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Autore: StargazingMomo    31/01/2021    1 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla sconfitta degli androidi nella dimensione mirai. Un nuovo nemico, con legami col passato, si profila all'orizzonte con l'intenzione di sfruttare il potere delle Sfere del Drago, scomparse da tempo. Ce la farà? Quale sarà il destino del futuro? [Mirai!Trunks/Nuovo Personaggio]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dall'Act IX:

"[...]Yume si strinse a lui, affondando quindi il viso nella morbida felpa scura che aveva infilato in fretta quella sera, e il ragazzo in quel preciso istante non provò più nervosismo o quella cerimoniosa distanza che cercava di mantenere per rispetto nei suoi confronti, gli sembrò solo naturale. La cosa più naturale del mondo che si stringesse a lui e che volesse prendersi cura di lei."

"Aveva continuato a svegliarla sistematicamente quella notte, assicurandosi che si rendesse conto di dove si trovava, di chi fosse lui, lei stessa, per sincerarsi del suo stato, insomma. Yume si era sentita per tutto il tempo al sicuro, non aveva dubitato per un secondo che Trunks non rimanesse lì con lei e, nonostante la commozione, le era risultato più chiaro che mai. Questo le aveva dato una serenità che non avrebbe provato se lui non ci fosse stato. [...] Il ragazzo la guardò con quei suoi occhi che avevano assunto una tonalità azzurra come il cielo più terso e si sentì veramente grata per la sua presenza accanto a lei. Non riuscì a trattenersi e lo abbracciò di slancio, con sollievo. Non sapeva bene che dire, sapeva solo che non voleva perderlo di nuovo. "

                                                                                       ****

Yume si raggomitolò sotto le lenzuola, dando completamente le spalle all'ampia porta finestra, posando i suoi occhi nocciola
sulla porta, socchiusa, della sua camera. Trunks era appena uscito a prenderle la colazione; non doveva assolutamente fare sforzi e lui, beh, non è che sapesse proprio cucinare, quindi era sceso a comprarle qualcosa di più sostanzioso di un caffè che la rimettesse in forze.
Si strinse ancora di più nel letto, cercando di stare attenta a non sforzare la caviglia destra, mentre continuava ad osservare la porta. Sospirò pesantemente. Tutte quelle attenzioni da parte del ragazzo, la spontaneità nei suoi gesti, le davano quasi l'impressione di essere tornata indietro, di essere ancora in diritto di riceverle. Sapeva, però, che non era così semplice. Non era più come prima. Eppure, se si ritrovava a pensare a quella notte, non avrebbe voluto o cercato nessun altro di diverso da lui. Anche solo in nome del percorso che li aveva accomunati e che, comunque, aveva fatto la differenza in quella circostanza; si era affidata a Trunks senza pensare troppo.
Nonostante una parte di sé aveva creduto che stessero esagerando e che il suo sonno fosse stato interrotto anche fin troppe volte, si era sentita veramente rincuorata dalla presenza del ragazzo e aveva avuto la sensazione di non avere niente da temere, com'era sempre stato con lui, dopotutto.
Nel momento in cui si era svegliata, quindi, Yume l'aveva buttata sullo scherzo, ma quando aveva notato la paura che, per un attimo, aveva adombrato gli occhi celesti di Trunks, aveva capito di aver rischiato grosso.
Non aveva dato troppo peso, in realtà, al fatto di essere svenuta a causa di un impatto che, tra l'altro, non ricordava. Sapeva di non essere invulnerabile e c'erano sempre dei rischi in situazioni del genere, ma se la sarebbe cavata, come ricordava, invece, confusamente di avergli detto. Solo vedendo quella preoccupazione nel suo sguardo e sentendo le sue parole aveva capito quanto fosse stata in pericolo e quanto lui dovesse aver trattenuto il fiato mentre era priva di sensi.

Aveva avuto paura di perderla. Non credeva fosse ancora così atterrito da quella possibilità. Non vedeva quell'espressione  da tempo e non solo perché non rischiava più la vita dopo la sconfitta degli androidi, non l'aveva vista neanche quando gli aveva fatto sapere della sua intenzione di lasciare la Capsule Corp. Forse una parte di lei aveva sperato in una reazione diversa da parte sua, che malgrado la piega che avevano preso le cose non volesse buttare via tutto, ma il ragazzo aveva appreso la notizia e non aveva obiettato. Quindi, anche se l'addolorava, Yume si rendeva conto che quella relazione non aveva più senso, pur sapendo che anche lei aveva avuto le sue responsabilità, tra cui apporvi definitivamente la parola fine.

«Mi hai fatto preoccupare, ancora. Stai bene?»

