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Autore: Arkady    11/01/2021    1 recensioni
Una parte della mia vita raccontata con i personaggi di Inuyasha and co.
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Vi consiglio di rileggerla da capo, se vi va. Questa storia è stata scritta nel 2007, avevo vent'anni.
Nel 2014 ho iniziato a risistemarla, ma non avevo portato a termine il lavoro.
Oggi, a 15 anni dai fatti descritti nella storia, il progetto si conclude.
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22: Mio compleanno

 
La scuola è finita e finalmente sono iniziate le vacanze.
Stare con Inuyasha è insieme nuovo e familiare. Nuovo perché non ho mai avuto una storia così, e familiare perché mi sembra di non riuscire a ricordarmi come fosse prima di stare con lui, e sono passati solo quattro mesi.
Oggi è il mio compleanno e Inuyasha è venuto a prendermi a casa presto questa mattina.
La strada che ci separa dalla nostra meta è lunga: l’idea è partita, incredibilmente, da Sesshomaru e appoggiata subito da loro padre, durante una cena a casa loro qualche giorno fa.
Sono proprietari di una casa al mare, a circa due ore di strada da dove abitiamo. Inuyasha mi ha raccontato che ci andavano sempre quando era viva la mamma, e che suo padre non aveva mai voluto vendere la proprietà, per mantenere tutti i ricordi legati alla moglie.
Ora ci andavano più sporadicamente, ma che fosse un posto felice lo si capiva da come brillavano gli occhi di tutti e tre mentre ne parlavano.
In questi giorni ho riflettuto tanto, e... beh, ho deciso che voglio fare il passo. Voglio andare oltre.
 
E adesso sto cercando di mascherare la mia agitazione derivante da queste mie intenzioni che non ho rivelato a nessuno, ma temo di non esserci riuscita bene, dato che Inuyasha mi ha appena chiesto cosa ci sia che non va.
- sono solo emozionata – sussurro, dicendo in realtà una mezza verità.
Sono effettivamente emozionata, sto esplodendo per tutto quello che rappresentano queste due giornate: il primo viaggio “lungo” in auto insieme, una casa tutta per noi, per altro al mare (che io adoro), il dover fare la spesa assieme, cucinare assieme, dormire assieme, svegliarsi assieme… a cui io voglio aggiungere quello.
Fedele a quanto mi ha detto ormai quattro mesi fa, Inuyasha non ha mai mostrato segni di impazienza per quel discorso. Sta aspettando che io sia pronta, e io ora credo di esserlo.
 
 

 
 
Questo posto è fantastico!
La casa è piccola, ha il minimo indispensabile, il necessario per una casa per le vacanze. C’è un grande soggiorno, le cui pareti su tre lati sono delle enormi vetrate da cui si vede il mare, la spiaggia ed il piccolo boschetto che circonda la casa. Sull’ultima parete c’è una piccola cucina attrezzata e le scale per accedere al primo piano, dove ci sono tre camere ed il bagno.
Se fossi proprietaria di un posto simile, vivrei qui. Non solo in estate, il mare mi piace da matti anche nei mesi freddi.
Dopo esserci assestati in casa, andiamo in spiaggia. Abbiamo giocato nell’acqua bassa, Inuyasha si è fatto anche una nuotata mentre io mi sono stesa a prendere il sole. Ci siamo riempiti vicendevolmente di sabbia, siamo andati in acqua a ripulirci e poi ci siamo riempiti ancora.
Abbiamo pranzato sotto l’ombrellone, fatto una pennichella e ricominciato tutto d’accapo.
Ora siamo seduti sui nostri asciugamani, a guardare il tramonto colorare le nuvole e l’acqua di diverse sfumature di giallo e rosso.
 
