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Autore: LorasWeasley    13/02/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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12. Quella volta che Daichi si trovò a un appuntamento con più di 20 persone (parte1)

Il giorno prima alla festa Suga e Daichi avevano progettato di vedersi lì come una specie di appuntamento non detto.
Ma fondamentalmente furono solo i genitori responsabili delle varie situazioni che si erano venute a creare.
I due ragazzi non riuscirono a fare neanche una conversazione, perché fin da subito Kuro aveva deciso di rompere loro le palle, soprattutto a Daichi. Kenma non sembrava essere in giro e fu davvero difficile levarselo di torno.
Successivamente Suga venne preso d’assalto da un Hinata che piangeva e borbottava cose contro Kageyama, il ragazzo dai capelli chiari ci mise quasi un’ora per calmarlo.
Poi Daichi venne chiamato per dividere una lite che era iniziata tra Kyoutani e Semi, il moro non sapeva neanche quale fosse il motivo scatenante, solo che Yahaba e Shirabu erano messi in mezzo per qualche motivo.
Infine, Noya chiamò Suga perché Tanaka, avendo bevuto troppo alcool, si era sentito male.
Quindi la serata era ufficialmente finita considerando che Suga dovette portare il ragazzo a casa.
Daichi decise di accompagnarli, con la speranza che almeno avrebbe potuto salutare Suga di fronte casa, ma anche questo venne sabotato da Tanaka che, ovviamente, decise di vomitare su Suga esattamente davanti al cancello.
Il ragazzo dai capelli chiari fece una smorfia, portò dentro l’amico e sparì anche lui dentro casa borbottando delle veloci scuse.
Daichi non riusciva davvero a capire perché il mondo ce l’avesse con lui.
Così quella mattina si svegliò risoluto decidendo che avrebbe chiesto un appuntamento a Suga per quella stessa sera, anche a costo di doverci provare per ore intere.
Si stupì non poco quando lo trovò da solo al chiosco per prendere un caffè e si stupì ancora di più quando gli chiese se quella sera fosse libero e volesse andare al festival che facevano a soli 20 minuti di macchina da li, Suga gli rispose con un sorriso che gli sarebbe davvero piaciuto e nessuno li interruppe.
Daichi sudava freddo, era sicuro che qualcosa sarebbe andato storto.
 
