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Autore: Marie_    19/01/2021    1 recensioni
Clarke e Bellamy sono i migliori amici di Harper e Monty, giovane coppia sposata e con un bambino, Jordan.
Un drammatico incidente, però, sconvolgerà le loro vite definitivamente.
Dal X capitolo
[...]
Quando Bellamy si svegliò, ci mise qualche attimo a mettere tutto a fuoco. Il suo braccio stringeva dolcemente il fianco della ragazza addormentata accanto a lui, i suoi capelli biondi, colpiti dal sole del mattino, sembravano ancora più luminosi. Incredulo Bellamy le accarezzò dolcemente la schiena, percorrendo con le dita il tracciato della spina dorsale, in un gesto intimo e personale che non aveva mai fatto con nessuna. Sorrise quando la sentì fremere al suo tocco e iniziare a svegliarsi. Iniziò a giocare con una ciocca di capelli biondi e a lasciarle dei baci sulle spalle per farla girare.
[...]
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Harper, Monty Green
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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QUARTO CAPITOLO



La macchina nell'altra corsia

Sono usciti fuori strada sbattendo contro il guard rail

Li hanno soccorsi subito ma non c'è stato niente da fare

Non c'è stato niente da fare

Niente da fare

Niente

Niente

Niente

Le parole del medico le arrivarono ovattate, strinse gli occhi per cercare di focalizzarlo e per farsi aiutare dal labiale. Il suo cuore si rifiutava di credere a quello che stava succedendo ma quando il medico le mise una mano sulla spalla abbassando gli occhi il fiato le mancò, annaspò cercando aria, il mi dispiace sussurrato con pudore e rispetto dal medico la colpì come un proiettile in cuore.

Jordan pensò il bambino "Jordan" riuscì a balbettare Clarke "loro hanno un bambino, la prego non mi dica che c'era anche lui" "C'era, ma l'hanno protetto. Il piccolo non si è fatto quasi nulla" Clarke rilasciò il fiato, trattenuto inconsapevolmente fino a quel momento "Ora è con gli assistenti sociali, lo terranno fino a domani mattina" "la ringrazio" "Io..." esitò il medico "non so se vuole vederli, sono da quella parte". Clarke annuì mentre l'altro si allontanava per lasciarle il tempo di elaborare il suo dolore.

Si voltò e mise una mano sulla maniglia. Di nuovo le lacrime presero il sopravvento, con una mano si strinse la maglia all'altezza del petto come a voler rimettere insieme i pezzi del cuore in frantumi. Non ce l'avrebbe fatta.

Harper, la sua Harper. La sua migliore amica, roccia e sostegno nelle giornate più difficili. Presenza discreta e allo stesso tempo fondamentale, come un raggio di sole invernale che attraversa la stanza, non fa rumore, mette in risalto i profili delle cose e ti scalda, ma che se non c'è fa cadere tutto nel grigiore e nell'uniformità.

Harper vedeva il bello in tutti, non per buonismo ma per affetto sincero, ed era capace di voler talmente bene agli amici da fargliene volere anche a loro stessi. Lei e Monty poi erano così innamorati della vita, quello che volevano era crescere i loro figli appassionati come loro, e continuare la strada con i loro amici. Clarke se ne rese conto in quel momento, Harper e Monty erano un po' come due fari per tutto il loro gruppo, li spronavano sempre a dare il meglio, a resistere alle tempeste, segnavano la strada giusta senza costrizioni.

Ritirò la mano dalla maniglia, non poteva vederli.

"Clarke" un bisbiglio la fece voltare.

 


 

Bellamy guidava veloce, facendo scivolare la moto tra le macchine nel traffico serale. Guidava con un profondo senso di angoscia e paura che gli stringevano il cuore.

Non poteva essere vero.

Non poteva essere successo veramente, non a Monty.

