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Autore: Khailea    26/01/2021    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Ailea-Khal:
 
La musica rimbombava violentemente nelle orecchie dei due ragazzi, mentre ballavano senza sosta tenendo tra le mani dei bicchieri di vodka-lemon mezzi vuoti. Era stata un’idea di Khal andare in una discoteca a divertirsi, per distrarre Ailea dal suo senso di responsabilità.
Dopo che Vladimir aveva scritto della conversazione con il preside sul gruppo, Grace dell’introduzione nell’infermeria e Johanna dell’aggressione, il primo istinto della ragazza era stato quello di andare al dormitorio della scuola per fare da guardia, ma gli altri si erano già organizzati. Nessuno sarebbe stato solo nella propria stanza, tanto per cominciare, e Vladimir e Zell avrebbero controllato l’esterno, in quel modo tuttavia lei si sentì inutile, e frustrata. Seguire Khal fu quasi un obbligo, per evitare di commettere qualche errore.
C’erano voluti quattro bicchieri per iniziare a stordirla, ed ormai la musica si stava ovattando ed i movimenti intorpidendo. Lui d’altra parte aveva bevuto con più controllo, spronandola però a lasciarsi andare nella certezza l’avrebbe protetta; quest’ultima parte aveva preferito non dirgliela, perché sapeva Ailea avrebbe avuto un impeto di rabbia ed orgoglio che l’avrebbe portata a bere il doppio ed a picchiare chiunque fosse nella stanza. Un pensiero molto eccitante, ma anche dannoso visto avrebbe attirato troppo l’attenzione, invece tra il fumo e le ombre era facilmente amalgamata tra le altre persone.
Vedeva dai suoi meravigliosi occhi che iniziava ad esser stordita, ed avvicinandosi le accarezzò la guancia arrivando vino all’incavo del collo, baciandola delicatamente ma con fare sensuale. Grazie all’alcol solo quel gesto bastò ad accendere la ragazza, che portando le braccia attorno al suo collo approfondì il bacio mordendogli il labbro inferiore.
Non servì altro al ragazzo per fargli capire era il momento di andare, e muovendosi tra la gente tenendole una mano sulla vita si incamminò verso l’uscita. L’aria fresca della sera fu molto piacevole sui loro copri sudati, ma bastarono pochi passi per raggiungere la limousine chiamata dal ragazzo. In un’altra occasione Ailea si sarebbe chiesta quando l’aveva chiamata, visto erano arrivati in discoteca a piedi, ma non era certo quello il caso, visto come la portiera venne aperta spinse dentro Khal, facendolo sdraiare sui sedili e baciandolo senza alcun pensiero. L’auto era sua, ed i vetri erano oscurati in modo da avere completa privacy, perfino il guidatore non poteva vederli. Con un rapido gesto Khal abbassò da sotto l’abito della compagna l’intimo, togliendoglielo e lanciandolo in un angolo del sedile. Allo stesso tempo lei, continuando a baciarlo, gli aveva slacciato la cintura dei pantaloni, abbassandoli rivendo così l’erezione sotto di essi. Al momento si trovava ancora sopra di lui, e con un'unica spinta si lasciò scivolare su di lui, permettendogli di entrare completamente; i fumi dell’alcol le fecero involontariamente uscire un acuto gemito, ma ciò aumentò solo il piacere dell’altro, che cominciò a muoversi con forza.
-Così…gemi per me…- disse sorridendole accarezzandole il seno, passando poi al collo, alla guancia ed infine ai capelli, che tirò con uno strattone.
-Ah!-
Quasi incapace di muoversi dal piacere Ailea continuò ad urlare, senza nemmeno provare a trattenersi ed appoggiando un braccio al tettuccio della macchina per non sbilanciarsi. Quando il ragazzo cominciò a stuzzicarle un capezzolo bastarono poche altre spinte per farle raggiungere l’apice del piacere la prima volta, ma seppur notandolo lui non si fermò, spingendola sul lato in modo da farla cadere e sovrastandola.
I suoi baci divennero più famelici e cominciò a lasciarle dei segni lungo tutto il corpo, muovendosi stavolta più lentamente per ritardare il proprio apice.
-Il cuore…ti batte forte.- disse la ragazza mentre accarezzava il suo petto da sotto la camicia. Seppur lenti nelle condizioni in cui era quei gesti la stavano facendo impazzire. Prendendole la mano Khal la baciò teneramente, prima di tornare a muoversi con ancora più foga. Il suo odore, la sua bellezza, tutto di lei era inebriante, per non parlare dei suoni che emetteva in quel momento, i quali gli fecero venire la pelle d’oca.
In quelle condizioni non sarebbe potuto continuare ancora a lungo, ma volle darle tutto il piacere possibile. Abbracciandola la strinse con forza, lasciando che lei da sopra il tessuto affondasse le unghie nella sua schiena, urlandogli nell’orecchio.
-Ailea…ti amo.-
-A-anch’io ti amo! Ah!-
Alla fine fu troppo per entrambi, ed insieme si lasciarono andare al puro piacere, madidi di sudore e stringendosi l’un l’altro. Con la testa che le girava la ragazza si lasciò completamente sul divanetto della limousine, mentre Khal rivestendosi picchiettò contro il vetro che li separava dal guidatore.
-Parta.-
Fino ad ora la macchina era rimasta completamente ferma, e nonostante i vetri fossero oscurati non era certo insonorizzata, ma non gli importava. Ogni occasione era buona per far capire alla gente lei era solo sua, e fintanto altri non la vedevano nuda poteva accettarlo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ryujin-Johanna-Cirno:
 
