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Autore: Schmetterlinge    30/01/2021    2 recensioni
Il Master le si affianca, fissandola [dritta] in quei profondi occhi color cobalto.
“Non voglio che tu ti faccia male, Juvia.”
La ragazza lo guarda, in attesa che finisca.
“Ma ti autorizzo a scatenarti come poche volte nella tua vita, siamo intesi?”
Lo scruta, incerta di aver afferrato pienamente il significato di quelle parole.
“Ti do dieci secondi per terminare l’incontro, d’accordo?”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gajeel era ancora a terra, le ginocchia al suolo, le labbra schiuse e un’espressione indecifrabile in volto, osservato da un Gray altrettanto basito, poco distante.

 

“Juvia!”

 

“…”

 

Il Dragon Slayer aveva alzato la voce, squarciando il silenzio; ancora una volta era stata lei a fargli da scudo, ancora una volta era stata lei a proteggerlo e lui non aveva saputo fare altrettanto.

 

“Gajeel…”

 

“Non è possibile…”

 

Quella ragazza era incredibile, di una cocciutaggine inaudita, intrepida e temeraria ma soprattutto una vera incosciente, specie quando si trattava di lui o Gray.

 

“Non posso crederci …”

 

L’ice maker si era appoggiato al muro lì vicino, lo sguardo basso, livido dalla rabbia e profondamente impensierito.

 

“Dobbiamo trovarla.”

 

“Potrebbe essere ovunque.”

 

Gray rilassò le spalle, chiudendo gli occhi, i muscoli del volto contratti in una smorfia, immaginando come dovesse sentirsi l’amico.

 

“Non è stata colpa tua, Gajeel.”

 

Silenzio.

 

“Sai come è Juvia.”

 

Lo sapevano loro e il resto della Gilda; la dominatrice dei mari aveva spesso anteposto la propria vita a quella dei compagni e senza esitazione alcuna, incurante delle conseguenze, diventando una belva se necessario, una vera e propria furia.

 

E quando Juvia si intestardiva su qualcosa, non vi era nessuno in grado di farle cambiare idea, neanche Gray.

 

“Ha sempre fatto così, anche quando eravamo piccoli.”

 

Gajeel digrignò i denti, assottigliando le iridi scure.

 

“Non so come ma riusciva sempre a proteggermi.”

 

Sorrise triste, pensando a come quelle parole non potessero essere più vere; Juvia gli era stata accanto di continuo, anche nei momenti più bui, l’aveva accettato come amico quando era stato lasciato solo, deriso e abbandonato da tutti.

 

Nessuno aveva mai fatto tanto per lui, non si era mai sentito così benvoluto da nessuno se non da lei.

 

E in cuor proprio sapeva che non sarebbe mai stato in grado di ripagare quel debito, nonostante lei gli avesse detto più volte di togliersi certe idee dalla testa.

 

“Bene.”

 

Gray lo squadrò serio, restando in attesa.

 

“Torniamo alla Gilda, dobbiamo avvisare gli altri.”

 

“Gajeel …”

 

L’ice maker gli andò incontro, spalla contro spalla.

 

“La riporteremo a casa.”

 

“…”

 

Si scrutarono assorti, tesi in volto e con un insopportabile macigno all’altezza del cuore, quando un boato ne richiamò l’attenzione.

 

“Cosa …?”

 

Il cielo cambiò colore, facendosi infuocato.

 

 

 

 

Uno spettacolo apocalittico

 

 

 

“Viene dalla Gilda.”

 

Gray fu certo di aver smesso di respirare, le labbra pallide e smorte, intuendo quanto Gajeel aveva compreso prima di qualunque cenno.

 

“Non c’è tempo da perdere.”

 

Nonostante le gambe tremule, il fiato corto e la vista annebbiata iniziarono a correre con quanta  più forza, pregando di arrivare in tempo.

 

Corsero come dei forsennati, imbattendosi in Erza e Natsu, Lucy e Wendy poco distanti; gli abitanti di Magnolia erano in fuga, gli edifici in fiamme, la Gilda sotto attacco e l’aria irrespirabile.

 

“State bene?”

 

“Voi?”

 

Lucy si guardò attorno.

 

“Juvia?”

 

“…”

 

Gajeel non rispose, restando in silenzio.

 

“Che sta succedendo?”

 

“Non adesso, Lucy.”

 

“Cosa …?”

 

Natsu squadrò Gray, sperando di strappargli una confessione, quando una voce ne catturò l’interesse.

 

“Ne è passato di tempo, Gajeel.”

 

L’iron maker si sentì morire.

 

 

 

Porla

 

 

 

“Non è possibile.”

 

Non avrebbe mai pensato di dover tornare a fare i conti col passato, specialmente con quella parte di vissuto che per anni si era sforzato di dimenticare e di cui non andava molto fiero.

 

“E’ buffo, pensa che Juvia mi ha detto la stessa cosa.”

 

L’iron maker serrò le labbra.

 

“E’ opera tua?”

 

Gray lo afferrò per il gomito, trattenendolo dal fare una sciocchezza; se Gajeel avesse perso il controllo sarebbero stai guai e quello era il momento meno opportuno per fare stupidaggini.

 

“Dov’è lei?”

 

Erza strinse i pugni, iniziando a capire.

