Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: Marie_    16/01/2021    1 recensioni
Clarke e Bellamy sono i migliori amici di Harper e Monty, giovane coppia sposata e con un bambino, Jordan.
Un drammatico incidente, però, sconvolgerà le loro vite definitivamente.
Dal X capitolo
[...]
Quando Bellamy si svegliò, ci mise qualche attimo a mettere tutto a fuoco. Il suo braccio stringeva dolcemente il fianco della ragazza addormentata accanto a lui, i suoi capelli biondi, colpiti dal sole del mattino, sembravano ancora più luminosi. Incredulo Bellamy le accarezzò dolcemente la schiena, percorrendo con le dita il tracciato della spina dorsale, in un gesto intimo e personale che non aveva mai fatto con nessuna. Sorrise quando la sentì fremere al suo tocco e iniziare a svegliarsi. Iniziò a giocare con una ciocca di capelli biondi e a lasciarle dei baci sulle spalle per farla girare.
[...]
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Harper, Monty Green
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TERZO CAPITOLO




Bellamy stava svogliatamente facendo il suo lavoro "vai sulla tre" diceva ogni tanto "rimanete sull'azione, non perdete la palla". Era bravo perché riusciva a capire in anticipo le mosse dei giocatori e non si perdeva mai un momento, un passaggio importante, una giocata vincente. Quella partita però si era rivelata estremamente noiosa, le squadre erano fiacche e continuavano a fare errori da principianti. O forse era semplicemente distratto dal pensiero della riccia cheerleader che lo aspettava a fine partita, per una serata tutt'altro che noiosa. L'aveva incontrata quella mattina al parco mentre lei si allenava con la squadra e lui faceva esercizi individuali e corsa intorno al campo, non era stato difficile attirare la sua attenzione e conquistarla, qualche sguardo e la più classica mossa di togliersi la maglietta; anche lei però con mosse e sorrisi ammiccanti aveva facilmente catturato Bellamy.

Ogni tanto gli venivano in mente le frasi dei suoi amici che lo prendevano in giro e lo esortavano a cercare una stabilità affettiva; Monty gli ripeteva spesso, con il suo tono un po' filosofico "devi pretendere di più per te stesso, Bell. Trova una ragazza che ti ami per quello che sei e che ti aiuti a renderti conto della persona che sei e a volerti bene. Non devi aver paura di aprirti". Solitamente il moro gli rispondeva con qualche battuta sarcastica "Che c'è Green? Sei innamorato di me? Potevi dirmelo subito al posto che sposarti con Harper!". Non lo dava a vedere però quelle parole si erano sedimentate nel suo cuore e lo facevano pensare tutti i giorni così come vedere i suoi amici felicemente sposati gli faceva provare un sentimento strano, invidia forse, ma cercava di allontanare questi pensieri con mille distrazioni.

Quando l'arbitro fischiò la fine della partita, Bellamy sospirò, salutò i colleghi con pacche sulle spalle e si diresse verso gli spogliatoi ad aspettare la ragazza.

 

"Ciao Bellamy" gli disse abbracciandolo "ciao tesoro, sei stata magnifica oggi" iniziò Bellamy, non era del tutto sincero, non aveva prestato troppa attenzione alle coreografie in campo, le passò una mano sul fianco stringendola a sé "che ne dici se andiamo in un posto più appartato così lo spettacolo lo fai solo per me?" la ragazza accanto a lui rise maliziosa, annuendo e accarezzandogli il braccio "molto volentieri" disse lasciandogli un bacio prima di avviarsi verso l'uscita. Bellamy le sorrise e la seguì, contento in cuor suo di avere compagnia anche quella sera e scacciando il bruciante desiderio di volere una persona accanto, non una semplice sconosciuta.

Guardò di nuovo la riccia che si allontanava ancheggiando sinuosamente, non si ricordava nemmeno il suo nome, e la seguì verso la moto. La suoneria del telefono lo fece fermare nuovamente, numero sconosciuto. "Pronto?" "È il signor Blake?" "Sì, chi è?" "Chiamo dall'ospedale, c'è stato un incidente". Bellamy a stento capì le parole che quella voce sconosciuta e che gli parve improvvisamente fredda e distante gli stava dicendo. Sentì il suo cuore perdere un battito e le ginocchia cedergli sotto il peso del dolore "no... non è possibile" riuscì solamente a dire mentre una lacrima percorreva il suo viso. Allontanò malamente la cheerleader e, come mosso da una forza che non gli apparteneva, si mise il casco e andò verso l'ospedale, sperando che si fossero sbagliati.