Dopo l’attacco del pomeriggio Cirno e Ryujin avevano deciso sarebbero rimasti con Johanna nel dormitorio di quest’ultima. Fin da quel momento Cirno aveva continuato a fissare la porta, pronta a lanciare una sfera a chiunque entrasse.
-Cirno riposa, o ti verrà un crampo al braccio.- disse Ryujin prendendola gentilmente in giro.
-Mai! Proteggerò il nostro forte da chiunque osi entrare…-
-Forte? Ma è solo una camera.- ribatté Johanna sorridendo sbieca. Apprezzava molto tutto ciò stavano facendo per lei, però così facendo le mettevano un po’ d’ansia. -Ho preparato un po’ di pasta, ne vuoi?- chiese infine all’amica mostrandole il piatto.
-Arrivo!-
Finalmente Cirno abbandonò la sua “arma” per un po’ di riposo, e dovette ammettere il braccio ne fu veramente grato.
-Grazie comunque che siete qui con me…mi spiace dovervi disturbare.- disse Johanna sospirando. Non era la prima volta veniva aggredita, ma ogni volta erano gli altri a doverla proteggere. Cominciava a sentirsi un po’ debole…
-Tranquilla, poi è meglio così per tutti. Ci proteggiamo a vicenda.- rispose Ryujin sorridendo, ma non la convinse.
-Secondo me potreste cavarvela benissimo anche da soli…-
-Io sicuramente! La grande Cirno potrebbe proteggere tutti voi da un intero esercito!- disse la ragazza spavalda, alternando tra un boccone e l’altro.
-Di questo non ho dubbi.- rispose il ragazzo alzando gli occhi al cielo. Tuttavia entrambi notarono facilmente qualcosa non andava in Johanna, e se ne preoccuparono.
-Va tutto bene? Non volevo intimidirti con la mia forza.- disse Cirno appoggiandole una mano sulla spalla.
-La tua forza è grande quanto il tuo ego. Direi sei messa bene.- ribatté Ryujin guardandola, mentre Johanna sorrise divertita.
-Tranquilla, non è colpa tua. E’ che…mi sento un po’ inferiore rispetto a voi altri, in tutta onestà.- disse la ragazza imbarazzata. Era difficile ammetterlo, ma infondo era sicura non l’avrebbero giudicata male.
-Johanna tu non sei debole. Forse in quanto a forza rispetto ad altri ne hai di meno, ma compensi con l’agilità e l’intelligenza.- disse subito Ryujin per rincuorarla.
-Così lo fai sembrare il premio di consolazione…- commentò la bionda guardandolo.
-Mi dispiace, non intendevo farlo…-
-Però sei riuscita a sopravvivere all’attacco del colosso di Ayame. Non è certo da poco.- commentò Cirno guardandola, ma ancora non la convinse.
-Scappare non mi sembra molto valoroso…-
-Certi non sono in grado nemmeno di far quello. Non sottovalutare le tue capacità.- tentò nuovamente il ragazzo, ma era chiaro non fosse il momento migliore per darle prova delle loro parole.
Alla fine un messaggio dal nuovo cellulare della ragazza, gentilmente dato da Ayame per scusarsi di quello rotto, interruppe la loro conversazione.
-E’ Mattia? Come sta?- chiese Ryujin sorridendo.
-Ha alcuni problemi a scuola, ma se la sta cavando. Perde troppo tempo nello sport.- rispose la ragazza più serena.
-Allora menomale che ci sei tu a controllarlo.- scherzò il ragazzo senza guardare il cellulare per rispettare la sua privacy.
-Già ahahah.-
Finalmente in qualche modo erano riusciti a farla sorridere, e forse era meglio non tornare sul discorso precedente.
-Comunque se ti senti tanto debole prova tu a difenderci.-
Ed ecco che Cirno rovinava completamente l’idea di Ryujin, che gli lanciò un’occhiataccia per aver rovinato il momento, anche se così non sembrava.
-E come?- chiese Johanna guardandola, intuendo avesse un’idea, ed effettivamente Cirno le consegnò una delle sue sfere. Erano molto più gelide di quanto sembrassero, e sembrava incredibile l’amica fosse capace di tenerle così a lungo.
-Dici di esser debole ma comunque non hai un’arma, ma tutti nel gruppo ne hanno una.- spiegò la ragazza guardandola.
-A me però non piace l’idea di tenere un’arma, e nemmeno di combattere sinceramente.-
-Questo è un grande pregio.- disse Ryujin sperando non cambiasse questo suo comportamento. -E’ più importante tu sappia cogliere al volo le opportunità.- preferì non ribadire il suo pensiero sull’agilità e sulla velocità, con il rischio Johanna la prendesse a male, ma sperava un giorno capisse cosa intendeva.
-Anche se non ti piacciono le armi devi saperti difendere quando ne hai una sotto mano. Quindi per il momenti tieni questa, e vedrai ti sentirai meglio sapendo è tutto sulle tue spalle.- disse infine Cirno allegra, sdraiandosi sul letto mentre l’amica rimase vicino alla porta.
In realtà quel pensiero non era così tanto piacevole, ma alla fine se lo meritava visto si era lamentata, però sapeva l’altra lo stava facendo solo per il suo bene.
-Grazie…-
 