 

“Non lo ripeterò una seconda volta.”

 

Gajeel fece uno sforzo immane per non scoppiare, il respiro affannato e le membra tese.

 

“Dov’è lei?

 

 

 

Silenzio

 

 

 

 

“Dove diavolo è, Porla?!”

 

“Adesso calmati, Gajeel!”

 

Wendy gli si avvicinò, i polsi lungo i fianchi, i grandi occhioni blu sgranati; aveva paura, paura di sentirsi dire quello che non avrebbe mai voluto udire.

 

“Non tornerà più se è questo che mi stai chiedendo.”

 

Lucy dovette soffocare un rantolo, al pari di Natsu e Gray.

 

“Stai mentendo.”

 

Porla sorrise.

 

“Avrebbe dovuto darmi ascolto quando le ho chiesto di unirsi a Tartaros.”

 

Nessuno parlò più, lasciando calare il silenzio.

 

“Farete la sua stessa fine.”

 

Gray scrutò l’iron maker visibilmente provato, lo sguardo spento e sofferto, l’incarnato pallido, pregando di reggere.

 

“Soli e senza l’aiuto di nessuno.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Juvia scosse il volto, le lacrime agli occhi.

 

“Non voglio farti del male, Sol.”

 

“Dovrai, invece.”

 

“No.”

 

“Pensi di incantarmi?”

 

La ragazza fece per avvicinarsi ma si ritrovò a terra, soffocando un rantolo.

 

“Sei una stupida.”

 

“Puoi ancora salvarti, non è tardi.”

 

“Smettila!”

 

Sol la colpì violento, scaraventandola poco distante, lo sguardo acceso, il cuore carico d’ira.

 

“Smettila, dannazione!”

 

Sollevò lo sguardo, deciso a porre fine a quella sofferenza, quando si sentì afferrare per la gola e sprofondare verso il basso.

 

“Basta, Sol!”

 

 

 

Quella forza

 

 

 

 

Juvia si mosse veloce, frantumandolo contro il suolo, lo sguardo apparentemente vitreo.

 

 

 

 

Così devastante 

 

 

 

 

Quando si specchiò negli occhi di lei non disse nulla; schiuse le labbra, soffocando il dolore, ansimante, incapace di muoversi.

 

 

 

 

Conosciuta molti anni addietro

 

 

 

“Non …”

 

Tossì, il respiro affannato; Juvia gli era ancora sopra, rossa e paonazza, le lacrime agli occhi, i pugni schiusi.

 

“Non …”

 

“C’è sempre …”

 

La ragazza si chinò, nascondendosi contro la sua spalla, in lacrime.

 

“C’e sempre una scelta, Sol.”

 

Aveva la schiena scossa dai singhiozzi, le mani tremule e faticava a parlare.

 

 

 

Quella ragazza 

 

 

 

“Non …”

 

Juvia continuò a piangere neanche fosse stata una bambina, urlando quanto trattenuto fino a quel momento, quando il giovane riuscì a sollevare le dita della mano, sfiorandole il mento.

 

“Non piangere …”

 

“Torna a casa, ti prego.”

 

“…”

 

“Torna a casa con me.”

 

Lei lo osservò triste, stringendogli la mano; avrebbe voluto dirgli molte cose, avrebbe voluto scusarsi per non essergli stata accanto, per non averlo convinto a unirsi a Fairy Tail, per averlo abbandonato e lasciato solo.

 

“Torna a casa con me e Gajeel.”

 

Sol sorrise.

 

“Mi dispiace.”

 

Juvia abbassò il mento, sul punto di scoppiare nuovamente in pianto, quando si accorse di avere Keith accanto, pronto a colpirla; sapeva essere troppo tardi per difendersi ma  - ancor prima di rendersene conto - si sentì afferrare per le spalle e scaraventare lontana.

 

“Sol!”

 

Il ragazzo la scrutò, un sorriso triste in volto.

 

“Vivi, Juvia.”

 

Lei lo fissò spaventata, allungando la mano nella sua direzione quando si ritrovò contro il terriccio duro e granuloso.

 

“Ma dove …”

 

Si mise in ginocchio - stanca - soffermandosi sul cielo infuocato di Magnolia, sugli edifici in fiamme e sulle urla dei passanti.

 

 

 

 

 

Era tornata a casa

 

 

 

“Sol …”

 

 

 

Era tornata a casa grazie a lui

 

 

 

 

Sentì gli occhi pizzicare nel ripensare allo sguardo del suo compagno di team.

 

 

 

 

 

L’ultimo

 

 

 

 

 

Contro ogni previsione Sol l’aveva salvata, come tanti anni addietro a Phantom, quando era solito prendersi la colpa perché lei non subisse le angherie di Porla, tremende per una ragazzina di quell’età.

 

“Sol …”

 

Portò la mano al petto, rivedendo il volto dell’amico.

 

Andrà bene.”

 

Lo sguardo fermo, gli occhi ancora lucidi.

 

“Te lo prometto.”











































Ci tengo a ringraziare - e non smetterò mai di farlo - coloro che si sono soffermati e continuano a soffermarsi su questa fic, incentrata su uno dei miei personaggi preferiti in assoluto!

Nella speranza che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, grazie ancora e alla prossima! ^.^

Schmetterlinge 



 

 
   
 
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