 

 

Da quando Cillian aveva lasciato il biglietto da visita erano passati un paio di giorni ma Clarke non aveva ancora trovato il tempo di chiamare tutti i numeri intestati a un Cillian che aveva trovato nel barattolo. I lavori al locale le avevano preso molto tempo e voleva supervisionarli lei stessa per cui aveva passato le ultime serate in negozio per sistemare i progetti. Quella sera però era esausta e l'idea di organizzare una cena romantica con l'affascinante cliente la stuzzicava non poco.

Tornata a casa salì in bagno, aprì l'acqua della vasca, mise i sali e il sapone in modo che si formasse molta schiuma. Prese il telefono e i sette biglietti da visita "è mai possibile che ci siano ben sette Cillian che vengono a comprare da me?". Armata di grande pazienza Clarke entrò nella vasca e compose il primo numero "Pronto, sono Clarke Griffin, della panetteria Arkadia. Sei tu il Cillian che ha lasciato il biglietto nel barattolo due giorni fa? Se sei tu spero che l'invito a cena sia ancora valido perché accetterei volentieri" una voce femminile la interruppe dall'altra parte "cosa vuole da mio marito?". Clarke si impietrì, no, non aveva l'anello, aveva controllato più volte, non era lo stesso Cillian "scusi, deve esserci stato un malinteso. Cercavo un'altra persona. Arrivederci" chiuse velocemente la chiamata Clarke che iniziò a ridere nervosamente per l'imbarazzo "Mi faccio pena da sola a tentare di organizzare appuntamenti con persone che non conosco. Harper sarebbe contenta, se riesco a fissare la cena la chiamo e le dico la notizia così potrà già pensare di organizzare un'uscita a quattro". Sorridendo all'idea Clarke riprese a chiamare i numeri, alcuni non squillavano liberi e ad altri rispondevano voci che non corrispondevano a quella che cercava.

Esasperata compose l'ultimo numero e con voce quasi stanca disse di nuovo "Ciao, sono Clarke di Arkadia. Sei l'ultimo Cillian che è rimasto, dottor Cillian Nelson, quindi mi auguro che sia tu la persona che sto cercando. Se sei venuto in negozio due giorni fa e mi hai invitata a cena mi piacerebbe confermare e fissare una data" "Ciao Clarke, sono io, che bello sentirti" Clarke trattenne a stento un urlo di gioia, ce l'aveva fatta "sono cont..." il suono di una chiamata in arrivo la interruppe ma, visto che il numero era sconosciuto pensò a qualche pubblicità e chiuse la chiamata "eccomi, scusa, mi stavano chiamando ma niente di importante" "Che ne dici se fissiamo la cena per" "Aspetta, mi chiamano di nuovo, devo rispondere. Mi dispiace, ti richiamo più tardi" "Va bene, ciao". 

Spense la chiamata con Cillian e rispose al numero sconosciuto "Pronto?" "Clarke Griffin? Chiamo dall'ospedale" "Sono io, cosa è successo?" chiese mentre si precipitava fuori dalla vasca e iniziava a vestirsi e una morsa di angoscia e paura le stringeva il cuore "Era sui suoi numeri di emergenza, deve venire subito in ospedale, c'è stato un incidente". Sapeva benissimo chi l'aveva segnata come primo numero per le emergenze. Il telefono le cadde dalle mani rimbalzando sul pavimento, si portò le mani alla bocca cercando invano di trattenere i singhiozzi e le lacrime. Si appoggiò al muro e scivolò a terra mentre il dolore, la rabbia e la paura la investivano "No... No... Non è possibile. Non loro, ti prego non loro" disse mentre le lacrime rigavano il suo volto e i singhiozzi le impedivano di respirare regolarmente. 

Si alzò da terra, cercando di ritrovare l'equilibrio e la forza necessari per arrivare in ospedale, uscendo dalla camera i suoi occhi appannati si posarono sulla loro foto il giorno delle nozze, lei era la testimone, tutti si guardavano sorridendo, felici della strada che stavano percorrendo e di potersi definire famiglia. Esitò un secondo di più sui volti degli sposi che sembravano brillare luminosi. Un dolore al petto costrinse Clarke ad appoggiarsi al mobile, loro erano la sua luce, si stavano sicuramente sbagliando perché entrambi stavano bene e sarebbero tornati a casa presto, doveva essere così. 

 

 

 

 

Angolo Autrice: ciao, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io ammetto di essermi leggermente commossa perché ho rivissuto delle perdite di persone care. Spero di essere riuscita almeno in parte a descrivere le emozioni. Fatemi sapere come vi sembra, un bacio. Marie 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Marie_