatto dei prigionieri di guerra?
Artemide si chiese a più riprese, ma soprattutto ora aveva timore per Katya. Sapeva che tra lei e Pandora non era mai corso buon sangue, dato che le due fin da piccole si erano da sempre mal sopportate, quindi se Pandora fosse venuta a scoprire quello che Katya aveva fatto, per quest’ultima sarebbe stata davvero la fine.
Al solo pensiero iniziò a tremare.
Tempestivamente, fece bloccare la funzione di gravita 0, e appoggiandosi al box si mise sulle ginocchia, mentre l’acqua che cadeva dal soffitto del box, andò a morire sulla sua schiena in quel momento completamente piegata.
Ma in quel momento, un altro pensiero tormentava l'animo della donna.
Come avrebbe dovuto comportarsi con Shion, con Aspros, ma soprattutto con Saga? Doveva dire loro che la ragazza che aveva fatto tutto ciò era sua nipote, che costei era la figlia del suo gemello? Che brutta situazione, le si era appena presentata.
Dopo averci pensato parecchio su, decise al momento di non dire nulla, perché non voleva creare più confusione di quella che purtroppo all’interno di quella nave e non solo vi era.
A fatica si alzò, per poi uscire dal box, afferrare l’accappatoio, avvolgersi per bene al suo interno e mettersi supina sopra al proprio letto. Chiuse gli occhi e prese a giacere di un sonno profondo, quello che dopotutto per tutte quelle giornate appena passate le era completamente mancato!
 
*
 
Aspros e Shion, si erano come al solito rinchiusi all’interno dell’ufficio di bordo di quest’ultimo.
Il capitano era piuttosto nervoso, certo era felice per il buon esito di come tutta la faccenda si era conclusa, ma in quel momento doveva per forza di cose, far rapporto al quartier generale.
In quella missione avevano perso ben sei uomini, la loro nave era stata danneggiata, quindi al generale supremo Sage, quelle cose doveva per forza fargliele sapere, ma di contro per fargli sapere tutto ciò, doveva a quel punto mettere nei casini Dohko, e ciò gli spiaceva, ma era anche vero che quest’ultimo a distanza di pochissimo tempo, si era già fatto fregare per ben due volte, prima da Alone in persona poi dai suoi tirapiedi, inoltre in quest’ultima, oltre a far perdere ben sei vite umane, aveva anche messo a serio rischio l’Athena con tutto il suo equipaggio, nessuno escluso.
Consultandosi a più riprese con l’amico di sempre, Shion prese una decisione. A quel punto informò direttamente, senza passare da terzi, anche perché solitamente le cose molto spesso venivano cambiate a piacimento, il generale supremo.
Sage, continuando a prestare la propria attenzione a tutto il racconto che uno tra i suoi più validi comandanti gli stava relazionando, continuò a fare dei segni di assoluta negazione con la testa, soprattutto quando Shion gli riportò che la stessa Artemide aveva dato loro le giuste coordinate per raggiungere Hades, e loro si sarebbero avviati anche da soli verso questi.
Su quel punto Sage, si impose con tutta la sua autorità. Quell’autorità che era propria, ad un generale supremo.
NO!
Fece imperioso alzandosi dalla poltrona dove vi era sistemato, poi prendendo a camminare nervosamente sull’inerme pavimento.
Capitano Ling, le proibisco assolutamente di compiere un’azione così avventata. Anzi, vi ordino di restare lì su Tatooine, perché nell’immediato farò subito salpare dalla Terra le altre tre ammiraglie, più una trentina di Pegaso. Quindi voi dovete.
Rimarcò per bene la parola “dovete”.
Restare lì in attesa del loro arrivo, mentre per quanto riguarda l’anziano Dohko, a questi gli parlerò io personalmente. Chiedendogli, una volta per tutte di non mettersi più in mezzo, dato che i suoi preziosi.
Disse la parola “preziosi” con fare ironico.
Consigli ci sono già costati piuttosto cari. Al momento non ho altro da dirle, aspetto però sue novità e grazie per avermi informato personalmente!
Dopo essersi congedato col suo generale supremo, Shion allungandosi sulla poltrona si guardò con Aspros, per poi alzarsi, e intimando all’amico di farlo pure lui.
Vieni, andiamo a comunicare tutto ciò all’equipaggio.
Disse prendendo la porta in uscita, sempre seguito dall’amico.
 