Quelle parole dimostravano che non era riuscito a trattenere quello che sentiva in quel momento, era stato spontaneo. A ripensarci il battito della ragazza cominciò ad accelerare. Quel turbamento che avrebbe voluto vedere nei suoi occhi dicendogli che aveva deciso di allontanarsi da lui, si era manifestato, invece, in quel caso. Che cos'era cambiato...?
Avvertì l'impulso di sedersi e tirar via le lenzuola. Aveva improvvisamente caldo.
 Aveva ancora indosso, ovviamente, la felpa oversize rosa confetto e i treggings neri. Osservò la fasciatura che gli aveva fatto Everett alla caviglia destra. Non poteva cambiarsi da sola, doveva evitare di stressarla ulteriormente. Quando entrava nel mindset di medico era capace anche di tagliare degli indumenti per il bene del paziente, anche se in quel caso gli era bastato sollevare una gamba del pantalone.
Ma cosa si era messa in testa...?  Perché ora voleva cambiarsi?! Trunks sarebbe stato di ritorno da un momento all'altro. E con questo? Yume, quindi, ripensò al loro abbraccio. L'aveva accolta tra le sue braccia forti con calore, tra cui lei si era abbandonata, chiudendo gli occhi. Le era davvero sembrato che non ci fosse bisogno di aggiungere niente a quell'istante, perché non sapeva bene cosa dire in effetti, ma neanche la ragazza avrebbe più voluto perdere tutto quello che lui rappresentava per lei. Anche se si chiedeva...l'aveva veramente ritrovato...?

«Yume...! Sono tornato!.»
Eccolo. Gli aveva detto di prendere le sue chiavi così lei non si sarebbe dovuta alzare per aprirgli. Si coprì istintivamente con il lenzuolo fino agli occhi. Stava per entrare... Cosa doveva fare adesso?!
«Cosa stai facendo così...? Ti sei riaddormentata un pochino?.»
Yume non rispose.
Si avvicinò con un sacchetto di carta in mano e una bicchere da asporto nell'altra; aveva il cappuccio della felpa tirato su. Posò la colazione sul comodino alla destra della ragazza, quello con sopra un vaso di girasoli che le aveva regalato Everett, e si abbassò il cappuccio.

«Scusa, ma non volevo mi riconoscessero in caffetteria. Dopo ieri sera... Ma non è niente di grave. Non è certamente la mia priorità..»
Così dicendo Trunks la guardò intensamente. Si riferiva a lei...? Era lei la sua priorità? Improvvisamente fu come se le mancasse il respiro.
«Perché mi fissi? Ho qualcosa che non va?» chiese innocentemente.
La ragazza scosse la testa, ancora coperta fino sopra il naso.
D'un tratto il brontolìo del suo stomaco vuoto si intromise, reclamando il suo pasto. Effettivamente, la sera prima non aveva neanche cenato.

«Dai, mangia, devi rimetterti in forze.»
Yume, quindi, si mise nuovamente a sedere sul materasso, mentre lui le passava il sacchetto di carta. Lei lo aprì e vi trovò un bel dorayaki. La ragazza ne strappò un pezzo con le dita e lo mise in bocca, nascondendosi dietro al sacchetto con all'interno il resto del dolce. Non voleva che la guardasse mentre mangiava, non sapeva bene perché, ma la metteva a disagio.
«Perché ti nascondi mentre mangi, Yume?»
Lei ingoiò il boccone e rispose:
«Non lo so... Mi vergogno.»
«Ti vergogni di me..?» esclamò Trunks, calcando volutamente l'ultima parola.
«Proprio perché sei tu. Okay?»
«Che bisogno c'è di farsi tutti questi problemi adesso? Dai, dammi un pezzo di dorayaki.»
Così dicendo il ragazzo si avvicinò e fece per strappare un boccone del dolce, ma Yume si portò il sacchetto sopra la testa e si allontanò, trascinandosi all'indietro sul materasso verso la porta finestra, per poi aggiungere:
«Adesso lasciami mangiare, Trunks, ho fame. Scusa, l'hai comprato per me o no? Potevi prenderne uno anche per te.»
«Non ci ho pensato. E anch'io ho fame adesso. Tra l'altro, mangio più di te devo ricordertelo?»
La ragazza nascose il sacchetto dietro la schiena e disse:
«Tu mangi più di qualsiasi uomo, caro mezzo saiyan!»
«Okay, adesso te la faccio pagare..!»
Si arrampicò sul letto e allungò le mani per recuperare il bottino dietro la schiena di Yume, ma lei continuava ad allontanarlo, finché Trunks, che cercava invano di anticipare le sue mosse, in bilico sulle ginocchia, scivolò e le cadde sopra.
Si era ritrovata il viso del ragazzo a un palmo di naso dal suo, poteva sentire il respiro lieve accarezzarle una guancia. Si sentiva nervosa o, forse, era emozionata. Poteva specchiarsi di nuovo nelle sue iridi azzurre...
D'un tratto Trunks sfiorò le sue labbra con il pollice destro, esclamando:

