Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    26/08/2009    3 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: eccomi tornata, fresca fresca di montagna e di influenza (accidenti agli sbalzi climatici). Comunque direi di cominciare subito senza ulteriori indugi tranne:

 

L’ANGOLO DELLE RECENSIONI:

 

TENSI: Intanto grazie per la recensione, mi fa piacere che ce ne sia sempre una tua per ogni capitolo, mi fa sentire importante. Per la scena tra Vera e Cornelia ho preso spunto da un mio episodio personale con la più piccola delle mie cugine, non più tardi di un mese fa. Tra l’altro è reale anche l’episodio della gita (una gaffe fatta da mio padre meno di un anno fa).

La tranquillità non è dell’uomo e, in questo caso, nemmeno dell’animale. Curiosa di scoprire cosa accadrà? Leggi, leggi.

Grazie ancora, mia fan.

 

MIRISTAR: Beh, anch’io lo adoro e sono contenta che la fiction ti piaccia. Ti dirò, non sconfifferava tanto neanche a me lo spazio di dieci anni, ma ho fatto un paio di ricerche in rete su forum e fanfiction anche internazionali ed è saltato fuori che Basil è molto più giovane di quello che sembra. Grazie per la critica, mi ha fatto piacere che tu abbia notato questo “errore” perché significa che leggi con attenzione. Anche volendo, ormai, non credo che potrei cambiare nulla, però dai, almeno così Basil ci resta giovane. Neanche io vedo l’ora che esca il film di Sherlock, anche perché ci devo trascinare la mia migliore amica per farle una cultura sull’argomento.

Grazie per la recensione.

 

BELLIS: Spero di non deludere le tue aspettative. Non sai quanto mi renda felice vedere che mi segui attentamente, anzi, non sono sicura di meritare tutta questa attenzione.

Grazie mille.

 

E ora, buona lettura.

 

Capitolo 13

 

Basil e Topson erano rimasti pietrificati da quel suono agghiacciante, ma un istante dopo erano balzati in piedi e si erano precipitati fuori dal salotto e nell’atrio.

 

Immaginatevi il loro stupore quando, invece di trovare Cornelia in balia di un gruppo di malintenzionati, la trovarono tra le braccia di una figura ( che, a giudicare dalla gonna che si intravedeva sotto un lungo soprabito, era femminile), che rideva come una matta stringendola quasi convulsamente, poco ci mancò che le due cadessero tante forte era la stretta.

I due topi erano rimasti bloccati a guardare la scena, Topson semplicemente basito, Basil con la mente che lavorava come suo solito: osservando l’abbraccio si poteva dedurre molto, c’erano gioia, attesa di quel momento, voglia di non separarsi più, paura che questo accadesse. C’era solo una persona in tutta Londra (‘oltre a me stesso ’ si ritrovo a pensare, sorridendo) in grado di suscitare nella ragazza tali reazioni:

 

 

“Buonasera Elizabeth, è un piacere rivederti.” Disse poi facendosi avanti ad accogliere l’ospite.  

 

“Buonasera Basil” gli rispose lei, con voce un po’ strozzata “Appena Corny mi molla vengo a salutarti come si deve.”

 

Sentendosi chiamata in causa, l’attrice si staccò finalmente dall’abbraccio.

 

“E’ un piacere rivederti, Liz.” Disse poi con gli occhi che le brillavano.

 

“Ma dai, non si era capito. Via, fammi salutare il padrone di casa.” Rispose la ragazza andando incontro a Basil e stringendogli la mano.

 

Topson intanto era rimasto davanti alla porta del salotto: davanti a lui c’era Elizabeth Morstan, la famosa dottoressa di cui aveva sentito tanto parlare e che tanto aveva sperato di incontrare. Era lì, con i suoi capelli di un biondo scuro, un paio di occhioni chiarissimi, simile a Cornelia per statura e costituzione. Era lì, con quella voce bassa che lasciava trasparire molta decisione e sicurezza.

 

Ad un certo punto Basil, notando la mancanza del suo amico al suo fianco, si voltò e lo vide ancora bloccato sulla soglia del salotto. Si affrettò dunque a dire:

 

“Elizabeth, permettimi di presentarti il mio caro amico e collega, il dottor David Q. Topson.”

 

La ragazza alzò gli occhi, rivolgendo lo sguardo al dottore. 

 

“Elizabeth Morstan, tanto piacere. Finalmente la conosco.” disse sorridendo. “Ho letto tutti i racconti che ha pubblicato sul Times, li so praticamente a memoria. Speravo da tanto di poterle fare i complimenti di persona.”

 

“Grazie signorina.” Rispose Topson arrossendo un po’ al complimento

“Da parte mia, sono felicissimo di incontrare il primo medico donna di Londra. Complimenti vivissimi.”

