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Autore: Khailea    20/01/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Zell-Grace-Seraph: 
 
-Ehi, si può sapere perché ci hai detto di venire con te dall’infermiere?- chiese Zell sbuffando, mentre seguiva Grace per i corridoi assieme a Seraph.
-Prima Johanna ha fatto la stessa cosa con me, ma è saltato fuori qualcosa di molto strano. Il nuovo professore non ce la sta raccontando giusta.- disse brevemente la ragazza guardandosi attorno. Finite le lezioni gli studenti non potevano rimanere a scuola, a meno che non facessero parte di qualche club, altrimenti sarebbero stati puniti dalla professoressa Sasaku.
-Beh non è certo sorprendente, soprattutto dopo quello che ha detto oggi.- ribatté Seraph, che proprio per questo l’aveva seguita. -Cosa avete scoperto?-
-Niente, solo incertezze, ma uno studente è andato da lui per il vaccino, e gli ha iniettato qualcosa nel collo.-
-Capisco sia un punto insolito dove farlo, ma non credo significhi nulla.- ribatté Zell incerto. L’unica cosa su cui potevano essere d’accordo era che l’uomo era un pessimo professore.
-Lo so, ma proprio per questo voglio andare a controllare.-
-Quindi vuoi irrompere nell’infermeria?- chiese Zell intuendo i suoi pensieri.
-Già, non sarà un problema per voi, vero?- domandò lei guardandoli, ma nessuno dei due sembrava preoccupato.
-Ailea mi ha trascinato in situazioni peggiori.- rispose ironicamente Seraph, e presto arrivarono davanti alla porta dell’infermeria.
Grace tentò di aprirla, giusto per vedere se la via più semplice era accessibile, ma non fu così.
-A quanto pare chiude il prima possibile.- disse Zell guardandosi attorno. -Il professor Koshi rimaneva fino a tardi, forse anche Benson sarà dentro.-
-Per qualche motivo ne dubito.- ribatté Seraph, allontanandosi.
-Dove vai?- chiese Grace confusa.
-Scassinare la porta darebbe nell’occhio al suo ritorno, la finestra è più facile e forse non se ne accorgerà subito.-
Era molto sensata come idea, ed entrambi la seguirono immediatamente.
-A meno che non lanciamo un mattone sul vetro non credo ci farà caso.- disse Zell una volta usciti. Non c’era nessun professore per i paraggi, ma dubitava nessuno si fosse accorto della loro presenza; la loro scuola aveva orecchie ovunque.
Arrivati finalmente davanti alla finestra ci volle poco per Seraph aprirla, ed assieme entrarono uno per volta.
-Sembra non ci sia nessuno…hai un’idea di cosa vogliamo cercare, Grace?- chiese la bionda guardandola.
-Mh, proviamo a vedere il tipo di sostanze che usa. Poi chissà, magari ha un registro?- non sapeva come si gestiva un’infermeria, e nemmeno come il professore si muoveva nei suoi compiti. In più non era nemmeno certa di poter riconoscere tutte le sostanze all’interno della stanza, ma si diede comunque da fare assieme agli altri.
Mentre Seraph controllava la scrivania lei e Zell guardavano agli armadietti, ma anche senza riuscire a riconoscere tutto c’era indubbiamente qualcosa di strano.
-Queste sostanze non mi sembrano molto legali…quante polveri strane…- disse Zell non volendone toccare nemmeno una.
-Già, ma poi ha anche rimosso ogni oggetto utile per curare le ferite. Non ci sono bende, disinfettanti, perfino i cerotti.-
Era stata lì qualche volta, e ricordava c’erano molti più oggetti e sicuramente molto più utili.
-Dalla scrivania non ci sono registri, solo siringhe su siringhe già piene. Direi non è il modo di tenere un vaccino.- osservò Seraph non trovando nient’altro di utile.
-Che facciamo? Gli portiamo via qualcosa?- chiese Zell confuso dalla situazione.
-Ancora non abbiamo capito cosa stia facendo, però sicuramente non sta aiutando gli studenti.- disse Grace prendendo una delle siringhe. -Ne prenderemo solo una, forse qualcuno nel gruppo saprà capirci qualcosa.-
Speranzosamente il professore non si sarebbe accorto nemmeno di questo, ma era meglio andarsene prima che fosse troppo tardi.
-Alla fine non è stato utile tutto questo…- borbottò Zell uscendo dalla finestra.
-Non è detto. Almeno siamo sicuri qualcosa non va.- ribatté Seraph seguendolo.
In qualche modo avrebbero capito cosa stava nascondendo il professor Benson.
 