Rosso, come il colore del costume che sfoggio, quello che ho acquistato per la gita.
- il mio costume preferito – dice Inuyasha con un ghigno, quando espongo la cosa.
- l’unico che hai visto finora – gli ricordo
Mi si avvicina piano, accarezzandomi piano la spalla e al suo tocco mi sembra di essere percorsa da una scarica elettrica.
Incrocia gli occhi con i miei e mi sussurra – è stata la prima volta che mi sono eccitato guardandoti -
- davvero? –
- mh mh – annuisce prendendo una mia ciocca di capelli e arrotolandosela sul dito – quando ti sei mossa per giocare con quelle stupide orecchie su quella cuffia. Noi… beh, non eravamo mai stati così vicini, e non ti avevo mai toccato la pelle così –
- dovremmo ringraziare il tuo cuginetto, allora – sorrido io, baciandolo sulle labbra
- ti ho pure dovuto trascinare fino alle scalette – mi ricorda scuotendo la testa
- ehi! – protesto io – lo hai proposto tu –
- si beh, è stato prima di rendermi conto della difficoltà nel doverti tenere vicina, ma sufficientemente lontana perché non ti accorgessi… del mio rigonfiamento
Involontariamente mi cade l’occhio sul suo costume, dove anche adesso si può notare l’effetto.
Un’altra scarica mi parte dal basso, questa volta.
- per questo sei venuto a nuoto? – sussurro piano
- già – risponde lui, mentre tira il laccetto della parte alta del costume e me lo sfila – da lì in avanti è stato un po’ un calvario – mormora avvicinando le labbra al mio seno
- perché? – chiedo, anche se il mio interesse è momentaneamente catturato dai suoi movimenti
Lui ridacchia e sento il fiato sulla mia pelle – non ti ricordi che il giorno dopo mi hai aperto mezza nuda? –
- ah già, io ed il mio completo di pizzo nero ti abbiamo sorpreso – mormoro
- dovresti ringraziare il mio autocontrollo di quella sera, Kagome. – mi dice guardandomi serio – non so davvero come ho fatto a resisterti. –
Io ridacchio e lui prosegue – e tu non hai per nulla aiutato -
- che intendi? – chiedo confusa
- beh, innanzi tutto sei rimasta lì a farti ammirare, cianciando che pensavi non fossi io –
- ma che dici? Mi sono rivestita subito! – protesto, anche se so che ha ragione: me la ricordo ancora l’accurata scansione che gli ho lasciato fare, prima di anche solo pensare a vestirmi.
- subito dopo che ho potuto guardarti ogni centimetro di pelle, si. – commenta lui infatti - Quella è stata la seconda volta che mi hai fatto eccitare –
Io non ribatto nulla, e mi chiedo se inconsciamente in quell’occasione non mi sia fatta osservare mezza nuda apposta.
- e poi hai continuato a stuzzicarmi, intavolando un discorso sul sesso – continua lui
 
Nel mentre di tutto questo scambio di battute, mi sono stesa con la schiena sull’asciugamano e lui mi sovrasta, passando da un capezzolo all’altro e guardandomi di sottecchi di tanto in tanto.
Decido di sfruttare l’occasione.
- oh, suvvia, Inuyasha – dico accarezzandogli i capelli – ti ho solo chiesto della tua prima volta e ti ho detto che se fosse arrivato Soichiro mi sarei donata a lui –
Lui si blocca e mi guarda male – mi ero proposto di andarlo a chiamare –
- lo avresti fatto davvero? – sussurro
Inuyasha aggrotta le sopracciglia e si allontana, mettendosi a sedere – nella maniera più assoluta. Non hai idea di com’ero incazzato nel viaggio di ritorno perché era seduto accanto a te -
Sorrido e gli accarezzo una guancia – non devi essere geloso di Soichiro. O di altri. – gli dico guardandolo negli occhi, poi mi alzo a sedere anche io e lo abbraccio allacciando le braccia dietro il suo collo.
Quando anche lui mi avvolge con le sue, gli sussurro nell’orecchio – perché è a te che voglio donarmi, ora –
Lo sento irrigidirsi un attimo e poi mi stringe di più – quando sarai pronta, Kagome – mi sussurra a sua volta
Io sciolgo l’abbraccio, tornando a incrociare il suo sguardo – lo sono adesso – dichiaro seria e lui spalanca la bocca.
 
 

 
 
Siamo rientrati in casa.
Inuyasha è agitato tanto quanto lo sono io, anche se entrambi cerchiamo di fare finta di niente.
- adesso nel senso di ora? In questo momento? Qui? – mi ha chiesto quasi balbettando dopo la mia uscita
- adesso nel senso di ora, in questo momento. – ho ripetuto io, per conferma – sul qui… - ho esordito guardandomi intorno un po’ a disagio.
In teoria sarebbe romantico, immagino. Si insomma, al tramonto, sulla spiaggia… però se arrivasse qualcuno?
Non l’ho detto a parole, ma Inuyasha sembra aver intuito e condiviso la mia paura.
Mi sono fatta la doccia e mentre se la stava facendo lui, ho preparato la cena.
Aleggia un denso strato di disagio tra noi, che mi fa rimpiangere un po’ di aver dichiarato le mie intenzioni in spiaggia. Ecco, forse avrei dovuto dirlo mentre eravamo già impegnati in quelli che sarebbero stati i preliminari.
Finito di mangiare, ci sediamo sul divano, come immagino avremmo fatto se non avessi detto nulla qualche ora fa.
Poi dal nulla, Inuyasha mi prende la mano e attira la mia attenzione.
- sei… sei sicura Kagome? –
Devo ammettere che è adorabile quando è imbarazzato. Annuisco e gli sorrido, cercando di simulare una sicurezza che in realtà non provo.
Si alza e mi aiuta a fare lo stesso, portandomi poi nella camera che abbiamo preparato per dormire.
Siamo entrambi un po’ rigidi ed impacciati, e la tensione si scioglie un po’ quando insieme ne ridiamo nervosamente.
 