Erano le 20.30 quando aveva appena finito di allacciarsi le scarpe e spruzzarsi un po' di profumo prima di prendere le chiavi e uscire di casa.
Il sole era tramontato del tutto e le stradine erano illuminate dalle luci artificiali.
Scese le scale della sua casa e saltò in aria quando vide Asahi posizionarsi davanti a lui senza avvertirlo, Ennoshita gli era accanto.
-Finalmente ce l’hai fatta- disse il ragazzo dai capelli lunghi –Makki e gli altri sono partiti da 10 minuti, li ho visti uscire poco fa.
-Eh?- domandò confuso Daichi mentre uscivano dal cancello e lo chiudevano a chiave dietro di loro, considerando che non c’era nessun altro in casa.
Si accorse che anche i due ragazzi erano vestiti bene, non proprio eleganti, ma di sicuro non un abbigliamento per stare ai muretti del villaggio per prendere una birra.
-Per andare al festival- specificò Ennoshita –abbiamo appuntamento a casa di Tanaka, no?
Daichi era sempre più confuso, corrugando la fronte disse –Io ho appuntamento con Suga, voi cosa c’entrate?
I due diretti interessati si lanciarono uno sguardo, fu Asahi a rispondere –A noi l’hanno detto Noya e Tanaka.
Una strana idea stava iniziando a formarsi nella testa del ragazzo, ma non poteva essere, giusto?
Non ebbe però il tempo di chiedere spiegazioni che erano già arrivati nel luogo prestabilito, il morale di Daichi crollò quando notò diversi mezzi di trasporto posteggiati di fronte il supermercato e ancora più ragazzi in giro.
-Ehy!- Suga lo raggiunse con un sorriso in volto, stava benissimo con quei pantaloni stretti chiari e la polo azzurra –Scusa, stavo dicendo a Noya e Tanaka che questa sera saremmo andati al festival ed erano così eccitati che quando mi hanno chiesto di poter venire non ho saputo dirgli di no, poi hanno un po' sparso la voce. Non è un problema, vero?
E probabilmente Daichi non poteva neanche dargli la colpa, era stato lui a non spiegarsi bene e specificare che quello doveva essere un appuntamento.
Un appuntamento come quello tra due persone che vogliono iniziare a frequentarsi.
Sospirò piano e sorrise a sua volta –Nessun problema, tranquillo.
-Quindi? Siamo tutti? Andiamo?- domandò Kuro appoggiandosi alla sua bellissima Scrambler nera, su di essa era seduto Kenma mentre giocava come al solito con il suo cellulare.
-Manca ancora Shimizu- fece presente Tanaka.
-Ma se non ha risposto al tuo messaggio di invito- lo prese in giro Noya.
Qualcuno rise, Tanaka era pronto a rispondere quando fu Hinata a prendere le sue difese sventolando il suo telefono in aria –Viene, mi ha scritto Yachi e dice che stanno arrivando.
E come se le avesse chiamate le due ragazze girarono l’angolo in quel momento.
Yachi aveva un grazioso vestitino bianco che andava fino al ginocchio, Shimizu era vestita con dei pantaloncini corti di jeans, un top argentato e degli stivali estivi, Asahi dovette dare un colpo a Tanaka per risvegliarlo e portarlo alla realtà.
-Perfetto- canticchiò Oikawa –Come ci dividiamo per le macchine? Io vado con Iwa-chan!
Il diretto interessato si girò a guardarlo male –Ti ricordo che ci sono anche Kunimi e Kindaichi che sono miei ospiti- fece presente.
I due ragazzi erano arrivati per l’appunto quella mattina e si erano uniti all’uscita di gruppo della serata senza problemi, avevano passato così tante estati da Iwaizumi da conoscere quasi tutti.
-I bambini possono andare con Makki e Mattsun, loro hanno la macchina, tu hai una moto, comunque non potresti portarli entrambi.
Iwaizumi assottigliò gli occhi e grugnì infastidito quando si rese conto che l’altro aveva ragione e non sapeva come rispondergli.
-Chi vuole venire nella mia macchina?- chiese esaltato Bokuto.
-Noi! Noi!- rispose ancora più esaltato Hinata mentre saltava sul posto, rispondendo per sé e Kageyama.
Bokuto ne fu felice, poi fissò Akaashi con aspettativa.
Questo si girò di scatto a cercare Kenma per chiedergli –Posso venire in moto con voi?
Kuro scoppiò a ridere, Bokuto fece un urlo tradito e poi annunciò –è illegale andare in moto in tre!
-Sono certo che anche la tua macchina sia illegale- rispose Akaashi in un borbottio non sentito, ma quando vide il volto davvero triste dell’altro sospirò chiudendo gli occhi –e va bene, vengo con te.
La vitalità del ragazzo dai capelli tinti tornò come se non fosse successo nulla.
Hinata urlò –Yama, vieni con noi? C’è ancora un posto in macchina.
Yamaguchi sentì Tsukishima irrigidirsi al suo fianco, sorrise cordiale al ragazzo dai capelli rossi e rispose –No grazie, faccio compagnia a Tsukki sul suo scooter.
A quel punto Hinata decise di chiederlo a Yachi che dovette accettare un po' titubante.
-Chi vuole venire in moto con me?- chiese a quel punto Tanaka.
Il silenzio era denso e nessuno sembrava intenzionato a romperlo fino a quando Shimizu non disse –Vengo io.
Ci furono un paio di esclamazioni incredule, Suga disse incerto –Kiyoko… guarda che ha preso la patente solo al sesto tentativo.
La ragazza non batté ciglio mentre si avvicinava a Tanaka per richiedere il casco –Sono sicura che farà attenzione.
Lui la fissò con uno sguardo ancora più innamorato del solito, poi con voce seria disse –Non ti metterei mai in pericolo.
Quella scena era diventata talmente intima che quasi tutti distolsero lo sguardo in imbarazzo, Daichi infine disse –quindi con me vengono Suga, Asahi, Noya ed Ennoshita, penso che ci siamo tutti?
Accertandosi che nessuno fosse rimasto fuori le tre macchine e quattro moto partirono.
 
Il viaggio nella macchina di Bokuto fu puro inferno per la metà di loro.
Yachi diventava sempre più terrorizzata a ogni secondo che passava.
Kageyama aveva gli occhi chiusi e si appoggiava con la testa al telaio del finestrino aperto, sembrava uno che stava cercando in tutti i modi di mantenere la calma e non uccidere qualcuno.
Tutto questo perché Bokuto e Hinata non facevano altro che urlare prima per scegliere la musica, poi mettendola a tutto volume e cantandoci sopra.
Akaashi aveva capito che era inutile cercare di fargli abbassare il tono, li avrebbe solo fatti urlare ancora di più.
Ma quando sentì Hinata chiedere –Accendiamo i led?
Dovette bloccare la mano di Bokuto che era già corsa al pulsante con un fermo e conciso “no”.
 
-Ehy gattino- urlò Kuro per farsi sentire da sopra il vento.
Kenma diede una stratta ai suoi fianchi per fargli capire che lo stava ascoltando.
-Tieniti forte!
Kenma fece come gli era stato richiesto, nel mentre si avvicinò al suo orecchio per dire –Non superare i limiti, abbiamo dei bambini a casa da crescere. Ma sì, scappiamo via, le mie orecchie potrebbero iniziare a sanguinare per la musica di merda che mette Bokuto.
La risata di Kuro si perse nel vento, loro furono i primi ad arrivare.
 
-Tsukki, tutto okay?- chiese Yamaguchi quando si accorse che il suo amico era stato particolarmente silenzioso, la musica dalla macchina di Bokuto si sentiva forte e chiara già da diversi minuti e il suo amico non aveva neanche fatto un commento di disprezzo.
Tsukishima ci mise qualche secondo a rispondere, infine disse –Se volevi andare con Hinata, potevi farlo.
Yamaguchi rise –Scherzi? Sto così bene qui con te.
Si strinse di più contro i suoi fianchi per spiegare meglio il concetto, Tsukishima finalmente si rilassò contro il suo corpo.
 
-Iwa-chan, sei così figo mentre guidi!
Per poco la moto non sbandò, Iwaizumi urlò contro di lui –Ti sembrano cose da dire mentre uno sta guidando?
-Aw- Oikawa strofinò il volto sulla schiena coperta dalla giacca di pelle dell’altro –Iwa-chan si imbarazza per i complimenti.
L’ “idiota” che Iwaizumi urlò fu facilmente sentito dagli altri mezzi di trasporto che avevano vicini.
 
-Ma quindi adesso stanno ufficialmente insieme?- domandò Kindaichi sporgendosi verso i sedili anteriori.
Sia Matsukawa che Hanamaki scoppiarono a ridere.
-Credi che per loro sarà così facile capirlo?- rispose a tono Mattsun quando riuscì a placare le sue risate.
Kunimi disse calmo –Iwaizumi non ha mai fatto salire nessuno sulla sua moto. O almeno, nessuno di importante.
-Questo si che è interessante- rispose Makki con uno strano sorrisetto in volto.
 
Nel fuoristrada di Daichi i tre ragazzi seduti dietro non avevano smesso di parlare di quello che era successo poco prima tra Tanaka e Shimizu.
Facendo teorie e supposizioni del perché, dopo anni, la ragazza si stesse interessando a Tanaka adesso.
Suga non si intromise mai nella loro conversazione, ma li stava sicuramente ascoltando visto che di tanto in tanto rideva a qualche loro frase.
E quando Noya disse che probabilmente quello si poteva considerare come il primo appuntamento tra loro due, Daichi si rese conto che persino Tanaka aveva avuto un appuntamento con una ragazza, che non lo calcolava da cinque anni, prima di lui e Suga.
 
