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Autore: LorasWeasley    06/02/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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1. Quella volta dei vecchi e nuovi amici

Akaashi era essenzialmente una persona calma e razionale.
Non è che odiasse o si vergognasse a stare al centro dell’attenzione, semplicemente non ne capiva il motivo, perché attirare l’attenzione di perfetti estranei quando potevi rilassarti e vivere la tua vita con tranquillità?
E quando gli sfrecciò accanto una grande macchina, con la musica rock al massimo negli altoparlanti della radio e diverse luci a led sulla fiancata, non poté fare a meno di sospirare e alzare gli occhi al cielo.
Che idioti.
Si stava facendo a piedi la strada che andava dalla fermata dell’autobus dove era sceso qualche minuto prima, fino al villaggio della casa a mare di Kenma che l’aveva invitato per passare le vacanze li.
C’era caldo essendo già il 27 giugno e, il fatto che tenesse la mascherina per lo smog facendo una strada trafficata, non aiutava di certo il suo cammino sotto il sole mentre si trascinava dietro la sua valigia.
Ma non si lamentò mai e continuò per ben 20 minuti.
Quando arrivò alle sbarre del villaggio mandò un messaggio a Kenma avvertendolo che era appena arrivato, il suo amico gli rispose all’istante, il fatto che avesse sempre il suo telefono in mano era una cosa utile per lo più delle volte.
Gli disse di entrare nel villaggio e percorrere tutta la strada principale per poi girare alla penultima traversa, gli aveva detto che casa sua aveva due ingressi, e che in quella traversa avrebbe trovato quello con il cancelletto che dava sul giardino, era l’ultima casa prima del nuovo incrocio.
Fece come gli era stato detto e non appena svoltò l’angolo notò subito la macchina modificata che aveva visto prima, adesso posteggiata li davanti.
C’erano due ragazzi che parlavano accanto ad essa, la prima cosa che Akaashi pensò del primo che vide fu “sembra un gufo” con i suoi capelli sparati in aria e colorati a striature bianche sul nero e gli occhi grandi.
L’altro invece gli era familiare.
Non ci mise troppo a rendersi conto che era il fidanzato di Kenma, Kuro.
L’aveva visto solo una volta di sfuggita fuori dall’università, ma Kenma nei social aveva una foto con lui, quindi lo riconobbe grazie a questo.
Più si avvicinava e più riusciva a sentire la conversazione dei due ragazzi.
Il ragazzo che sembrava un gufo doveva essere il proprietario di quella macchina, continuava a vantarsene e a spiegare a un Kuro interessato gli ultimi miglioramenti che aveva fatto.
Akaashi alzò gli occhi al cielo, soprattutto quando si rese conto che quello doveva essere l’amico di Kuro che avrebbe condiviso la casa con loro per quei tre mesi.
I ragazzi erano così presi nella loro conversazione che non si accorsero di lui fino a quando non si schiarì la voce e disse un “ciao” tranquillo mentre si toglieva la mascherina.
-Uh?- il ragazzo gufo si girò verso di lui curioso.
Akaashi però porse tutta la sua attenzione verso il corvino più alto –Sei Kuro giusto? Sono l’amico di Kenma, Keiji Akaashi, piacere! Scusami ma non conosco il tuo nome completo, Kenma ti chiama sempre e solo Kuro.
Il volto del ragazzo si illuminò per la consapevolezza –Oh si! Ciao! Sono Tetsuro Kuro, ma Kuro va bene.- si strinsero la mano.
-Io sono Kotaro Bokuto!- si intromise l’altro ragazzo, non sembrava uno a cui piaceva essere ignorato.
Akaashi gli fece un semplice cenno del capo, prima di rivolgersi nuovamente a Kuro –Kenma è in casa?
-Si, ti stavamo aspettando, entra pure, il cancelletto è aperto, ma attento ai gatti.
Akaashi annuì, stava per andarsene, poi ci ripensò e si rivolse a Bokuto –Comunque, la tua macchina è un casino.
Kuro scoppiò a ridere mentre Akaashi andava dentro casa.
Bokuto stranamente non disse nulla, ma rimase a fissare il punto in cui il ragazzo era appena scomparso dalla sua vista.
Quando Kuro si riprese chiese al suo amico –Ti sei incantato?
Bokuto lo fissò con gli occhi ancora più grandi del solito –Ma l’hai visto!? Era così carino!
Kuro scosse la testa passandosi una mano tra i capelli –Lo sai che quello era un insulto, si?