 
 
 
 
 
 
 
Yume-Lighneers-Cirno-Johanna:
 
Spostandosi verso il dormitorio Johanna scrisse qualche breve messaggio a Mattia, raccontandogli di come stava andando la sua giornata. Per il pomeriggio non aveva in mente nulla di particolare, anche se le sarebbe piaciuta una passeggiata, e si chiese in caso chi avrebbe potuto invitare ad unirsi a lei. Il suo vagare in questi pensieri però venne interrotto da una mano che, bruscamente, l’afferrò spingendola contro la parete. Solo per un soffio la ragazza riuscì a bloccare l’altra mano del suo assalitore, prima che una siringa le fosse spinta al collo.
Davanti a lei c’era il professor Benson, pallido in volto e dallo sguardo raggelante. Nonostante fosse stato scoperto l’uomo continuava a tentare di spingere l’ago contro di lei, ma nonostante la presa delle mani si mantenesse salda, in modo da non lasciare la ragazza, la forza era nettamente inferiore, e grazie a questo Johanna riuscì ad evitare le iniettasse qualcosa.
-Mi lasci andare!-
Strattonandolo a sua volta fece di tutto per liberarsi, perfino calciandolo, ma lui non demordeva e disperatamente cercò di iniettare il liquido violaceo della siringa nel polso di lei, torcendo il proprio braccio per riuscirci. Ancora però non ne fu in grado, anche se in Johanna continuava a crescere il panico.
-Aiuto!-
Dentro di sé stava chiedendo mille volte scusa a Vladimir per non avergli creduto; quell’uomo era pazzo, e quella roba pericolosa.
Continuando in quel modo presto avrebbe rischiato di perdere la presa su di lui, ma un pugno colpì in pieno il viso dell’uomo, facendolo arretrare.
-Lighneers!-
Era l’ultimo che si aspettava di vedere, ma gli fu eternamente grata. Il ragazzo si era mosso con molta calma per uscire dalla scuola, ma grazie al suo udito era stato in grado di percepire anche da grandi distanze le urla di Johanna, ed era subito corso da lei.
Non aveva la minima idea di cosa l’uomo stesse cercando di farle, ma non glielo avrebbe permesso. Guardando la siringa, e ricordando ciò che avevano fatto a lui, un ringhio rabbioso uscì inavvertitamente dalla sua gola.
Il professore presto fu nuovamente in piedi, ma nonostante la presenza del ragazzo cercò di attaccare ancora Johanna, ma stavolta venne fermato da una sfera bianca che come gli toccò la mano gliela congelò.
-Ryujin è qui!-
Anche Cirno aveva sentito l’amica urlare, ed aveva avvertito l’amico, abbastanza vicino, per dividersi e cercarla. Quando anche Ryujin arrivò il professore sembrò trovarsi in difficoltà.
-Cosa sta succedendo?- chiese allarmato il bruno.
-Dovresti chiederlo a lui…allora prof, cosa sta succedendo?- chiese minacciosamente Lighneers, e l’uomo guardandosi la mano con la siringa ormai bloccata, e certamente inutilizzabile a questo punto, tentò la fuga.
-Sta scappando!-
Cirno scattò subito nella sua direzione, ma Lighneers la fermò.
-Lascialo andare, non può andare lontano. Inoltre…- disse voltandosi verso Johanna. -Lei ha bisogno di voi adesso. Non lasciatela sola.-
Ryujin era stupito dall’atteggiamento del ragazzo, come tutti del resto, ma non fu invece una sorpresa vederlo allontanarsi, ora che la situazione si era tranquillizzata.
-Lighneers, aspetta!-
Non poteva lasciarlo andare così, non senza ringraziarlo.
-Grazie…per avermi aiutata.- disse la bionda sfiorandosi i polsi, dove sentiva ancora la presa dell’uomo. Per tutta risposta il verde li salutò con la mano, senza voltarsi.
La sua buona azione l’aveva fatta.
-Johanna, va tutto bene? Sei ferita?- chiese Ryujin avvicinandosi all’amica, che scosse il capo.
-Vladimir aveva ragione, sono sicura che sia colpa sua se gli studenti stanno male. Voleva iniettarmi qualcosa…ma non c’è riuscito, grazie a Lighneers.-
-La prossima volta vedrò quel tizio gli tirerò un pugno sul naso!- urlò minacciosa Cirno, come se l’uomo potesse sentirla.
-Non va bene…potrebbe aggredire anche altre persone. Dobbiamo informare anche gli altri.- affermò serio il ragazzo, prendendo il cellulare.
Johanna sperava con tutto il cuore quell’attacco fosse stato il primo, ma ora il timore potesse ripetersi le impediva di calmarsi.
-Staremo con te tutta la notte, chiamerò anche gli altri, così potrò proteggervi.- disse Cirno prendendola per mano, cercando di rassicurarla.
-Grazie…penso sia una buona idea.-
Almeno in quel modo potevano avere un vantaggio, anche se l’uomo non era forte sembrava evidentemente disperato di raggiungere il suo obbiettivo, e quello poteva rivelarsi un dettaglio molto peggiore del previsto.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ayame-Vladimir:
 