 

Stavolta fu il turno della ragazza di arrossire.  

“Beh, mi sono forse dimenticato le buone maniere?” disse improvvisamente Basil. “Cornelia, per piacere, porta Elizabeth in salotto. Topson, verresti in cucina con me a prendere qualcosa da offrirle?” aggiunse poi.

 

“Certamente.”

 

Così i quattro si separarono, le donne in salotto, gli uomini in cucina.

 

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In cucina.

 

“Dunque, dunque, dunque, se non ricordo male le focacce dovrebbero essere in questo scomparto e…. Bingo.” Stava dicendo Basil, frugando tra gli armadietti che componevano la mobilia della cucina.

Topson, intanto, controllava la cottura del thé ed il riscaldamento del forno.

Era incredibilmente silenzioso, si ritrovò a pensare Basil, e con lo sguardo perso nel vuoto. Deciso ad indagare, come suo solito e non riuscendo a farne a meno per natura, il detective terminò di sistemare le focacce su di un vassoio e si avvicinò al forno, con un’idea talmente diabolica da fare invidia a Rattigan.

 

“Allora, che ne pensi?”

 

Topson lo guardò un po’ confuso per due secondi e poi rispose:

 

“Beh, che posso dire, mi sembra un tipo perbene, carismatico, di bell’aspetto…”

 

“Wow” lo interruppe Basil, soddisfatto dell’ esito dell’indagine “non pensavo che la temperatura di un forno potesse avere tutte queste qualità.”

 

“Come..? Cosa…?” balbettò Topson confuso.

 

“Non ricordi? Siamo in cucina, a preparare qualcosa da offrire ad un’ospite.”

 

“Basil, io…”

 

“Non ti preoccupare” disse il detective, inserendo il vassoio con le focacce nel forno ed immergendo le foglie di thè nella teiera di acqua bollente.

“Penso che sia una cosa normale. Insomma, è una bella ragazza, è intelligente, è un medico….. cosa vuoi di più?”

 

“Ah”, riuscì a dire Topson, che era arrossito vistosamente.

 

Tra i due cadde il silenzio, Basil controllava la cottura di thè e focacce, mentre Topson cercava un modo per far sparire il rossore sulle guance, prima del loro ritorno nel salotto.

 

Frattanto, nella suddetta stanza….

 

“Devi raccontarmi tutto!!” stava dicendo Elizabeth eccitatissima, con le mani di Cornelia tra le sue.

“Sono curiosa di sapere cosa hai fatto in tutto questo tempo, quali relazioni hai avuto e….”

 

“Ehi, calmati, respira.” Replicò ridendo Cornelia “Anche perché ti ho già raccontato tutto per lettera.” Sottolineò.

 

“Sì, ma io non ho creduto neanche ad una parola di tutto quello che mi hai detto. Dai, non vorrai farmi credere che con tutti quei belloni che ti giravano attorno, non ne hai trovato neanche uno che ti calzasse a pennello.”

 

“Ed invece dovrai rassegnarti che questa è la pura e semplice verità. Sei la mia migliore amica, perché avrei dovuto mentirti?”

 

“Cioè, fammi capire, per tutto questo tempo sei rimasta da sola perché…”

 

“…Pensavo a qualcun altro.” Completò Cornelia.

 

“A…” cominciò Elizabeth, puntando poi il dito in direzione della cucina per terminare la domanda.

 

L’attrice annuì, abbassando lo sguardo ed arrossendo.

 

“Ma allora… voi due…” chiese eccitatissima la neo-dottoressa.

 

“ Beh, non è nulla di ufficiale, però…”

 

Cornelia non riuscì a terminare la frase che si ritrovò ancora una volta avvinghiata alla sua migliore amica.

 

“Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo.” Continuava a dire Elizabeth. “Era dai tempi del college che lo sapevo, anche da prima.”

 

“Sì,sì, va bene ok, datti una calmata.” Rispose Cornelia dando delle pacche sulla schiena dell’amica.

 

“Oddio, finalmente.” Disse Elizabeth allontanandosi e passandosi le mani sul viso.

 

“A proposito, e tu?” chiese ad un certo punto l’attrice.

 

“Ed io cosa?”

 

“Ti sei sistemata?”

 

“Ti avrei tenuta all’oscuro di un particolare così interessante nelle mie lettere? No, per ora non ho nessuno. Il mondo della medicina è più pieno di cretini di quel che tu possa immaginare.”

 

“Davvero?”

 

“Eh sì, purtroppo. Sai, ora come ora, se dovessi per forza trovare qualcuno, non mi interesserebbe tanto l’aspetto fisico, quanto l’interiorità di una persona.”

