Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    26/01/2021    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10-23: Una nuova speranza... [1-2]




 

Mentre Tesla organizzò il suo piano contro Asteroth, anche noi ci ritrovammo in una situazione del genere.
Nonostante fosse molto più debole di suo fratello, Nergal non era comunque un avversario da sottovalutare.

Eppure, avevamo delle buone possibilità di vittoria... Dovevamo solamente riuscire a sfruttarle.



Un braccio in meno, rispetto al primo incontro all'istituto...
Dopo lo scontro con Helena e Mikoto, Nergal aveva subito sicuramente danni considerevoli ed era visibilmente provato. 

Inoltre avevamo il vantaggio numerico, nonostante fossimo singolarmente più deboli di lui.
Si... Quella era la nostra migliore opportunità per sconfiggere quel colosso.

Singolarmente, e in situazioni a lui più favorevoli, Nergal ci avrebbe sicuramente schiacciato come se fossimo moscerini... Ma insieme, e in quell'esatto momento, tutto era più bilanciato.



Quindi... Come ho fatto a perdere?



<< Dobbiamo lavorare di squadra: ciò che ho detto prima è ancora valido. >>
Fu Xane a dare l'inizio al contrattacco. 
Nonostante fosse così serio, tutti notammo che dietro quel suo sguardo sicuro si nascondesse una grossa preoccupazione... Dopotutto, se Asteroth ci avesse attaccato alla sprovvista come fece con Tesla, all'istituto, o qui con Helena e Mikoto... Dubito che sarebbe finita bene.

Dovevamo solamente sperare che Tesla, Neptune e il Generale fossero in grado di trattenere il demone.



<< Io attaccherò da lontano. Seryu, tu starai davanti. >>
Seryu lo fissò con uno sguardo preoccupato. Sapevano entrambi che sarebbe bastato un passo falso, e Nergal lo avrebbe fatto a pezzi.

<< Jessica invece rimarrà dietro di me per dare supporto a Seryu: sarà lui ad andare corpo a corpo, quindi necessita delle tue barriere migliori. >>
Xane continuò a spiegare ancora una volta il piano d'attacco. Non mi voltai verso Jessica, ma fui comunque in grado di sentire quel suo sguardo spaventato.

<< Non perdete mai di vista Asteroth. Non fate l'errore di Tesla, Helena e Mikoto. >>
Concluse.


No, non era un errore. Xane non mi nominò di proposito.
Sapevamo tutti che non fossi in grado di controllare né i miei poteri da demone, né le fiamme di Phoenix... In quella situazione, non ero altro se non un peso, per loro.

"Perché sono qui?"
Mi domandai, stringendo i pugni. Tutta quella situazione... Partì per colpa mia. 

Se mi fossi arreso... Se avessi permesso a Nergal e Asteroth di portarmi via...


... Si sarebbero fermati?


Quel pensiero bastò a farmi paralizzare. Era una possibilità... E, se avesse funzionato, nessuno sarebbe stato ferito.
Fin da quando vidi quell'uomo passare per le strade di Samir, decisi di emularlo. Volevo diventare forte come lui.
Entrambi senza abilità, incapaci di usare magie... Eppure lui divenne uno dei soldati migliori in tutta Avalon... Anzi, in tutta Gaia. 

Ripensandoci... La mia forse non era ammirazione.


... E se fosse stata invidia?


"Perché vuoi diventare un soldato?"
Ogni volta che Jessica mi fece quella domanda, io risposi sempre nello stesso modo.

"Voglio aiutare le altre persone, esattamente come quell'uomo!"
Merlin... L'insegnante di Arthur, che quel giorno passò davanti a casa mia, di ritorno da una missione. Lo ammirai da quel giorno, quando mio Zio mi parlò di lui.

Ebbi finalmente una possibilità di dare un significato concreto alle parole che ogni volta dissi a Jessica. E' compito di un soldato lottare e sacrificarsi per le persone intorno a se, giusto?


Quindi... Perché?

Perché non riuscii a muovermi?
Sentii il terrore pervadermi. Mentre guardai i miei compagni affrontare Nergal, inconsciamente indietreggiai.

Che idiota... Non fui neanche in grado di vedere oltre le bugie che dissi a me stesso.
"Un soldato"?
"Proteggere gli altri"?

No... Volevo solo sentirmi forte... Per una volta.
Pensavo che, andando a una scuola di magia, sarei finalmente riuscito a usarle. Volevo sentirmi finalmente come le persone intorno a me.


Sono... Sempre stato...?



<< Un ipocrita. >>
Sentendo quelle parole, mi sembrò quasi come se ogni cosa intorno a me si fosse fermata improvvisamente.
Mi paralizzai, terrorizzato da una voce che non fui in grado di riconoscere.

Eppure, per qualche motivo, mi sembrò minacciosamente familiare.

Continuai a fissare il terreno senza neanche muovere un muscolo per non so quanto tempo, credendo di essere finalmente impazzito.
Pensai che, forse, me la fossi solo immaginata... Ma ben presto, quella voce riprese a martellarmi in testa incessantemente, e con malizia.


<< Un codardo. >>
Riprese, finalmente.
Non era la mia immaginazione, eppure non c'era nessuno intorno a me.

< Sono... Impazzito? >
Pensai.

<< No, non sei pazzo... >>
Rispose quella voce minacciosa.

<< Non ancora. >>
Aggiunse subito dopo.


