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Autore: Nephertiti    30/01/2021    1 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 14 - The Predators -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nikko1 era particolarmente silenziosa.

Reiji e Shu giunsero dinanzi un ponte rosso vermiglio, ignorando l’insegna che recitava chiaramente “chiuso”, e scavalcarono il piccolo cancello all’entrata con un balzo.
Proseguirono sul ponte Shinkyo, guardandosi attorno con sospetto.
Lì sarebbe dovuto avvenire l’incontro, ma di lei non c’era traccia.

Camminarono ancora per qualche metro, poi una figura comparve dalla parte opposta del ponte, divenendo man mano sempre più visibile: si trattava di una ragazza dai lunghi capelli lisci.

Reiji ricordava fossero neri, ma ora, sotto il chiarore della luna, sembravano assumere sfumature di blu.
I suoi occhi, rossi come il sangue, scrutarono i due Sakamaki.

Indossava una camicia nera ma trasparente, sotto la quale era ben evidente il reggiseno; la gonna, rossa come i suoi occhi, era corta e si apriva ogni qual volta che la vampira muoveva un passo, considerati i due spacchi laterali.

Senza esitazione, dimezzò la distanza che li divideva e avvolse le sue braccia snelle intorno al collo di Reiji, depositandogli un bacio passionale sulle labbra.
Shu osservò la scena con un cipiglio: immaginava che il fratello l’avrebbe respinta con decisione, invece rimase inerme, rendendo il tutto ancora più inaspettato.

Quando la ragazza si staccò, Reiji lanciò una rapida occhiata in direzione del biondo, curioso di conoscere la sua espressione.
Riuscì a trattenere a stenti un sorriso, quando notò l’aria attonita dell’altro.

“Quanto tempo Rei. –, esordì la vampira – immagino non sia una visita di piacere.”

“Rei?”
Ripeté Shu, quasi offeso, poiché Reiji non permetteva neppure a lui, suo fratello, di attribuirgli strani nomignoli.
Ma Reiji trascurò quel dettaglio, concentrando la sua attenzione sulla ragazza.
“Sono spiacente, Edith, non lo è.”

La vampira gli sorrise: “Speravo che avremmo potuto commemorare i vecchi tempi.”

Reiji parve in difficoltà, forse per la prima volta nella sua vita, imbarazzato.

Shu si schiarii la voce, Edith notò solo in quel momento la presenza dell’altro.

“E lui sarebbe?”
“Shu Sakamaki.”, si presentò.
“Oh uno dei tuoi tanti fratellastri.”
“No, noi siamo fratelli di sangue.”, rivelò Reiji, beccandosi un’occhiataccia da entrambi.
“Non mi avevi detto di avere un fratello.”
“Ora lo sai –, tagliò corto il vampiro – abbiamo bisogno di informazioni riguardo una vampira.”

“Immagino sia una Predatrice2.”
“Sospettiamo di sì -, intervenne Shu – la sua abilità nella lotta superava di gran lunga la mia.”
“Aveva i capelli biondi e gli occhi dorati.”, aggiunse Reiji.

Edith poggiò le braccia sulla ringhiera del ponte, ridacchiando.
“È abbastanza vaga come descrizione.”

Effettivamente erano poche informazioni, ma nessuno dei due Sakamaki aveva la più pallida idea del perché una Predatrice avesse fatto irruzione nella loro casa.
Ciò che sapevano per certo, era che qualcuno l’aveva assoldata per ucciderli, o quantomeno per fare fuori Shu.
Era con lui che se l’era presa, dopotutto.
Se l’avessero trovata, forse avrebbero potuto scoprire chi l’aveva ingaggiata.

“Indossava un abito in stile ottocentesco. –, ricordò Shu – interamente nero, la gonna ricca di balze.”

Edith rimase qualche istante con lo sguardo fisso davanti a sé, assorta, poi si voltò a guardarli.
“Credo di sapere di chi si tratti.”
I due Sakamaki attesero impazienti.
“Si fa chiamare “La Dama”, è famosa tra i Predatori, porta sempre a termine l’incarico che le viene assegnato.”

Shu corrugò le sopracciglia: se il suo incarico fosse stato quello di toglierlo di mezzo, con lui non c’era riuscita, ma probabilmente era merito di Mitsuko: se lei non fosse entrata a farle perdere tempo, lui probabilmente sarebbe morto.

Questo significava che avrebbe continuato a dargli la caccia?

“Dove possiamo trovarla?”, domandò Reiji.
“Oh sarà lei a trovarvi di nuovo.”, annunciò Edith, confermando i sospetti di Shu: quella bionda non si sarebbe arresa facilmente.
“Solitamente chi è che vi assume?”
Edith parve rifletterci.
“Di solito si tratta di persone che non vogliono sporcare le proprie mani, e ricorrono ai Predatori.” 
A quella notizia, Reiji scartò definitivamente suo padre dalla lista degli indiziati: Karl Heinz era il re dei vampiri, non aveva bisogno di ricorrere a vampiri mercenari per faccende simili, aveva già i suoi “seguaci”, pronti a servirlo.
Ma di chi altro avrebbe potuto trattarsi?

“Oppure di qualcuno che vuole restare nell’ombra e non rivelare la sua identità.”, osservò Shu.
Edith raccolse la sua lunga chioma di capelli da un lato e guardò di sbieco il biondo.
“Si, è un’opzione.”
I due fratelli si scambiarono un’occhiata, decidendo il da farsi.

“Per il momento, credo sia opportuno tornare a casa -, affermò Reiji – in modo tale che, se questa “dama” si farà viva, saremo in grado di catturarla tutti insieme.”
Shu concordò.
Così si congedarono con la Predatrice.

