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Autore: carachiel    25/01/2021    1 recensioni
Cliff Burton era ormai certo di essere morto.
Ricordava. 
Ricordava tutto, ogni dettaglio di quella dannata notte. Il rumore del tour bus che sbandava, lo schianto contro il guardrail e l'orribile sensazione dell'asfalto e delle schegge di vetro contro la pelle nuda, il freddo glaciale che lo investiva e poi, il silenzio, rotto solo dall'ululato del vento e la sensazione della vita che lo abbandonava.
Era morto, per una scommessa stupida di cui non poteva razionalmente incolpare nessuno, né James, né Lars e tantomeno Kirk, che gli aveva proposto di scambiarsi all'ultimo i letti.
Già, i suoi compagni di band... non sapeva come stessero, se ce l'avessero fatta dopo quella notte maledetta, dopo che la sua coscienza l'aveva abbandonato, forse per sempre.

__________________
Cosa sarebbe successo se Cliff fosse sopravvissuto a quell'infame notte del 1986?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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...And Justice For All

And in the end we're all on our own – E alla fine siamo tutti da soli





La prima cosa che Lars vide, quando il chitarrista gli aprì la porta, fu la sua espressione stravolta, gli occhi arrossati e le occhiaie sotto di essi. Ma non del tipo 'svegliato nel cuore della notte', più come se fosse successo effettivamente qualcosa.
"Kirk, scusami per l'ora, ma questo non poteva aspettare" esordì facendosi avanti, senza nemmeno attendere che gli aprisse completamente la porta.
"Non ti preoccupare" replicò, guidandolo in salotto, dove James non si era ancora mosso dalla posizione in cui era, sembrando quasi una marionetta coi fili rotti.
"James?" domandò il batterista "Non mi aspettavo di trovare anche te."
"A quanto pare..." replicò stancamente facendo spallucce.
Sembrava distrutto, esattamente come Kirk, e Lars iniziò a domandarsi che diavolo fosse successo.

"Comunque, hai detto che hai notizie su Cliff, vero?" domandò Kirk porgendo un bicchiere d'acqua al batterista e facendogli segno di sedersi.
"Esatto, mi ha chiamato Ray, dicendo che ha un'infezione da stress o qualche cosa del genere, non ho capito bene..." replicò appoggiandosi alla sedia.
A quella risposta gli altri due si scambiarono un'occhiata che non sfuggì a Lars, dato che improvvisamente il cantante si era fatto bianco come un cencio lavato.
"...È successo qualcosa che non so?"
"È complicato" replicò Kirk in tono cauto, spostandosi tra i due e guardando James come se cercasse una conferma.
"Forse è meglio che ti siedi" continuò quest'ultimo indicandogli la sedia.


"È uno scherzo" replicò un Lars ormai sull'orlo di una crisi di nervi dopo che James aveva concluso il suo racconto.
Era la quarta volta che ripeteva tale affermazione, eppure non riusciva a fare null'altro che restare seduto a fissare il cantante che, dopo aver finito di raccontare aveva inchiodato lo sguardo sul pavimento – quasi a desiderare che il suddetto si spalancasse e lo facesse scomparire nelle viscere della terra.
Dio, sarebbe stato certamente meno imbarazzante.

"Temo di no" articolò a fatica James, senza riuscire ad alzare lo sguardo.
"Hai detto bene, prima, hai fottuto tutto" replicò Lars, passandosi i palmi sugli occhi. "Non hai detto niente, santo cielo..."
"Non pensavo che portasse a...–"
"Cosa? COSA, EH? Tu non hai pensato AFFATTO!" esclamò alzandosi in piedi di scatto e piazzandosi di fronte al cantante. "Non hai detto NIENTE a nessuno della tua idea del cazzo e poi succede questo!"

Kirk rimase in silenzio, preparato per l'ennesima sfuriata del batterista, salvo poi sgranare lo sguardo quando lo vide afferrare il cantante per la maglietta e scrollarlo come se fosse stato una bambola di pezza.
Ed il risultato sarebbe stato anche abbastanza comico, dato che James era più alto di Lars ed anche più muscoloso, se non fosse stato per l'espressione assolutamente distrutta del primo.
"Lars..." tentò di dissuaderlo Kirk mentre continuava a vomitare improperi e minacce all'indirizzo del cantante.
"Fock! Questo coglione... Skidespræller* !"
"Lars, per quanto sai che mi piacerebbe lasciartelo ammazzare poi sarebbe un casino ripulire dal sangue quindi, per favore, lascialo" replicò "Anche perché ci serve ancora vivo."
Alla fine il batterista dopo un altro paio di insulti all'indirizzo del cantante si decise a lasciarlo andare, guardandolo riafflosciarsi sulla sedia per poi sedersi a sua volta.
Per un momento nessuno parlò, nonostante Lars schiumasse ancora di rabbia.

Cadde un silenzio pesante e vischioso, come una rete da pesca che li intrappolava tutti, volenti o meno, sotto di essa e rendendoli preda dei loro pensieri più cupi.


"Sapete che cosa penso?" domandò James a bassa voce, rompendo la quiete.
"Cosa?" replicò Kirk mordendosi il labbro.
"A come sarebbero andate le cose se dopo l'incidente non avessimo proseguito, ecco insomma, se ci fossimo sciolti."
"Perché avremmo dovuto? Sai perfettamente che il desiderio di Cliff era quello che proseguissimo" replicò Lars in tono pericolosamente calmo.
"Lo so, ma –"
La frase di James fu interrotta da un manrovescio del danese, che si era alzato in piedi e ora torreggiava sopra il cantante.
Quest'ultimo boccheggiò e si portò una mano alla parte lesa, il colpo talmente forte da avergli fatto uscire alcune gocce di sangue dal naso – e che adesso gli colavano lentamente sul labbro.
"Maledetto idiota!" sibilò Lars "È a questo che è valso ogni fottuto desiderio che abbiamo espresso da quando è caduto in coma e durante questi – dieci – fottuti – anni...??" continuò abbassando la testa e chinandosi sul cantante.

Kirk si alzò di scatto, temendo un'altra sfuriata, ma rimase sorpreso quando vide il batterista fare un passo indietro e prendersi la testa tra le mani.
"E lo sai qual è la cosa peggiore? Che se Cliff ti sentisse lo... odierebbe!" continuò, la voce che si spezzò orribilmente sulle ultime parole, per poi collassare nuovamente sulla propria sedia.
James prese un respiro agitato per poi spostare lo sguardo su Kirk, che si era inginocchiato tra di loro: gli occhi del chitarrista erano lucidi ma fermi, mentre li osservava entrambi in silenzio e fu improvvisamente grato per il fatto che fosse l'unico a non aver ancora perso la calma, il suo raziocinio era una benedizione in quei momenti.

"Sentite..." iniziò Kirk, spostando lo sguardo sul batterista, che continuava a tenere il viso sepolto tra le mani, le spalle che tremavano leggermente. "So che è difficile, ma non aiuteremo Cliff standocene qui a recriminare su quello che è già successo"
Il silenzio che seguì le sue parole dovette suonargli come un segno di assenso per continuare.
"Non importa se siamo spaventati per lui, o se siamo frustrati perché è tutto così dannatamente sbagliato... Siamo ancora qui e possiamo andare avanti" concluse, cercando di mantenere nel tono una parvenza di ottimismo.
"È vero. Adesso abbiamo Jason..." replicò James spalancando gli occhi di scatto, come se avesse avesse appena realizzato qualcosa di molto importante. "Dobbiamo chiamarlo e dirgli come sta, credo... credo lo vorrebbe sapere."
Gli altri annuirono, per poi restare in silenzio.
Tuttavia il silenzio che calò questa volta era molto più confortevole, con una sorta di cameratismo insito in esso che li avvolse.

"La realtà è che siamo rimasti da soli, non mentiamoci..." disse Lars dopo qualche istante, poggiando le braccia sul tavolo per poi sospirare "Solo noi. Solo i Metallica."
Kirk si voltò verso il batterista, inarcando un sopracciglio mentre elaborava il tutto.
Ed aveva senso.
Aveva terribilmente senso, considerando la sua reazione precedente.
Lars non avrebbe mai lasciato che i Metallica si sciogliessero, perché erano il suo lavoro, la sua identità. Erano tutto ciò che aveva, e aveva il diritto di essere terrorizzato all'idea di perderli, al di là dei desideri di Cliff.
Specialmente considerando che tale proposta veniva da James.

Doveva suonare terribilmente simile a un tradimento, e non molte persone avevano l'ardire di tradire la fiducia di Lars, per quanto ingenuo potesse essere.


*in danese "Skidespræller" dovrebbe essere l'equivalente del nostro "cazzo!"




Angolo Autrice: Ma salve e bentornati alla fiera dei feels!~
Kirk, poveretto, tenta di essere positivo e di non lasciare gli altri a recriminare sugli errori commessi, ma chissà se servirà.
Il titolo del capitolo è di una canzone degli Harem Scarem, Here Today Gone Tomorrow.
Come sempre, il prossimo capitolo uscirà la prossima settimana, ringrazio chi si fermerà a recensire ^^
   
 
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