-Sono sorpresa tu abbia chiesto proprio a me di seguirti dal preside. Posso saperne il motivo?- chiese Ayame, mentre seguiva Vladimir per i corridoi della scuola.
-Nessun motivo in particolare, credevo volessi sistemare le cose con tutti dopo la faccenda dei maggiordomi, ed ho pensato che, visto gli altri sono già impegnati, ti avrebbe fatto piacere far un bel gesto per un amico.- rispose sereno il ragazzo. Non aveva veramente nessun secondo fine, ma a prescindere non si sarebbe mosso da solo. Più di una voce in protesta era meglio di una, infondo.
-Va bene, allora di cosa vuoi parlare con il preside?-
-Davvero non ne hai idea?- chiese lui sorpreso.
-In realtà sì, però voglio sentirlo da te.-
-Comprensibile. Beh diciamo non mi fido nel nuovo prof di scienze, e voglio vederci chiaro.-
-Credi i tuoi semplici dubbi convinceranno il preside? Sarà tanto se non ci sguinzaglierà contro i cani…- ribatté la ragazza preoccupata. Il preside era come suo padre, molto potente ed incredibilmente intimidante. Erano poche le persone in grado di metterla in soggezione, ma quell’uomo ci riusciva senza problemi con tutti quanti.
-Diciamo so ha un occhio di riguardo per me…- ammise il ragazzo una volta che furono davanti alla porta.  -Allora…entriamo?-
-Non eri tu quello sicuro tra noi due?- chiese ironicamente Ayame, mentre il ragazzo bussò.
La porta si aprì dopo pochi secondi, lasciando i due entrare, anche se per una mangiata di secondi indugiarono all’ingresso.
-Entrate pure.-
Nonostante il tentativo di dimostrarsi accogliente, forse nemmeno così tanto ricercato, la voce del preside rimaneva in qualche modo minacciosa, e fece venire un brivido dietro le schiene di entrambi.
Era solo una piccola discussione, nulla di che.
La stanza era cupa e tetra, con solo una finestra vicino al tetto, mentre le pareti erano piene di librerie colme di libri di ogni genere. Dall’altra parte della stanza si vedeva chiaramente l’imponente scrivania dell’uomo, seduto davanti a loro con le mani giunte, e vicino a lui dei grossi cani neri fissavano i ragazzi.
-Buon pomeriggio. Posso fare qualcosa per voi?-  chiese l’uomo sorridendo.
-Siamo qui per il nuovo professore di scienze…- cominciò Vladimir guardandolo, non più sicuro come prima.
-Intendi Benson? Certo, non siete i primi a venire qui. Ditemi pure.-
-Sospettiamo sia lui la causa della malattia di alcuni degli studenti.- cominciò Vladimir mentre Ayame si limitava a guardare. La sua presenza magari faceva solo da numero, ma sinceramente non le dava per nulla fastidio. Almeno in caso Vladimir avesse detto qualcosa di sbagliato la colpa non sarebbe stata sua.
-E quindi?- chiese d’altra parte l’uomo, mentre la fronte del ragazzo si corrugò.
-Quindi? Questa scuola sarà anche pericolosa e violenta, ma dovrebbe proteggere i suoi studenti.- rispose Vladimir serio. Era vero, moltissimi studenti erano stati feriti a causa di esercitazioni, punizioni o lotte tra di loro, ma la scuola si era sempre premurata il peggio non potesse capitare.
Perché stavolta no?
-Certo, ma devi capire una cosa, ragazzo. Certe persone seppur apparentemente pericolose possono essere un’ottima occasione per mettere alla prova qualcuno.-
Era questo quindi? Era talmente folle, o egoista, da permettere qualcuno rischiasse la vita solo per metterlo alla prova. Non poté evitare di stringere i pugni con rabbia, digrignando i denti, ma non poteva fare nulla.
-Quindi lascerà fare tutto noi, dico bene?- disse infine freddamente.
Ayame non capiva il discorso tra di loro, ma sapeva c’era qualcosa di molto importante tra le righe.
-All’interno della scuola ci sono delle regole da rispettare, ma per quanto riguarda il privato non ho nulla da dire…-
Con un sorriso scaltro il preside continuò a guardarli, ed era chiaro ormai la conversazione era finita.
-Con permesso.- disse Vladimir uscendo, seguito da Ayame che subito oltre la porta lo fermò.
-Allora, cosa era quello scambio di sguardi?-
-Ma di che parli? Se la metti così è inquietante…- disse lui scherzosamente, rabbrividendo drammaticamente per rendere la scena ancor più buffa.
-Tu ed il preside avete qualcosa in ballo, non è così?-
-Quando si parla di affari non ti sfugge nulla, deve essere di famiglia.- disse Vladimir annuendo. -Ricordi Diana? Quando venne quasi espulsa per aver attaccato Rotsala?-
-Circa, non era un periodo in cui prestavo molta attenzione agli altri…- ammise imbarazzata la ragazza.
-Beh, riuscì a convincere il preside a riammetterla, ma ad una condizione.-
-E quale sarebbe?- chiese Ayame curiosa. Fare un patto con il preside poteva essere molto pericoloso.
-Ora non è il momento di pensare a queste cose. Avremo tempo più avanti.-
-Ehi non tergiversare! Il tempo l’abbiamo!-
-Non io, e nemmeno tu. Gli altri potrebbero essere in pericolo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Milton-Annabelle:
 