Bokuto gonfiò le guance indispettito –Non è vero!
 
Yamaguchi e Tsukishima stavano facendo la spesa nel supermercato del villaggio.
-Quindi che cuciniamo stasera, Tsukki?- domandò il moro fissando curioso tutti i prodotti che avevano messo nel cestino mentre si avviavano alla cassa.
-Cucino- precisò il biondo –Tu non metterai piede nella mia cucina se non per i dolci.
Yamaguchi rise –Scusa, Tsukki.
Quando poi alzò lo sguardo sul bancone dove Kei stava mettendo i prodotti, notò i due uomini che stavano dietro di esso e si illuminò quando riconobbe il moro –Shimada-senpai!
L’uomo lo fissò, sembrò confuso per i primi secondi, poi esclamò –Tadashi! Che ci fai qui?
-Tsukki mi ha invitato a stare l’estate da lui- rispose Yamaguchi con orgoglio.
Tsukishima continuò a posare i prodotti sul nastro ascoltando con attenzione lo scambio di battute, si limitò a fare un cenno del capo a Ukai che aveva riconosciuto accanto al proprietario del supermercato.
Fu proprio Ukai a intromettersi nella conversazione chiedendo all’amico –Vi conoscete?
Shimada iniziò a battere i prodotti alla cassa, nel frattempo spiegò –Tadashi era il mio allievo, quando andava al liceo era nella squadra di pallavolo e mi ha chiesto di insegnargli la battuta in salto float, in tre anni è riuscito a padroneggiarla alla perfezione.
Yamaguchi divenne rosso per il complimento, Tsukishima si incupì.
-Oooh!- Ukai sembrava felice –Allora giochi a pallavolo! Vorrei vederti in qualche partita questa estate, magari riesci anche a trascinarti il tuo amico scontroso li accanto- rise.
-Uh?- domandò confuso Yamaguchi portando lo sguardo da Kei ai due uomini dietro il bancone.
Shimada finì di battere gli ultimi prodotti mentre spiegava –Ukai è un allenatore di pallavolo delle elementari, in estate si trasferisce qui nella sua casa a mare, monta la rete in spiaggia e si diverte a vedere i ragazzi del villaggio giocare partite amichevoli o fare tornei- mise tutto nelle buste e controllò il totale prima di dirlo ad alta voce ai due ragazzi.
-Sembra divertente- commentò Yamaguchi mentre Tsukishima pagava velocemente.
Afferrò le due buste con una sola mano, gli lasciò il resto e con l’altra mano afferrò il braccio dell’amico per andare via velocemente –Andiamo.
Yamaguchi non poté far altro che seguirlo mentre si scusava con i due uomini.
Solo quando furono fuori Tsukishima lo lasciò andare.
-Tsukki- lo inseguì il moro raggiungendolo –Qual è il problema? Non ti piace più giocare a pallavolo?
-Sai bene che non è così. Non è il problema la pallavolo, ma gli esaltati di questo villaggio.
Yamaguchi nascose la sua risata dietro la mano, poi cambiò argomento –Quindi Tsukki, che cucini stasera?
 
Tanaka, Noya e Suga avevano passato tutta la mattina a sistemare la casa del primo che era rimasta chiusa per tutto l’inverno.
Avevano dovuto pulire da cima a fondo, cercare di capire come aprire l’acqua, sistemare tutti i vestiti nelle rispettive camere.
Fu solo verso le quattro del pomeriggio che finalmente uscirono di casa per farsi un giro.
Avevano messo il costume, portavano un semplice telo in spalla a testa e una piccola sacca dove mettere dentro le cose importanti come le chiavi, i telefoni e i soldi.
Era stata affidata ovviamente a Suga.
-La prima tappa sarà il chiosco. Non vedo la senpai Shimizu da un anno, probabilmente si è fatta ancora più bella!
Kiyoko Shimizu era una ragazza che già da cinque anni lavorava al chiosco del villaggio.
Ed erano cinque anni che Tanaka ci provava spudoratamente con lei, non aveva mai avuto chance, ma non si era mai arreso.
Nonostante la strada fosse breve erano abbastanza stanchi e faceva troppo caldo per decidere di farsela a piedi, quindi presero i motorini.
Suga aveva uno scooter sopra il quale salì anche Noya.
Tanaka aveva anche un motorino, ma nessuno si fidava troppo ad andare con lui almeno che non fosse strettamente necessario, visto che aveva preso la patente solo al sesto tentativo.