Tanaka e Shimizu non parlarono per tutto il tragitto.
Ma non era un silenzio pensante o imbarazzato, era un silenzio tranquillo.
Tanaka si stava godendo il calore della ragazza che si stringeva al suo corpo mentre lei si godeva il paesaggio notturno e il vento.
Quando arrivarono e Tanaka posteggiò a qualche posto di distanza dagli altri, Shimizu scese con agilità dalla moto e si tolse il casco per passarlo al proprietario.
Tanaka lo afferrò con una mano ma non riuscì a frenare l’altra che si alzò per metterle a posto una ciocca scura.
Lei fece un piccolo sorriso mentre diceva –guidi bene, possiamo rifarlo qualche volta.
E mentre quelle parole affondavano Tanaka strabuzzò gli occhi, ma non ebbe tempo di chiederle se fosse un modo per dirgli che poteva chiederle di uscire, perché la ragazza si era già girata per unirsi al gruppo.
Con un sorriso da ebete, Tanaka fece lo stesso.
 
Il festival era abbastanza grande, pieno di luci, bancarelle, musica, cibo e giochi.
Si snodava tutto su una grande strada larga 10 metri, le bancarelle poste da entrambi i lati.
A intervalli non proprio regolari c’erano degli spiazzi in mezzo agli alberi, con panchine e fontanelle, le luci diminuivano per permettere alle persone di vedere le stelle.
La prima tappa fu andare a mangiare, trovarono dei tavoli comuni che occuparono unendoli tutti insieme, per poi andare a ordinare nelle diverse bancarelle.
Fu più una specie di lotta che una cena.
Oikawa aveva iniziato a rubare il cibo a Iwaizumi, nonostante avessero gusti completamente diversi. E non contento il castano masticava, faceva una smorfia e si lamenta –Iwa-chan, come fai a mangiare questa cosa disgustosa?
Mentre Iwaizumi gli urlava contro –Nessuno ti ha detto di mangiarlo a tua volta!
Kindaichi e Kunimi si trovarono in una situazione spiacevole quando quasi finirono seduti accanto a Kageyama, non molti sapevano dei trascorsi che c’erano tra i tre, ma fortunatamente Makki e Mattsun intervennero abbastanza tempestivamente prima di rovinare la serata a tutti.
Tanaka comprò un quantitativo industriale di cibo per Shimizu e, nonostante la ragazza lo condivise con Yachi, ne avanzò comunque tantissimo che non riuscirono a mangiare.
Per Tanaka e Noya invece non fu un grosso problema ingozzarsi di cibo.
Kuro stava litigando con Kenma urlandogli che se non finiva di mangiare la sua porzione di calamari non gli avrebbe dato la crostata alle mele che tanto amava.
Hinata parlava così animatamente con Yamaguchi che aveva iniziato a sputacchiare ovunque, Ennoshita gli fece presente la situazione, Kageyama borbottò qualcosa su quanto fosse stato idiota a farsi rimproverare in quel modo e, come al solito, iniziarono una lite che interruppe Suga semplicemente prendendogli le teste e sbattendogliele insieme.
Quando tornò a sedersi accanto a Daichi mormorò –Mi sento come se avessi dei nuovi bambini.
Daichi rise –Dai, sappiamo tutti che ti piace occuparti di loro.
-Shh- Suga gli diede una gomitata scherzosa –Non farglielo capire che potrebbero approfittarsene.
-Non lo fanno già?
-Ecco appunto!
Risero e la conversazione continuò senza problemi, con l’aggiunta di Asahi di tanto in tanto.
Daichi si rese sempre più conto di quanto fosse facile parlare con Suga.
Alle bancarelle Bokuto era tornato a fare la fila dopo essersi ingozzato del suo cibo e aveva chiesto ad Akaashi di fargli compagnia.
Mentre meditava su cosa prendere e chiedeva al corvino cosa volesse, con le sue continue proteste “sono pieno, Bokuto, davvero non voglio prendere altro”, una voce femminile chiamò il nome di Bokuto.
Entrambi i ragazzi si girarono a quel nome posto come una domanda, si trovarono davanti due ragazze molto graziose.
Quella che aveva parlato aveva i capelli castano chiaro intrecciati, quando lo vide strabuzzò gli occhi e sorrise –Sei davvero tu! Da quanto non ci si vede?
