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Autore: Arkady    08/01/2021    1 recensioni
Una parte della mia vita raccontata con i personaggi di Inuyasha and co.
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Vi consiglio di rileggerla da capo, se vi va. Questa storia è stata scritta nel 2007, avevo vent'anni.
Nel 2014 ho iniziato a risistemarla, ma non avevo portato a termine il lavoro.
Oggi, a 15 anni dai fatti descritti nella storia, il progetto si conclude.
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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in questo capitolo ci sono delle scene leggermente erotiche.
io vi avviso...

Capitolo 20: La festa

 
Sabato 12 marzo
Emi stamattina a scuola è venuta a scusarsi. Ha detto che era nervosa per altro e la mia dichiarazione l'ha spiazzata. Anche perché, quando ne avevamo parlato a casa sua, le avevo detto che non c'era e non ci sarebbe stato nulla e si è sentita presa in giro.
Mi sono scusata anche io, le ho detto che quella volta era effettivamente così. Non le ho mentito, perché in quel momento non vedevo un futuro per la nostra relazione. Soprattutto dopo che lei mi aveva raccontato del discorso "fidanzati e compagni di classe".
La cosa che è nata dopo, non la sapevo definire con chiarezza nemmeno io, quindi non sapevo come esternarla ad altri.
Sono contenta che ci siamo chiarite, nonostante mi sia rimasto un piccolo dubbio sulla faccenda, che subito relego in un angolino dimenticato del mio cervello.
 
 
...
 
 
È mezz'ora che fisso l'armadio disperata. Ho addosso solo le mutande, e quasi tutti i miei vestiti sono sul letto.
Non so che mettere!
Vorrei vestirmi carina e femminile, cosa che raramente faccio a scuola, ma non voglio nemmeno essere banale o estraniarmi dal mio vero io. Inuyasha mi ha detto che vuole presentarmi a suo fratello e ai suoi amici, quindi vorrei fare bella figura.
Guardo di nuovo i capi sparsi sul letto e appesi in armadio, completamente indecisa.
Mi viene da piangere!
 
In quel mentre passa mia madre davanti alla porta di camera mia.
- Kagome! - esclama - ma ti pare il caso di stare così con la porta aperta? -
Bah, siamo da sole in casa, Sota è da un suo amico, chi dovrebbe vedermi?
- Mamma!! Non so cosa mettermi!!!! - dico con tono piagnucoloso
- Con tutti i tuoi vestiti non sai che mettere? - mi risponde lei entrando in camera e guardandosi attorno
- Ma non mi sta bene niente! -
- Finiscila! Questa maglia è carina, magari con quella gonna. -
- Non mi piace. -
- Allora... mmm... quella lì? - dice prendendo in mano una gonna nera - magari con una camicetta bianca. -
- Si, così mi scambiano per la cameriera! -
- Santa pazienza! - la sento borbottare.
Restiamo in silenzio per un po' continuando a guardare i miei vestiti, come se dal nulla potesse comparire quello che cerco.
- Ci sono! - esclama lei - Perché non metti quel vestito azzurro che abbiamo comprato lo scorso autunno? -
Ma di che parla?
- Come al solito non ti ricordi nemmeno cos'hai nell'armadio! - mi dice, dopo aver visto la mia faccia confusa.
Inizia a frugare nell'armadio e, nascosto in un angolo dietro altri vestiti, tira fuori un vestito verde acqua, che io ovviamente mi ero dimenticata di possedere: ha ancora il cartellino con il prezzo sopra.
- Chissà se mi sta - le dico prendendoglielo dalle mani.
 
È un vestito stretto sul seno, che lascia buona parte della schiena scoperta e si allaccia dentro il collo. Da sotto la fascia del seno, la gonna si apre ampia e termina a metà coscia.
Lo provo e devo dire che mi sta proprio bene.
- Stai proprio bene! - dice mia madre facendo eco al mio pensiero.
- Si - le rispondo - però che reggiseno ci metto sotto? Mi si vedrebbe la fascia sulla schiena. -
- Secondo me puoi andare così. Il vestito qui sopra è stretto e non si nota che non hai il reggiseno. -
- Ok, mi fido. Che ne dici della giacca nera sopra? -
- Trovi sempre il modo di ficcare il nero ovunque. -
- Ma mamma! È un colore neutro! E poi abbino la giacca a scarpe e borsa, no? -
- E va bene. Ma dove si fa questa festa? Sicura che non avrai freddo? -
- No no tranquilla, è una festa in casa. -
- Stai attenta e non fare tardi. -
- Si padrona! - le rispondo io sghignazzando, mentre frugo tra i trucchi per trovare quello che mi serve.
Lei scuote la testa e si avvia verso la porta, non prima di avermi intimato di rimettere a posto tutti i vestiti sparsi in giro per la stanza.
- Mamma? - la richiamo quando è quasi uscita. Lei si volta e io le sorrido - Grazie mille. -
Sorride anche lei - Se non ci fosse la mamma, eh? -
- Sarebbe un guaio! - le rispondo ed entrambe ridiamo, mentre io la vado ad abbracciare.
 