Si sentì improvvisamente solo, una barca in mezzo alla tempesta. Con Jasper era stato diverso, avevano visto le forze abbandonarlo giorno dopo giorno e cedere davanti al progredire della malattia. La sua morte era stata dolorosa, la sua assenza si sentiva, le sue battute sarcastiche e il sorriso sghembo mancavano a tutti, ma erano stati preparati. Quando Jasper smise di lottare capirono che non avrebbe avuto molto tempo.

Avevano cercato conforto gli uni negli altri e Bellamy si era ritrovato a fare affidamento specialmente su Monty e Harper che, rispettando i suoi tempi, lo avevano accolto e gli avevano mostrato, con l'amore che provavano uno per l'altra, che non era finita lì, che la morte non ha l'ultima parola.

Monty era stato capace di abbattere la maschera di Bellamy pezzo dopo pezzo, con costanza e pazienza e il moro non inevitabilmente l'aveva accolto nella sua vita ed era diventato una presenza fondamentale. Monty credeva in lui più di tutti gli altri, più di Bellamy stesso, e lo spronava a dare sempre il meglio e a pretendere per se stesso una vita degna.

Quando si era infortunato e il sogno di diventare giocatore di basket si era infranto, aveva perso ogni forza, non trovava una ragione per cui continuare. Si era allontanato da tutti perché odiava vedere lo sguardo di pietà che provavano per lui. Solo Monty era riuscito ad avvicinarlo e a guidarlo fuori dal baratro, mostrandogli che nonostante gli ostacoli e le fatiche vale la pena vivere e appassionarsi.

Non riusciva a immaginare una vita senza di lui, per questo il suo cuore rifiutava di credere alle parole del medico. Sicuramente doveva aver capito male, una volta arrivato avrebbe visto Harper e Monty feriti e doloranti sì ma con il loro tipico sorriso dolce e caloroso.

Scese velocemente dalla moto con il cuore che batteva furioso nel petto. Dove sono? Dove sono? Si fermò non appena vide la chioma bionda di Clarke, gli dava le spalle, il capo chino e le spalle, vide una mano ferma sulla maniglia di una porta e l'altra stretta al petto. Stava piangendo.

No ma Clarke piange sempre. È così emotiva. 

Deve essere talmente contenta che stiano bene nonostante tutto che piange. 

Sì, è così.

Quando però vide che allontanava la mano dalla porta e che faceva un passo indietro, sentì il cuore rallentare.
 

"Clarke" bisbigliò. La ragazza si voltò piano verso di lui.

Non appena incontrò i suoi occhi azzurri cerchiati e rossi per il pianto, il volto oscurato da un dolore indicibile, quando la vide aprire la bocca più volte in cerca di aria, capì.

La verità lo colpì come un macigno.

No, questa volta non erano le lacrime di gioia che aveva versato al matrimonio di Harper e Monty o alla nascita del piccolo Jordan. Erano lacrime di dolore, ognuna delle quali sembrava aver scavato un solco sul suo viso.

Il cuore di Bellamy si fermò un istante, Clarke scosse la testa con un movimento impercettibile ma che risultò chiaro e amplificato agli occhi di Bellamy.

Sentì le gambe cedergli e si appoggiò al muro. Vide Clarke avvicinarsi a lui cauta ma decisa e si abbracciarono cercando sostegno uno nell'altra.

"Jordan?" si sentì chiedere timoroso Bellamy, la sua voce gli sembrava provenire da un altro mondo. "Sta bene, Harper e Monty l'hanno protetto. Ora è con i servizi sociali". 

Un senso di sollievo lo pervase e strinse più forte Clarke. 

La ragazza pianse tra le sue braccia "come farò adesso Bellamy?" 

"Faremo, siamo insieme Clarke, insieme". 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice: ho capito che sono una persona noiosa e pesante ma arriveranno i capitoli allegri. Con il quarto volevo arrivare a parlare del piccolo Jordan ma diventava troppo lungo, spero di aggironare presto! Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito, messo tra preferiti, seguiti o ricordati. Grazie mille!! Fatemi sapere come vi sembra, un bacione. Marie 

 

  
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