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Autore: __Lily    11/02/2021    1 recensioni
[...] Era certa che uno come lui non sarebbe riuscito mai a considerare un essere umano suo pari ma per Rin, Sesshomaru provava del vero affetto, la giovane le aveva detto che per lui, lei era la cosa più preziosa a questo mondo. 

Rin, pregherò affinché tu possa trovare la pace che meriti lontana da lui - pensò silenziosamente la sacerdotessa ormai anziana e stanca. [...]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kaede, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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TRENTANOVE








Nonostante non potesse fare nulla ogni giorno Sesshomaru usciva per cercare un modo per condurre lui e Rin fuori da quel luogo il prima possibile.
Il volto di Rin era sempre più pallido e i suoi battiti erano diventati strani, quell’aria non era più adatta a lei e stava soffrendo per quanto tentasse di non darlo a vedere per non farlo preoccupare.
«Rin? Potrei fare una cosa per me quando tu e Sesshomaru sarete tornati indietro?» domandò Izayoi dopo essersi seduta accanto a lei.
Il generale cane era uscito con Sesshomaru, ogni volta che il figlio usciva lui lo seguiva infondo non rimaneva molto tempo da poter passare con lui.
«Certo, farò tutto ciò che posso per sdebitarmi.»
Izyoi le sorrise, era davvero bellissima e aveva un aspetto nobile.
Inuyasha aveva preso poco da lei sicuramente non la sua innata gentilezza.
«Vorrei che dessi questi a mia nipote, non potrò mai conoscerla ma sarà un modo per starle accanto» le disse posandole in braccio dei kimono.
«Sono davvero bellissimi, lo farò e un giorno racconterò a Kikyo che sei stata tu a donarglieli.»
«Grazie.»
«Non devi ringraziarmi, io e Sesshomaru stiamo bene grazie al vostro aiuto.»
«Con me non serve fingere, se vuoi riposare…»
«Preferisco restare sveglia… quando dormo i miei sogni non sono belli» ammise Rin osservando quei vestitini, erano di varie grandezze così Kikyo avrebbe potuto usarli anche quando fosse cresciuta.
«Ho fatto anche questi. Non so se avrete dei maschi o delle femmine così…»
«Oh!» esclamò lei sorpresa «Izayoi io…»
«Tienili e portali con te se vorrai. Non sono la madre di Sesshomaru ma questi bambini sono in un certo senso anche miei nipoti.»
Rin le sorrise e poi la abbracciò, quella donna era davvero la madre che Sesshomaru avrebbe dovuto avere.






«Dobbiamo andarcene presto da qui, Rin non resisterà per molto.»
«Me ne sono accorto anch’io» disse il padre.
«Odio non poter fare nulla.»
«Lo so Sesshomaru ma se hai ragione presto qualcuno arriverà» disse il padre guardando il figlio negli occhi.
«E se mi fossi sbagliato? Se Inuyasha e Kagome non riuscissero a trovarci? Non voglio far preoccupare ancora di più Rin ma ci ho pensato molto in questi giorni.»
«Vedrai arriveranno.»
«Padre» lo chiamò Sesshomaru dopo che il generale si era avviato verso una duna di sabbia scura e bollente, «avrei voluto averti compreso prima ma ero così accecato dal potere. Ancora oggi non capisco perché hai lasciato a me Tenseiga.»
«Odiavi tutto e tutti, non era facile farmi comprendere da te Sesshomaru.»
«Perché Tenseiga?»
«Perché era ciò che ti serviva, Tenseiga ti ha aiutato a diventare il demone che sei oggi e senza Tenseiga la tua umana ora sarebbe morta» disse il generale senza smettere di scrutare il cielo rosso come il sangue «Inuyasha aveva bisogno di più protezione e poi ero certo che un giorno avresti trovato la tua spada anche senza il mio aiuto.»
«Rin e Kikyo sono le persone a cui tengo di più.»
«Per il momento» rispose sorridendogli leggermente.
«Sì» disse ma non aggiunse altro.
Nel cielo non si vedeva nulla e l’aria era cocente e perfino a lui, uno dei demoni più potenti stava iniziando a dare fastidio.
«Cosa ti preoccupa?»
«Rin.»
«Una volta che sarete fuori da qui starà bene, è l’aria-»
«No padre non mi riferisco a questo. A volte la guardo e mi chiedo se ce la farà, se sarà abbastanza forte e se non dovesse farcela… Tenseiga non potrebbe riportarla da me, niente e nessuno potrebbe farlo.»
«La stai sottovalutando non è così debole come dici, l’ho osservata combattere e nonostante il suo stato è stata coraggiosa.»
«Coraggiosa sì e incauta a volte ma questo non è sufficiente, alcune donne del villaggio sono morte di parto. Se accadesse non so cosa farei.»
«Non accadrà» disse il padre posando una mano sulla spalla del figlio «la tua Rin è forte e determinata, Sesshomaru andrà tutto bene.»
«E se invece non fosse così?»
«In quel caso dovrai andare avanti per i tuoi figli, lei vivrà in loro. Scaccia questi brutti pensieri ora.»
Se morisse come potrei affrontare tutto da solo?





