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Autore: nini superga    04/02/2021    1 recensioni
Durante una nevicata che ha dello straordinario, Ganadlaf giunge ad Isengard con una richiesta per Saruman: vuole che la giovane Annael, apprendista Istari presso la Torre di Orthanc, vada a Minas Tirith con lui. Il Grigio Pellegrino vuole portare la ragazza a Gondor per permetterle di approfondire certe ricerche infruttuose che sta svolgendo negli annali e nelle cronache di Isengard, riguardanti un certo Anello che tutti credono sparito ma che tutti comunque bramano… Cosa dirà Annael, strega incompleta? E chi o cosa troverà a Minas Tirith?
Non scrivo da anni, ma la passione per il mondo di Tolkien non si è affievolita, proprio come per i suoi personaggi!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                 Minas Tirith di notte odora di legna da ardere e brina, l’unico odore che senti quando fa così freddo da essere gelato per terra. Dovrebbe essere primavera, e le gelate notturne un lontano ricordo dell’inverno, e invece quest’anno il ghiaccio sottile attanaglia ancora i boccioli sugli alberi e fa tremare le guardie sugli spalti. Anche io ho i brividi, ma non è per il freddo: è perché finalmente so.
Esco nell’ora più buia prima dell’alba, diretta alle mura della Cittadella, pronta a lanciare un segnale a Olorin: se agli altri miei messaggi non ha risposto, per motivi a me imperscrutabili, a questo sicuramente non potrà tacere. Corro sulle pietre del selciato, lasciando che le guardie osservino stupite la mia tunica leggera, mentre io non penso che a quell’unica, singola frase, che sono pronta a sussurrare al messaggero che ho evocato in tutta fretta. Arrivo alla muraglia e mi fermo, ansante, guardandomi attorno tra sbuffi di aria condensata, quando un movimento attira la mia attenzione: una falena si muove appena accanto la mia mano. La faccio salire con delicatezza nel palmo e la avvolgo nelle mani a coppa, scaldandola con il mio fiato.
<< Il segreto è racchiuso nel fuoco >>, le sussurro, la voce che trema di emozione. << Dillo ad Olorin, e solo a lui: il segreto è nel fuoco. >> Trattengo la falena ancora per un po’, sentendola via via farsi più viva nella mia presa, per poi lasciarla andare oltre le mura, finchè non si perde nel buio della notte. Prego con tutte le mie forze che trovi Olorin e gli comunichi il messaggio e non sia l’ennesimo fiasco nel contattarlo.
Quanto lo vorrei vicino a me? E quanto sono fiera del mio lavoro? Ci sono voluti sessant’anni di ricerca, ma alla fine ho trovato l’Unico, anche se il successo è mio solo per metà: Olorin ha trovato l’ubicazione dell’Anello, mentre io ho solo trovato il modo per smascherarlo. Finalmente è fatta.
E ora? L’euforia inizia a scemare in vertigine.
Ora che la mia cerca è conclusa, cosa devo fare? Anche il mio apprendistato è concluso? Conscia di non avere più uno scopo deciso da altri, posso trovare una strada che sia mia e solo mia?
Le domande mi perseguitano per tutto il percorso a ritroso, fino alla biblioteca, dove mi fermo davanti alla porta. 
Dovrei forse comunicarlo a Saruman? E cosa posso dire a Boromir? Olorin mi ha vincolata al segreto, ma dovrò pur dire al Sovrintendente che non ho più bisogno di restare chiusa in biblioteca giorno e notte, privandolo dei miei consigli.
 Senza neanche saperlo, sono davanti alla porta della sua stanza.
Non si è ancora trasferito in quelle del padre, e da sotto la porta vedo filtrare della luce fioca. Presumendo che Boromir sia sveglio busso piano, ma nessuno viene ad aprirmi. Imbarazzata e anche un po' delusa, mi avvio alla mia stanza, quando sento rumore di passi e la maniglia cigolare. Boromir ha gli occhi socchiusi e occhiaie nette, una coperta di lana gettata sulle spalle a guisa di mantello.
<< Cosa succede? >> chiede con la voce impastata dal sonno, anche se quando si accorge di chi ha davanti si fa un po’ più attento.
<< Ho concluso la mia ricerca >>, gli comunico in un sussurro eccitato, prendendogli la mano. << Ho trovato quello che cercavo >>.
Improvvisamente, la sua attenzione si accende.
<< Davvero? >> esclama, per poi guardarsi attorno. << Non restare sulla porta >>, bisbiglia, << Non sono cose di cui parlare in un corridoio. >>, aggiunge, per poi lasciarmi passare e chiudersi la porta alle spalle.