In meno di un minuto arrivarono, posteggiarono le moto nell’apposito parcheggio e si diressero dentro da uno dei tanti ingressi.
Essendo ancora fine giugno non c’erano molto persone.
Qualche gruppo di ragazzi in dei divani, ai tavolini degli anziani che giocavano a carte, un padre che aveva appena comprato dei gelati ai suoi figli.
Non appena questi si allontanarono dal bancone i tre ragazzi presero il loro posto.
-Ciao Shimizu, ti fai sempre più bella!- esplose Tanaka sporgendosi sulla superficie.
La ragazza strinse le labbra, le sue guance divennero rosee, ma fu un momento così breve che poteva essere scambiato per un gioco di luce.
Ringraziò con voce pacata e poi si rivolse a Suga –Ciao Koshi, è da tanto che non ci si vede.
Sia Tanaka che Noya si voltarono sconvolti verso il loro amico.
Suga sorrise alla ragazza rispondendo –Si, peccato esserci persi.
-Un momento!- li interruppe Tanaka quando si riprese dallo shock –Voi due vi conoscete!?
Suga lo fissò sorpreso –Andavamo nella stessa classe al liceo, non te l’avevo detto?
E la sua voce era solo fintamente innocente, sapeva benissimo di non avergli mai detto che la conosceva quando aveva capito di chi Tanaka stesse parlando.
Ma l’aveva fatto per il bene suo e della ragazza, perché l’amico l’avrebbe stressato ogni singolo giorno chiedendogli sue informazioni.
-Mi sento tradito, davvero tradito- borbottò Tanaka girandosi e andando a cercarsi un posto a sedere.
-Ryuu aspetta!- lo chiamo Noya inseguendolo.
Suga rimase solo al bancone mentre alzava gli occhi al cielo e sospirava esasperato.
-Scusami- disse piano la ragazza –Non dovevo dirlo?
-Oh no tranquilla! Tanto a breve gli passa- rise –mi prepari tre cose da bere? Fai tu.
La ragazza annuì mettendosi al lavoro.
Suga, mentre aspettava, si guardò intorno fino a quando due ragazzi non attirarono la sua attenzione.
Erano leggermente più alti di lui, entrambi castani, uno aveva i capelli lunghi fino alle spalle.
Quello che attirò Suga fu la conversazione che non poté fare a meno di sentire.
-Non riusciremo mai a batterli se non troviamo un palleggiatore che sia disposto a giocare contro Oikawa- stava dicendo il ragazzo dai capelli corti.
Il ragazzo dai capelli lunghi alzò le spalle –Inoltre non ho ancora visto Kageyama in giro.
I ragazzi raggiunsero il bancone del chiosco, erano a un paio di metri di distanza da Suga.
Questo decise di intromettersi nella loro conversazione senza pensarci due volte.
-Scusate- disse girandosi verso di loro –Non ho potuto fare a meno di sentire la vostra conversazione, parlavate di pallavolo, giusto?
I ragazzi annuirono.
Suga sorrise –Posso essere il vostro palleggiatore.
I ragazzi strabuzzarono gli occhi –Giochi a pallavolo?
Suga annuì, nel frattempo Kiyoko aveva finito di preparare le cose e gli mise tre bicchieri davanti con liquidi colorati, poi si intromise nella conversazione –Koshi è stato l’alzatore titolare nel nostro liceo per tutti e tre gli anni.
-Oh, fantastico!- il ragazzo dai capelli corti gli sorrise, la schiena di Suga formicolò alla vista di quel sorriso.
-Sembra divertente- concluse l’altro ragazzo –Io sono Asahi Azumane, puoi chiamarmi Asahi.
-E io Daichi Sawamura, anche a me puoi chiamare con il nome.
Suga annuì –Mi chiamo Koshi Sugawara, la gente mi chiama Suga.
-Suga è un bel nome- annuì Daichi a se stesso, quando si rese conto della sua frase continuò in fretta –Hai preso una casa qui?
-No, il mio amico però mi ha invitato da lui tutta l’estate, probabilmente lo conoscete- si girò a cercare Ryuu con lo sguardo, quando lo individuò lo indicò da lontano –Tanaka.
-Certo che lo conosciamo- commentò Asahi –Giochiamo insieme a pallavolo ogni estate.
Suga rise –Immaginavo- prese le sue bevande –Allora perché non vi unite a noi?
E senza aspettare una risposta si diresse al tavolo dove Noya e Tanaka lo stavano aspettando.
  
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