Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Cida    29/01/2021    12 recensioni
[Fable!AU - Cappuccetto Rosso / Cappuccetto Rosso Sangue]
Ora dormi bimba mia, tieni stretta questa mano
nel cielo non c'è luna e il lupo è ben lontano.
Se, invece, è grossa e piena, la notte sua sarà
non essere sciocca, stai al riparo o lui ti mangerà.

[Jelsa]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4

    



      La luce dei fuochi sapeva davvero essere suggestiva ed affascinante: le fiamme parevano danzare nell’oscurità, aprendo squarci rossi vermigli nel buio della notte, come se la bestia sconosciuta e potente sanguinasse ferita e fosse sul filo di perdere quell’eterna battaglia fra la luce e le ombre.
Anna, più che mai decisa a seguire il suggerimento di Elsa e credendola al sicuro, si era lasciata andare e aveva vissuto con trasporto quegli attimi che, per una volta, aveva deciso di concedersi. In realtà, si era ben presto resa conto che della festa non le importasse granché, tutto ciò di cui aveva bisogno era rappresentato dalla timida e impacciata presenza del ragazzo al suo fianco: certo, forse era solo colpa del riverbero dei fuochi se i suoi occhi brillavano ogni volta che si posavano su di lei ma Anna, da inguaribile romantica qual era, preferiva credere che sotto ci fosse dell’altro. Quando, seduti su di un muretto un pochino appartato rispetto al resto della folla, la mano di lui aveva cercato timidamente la sua, il cuore le aveva fatto una capriola nel petto e si era ritrovata istintivamente a stringere quelle dita ruvide senza, però, avere il coraggio di guardarlo, ringraziando mentalmente il calore del falò che mitigava il rossore delle sue guance.
Nel momento in cui la sua stretta era stata ricambiata, Kristoff aveva rischiato un mezzo infarto. Quella serata era stata semplicemente perfetta: certo, forse avrebbe potuto essere un po’ più sicuro, fare qualche figuraccia in meno ma, nonostante tutto, lei era lì, non era scappata, non aveva rifiutato la sua mano. Deglutì quando la sentì rilassarsi contro la sua spalla, adagiandovi piano il capo: che si fosse addormentata? Trovò il coraggio di abbassare lo sguardo sul suo viso e trovò i suoi occhi azzurri aperti e concentrati sulle fiamme al centro della piazza: era di una bellezza disarmante. Si umettò le labbra improvvisamente secche e, colto da un improvviso impeto di coraggio, allungò l’altra mano ad accarezzarle il viso, invitandola delicatamente a voltarsi verso di lui. Si chinò quel tanto che bastava per arrivare alla sua altezza: la vide abbassare le palpebre e dischiudere le labbra, pronta a ricevere quel bacio che lui aveva tutta l’intenzione di darle. Prima che riuscisse a farlo, però, un ululato terrificante si alzò dal profondo della foresta: lei sgranò gli occhi improvvisamente pieni d’angoscia «Oh, no! No, no, no…» blaterò, alzandosi di botto mentre il caos scoppiava attorno a loro.
«Anna, io…» cercò di tranquillizzarla ma lei scosse la testa, nel panico.
«Non posso più stare qui» lo anticipò «Mi dispiace Kristoff, io devo andare »
Il taglialegna la vide scappare via senza degnarlo di un ulteriore sguardo, abbassò il capo affranto e chiuse gli occhi, incapace di trattenersi dal pronunciare quella frase che ancora spingeva per uscire dalla sua gola «Io: ti proteggerò io»
Qualcosa di morbido, umido e delicato si posò sulla sua bocca mentre un dolce profumo gli scombussolò i sensi. Aprì gli occhi e si ritrovò ad un soffio dal viso della ragazza, le sue labbra – che si erano appena staccata dalle sue – tirate in un sorriso nervoso «Grazie» gli sussurrò prima di sparire nuovamente.
Kristoff si portò una mano al viso disorientato, incredulo «Prego…»