 
                                     La stanza replica la struttura della mia: il letto a sinistra della porta, una finestra con sotto una scrivania, una panca ai piedi del letto, un caminetto con davanti due poltrone e uno sgabello. E’ semplice ma disordinata, soprattutto la scrivania, che è coperta di pergamene, mappe e bicchieri, un po’ come il letto.
<< Perdona il disordine, da quando Isildil è stato ferito non ho più un valletto degno di questo nome >>, accenna mentre impila le carte e accumula i bicchieri sullo scrittoio già ingombro. Mi fa cenno di sedermi su una delle due poltrone accanto al caminetto e io accetto con piacere. Con un guizzo delle dita ravvivo le fiamme, che ora crepitano più allegramente.
<< Non mi abituerò mai a questi tuoi scherzi >>, afferma Boromir versando un bicchiere di vino. Me lo porge, ma diniego, lasciando che tra le mie mani compaia una tazza di the fumante. Lui scuote la testa, sedendosi davanti a me.
<< Quindi? >> mi chiede piegandosi in avanti, sorseggiando il vino.
<< Quindi è fatta. >> Concludo, asciutta, indecisa su quanto e cosa rivelargli.
Lui ridacchia. << Davvero sei venuta a svegliarmi, nel cuore della notte, per dirmi che hai concluso la tua ricerca con un “E’ fatta”? Voglio i dettagli. >>
Improvvisamente, mi rendo conto di quanto devo essergli sembrata sfacciata.
<< E’ notte! >> Esclamo, anche se è ovvio, << E tu dovresti dormire! Sono mortificata… ne riparliamo domani mattina. >> Mi alzo di scatto, ma Boromir si alza con me e ci fronteggiamo.
<< Perdonami >>, chiedo arrossendo, << Giuro che non ho minimante pensato al fatto che tu potessi dormire … Sono così entusiasta che non vedevo l’ora di dirtelo, e così … >> Boromir scuote la testa con aria bonaria, accarezzandomi la guancia. << Sei gelata >>, afferma, cambiando discorso e facendomi passare la coperta sulle spalle. << Non devi preoccuparti per me e il mio sonno, e posso capire anche il tuo entusiasmo, solo che vorrei farne parte appieno. >>
Tace, poggiandomi le mani sulle spalle. << Che cosa hai trovato, Annael? Qual’ è il tuo scopo a Gondor? >>
Questo è un momento di svolta, lo comprendo solo ora.
 Se parlo con Boromir, farò una cosa di mia volontà e, per la prima volta da quanto sono su Arda, verrò meno ad un ordine datomi da un superiore. Ma quando Olorin mi aveva vincolato alla segretezza non avrebbe mai immaginato che potessi familiarizzare così con gli uomini, per non parlare del sentimento che mi lega a questo uomo in particolare.
Mi lascio abbracciare da Boromir, la testa appoggiata sul suo petto, per un attimo combattuta fra l’Annael apprendista e ligia al dovere e questa nuova Annael, che ancora sto imparando a conoscere.
<< Mi fido ciecamente di te >>, gli sussurro dopo un tempo che sembra infinito. Traggo un profondo respiro e lo guardo in faccia. << Ho scoperto come svelare l’Anello del potere. >>
Boromir mi scosta da sé, fissandomi  a sua volta.
 << Ti riferisci al Flagello di Isildur? A quell’oggetto? >> Bisbiglia, sorpreso. << Ma non è andato perduto? >>
<< Così credevamo tutti fino a qualche tempo fa >>, affermo, << Ma Olorin sostiene di averlo trovato, ma prima di rivelare la scoperta voleva essere sicuro. >>
<< Ed è questo che hai sempre cercato, qui e a Isengard? >>
<< Esatto. >>
Boromir si allontana, passandosi le mani tra i capelli, l’aria assorta di chi sta calcolando strategie  epiani. << Ed è lontano da qui? >> chiede, indicando con le mani fuori dalla finestra. << Ma soprattutto, cosa sanno a Mordor di questa storia? >>
<< Posso affermare che è dall’altra parte del mondo, in un luogo che nessuno dei due conosce e che spero resti segreto ancora per moltissimo tempo. >>
<< Hai già parlato con Olorin del tuo risultato? >>
<< Gli ho mandato un messaggero, non un messaggio nel vento. Se sta bene, avremo sicuramente sue risposte. >>
<< Non ne hai avute prima, perché credi che le avrai ora? >> Sbotta.