*
 
Mentre che sull’Athena stava succedendo ciò, alla base di Hades stavano prendendo una decisione, o almeno cercarono di farlo.
Uno dei tanti lecchini che prestavano servizio alla corte di Pandora, informò con una certa urgenza quest’ultima, riportandole che la nave stellare era ancora ben ancorata sul suolo desertico di Tatooine.
A quel punto, la stessa Pandora decise di chiamare a rapporto i cugini, informando entrambi su quello che le era stato appena riportato, e proponendo a questi di mettersi in viaggio verso Tatooine, per attaccare e distruggere una volta per tutte la nave nemica.
Una volta gli è andata bene, ma una seconda di sicuro non riusciranno a cavarsela!
Asserì, illuminando i suoi occhi neri, scambiandosi una veloce occhiata proprio con la cugina, che pareva non essere troppo d’accordo sul fare quello che lei aveva appena proposto, ma soprattutto che aveva nella mente di fare.
Pandora ovviamente si accorse del disappunto della bionda, ma con una scrollata di spalle, volse la propria attenzione verso il cugino, che come sempre se ne stava muto e in religioso silenzio.
Era piuttosto evidente che il povero Radamante, come sempre si ritrovava ad essere proprio tra due fuochi. Era certo che le micce di quelle due prima o poi sarebbero del tutto esplose!
Dopo che ne discussero un poco, alla fine quasi tutti d’accordo, decisero di partire alla volta di Tatooine.
A quel punto, Katya senza stare ad indugiare oltre prese a salire a bordo dell’Anoha. La sua nave era atterrata su Hades da poco, ed era la stessa Kyoko che comandandola l’aveva portata fin lì. Pandora dopo essersi accordata col cugino sulle strategie da eseguire, per la non gioia proprio di Katya salì anche lei sull’Anoha. Decise di tenere la cuginetta un po' di più sotto il suo più vigile controllo, per cui prese la decisione di viaggiare con questi, anche se in cuor suo avrebbe preferito non farlo, mentre Radamante invece, affiancato dai generali Aiacos e Kagaho, salì sulla sua Zanzibar, la stessa nave con cui lui e la sorella arrivarono precedentemente sul pianeta.
Quando fu tutto pronto, le due ammiraglie più una cinquantina di StarDestroyer, staccarono gli ormeggi e lasciando una lunghissima scia, presero il volo per raggiungere al prima possibile il desertico pianeta.
 
La mamma di Pandora, volutamente se n’era stata per quasi tutto il tempo all’interno delle proprie stanze.
Aveva evitato di dover interagire con tutti loro. Ultimamente non riusciva proprio a stare in loro compagnia, li aveva trovati tutti così diversi, cambiati, disumanizzati, nei loro occhi era riuscita solo a intravvedere tanta tristezza, accompagnata da una buona parte di odio e malignità.
Sempre tenendo il proprio sguardo puntato verso il cielo, prese a sbuffare sonoramente, mentre che continuava a guardare tutte quelle numerose scie che le astronavi appena partite avevano lasciato dietro di loro, poi stringendosi nelle spalle fece nuovamente la propria entrata all’interno delle sue stanze. Si sedette sul sofà, anzi si mise ancora più comoda, sdraiandosi completamente.
Il giorno prima, quasi di nascosto si era sentita con la sorella. Artemide, non le disse dove effettivamente era ma soprattutto con chi era. A quel punto non voleva mettere a serio rischio la vita dei suoi figli, anche perché uno di loro era proprio lì, prigioniero alla base, all’insaputa però di Eris.
Le due stettero in linea per diverso tempo, parlarono un po' di tutto, ma ovviamente si soffermarono sui ragazzi, Pandora e i due fratelli.
Eris chiuse gli occhi e prese a pensare.
 