 
 
 
 
 
 
 
Sammy-Milton-Daimonas-Jack:
 
Dopo la notizia dagli altri loro amici sulla situazione del nuovo professore, Daimonas e Jack avevano preferito rimanere nella stessa stanza di Sammy e Milton, in modo da proteggerle. Nessuno dei due aveva bisogno di dormire, quindi avrebbero potuto controllare costantemente la situazione. Fino ad ora però era stato tutto tranquillo, ed i quattro avevano mangiato assieme rilassandosi.
-Allora, avete qualche novità da raccontarci?- chiese Milton guardando i due, senza intendere necessariamente qualcosa di particolare. Entrambi si guardarono per qualche secondo, pensando la stessa cosa; non intendevano tenere nascosto nulla ai loro amici.
-Stiamo insieme ora.- disse Jack con un largo sorriso, prendendo Daimonas per mano. Milton sorrise gioiosa per la scoperta, mentre Sammy spalancò gli occhi meravigliata.
-Coooosa!? Come è successo? E’ fantastico!- disse la bambina felice per entrambi.
-Beh, avrei voluto dichiararmi in maniera eclatante, ma Daimonas mi ha battuto sul tempo.- spiegò il ragazzo mettendo l’altro in leggero imbarazzo.
-Wow, ne sono sorpresa. Complimenti Daimonas.- disse Milton colpita.
-Non riuscivo più a trattenere i miei sentimenti…è venuto spontaneo.-
In realtà era stato preparato lo stesso pomeriggio, ma il succo era quello in fin dei conti.
-Che bello! Non vedo l’ora di dirlo agli altri, ne saranno così felici!-
Sammy faticava a contenersi, ogni volta che uno dei suoi amici aveva una così bella notizia non poteva far altro che condividerla. Né Daimonas né Jack sembrarono dispiaciuti da ciò, ed anzi avrebbe semplificato molto le cose, non era così facile trovare l’occasione buona per dirlo.
-Beh è sicuramente una buona notizia, a confronto di quella del professore…- commentò Milton guardando dalla finestra della stanza. Era molto buio, ma non era agitata.
Teoricamente l’uomo era solo, e non sembrava così tanto forte. Poteva usare l’ingegno per attirarli fuori, ma tutti assieme potevano fermarlo.
-Allora siamo sicuri è colpa sua se gli studenti si stanno ammalando.- disse Jack ricordando gli studenti per i corridoi.
-Praticamente sì, dobbiamo stare attenti nei prossimi giorni.- rispose la ragazza, annuendo. Era molto preoccupata per Sammy, era un bersaglio molto facile, soprattutto se fosse rimasta da sola.
-Dovremmo fermarlo, un attacco sarebbe rischioso?- chiese Daimonas guardando gli altri, intuendo però la risposta.
-E’ un professore, questo lo protegge.- sospirò l’amica scuotendo il capo.
-Perché il preside non fa nulla?- domandò giustamente Sammy, che ancora non aveva letto tutti i messaggi sul gruppo.
-Vladimir dice è una prova per lui. Anche se non sappiamo il perché.- rispose Daimonas guardandola.
-Dite l’ha preso in simpatia?-
La perplessità di Jack era comprensibile, ma non c’erano molte spiegazioni.
-Vladimir è un ragazzo molto particolare. Anche alla spiaggia di Diana chiamò un intero esercito per aiutarci.- disse il compagno ricordando quella dura lotta, dalla quale erano usciti solo per un pelo.
-Già, ancora non riesco a spiegarmi come abbia fatto…- disse Milton pensierosa. Sperava non si fosse cacciato in qualche guaio.
-Ha sicuramente molti soldi. Tra lui ed i Moore è una bella sfida, anche se forse gli altri due ostentano un po’ di più il loro denaro.-
-Che cosa significa ostentare?- chiese la piccola Sammy guardando Jack.
-Che lo mettono in mostra. Tra il grattacielo in cui vivono e le limousine nessuno penserebbe sono poveri.- spiegò il ragazzo, non volendo però metterli in cattiva luce.
-Il denaro purtroppo può portare molti problemi. Attirano su di loro molte attenzioni non volute.- osservò Daimonas, ricordando le schiere di ragazze che li seguivano solo per il denaro.
-Sarà per questo si sono innamorati di Ailea e di Hope, a loro del denaro non importa.-
Milton aveva ragione, ed era sicuramente un pensiero molto romantico da parte sua.
-Io non avrò i loro soldi, ma mi impegnerò per essere un fidanzato modello per Daimonas.- disse ad un certo punto Jack, sorridendo all’altro che arrossì a quell’affermazione.
-Ed io farò altrettanto…-
-Come siete carini! Siete la mia coppia preferita!- urlò Sammy saltando loro addosso ed abbracciandoli.
Era bello sapere di avere un simile sostegno da parte delle loro amiche, e sotto quella luce l’inizio della loro relazione splendeva ancora di più.
 
