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Autore: Tale Vivo    22/01/2021    0 recensioni
La Brocelandia è impregnata di magia. Oscura, secondo i suoi abitanti, e che si manifesta in molti modi, anche tramite un infinité, un piccolo pesce dai bei colori. Alar e Nolwenn sono amici fin dall'infanzia e trascorrono i pomeriggi in riva al mare, dove raccolgono conchiglie. Un giorno, però, un abitante del mare cambierà le cose.
L’infinité era un pesce molto raro, creduto uno degli animali sacri alla Dama del Lago e che, per questo motivo, veniva considerato di natura malvagia. Chiunque avesse detto di averne visto uno aveva incontrato brutali terapie contro la pazzia o torture per espiare ogni possibile presenza di magia nera.
Genere: Fluff, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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War Vor Atao

 

 

“Anche noi, come l'acqua che scorre,
siamo viandanti in cerca di un mare.
(Juan Baladán Gadea)

 

 

Alar e Nolwenn erano cresciuti insieme in un piccolo villaggio della Bretagna, nel cuore della foresta di Paimpont, non molto lontano dall’albero dove la Dama del Lago aveva imprigionato Merlino. I loro genitori non volevano che andassero alla ricerca di quell’arbusto o della Valle senza Ritorno, quindi permettevano loro di trascorrere il tempo sulla costa, lontano da quei luoghi silvani pieni di magia e mistero.
La risacca bagnava gli scogli e la spuma bianca solleticava le ginocchia. Alar cercava conchiglie striate, Nolwenn le preferiva lisce. Si guardavano quando l’acqua accarezzava la sabbia, poi contavano i gusci raccolti. Trascorrevano i pomeriggi in riva al mare d'Iroise fino a che il sole non si addormentava avvolto dalla salsedine.
«Alar, guarda cosa ho trovato!»
La ragazza sorrideva felice, mentre correva verso il giovane inginocchiato. Si lasciò cadere accanto a lui e aprì piano le mani. Un piccolo pesce si agitava tra i suoi palmi. Rosso, giallo e blu: colori elettrici, carichi, che lasciavano intuire magia.
«È un infinité!», urlò Alar.
Nolwenn annuì con foga, continuando a fissare il pesciolino. Aveva smesso di saltellare e respirava regolarmente. Le squame erano ben definite, coi colori sempre più brillanti. All’improvviso, i due giovani smisero di respirare, rapiti dal piccolo animale: le sue tinte iniziarono a mischiarsi, finché ogni singola parte non divenne bianca.
«Ma allora è vero!», gridò Nolwenn, allargando il sorriso sempre più. Alar aprì la bocca e lasciò trasparire tutto il suo stupore. L’infinité era un pesce molto raro, creduto uno degli animali sacri alla Dama del Lago e che, per questo motivo, veniva considerato di natura malvagia. Chiunque avesse detto di averne visto uno aveva incontrato brutali terapie contro la pazzia o torture per espiare ogni possibile presenza di magia nera.
«Ha smesso di respirare».
Il dito di Alar si avvicinò piano al pesce bianco e lo toccò leggermente: era freddo e asciutto, non viscido. Le squame si stavano fondendo in un’unica corazza, dura e lucente.
«Questa è magia, Nolwenn. Questa è sicuramente magia».
Gli occhi verdi della ragazza incrociarono quelli grigi di Alar.
«Questo vuol dire che… insomma… dobbiamo…» balbettava, agitata.
«Esatto. Inizio io, se vuoi» disse il giovane, sorridendo rassicurante. Nolwenn annuì, aspettando.
Secondo la tradizione del loro popolo, quando due persone si trovavano in presenza di qualsiasi manifestazione magica, dovevano dire ciò che provavano nei confronti dell’altra persona, perché i sentimenti erano l’unico scudo contro possibili attacchi di magia oscura.
«Sei forte, Nolwenn. I tuoi capelli profumano di mare e la tua pelle sa di pane appena sfornato. Sono fortunato ad essere cresciuto con te, perché non avrei potuto avere amica migliore».
Alar fece una pausa, prese la mano della ragazza tra le sue e non smise di sorridere.
«Mi piaci, Nolwenn, e spero di passare ogni pomeriggio con te, in riva al mare, per il resto dei miei giorni».
La giovane arrossì e posò lo sguardo sul pesce candido, come a prendere coraggio. Sollevò la testa e notò gli occhi grigi del ragazzo colmi di speranza.
«Hai mai notato che “armor”, che nella nostra lingua significa “mare", è molto simile alla parola “amour”, ossia “amore”? Beh, io ci penso quando ti guardo cercare le conchiglie. Quando macini il grano. Quando balliamo durante le feste. Quando mi sorridi mentre aiuto mia madre in cucina e tu passi davanti alla mia finestra. Quando, ogni mattina, mi abbracci per salutarmi».
Nolwenn dovette fermarsi per prendere fiato. Lanciò un’occhiata al pesciolino e riprese a parlare:«Tu sei il mio mare, Alar». A quelle parole, il piccolo pesce bianco scoppiò e mille bollicine d’acqua salata avvolsero i due ragazzi.
Da quel giorno, Alar e Nolwenn trascorsero la loro esistenza sulla spiaggia, in riva al mare d’Iroise, senza più vedere un altro infinité.






































 

Questa storia, scritta almeno dieci anni fa, partecipò alla challenge "Un prompt al mese" indetta anni fa sul forum di EFP, con prompt l'immagine del mare.

Il titolo è in bretone e significa ''sempre verso il mare''.

 

 
   
 
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