      Emma era nel panico: il lupo di fronte a lei si prendeva gioco della sua angoscia, combattuto fra l’idea di sbranarla subito ed il lasciarsi andare al divertimento della caccia, sembrava quasi la incitasse a scappare via. Certo, come se le sue gambette paralizzate dal terrore avessero potuto fare qualcosa contro la stazza di quella bestia infernale. Si domandò se dovesse fingersi morta, come con gli orsi - spacciata per spacciata – quando, improvvisamente, l’animale allargò le narici e si voltò verso il fitto degli alberi, richiamato da un odore impossibile da ignorare, gli occhi sgranati, il pelo ritto e le fauci ringhianti, colanti di bava.
La torcia che Jackson sorreggeva con una mano, scivolò a terra e si spense miseramente: il lupo a cui non credeva, che denigrava, era proprio lì davanti ai suoi occhi, a pochi passi da sua sorella, ed era la belva più spaventosa che avesse mai visto.  Deglutì, cercando di rinsaldare la presa sul suo pugnale che, per quanto affilato, probabilmente lo avrebbe difeso tanto quanto una manciata di trucioli di legno. Doveva assolutamente richiamare la sua attenzione, mettere Emma al sicuro: fece leva su tutto il suo coraggio che, nonostante tutto, non l'aveva abbandonato e gridò «Ehi!»
Non servì dire altro: nessuna frase degna di un salvatore, nessuna battuta brillante su quel cagnolino troppo cresciuto, il tempo di sbattere gli occhi e il lupo era già lì, addosso a lui. Il puro istinto, nient’altro che quello, portarono il cacciatore a mettere in atto la prima regola di difesa in caso di attacco da parte di canidi impazziti: proteggere la gola, offrendo il braccio. Il dolore che provò non appena le fauci della bestia gli dilaniarono la carne riempì la sua vista di scintille luminose creando strani disegni nell’oscurità, avvertì la sua gola gridare dal dolore senza alcun controllo su di essa, poi arrivò il bruciore: di un’intensità tale che si ritrovò a sperare che l’arto gli venisse staccato di netto il prima possibile.
Un dardo infuocato si schiantò a terra, ad un passo dalla sua spalla, ed il lupo, incredibilmente, allentò la presa: aveva paura delle fiamme! Per pura sopravvivenza mise a tacere il dolore e recuperò, con il braccio sano, la freccia dal terreno con tutto l’intento di conficcarla nel collo dell’animale.
«No!» un urlo femminile lo bloccò e un’altra freccia cadde, allontanando il suo assalitore «Non farle del male»
Jack sgranò gli occhi «Cosa?» davanti a lui, a sua protezione, si stagliò una figura femminile vestita di cuoio, balestra alla mano e altre armi addosso, al momento, difficili da identificare: una cacciatrice. «Anna?» gli sembrò di riconoscerla ma non ne fu sicuro, confuso com’era dal dolore e dall’oscurità.
Lei non lo considerò «Emma!» urlò alla ragazzina ancora lontana e attonita «Vieni subito qui!»