Paralizzato dal terrore e dalla confusione, mi fu difficile anche solo provare a capire cosa stesse accadendo.


<< Trovo divertente con che facilità riesci a mentire a te stesso e alle persone intorno a te, mascherando i tuoi veri sentimenti dietro quella maschera da sempliciotto che "darebbe anche la sua stessa vita per il prossimo". >>
Continuò, quella voce. Sembrava come se fosse in grado di leggere la mia stessa anima.

<< Non... >>
Balbettai, ma quella imponente voce mi bloccò rapidamente.

<< "Non stavo mentendo", eh? >>
Era in grado di leggermi come se fossi un libro aperto.


<< Guardali. >>
Posai inconsciamente il mio sguardo su Xane, Jessica e Seryu, non appena mi parlò di nuovo.
Stavano combattendo contro Nergal, da soli.

<< Guarda quanto si stanno impegnando, anche per te. Specialmente per te. >>
Continuò, senza sosta. Non sembrava stesse cercando risposte da me.

<< Stanno dando il loro meglio, e tu potresti essere li ad aiutarli. Hai sempre detto di voler "aiutare il prossimo", ora potresti provarlo! Raggiungili, combatti! >>
Ogni sua parola mi terrorizzò sempre di più. Le immagini di ciò che accadde all'istituto Star mi tornarono in mente ancora una volta.

E io... Indietreggiai.

<< Non è carino da parte tua, Mikey. >>
Mi disse quella voce. Sembrava divertita.

<< Potrebbero morire, lo sai? Nergal non è poi così debole, specialmente per ragazzini inesperti come voi, indifferentemente da quante potenzialità abbiate. >>
Sapeva cosa dire per farmi dubitare.
Sapeva dove colpire per terrorizzarmi sempre di più.

<< Ma, se ti sacrificassi per loro... Forse potresti salvarli. Non è questo che fa un soldato? Non è per questo che hai sempre ammirato quell'uomo, e tuo Zio? >>
Non voleva fermarsi. Non voleva le mie risposte, non voleva aiutarmi.
Quel tono pieno di malizia, quella voce minacciosa e crudele... Cosa voleva da me?

<< Cosa vuoi da me, chi sei? >>
Trovai finalmente la forza di fare quelle domande, ma non ricevetti alcuna risposta soddisfacente.

<< Keheheh... >>
Ridacchiò.

<< Che delusione... Alla fine dei conti, eri davvero un bugiardo... >>
Riprese subito dopo.

<< ... Un egoista... >>
Continuò, senza fermarsi.

<< ... Un codardo. >>
Mi sembrò come se stessi lentamente sprofondando nel terreno. Più ascoltavo quelle parole, più la vista si faceva debole. Più provavo a stare in piedi, più le mie gambe sembravano cedere. 


<< Anche quando quella ragazza venne ferita... >>
Non appena disse quelle parole, la scena di Jessica, immobile nel terreno, riaffiorò nella mia mente.

<< Non avevi paura per lei... >>
Quel giorno, all'istituto... Jessica diede il massimo per proteggerci, ma alla fine fu lei a pagarne le conseguenze.

<< Avevi paura di essere il prossimo. >>
Fu in quel preciso momento, credo, che mi spezzai.

Continuai a ripetermi che non fosse così, che stesse mentendo... Eppure continuai a sentire quel senso di colpa attanagliarmi in una presa mortale.
Mi sembrò quasi come se il respiro mi mancasse, indifferentemente da quanto fossero profondi i miei respiri.


<< Povero piccolo Michael, mentendo anche a se stesso per così tanto tempo... Non sei stanco di farlo? Non vorresti finalmente diventare ciò che hai sempre desiderato? Forte, coraggioso e qualcuno di cui gli altri si possano fidare ciecamente. Non sarebbe fantastico? >>
Per qualche motivo, in quel momento mi tornò in mente quella figura oscura che vidi nella doccia, quando mi risvegliai.

<< So che non vuoi essere d'intralcio, e so che hai paura di ferirli... Dopotutto, è ciò che hai provato a fare all'istituto quando hai perso il controllo, vero? >>
Ancora una volta, fu in grado di mettere dubbi.

<< Come ci si sente a sapere che non ha importanza quanto tu possa provarci, ci sarà sempre la possibilità di ferirli? Che i tuoi sogni sono fuori dalla tua portata? Che tutte le persone che conosci ti saranno strappate dalle mani, a causa di questa tua connessione con il mondo dei demoni? >>
Non riuscii a pensare a nulla, se non alle parole che quella voce continuò a dire. Sentii finalmente le gambe cedere e caddi a terra senza forze. La vista appannata, i rumori intorno a me irriconoscibili.

Non riuscii a parlare, non fui in grado di chiedere aiuto. 

< Cosa mi stai facendo...? >
Pensai, ma fu ormai troppo tardi. Inconsciamente, caddi vittima del suo perverso piano.
I dubbi e le paure che fu in grado di trasmettermi bastarono per aprire il varco di cui aveva bisogno.


Provai ad aggrapparmi alla realtà con tutte le mie forze, ma non ne fui in grado.
Lentamente, tutto intorno a me si fece più scuro... Mi sembrò quasi di sparire dentro l'oscurità della mia stessa mente, in un incubo infinito.

Fu lui a vincere quello scontro, e non fui neanche in grado di realizzarlo.
La prima cosa che fece, dopo avermi trasformato finalmente in un semplice spettatore... Fu quella di sorridere.


____________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 10-23, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI