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Autore: LorasWeasley    06/02/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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6. Quella volta delle avventure di Yaku e Lev

Era difficile che Kenma si svegliasse, era talmente abituato ai gatti e ai loro movimenti che aveva iniziato ad avere il sonno pesante.
Ma quando Kuro urlò alle 3 del mattino, fu difficile non spaventarsi.
Saltò a sedere sul letto e si guardò intorno cercando di capire cosa fosse successo, il cuore che gli batteva a mille.
Registrò Kuro che dava un colpo a Yaku con il braccio e lo faceva cadere dal letto con un tonfo.
Kenma non ebbe il tempo di intervenire chiedendogli perché lo stesse trattando in quel modo che il moro, con gli occhi furenti, si era già messo in piedi e aveva iniziato a sbraitare contro il gatto in questione.
Poco importava che fossero le tre di notte e stesse probabilmente svegliando tutto il vicinato.
Yaku era terrorizzato, con le orecchie basse scappò via velocemente quasi lanciandosi fuori dalla finestra, Lev lo seguì a ruota.
Kenma notò Kai che si nascondeva sotto il letto mentre si alzava a sua volta per capire cosa fosse successo.
-Kuro- parlò piano mettendogli una mano sul braccio –Kuro calmati, non puoi urlare a quest’ora.
Lo fece sedere sul letto e gli accarezzò il volto per calmarlo, in questo modo Kenma era più alto solo di qualche centimetro.
-Cosa è successo?- domandò poi il ragazzino dai capelli tinti.
Kuro non rispose a parole, ma si portò le mani ai boxer, unico indumento che usava per dormire, e li tirò giù.
Kenma rimase confuso solo per i primi istanti, poi non poté non notare il lungo graffio che aveva sul pene.
Sembrava abbastanza superficiale, il tessuto aveva attutito gli artigli, ma era comunque certo che facesse più che male, era una zona talmente delicata.
-Ahi- mormorò piano in empatia mentre si mordeva un labbro –Vado a prendere del disinfettante, aspetta qui.
Kuro non rispose.
Kenma si diresse fuori dalla stanza per prendere tutto l’occorrente in bagno, trovò Bokuto e Akaashi confusi e assonnati che vagavano per casa.
-Che è successo?- domandò il corvino preoccupato.
Kenma sventolò una mano in aria –Yaku ha deciso di artigliare… una protuberanza abbastanza delicata di Kuro.
Akaashi strabuzzò gli occhi rabbrividendo al solo pensiero, Bokuto rimase qualche secondo in silenzio, poi scoppiò a ridere.
Rise così tanto che dovette accasciarsi a terra e asciugarsi qualche lacrima.
Akaashi stava cercando di zittirlo ricordandogli che era notte fonda, ma Bokuto non riusciva proprio a smettere.
Kenma tornò in stanza con tutto l’occorrente, gli si inginocchiò di fronte e iniziò a medicarlo.
Quando gli passò con delicatezza il cotone idrofilo imbevuto di disinfettante Kuro non urlò nuovamente solo perché si costrinse a non farlo chiudendosi un pugno in bocca.
Sentirono Bokuto commentare dallo stipite della porta –Vista da qui è molto fraintendibile come cosa.
-Bo- lo chiamò Kuro in un quasi ringhio –Giuro che ti faccio provare la stessa cosa.
Bokuto alzò le mani in segno di resa –Sto bene così, grazie- gli chiuse la porta della stanza e tornò a dormire, avrebbe avuto tutti i giorni a seguire per deriderlo.
Kenma alzò lo sguardo sul suo ragazzo –Vuoi che te lo fasci? Probabilmente sarebbe meglio lasciarlo libero ma ti farebbe più male se strisciasse contro i vestiti, quindi dimmi tu.
-Mh- Kuro aveva chiuso gli occhi e stava cercando di calmarsi –Fascialo- decise infine.
Kenma eseguì senza stringere troppo, alla fine di tutto Kuro si distese nuovamente sul loro letto con un sospiro.
Fu solo a quel punto che Kenma si mise a quattro zampe e iniziò a cercare sotto il letto, Kai era nell’angolo più lontano, i suoi occhi brillavano nei buio.
-Kai- chiamò piano tamburellando le dita sul pavimento –Vieni qui, va tutto bene.
Ci mise diversi minuti prima di riuscire a far uscire il gatto e molti altri ancora prima che si calmasse tra le sue braccia, mentre lo faceva guardava fuori dalla finestra con preoccupazione.
Non si accorse di starlo facendo fino a quando Kuro non parlò –Dovrei meritarmi io quello sguardo preoccupato.
Kenma abbassò lo sguardo –Scusa, so che ti ha fatto male, ma è scappato via terrorizzato…
-Così la prossima volta ci penserà due volte prima di rifarlo.
Kenma non riuscì a trattenere il mezzo sorriso che si posò sul suo viso.
Lasciò Kai, ormai addormentato, ai piedi del letto e si stese accanto al suo ragazzo poggiandosi al suo petto.
Kuro lo strinse a sé, Kenma si sistemò in modo che riuscisse a guardarlo in volto.
Il moro lo conosceva così bene da non poter non accorgersi del luccichio malizioso nei suoi occhi.
-Cosa?- gli chiese non capendo.
Kenma domandò piano –Mi stavi sognando?
Le guance di Kuro divennero più scure –Eh?
-Bè- il biondo abbassò lo sguardo imbarazzato –Per attaccarti… Yaku l’avrà visto muoversi. E se stavi dormendo… magari stavi facendo un sogno che ti piaceva particolarmente.
Kuro lo scrutò a fondo prima di passargli una mano tra i capelli e costringerlo ad alzare nuovamente lo sguardo.
Ringhiò il suo nome prima di spingerlo in un bacio focoso, fatto principalmente di lingua, denti e sospiri.
Fu proprio il corvino però a staccarsi tirandolo indietro con un lamento –Aspetta, aspetta- disse poi con l’affanno.
Kenma aveva gli occhi lucidi per il piacere, non capiva quale fosse il problema fino a quando l’altro non continuò –Sei talmente bello che mi fai eccitare con un semplice bacio, ma mi fa troppo male.
Kenma rise ricadendo su di lui e nascondendo il viso sulla sua spalla.
Kuro lo sentì fare le fusa direttamente sul suo orecchio prima di mormorare –Comunque poi lo voglio raccontato il sogno.
-Così mi uccidi.
 
La mattina successiva, nonostante Kuro decise di non scendere a mare considerando che non poteva fare il bagno e c’era troppo caldo per tutto il resto, tutti seppero comunque la sua storia perché Bokuto la trovava talmente divertente da averla raccontata a ogni persona che incontrava.
Kuro era sdraiato sulla sdraio che avevano in giardino a leggere con una smorfia i messaggi che i loro amici gli stavano inviando.
-Senti qui, persino Tsukki mi ha scritto dicendo che probabilmente me lo meritavo.
Ma Kenma non lo stava ascoltando, era l’orario in cui davano da mangiare ai gatti e stava girando per il giardino facendo rumore con la scatola dei croccantini.
Ma l’unico che accorse fu Kai.
Yaku e Lev non li vedevano dalla notte prima, quando erano scappati dalla finestra.
Kuro si accorse della sua angoscia, stava iniziando a preoccuparsi anche lui, ma decise di non darlo a vedere e di limitarsi a consolare il suo ragazzo.
-Vedrai che torneranno presto, saranno da qualche parte a litigare.
Kenma rispose con un mugolio non troppo convinto.
 
Alle sei del pomeriggio i due gatti non  erano ancora tornati.
Kenma era così disperato che era uscito e aveva iniziato a cercarli per tutto il villaggio, continuando a oltranza a chiamare i nomi dei due animali.
Kuro faceva fatica a camminare quindi il biondo gli disse di rimanere a casa e che lo avrebbe chiamato solo in caso di necessità, inoltre aveva paura che Yaku si stesse nascondendo proprio da lui quindi era più difficile che rispondesse ai richiami di Kenma se ci fosse stato il corvino con lui.
Il biondo li cercò per ore, era nei pressi dell’ingresso del villaggio quando il suo telefono iniziò a squillare.
Lesse sullo schermo il nome di Akaashi e rispose all’istante e con urgenza –Li hai trovati?
-Credo di si- rispose il suo amico.
-Dove sei?
-Vieni all’ultima via, dillo anche a Kuro, penso che avremo bisogno di lui.
E Kenma, nonostante fosse un ragazzo più che pigro, iniziò a correre.
Quel pomeriggio Bokuto e Akaashi erano scesi in spiaggia come al solito, Kenma aveva chiesto loro di informarsi con gli altri ragazzi se avessero visto in giro i suoi due gatti.