Trascorsero altri due giorni, ormai erano più di sei che si trovavano lì.
Rin non aveva più le forze nemmeno per sedersi, il suo volto stava assumendo un colorito giallognolo che lo preoccupava, il cuore batteva più lento.
«Rin» disse facendole una carezza e la mano di lei anche se debole strinse la sua.
Aprì gli occhi per vedere il volto del marito chino su di lei le accarezzava il volto.
«Sesshomaru.»
«Non sforzarti, resisti ancora un po’ ti prego.»
Annuì ma si sentiva sempre più debole, si sentiva scivolare via come quando i lupi l’avevano attaccata, come quando i Tengu l’aveva imprigionata in quella visione bellissima e terribile al tempo stesso ma ora era diverso, ora c’erano i bambini e se si fosse arresa a quella lenta stanchezza anche loro sarebbero morti.
No - pensò - devo sopravvivere per loro e per Sesshomaru.
Ma la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò ancora.
«Devo uscire» disse Sesshomaru lasciando controvoglia la mano di Rin e cedette il posto a Izayoi che le si era avvicinata per rinfrescarla un po’.
«Andiamo» disse il padre ma vide quanto il figlio stesse lottando con se stesso, anche lui in passato aveva lottato a quel modo ma l’amore per Izayoi era stato più grande di tutto.
Sesshomaru la guardò un’ultima volta e uscì seguito da suo padre.

 

«Che posto è mai questo?» domandò Kagome stringendosi alla vita del marito.
«Non lo so ma è il peggiore che abbiamo visto da quando siamo entrati nel Meido.»
«Inuyasha credi che siano qui?» chiese Kagome preoccupata guardando quel cielo rosso fuoco come il sangue e le vennero i brividi.
«Forse» rispose il marito scrutando il basso per poi chiedere a Kirara di abbassarsi un po’.
«Kagome ho sentito l’odore di Sesshomaru!»
«Ne sei certo?»
«E’ la prima traccia che abbiamo da giorni.»
«Sì ma se sono davvero qui… Rin…»
«Starà bene, Sesshomaru non avrebbe permesso di certo che le venisse fatto del male.»
Continuarono a seguire quell’odore ma non si vedeva nulla se non il cielo rosso fuoco, terra nera e lava.
«Ah dannazione Sesshomaru!» urlò Inuyasha ormai esausto.
Avevano viaggiato molto in quei giorni senza quasi mai fermarsi per riposare se non lo stretto indispensabile ma ancora non si vedeva nulla.