Quella parve riscuotersi e, incespicando un paio di volte, la raggiunse al più presto prima di pietrificarsi nuovamente di fronte allo stato del braccio del fratello «Jack…» calde lacrime iniziarono a salirle agli occhi.
«Guardami» la scosse l’altra, mettendole le mani su entrambe le spalle «Io adesso accenderò un fuoco e poi andrò ad allontanare il lupo: tu pensi di riuscire a prenderti cura di Jack mentre non ci sarò?»
Emma scosse il capo, più volte «No, non andare via, non lasciarci da soli» la supplicò.
Un altro potente ululato si espanse nell’aria, la giovane si ritrovò la ragazzina terrorizzata fra le braccia e dovette metterci tutta la sua buona volontà per trattenersi dall’imprecare «Sta lontana» gridò verso il fitto del bosco «Lo so che è difficile con lui qui ma credo in te: saprai controllarti»
Pregò seriamente che la sua fiducia non fosse mal riposta. Quando avvertì alcuni rumori nelle vicinanze, però, il cuore le saltò in gola, salvo tranquillizzarsi alla vista del chiarore di una torcia «Kristoff!» sgranò gli occhi incredula «Sei pazzo? Perché mi hai seguita?»
Il taglialegna fu stupito tanto quanto lei «Anna, cosa sta succedendo? Come sei vest… Sant’Iddio, cosa è successo a Jack?» in un attimo si unì al loro gruppo «Amico, il tuo braccio» constatò ma in risposta ricevette solo lamenti «Aiutatemi: dobbiamo subito portarlo al villaggio»
«No!» lo bloccò prontamente la ragazza.
L’altro scosse la testa confuso «Come no? Morirà dissanguato. Emma, aiutami a portare via tuo fratello» non aveva nessuna intenzione di ascoltarla, era innamorato, sì, ma non per questo era disposto a perdere il suo amico pur di darle ascolto.
«Non morirà qui» gli fece presente Anna risoluta «Ma lo farà se lo porterete al villaggio: Jack è stato morso da un lupo in questa notte di piena Luna Rossa, cosa credete che gli faranno?»
«Morso da un lupo?» Dio, l’avrebbero decapitato seduta stante e ne avrebbero bruciato i resti senza rimpianti «Che ne sarà di lui? Cosa dobbiamo fare?»
«State qui» gli suggerì, cominciando ad estrarre un fagotto dalla sua bisaccia e a spargere alcune erbe attorno a loro.
«Cos’è?»
«Strozzalupo, lo terrà lontano» spiegò, prima di uscire dal cerchio appena disegnato per dargli fuoco subito dopo, così da creare una barriera a protezione degli altri tre «Kristoff, prenditi cura di loro: Jack straparlerà, ti supplicherà di ucciderlo o di tagliargli il braccio, non farlo, ti prometto che guarirà. Io e Elsa sapremo prenderci cura di lui»
Il ragazzo era confuso, chi diavolo era colei che aveva davanti? Che fine aveva fatto la sua dolce, tenera e goffa Anna? «Ma tu chi sei?»
Lo sguardo di lei si velò appena «Sono sempre io, fidati di me, per favore» sorrise affranta «Tornerò al più presto da voi: nel frattempo, ti supplico, fai che quel fuoco non si spenga» gli lanciò il resto delle erbe e sparì nell’oscurità.

