Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Starfallen    16/02/2021    2 recensioni
Parigi 1780
Marinette è un esponente della nuova nobiltà -noblesse de robe - e come tale, lei e la sua famiglia sono trattati dagli esponenti dell'alta società parigina come gente di poco conto. Dovrà imparare a farsi strada tra gli intrighi e le maldicenze di quella che è si la corte più bella d'Europa ma allo stesso tempo un pericoloso covo di vipere.
Adrien Agreste, au contraire, ricco rampollo di una delle famiglie più in vista della corte, nato e cresciuto alla reggia di Versailles, mal sopporta gli obblighi che il suo titolo gli impone, pur sapendo di far parte di un mondo crudele, cerca in tutti i modi di evadere da quella scomoda realtà che pare idilliaca dall'esterno, ma è dura e spietata all'interno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
****
 
“Ricordami perché ho accettato di venire con te.” – “Perché sei la mia migliore amica e perché avevi bisogno di una ventata di normalità, dopo tutti quei thé a palazzo!” Marinette lanciò un’occhiata in tralice la sua amica che ricambiò con una strizzata d’occhio e una linguaccia giocosa.
 
“È vero che avevo bisogno di normalità, ma sant’iddio questo posto è sempre disgustoso!” disse coprendosi il naso con la mano, il tanfo che si respirava al mercato del pesce era sempre disgustoso, secondo solo alle concerie lungo la Senna, contando che erano quasi due anni che non ci metteva piede, doveva ammetere che quella era una delle poche cose della sua vecchia vita che non le mancava affatto.
 
Il famoso mercato del pesce di Parigi si svolgeva settimanalmente in Rue Daguerre, quel luogo era sempre affollato nonostante fosse uno dei punti più disgustosi della città, ma in quei giorni Marinette sarebbe andata dovunque pur di staccare dalla corte.
Non perché non si trovasse bene con le sue nuove amiche, ma riteneva giusto ricordarsi qual’era la realtà da cui arrivava..
 
“Marinette! Signorinella, cos’è mai tutta questa volgarità?” Marinette rise e le diede un leggero spintone: “Sbaglio o proprio tu paravi di normalità mia cara? E poi, siamo al mercato, s’insospettirebbero di più se mi mettessi a recitare i blasoni di ogni famiglia nobile del paese.” – “L’araldica proprio non ti va giù amica mia.” Rise euforica Alya.
 
“Decisamente no, e come se non bastasse quella sorcière vuole che le impari in ordine alfabetico…” disse Marinette con tono quasi sconfortato.
Avevano deciso di andare insieme al mercato per passare una giornata come ai vecchi tempi, approfittando di una rara giornata soleggiata di fine Febbraio, Marinette sorrise felice per quella ventata di normalità, finalmente si sentiva a suo agio e nonostante lo schifo di quel posto era contenta di essere li.
 
****
 
Il sole splendeva alto quella mattina, quasi non sembrava inverno, poteva sentirne il calore sul viso, era una sensazione piacevole. Non gli capitava di uscire spesso dalla reggia perciò voleva godersi quei rari momenti di libertà che aveva, e soprattutto ringraziare sua madre, con una scusa era riuscita a convincere il padre a farlo uscire.
 
“Non capisco Emilie, perché non puoi mandare un servitore in città invece di nostro figlio?” – “Semplice mon cher, perché i servitori parlano, spettegolano, sai quanto ci metterà la voce a fare il giro della reggia?” Adrien aveva origliato quelle parole che provenivano dalla stanza adiacente a quella in cui il giovane stava svolgendo i propri compiti di russo.
 
Di cosa stava parlando sua madre? E perché tanta segretezza?
“Ti prego Gabriel, lascia che sia lui ad andare.”  
 
Non sapeva il vero motivo di quella spedizione, o quali fossero i veri intenti dei suoi genitori, soprattutto considerato che non gli era stato spiegato nulla, se non che doveva recarsi dallo speziale per prendere delle erbe per la madre, e sicuramente non voleva deluderla.  
 