«Hai un po' di marmellata qui...»
Lei chiuse gli occhi a quel contatto, quanto le era mancato il tepore della sua pelle. Non era riuscita a dirglielo quando stavano ancora insieme, che le mancava, che le mancavano quelle stronzate, scherzare insieme, sembrava non riuscissero più a trovare il pretesto per fare i cretini in quel modo.
Yume, allora, avvicinò una mano al viso di Trunks e lo accarezzò, come a dargli il consenso. Solo allora la ragazza lo vide abbassarsi su di lei e, timidamente, le loro labbra si unirono in un bacio. I giorni in cui lo sentiva così distante sembravano già un lontanissimo ricordo, tutto quello di cui aveva bisogno era sentire il suo sapore, cercarlo sempre di più, mentre scioglieva i suoi capelli glicine dal codino in cui erano legati...

«No. Non posso.»
D'un tratto il ragazzo interruppe bruscamente quel bacio e si sollevò sugli avambracci, allontandosi da lei.
«Perché? Cos'hai?» domandò allora Yume, cercando nuovamente di avvicinarsi a Trunks. 
«Non ho detto che non voglio... Non immagini quanto ti desideri Yume, ma non posso. Non posso rischiare che ti succeda qualcosa. Hai una commozione cerebrale. Devi stare a riposo.»
Era molto serio. La ragazza annuì e accarezzò il suo braccio sinistro. «Hai ragione.»
«Poi chi lo sente Everett... Direbbe che mi sono approfittato di te.» aggiunse il ragazzo, scostandole una ciocca di capelli dagli occhi.
Yume si lasciò scappare una risata. 
«Non avere paura del suo giudizio. Faceva veramente il tifo per te, sai? E' solo che vedendomi arrivare in quelle condizioni si è chiesto se, dopotutto, meritavi la sua fiducia. Comunque ora avete chiarito.»
Poi si perse nei suoi occhi di cielo e aggiunse:
«Trunks...perché ti ho lasciato andare?»
«No, io ti ho lasciata andare.» ribattè lui, accarezzandole il viso.
Quindi si abbassò nuovamente su di lei e si baciarono un'altra volta. Sarebbe stato difficile aspettare...

«Vi ho stanati...! Sta' lontano dalla mia paziente!» la voce inattesa di Everett li fece saltare entrambi dallo spavento. Trunks si allontanò neanche avesse preso la scossa.
«Il gatto non c'è e i topi ballano, eh?» 
«Tu saresti il gatto?!» o apostrofò Yume.
«Certo. Ma so che Trunks non aveva cattive intenzioni... Tu sei una ninfetta, mia cara...!»
«Io?!» la ragazza si mise a sedere e rivolgendosi proprio a Trunks, disse:
«Dì qualcosa, difendimi...!»
«Beh...»
«Sei incredibile...! Subito a spalleggiarvi! Bene, via...! Dov'è finito il mio dorayaki?»
Il sacchetto di carta era finito per terra, fortuna che il dolce era intatto, a parte per il morso che aveva già dato.
«Comunque, per vostra informazione, l'esame è andato bene. Ora aspetterò un po' prima di dare il prossimo...» il suo amico si stiracchiò, rimasto sulla soglia della sua camera. "Non sei contenta, Yume dolce amichetta mia?»
La ragazza era concentrata sulla sua colazione e fece finta di non averlo sentito, come se se la fosse presa.
«Ma certo, solo che ha una piccola carenza di zuccheri al momento. Te lo posso dire anch'io che non studio medicina.» il robusto braccio di Trunks l'avvolse a tradimento e l'avvicinò a sè.
«Bella questa...! La nostra Yume è unica nel suo genere.»
«Sì, lo è.» così dicendo Trunks le sorrise. Lei ricambiò, mentre inghiottiva un boccone di dorayaki.
«Ho portato la colazione, anche se ormai sono quasi le undici. Fa lo stesso. Trunks la lasciamo riposare?»
«D'accordo.»
Fece per alzarsi dal letto, ma dopo che Everett si fu voltato per dirigersi verso il salotto, le stampò un veloce bacio sui capelli.
«A dopo.»
Yume sospirò, accompagnandolo con i suoi occhi nocciola mentre usciva dalla stanza. Afferrò il bicchiere da asporto che era rimasto sul comodino alla sua destra. Il cappuccino si era freddato. Pazienza.

                                      End of Act X

 
   
 
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