REALTA’ PARALLELA
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Capitolo 12 – Bikers
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Librarsi
nell’aria come un uccello, il vento che ti scompiglia i capelli, quella
sensazione di libertà, erano emozioni che Adrien, o
meglio Chat Noir, sperimentava per la prima volta.
Stava
facendo scivolare via quella sensazione di tristezza e dell’essere chiuso in
una prigione dorata, che lo opprimevano.
Anche
la vita del fidanzato dolce e gentile gli cominciava ad andare stretta, per di
più le uscite con la sua ragazza, Kagami, si
limitavano solo a quella mezz’ora al giorno di scherma e ad incontri imposti da
eventi, dove entrambi i genitori dovevano presenziare.
Sembrava
più per convenienza che per amore, almeno, questo era quello che provava lui.
Per
colpa della signora Tsurugi, che era rimasta ancora
all’età della pietra e legate alle tradizioni del suo popolo, lui sarebbe stato
costretto alla castità forzata fino al matrimonio, difficile però contenere
certi istinti, che divennero più forti, una volta conosciuta la ragazza con i
codini.
Sapeva
solo, che durante il rinfresco dopo il funerale, quando era entrata nella sua
stanza, avrebbe voluto tanto prenderla e sbatterla sul letto, e non limitarsi
ad un tenero abbraccio, forse il migliore ricevuto da una ragazza fino ad ora.
Non
capiva perché, ma ultimamente con Kagami, le sue
dimostrazioni d’affetto, sapevano di un qualcosa di sterile, freddo,
impersonale, ed era stata proprio Emilie, prima di
spirare a fargli notare queste cose.
*
Si
fermò su di un tetto, quando i suoi sensi di gatto, avevano iniziato a farsi
sentire.
Un
fruscio d’aria, proveniva da destra, come anche strane grida.
Vide
una tromba d’aria abbattersi sulla città, una strana tromba d’aria.
Era
azzurra.
Di
solito i tornado assumono il colori delle nuvole, o meglio questo era quello
che ricordava dai documentari o dai film catastrofici che aveva guardato.
Una
persona al suo interno urlava, prima di venire catapultata in aria per
kilometri.
Corse
più veloce che poteva per provare a salvare il malcapitato, e rimase stupito
nel vedere che sul posto, c’era già una ragazza vestita con una tuta rossa a
pois neri, che grazie al suo fidato yo-yo, riuscì ad agganciarlo in vita e
tirarlo a se.
“Grazie”
Disse cercando di non vomitarle sulle scarpe, tutto quel vorticare in aria, gli
aveva fatto venire un gran cerchio alla testa.
“Vai,
corri più veloce che puoi e nasconditi”.
Annuì
e sparì dalla sua vista.
Lady
Bug, aveva avvertito dietro di se uno spostamento d’aria, e il suo cuore mancò
un battito e la gola si seccò di colpo.
Da
quando non lo vedeva?
Da
troppo tempo ormai, era intrappolata in quella realtà da molto, non ricordava
di preciso quanti giorni fossero passati, le sembravano un’eternità.
Si
voltò piano cercando di non piangere, sapeva che non era lui, cioè il Chat Noir
del suo tempo, ma era pur sempre il suo chaton.
Chat
Noir, del canto suo, gli sembrò di aver avuto la visione di una dea o di una
sirena, che con la sua angelica voce, lo attirava a se.
Quegli
occhi azzurri…dove li aveva già visti?
Lady
Bug, invece, si rese per la prima volta, di quanto in tutti quei mesi fosse
stata così stupida, da non notare la somiglianza tra lui e Adrien.
Era
palese la cosa.
“Salve,
madamoseille”
Si inchinò per farle un baciamano degno di un signore e lei per la prima volta
sentì il cuore andare al massimo e il sangue defluire dal cervello, facendole
perdere ogni inibizione.
Quante
volte lo aveva rifiutato, troppe.