“Ehi amico, ci sei ancora?” la voce di Nino lo riportò alla realtà. Adrien aprì gli occhi e si voltò nella sua direzione: “Stavo solo respirando l’aria della libertà.” – “Come sei melodrammatico, infondo a palazzo non si sta poi così male.” – “Vero, ma fuori c’è un mondo!”
Nino gli rivolse uno sguardo beffardo, Adrien sapeva dove voleva andare a parare: “Un mondo fatto di belle cittadine!”
 
Adrien lo ignorò deliberatamente, si trinse il Tabarro nero in fenltro pesante e diede di speroni al cavallo che partì al galoppo lungo le strade poco trafficate dell’ancora periferia cittadina.
Dentro di se sperava di metterci più tempo possibile, per non dover dire addio così presto a quello sporadico alito di libertà.
 
Da lontano si incominciva ad intravedere la città, era dalla sera della festa in maschera al Palays de l’Operà che non ci si recava e, con la scusa che sua madre si fidava solo di lui per quella commissione aveva finalmente l’occasione per recarsi in città a cercare sia le erbe di cui necessitava lei, sia quella ragazza, anche se questa parte era quella meno facile da mettere in pratica, non conoscendo l’ubicazione della sua dimora ed essendo Parigi una delle città più grandi d’Europa non sarebbe stata un’impresa facile.
 
****
 
Le due ragazze voltarono l’angolo in direzione dell’ex locanda dei genitori di Alya, ora gestita da Nora, sorella maggiore della ragazza e dal marito.
Erano quasi arrivate al ponte, entrando nel Beaugrenelle, la locanda di Nora si trovava in Rue Duranton, non lontano da dove si trovavano: “Avevo dimenticato quanta strada ci fosse dal mercato alla locanda.” – “Mademoiselle è abituata bene ormai.” – “Sei una sfacciata! E se non ci fosse i rischio di rovesciare il panier uno spintone non te lo toglierebbe nessuno!”
 
Alya rise entrando nelle cucine della locanda: “Noraaa!! Siamo qui, e abbiamo il pesce!” la ragazza chiamò a gran voce la sorella.
Si avvicinò al tavolo dove appoggiò il panier, segiuta dalla sua amica: “Eccovi qui finalmente!” – una giovane donna molto robusta comparve sulla soglia della porta che dava sulla parte anteriore della locanda, pulendosi le mani sul grembiule che portava in vita – “Li avete pescati direttamente nella Senna?”
 
“Se devi avvelenare qualcuno basta che vai dallo speziale e chiedi della cantarella.” - Alya rubò uno spicchio di mela – “È a pochi metri da qui, non devi neanche cambiare arrondissement.” Marinette rise appena a quella affermazione, sapevano bene quanto fosse tossico il lungo Senna a causa degli scarichi delle concerie.
“Mettili pure nella ghiacciaia, quando tornerà Etienne se ne occuperà lui!”
 
“Allora ragazzine, come vanno le cose ai piani alti?” – “Oh, niente di entusiasmante, le giornate sono tutte uguali e le compagnie sono quasi tutte snob e tediose.” Disse Marinette mentre Nora serviva loro un bicchiere di latte: “Questi nobili, sono tutti uguali! Mi sorprende che non ti abbiano ancora venduta.”
 
Quelle parole fecero andare di traverso il latte a Marinette che cominciò a tossire: “Nora!! Marientte è ancora troppo giovane per sposarsi, ha compiuto dodici anni da nemmeno sei mesi.” Alya intervenne indispettita dalla pungente osservazione della sorella.  La donna inarcò un sopracciglio contrariata: “E allora? È grande abbastanza, anche la piccola Polignac* si è sposata l’anno scorso e non aveva nemmeno dodici anni.”
 
Marinette abbassò lo sguardo a disagio per quella constatazione, sapeva solo che i suoi non avevano ancora preso decisioni al riguardo, ma era ben conscia che sarebbe arrivato anche per lei quel momento.
Se doveva essere onesta con se stessa nemmeno lei sapeva a cosa sarebbe andata incontro, e nemmeno il perché i suoi genitori stessero procrastinando questo momento.
“Probabilmente la Polignac non ha nemmeno concesso alla figlia il tempo necessario a diventare una moitié femme!
 