<< Boromir, questa scoperta è l’avvenimento più importante della mia vita, forse anche di quella di Olorin. Sono certa che risponderà. >> Mi stringo la coperta addosso, improvvisamente stanca. << Anche perché ora sono io ad avere bisogno di risposte. >>
<< Di cosa parli? >>
<< Ma di me, non ti sembra ovvio? >>
La legna nel caminetto scoppietta un po’ più forte, unica spettatrice del nostro confronto.
<< Quali risposte vuoi? >>
 Mi siedo di nuovo sulla poltrona, fissando il fuoco. << Cosa ne sarà di me, per esempio. >>
Boromir si avvicina, torreggiando su di me. << Vorresti tornare a Isengard? >> Le parole gli esco strozzate dalla bocca, penso che gli costi molto farmi questa domanda.
Scuoto il capo, sorridendogli di cuore. << Questo mai. Nonostante sia qui solo da qualche settimana, sento queste posto molto più casa di Isengard, anche grazie a te. >>
Boromir si inginocchia davanti a me. << Davvero? >>
La luce dei suoi occhi è magnetica  emi attrae come una fiamma fa con la falena.
Mi chino verso di lui e gli sfioro le labbra. << Certo. >>
Lui si alza e si appoggia ai braccioli, schiacciandomi contro lo schienale e ricambiando il bacio con foga. Lo tengo per la nuca, quando sento che con una mano mi afferra un seno. Sobbalzo, sorpresa, e lui fa altrettanto.
<< Perdonami, non volevo infastidirti … >> esordisce, ma lo zittisco con un nuovo bacio, prendendogli le mani e poggiandole a mia volta sui seni. << Lo voglio >>, gli sussurro sulle labbra, disfando il nodo che chiude la scollatura della veste.
<< Voglio tutto. >> Dico, arrossendo, sorpresa della mia audacia.
 Boromir mi fissa con aria sorpresa, alzandosi. << Sei sicura di quello che mi chiedi? >>
Annuisco. << Sono stanca di essere sempre ponderata >>, ribadisco alzandomi a mia volta. Lascio che le spalle mi scivolino fuori dallo scollo della tunica, per fermarsi appena sopra i seni. << Questo è il mio primo atto preso in autonomia. Per una volta, voglio decidere io, e la mia decisione è questa: voglio … vorrei amarti, sempre che tu lo voglia. >>
Boromir è evidentemente colpito da queste parole, ma sfugge al mio sguardo.
Si scosta,e io ne resto delusa.  Che abbia sempre frainteso tutto? << Non è quello che vuoi anche tu? >> 
<< Io so quello che voglio, ma tu sei sicura? >> Mi domanda ancora una volta, standomi lontano. << Non so se lo comprendi, ma presto o tardi il Tempo mi coglierà come un fiore dal campo, se non lo farà prima la guerra. Non voglio che tu soffra a causa mia. >>
<< E quindi? >> Replico dolcemente, facendo un passo avanti. << Per questo motivo, non dovrei vivere il tempo concessomi al tuo fianco? Solo perché prima o poi finirà? A maggior ragione devo sbrigarmi. >> Lo avvicino, accarezzandogli la guancia irta di barba. << So che cosa sei, Boromir, e sono cosa sono io, ma voglio dimenticare tutto. Facciamo solo che siamo una donna e un uomo che vogliono stare insieme per qualche ora, o per tutta la vita, questo lo decideremo assieme vivendo. >>
Cerco i suoi occhi, trovandoli nella penombra. << Vuoi passare qualche tempo con me, uomo di Gondor? >>
Il suo bacio non ammette repliche.



... AND HERE WE ARE.
Ciao bellezze, come state? Alla vostra Nini va tutto bene, anche se è da più di un anno che non mette mano a questa storia ha sempre nella mente la sua Annael e il suo destino, legato a doppio nodo con quello dei Capitani di Gondor. Ora che la sua cerca si è conclusa, sta a lei capire cosa fare di se stessa e della sua vita...diciamo che per ora le sue intenzioni si rifanno ad una notte sola, La Notte per eccellenza.
Detto ciò, spero davvero che qualcuno abbia ancora piacere a leggere questa storia e a farmi sapere che ne pensa...rispetto ad un anno fa, ho già scritto gli altri capitoli ed "imbrigliato" la trama, quindi dovrei DAVVERO finirla- ma mai dire gatto finchè non ce l'hai nel sacco... detto ciò, vi saluto.
un bacio a tutt*
Nini.
 





 
  
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