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Autore: StephEnKing1985    07/01/2021    1 recensioni
A causa di un equivoco, Vegeta scopre che sua moglie Bulma è stata erroneamente pedinata da un investigatore privato assoldato dal suo padrone di casa, il diplomatico ambasciatore Crilin, sospettoso che sua moglie lo tradisse. Attraverso la visione dei DVD prodotti dall'investigatore, Vegeta viene così a scoprire tutti i segreti che la sua brava mogliettina Bulma gli nasconde... (Liberamente tratto dall'omonimo film di e con Alberto Sordi e Monica Vitti)
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Goten/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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15.

 

BANG!

Il tuono risuonò forte come una cannonata, tanto che Bulma trasalì.

- Mio dio – mormorò – questo è caduto vicinissimo. –

Poco dopo, il parabrezza incominciò a riempirsi di gocce di pioggia.

Quella strada l’aveva percorsa tante volte nella sua vita: sia coi genitori che con suo marito, ma anche da sola, come in quel momento.

L’illuminazione che Vegeta si trovasse alla casa di campagna, l’aveva colta già da un pezzo. Almeno da quando aveva visto il pavimento infangato, qualche giorno prima. Ma non vi aveva mai dato corso. Adesso invece, stava andando da suo marito presagendo che se non gli avesse parlato, forse sarebbe stato troppo tardi.

Sterzando, imboccò il sentiero che portava alla casa, facendo marciare l’auto più piano che poté, affinché le ruote non restassero incagliate nel fango. In pochi minuti giunse alla fine del sentiero, ma inchiodò bruscamente quando vide Vegeta fuori, con impermeabile e cappello.

Aprì lo sportello e scese dall’auto sotto la pioggia battente, osservando suo marito che le dava le spalle, dirigendosi verso il fiume tenendo qualcosa tra le braccia.

Seguendolo, lo vide in lontananza sul molo dei pescatori, che guardava di fronte a sé. Lei si fermò accanto all’albero dove tempo prima si era fermato il nipote di Yamazu per riprendere il suo rendez-vous con Yamcha, quindi lo vide muoversi come se stesse lanciando qualcosa.

In effetti, qualcosa aveva lanciato: la scatola coi DVD volò giù dal molo verso il fiume, ammarando con uno “splash” sommesso, attutito dal rumore della pioggia battente.

Bulma incominciò a piangere, quindi levò una mano per cercare di chiamarlo.

- Ve… Vege… - ma la sua voce si risolse in null’altro che un timido mormorio.

Lui non l’udì, continuando a seguire il tragitto della scatola che veniva portata via dalle correnti, come un criminale che venga portato via dalla polizia.

Dal suo nascondiglio, lei lo osservò ancora un po’, poi fece dietrofront verso la macchina asciugandosi gli occhi.

Quando la scatola con il suo contenuto fu abbastanza lontana, Vegeta si batté le mani come a pulirle dalla polvere e a dichiarare “Ok, questa è fatta”.

 

*****

 

Alle 20 di quella sera, Trunks andò ad aprire la porta di casa dopo che il campanello ebbe squillato.

- Ciao papà – lo salutò sorridendogli – La mamma è arrivata poco fa, tutta bagnata. –

Vegeta entrò, grondante di acqua, e guardò verso il corridoio: vicino alla porta del bagno, c’era Bulma, all’angolo, rannicchiata come una gatta impaurita.

Piangeva.

Lui la guardò per un momento, poi lentamente allargò le braccia, regalandole un lieve sorriso.

- Amore… - mormorò lei, mentre lui veniva avanti.

Quando lui fu vicino, le scostò i capelli dal viso e la baciò dolcemente, mentre lei ancora diceva – Amore mi... –

Il fiato le si mozzò all’improvviso: Lui le aveva messo le mani al collo e aveva iniziato a fare pressione coi pollici sulla trachea, continuando a baciarla.

Incapace di parlare, udì una voce chiamarla. Anzi, chiamarli entrambi.

- Mamma, papà! – li chiamò Trunks – Ma che fate? Da un po’ di tempo vi vedo sempre flirtare come due ragazzini! Venite, che è pronto! –

Vegeta guardò Bulma, lei lo guardò di rimando.

- Sì, tesoro – rispose Vegeta – Arriviamo! –

Lentamente, Vegeta abbandonò sua moglie e andò all’appendiabiti per togliersi l’impermeabile, quindi entrò in cucina. Frattanto, Bulma scivolò silenziosamente in bagno.

 

- Che profumino – disse Vegeta sollevando il mento – e… hai cucinato tu? –

- Sì, papà – rispose Trunks con un sorriso mentre scolava la pasta nella zuppiera – Pennette al ragù. Vedrai com’è buono. –

Vegeta aveva un sorriso ebete stampato in faccia quando annuì, dicendo – Meno male che ci sei tu, figlio mio… meno male… meno… male… - e si sedette al tavolo della cucina, mentre suo figlio portava la zuppiera nel salotto.

Rimasto solo, il sorriso di Vegeta si sciolse lentamente come neve al sole: si piegò finché la fronte non toccò la stoffa della manica della giacca e iniziò a piangere.

Pochi secondi dopo, si sentì toccare la spalla e chiamare “Papà”, ma non riuscì a smettere di piangere.

- Cos’hai, papà? –

- La mamma – disse, tra le lacrime, poi alzò la testa e cercò di guardare in faccia suo figlio – La mamma… è… è andata a letto… con un altro… - e giù altre lacrime, mentre il figlio gli carezzava la nuca.

- La mamma… - ripeté – è andata a letto… con un altro uomo… Peggio… peggio della morte… -

- Lo so – mormorò solo il figlio.

- Lo… lo sapevi? –

- Sì… Ma è successo una volta sola – gli disse, sempre continuando ad accarezzargli la nuca e guardandolo negli occhi, come se i ruoli si fossero invertiti: ora era lui il padre di suo padre.

Vegeta incontrò gli occhi chiari del figlio, che lo guardavano con dolcezza.

- E poi... non le è neanche piaciuto. – concluse il ragazzo con un piccolo sorriso.

- No…? –

- No. Me lo ha detto. –

Sospirando, si alzò lentamente dalla sedia asciugandosi le lacrime col suo fazzoletto, mentre Trunks lo scortava verso la porta.

- Vieni adesso, la mamma è già a tavola. –

Bulma sedeva con le mani in grembo, come se avesse fatto qualcosa di male. Quando lui arrivò, si guardarono per un istante interminabile, finché lui le sorrise, dicendole la prima cosa che gli venne in mente.

- Beh amore, certo che piove proprio forte, là fuori, eh? –

Lei lo guardò e infine annuì, ma sempre senza l’ombra di un sorriso.

 

Poco dopo, quando Goten suonò alla porta rubando loro il figlio, rimasero soli col televisore acceso e i piatti colmi di maccheroni.

- Buonasera telespettatori del TG uno. Abbiamo ospite questa sera, in collegamento con il nostro studio, la Contessa C-18, che deve fare un’importante dichiarazione. –

Vegeta, che stava per sorseggiare dal calice di vino, e Bulma che stava giocherellando coi maccheroni, si fermarono immediatamente e guardarono verso il teleschermo.

La loro padrona di casa, la Signora C-18, era in piedi nel suo salotto, quel salotto che Bulma e Vegeta avevano visto molte volte nei vent’anni che erano stati locatari della signora. La donna era vestita di una gonna e un cardigan con sotto una camicetta. Elegante, ma non troppo chiassosa. Insieme a lei, seduta composta sul divano c’era una ragazzina bionda poco più giovane di Trunks: sua figlia Marron.

- Volevo… - esordì, guardando perfettamente la telecamera che la inquadrava – …Anche se non sarei tenuta a farlo, volevo chiarire la mia posizione rispetto alla vicenda della morte di mio marito. –

A quelle parole, Vegeta continuò a tenere il bicchiere di vino a mezz’aria, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a sua moglie: lei teneva gli occhi fissi sul video, mentre con la forchetta stava letteralmente sminuzzando i maccheroni.

- Mio marito, l’Ambasciatore Crilin, era sempre stato un uomo molto geloso. Negli ultimi tempi era venuto a conoscenza che io consumavo dosi considerevoli di superalcolici, e che mentre lui era in viaggio in giro per il mondo, io intrattenevo incontri con dei… degli… delle persone. –

Con una mano, la bella signora bionda si portò una ciocca dietro l’orecchio, mostrando un bel paio di orecchini di perla.

- …un mese fa circa, mi accorsi di essere seguita da un investigatore, per cui decisi di essere più cauta nei miei movimenti… ma ciò non servì: una sera di cinque giorni fa, infatti, mio marito mi telefonò. Alla telefonata erano presenti anche i coniugi Vegeta e Bulma, miei inquilini. Mio marito cominciò a chiedermi dov’ero stata, e io gli dissi che ero rimasta a casa… ma poi, quando i miei ospiti se ne furono andati, io gli rivelai che avevo passato la serata in compagnia di un mio amico, e che eravamo finiti a letto… -

A questo punto, la contessa abbassò lo sguardo, forse cercando le parole con cui continuare il racconto.

- …dall’altra parte ci fu un lungo silenzio. Io chiamai il nome di mio marito più volte, ma non ottenni risposta. Infine, in lontananza, udii l’eco di uno sparo. Il resto… lo sapete. – Portandosi le mani in grembo, si sedette sul divano accanto alla figlia, che le prese la mano – Scusate. Scusatemi… - concluse, mentre il video sfumava su un’immagine della figlia che prendeva a sé la madre, cercando di consolarla.

Al termine della dichiarazione, il telegiornale continuò normalmente, al che Vegeta spense il televisore con il telecomando.

- Bulma – chiamò.

- Eh? Che c’è? –

- Hai visto? –

- Sì, ho visto. Io … io non lo so. Non so davvero cosa pensare. –

- Io sì, invece. Come vedi, era come dicevo io… più o meno. –

- Secondo me, però… -

- Cosa? – disse Vegeta masticando un maccherone.

- Secondo me non è del tutto sincera. Chissà che… complotto ha voluto coprire, con quella dichiarazione. C’è qualcosa sotto di più grosso, ma lei ha minimizzato tutto così… io la penso così. –

Finendo di masticare il maccherone, Vegeta sentenziò – Quindi tu non credi che un uomo si possa sparare perché la moglie lo ha tradito, a quanto ho capito… è questo che mi stai dicendo? –

- Ma no, amore… sto solo dicendo che l’ambasciatore Crilin, che Dio l’abbia in gloria, non mi sembrava una persona così … cioè, non mi sembrava uno da spararsi un colpo perché sua moglie lo tradisce. Voglio dire: ci sono problemi più importanti rispetto a questo… No? –

Vegeta guardò sua moglie per un lungo istante, pensando a quanto era andato vicino poco fa a fare la stessa fine del suo padrone di casa, poi si mise a ridacchiare.

- Eheheh – rise – E forse hai ragione tu, tesoro. E certo: oggigiorno, con tutti i problemi che abbiamo, la globalizzazione, il terrorismo, la guerra in Iraq, la crisi economica… Se a uno gli vai a dire che sua moglie va a letto con un altro… Eh, come minimo si mette a ridere…! –

- Infatti – rispose lei, ridendo a sua volta. Poi cercò di addentare un maccherone, ma era ridotto in briciole.

- Avvicina il piatto, dai, che ti metto un’altra razione. Quelli li hai sbriciolati… -

- Eh sì, ero un po’ nervosa… adesso però sto meglio, mi è tornato anche l’appetito. Senti… amore? Posso chiederti una cosa? –

- Certo tesoro, dimmi pure. –

- E se stasera ce ne andassimo fuori? –

- Va bene. E dove vorresti andare? –

- Al cinema…! È tanto che non mi ci porti. Che ne dici? –

- Ottima idea, amore. Finiamo di cenare e poi ce ne andiamo al cinema, come quando eravamo giovani. Ti ricordi? –

- Sì, mi ricordo… quando ti tenevo la mano e poi ci baciavamo nel buio… -

- Bei tempi… -

- Dai amore, facciamolo di nuovo. -

- Tu m’inviti a nozze, signora bella – rispose lui, versandole poi un goccio di vino nel bicchiere.

E mentre in lontananza suonava una campana, Vegeta continuò a parlare con sua moglie, di tutte le cose di cui non avevano più parlato da quando nel loro rapporto si erano intromesse troppe cose, allontanandoli sempre di più, creando delle crepe che avrebbero potuto compromettere per sempre la loro unione. Crepe che Vegeta era stato abile a cercare di riparare, ma soprattutto a non farsi condizionare da esse, semplicemente cancellandole dalla sua vita.

Crepe che adesso, in quel preciso istante in cui Bulma rideva mentre Vegeta le versava del vino, galleggiavano placidamente nel fiume, mentre la corrente le portava via lontano, dove non sarebbero servite più a nessuno.

   
 
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