Le due giovani si scambiarono uno sguardo interrrogativo non comprendendo il senso di quelle parole, poi guardarono Nora non comprendendo il senso delle sue parole: “Cosa intendi con moitié femme Nora? ” Chiese coraggiosamente Alya: “Nostra madre non te ne ha ancora parlato?” – “Evidentemente no, visto che non stiamo capendo.”
 
Nora sospirò quasi spazientita: “Allora, facciamo così” – Disse mentre si puliva le mani sul grembiule, poi prese un coltello e cominciò a tagliare le verdure da mettere nel pentolone – “Ne parlate con le vostre madri, e poi, se ne avrete, risponderò alle vostre domande più scomode.”
“Ma Nora, noi due abbiamo la stessa madre, perché non puoi dirmenlo e basta?!” – “ NO!” La donna fu irremovibile lasciando incuriosite e deluse le due giovani.  
 
****
 
“Allora le ha trovate?” – “Oui monsieur, trifoglio rosso, foglie di lamponi, foglie d’ortica, Agnocasto, Actaea, Cammissonia e more rosse.” Disse lo speziale, Adrien annuì soddisfatto.
“E per l’olio di lino?” – “Quello arriverà tra un paio di settimane.” – “D’accord!” - Il giovane estrasse dalla tasca il portamonete, si lasciò scivolare sul palmo guantato cinque luigi d’argento –“Ve lo pago comunque in anticipo, monsieur.” – esegui quel gesto con estrema naturalezza, senza aspettare la reazione dello speziale glieli porse .
 
“Mercì monsieur, buona giornata!” disse uscendo con in mano il suo prezioso acquisto.
“Eccoti finalmente!” – “Perdonami Nino, ma è stato necessario più tempo del previsto per trovare alcune erbe.” Adrien sistemò il saccetto in una tasca inerna del tabarro per essere sicuro di non perderlo. Nino aveva aspettato fuori per rispettare la riservatezza dell’acquisto e tenere il cavallo dell’amico.
 
“Hai trovato tutto?” – disse porgendogli i finimenti del suo destriero, il biondo prese le redini e accarezzò il muso dell’animale – “Si e no, dovremmo tornare tra un paio di settimane per l’ungueto.” – “Parfait! Così magari la prossima volta possiamo fermarci a bere qualcosa alla locanda qui vicino!” – “Si, possiamo….”
   
S’interruppe quando notò Nino intento a fissare qualcosa che si trovava probabilmente dietro di lui: “Nino? Sei ancora qui con me?” Cercò di riacquistare l’attenzione del suo amico, ma questi pareva in una sorta di trance.
“Adrien… ti direi di girarti, ma poi verremo scoperti.” – il biondo alzò un sopracciglio, cntinuava a non comprendere lo strano comportamento del suo amico – “Tra non molto capirai.” Sorrise beffardo il giovane indicando solo con un cenno del capo ciò che si trovava dietro di lui.
“Secondo te cosa voleva dire tua sorella?” – “Ah io proprio non né ho idea cara.” Adrien non potè credere alle proprie orecchie! “Questa voce…” Girò appena la testa e con la coda dell’occhio vide spuntare due fanciulle che, a prima vista potevano risultare due semplici popolane per come erano vestite, ma Adrien sapeva bene che per una di loro si trattava solo di una copertura.
 
“Non può essere….” – “Beh, caro il mio Adrien, pare che la fortuna ci abbia sorriso!” vide Nino lanciare una rapida occhiata, lui dal canto suo si girò di spalle per non farsi notare quando le giovani passarono loro affianco, sapeva di non essere una presenza gradita alla fanciulla, infatti ogni volta che l’aveva vista a corte o gli era capitato di incontrarla per i corridoi, non appena provava ad approcciarla lei si voltava o se ne andava, girando la testa stizzita.
 
La vide passare loro affianco, era vestita semplicemente, il corsetto era allacciato sul davanti e come il resto del suo abbigliamento s’intravedeva appena sotto il pesante mantello che le copriva le spalle, mentre i capelli che Adrien sapeva essere di un intenso nero corvino, erano nascosti da una deiziosa cuffietta.
 