L’altra ragazza si limitò a un saluto con le mano, aveva i capelli rossi e lisci che le arrivavano alle spalle, non aveva parlato perché aveva la bocca piena di Onigiri.
-RAGAZZE!- urlò Bokuto ancora più felice, afferrandole per la vita con ciascun braccio e alzandole da terra.
Akaashi si preoccupò che la ragazza che stava mangiando soffocasse, ma sembrò riuscire a gestire bene la situazione.
-Che ci fate qui? Siete da sole?- domandò curioso quando le lasciò andare.
La ragazza rossa scosse la testa, poi finalmente ingoiò il boccone e parlò –Siamo qui con Konoha e Komi, vuoi venire a salutarli?
-Certo!
Akaashi si sentì a disagio e fuori posto, stava per tornare al tavolo con la loro comitiva quando Bokuto gli prese la mano e lo tirò con sé –Vieni, ti faccio conoscere i miei ex compagni del liceo.
E nonostante il leggero rossore sul viso, Akaashi non poté far nient’altro che seguirlo.
-Guardate chi ho trovato- annunciò la ragazza dai capelli chiari arrivando al tavolo dove erano seduti altri due ragazzi.
E la scena alla quale Akaashi assistette fu una serie di urla e abbracci.
La ragazza dai capelli castani si passò una mano sul viso, ma stava ridendo –di certo non mi mancava tutto questo casino.
Quando finalmente si calmarono Bokuto domandò fissando gli amici –Quindi voi non vi siete mai persi di vista?
-Diciamo che è una storia lunga, ma in breve adesso siamo qui in una specie di appuntamento- l’ultima parte era detta in modo quasi tentennante mentre fissava le ragazze.
Queste non sembravano molto imbarazzate della risposta e alzarono le spalle dandogli ragione.
-Anche tu?- chiese a quel punto sempre il ragazzo più basso, adocchiando finalmente Akaashi dietro di lui.
Bokuto si girò sorpreso, come se si fosse dimenticato di aver portato Akaashi con lui.
-Noi siamo qui con tutti i nostri amici- e indicò il tavolo con gli altri più lontano –Un mio amico, Kuro, ve lo ricordate? Era il capitano del Nekoma! Comunque, mi ha invitato a stare per l’estate a casa a mare da lui, si trova nel villaggio a 20 minuti di strada da qui, Akaashi è amico del ragazzo del mio amico, Kenma, era sempre del Nekoma, il piccolo setter con i capelli tinti male che sembrava un budino, quindi conviviamo per questo periodo.
I ragazzi sembravano confusi da quello che aveva detto, probabilmente aveva messo in mezzo troppe volte la parola “amico” e aveva divagato parecchio, ma sembravano abituati ai modi di fare di Bokuto.
Keiji inoltre si rese conto che Bokuto aveva evitato di dire cosa fosse Akaashi per lui. Il suo rossore aumentò.
La ragazza dai capelli chiari scrutò Akaashi, poi gli sorrise e gli porse la mano –Visto che questo maleducato non ha intenzione di presentarci, faccio da sola. Sono Kaori Suzumeda, lei è Yukie Shirofuku.
Indicò l’altra ragazza che aveva ripreso a mangiare, Akaashi non capiva come potesse essere così magra, ma sorrise a sua volta e le strinse la mano –Sono Akaashi Keiji, è un piacere conoscervi.
-Io sono Komi Haruki- si intromise il ragazzo più basso.
-E io Akinori Konoha- disse infine l’ultimo –sembri un ragazzo tranquillo e composto, spero che Bokuto non ti faccia impazzire. Insomma, sai che puoi anche dire di no a tutte le sue richieste, vero?
-Ehy!- protestò offeso Bokuto, nessuno sembrò ascoltarlo.
Akaashi abbozzò un sorriso –Ne terrò conto.
-Akaaaashi- piagnucolò ancora di più Bokuto, ma nessuno lo ascoltò neanche in quel caso.
Infine le due coppie li invitarono a sedersi un po' con loro e tra vecchi ricordi e chiacchiere rimasero a parlare per diverso tempo, con la promessa, quando si divisero, che avrebbero provato a passare qualche giornata a mare prima o poi.
Akaashi non poté fare a meno di domandarsi se non si stessero comportando come una coppia.
  
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