Era grato ad Akaashi che li avesse trovati, ma aveva ancora più ansia perché se c’era bisogno di Kuro non erano messi in una bella situazione.
Chiamò Kuro e in meno di due minuti si trovarono nell’ultima via.
Akaashi si trovava di fronte una delle tante piccole case ammassate tutte insieme, era insieme a un ragazzo dai capelli color sabbia, Kenma non ricordava il suo nome, ma era quasi certo di averlo già visto in giro qualche volta.
Quando si avvicinarono il ragazzo dai capelli chiari non perse tempo a dirgli –C’è il tuo gatto arancione bloccato, ho provato ad aiutarlo ma non ce l’ho fatta, inoltre quello grigio mi impediva di avvicinarmi troppo, probabilmente preoccupato.
Kenma annuì velocemente –Portaci da loro.
Mentre si avviavano dentro una delle case il ragazzo disse di chiamarsi Kinoshita, spiegò che lui abitava al piano di sopra e che la casa di sotto era quasi sempre libera, veniva affittata raramente e solo per pochi giorni l’anno.
Dalle scale che portavano a casa sua nel piano di sopra c’era una finestrella posta in alto di una stanza di questa casa al piano di sotto.
Kinoshita spiegò di averla vista sempre chiusa, ma quella mattina era leggermente aperta, sulle scale stava il gatto grigio a fare la guardia e da dentro la stanza provenivano miagolii lamentosi.
Era Yaku che, probabilmente per sbaglio, era caduto dentro la stanza, era rimasto incastrato in un mobile e non riusciva più a uscire. Ma Kinoshita non aveva idea di come entrare dentro casa quindi l’unico modo per recuperare il gatto era quello di farlo uscire dalla finestra da dove era entrato.
Non riuscendoci da solo era andato a mare e aveva iniziato a chiedere se qualcuno avesse perso due gatti, fu in quel momento che Akaashi e lui si incontrarono.
Quando Kenma vide Lev sulle scale, proprio come aveva detto Kinoshita, si illuminò e allungò le braccia verso di lui –Lev! Vieni Lev!
Riconoscendo i suoi padroni Lev saltò tra le braccia di Kenma e iniziò a miagolare con insistenza, probabilmente per avvertirli di Yaku.
-Lo so, lo so- sussurrò Kenma mentre gli accarezzava il pelo per calmarlo –Ora lo prendiamo.
Fu Kuro a spingersi dentro la finestra con il busto per cercare di recuperare il gatto.
Yaku tremava, aveva la lingua di fuori per disidratazione e non faceva altro che miagolare e agitarsi, quando notò Kuro lo fece con più enfasi nonostante ormai fosse stremato per quante ore aveva passato bloccato li.
Il ragazzo si morse il labbro per il dolore che stava provando alle sue parti lese data la posizione, ma non un lamento uscì dalla sua bocca, tutta la sua preoccupazione rivolta a Yaku.
Allungò il braccio verso di lui sforzandosi al massimo, arrivò a sfiorargli il pelo e Yaku agì di riflesso graffiandogli la mano.
Kuro grugnì e disse –Sto cercando di aiutarti, stupido gatto. Vedi di collaborare.
E dopo diversi minuti riuscì a prenderlo dalla collottola e tirarlo fuori di li.
Finì seduto sulle scale mentre si stringeva forte Yaku al petto, il sollievo che gli invadeva il corpo.
Yaku iniziò a fare le fusa, accoccolandosi con gli occhi chiusi sul suo petto.
Kuro lo tenne stretto accarezzandolo con dolcezza –Sei proprio un idiota- mormorò passando le dita su quel pelo arancione.
Yaku rispose con un miagolio indispettito.
Kenma si avvicinò loro e si strinse a Kuro, il sollievo che risollevava anche lui.
Quella scena così carina fu immancabilmente interrotta dalla voce di Bokuto che urlava –Akaaaaaaaashi! Dove siete finiti tutti quanti!?
Il diretto interessato alzò gli occhi al cielo, era già esasperato ed erano ancora solo ai primi giorni di luglio.
Kenma e Kuro ringraziarono Kinoshita inchinandosi più volte, poi tornarono a casa per prendersi cura dei due gatti, facendoli bere e mangiare.
Fino al mattino successivo, Yaku non si staccò dal corpo di Kuro.
  
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