Si
sarebbe presa a schiaffi da sola, ma poi avrebbe dovuto spiegargli il perché,
ma non era ne il tempo e ne il luogo adatto, avevano una missione da compiere.
“Lady
Bug, il mio nome è Lady Bug”.
“E
quello vero?” Chiese sornione.
“Il
tuo kwami non ti ha spiegato niente?”
Chat
Noir fece spallucce “Doveva?” Poi fece una breve pausa “…ma
forse non gli ho dato il tempo”. Disse grattandosi una guancia con un’unghia
appuntita.
Era
proprio lui: intraprendente, istintivo, dinamico, naturale, e perché no,
affascinante, semplicemente Chat Noir, o per meglio dire, la personalità
repressa di Adrien.
Lei
sorrise divertita, forse per la prima volta ad una sua battuta.
“Abbiamo
del lavoro da fare qui, non possiamo perderci in inutili chiacchiere”.
“Come
milady comanda” Un’altra riverenza “…cosa intendi fare?” Chiese curioso.
“Facciamo, forse intendevi” Sottolineò la
prima parola, erano una squadra e come tale, il piano da attuare, doveva essere
di entrambi, e non di una persona sola.
“Beh!
E’ chiaro che tu sei più esperta di me”.
Si
era vero, ma questo non glielo poteva dire.
“Se
tu avessi aspettato le istruzioni del tuo kwami, ora
non dovresti chiedere cosa dobbiamo fare”.
Non
era cambiato niente, i soliti battibecchi non si fecero attendere molto.
“Uffa…quante storie” Chat Noir roteò gli occhi.
“Comunque,
seguimi, andiamo a stanare questo akumizzato”.
“Akumi-che?” Chiese prima di allungare il bastone e
raggiungerla sul tetto senza attendere la spiegazione.
*
Arrivarono
ai piedi della Tour Eiffel, e dell’akumizzato non vi
era traccia, ma nemmeno della gente di Parigi se era per questo.
Era
ora di punta, e le strada dovevano pullulare di gente, macchine, motorini e
biciclette, invece niente, il vuoto più totale.
Un
silenzio quasi spettarle aleggiava in quella città.
Lady
Bug si guardò attorno, in cerca di qualche segno utile a stanare il seguace di
Papillon.
Chat
Noir, mosse le sue orecchie di gatto e grazie al suo udito super sviluppato,
riuscì a salvare la sua compagna con un balzo, prima che un vortice, la portasse
via.
“Grazie,
Chat Noir”.
“Dovere,
milady”
“Non
sarà facile fermarlo, è troppo veloce”.
“Non
può cercare di legarlo con quel tuo yo-yo? Come hai fatto prima con la persona
dentro il vortice?” Indicò l’oggetto posto al suo fianco.
“Bisogna
cercare di farlo cadere dalla bici, è quella la sua arma, e dobbiamo
neutralizzarla, così da poter capire dove si trova la sua akuma”.
“Ancora
questa akuma! Ma che cos’è?” Chiese curioso.
“In
pratica è sotto l’influenza di Papillon, e lo controlla grazie ad una farfalla
infettata, l’akuma, appunto. Lo scopo di Papillon è
quello di impossessarsi dei nostri miraculous.”
“E
che ci vuole fare?”
“Non
lo so” Fece spallucce “…non lo abbiamo ancora
scoperto”.
“Come?
Abbiamo avuto i miraculous solo oggi”.
Si
era appena tradita, e doveva trovare una soluzione alla svelta, sapeva che il
suo compagno, ovvero Adrien, non era stupido e le
cose le avrebbe capite subito, tranne che lei e Marinette
fossero la stessa persona, ma questa è un’altra storia.
“In
realtà…io provengo dal futuro”.
“Wow”
Sembrava averci creduto. “Questo spiega perché sai tante cose”.
“Da
un futuro dove io e te siamo una squadra fantastica” Aggiunse.
“Tipo
io e te contro il mondo?”
Lady
Bug annuì e per poco non le scese una lacrima “Esattamente”.
