EVER DREAM
«Chi sei?» gli chiese allora in
un sussurro. Lui si voltò e solo allora lei poté
vedere che non esisteva un
viso al di sotto dei suoi sfrangiati capelli neri. C’erano
solo i suoi occhi, inumani,
del viola più puro che avesse mai visto. Una sorta di
spietatezza brillava nel
suo sguardo, accanto a quella che lei poteva descrivere solo come la
più
profonda disperazione mai provata. La luce che l’aveva
guidata fin lì iniziò
all’improvviso a farsi più fioca. Diede una rapida
occhiata alle sue spalle poi
spalancò le ali. Lei indietreggiò di un passo. La
luce si affievolì ancora di
più, lasciando solo un vago bagliore. Si sentì
avvolgere da qualcosa di
soffice, qualcosa che la spinse di nuovo in avanti, di nuovo verso la
creatura.
Percepì un profumo tenue e allo stesso tempo intossicante,
il profumo
dell’eternità. Sollevando lo sguardo
riuscì a distinguere i suoi occhi viola e
si rese improvvisamente conto di essere avvolta nelle sue ali. Come
percependo
i suoi pensieri, quelle si strinsero di più attorno a lei,
non minacciosamente,
ma in maniera quasi protettiva, come in un abbraccio.
«Sei…un Angelo?» gli domandò.
Lui
non rispose, limitandosi a fissarla, come se si accorgesse per la prima
volta
della sua presenza. Le ali si strinsero ancora, avvicinandola di
più a lui.
Delicatamente gli posò le mani sul petto, nel gesto intimo
proprio di
un’amante. Sotto le sue dita la camicia di seta nera era
squarciata, la pelle
gelida ricoperta di ferite da cui il sangue fluiva debolmente.
Ritirò
immediatamente le mani, mentre lui non sembrava essersi accorto di
nulla.
«Sei ferito…» mormorò,
guardandolo
preoccupata, senza ricevere in cambio un segno che lui
l’avesse sentita. Poi,
all’improvviso, prima che lei potesse fare un qualsiasi
movimento, parlò.
«Non svegliarti…»
in un sussurro, quasi un sibilo, la sua voce
profonda ed eterea si propagò per la sala. «Continua
a sognare…» In uno stato simile alla
trance si sentì trascinare da qualcosa
di incorporeo, mentre la voce di lui ancora echeggiava tutto attorno.
In un
gesto quasi disperato provò ad aggrapparsi alle sue spalle,
ma le sue mani lo
attraversarono come se fosse fatto di fumo. Sprofondò nel
buio immobile che
divide il sonno dalla veglia e un secondo prima di aprire gli occhi
riuscì a
distinguere un fruscio simile a quello del vento, che portava delle
parole.
«…the Angel of
Doom…»
xXx
NdA: Sì, so che sono mortalmente in ritardo con JaMoT, ma cosa volete che vi dica, quando l'ispirazione chiama io rispondo! XD Scherzi a parte, mi dispiace davvero. Comunque, piccola informazione riguardo a questo delirio... ebbene sì, l'ho sognato davvero. Sono pazza, lo so. E per chi non masticasse l'inglese "doom" ha vari significati tra i quali disastro, destino, rovina e giudizio. L'interpretazione in questo caso è abbastanza libera. Spero che non vi faccia completamente schifo... e in caso fatemelo sapere, perché le recensioni, anche quelle negative, fanno sempre felice chi scrive ^^.
Always your obedient servant,