 

“Ehm, mi esprimeresti meglio “interiorità”?”

 

“Intelligenza, dolcezza, galanteria..”

 

“Mi pare che tu stia chiedendo la Luna tesoro.”

 

“Lo so, ci sarà pure qualcuno così.”

 

“Lo spero per te.”

 

“Qualcuno ha fame?” La voce di Basil le interruppe e le due si voltarono giusto in tempo per vedere il detective ed il dottore entrare nel salottino con un vassoio a testa.

 

Passarono così un paio d’ore chiacchierando del più e del meno.

 

“Quelli della commissione erano dei veri antipatici, non sopportavano il fatto che entrassi a far parte del corpo medico e mi hanno messa sotto torchio per un’ora e mezza.”

 

“Mi dispiace.” Fece Topson.

 

“Oh, mi creda dottore, a me no. Ho dimostrato loro quello che valgo giusto?”

 

“Sì è vero.” Le rispose subito il dottore.

 

Dall’altro capo del tavolino posto al centro del tappeto, Basil e Cornelia guardavano i loro amici discutere allegramente, non osando interromperli.

Ogni tanto, le loro mani si toccavano e rimanevano unite del qualche minuto, prima di separarsi per il timore di essere visti dai loro amici (il perché di questo timore era oscuro anche a loro).

 

Improvvisamente la pendola prese a rintoccare ed Elizabeth alzò lo sguardo sulle lancette.

 

“Oh santo cielo, com’è tardi. Perdonatemi, ma devo proprio andare.”

Così dicendo si alzò e fece per recuperare il soprabito, ma Topson fu più veloce ed afferrò l’indumento per poi aiutare la ragazza ad indossarlo.

 

“Oh, la ringrazio dottore.”

 

“Non c’è di che, signorina.” Rispose lui.

 

Basil e Cornelia si scambiarono un sorrisetto: qualcosa bolliva in pentola e non era tanto difficile sapere cos’era e qual’era il suo stato di cottura.

 

Intanto la dottoressa, dopo l’ennesimo giro di saluti, era uscita.

 

“Bene” fece Basil “Allora, dato che stasera Mrs. Judson non c’è direi di…”

 

Toc, toc, toc.

 

“Stavi per dire andare ad aprire la porta, caro?” chiese Cornelia con aria innocente.

 

“Ma chi sarà? Insomma, è quasi ora di cena.” Commentò scocciato il detective, andando ad aprire.

“Ah, sei tu. Hai dimenticato qualcosa?” disse poi, aprendo maggiormente l’uscio per lasciar passare Elizabeth.

 

“No, volevo solo darti questo.” Rispose lei porgendo un foglietto a Basil che lo guardò incuriosito.

“Me l’ha dato un tizio proprio qui fuori.”

 

“L’hai visto in faccia?” chiese il detective, prendendo il foglio e rigirandolo da ogni parte per osservarlo bene.

 

“No, aveva il volto coperto da una sciarpa e aveva un grosso cappello. Posso dirti che aveva una voce parecchio strana.”

 

“Cioè?”

 

“Non lo so, l’aggettivo che mi viene in mente è falsamente bassa.”

 

“Uhm, va bene, ci penso io grazie.”

 

“Di nulla. Buonanotte a tutti.” Concluse Elizabeth prima di uscire nuovamente e di richiudersi la porta alle spalle.

 

Basil era rimasto immobile accanto all’uscio, lo sguardo perso su quel foglietto.

 

‘Ha ricominciato allora.’

 

“Basil, cosa dice il biglietto?” La voce di Cornelia lo risvegliò dallo stato di trance in cui si trovava.

Senza una parola, aprì il biglietto e lesse:

 

‘A mio modesto parere, la Banca avrebbe bisogno di un paio di guardie in più domani sera. A quanto pare non solo gli economisti si sono accorti del periodo di splendore che essa si trova a vivere.

 

Buona fortuna

B. B’

 

Nell’atrio cadde il silenzio. Come al solito, fu Topson a spezzarlo:

 

“Si riferisce al nuovo piano di Rattigan?”

 

“Suppongo di sì.”

 

“Come fai ad esserne sicuro?” si inserì Cornelia “Insomma, non è l’unico criminale a piede libero a Londra.”

 

“Lo so, ma è anche l’unico di cui si interessa B.B.” rispose Basil.

 

“E chi sarebbe?” chiese la ragazza.

 

“Il mio informatore di attività criminose a Londra. Erano dieci anni che non lo sentivo.”

 

“Quindi che si fa?” chiese Topson.

 

“Elementare, ci prepariamo a riceverlo. Allora, vediamo un po’, avrò bisogno della mia pistola, di una torcia e..”