 
 
 
 
 
 
 
Annabelle-Lighneers-Yume:
 
Alla fine anche Yume aveva accettato di dividere la stanza per la notte, in modo da evitare attacchi a sorpresa, ma era finita in una camera di cui non era molto fiduciosa, quella di Lighneers. Con loro c’era anche Annabelle, ma non era comunque una gran consolazione. Per passare il tempo la rossa aveva proposto di giocare a qualche gioco di società, ma la tensione era comunque palpabile, soprattutto quando Yume posava gli occhi su Lighneers.
-Se hai qualcosa da dire non farti problemi.- disse ad un certo punto il ragazzo, seccato.
-Non mi fido di te.-
Per qualche istante calò il silenzio tra tutti, ed Annabelle per tentare ancora di non appesantire il tutto appoggiò la carta della sua mano per mandare avanti i turni, ma gli altri due rimasero immobili.
-Non ti ho mai chiesto di fidarti.- rispose il ragazzo con calma.
-Credi sia una buona risposta? E’ solo immatura.- Yume stava sorridendo calma, però non aveva dimenticato come era stata Ayame e tutti loro a causa sua. -Non intendo farti la predica su come ti sei comportato in passato, ma comunque non posso negare non sono tranquilla qui, con un possibile nemico fuori e qualcuno che forse ci abbandonerebbe su due piedi.-
Lighneers preferì continuare a non risponderle, non poteva infondo darle alcun torto, però non le avrebbe certo abbandonate se le cose avessero preso una brutta piega.
-Direi le mie azioni parleranno da sole. Vuoi andare avanti a fissarmi male per tutto il tempo?- chiese infine incrociando le braccia, forse quello era l’unico motivo per il quale se ne sarebbe andato.
-No, mi dispiace. Sai, se non si parla e si tiene tutto dentro c’è il rischio capiti di dare l’impressione sbagliata.- non sembrava molto dispiaciuta, ma almeno non voleva nemmeno portare avanti la discussione. -Allora, che avete fatto di bello ultimamente?- chiese infine con un piccolo sorriso.
-Io mi sono unita al club di arcieri della scuola.-
La confessione di Annabelle sorprese entrambi, che la guardarono in attesa continuasse.
-L’ho provato oggi pomeriggio con Milton. E’ stato incredibile, non avevo mai tenuto un’arma prima d’ora ma l’arco è qualcosa di diverso.-
-Un bastone con una corda?- rispose canzonatorio Lighneers, ma Annabelle rise alla battuta.
-Credo sia l’arma adatta a me.-
-Ne hai mai provate altre? Sai, con l’esperienza puoi conoscere meglio te stessa.- disse Yume in un tono che in qualche modo sembrava nascondere dei doppi sensi.
-Solo quelle della scuola in generale. Però infondo anche tu usi solo la katana, no?-
-Già, forse non posso darti torto per come ti senti.-
-Tu invece Lighneers non hai un’arma preferita?- chiese Annabelle curiosa.
-In base ad ogni lotta mi adatto. In acqua un coltello è utile, mentre sulla terraferma una pistola è sicuramente efficace.-
-La mia katata è utile sia dentro che fuori dall’acqua.- disse fiera Yume, accarezzando il fodero.
-Sembri una madre che parla del figlio preferito ahaha.- disse Annabelle ridacchiando.
-Lo capirai dopo anni di uso dell’arco ahaha.-
 
 
 
 
 
 
 

Alexander-Hope-Grace:
 