Flashback.
Quando assieme ad Artemide scapparono da Hades, lei aveva già con sé la piccola Pandora. Aveva avuto la bimba da una relazione clandestina, l’uomo con cui la concepì era difatti sposato e aveva già due figli con la legittima moglie, quindi ovviamente come molto spesso succedeva non volle riconoscere la piccola. Questi, oltre a non volere non poteva neppure prendersi quella responsabilità dato che non avrebbe mai e poi mai lasciato la sua famiglia, così Eris, dopo averci pensato su, decise di tenersi lo stesso la bimba e crescerla in completa solitudine.
Pandora aveva la stessa identica età di Katya, entrambe erano ventinovenni, mentre Radamante era un poco più grande, lui di anni ne aveva trentuno. Si poteva quindi affermare e dire, che le due ragazze erano praticamente cresciute assieme, ma purtroppo non erano mai andate d’amore e d’accordo.
Ritornando all’inizio.
Quando con Artemide si trasferirono su Side7, che poi venne chiamato New Texas, Eris portò con sé la figlia che ai tempi aveva da poco compiuto il primo anno di vita, mentre la sorella era già vedova e incinta dei due gemelli. Artemide, riuscì a partorire e far allontanare i propri figli, consegnandoli al cognato, in un momento che la sorella non era presente, difatti quest’ultima si era recata con la figlia su Hades, dato che su quel pianeta aveva lasciato alcune delle sue cose personali che la donna voleva avere assolutamente con sé.
E fu proprio quella sua assenza che servì ad Artemide e Aspros, per portare a compimento quello che da tempo avevano già preventivato di fare.
In quei tempi Eris fece la spola tra Hades e Side7 per parecchie volte. Andava e ripartiva, senza avere un attimo di tregua, intanto la figlia passava tutto il suo tempo in compagnia dei cuginetti.
Tra Radamante e Pandora non vi erano affatto dei problemi, anzi tutt’altro, i due andavano parecchio d’accordo, difatti qualche anno a seguire, bè parecchi considerato la loro giovane età, i loro sentimenti si tramutarono e i due divennero amanti, mentre con la sua coetanea Katya, Pandora già da così piccola si scambiava dispetti e ripicche all’ordine del giorno.
Dà prima erano le classiche cose da poco, le solite “bambinate” fatte da bimbe viziate e capricciose, poi si trasformarono in azioni sempre più pesanti ed infide. Entrambe ad un certo punto fecero anche a gara a chi la “combinava” più grossa, a chi aveva più “estro” e “fantasia maligna” insomma, ogni occasione era buona per farsi del male, e più delle volte arrivarono perfino alle mani. La loro ultima azzuffata era stata quando Katya, scoprendo della liaison che la cugina aveva col fratello, senza starci troppo a pensare era corsa dal padre, e gli aveva spiattellato tutto, contornando il “racconto” con diversi e precisi dettagli alquanto piccanti, per somma indignazione di quest’ultimo.
Quella volta le due se l’erano suonate di santa ragione. Difatti, quando Aiacos, Kagaho e lo stesso Radamante, a fatica cercarono di dividerle, in entrambe le loro mani trovarono le ciocche dei loro capelli che a vicenda e senza compassione alcuna si erano strappate.
Da quella volta il rapporto tra le due era andato sempre più peggiorando, e lo si poteva benissimo constatare.
Fine flashback.
Eris senza neppure rendersene conto si addormentò, però il suo era stato un sonno particolarmente agitato.
 
*
 
  • Oh Kanon, devo dire che sei arrivato al momento giusto! – June gli sorrise, dopo che si era data un certo contegno, ma continuando ad ammirare quella splendida figura che aveva davanti a sé. Kanon agli occhi della ragazza apparve decisamente meraviglioso. E difatti il gemello minore lo era proprio, perché con quei capelli biondi un po' più lunghi e sbarazzini di come li portava solitamente Saga, quegli occhi, si certo uguali per forma e colore a quelli del gemello, ma con una sfumatura decisamente diversa, forse un poco più da avventato, quelle labbra che in quel momento erano aperte in un bel sorriso, e sulle quali lei ci aveva già fantasticato su parecchio, quella t-shirt nera con stampato l’immagine dei KISS, attillata come se fosse stata una seconda pelle, quei jeans usurati e strappati nei punti giusti e che lei glieli avrebbe strappati ancora di più, se solo ne avesse avuto l’occasione, bè tutto ciò aveva fatto salire di parecchi gradi la temperatura corporea della ragazza, che in un impeto con veemenza si sfilò di dosso la giacchina della tuta, rimanendo pure lei con la sola t-shirt addosso – Ho quasi terminato di sistemare il dispositivo, ma mi servirebbe avere una tua mano – continuò a sorridergli raggiungendolo a terra.
  • Dimmi, in cosa dovrei aiutarti? – domandò lui a quel punto, piantandole gli smeraldi nei suoi occhi nocciola.
  • Vieni ti faccio vedere – fece strada verso un piccolo carrellino, dove sopra vi erano sistemati diversi dispositivi – Kanon, devo sistemare questa centralina dov’è riposta quella vecchia, ma prima ho provato a farlo, ma da sola non ci riesco – prese a fare un lungo sospiro – Mi dovresti tenere la copertura, visto che non si riesce a togliere, così io posso cambiarla senza far fatica.
  • Ma certo, fammi vedere dov’è che ti do una mano – e senza perdere altro tempo prezioso, si avviarono nuovamente verso lo Space Wolf di Kanon. Entrambi con un balzo presero a salire sopra un’ala di questi, poi June indicò al ragazzo dove si trovava il pannello della centralina.
  • È in questo sportello, ma devo dire che ho faticato parecchio a trovarla, il tuo Space è diverso dagli altri, e poi negli altri non abbiamo dovuto cambiarla – disse June, mentre con tanto di cacciavite in mano si apprestava ad aprire parzialmente lo sportelletto, poi voltandosi verso Kanon – Vedi non si riesce a togliere e non sta nemmeno aperto da solo – il gemello le si avvicinò e posizionandosi dietro di lei, prese a tenere aperto e in più in alto possibile lo sportello, mentre la ragazza cercava di staccare i fili che collegavano questi dai vari controlli.
 