 

 

Un eco, ecco cosa sentì il principe dei demoni.
Era reale? Quel posto lo stava forse facendo impazzire riproducendo la voce di Inuyasha?
«Padre hai sentito anche tu?»
«Sì, chiunque sia è vicino.»
Sesshomaru si alzò in volo per cercare di farsi vedere, il vento bollente che soffiava in quel luogo di morte gli portò anche se in maniera diversa l’odore del fratello, Inuyasha era davvero lì allora!
E Kagome, c’era anche il suo odore confuso con quello del fratello mezzo demone.
Poi li vide, volavano più in alto di lui ma li vide, li chiamò cercando di attirare la loro attenzione e quella di Kirara e poi quando finalmente lo videro si decise a toccare terra.
«Sesshomaru!» gridò Kagome e non appena Kirara toccò terra saltò giù e corse dal cognato e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto lo abbracciò cosa che sorprese entrambi e anche Inuyasha ma fu davvero felice di quell’abbraccio.
«Meno male ti abbiamo trovato! Dov’è Rin? Sta bene?» chiese Kagome preoccupata guardandosi attorno.
«Finalmente! Ti abbiamo cercato in così tanti spazi che credevo che non ti avremmo più trovato. Dannazione ma che posto è mai questo?» disse Inuyasha guardandosi attorno.
Lo sguardo di Kagome si era fissato sul demone poco distante da Sesshomaru ma che in realtà gli somigliava così tanto!
«Siete arrivati giusto in tempo. Kagome, Rin è al sicuro ma non sta bene.»
«Cos’ha?» chiese riportando subito l’attenzione sul cognato.
«E’ l’aria di questo posto è contaminata.»
«Allora va a prenderla e andiamo via di qui» disse Inuyasha posando la mano su Tessaiga, quel luogo lo faceva sentire vulnerabile e inquieto come quando era bambino, come durante le notti in cui perdeva i suoi poteri.
«Sì ma prima… Inuyasha devo presentarti qualcuno.»
«Ma dico ti sembra il momento?»
«E’ l’unico momento che avrai quindi sì. Per una volta fa quello che ti chiedo» disse Sesshomaru avvicinandosi all’altro demone.
«E va bene ma poi ce ne andiamo.»
Sesshomaru strinse le labbra.
«Inuyasha lui è nostro padre.»
La mano del mezzo demone lasciò Tessaiga e gli occhi si posarono su quel misterioso demone che era rimasto in silenzio al fianco di Sesshomaru.
«Che stai dicendo Sesshomaru?»
«Inuyasha sapevo che saresti venuto, tuo fratello l’aveva detto.»
«C’è un’altra cosa che devi sapere» continuò Sesshomaru «anche tua madre, Izayoi, è qui.»
«A che gioco stai giocando dannato?! Già una volta mi hai fatto credere che fosse in vita e-»
«Sto dicendo la verità questa volta» rispose Sesshomaru fermando il fratello.
«Non sta mentendo, tua madre è qui con me e desidera molto rivederti.»
«Dobbiamo sbrigarci a Rin non rimane molto tempo se continuiamo a restare qui.»
«Portaci da lei» disse Kagome «possiamo sistemare tutto una volta lì. Inuyasha ti prego!»
La voce di Kagome sembrò persuadere il marito che salì nuovamente su Kirara senza dire una parola e poi tutti volarono verso la tenda del generale cane dove una giovane ragazza stava lottando per sopravvivere.
«Ci siamo» disse il generale scendendo e posando i piedi a terra «aspettate un momento.»
Entrò e trovò Izayoi ancora al capezzale di Rin.
«Izayoi mia cara c’è qualcuno che devi vedere.»
Izayoi si tirò su e si avvicinò al marito e quando la tenda si scostò entrò Sesshomaru seguito da Kagome con in braccio Kirara e poi Inuyasha.
«Inuyasha?» domandò facendo cadere il panno con il quale aveva cercato di dare sollievo a Rin.
«Madre? Sei davvero tu?» disse lui avvicinandosi a lei.
«Oh figlio mio!»
La donna gli si avvicinò e lo abbracciò stretto a sé.