Non vedo l'ora di vedere Inuyasha, e dall'altra parte sono nervosa al pensiero di conoscere suo fratello. 
Purtroppo loro due sono spesso da soli, loro padre è di frequente in trasferta per lavoro, mentre la madre è morta diversi anni fa per un tumore.
Mi sono messa a piangere quando me l'hanno raccontato l'anno scorso: io non saprei che fare senza mia madre. 
Mi scuoto da questi tristi pensieri: oggi è un giorno di festa! 
Non posso essere giù di morale, potrebbe accorgersene anche Inuyasha, e magari gli farei venire in mentre pensieri tristi.
 
 
...
 
 
Trucco e parrucco terminato. Ho deciso di non raccogliere i capelli, in modo che una volta tolta la giacca, questi coprano un po’ la scollatura sulla schiena.
Oggi mi passa a prendere Yuka, poi passiamo da Emi ed infine, finalmente, giungeremo alla festa.
Arriviamo tra gli ultimi, ma per una volta io ero puntuale (se non in anticipo) e la colpa del ritardo è di Emi.
Dopo aver fatto il nostro ingresso in sala, Inuyasha si avvicina e mi bacia davanti a un sacco di persone per me sconosciute.
Partono le urla e gli incitamenti da parte degli invitati appena ci stacchiamo, e lui inizia a ricevere pacche e battutine dai suoi amici.
Io invece vengo presa in braccio da Esen, che urla - Allora sei tu la ragazza misteriosa! - facendomi volteggiare.
- Giù le mani dalla mia ragazza - interviene Inuyasha con un sorriso
- Potevi dirmi che era lei, invece di raccontar frottole! - Gli risponde Esen riappoggiandomi a terra.
Io inizio a ridere, come se fossi ubriaca.
E mi sento un po' smarrita in mezzo a tutti questi sconosciuti che iniziano a stringermi la mano, presentarsi e dire cose tipo "non sai in che guaio ti sei messa", "Inuyasha è un ragazzo d'oro" e cose così.
Addirittura un ragazzo mi ha detto "mollalo e mettiti con me".
Ma che amici ha Inuyasha?
 
 
...
 
 
La serata prosegue tranquilla, anche se, a parte l'accoglienza iniziale, non vedo Inuyasha da un po'.
La sua casa è davvero grande e gradevole. Fa un gran caldo e quasi subito la giacca è andata a far compagnia al cappotto.
Mi addentro tra le stanze alla ricerca del bagno, quando qualcuno mi prende per la vita.
- Dove vai così poco vestita? - mi soffia nell'orecchio Inuyasha
- Alla tua festa di compleanno - gli rispondo sciogliendo l'abbraccio e facendogli la linguaccia.
- Wow - continua lui ri-abbracciandomi e facendo scivolare le braccia sulla mia schiena nuda - così sexy per me? - 
- E per chi altri? - gli rispondo sussurrando prima di baciarlo.
- Cercatevi una camera! - ci urlano alcuni suoi amici ridendo. 
 