 
 
Avevo immaginato facesse male, ma non così.
Ho mille pensieri che mi vorticano in testa, sul fatto che dovrei essere rilassata e non lo sono, sull’espressione dispiaciuta di Inuyasha, che continua a chiedermi scusa e se sono sicura di voler continuare, sul fatto che vorrei piangere perché il tutto non è nemmeno lontanamente piacevole o perfetto come avevo pensato sarebbe stato.
È lui a mettere fine a questa tortura, uscendo da me (per quel poco che era riuscito ad entrare) e, dopo essersi scusato per l’ennesima volta e avermi deporto un bacio sulla fronte, dalla stanza.
Una volta sola non ho pianto, ma due grosse lacrimone mi sono rotolate giù dalle guance, infrangendosi sulle lenzuola.
Mi sono messa il pigiama e un quantitativo di tempo indefinito dopo mi sono assopita.
Non ho sentito Inuyasha rientrare, né distendersi in parte a me. Non mi sono svegliata nemmeno quando deve avermi abbracciata, aderendo con il suo petto alla mia schiena.
 
È così che mi sveglio il giorno dopo, con l’alba che colora il cielo fuori e fa capolino nella stanza.
Mi concedo di ammirare Inuyasha dormire, è un’immagine davvero bellissima. Non sorride, e onestamente non riesco a farlo nemmeno io, non del tutto almeno.
Non so se riuscirò a sostenere il suo sguardo dopo il flop di ieri.
Sono contrariata che se ne sia andato lasciandomi lì, ma onestamente se fosse rimasto a guardarmi, a compatirmi, mi sarei seccata sicuramente di più.
Sguscio via con cautela dal suo abbraccio e scendo in cucina a mangiare qualcosa.
È davvero presto, non ho idea dell’ora in cui Inuyasha mi ha raggiunto, se si è addormentato subito e quindi quanto dormirà ancora. Così decido di uscire e incamminarmi verso il mare, che al contrario di ieri ha sfumature di un giallo delicato.
 
Quando rientro in casa, un po’ rasserenata, Inuyasha quasi mi aggredisce urlandomi contro chiedendomi dov’ero
- sono andata fino al mare e sono tornata indietro – rispondo infastidita
- mi hai fatto preoccupare: mi sono svegliato e non c’eri – si giustifica lui
- scusami – mormoro io, in effetti mi sarei agitata anche io, a ruoli invertiti
- stai bene? – mi chiede premuroso
- sto una meraviglia – rispondo io con una punta di sarcasmo
- Kagome, per ieri… - comincia lui, cauto
- lasciamoci ieri alle spalle, ti va? – lo interrompo io, indossando il miglior falso sorriso di cui dispongo.
Lui mi scruta per un secondo, ma poi annuisce e si allontana, andando a preparare il necessario per la nostra giornata al mare.
 
Tornando a casa in perfetto silenzio, rifletto sul fatto che ad un occhio esterno la nostra giornata deve essere sembrata il perfetto idillio di una coppia di fidanzatini.
Abbiamo riso e scherzato insieme, godendoci il sole, il mare e la reciproca compagnia.
La mia però è stata solo un’interpretazione, dopotutto sono un’attrice di teatro da anni. Oggi ho indossato la mia maschera e tutto è filato liscio, fino a quando non siamo partiti per rientrare a casa.
Inizio a fare fatica a fingermi una me stessa allegra e frizzante, e ho finito per piombare nel silenzio.
Inuyasha ha provato a coinvolgermi in qualche chiacchiera, ma dopo aver scambiato qualche battuta, poi torno nel mio mutismo.
Tutto questo mi dispiace, so perfettamente che non è colpa di nessuno dei due se è andata come è andata.
Eppure, non riesco a lasciarmi alle spalle quanto accaduto.
Vedendoci arrivare in queste condizioni, sono certa che mia madre abbia sospettato qualcosa, ma davanti ad Inuyasha anche lei si è comportata come se nulla fosse.
Lui mi guarda in modo strano, prima di abbracciarmi. Subito lo stringo forte anche io, quasi aggrappandomi a lui, perché il suo saluto sa tanto di addio, nonostante mi dica – ci vediamo domani – prima di salire in auto e andarsene.
 