In quel momento June iniziò a sentirsi vacillare. Si sentì sul collo il respiro di lui, ma non fu solo quello, dato che Kanon le si era proprio appiccicato. Difatti lei riuscì a sentire i battiti del suo cuore, e ovviamente sentì pure quelli del proprio cuore, che avevano preso a galopparle all’impazzata all’interno del suo petto.
Stava eseguendo tutto ciò con una fatica incredibile, ma la fatica non era dovuta alla scomoda posizione in cui era collocata la centralina che si stava apprestando a cambiare, ma bensì il fatto di avere lui, così ben attaccato al proprio corpo. Infatti a fare ciò ci mise parecchio tempo, e in più le sue mani presero a tremare, impedendole di poter lavorare con più disinvoltura. Ma dopotutto come avrebbe potuto essere disinvolta in una situazione del genere!?
Faticando non poco riuscì a portare a termine il proprio operato, poi quasi contenta, voltò leggermente i suoi occhi incrociando per prima cosa la bocca di lui, e poi successivamente i suoi occhi.
 
  • Kanon, ho finito. Ora puoi pure lasciarlo andare – si era voluta riferire allo sportelletto, e così il gemello fece, mentre lei sistemando le quattro vitine prese a chiuderlo del tutto – Fatto, ora qui dovrebbe essere tutto sistemato! – esclamò riferendosi a tutti i controlli che fece su quel mezzo.  
  • Ne hai altre da sistemare di centraline? – le chiese, indicandole quella vecchia e datata che teneva tra le mani.
  • No – June ci pensò un attimo su – Gli altri Space sono a posto – a fatica riuscì a sostenere quello sguardo, magnetico e tremendamente intrigante allo stesso tempo.
  • Peccato – Kanon fece un sorrisetto, mentre lei a quel punto si sentì proprio mancare, boccheggiando proferì appena.
  • Già – e cercò a quel punto di scendere dall’ala, ma prontamente venne agguantata dalle forti braccia di lui – Kanon!? – fece guardandolo piuttosto interdetta. Si era sentita vacillare.
  • June – la sua voce era profonda e mascolina – Ma te ne vuoi andare così, senza neppure ringraziarmi? Non è mica bello – le fece notare, avvicinando il proprio viso al suo. Lei iniziò a fremere, pensando a quello che sarebbe potuto succedere.
  • Grazie – lei sorrise – Ma dopotutto il mezzo è tuo, per cui hai fatto anche un favore a te stesso, non trovi? – cercò di sviare la conversazione, anzi cercò di allungarla, ma lui sembrava essere di parere del tutto contrario.
  • Anche, ma non mi basta – senza preavviso alcuno la strinse a sé, poi avvicinò le sue labbra a quelle di lei, ma non appena cercò di posare quest’ultime su quelle della ragazza, una voce li fece quasi saltare per aria.
  • EHI!!!!! – si trattava difatti di Death, e della sua grazia ben paragonabile a quella di un Elefante all’interno di un negozio di cristalleria – Piccioncini, la limonata ve la farete dopo se avanzerà un po' di tempo! Non avete sentito l’annuncio!? Siete per caso diventati sordi!? – i due si guardarono perplessi, ma di che annuncio parlava quel pazzo invasato? – I due capoccia ci vogliono tutti nella sala assemblea, per cui muovete in fretta quelle chiappe!
 
A quel punto June e Kanon presero a guardarsi, poi sospirando con un balzo raggiunsero Death, che continuava a guardarli con indosso il suo immancabile sorrisetto sardonico, per poi avviarsi tutti e tre presso la grande sala dove vi tenevano le assemblee di gruppo.
June prese a camminare davanti ai due, e Kanon sempre tenendo il proprio sguardo su quella figura splendidamente avvolta in quella tutina in latex color rosa, dentro di sé iniziò a pensare.
Oggi mi sei scappata, ma la prossima volta appena mi ricapiti a tiro riuscirò a farti mia!
Per poi voltarsi e fulminare l’amico che continuava a sghignazzare senza alcun ritegno, molto peggio del suo solito!
 
 
Colei che Scrive.
Ciao a tutti!
Capitolo ricco di novità e di informazioni, su tutti i fronti.
Di “argomenti” ce ne sono a iosa e da adesso in poi per tutti la faccenda si farà decisamente più complicata.
Tutti i nodi, stanno venendo in qualche modo al pettine, per cui mettetevi belli comodi e gustatevi lo spettacolo.
Spero solo che sia di vostro gradimento.
Bene, detto ciò passo ai più che dovuti ringraziamenti. Grazie di cuore per chi recensisce ma anche per voi lettori silenziosi che comunque siete ad ogni mio aggiornamento sempre presenti. GRAZIE.
Alla prossima pubblicazione e Buon 2021!
Un abbraccio, Vanity!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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