Ma Edith si avvicinò a Reiji, con fare cospiratore, parlando a bassa voce, ben conscia che Shu potesse sentirla ugualmente.
“Spero che il prossimo incontro sarà una visita puramente di piacere.”
E senza attendere una risposta, depositò un lungo bacio sulla guancia del vampiro, prima di girare sui tacchi e mescolarsi col buio della notte.

***

“E così hai questi… poteri  da alcuni giorni e non riesci a controllarli.”
Feci di sì col capo, mentre Ruki ricapitolava la faccenda.
“E non hai la più pallida idea del perché tu ce li abbia.”
Assentii nuovamente.

I Mukami erano raccolti intorno a me, insieme a Subaru.
Ayato non aveva avuto il tempo di ascoltare tutta la vicenda, perché Kou l’aveva mandato ad assistere il fratello.

Io sedevo sul divano, completamente immobile, incapace di parlare, con gli occhi rossi e gonfi per il pianto, che era cessato per lasciare il posto al nulla più totale.

“Cosa puoi fare esattamente?”, continuò il maggiore dei Mukami.
Aprii la bocca, ma le parole mi morirono sulle labbra: ciò che più mi terrorizzava, era non sapere affatto cosa fossi in grado di fare.
Credevo che il tutto si limitasse a piccoli fiori e gabbie di rami poco efficaci.
Ma avevo spezzato le ossa di Kanato con quelle liane.

“Credi che sia dovuto alla tua discendenza con Eva?”
Lo fissai senza parlare, Ruki mi interrogava come se conoscessi tutte le risposte.
Lo vidi avvicinarsi e scuotermi per le spalle.
“Se non dici nulla non posso aiutarti! –, mi rimproverò. – Da cosa credi dipendano questi poteri?”
“Non lo so! –, esclamai spazientita – Non ne ho idea, lo capisci?”

Subaru intervenne, poggiando una mano sul braccio del Mukami.
“L’hai sentita? Lasciala in pace ora.”

Notai il volto di Yuma incupirsi e Kou poggiargli una mano sulla spalla.
Ruki si scrollò di dosso la mano dell’albino, lanciandogli un’occhiata poco rassicurante.
“Sto provando ad aiutarla, a differenza tua.”
“Anche io voglio aiutarla, ma non in questo modo.”
I due si fissarono rabbiosi, come due gatti pronti ad azzuffarsi.

Prima che scoppiassi nuovamente in lacrime, una mano si strinse timidamente attorno la mia: voltai il capo per incontrare gli occhi spenti, ma al contempo gentili, di Azusa.
Intrecciai le sue dita con le mie e poggiai il capo sulla sua spalla.
Azusa non era di certo il vampiro più affettuoso, tra i presenti, ma non mi sarei potuta comportare allo stesso modo con nessun’altro: non potevo scegliere ne’ Ruki, ne’ Subaru.
Mentre con Kou e Yuma non avrei provato la stessa tenerezza che riusciva a trasmettermi il minore dei Mukami.

“Voglio andare nella mia stanza.”, annunciai, scattando in piedi.
“Ma dobbiamo capire- ”
“Lo faremo. – interruppi Ruki – Ma domani. Ho bisogno di riposare.”

Senza aspettare il suo consenso, mi avviai su per le scale, ignorando lo sguardo inquisitore di Kou e quello di Yuma.

Con la coda dell’occhio, potei scorgere Subaru venirmi dietro, così mi bloccai sul penultimo gradino.
“Devo stare da sola, Subaru.”
I suoi occhi rossi mi scrutarono per qualche istante, poi, con un piccolo cenno del capo, scese nuovamente la rampa di scale.

Mi chiusi dentro la camera da letto, desiderando di avvolgermi tra le lenzuola e svanire per sempre.
Ero stanca.
Tuttavia, prima di rifugiarmi nel letto, presi il cellulare e contattai Natalie, per avere notizie da suo padre.

Fortunatamente stava bene, si era trattato di una forma lieve di coliche renali, niente che tanti litri d’acqua non avrebbero potuto risolvere.

Mi scusai per essere scomparsa, ma lei mi rassicurò: disse di non preoccuparmi, che si era divertita e, se ce ne fosse stata l’occasione, avrebbe ripetuto volentieri la serata, in futuro.
Scrissi anche a Yuki, per scusarmi, e anche lei mi ripeté di non preoccuparmi.
Quasi mi sentivo in colpa per avere quelle due splendide amiche, nella mia vita.
Ma, oltre a Takeshi, la vita non mi aveva mai donato molto, anzi, mi aveva tolto.
La mia vera madre mi era stata portata via.
La normalità, la serenità mi erano state strappate via.

Raito mi era stato portato via…

Calde lacrime mi bagnarono le guance per l’ennesima volta.
Piansi disperata, ma non mi rifugiai nel letto, come avevo progettato, corsi invece fuori dalla stanza, sperando di non incontrare nessuno lungo il tragitto. 
Mi precipitai fuori dalla villa, andando a nascondermi nel roseto: non c’era ombra di Subaru e ne fui sollevata.
Avevo bisogno di stare da sola con me stessa.
Mi rannicchiai sul pavimento freddo, portando le ginocchia al petto e abbracciandole.
Piansi a lungo.

“Ti ho trovata Bitch-chan,”

Poi quella voce.
La sua voce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nikko1: Villagio giapponese vicino Tokyo, dove è presente un lungo ponte rosso (ponte Shinkyo)

 

Predatrice2: Ho deciso di creare una sorta di gilda, dove vampiri addestrati a combattere mettono a disposizione le loro capacità in cambio di denaro, possiamo definirli mercenari, ma il loro nome specifico è “Predatori”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EDITH

 

 

 

 

 

   
 
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