 

 
 
È passato un giorno, ed io e Inuyasha non ci siamo sentiti per nulla.
Mia madre si è fatta bastare il mio – è andato tutto bene, davvero! – e non ha indagato oltre, anche se ho capito perfettamente che non mi ha creduto.
Sa che sarò io ad aprirmi, quando sarò pronta.
Ho chiesto a Emi, Yuka e Saiyuri di vederci, per svagarmi un po’ e per passare una giornata assieme alle mie amiche, come ormai è sempre più raro fare, causa mia che sto con Inuyasha e devo quindi dividere il mio tempo tra lui e loro, ma soprattutto a causa di Emi che si sta frequentando con un ragazzo di un’altra sezione da due mesi ed è sempre con lui.
Lei, infatti, non ci sarà. Nemmeno oggi ha scelto noi.
Davvero, non voglio fare l’ipocrita, so perfettamente cosa vuol dire mettersi assieme a qualcuno e voler passare tutto il proprio tempo con lui: ci sto passando anche io, dopotutto.
Però non sono mai stata così latitante con loro, anzi. Considerato che Inuyasha ha continuato gli allenamenti fino alla fine della scuola, io e loro abbiamo continuato a vederci con quasi la stessa frequenza di prima. Anche quando la scuola è finita.
Lei invece è essenzialmente sparita.
A parte per la festa del mio compleanno, a cui ho dovuto quasi pregarla di venire e sono convinta che abbia accettato solo quando le ho detto che poteva portare Mito, il suo ragazzo che ho conosciuto quella sera per la prima volta, non la vedevo dall’ultimo giorno di scuola.
 
La prima ad arrivare è Saiyuri, l’unica con cui riesco a parlare di tutto quello che gira attorno al sesso.
In realtà è stata lei a proporsi di vedersi prima solo noi due, e quando mi inizia a raccontare che si è messa assieme al famoso compagno delle medie, capisco il perché.
Questi discorsi con Yuka ed Emi non riesce a farli nemmeno lei, e dopo essersi addentrata a raccontarmi le sue nuove esperienze, mi chiede com’è andata alla casa al mare.
- non è andata – mormoro io
- che è successo? – mi chiede, trasformando subito il suo sorriso malizioso in uno apprensivo, quando sente il mio tono triste.
Le racconto a grandi linee cos’è successo e ammetto per la prima volta ad alta voce quello su cui ho rimuginato tutta la notte.
– sai, forse ho sbagliato a stoppare Inuyasha, quando voleva parlarne. Mi sono resa conto che vorrei sapere lui che ne pensa. Se ci vorrebbe riprovare… - mi lascio sfuggire un sospiro e le dico che non parlo con lui da quando ci siamo salutati quella sera
- e perché non gli hai scritto tu? – mi chiede lei
- cosa dovrei scrivergli? – le chiedo
- cosa dovrebbe scriverti lui? – rigira la mia domanda
- non lo so – ammetto – mi sento così inadeguata. Vorrei che mi rassicurasse che non è così –
- per adesso fatti bastare la mia, di rassicurazione. – mi dice accarezzandomi una guancia.
Un gesto che apprezzo tanto, perché è così poco da lei. Queste dimostrazioni di affetto gentili sono più da Yuka, ed il fatto che Saiyuri si sia sforzata per farmi sentire il suo appoggio nel modo in cui mi serviva riceverlo e non in quello che per lei è usuale, mi fa provare un grandissimo affetto per lei.
L’argomento viene archiviato con l’arrivo di Yuka, e io riesco davvero a lasciarmelo alle spalle e a godermi questo pomeriggio con loro.
Ad un certo punto Yuka esterna la sua preoccupazione per Emi. Più che preoccupazione, il suo disappunto per il comportamento della nostra amica.
E nel farlo nomina anche me ed Inuyasha.
Credo di non essere riuscita a mascherare il pizzico di tristezza che mi ha attraversato il volto a sentire il suo nome, perché subito Yuka mi chiede cosa c’è che non va.
Non mi addentro nei particolari, come ho fatto con Saiyuri, ma le confesso che c’è una questione irrisolta di cui non ho voluto parlare con lui e che ora sono piena di dubbi.
Anche lei mi incita a cercarlo per prima, e mi rassicura sul fatto che si sistemerà tutto.
- vi amate così tanto – dice, e io avvampo.
- oh, suvvia Kagome! Sono quattro mesi che state insieme, come fa ad imbarazzarti quello che ho detto? – ride lei.
- non ce lo siamo mai detti – confesso io, a disagio.
- beh, siete solo due stupidi, allora. – la veemenza della sua frase mi fa spalancare la bocca – a noi tutti ci basta guardarvi insieme, osservare come vi guardate l’un l’altro. È così palese che siete innamorati l’uno dell’altra. –
Io guardo Saiyuri e lei si dichiara completamente d’accordo con Yuka.
Davvero è così evidente che mi sono innamorata di lui?
   
 
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