Inuyasha li manda a quel paese, e continuando a stringermi a lui mi sospinge effettivamente in una camera.
Non ho tempo di guardarmi in torno per capire se è camera sua, perché ci stiamo baciando con foga.
Le sue mani scorrono dalla mia schiena nuda verso i miei seni, che sfiora solo con il pollice di entrambe le mani.
- ma sei senza reggiseno? – mi sussurra con voce roca ad un millimetro dalle mie labbra.
Sposta il suo sguardo verso il basso e ne accarezza uno con l’intera mano, poi torna a guardarmi e incatena i miei occhi ai suoi, mentre infila un dito ad uncino sotto la stoffa del vestito, in una muta richiesta di permesso a poterlo scoprire.
Sono eccitata come raramente lo sono stata.
Non dico o faccio niente e lui scosta piano il vestito, scoprendo il capezzolo. Esce un gemito sia a lui che a me quando lo stuzzica con un dito.
Mi rendo conto di aver buttato il petto in fuori, come a volerglielo avvicinare di più.
E lui si avvicina, con le labbra, baciandolo, succhiandolo e mordendolo piano.
Affondo le mani sulla sua nuca, spingendomelo contro e rovesciando la testa all’indietro.
È… è elettrizzante.
Nelle mie scarsissime esperienze con l’altro sesso, non avevo mai fatto questo.
- Inuyasha – soffio a mezza voce, e lui alza gli occhi verso i miei, rimanendo con la bocca ad un centimetro dal mio capezzolo.
L’aria calda del suo respiro mi solletica e fa partire un brivido dalla base del collo fino al fondo della schiena.
- l’altra è gelosa – mormoro in un tono che non saprei definire, né so come mi sia uscito.
Lui sogghigna e si sposta sull’altro seno, concedendogli lo stesso trattamento.
- credo siano pari, ora – sussurra allontanandosi per rialzarsi e restando un attimo ad osservarmi, prima di riavvicinarsi e baciarmi le labbra.
Mi stringo a lui e forte sento il suo amico premermi sulla pancia.
 
La cosa mi blocca.
Beh, era abbastanza chiaro che sarebbe successo, dopotutto come sono eccitata io senz’altro lo doveva essere anche lui.
Però io… non sono pronta ad andare… oltre.
Non ne abbiamo mai parlato. O meglio, lui sa che sono vergine e io immagino che le sue due frequentazioni non si siano limitate ai baci. Ma non ho idea se oltre con quella Kikyo abbia fatto sesso anche con una, o entrambe, queste due.
E lui non ha idea che qualcosa oltre ai baci ho avuto modo di farlo anche io.
Devo essermi irrigidita, perché lui mi scosta piano e risistema la stoffa del mio vestito, coprendo nuovamente il mio seno.
- Credo sia il caso che tu ti rimetta la giacca. Sei una tentazione troppo forte, così –
Mi guarda dritto negli occhi, e io posso vedere sia la luce dell’eccitazione sia la determinazione che colora le sue successive parole.
- non voglio spingerti a fare nulla che non voglia fare anche tu –
Mi sorride e io sorrido di rimando.
- meglio tornare, allora – Sussurro io e mi incammino verso la porta, da cui esco senza aspettarlo.
 
 

 
 
Sono andata a rinfrescarmi in bagno e quando esco quasi corro a rimettermi la giacca addosso, notando come i miei capezzoli turgidi sembrino voler bucare la stoffa del vestito.
Perché diavolo ho ascoltato mia madre quando mi ha detto di venire senza reggiseno?
Almeno quello nasconderebbe la cosa.
Beh, poco male. Ora ho la giacca e va tutto alla grande.
Più o meno, mi sento ancora scombussolata e fremente.
Con una rapida occhiata vedo che Inuyasha non c’è nella sala, e raggiungo le mie amiche, sperando che nessuno chieda nulla.
- ce ne hai messo di tempo! – esclama Emi
- c’erano due chiusi in bagno – mento io, simulando che la cosa mi abbia contrariata
- e non eravate tu e Inuyasha? – mi chiede Yuka
Avvampo e scatto subito – ma ti pare? –
Inizio a sudare freddo e per nascondere il mio stato d’animo inizio a giocare con un orecchino.
- e poi è troppo presto – sussurro arrossendo.
Yuka mi posa una mano sul braccio e lo stringe piano, e io alzo lo sguardo sul suo.
- ti prendevo solo in giro. Ti conosco. – mi dice sorridendo, e io finalmente smetto di essere imbarazzata.
Anche se un po’ di senso di colpa mi rimane addosso, perché non è propriamente vero che lei mi conosce fino in fondo.
Non in questo campo.
 
 

 
 