Dopo le lezioni la maggior parte del gruppo si era diretto subito verso casa, ma visto era una bella giornata Annabelle non aveva così tanta fretta, anche se visto non aveva nulla da fare l’unica cosa le venne in mente fu solo rallentare il passo.
-Ehi Annabelle, tutto bene?- chiese Milton sorpresa di vederla in fondo agli studenti.
-Oh sì, scusa, è che vorrei stare ancora un po’ fuori, ma non so cosa fare.- ammise la ragazza imbarazzata.
-Perché non diamo un’occhiata ai gruppi sportivi in giardino? Dopo le lezioni ciascuno può rimanere per almeno un paio d’ore per svolgere le loro attività.-
Nessuno di loro faceva parte di alcun club, però erano comunque conosciuti e spesso partecipavano anche a gare importanti.
-Sarebbe una bella idea, ti va di venire con me?- chiese la rossa sorridente.
-Certo, chiederò a Ryujin se può badare a Sammy.- disse la ragazza prendendo il cellulare. I due erano già al dormitorio ormai, ma preferiva non lasciare la piccola sola per tutto il pomeriggio. -Da dove iniziamo?- chiese infine seguendola.
-Mmmh…camminiamo semplicemente per il giardino finché non ne troviamo uno carino?- propose Annabelle andando avanti, ed infondo era l’idea migliore. Il primo punto nel quale si spostarono fu la piscina, dove il club del nuoto e della pallanuoto se la stavano dividendo equamente.
-Caspita, guarda come filano!- disse meravigliata Annabelle.
-Già, sembrano dei siluri.-
-Certo che anche quelli di pallanuoto non scherzano, i loro lanci sembrano palle di cannone.- continuò la rossa colpita, sembravano starsi veramente impegnando.
-Il giornalino della scuola diceva hanno recentemente vinto una gara importante. Credo si stiano impegnando ancora di più per le prossime.- spiegò Milton, che lo aveva comprato giusto qualche giorno prima.
-E’ da un po’ non leggo il giornalino, ma sembra che tra le varie gare sportive abbiano un bel po’ da fare, no?-
-Direi di sì, anche loro si impegnano sempre molto. Ho sentito che preparano dei premi a coloro che scrive l’articolo migliore.-
-Ma non mi dire, potrei iscrivermi magari ahah.- disse scherzosamente la ragazza, quando dei suoni attirarono la sua attenzione.
Non erano molto lontani, anche se Milton non li aveva ancora sentiti, ma voltandosi capì subito da dove provenivano.
Con i bersagli sistemati contro i muri della scuola, in modo da non ferire nessuno, il club degli arcieri aveva appena iniziato ad allenarsi, e c’era qualcosa nella loro precisione che catturò subito la sua attenzione.
-Wow, andiamo a vedere!- disse Annabelle prendendo Milton per mano.
-Dove?...oh!- capì molto presto dove la stava portando, ma si assicurò di non passare proprio davanti ai tiratori.
-Caspita, guarda quanto sono bravi!- Annabelle non riuscì a trattenere i propri elogi, e nemmeno a moderare la voce di fronte alla loro bravura, ma fortunatamente non disturbò nessuno, anche se attirò l’attenzione del leader del gruppo, un giovane ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri.
-Ehi ragazze, siete interessate a fare una prova?- chiese sorridendo ad entrambe.
-In realtà stavamo solo guardando.- rispose Milton scuotendo il capo, ma Annabelle era di tutt’altro avviso.
-Mi piacerebbe!-
-Ottimo allora, siamo sempre alla ricerca di nuovi membri. Vieni, ti faccio vedere come si fa.-
La portò in un punto leggermente più lontano dagli altri, dove si stavano allenando i membri ad un livello più basso.
-Esistono archi di molti tipi, è importante però che tu trovi quello più adatto al tuo corpo. Proviamo con questo.-
Era più pesante di quanto le sembrasse, ma anche incredibilmente bello per qualche motivo.
-Allora, cominciamo dalla freccia. Guarda, la freccia ha un piccolo spazio in questo punto, che va appoggiato sulla corda. Poi un dito sopra l’arco e due sotto.- mentre parlava il ragazzo mosse le braccia di lei in modo da guidarla, ed Annabelle lo lasciò fare senza problemi. -Tieni entrambe le braccia sollevate, porta quella che tiene l’estremità della freccia tutta indietro, fino a quando non arrivi qui. Poi tiri.- disse toccandole la guancia, e quando la ragazza lasciò andare la freccia la corda scoccò vicino a lei, facendola sobbalzare dalla sorpresa.
-Non temere, non ti farà niente.-
Disse calmo il ragazzo, tranquillizzandola, Annabelle però era entusiasta di quella piccola lezione.
-E’ fortissimo!-
-Sembra divertente, ma come fai a sapere di aver tirato indietro la freccia abbastanza?- chiese Milton lì vicino. Anche lei era interessata a come funzionava un arco, anche se stava bene senza usarlo.
-Raggiunti un punto chiamato, il punto di ancoraggio, o anchor point, in inglese. E’ un punto sul viso che la mano dovrebbe toccare quando sei in piena trazione, è molto importante perché avere sempre un unico punto in cui tiri che è diventato abituale ti permette di mirare più correttamente. Un arco è una linea retta, quindi da qui, se tiro molto in basso, tirerò in alto.- rispose il ragazzo facendo un esempio pratico, centrando il bersaglio. -E’ sempre bene tenere una posizione dritta quindi per tirare.-
-Caspita, sei bravissimo!- disse Annabelle rapita da quello sport.
-Mi alleno da molti anni, ormai non sono più sicuro di quando ho iniziato ahah.-
-Dici potrei unirmi al vostro club?- chiese la ragazza con gli occhi che le brillavano dall’interesse.
-Ma certo, un club serve apposta per unire più persone con un hobby comune. Inizierai da allenamenti molto basici, ma andando avanti potresti diventare brava.- rispose il ragazzo felice, annuendo con la testa.
-Va benissimo! Quando fate gli allenamenti?-
-Ogni giorno dopo scuola, verso quest’ora fino alle quattro, in modo da dare a tutti tempo di studiare.-
-Bene, posso già iniziare da oggi?-
-Direi di sì, ti faccio compilare alcuni moduli e possiamo iniziare, vieni pure.-
-Tu Milton cosa farai?- chiese Annabelle prima di allontanarsi.
-Direi ti farò ancora un po’ compagnia. Voglio proprio vedere come è tirare con l’arco.-
-Grazie, spero di non farti sprecare la giornata.- disse la ragazza riconoscente.
-Ma figurati, siamo amiche.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Ryujin-Sammy:
 