Erano poche le volte in cui Grace vedeva la sua amica di malumore, e quando capitava non era mai sicura di come comportarsi. Lasciarla in pace poteva solo farla stare peggio, ma pressarla troppo rischiava di farla chiudere a riccio.
-Hope…va tutto bene?- chiese infine incerta, guardandola seduta al tavolo della cucina.
-No, gli altri sono di nuovo in pericolo…-
-Sono sicura staranno bene. Sono molto forti.-
-Ma se fanno un’imboscata? Poi al dormitorio c’è anche Sammy.-
Purtroppo non aveva tutti i torti, per quanto intelligente la bambina era un avversario facile.
-Ci sono però Ryujin, Cirno, Zell, Jack e Daimonas. Si saranno organizzati per proteggere tutti.-
Anche Grace, grazie al cielo, aveva le sue ragioni. Alla fine era più una discussione tra logica e preoccupazione.
-Se il professore attaccherà lo farà contro quelli al dormitorio…mi sembra ingiusto io sia qui al sicuro.-
-Hope non essere sciocca, che aiuto saresti se fossi in pericolo?-
-Di che aiuto sono in questo momento?- ribatté ancora una volta l’altra, sospirando seccata. Non sopportava quel senso di impotenza. -Basta io vado!-
Alzandosi la ragazza scattò verso le scarpe e la giacca, ma Grace si mise in mezzo.
-Ehi! Non ci pensare nemmeno!-
-Dobbiamo andare ad aiutarli! Vieni con me Grace.-
-Hope torna in te, di solito non sei così spericolata.-
Era vero, ma infondo dopo tutte le lotte ed i pericoli che avevano vissuto era comprensibile. Iniziava ad essere un po’ paranoica su tutto ciò poteva capitare a lei ed ai suoi amici, e non esser lì per controllare la situazione la faceva star male.
-Ascoltami, metti caso che adesso andiamo al dormitorio, ok? Non troviamo niente, e durante la strada per il ritorno veniamo aggredite. Magari ci ingannano e ci rapiscono.- stava solo cercando di convincerla a calmarsi ed a vederla da un’altra prospettiva. In realtà non pensava sarebbero veramente andate così le cose, e se anche fossero state aggredite probabilmente se la sarebbero cavata, ma aveva bisogno di convincerla. -A quel punto gli altri dovrebbero mettersi a loro volta in pericolo. Capisci cosa sto cercando di dire?-
-Sì…-
Normalmente la situazione sarebbe stata al contrario, Hope che la calmava per farla ragionare e Grace che tentava di partire alla carica. Grace però non era l’unica a sperare Hope si fermasse. Dall’altra parte della porta principale, senza che le due lo sapessero, Alexander ascoltava con molta attenzione, pronto a nascondersi in caso fossero uscite.
L’aveva fatto per proteggere Hope, in caso il professore avesse tentato di raggiungere gli studenti anche nelle loro case, ma aveva preferito non dirglielo, in quel modo poteva avere un maggiore controllo sulla situazione.
Al contrario del fratello non aveva il coraggio di sistemare delle cimici e delle telecamere nella sua casa, ma era tentato di metterne almeno una fuori dalla porta, giusto per sicurezza, sapeva bene però Hope non ne sarebbe stata affatto felice, e si era trattenuto.
Da oltre la porta aveva seguito tutto il discorso, e sperava Grace riuscisse a convincerla, anche se le avrebbe seguite anche fuori casa.
-Va bene, aspetterò domani. Però scrivo almeno per sentire come stanno.- disse infine Hope, arrendendosi.
-Mi sembra un buon compromesso…allora, vuoi fare qualcosa?- chiese l’amica sedendosi accanto a lei.
-Magari un bel film sarebbe carino.-  disse la ragazza sorridendo, andando a sedersi sul divano per trovare qualcosa in televisione.
-E film sia!-
 
 
 
 
 
 
 

Vladimir-Zell:
 
