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Autore: Keeper of Memories    28/01/2021    3 recensioni
"Entrambi si trovano lì, in una sala antica, dove il tempo si è fatto beffe delle elaborate decorazioni murarie e delle statue solenni, rovinando e sgretolando ogni cosa.
Sono fianco a fianco, le spade laser sguainate mentre osservano la luce emanare dal pozzo ai loro piedi, che quasi sembra chiamarli con la sua luce pulsante.
Dietro il pozzo, due troni in pietra.
Due troni per due persone.
Due troni per una diade.
Due troni per loro.
Per un breve istante i loro occhi si incontrarono."
Tempo fa incappai nello script iniziale di episodio IX e quasi subito decisi di trasformare quel capolavoro mai nato in una storia.
!Attenzione!
Se cercate un lieto fine per la vostra coppia preferita, passate oltre. Questa non è la fanfiction che state cercando.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sistema Nirauan, orlo esterno
 

«Questa è una chiara violazione degli Accordi Corelliani!» blaterò un ufficiale del Primo Ordine, mentre Poe lo ammanettava. Da quando erano arrivati, il ponte principale dello Star Dreadnaught classe Eclipse era diventato un viavai di soldati affaccendati, abbastanza da far passare l’arrivo del Generale Organa del tutto inosservato.
«Beh, puoi metterlo sul mio curriculum» rispose il ribelle, strappando l’ID dall’uniforme dell’ufficiale.
«Ti dispiace?» chiese Rose, indicando a Poe l’ID «le colleziono.»
«Generale, che ne facciamo di tutti loro?» chiese Connix a Leia, palesando la loro presenza ai due ribelli. Quest’ultima guardò silenziosamente le persone ammanettate uscire dal ponte per alcuni istanti prima di rispondere.
«Preparate la cena. Sembrano affamati.»
«La punizione per il vostro atto di ribellione sarà…» riprese lo stesso ufficiale di prima, ma la porta del ponte interruppe le sue parole chiudendosi di scatto.
«Scansiona l’intera nave, potrebbe essere piena di truppe nemiche» ordinò a Connix, prima di rivolgersi a Poe «i nostri eroi ribelli qui presenti però non ci hanno pensato, vero?»
«Suvvia… non ditemi che non avete mai desiderato una di queste!»
L’occhiata che Leia lanciò a Poe era piuttosto eloquente «Preparatevi per l’evacuazione. Ce ne andiamo.»
«Cosa? Perché?» sbottò Poe stupefatto.
«Avete rubato uno star Destroyer» fu la risposta pacata del generale.
«Ho disattivato la boa di trasmissione! Siamo al sicuro» aggiunse Rose, contrariata tanto quanto l’amico.
«Abbastanza da scommettere la vostra vita?»
Rose e Poe ammutolirono sotto lo sguardo severo di Leia, colpiti più da quest’ultimo che dalle sue parole. Avrebbero messo in gioco le loro vite e quelle di tutta la ribellione per una nave? La risposta era no. Leia non aggiunse altro, uscì semplicemente dal ponte principale della nave, in silenzio.
Appena fuori dal ponte, Finn scrutava qualcosa in lontananza, turbato, tanto da non accorgersi dell’arrivo della donna. Seguendo il suo sguardo Leia arrivò fino a Rey, seduta su una cassa con lo sguardo perso fisso a terra.
«Come sta?» chiese al giovane, facendolo trasalire leggermente per la sorpresa.
«Difficile a dirsi… magari potreste parlarle?»
«Non ha bisogno di un maestro, ma di un amico. Va da lei.»
Finn annuì.