«Madre» disse ricambiando la stretta della madre «Kagome…»
«Sono felice di conoscerla» disse Kagome sorridendo a Izayoi, le due donne si abbracciarono e poi Kagome dopo aver posato Kirara a terra si avvicinò a Rin che era ancora addormentata nel futon.
«Rin! Rin sono io, sono Kagome» la chiamò lei.
Piano piano Rin aprì gli occhi.
Era pallida, le labbra screpolate e il battito debole.
«Kagome?»
«Sì, sta tranquilla adesso ti portiamo via da qui.»
«Mmh» disse e poi le sue palpebre si abbassarono di nuovo.
«Rin!»
«E’ inutile non riesce a rimanere cosciente per più tempo di così» disse Sesshomaru.
«Questo non va bene. Inuyasha dobbiamo portarla via da qui.»
«Sì, ha bisogno di aria buona» disse Izayoi osservandola.
«Ha resistito molto ma temo che più di così…» aggiunse il generale cane.
«Mi dispiace» disse Kagome, suo marito aveva appena ritrovato la madre e conosciuto il padre.
Inuyasha osservò suo padre, era davvero maestoso come diceva il vecchio Myoga e incuteva un certo rispetto, la sua coda era simile a quella di Sesshomaru ma divisa in due.
«Rin e Sesshomaru ci hanno raccontato molte cose, vorrei che ci fosse più tempo per parlare ma non c’è» disse il generale cane guardando a sua volta la moglie del figlio maggiore che si stava lentamente spengendo per causa dell’aria di quel posto.
«Padre anche io vorrei avere più tempo, ho così tante domande.»
«Lo so» rispose lui posandogli una mano sulla spalla «ma ora dovete andare, un giorno Inuyasha parleremo di tutto ciò che vorrai.»
«Rin dobbiamo andare» disse Sesshomaru prendendola in braccio.
Riaprì gli occhi quando stavano per lasciare la tenda.
«Aspetta» sussurrò debolmente al marito «Izayoi.»
La sua voce era troppo bassa perché la donna potesse sentirla così Sesshomaru la chiamò per lei.
«Rin andrà tutto bene» le disse dolcemente.
«I vestiti, l’ho promesso» rispose, poi vinta dalla stanchezza posò nuovamente la testa sulla spalla del marito.
Izayoi si avvicinò al futon e poi raggiunse il gruppo pronto a partire.
«Sono per Kikyo» disse lei «non potrò conoscerla ma almeno avrà qualcosa di sua nonna e questi» aggiunse osservando Sesshomaru «sono per i vostri bambini, non ho dubbi che saranno bellissimi.»
Kagome fece un passo avanti e li prese commossa.
«Madre, Kikyo saprà di te, di entrambi.»
Inuyasha abbracciò la madre e per la prima volta anche il padre, poi tirò fuori Tessaiga e aprì un portale che li riportò a casa.












 

Ciao a tutti! -2 alla fine della mia storia è stato bello condividere tutot ciò con voi fan, capite meglio di chiunque l'affetto per questi personaggi! Anche se non sempre vi rispondo sappiate che leggo ogni commento che viene lasciato e sono felice di constatare che ormai siete arrivati fin qui con me <3. 
Vi lascio una piccola anticipazione del capitolo 40


 

«Ci penserò io a Kagome e a Sango e a chiunque altro proverà a cacciarmi via, altrimenti ti rapirò.»
«Ah sì? E dove mi porterai?» chiese curiosa la moglie con un po’ di malizia.
«Alla nostra radura, quello è il nostro posto.»
«Il nostro posto» sussurrò guardando il cielo scuro e le stelle che splendevano così lontane da loro, sentì i bambini scalciare e sorrise felice a suo marito.
«Fa male?» chiese infine Sesshomaru, non sopportava l’idea che soffrisse anche se sapeva bene che sarebbe accaduto, ma questo non sembrava spaventare la moglie.
Come può essere tanto calma mentre io ho così paura? - si chiese il demone osservando Rin coccolata dalla sua coda.

  
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