Nonostante l’ora molte più persone del previsto si stavano aggirando per il dormitorio; che fossero studenti che facevano tardi, coppie che si salutavano o gente che usciva per andare a divertirsi, si era rivelato più difficile del previsto tener conto di ogni movimento nei dintorni.
-Credi il professore si farà vivo?- chiese ad un certo punto Zell, con un certo scetticismo nella voce. Erano sul tetto da molte ore, eppure nulla stava cambiando. Non che avesse niente di meglio da fare, però non gli sarebbe dispiaciuto stare in casa a rilassarsi invece che sul tetto del dormitorio.
-Non lo so. E’ giusto per precauzione.- rispose l’altro continuando a guardarsi attorno.
-Non possiamo controllare costantemente l’intero dormitorio, dovremo andare a dormire prima o poi…-
Anche se parlava così non intendeva abbassare la guardia, ma la stanchezza lo faceva risultare più severo di quanto volesse.
-Tu puoi andare a dormire se vuoi, io con i miei energy drink posso stare sveglio ancora per qualche giorno.- rispose Vladimir sorridendo, sfiorando con una mano lo zaino che aveva portato con sé.
Ecco quindi con cosa l’aveva riempito.
-Da quanto sei sveglio?- chiese Zell corrugando la fronte.
-Eeeh…dall’ultimo evento di love live.-
Non era una risposta, e sicuramente non buona dal punto di vista dell’altro, che tuttavia preferì non rispondere visto non aveva diritto di fargli la predica. Era comunque la prima volta lo vedeva impegnarsi tanto per gli altri, anche se infondo era stato d’aiuto in altre occasioni. Di solito gli sembrava solo una persona schiva che ragionava esclusivamente con la logica, per questo magari non ci parlava molto. Prima però che potesse iniziare il discorso uno sparo li fece alzare di soprassalto, e notarono una piccola crepa nel bordo del tetto vicino al quale si trovavano.
-Il bersaglio eravamo noi…-
Vladimir trascinò immediatamente l’amico a terra, in modo da evitare fossero dei bersagli facili, ma tentarono comunque di capire dove fosse il nemico.
-A giudicare dall’angolo del proiettile non si trova in una posizione rialzata, escluderei la scuola. Troppo lontana.- cominciò il castano cercando di ragionare, ma tra le ombre non era così facile.
-Non è nemmeno tanto bravo ad usare una pistola, eravamo un bersaglio facile.- aggiunse Zell d’accordo con l’altro.
-Già, Astral ci avrebbe già colpito venti volte.-
Un altro sparo, stavolta non furono nemmeno certi se il colpo avesse effettivamente colpito qualcosa, ma il rumore non era molto distante, quindi c’era speranza di catturarlo.
-Come facciamo? Scendiamo?- chiese Zell iniziando a sentirsi frustrato di dover stare nascosto.
-Non abbiamo scelta, finché siamo qui non lo cattureremo, ed anche se sparasse una volta ogni tanto potrebbe tenerci qui per un po’.- così dicendo Vladimir si alzò, correndo verso le scale anti-incendio tramite le quali erano arrivati lì. -Confidiamo nella sua scarsa mira!-
Zell lo seguì immediatamente, e con pochi salti raggiunsero la fine delle scale, senza sentire più nessun colpo. Questo poteva significare due cose, o si trovava dall’altra parte del palazzo o era scappato, ma visto non poterono dare per scontata quest’ultima opzione corsero a zig-zag usando ogni possibile riparo, e questa strategia li ripagò visto un terzo sparo tentò di colpire Vladimir.
-E’ da quella parte!-
Stavolta Zell era riuscito ad individuare la direzione del proiettile, e subito corse verso quel punto facendo molta attenzione; una pistola poteva sparare sei proiettili prima di dover essere ricaricata, quindi al momento erano a metà.
Anche Vladimir fece lo stesso, correndo in direzione di uno degli alberi, e trovandosi accerchiato il colpevole tentò subito la fuga. Nonostante il buio non fu difficile cogliere i lineamenti del professor Benson, e visto si trovavano fuori l’orario di lezioni tutto ciò gli avrebbero fatto non avrebbe avuto ripercussioni.
-Prediamolo!-
Vladimir cercò di aumentare la propria velocità per non perderlo, ma quando fu vicino l’uomo lanciò contro di loro una strana polvere bianca, che come accese un fiammifero sopra d’essa prese immediatamente fuoco. Sia Vladimir che Zell riuscirono ad allontanarsi appena in tempo prima che anche quella su di loro s’infiammasse, ma il professore era riuscito a mettere un discreto distacco tra loro, scappando oltre il cancello.
-Che roba è?!- chiese Zell confuso cercando di scrollarsi quella roba di dosso, e di usare la felpa che indossava per soffocare le fiamme prima aumentassero.
-E’ cocaina…-
Non ci volle molto prima che Vladimir la riconoscesse, ma ciò non fece altro che aumentare la confusione del biondo.
-Stai scherzando?-
-No. Se le viene dato fuoco brucia rapidamente, penso sia per questo che l’ha portata con sé.-
-Ma non ha senso, niente di quello sta facendo ne ha!-
Perché nelle loro vite non poteva esserci un attimo di pace? Dietro ogni angolo doveva esserci qualcuno che tentava di ammazzarli, o peggio.
-Direi che dopo questa sera non abbiamo più dubbi. Domani potremo passare ad un contrattacco.- rispose Vladimir senza un briciolo di agitazione nella voce.
-Cristo…non vivremo mai una normale vita da adolescente, vero?- disse Zell sospirando, e l’altro lo guardò con un piccolo sorriso.
-Qui a Rookbow è questa la normale vita da adolescente.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Astral-Seraph:
 