Quando Ryujin aveva ricevuto il messaggio di Milton il ragazzo si trovava già nella camera del dormitorio per cominciare i propri compiti. Fortunatamente si era accorto del messaggio prima di spegnere il telefono, altrimenti non l’avrebbe riacceso fino a quando non avesse finito.
-Beh, direi si aspettava non avevo nulla da fare…- non intendeva metterla così male, le parole gli erano uscite senza darci troppo peso, ma in ogni caso non lo infastidiva per nulla controllare Sammy. Era una bambina molto brava ed intelligente, e sicuramente non l’avrebbe interrotto durante i compiti, anzi forse si sarebbe unita a lui.
Se avesse dovuto badare a Lacie, o Nadeshiko, o Cirno…beh addio ai compiti.
Dopo aver preparato tutto il necessario andò subito verso la stanza dell’amica, bussando un paio di volte.
-Chi è?- chiese la bambina dall’altra parte della porta.
-Sono Ryujin. Milton ha da fare, starò con te per un po’.-
Dopo pochi secondi la porta si aprì, e la bambina lo accolse con un sorriso.
-Ciao Ryujin!-
-Ciao Sammy, brava che non hai aperto subito la porta.- disse complimentandola.
-Milton dice sempre che devo fare molta attenzione quando sono da sola in casa.-
-Fa bene, ci sono molte persone cattive in giro.-
-Ma sono circondata dai miei amici, quindi non ho paura di nulla.- rispose la piccola sorridendo. -Stavo facendo i compiti, mi puoi aiutare?-
Proprio come ci si poteva aspettare da lei, era una ragazza proprio coscienziosa nonostante la piccola età.
-Certo, volevo iniziarli anche io. Cosa stavi facendo?-
-Scienze, almeno quelli che ci ha lasciato il professor Koshi…-
Per qualche motivo sembrò molto triste, e la cosa non passò certo inosservata.
-Va tutto bene?-
-Sì…è che anche se faceva delle cose brutte infondo era un bravo professore, mentre questo invece è cattivissimo…- disse la bambina tristemente.
-Già…sezionare animali non era affatto il massimo, però almeno ci dava anche altre opzioni, e rispondeva a tutte le nostre domande.-
-Dici che tornerà?- chiese la bambina speranzosa. Purtroppo non sapevano nemmeno dove fosse finito.
-Chissà, per il momento però andiamo avanti comunque. Dai, ti do una mano.-
Lui aveva già finito quei compiti da tempo, ma proprio per questo rifarli fu molto facile.
-Caspita, sei tanto intelligente Ryujin.- disse Sammy allegra.
-Ma no, non vale quando sai già le risposte.- disse il ragazzo scherzoso.
-Allora vogliamo provare con storia? Sono tanto brava in quella materia.-
-Lo immagino, hai preso dei bei voti agli esami, no?-
-Sì! Mi sono impegnata tantissimo! Guarda ho ancora i fogli con i voti!- disse la ragazza fiera, andandoli a cercare nella scrivania.
-Li tieni tutti? Non occuperanno spazio?-
-Per il momento li tengo, poi magari l’anno prossimo li butterò. Quando prenderò voti più belli.- rispose lei ridacchiando.
-Andiamo allora, diamoci da fare. Più tardi magari possiamo andare a prendere qualcosa di buono da mangiare, come premio.-
-Sì! Voglio un gelato!-
 
 
 
 
 
 
 
 
Ailea-Alexander-Khal:
 