      

    La versione ufficiale fu che Emma, scappata per emulare le gesta del fratello, fosse stata attaccata da un gigantesco orso bruno. Jack, assieme al suo fidato amico Kristoff, era riuscito a raggiungerla in tempo e a mettere l’animale in fuga. Un orso ferito, però, poteva essere fonte di guai estremi per il villaggio, i suoi animali e i suoi abitanti, così Jack aveva deciso di continuare a dargli la caccia da solo finché non lo avesse definitivamente ucciso o non fosse stato abbastanza lontano da ritenere le loro case al sicuro. Fortunatamente il ragazzo era considerato abbastanza folle da formulare realmente un pensiero del genere, così nessuno aveva dubitato della veridicità di quel racconto ed Emma aveva accettato stoica la lavata di capo della madre e la terribile punizione che ne era seguita: non aveva protestato, la parte che la riguardava era assolutamente vera, anzi, fin troppo bonaria nei suoi confronti perché, saggiamente, celava il fatto che il fratello fosse, in realtà, stato gravemente ferito dal morso di un lupo.
Agli occhi e alle orecchie di tutti, quindi, non era arrivata la notizia di alcun incidente: nessun capo di bestiame ucciso, nessuna persona attaccata e, così, quegli ululati lontani nella notte vennero considerati come i discorsi di un semplice branco di passaggio, sebbene i visi delle persone rimanessero tirati e sibilasse fra loro il lezzo della paura.
Kristoff aveva fatto del suo meglio per supportare quella storia, anche se mentire non era mai stato il suo forte e farlo di fronte ad Ellen era stata davvero dura. Era Elsa a tenerlo aggiornato sulle condizioni di salute di Jack, non l’aveva mai vista in quello stato: stanca, preoccupata, come se fosse rosa internamente da un inestinguibile senso di colpa, eppure quella sera neanche era presente. Che cosa gli sfuggiva?
Le sorelle non si erano più viste assieme, impegnate nel loro compito alterno di prendersi cura del cacciatore, e con Anna non aveva più parlato: lui la evitava e lei non lo cercava. Era un comportamento sciocco il suo, ne era consapevole, ma la realtà era che non riusciva a togliersi quell’immagine dalla testa: lei bardata da cacciatrice, i capelli raccolti sul capo, il collo nudo, il corsetto stretto sulla camicia e, soprattutto, quei pantaloni di cuoio che l’avvolgevano come un guanto, turbandogli inesorabilmente ogni notte che ne era seguita. Poteva pensare a quelle cose mentre il suo migliore amico era a lottare fra la vita e la morte? Che razza di uomo era?
Jackson, dal canto suo, non avrebbe saputo dire dove si trovasse, le palpebre troppo pesanti per avere la forza di aprirle. Il braccio gli procurava un patimento infernale, un bruciore che dal punto del morso risaliva lungo la spalla, rilasciando stilettate di dolore in grado di mettere fuori uso ogni sua terminazione nervosa. Era questo che significava morire?
E’ tutta colpa mia…
Aveva udito una volta.
E’ tutta colpa di Hans… aveva ribattuto un’altra voce Te lo dico io dove gliela pianterei una freccia a quel…
Non ricordava più cosa ne fosse seguito.
Staccalo, staccalo!
Aveva detto qualcuno con un timbro roco, così simile al suo.
Poi era caduto, di nuovo, in un vortice interminabile di dolore, bruciore e improvviso sollievo, panni umidi sulla fronte e sul collo, una mano morbida stretta nella sua, bende cambiate, odori di unguenti e di morte.
Era certo che qualcuno si stesse prendendo cura di lui ma non avrebbe saputo dire chi, probabilmente non era una persona soltanto. Nei suoi pensieri, però, c’era un unico volto, forse, l’ultima speranza di un condannato a morte.
Solo una volta, richiamato da un leggero sciabordio d'acqua, era riuscito ad aprire appena le palpebre per incontrare una schiena candida spuntare da un corsetto allentato, mentre una treccia bionda lasciava intravedere un collo snello e si andava a posare su una spalla deturpata da una terribile cicatrice. Confuso era scivolato di nuovo nell’oblio, un solo nome sulle labbra.
Eccomi…
E ancora incubi fatti di zanne affilate e occhi di brace:
Scappa, Emma, scappa!

Emma è al sicuro…
Il lupo esiste, esiste!
Lo so…
Ci mangerà…
Non lo farà…

Un giorno, improvvisamente e semplicemente, il dolore era sparito.
Aprì gli occhi ed incontrò quelli azzurri e pieni di lacrime di Elsa «Sei sveglio…» la sentì sussurrare fra i singhiozzi e lì capì, era certamente morto: quella notte il lupo doveva, per forza di cose, averlo ucciso e
dilaniato in mille pezzi.



Grazie per essere arrivati in fondo anche a questo nuovo capitolo.
Ebbene sì, il lupo ha colpito - ancora mi riservo di non svelare ufficialmente la sua identità ma, diciamo, che è sempre più lampante - e ad andarci di mezzo non è stata Emma ma il povero Jack.
L'arrivo di Anna è stato provvidenziale per arginare quella che poteva essere una tragedia, tuttavia chi ha visto Cappuccetto Rosso Sangue sa cosa comporti il fatto di essere morsi da un lupo (mannaro, sì) in una notte di piena Luna Rossa, tuttavia penso sia facilmente immaginabile per tutti.
Allo stesso modo Kristoff comincia a farsi delle domande ma i suoi dubbi sono un pelino disturbati dalla visione di Anna modello Van Helsing XD
Su Jack ed Elsa, non mi esprimo... se vi va, fatelo voi ;)
Vi anticipo che il prossimo aggiornamento sarà praticamente tutto Jelsa-centric e, per chi ha già seguito Seasons, ci tengo a ricordare che sarà il capitolo 5 ;)
Grazie a tutti quelli che leggono questa storia (anche silenziosamente), a chi la lista e a chi ha piacere di lasciarmi le sue impressioni che sono sempre apprezzate.
Alla prossima
Cida

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Cida