 
«Tutto ok?» la voce di Finn interruppe il filo dei pensieri di Rey.
«Ho fallito» bisbigliò, le nocche bianche strette a pugno.
«Non dire così. Semplicemente ormai hanno imparato le nostre tattiche-»
«Quelle persone» lo interruppe «i bambini… ho visto la speranza nei loro occhi.»
«Perché credono in te. Tutti noi crediamo in te.»
«Non posso essere quello che mi chiedono di essere, Finn» si voltò verso l’amico, la stanchezza evidente tanto nella voce quanto nelle spalle abbassate e nel volto scavato «Non sono abbastanza forte.»
«Ma non è vero…»
Rey riportò lo sguardo in basso, sulle mani callose e screpolate che aveva sciolto dai pugni e ora riposavano sulle sue vesti scure ancora impolverate dalla sabbia candida della luna di Kuat. Finn non capiva, forse nessuno di loro avrebbe capito.
«Ogni notte mi sveglio urlando per l’ennesimo incubo» disse, cercando di mettere in parole quel groviglio di emozioni, ma le parole successive gli morirono in gola.
«È lui?»
«C’è qualcosa tra di noi, io…»
La mente di Rey viaggiò a quella sera di qualche anno prima su Ahch-To, quando lei e Ben avevano parlato davanti al fuoco, quando le loro mani si erano sfiorate in quel lungo, interminabile istante, quando forse per la prima volta in vita sua si era sentita compresa, accettata, connessa con qualcuno. Se non riusciva a spiegare a Finn ciò che essere la speranza dell’intera galassia comportava, come poteva fargli capire la complessità del legame che aveva con quello che agli occhi di tutti era un mostro? Nessuno prova empatia per un mostro, tranne forse lei.
«Non so come spiegarlo.»
«Devi togliertelo dalla testa. So cosa pensi, ma non può cambiare, è troppo tardi.»
«Non è mai troppo tardi per cambiare» guardò l’amico con un accenno di sorriso in volto «Me l’hai insegnato tu, dopotutto.»
Il ruggito vittorioso di Chewbecca interruppe la loro conversazione. Rey e Finn scattarono verso di lui, trovandosi davanti a una porta di spesso metallo sfondata dall’esplosivo. Sotto di loro, si apriva un arsenale: caccia TIE, camminatori, veicoli di trasporto truppe e tanto altro che i loro occhi non erano in grado di raggiungere.
«Abbiamo abbastanza potenza di fuoco per conquistare la capitale!» Gli occhi di Finn brillavano di gioia «Poe, Rose! Venite a vedere!»
«Vedi! Quando mai sono tornato a casa a mani vuote?» sogghignò Poe non appena attraversò la soglia, assestando poi una sonora pacca sulla spalla all’amico «Questo era il piano.»
«Questo, eh?» rispose sarcasticamente Rose, sollevando un sopracciglio.
«Abbiamo navi e armi, ci manca solo un esercito» osservò Finn.
«Come? Nessuno può sentirci. Siamo tagliati fuori…» le parole di Poe incupirono i giovani ribelli, tranne Rey a cui quelle parole richiamarono dei ricordi molto nitidi.
«Non dobbiamo esserlo per forza» disse, attirando lo sguardo dei suoi amici «andiamo al Falcon, forse ho un’idea.»
 

Il Millenium Falcon era certamente invecchiato, l’ammaccata scocca esterna era la prova più evidente, ma Chewbecca si era impegnato molto per mantenere l’interno come era sempre stato, in quello che era il suo particolare modo di ricordare un caro vecchio amico che l’aveva lasciato prima del previsto. La stiva in particolare era rimasta immutata, con il suo tavolino rotondo e gli holoscacchi perfettamente funzionanti nonostante le botte wookie prese in passato.
Proprio attorno a quel tavolo, i tre ribelli scrutavano Rey in attesa, mentre questa raccoglieva un libro polveroso da uno scomparto sotto un pannello nel pavimento della stiva e rapidamente lo sfogliava.
«Ai tempi della Vecchia Repubblica, i Jedi avevano un sistema di comunicazione. Era alimentato da un sistema che si trova sotto il tempio» disse, mostrando alcune pagine ai suoi amici «è uno dei libri che ho salvato da Ahch-To.»
Rose guardò attentamente le immagini schematizzate del vecchio tempio jedi, della torre centrale soprattutto, al centro della quale una un’insolita spirale era stata disegnata con un inchiostro differente. Si fermò a leggere le note a lato.
«Un trasmettitore progettato per chiamare i sistemi più lontani attraverso la Forza» continuò Rey.
«Figurati se dopo tutto questo tempo funziona ancora…» osservò Finn scettico.
«La tecnologia della Vecchia Repubblica non è come la spazzatura che abbiamo oggi» disse Poe, anche lui chino sul libro.
«Sono d’accordo, guarda» aggiunse Rose, indicando alcune sezioni più dettagliate nell’angolo di una pagina «questo sistema è mille anni più avanti della tecnologia imperiale. Il Primo Ordine non riuscirà ad interferire con il segnale.»
«Vale la pena tentare…» ammise Finn, affiancando Rose nella lettura.
«A questo punto, vale la pena tentare qualunque cosa» sottolineò Poe alzandosi, attirando lo sguardo di tutti. Sapeva che lo consideravano loro leader e leggeva abbastanza determinazione negli sguardi di Rose e Finn da sapere che l’avrebbero seguito; il ruggito di Chewbecca, inoltre non lasciava dubbi. Tuttavia, non gli sfuggì l’esitazione di Rey; la giovane sembrava assente, come se nemmeno l’avesse sentito.
«Rey?»
«La speranza è tutto ciò che abbiamo.»








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Note: eccoci qui, con questo nuovo capitolo! Era giunto il momento di dare un pò di spazio ai ribelli e così è stato, con una Rey che sente fin troppo il peso della galassia sulle sue spalle e una piccola scintilla di speranza per la Resistenza. Una doverosa precisazione: quando si parla di Vecchia Repubblica non fa riferimento alla repubblica preimperiale, ma a quella di più di 3000 anni prima, apparsa solitamente in media non canonici come videogiochi e alcune serie a fumetti (molto prima della regola dei due, per intenderci). Evidentemente, alcuni eventi e tecnologie legends volevano essere resi canonici. 
Grazie per essere arrivai fin qui con la lettura e a presto!
Che la forza sia con voi!
   
 
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