Da quanto si trovavano soli in casa di Astral? Un quarto d’ora nemmeno? E già un vaso aveva rischiato di rompersi. Nessuno dei due aveva dimenticato i loro flirt al poligono di tiro, e non appena ne avevano avuto l’occasione li avevano messi in atto. Chiusa la porta d’ingresso Seraph aveva immediatamente sbattuto al muro Astral, togliendosi la maschera e facendo altrettanto con lui per poterlo baciare, il ragazzo però non aveva accettato a lungo questa situazione, e sollevandola l’aveva spinta sul divano, mettendosi sopra di lei. La ragazza cercò subito di ribaltare la posizione, ma lui rimase fermo dove si trovava nonostante le sue spinte; senza una leva adeguata non sarebbe riuscita a far molto, e lui lo sapeva. Dai baci sulle labbra cominciò a morderle il collo, e lei di rimando l’orecchio per stuzzicarlo, i loro sospiri sembravano quasi ringhi eccitati mentre tentavano di vincersi a vicenda.
-Non credere te la darò vinta così facilmente.- ringhiò il ragazzo sorridendo. Adorava fosse così competitiva anche in quelle occasioni, aggiungeva un pizzico di brio al loro rapporto.
-Stavo per dire lo stesso.- sogghignò lei riuscendo a far scivolare le gambe sui suoi fianchi, spingendolo finalmente dall’altro lato e tornando sopra il ragazzo.
Sollevando la maglia di Astral Seraph fece scorrere la mano sui suoi addominali, raggiungendo la chiusura dei jeans e sbottonandola. Con fare provocatorio stuzzico l’erezione sotto l’intimo di lui con solo l’indice, spingendo in particolare sulla punta, ma già questo fece aumentare il respiro del ragazzo.
-Sei impaziente?- chiese lei guardandolo negli occhi.
-Potrei stare così per tutto il giorno, a meno che tu non sappia fare di meglio.-
All’ennesima provocazione la ragazza non si fece aspettare, ed abbassandogli completamente i pantaloni prese nella mano l’erezione iniziando a massaggiarla, spostandosi dopo pochi minuti in un punto che le permettesse di metterlo a contatto con la sua zona intima; grazie ai leggings che indossava non era difficile per Astral sentire chiaramente la sua apertura, e deglutì rumorosamente mentre l’eccitazione aumentava.
Quando non riuscì più a trattenersi allontanò la mano di Seraph da sé prima che fosse troppo tardi, cadendo assieme a lei sul pavimento e togliendole gli indumenti, prendendo rapidamente uno dei preservativi che aveva tenuto nella tasca dei pantaloni ed usandolo.
Entrambi non volevano più aspettare, e lei lo lasciò entrare dentro di sé, seppur con gentilezza da parte del ragazzo per non farle male.
-Aah…sei calda…- sospirò Astral respirando a pieni polmoni il suo dolce profumo, accarezzandole i capelli e baciandole la fronte.
Alternavano momenti di competitività ad attimi di pura dolcezza, ma in entrambi i casi erano entrambi estremamente felici. Era come se i loro corpi fossero fatti unicamente per unirsi nel migliore dei modi, e nessuno poteva eguagliare quella sensazione.
Le spinte del ragazzo erano costanti, e più si muoveva più i gemiti di entrambi aumentarono. Per un po’ Seraph gli permise di condurre il gioco, ma presto anche lei si unì ai suoi movimenti, e non ci volle molto prima che Astral lo notasse, visto la loro velocità era aumentata. Nel tentativo di tenerla ferma il ragazzo portò una mano alla coscia, ma questo non bastò ed anzi, lo sbilanciò a tal punto che fu molto facile per l’altra prendere il sopravvento, e da lì fu lei a continuare a muoversi con il suo ritmo. Con il respiro mozzato sentiva chiaramente il piacere aumentare ad ogni spinta, e non aveva più controllo su di sé. Questo portò Astral ormai al limite, ed al punto in cui non riuscì più a resisterle. Beandosi del suo orgasmo e dell’espressione del compagno Seraph lo seguì poco dopo, appoggiandosi sul suo petto sentendo il cuore che batteva rapido.
-Sarà sempre così?- domandò Astral, col fiato corto.
-Probabile…-
-Bene, mi piace un po’ di sfida.- disse infine il ragazzo portandola a sé, abbracciandola teneramente. -Sono veramente felice, lo sai?-
-Mi fa piacere…anche io lo sono.- rispose la ragazza rispondendo all’abbraccio. Erano ancora a terra, eppure vista la posizione erano entrambi molto comodi.
-Non fraintendermi, il sesso con te è fantastico, ma sento che nel nostro rapporto c’è molto di più. Complicità, fiducia, rispetto, tutte cose per me molto importanti, e che mi fanno sentire come se tutto fosse perfetto. A prescindere dalle nostre discussioni, so possiamo affrontare qualunque cosa insieme.- disse lui con il cuore in mano, colpendo nel profondo la ragazza.
-Anche io mi sento così…farò il possibile per renderti felice.-
Non era abituata a dire simili cose, quindi si sentiva impacciata ed era evidente dal rossore sul suo viso, ma era sincera e questo per Astral era l’importante.
Non c’era bisogno di dire altro.
 
 
 
 
 
 
 

Lacie-Nadeshiko-Ayame:
 