 

“Anch’io dovrò cercarle in fondo al baule.” Fece Cornelia.

 

“Cosa? Ah no, questa volta no Cornelia.” esclamò Basil.

 

“Perché no?”

“Perché è troppo pericoloso e perché…”

 

“Abbiamo bisogno di qualcuno che controlli la casa, mentre noi siamo via.” Completò Topson prima che Basil ne avesse l’opportunità.

 

“Come?” chiese Cornelia confusa.

 

“Pensaci, mia cara. Se noi siamo tutti fuori, Rattigan potrebbe anche decidere di mandare una sua squadra qui a fare piazza pulita dell’intero archivio di Basil e tu sai quanto sia prezioso.”

 

“E’ vero, non ci avevo pensato. Ma allora, perché non chiamiamo la polizia?”

 

“Figurati se faccio entrare Scotland Yard in casa mia! In più ti ricordo che tu non dovresti essere qui, ergo, sarebbe meglio se non uscissi.”

 

Cornelia cercò disperatamente qualcosa che le potesse permettere di seguire Basil, ma alla fine si rassegnò ed annuì debolmente.

 

“Ottimo” esclamò Basil, dandole una leggera pacca sulla spalla. “Ora, che ne dite di pensare alla cena?”

 

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Qualche ora più tardi, Cornelia si trovava nel suo letto, tutta presa dalla lettura di uno dei suoi libri. Ad un certo punto, qualcuno bussò alla porta.

 

“Avanti” fece lei senza alzare gli occhi dal libro.

 

“Posso?” La testa di Basil fece capolino da dietro l’uscio.

 

“Prego” rispose lei, chiudendo il libro ed appoggiandolo sul comodino.

 

Il detective si avvicinò al letto e si sedette sulla sponda.

 

I due si fissarono per qualche istante, poi Basil disse:

 

“Non crederti che io sia tranquillo a lasciarti qui da sola.”

 

“E allora perché non posso venire con te?”

 

“Te l’ho già detto è troppo pericoloso. Senti, mi sono già trovato in situazioni simili ed ho visto molte persone morire così, per puro caso, per una pallottola vagante o un’esplosione. Ci sono troppi elementi a cui fare attenzione e questo ti impedisce di difenderti come normalmente faresti.”

 

“Ah, bene, perfetto,  ora sono veramente più tranquilla. Praticamente mi hai detto che vai a farti ammazzare e ti aspetti che io me ne stia qui bella tranquilla a ricamare o a fare l’uncinetto, parlando con le amiche di abiti e moda davanti ad una buona tazza di thè.” Rispose Cornelia, il sarcasmo evidente nella sua voce.

 

“Cosa ti ho detto? Che io ci sono già passato e so come cavarmela. Ho un paio di giochetti in camera mia che dovrebbero rivelarsi piuttosto utili.”

 

“Non fidarti troppo dei tuoi giochetti e promettimi di stare attento.” Disse Cornelia con gli occhi leggermente lucidi, abbracciandolo.

“Non ti vorrei perdere proprio adesso.”

 

“Come faccio a convincerti che non mi perderai? Ah ecco, forse ci sono.” Rispose lui e, con un sorrisetto, le si avvicinò e la baciò.

 

Cornelia si lasciò trasportare da quel momento e dopo un po’, anche se qualche brandello di incertezza rimaneva in lei, riuscì a convincersi che sì, sarebbe sicuramente tornato sano e salvo e che non poteva essere altrimenti.

 

Quando i due si lasciarono dopo essersi augurati la buona notte, non c’era quasi nessuna traccia di ansia, ma solo tanta, dolce tranquillità.

 

FINE DEL CAPITOLO.

 

Che ve ne pare? So di essere perfida a continuare ad aggiungere personaggi nuovi e ad aggiornare continuamente in ritardo ma ehi, continuano a venirmi nuove idee.

A proposito: come ho spiegato a Miristar, di recente mi sono informata in rete sul nostro caro investigatopo ed ho trovato un mondo intero riferito a lui: famiglia, avventure e persino il suo nome di battesimo. Molti di quelli/e che scrivono fanfiction su di lui si sono posti questo problema scrivendo storie relative alla sua vita privata e sembrano tutti concordi sul fatto che si chiami Sherringford (alcuni azzardano anche che, per secondo nome, abbia Constancius).

Scrivo queste cose perché volevo informarvi che, probabilmente, più avanti comincerò ad utilizzare anch’io questo nome. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ah, un’ultima cosa, il prossimo aggiornamento avverrà dopo il 12 settembre, perché, ragazzi miei, parto sabato per due settimane in Sardegna quindi…

BUON PROSEGUIMENTO DELLE VACANZE, UN ABBRACCIO

Bebbe5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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