Dopo esser tornata a casa da scuola Ailea si era subito sistemata sul proprio letto assieme ai due gatti. Anche se c’erano dei compiti da fare voleva soltanto starsene sdraiata e magari farsi una bella dormita, infondo non c’era niente di male nel coccolarsi un po’. Entrambi i gatti si erano sdraiati accanto a lei, facendo le fusa mentre venivano scaldati dai raggi del sole da fuori la finestra. Ad un certo punto però un incessante bussare disturbò la loro quiete.
-Mmmh…- brontolando la ragazza rimase in silenzio, sperando chiunque fosse si sarebbe arreso nel giro di pochi minuti. Se fosse stato Khal o gli altri l’avrebbero chiamata prima di andare lì, e non sentiva urla, quindi non doveva essere niente di grave. Il bussare però continuò a lungo, fino ad irritarla.
-OK CHE C’E’?!- sbraitando la ragazza si avviò verso la porta, spalancandola, ma fuori non trovò nessuno. -Eh? Ma che è, uno scherzo?- disse irritata tenendo la testa fuori, guardando se c’era qualcuno nel corridoio.
Con diffidenza richiuse la porta, rimanendovi davanti in attesa, ma sembrò che chiunque avesse bussato fosse andato via. Non appena fece per allontanarsi però sentì un suono ancora più forte di prima, e riaprendo trovò un mattone per terra.
-Ok, ora me la paghi.-
Tornando rapidamente in casa prendendo dei pugnali raccolse il proprio mazzo di chiavi, uscendo di corsa all’inseguimento del vandalo.
Doveva aver preso le scale, perché sentiva chiaramente i suoi passi.
-Non mi scappi!-
Era veloce, ma lei era spericolata. Saltò giù per le rampe intere nel tentativo di raggiungerlo, ma anche questa strategia fu del tutto inutile visto sentì il portone del palazzo chiudersi.
-Merda…non mi scapperai!-
Non intendeva demordere, chiunque fosse gliel’avrebbe pagata, inoltre se non l’avesse fermato sarebbe potuto tornare e tentare di irrompere in casa.
Purtroppo però non aveva preso in considerazione la possibilità che ci fosse qualcun altro oltre alla persona che stava scappando, ma più di tutto non avrebbe mai pensato stava inseguendo Khal.
-Sarà meglio che Alexander faccia il suo dovere.-
Il fratello nel frattempo, come avevano programmato, si trovava nell’ascensore del palazzo, e come si rese conto Ailea era uscita corse subito nel suo appartamento. Non ci fu alcun bisogno di scassinare la serratura, perché Khal gli aveva dato la copia delle chiavi, create in segreto dallo stampo di quelle della compagna. L’interno era come se lo aspettava, disordinato ma in qualche modo accogliente, e non fu sorpreso di vedere una chitarra in bella vista; infondo era conosciuta per le sue doti musicali.
Non era lì però per ammirare la casa, e prendendo dal proprio zaino gli strumenti di lavoro si mise all’opera. In ogni angolo cieco, in ogni stanza, piazzo una lunga serie di cimici e telecamere nascoste, incredibilmente difficili da notare e poste dove non avrebbe dovuto accorgersene.
Era dispiaciuto per ciò stava facendo?
No.
Aveva paura?
Sì, che in qualche modo la ragazza lo scoprisse capendo era stato lui e che Hope l’avrebbe lasciato. Nonostante le avventure aveva vissuto con la ragazza, ed il fatto lo trattasse con cortesia senza aspettarsi nulla in cambio, non provava alcun senso di amicizia nei suoi confronti, e nemmeno rimorso per le sue azioni.
La sua vita valeva molto di più della sua privacy.
Ormai era arrivato al bagno, dove il fratello, assieme alla camera, gli aveva detto di piazzare più telecamere. Questa sua richiesta non lo sorprendeva, e nemmeno lo disgustava; non era certo la cosa peggiore aveva mai fatto.
Il suo lavoro venne però interrotto dalla gatta nera della ragazza, che vedendo l’intruso gli soffiò contro.
Gli animali non l’avevano mai preso in simpatia, ma non le avrebbe fatto niente di male, Ailea non doveva accorgersi qualcuno era entrato. Anche lì finì molto presto, ed ormai anche la camera da letto era conclusa.
Chissà se un giorno Khal gli avrebbe ordinato di fare la stessa cosa alle case degli altri…preferiva non pensarci, più che altro perché anche solo provare a pensare qualcosa contro il fratello poteva trasformarsi in una dura conseguenza. 
Ormai aveva sistemato anche l’ultima cimice, ma ad un tratto sentì chiaramente la porta aprirsi di colpo.
-Merda, me l’ha fatta. La prossima volta però non gli darò tempo di scappare.-
Era Ailea, e sembrava furiosa. Se l’avesse trovato lì sarebbe stato un grosso problema. Per il momento la camera da letto era ancora chiusa, ed ebbe il tempo di precipitarsi verso la finestra, spalancandola ed aggrappandosi al muretto esterno per non cadere.
Nello stesso istante la ragazza aprì la porta, guardandosi attorno e tornando a sdraiarsi sul letto.
-Uffa…chissà dove sono finiti Morgana ed Ezio adesso…-
Era così bello quando si accoccolavano vicino a lei, questo la rese ancor più furiosa di prima, ma non poteva farci nulla.
Correre all’infinito per tutta la città non l’avrebbe aiutato a trovare il colpevole, ma era anche difficile tornare di buon umore.
Nel frattempo, Alexander ancora aggrappato cercava via via qualche appiglio per scendere, prima che qualcuno lo notasse. Fortunatamente la ragazza viveva al secondo piano del palazzo, ma quando fu vicino al primo la presa non resse il suo peso, e cadde senza nulla ad attutire il suo atterraggio.
Accontentare il fratello stava diventando sempre più pericoloso…
 
 
 
 
 
 
 
 
Jack-Daimonas:
 
Dopo le lezioni Jack e Daimonas avevano pensato di passare un po’ di tempo assieme, solo loro due, e così avevano pensato a cosa poter fare. Per entrambi era molto importante visto si trattava del loro primo appuntamento, ma per quanto Jack si sforzasse non riusciva a trovare l’idea perfetta. L’avrebbe portato addirittura sulla cima della torre Eiffel, se avesse potuto, ma per qualche motivo non gli sembrava comunque la risposta migliore.
Forse perché, alla fine si trattava di Daimonas, un ragazzo calmo e speciale, a cui piacevano le cose semplici.
Magari era proprio su questo che doveva concentrarsi, invece che tentare di esagerare.
-Che ne diresti di un gelato?- chiese infine titubante, guardando il proprio ragazzo, che annuì gioiosamente.
-Mi piacerebbe molto.-
Anche Daimonas aveva continuato ad arrovellarsi su cosa fare, e purtroppo non avendo esperienza non era certo di cosa fare. La proposta di Jack gli sembrava perfetta, nella sua semplicità, ed era un ottimo punto di inizio.
-Conosco una gelateria qui vicino ottima, sono sciuro ti piacerà.- continuò Jack allegramente prendendolo per mano ed avviandosi.
-Sai già che gusto prendere? In quel posto ne hanno di tutti i tipi, perfino i più strampalati, come all’avocado.- disse Jack emozionato per il loro appuntamento.
-Non saprei, è passato molto tempo dalla prima volta ne ho mangiato uno. Ricordo che la vaniglia era molto buona però.-
-Sì lo è, ma è anche molto basilare come gusto. Il cocco piace a molte persone, ed anche il pistacchio.-
-Ahah, sembri un intenditore da come ne parli.- lo canzonò Daimonas guardandolo.
-Se servisse per te diventerei un intenditore di ogni cosa al mondo.-
Caspita, il suo modo di flirtare era veramente arrugginito…quasi se ne vergognò, ma il sorriso dell’altro lo confortava.
-Spero di potermi rendere anche io utile un giorno per te.-
-Ma certo che lo sei. Mi rendi felice ogni volta che ti vedo.-
A quel complimento il cuore di Daimonas cominciò a battere più velocemente, nessuno gli aveva mai detto parole simili, ma la gioia che gli davano era incredibile.
-Anche tu mi rendi felice, Jack.-
Rimasero in silenzio per il resto del tempo, godendosi l’eco di quelle dolci parole, tenendosi per mano fino a quando non arrivarono alla gelateria.
-Eccoci, prendi quello che preferisci. Offro io.- disse Jack con fare galante, aprendogli la porta.
-Ti ringrazio, ma dividiamo. Mi dispiacerebbe far pagare tutto a te.-
-Tranquillo, è solo un gelato. Inoltre, è il mio modo per dirti quanto ci tengo.- continuò l’altro sorridendo allegramente, ma Daimonas non aveva ancora cambiato idea.
-Salve ragazzi, desiderate qualcosa?- chiese intanto la gentile commessa, preparandosi per l’ordinazione.
-A me piacerebbe un cono con stracciatella e panna. Tu Daimonas?-
La gelateria era molto accogliente, con una piccola stanza bianca dietro il cui bancone c’era una gigantesca lavagna, ed i gusti effettivamente sembravano infiniti.
-Credo…che proverò il cocco.-
-Ottima scelta, vi preparo subito i coni.- disse la signora muovendosi rapidamente, e proprio come aveva detto Jack pagò per entrambi.
-La prossima volta offro io allora.- disse Daimonas prendendo il proprio cono, uscendo con Jack ed andandosi a sistemare su una panchina.
-Allora? Come ti sembra?- chiese Jack prendendo un grosso pezzo del proprio gelato.
-E’ buono, molto buono!- rispose Daimonas sorpreso.
-Vuoi assaggiare il mio?- chiese l’altro guardandolo.
-Se non ti dispiace.-
Per tutta risposta Jack mise la mano sul mento del ragazzo, avvicinandolo a sé e baciandolo.
-Come era il sapore quindi?- chiese infine guardandolo leggermente rosso in viso, non riuscendo quasi a guardarlo. Anche la reazione di Daimonas fu praticamente la stessa, ed entrambi non riuscirono a trattenere un sorriso felice.
-Scusa, tieni. Stavolta te lo faccio assaggiare veramente.-
-Grazie…vuoi un po’ anche del mio?- chiese Daimonas avvicinando il cono.
-Se me lo fai assaggiare come ho fatto io…-
Non voleva esagerare, visto era la prima relazione di Daimonas voleva tutto fosse perfetto, e voleva evitare di fargli fare cose per cui non si sentiva pronto. Tuttavia, ora che stavano insieme, era difficile dal trattenersi di baciarlo ad ogni minuto. Per tutta risposta l’altro lo sorprese con un bacio, che lo lasciò ammutolito.
Eh sì, alla fine andare a prendere un gelato era stata veramente l’idea migliore.
 
 
 
 
 
 
 
 
Astral-Nadeshiko-Hope-Lacie:
 
-Uffa…le lezioni di oggi non finivano mai.-
-Le lezioni in generale non finiscono mai nya.- rispose Lacie a Nadeshiko.
-Però oggi erano tanto noiose! Non è successo nulla di che!-
-Non è poi così male. Almeno non abbiamo avuto problemi.- ribatté Hope guardando l’azzurra.
-I cani di stamattina erano noiosi?- chiese Astral guardando le due gatte, che rabbrividirono al solo pensiero.
-Quella lezione non vale nya. Poteva essere tanto divertente correre in quel modo, ed invece la prof ha rovinato tutto nya.-
-Come è andata invece in piscina Astral?- chiese Hope guardando l’amico.
-E’ stato piacevole avere un po’ di tempo per rilassarmi.-
-Che intendi nya?! Che con me non ti rilassi nya?- chiese la sorella fingendosi offesa.
-Beh sei un bell’uragano in fin dei conti.- rispose Hope prendendola in giro.
-Nyaaaa Hope! Non stare dalla sua parte nya!-
-Sto io dalla tua parte Lacie!- disse Nadeshiko abbracciando l’amica, che ricambiò stringendola ancora più forte.
-Tu sei tanto buona nya. Astral dovresti imparare nya!-
-Io non sarei buono? Chi ti rimbocca le coperte, ti fa da mangiare il tuo pesce preferito e ti aiuta con i compiti?- ribatté l’altro incrociando le braccia.
-Però mi stai prendendo in giro nya.-
-Solo perché sei adorabile quando metti il muso.- disse il ragazzo pizzicandole le guance come fosse ancora una bambina.
-Nyaaaa!-
-Lascia in pace la mia Lacie, Astral!-
Nadeshiko gli sventolò la mano contro il viso per allontanarlo, ma il ragazzo rimase dove si trovava.
-La tua Lacie? E’ la MIA Lacie!-
Anche se stavano giocando una piccola parte di lui era realmente geloso, ma cercò di non esagerare, anche se provò a portare via la sorella da Nadeshiko, ed iniziò un piccolo tira e molla nel mezzo di cui la ragazza continuava a ridere.
-Nyahahaha! Mi piace essere così desiderata nya!-
Alla fine Astral fu più forte tra loro, e Nadeshiko la lasciò andare.
-Uffa, però non è ancora finita!...ahahah-
Alla fine anche lei si mise a ridere di gusto, ma erano ormai arrivati oltre il cancello della scuola.
-E’ un peccato dover tornare a casa, infondo è una così bella giornata.- sospirò Hope guardando il cielo sopra di loro. -Perché non andiamo da qualche parte?- propose infine guardando gli altri.
-Sì! So io dove possiamo andare!- disse Nadeshiko prendendola a braccetto, insieme a Lacie.
-Ehi, dove stai correndo?-
Astral non poté far altro che seguirla, ma ben presto arrivarono nei pressi di un piccolo bar dall’aspetto elegante, e Nadeshiko li trascinò tutti dentro.
-Vengo spesso qui a prendere dei frappé, sono sicura vi piaceranno.- disse convinta la ragazza, con già in mente cosa ordinare.
I prezzi erano anche molto convenienti, e presto tutti ebbero preso qualcosa.
-Allora, non è stata una bellissima idea venire qui?-
Nadeshiko era al settimo cielo, finita la scuola non aveva avuto alcuna voglia di tornarsene subito a casa, e così aveva invitato Hope e Lacie ad uscire con lei, per andare a prendersi un frappé nel suo bar preferito.
Alla fine si era unito anche Astral, visto voleva passare un po’ di tempo con la sorella, ma non era certo stato un problema.
Più si era meglio si stava.
-Sì, è molto buono nya! E tu che dici Astry?- chiese Lacie al fratello.
-Non è male. Forse troppo zuccheroso ma non male.-
Lui aveva preso un frappè molto semplice, mentre Lacie ne aveva preso uno chiamato mermaid frappè; il sapore principale era alla fragola, con una bella spruzzata di panna e dei granelli di zucchero sopra. Perfino la cannuccia era una caramella.
-Quello di Lacie sicuramente ahaha.- disse Hope annuendo. Anche lei aveva preso un gusto semplice, senza esagerare con le decorazioni. -Ci verrei volentieri con Alexander qui però.-
-Sì non è male per gli appuntamenti. Ci trascinavo spesso Vladimir.- disse Nadeshiko d’accordo con l’amica.
-Chissà quanto gli avrai fatto spendere.- disse scherzosamente Astral guardandola.
-Ahaha beh effettivamente. Credo il negozio sia migliorato molto soprattutto grazie questo ahaha.-
-Sono sorpresa allora non abbiano fato il tuo nome ad un frappè nya.-
-Vero?! Dovrebbero farlo!-
   
 
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