Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |       
Autore: JennyPotter99    28/01/2021    0 recensioni
La storia di un paio di occhiali, un anello d'argento e una margherita.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berlino, Il professore, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Toledo – 5 mesi all’ora zero
 
Dopo tanti anni, che non ci vediamo, i due fratelli fanno anche i misteriosi.
Sergio guida la sua macchinina rossa in mezzo al nulla, tra alberi, uliveti, prati di margherite che, di fatti, mi ricordano la mia adolescenza e vari animali.
Prima di uscire mi hanno ridato il telefono e infatti non c’è campo.
Alla fine di una strada di sassolini, giungiamo ad un enorme villa nel bosco, fatta tutta esternamente in pietra.
Sgrano gli occhi, dato che non sapevo avessero talmente tanti soldi da permettersi una cosa del genere.
-Cazzo ragazzi, quando siete diventati ricchi?- domando, uscendo dall’auto.
Sergio fa un ghigno.- Non lo siamo diventati ancora.- risponde, facendomi cenno di entrare. -Vieni, ti faccio conoscere gli altri.-
Gli altri?
Ah, quindi non saremo noi tre come al solito.
Beh, di certo non mi aspettavo che solo in due potessimo entrare nella Zecca di stato.
Dico due perché di solito Sergio è quello che organizza tutto e resta fuori per darci le istruzioni.
Non appena entro, alla mia sinistra c’è una grande sala con un camino e un tavolo rotondo da pranzo.
Alla mia destra, delle scale che portano al piano di sopra.
Dritto per il corridoio, invece, un’altra stanza più piccola con una lavagna e dei banchetti messi in fila indiana.
Sembra di esser tornata a scuola.
Accalcati su un paio di banchetti, ci sono altri tra ragazzi e ragazze che interrompono la conversazione quando entro io.
Sono tutti di età diverse, il ragazzo con i capelli ricci credo che non abbia più di vent’anni.
I due omoni grossi e pieni di tatuaggi mi mettono un po' soggezione.
Ci sono solo altre due ragazze nel gruppo: una ha una faccia da schiaffi, l’altra sembra simpatica.
-Buongiorno ragazzi, prego, mettetevi seduti.- esordisce Sergio, scrivendo alla lavagna col gessetto.
Tutti hanno preso già i loro posti, io mi becco il banchetto dietro alla ragazza mora con i capelli lunghi e il naso un po' da strega.
Sergio scrive Benvenuto sulla lavagna e lo sottolinea.
-Buongiorno di nuovo e benvenuti a tutti. Spero che la tenuta sia di vostro gradimento, perché passeremo i prossimi 5 mesi qui a studiare come riuscire nel colpo.- dice Sergio, poggiandosi alla scrivania.
-Come sarebbe 5 mesi? Ma siamo impazziti?- borbotta un uomo in cima alla fila, con la barba nera, a tratti bianca.
Sergio alza un dito, come a dirgli di aspettare.- Per organizzare un colpo come si deve serve tempo. E credetemi se vi dico che dopo di questo, sarete talmente ricchi da non dover più lavorare, né i vostri figli, né i vostri nipoti. Diciamocela tutta, non voglio continuare a spaccarmi la schiena per avere uno stipendio misero.-
Assottiglio gli occhi e studio Sergio: so quello che intende dire e questo mi riporta inevitabilmente indietro.
 
Madrid-24 anni prima
 
La gioielleria Pedrusco fa angolo alla mia casa da anni ormai.
E da settimane, ogni volta che torno da scuola, mi fermo a guardare quegli splendidi orecchini di perla che sono in vetrina.
Costano quasi più del mio intero armadio di vestiti, compreso l’armadio.
Con lo stipendio di mia madre come cuoca e mio zio riusciamo a malapena a pagare le bollette.
Per questo voglio andarmene da qui.
Mia madre e il mio defunto padre se ne sono andati dall’Italia per cercare un futuro migliore e guarda come siamo finiti.
Lui, morto di infezione ai polmoni e noi, quasi morti di fame.
-Ti piacciono?- mi chiede Andrès, affiancandomi.
-Sono bellissimi e tanto cari.- annuisco, poggiandomi al vetro tanto da fare delle ditate.
-Beh, potremmo fare una colletta e prenderli.- interviene Sergio.
Io gli sorrido.- No, davvero ragazzi, lasciate perdere. Sono solo degli orecchini.- borbotto, a testa bassa.
***
-Allora, ancora non vi conoscete e voglio che rimanga così. Non voglio nessun nome, nessuna relazione personale e nessuna domanda personale.- continua Sergio, scrivendo alla lavagna. -Usate dei soprannomi: numeri, città, pianeti.-
-Pianeti mi piace, lui può essere Urano.- interviene il ricciolino, indicando il ragazzo davanti a se.
Quest’ultimo fa una smorfia.- Non ci penso nemmeno, cazzo!-
Rido e ripenso alle parole di Sergio.- Perché non facciamo le città?-
Tutti intorno a me annuiscono.
E così, siamo arrivati tutti a chiamarci con i nomi delle città.
La ragazza con la faccia da schiaffi e una croce per collana, con i capelli a caschetto, è Tokyo.
È ricercata per una rapina ad un porta valori, organizzato con il suo fidanzato, alla quale hanno sparato mortalmente.
In prima fila, Mosca, il re dello scavo.
Dietro di lui, il mascellone dalla risata buffa è Denver, suo figlio: una vera testa calda, un pugno vivente, il sovrano delle risse da discoteca.
Il ricciolino è Rio, come pensavo, il più giovane tra di noi, un hacker nato.
I due omoni dietro sono i cugini serbi, Helsinki e Oslo, le braccia di questa operazione.
Infine, la strega con le extension nere è Nairobi: ha un grande senso dell’umorismo, sempre positiva, falsifica banconote da quando era ragazzina e addetta al controllo qualità.
Andrès, con il banchetto parallelo al mio è Berlino, il più grande ladro, meschino, pazzo che io abbia mai conosciuto.
Suo fratello, invece, è il Professore, l’ideatore del piano.
Praticamente un fantasma agli occhi del mondo, nessuna foto, nessun’impronta digitale, nessun rinnovo della carta d’identità da quando aveva 19 anni.
Tokyo si volta verso di me.- E tu?-
Non mi ci vuole molto per pensarci.- Roma.-
 
8 ore dal colpo
 
Sento fin troppe grida intorno a me, la testa mi esplode e sento il cuore a mille quando vedo la mia spalla sanguinare.
Non riesco a dire niente, rimango poggiata con la tempia sul marmo freddo e vedo Tokyo che trascina Rio dentro, con la testa sanguinante.
-Qualcuno prenda Roma, qualcuno prenda Roma!- urla Nairobi, continuando a sparare all’impazzata.
Questa maschera mi fa mancare il fiato.
Vedo qualcuno con la maschera di Dalì venire verso di me e prendermi in braccio velocemente per portarmi dentro.
Le porte si chiudono in pochi secondi e così posso togliermi finalmente la maschera.
Lo fa anche il mio salvatore e capisco che è Denver.
La mia tuta rossa inizia a diventare troppo rossa, credo che mi abbiano preso una parte importante.
Non lo so, perché sono così nel panico che ho dimenticato la lezione di anatomia del Professore.
-Portatemi delle garze! Il kit del pronto soccorso!- continua Nairobi, piegandosi su di me.
Sento che sto per svenire, mi si chiudono gli occhi.
Mi chiamo Tatiana Loreto e non so che cazzo ci faccio qui.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99