- Kagome? –
Mi volto verso la voce di Inuyasha, che è dietro di me assieme ad un altro ragazzo praticamente uguale a lui, se non fosse per il taglio di capelli e perché è più vecchio.
Mi presenta suo fratello, che dopo un brevissimo, cordiale e distaccato scambio di parole, se ne va.
- non offenderti: Sesshomaru non è uno di molte parole –
Mi sussurra Inuyasha un po’ impacciato e io gli rispondo con un sorriso luminoso.
Non riesco a dirgli nulla, perché Esen attira l’attenzione di tutti urlando – momento regali! –
Si accalcano tutti attorno a Inuyasha e io ne approfitto per defilarmi e raggiungere la mia borsetta.
Visto che ora stiamo assieme, questa mattina ho intrecciato un braccialetto fatto con il filo di cotone rosso e nero, i colori della sua squadra.
So che non ha nessunissimo valore, ma mi è sembrata la cosa più sensata da fare.
Ho messo la mia quota nel regalo con gli altri e quindi spendere altri soldi non potevo. Anche se immagino che se avessi chiesto a mia madre me li avrebbe dati volentieri.
D’altra parte limitarmi a partecipare ad un regalo comune non mi pareva sufficiente, considerato che non sono più una semplice compagna di classe.
Nascondo il mio pacchettino, che grazie al cielo è piccolo, nella microscopica tasca della giacca nera e torno in mezzo agli altri a guardare divertita Inuyasha che apre i suoi regali.
 
 

 
 
Sto parlando con Esen, che mi sta raccontando di come aveva intuito che ci fosse una ragazza, e nello specifico io, dietro al massaggiare continuo di Inuyasha e ai suoi strani impegni di quella settimana, quando qualcuno mi arriva addosso alle spalle.
Questo qualcuno si rivela essere il festeggiato, che ora sta sbraitando contro Masaru che lo ha spinto e che continua a ridere.
- invece di guardarmi così, dovresti passare un po’ di tempo con la tua ragazza! – ribatte Masaru, incurante dello sguardo omicida di Inuyasha.
Io arrossisco un po’ ma mi passa subito. Dopotutto è vero che stiamo assieme.
 
- ti ho fatto male? – mi chiede, sospingendomi verso la porta che dà al giardino.
- no, tranquillo – gli rispondo sorridendo.
Mi frugo nella tasca e gli porgo il mio pacchettino.
- cos’è? – mi chiede perplesso
- un ombrello – ribatto io – anzi no, un paio di scarpe! –
- spiritosa – borbotta lui, ma gli sorridono anche gli occhi, mentre scarta il regalo.
- l’ho fatto io – gli dico togliendoglielo dalle mani – è un braccialetto. –
- ah, pensavo fosse un’astronave – ridacchia lui e io scuoto la testa divertita – avevo capito mi avessi fatto il regalo assieme agli altri – mi dice, allungando verso di me il polso sinistro
Gli lego il braccialetto mentre gli spiego le mie motivazioni.
- non serviva – mi dice scuotendo il braccio per far girare il braccialetto – ma è stato un bellissimo pensiero, grazie –
- ti piace davvero? –
- si che mi piace! Perché dovrei mentire? – mi chiede quasi scandalizzato
- non hai altri braccialetti, collane, orologi o anelli – mormoro un po’ insicura
- nessuno me ne ha regalati di belli come il tuo – mi risponde, cingendomi la vita e attirandomi a sé in un abbraccio.
Appoggio la testa sul suo petto e lo sento prendere un respiro, come se volesse dire qualcosa, ma veniamo interrotti.
 
Yuka ci compare vicino, con il mio cappotto e la mia borsa in mano.
- mi spiace interrompervi, ma la madre di Emi è appena partita da casa, a momenti sarà qui – mi consegna i miei averi e con un sorriso continua – ti aspettiamo dentro, ok? Ciao Inuyasha, grazie per la festa. Ci vediamo a scuola lunedì –
- grazie a voi per il regalo – ribatte lui, guardandola poi andare via.
- mi spiace che te ne devi già andare –
- ci vediamo domani? – gli chiedo io con gli occhi a cuoricino
- domani gioco – mormora lui dispiaciuto – e gioco proprio, dato che il figlio del mister è in gita. -
- peccato –
- e se ti vengo a prendere dopo la partita? Ceniamo qui, così ti presento mio papà. –
Provo più emozioni insieme: sono in ansia all’idea di conoscere suo padre, sono felice per la proposta di cenare assieme, ho paura che finirò per cenare con pop corn e nutella, e mi sovviene un’idea.
- dove giochi? –
- nel quartiere qui vicino. Perché? –
- mi spiacerebbe se dovessi fare troppi km, ma se giochi qui non è un problema –
- non lo sarebbe stato comunque – ribatte lui
- a che ora? – chiedo, avviandomi verso il cancello per raggiungere Emi e Yuka
- la partita inizia alle 15.30, quindi finirà intorno alle 17.30. Più il tempo di fare la doccia e la strada, sarò da te non prima delle 18.30/19. Può andare? –
- perfetto – sussurro io, alzandomi sulle punte per salutarlo con un bacio sulle labbra.
   
 
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