-Nya nya nya! Un pigiama party nya!-
Lacie era al settimo cielo per poter trascorrere una serata con le proprie amiche, anche se c’erano solo Nadeshiko ed Ayame. Erano a casa di quest’ultima, e nonostante i maggiordomi li avessero aggrediti poco tempo prima entrambe non si trovarono a disagio di fronte a loro, che le accolsero con educazione e senza aggressività.
-Sì è stata un’ottima idea.- annuì Nadeshiko mentre si rotolava nel gigantesco letto di Ayame, visto si trovavano in camera sua.
-Dite gli altri staranno bene? Non mi aspettavo il prof avrebbe aggredito qualcuno.- chiese Ayame guardando le altre.
Tutte e tre indossavano dei comodi pigiamoni, ed avevano due cuscini a testa.
-Se proverà a far del male a qualcuno se la vedrà con me nya!- disse Lacie alzando i pugni in aria, anche se meno minacciosamente del previsto.
-Io sono sicura gli altri se la staranno cavando bene. Vladimir e Zell hanno detto saranno dalle parti dal dormitorio per controllare.- rispose Nadeshiko mentre giocava con il cellulare. -Che vi va di fare comunque? A me sta venendo voglia di ordinare del sushi.- aveva finto per guardare dei video di cucina, e gli era venuta una certa fame.
-Possiamo provare a cucinarne un po’. Dovrei avere del salmone nelle cucine.- propose Ayame, visto non aveva tanto sonno.
-Sì nya! Andiamo a cucinare nya!-
Saltando letteralmente giù dal letto Lacie fu la prima a raggiungere la porta ed a correre di fuori. Visto l’ultima volta era stata lì aveva fatto il giro della casa ricordava bene le varie stanze, quindi teoricamente non avrebbe dovuto aver nessun problema a raggiungere la cucina. Nadeshiko e Ayame invece andarono con molta più calma, mentre la prima portò con sé un cuscino tanto per sicurezza.
-Allora, come va con Lighneers?- chiese l’azzurra curiosa, ricordando il loro bacio.
-Bene. Abbiamo ripreso a parlare. Sono sicura un giorno lo farò innamorare di me.- rispose la ragazza decisa.
-Oh, credevo vi foste messi assieme. Sai, dopo il bacio…- disse Nadeshiko imbarazzata, temeva di aver fatto una domanda troppo sconveniente, ma l’altra sembrò molto tranquilla.
-Con quel bacio mi ha salvato…però so non era dato per amore. Non mi arrenderò però, ho mangiato con lui durante l’intervallo ed è stato molto gentile.-
Ricordò con un sorriso quei pochi minuti, che però le scaldavano il cuore ogni volta.
-E’ bello vederti così. Sono sicura lo conquisterai!- disse gioiosa Nadeshiko, ed insieme arrivarono nelle cucine, dove il maggiordomo Lorenzo stava cercando di tenere buona Lacie.
-Cucineremo noi il sushi! Non deve fare nulla!- urlò l’uomo sull’orlo dell’esasperazione. Non poteva far altro se non trattarla come un’ospite, ma sembrava molto difficile per lui. Guardandolo in quel modo Ayame provò un po’ di pena per il poveretto.
-Tranquillo Lorenzo, possiamo occuparcene noi.-
-Ma signorina, è tardi e potremmo…-
-Niente ma. Ce ne occupiamo noi.- disse con fermezza la ragazza spingendolo fuori dalla porta, e da lì ebbero il pieno controllo della cucina.
-Bene, da dove cominciamo?- chiese Nadeshiko sfregandosi le mani.
-Dal salmone nya!-
-Credo dovremmo cominciare dal riso. Da quanto ne so va pulito varie volte.- disse Ayame prendendo tutti gli ingredienti. Da quanto ricordava non era così semplice da fare, ma visto era il loro primo tentativo l’importante era avesse un buon sapore.
-Come facciamo a lavarlo nya? Lo mettiamo nella lavastoviglie nya?- disse Lacie scherzando, mentre l’altra aveva già preparato la propria pentola.
-La riempiamo d’acqua e la svuotiamo di volta in volta, giusto Ayame?-
-Esatto Nadeshiko. Da quanto ne so è per rimuovere l’amido. Vediamo quanto ci vorrà.-
La ragazza cominciò a svuotare la pentola un paio di volte, anche se alcuni chicchi finirono nel lavandino. Purtroppo la pazienza non era la virtù di nessuna delle tre.
-Io mi sto già annoiando…- disse infatti Nadeshiko sbuffando.
-Idem…andiamo avanti? Bisogna cucinarla.-
Così dicendo Ayame accese il fornellino, mentre Lacie muoveva la coda impaziente.
-Voglio il pesce nya…-
-Tra poco possiamo iniziare a tagliarlo, ma ho dell’avocado nel frattempo.- Ayame si mosse rapida controllando ogni scaffale, sembrava fosse la prima volta entrava in quella stanza. -Trovati!-
Ne avrà avuti almeno una decina, e non era nemmeno l’unico frutto presente.
-Direi tre bastano. Non li ho mai tagliati prima ma dai video sembra facile.-
Prendendo un coltello ne fece uno direttamente a fette senza nemmeno levare prima la buccia, ma visto nemmeno le altre lo avevano mai fatto non seppero se era meglio così o in altri modi. Il riso intanto si scaldò rapidamente, e presto fu pronto per esser sistemato.
-Sta al salmone nya!-
Lacie a sua volta grazie al proprio naso trovò immediatamente ciò che stava cercando, e poco ci mancò che non lo addentasse.
-Ehi! Lasciane un po’ anche per noi!- urlò Nadeshiko fermandola.
-Va bene nya, non preoccuparti.-
In compenso fu molto brava a tagliarlo, anche se al momento di prepararlo assieme agli altri ingredienti fu molto difficile. Alla fine vennero fuori dei grossi mappazzoni pieni di avocado e salmone, ma sicuramente molto saporiti.
-La prossima volta li farò fare anche ad Astral, nya!-
   
 
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