Il
momento magico tra i due, venne interrotto da Biker, che attraversò a gran
velocità la strada, causando il tornado, e facendo alzare in volo Lady Bug, che
prontamente venne bloccata per le mani da Chat Noir, che intanto, aveva legato
la cintura che portava in vita, ad un palo.
“Bravo,
Biker, aumenta l’intensità, presto Lady Bug e Chat Noir entreranno nel vortice
e i loro miraculous verranno risucchiati”. Papillon
entrò nella mente del suo discepolo e lo incitò a continuare la sua opera per
raggiungere il suo losco scopo.
“Agli
ordini, Papillon” Biker fece una smorfia sadica e pedalò più velocemente.
Chat
Noir non avrebbe resistito molto in quella posizione e la cintura di stava
slegando.
“Fatti
venire un’idea milady, altrimenti
verremo catapultati nello spazio”.
In
effetti, dovevano ancora invocare i loro poteri speciali.
“Non
lasciarmi, andare, devo invocare il mio potere speciale, e per farlo, mi
servirà il mio yo-yo”.
“Ah,
ok! Per caso sai qual è il mio?” Chiese in evidente imbarazzo.
“Il
cataclisma, puoi distruggere le cose, ma non invocarlo adesso, altrimenti mi
ucciderai”.
*
“Lucky Charm!”
Lady
Bug prese al volo l’oggetto chiamato “Un bastone? E che dovrei farci?”.
“Forse
mettergli il bastone tra le ruote?” Rise alla sua stessa battuta.
La
coccinella si guardò attorno e quella le sembrava l’unica soluzione sensata.
“Ti
dirò io quando evocare il tuo potere”.
Non
appena Biker si avvicinò, Lady Bug puntò alla ruota davanti, e lanciò il
bastone, interrompendo la sua irrefrenabile corsa.
Biker
venne catapultato sulla strada e Chat Noir, potè invocare
il cataclisma e usare il suo potere sul casco, liberando la farfalla nera, che
osservò svolazzare in alto.
“Niente
più malefatte piccola akuma. Lady Bug sconfigge il
male” Aprì lo yo-yo e lo lanciò verso l’insetto infetto, catturandolo “Presa!”
ed infine liberandola purificata “Ciao, ciao farfallina”.
E
per portare tutto alla normalità, lanciò in aria il bastone “Miraculos Lady Bug”.
“Wow,
è stato fantastico, tu sei stata fantastica” Chat Noir le si avvicinò con gli
occhi che gli brillavano, mentre l’anello iniziò a lampeggiare “E’ meglio che
vai gattino, o altrimenti scoprirò la tua vera identità” Glielo disse come se
già non lo sapesse.
“E’
stato un piacere, Lady Bug” La sua voce echeggiò alta nel cielo e Marinette sorrise, pensando che fosse la più bella del
mondo.
*
Luka si tenne la
testa, non ricordava quello che era appena successo e del perché si trovava
seduto per terra, con quella strana ragazza mascherata davanti a se.
“Sei
stato akumizzato” Le disse.
“Akumizzato?” Fece di rimando mentre lo aiutava ad alzarsi.
“Vuol
dire che Papillon ha usato la tua rabbia o la tristezza, per raggiungere il suo
scopo, sei stato un facile bersaglio”.
Luka scosse la testa
“Non ho capito una parola di quello che hai detto”.
“In
poche parole, non essere triste o arrabbiato, e vedrai che non ti capiterà più
niente”
“In
effetti, lo ero, la mia ragazza mi aveva appena mollato…”
Spiegò portandosi due dita sul mento.
“Avrà
avuto le sue ragioni” Disse acida.
“Si…ma era strana, boh!” Fece spallucce.
“Forse
non eravate destinati a stare insieme”.
“Mmm…forse” Ripeté a mezze labbra.
Lady
Bug stava per parlare, quando d’improvviso gli orecchini iniziarono a suonare e
i pois neri a lampeggiare, scappò via salutandolo.
*
continua