“Che c’è? Hai paura che ti riconosca?” – “NO!” – si affrettò a giustificarsi il biondo – “È solo che… so di non andarle a genio, tutto qui.” Nino inarcò un sopracciglio a quella reazione: “Non ci credo!” – “Cosa?” Chiese il biondo quasi non cogliendo il perché di quella affermazione.
“Non ti sei chiarito con lei, non le hai detto che l’unica colpevole in tutto quello che è successo è Chloé!” – “No, non l’ho fatto, semplicemente perché non me la sento di denigrare così Chloé. Non se lo merita!”
 
“Stiamo parlado della stessa Chloé giusto? Alta più o meno così” – segnò pressapoco la sua altezza con una mano – “Capelli biondi, spocchiosa come poche?” – “Smettila Nino! Ti do ragione, ha un sacco di difetti, ma credimi, la conosco e so che è migliore di come si comporta.” Gli si dipinse in volto un sorriso triste a quel pensiero.
 
“Come no.” – disse Nino montando in sella al suo cavallo – “Tu resta pure qui a struggerti per la tua futura sposa, io nel frattempo voglio scoprire dove abitano quei deliziosi pasticcini.”
Non ebbe nemmeno il tempo di replicare che il suo amico diede di speroni e si diresse sulla Rue Monge, dove le due avevano svoltato.
Si diede uno scossone e montò anch’egli a cavallo e raggiunse il suo amico.
 
****

Uscirono dalla locanda piene di dubbi e di domande sul discorso che Nora aveva fatto loro, proprio non riuscivano a capirlo: “Secondo te cosa voleva dire tua sorella?” – “Ah io proprio non né ho idea cara.”
Erano sempre più perplesse, ma sicuramente ne avrebbe parlato con sua madre.
 
Svoltarono l’angolo in Rue Monge dirette sull’Ile de San Luois, verso casa di Marinette, era quasi ora di pranzo e suo padre, per quanto monsieur Dupain fosse tollerante verso la sua unica figlia diventava sempre più intollerante verso i suoi numerosi ritardi.
“Certo che però, potevi farci venire a prendere dalla carrozza!” – “Oh andiamo Alya, ti stai viziando troppo!”
Marinette diede un pizzico alla sua amica e prese a correre lungo la strada, ridendo: “Razza d’insolente!”
 
Alya la rincorse ridendo anche lei per quella piccola biricchinata, corsero entrambe finchè il fiato lo consentì, e quando entrambe furono esaute si fermarono per riprendere fiato.
“Uff… non è stata una grande idea correre!” – “Guarda che sei stata tu a cominciare!” scherzò Alya, tra un tentativo di regolarizzare il respiro e l’altro Marinette le sorrise: “Il vero colpevole è questo corsetto! Ti ricordi quando non eravamo costrette ad indossaro che corse riuscivamo a fare?” – “Vero, ma a cinque anni non c’è molto da reggere.”
Sorrise con fare maliziosamente allusivo.
 
“Beh, sicuramente tu non hai molto nemmeno adesso!” La punzecchiò Marinette: “Che razza di vipera che sei diventata!” – “Forse un po’.” – sorrise con fare innocente – “Però mi vuoi bene lo stesso!” – “Per tua fortuna è così!”
Prese sotto braccio l’amica ed entrambe ripresero la strada di casa.
 
Dopo circa un quarto d’ora di strada passarono il ponte dell’Ile e dopo altri cinque minuti di strada furono nei pressi dell’ Hôtel : “Vieni, entriamo dalla porta del giardino, voglio prendere delle melagrane dall’albero.”
Alya non obbiettò alla decisione dell’amica e presero la strada che conduceva all’entrata del giardino.
 
Entrambe inconsapevoli di essere state seguite.
 
****
 
“Dunque abita li.”

Adrien sorrise guardando le due giovani entrare da una piccola porticina del vecchio Hôtel Lambert: “E dunque, quali sono le tue intenzioni adesso che sai dove abita?” - chiese Nino – “Adesso torniamo a casa anche noi!”

****
 
 
*Aglé di Polignac, diventata – God know why -  Charlotte nell’anime di Lady Oscar, ma, a differenza di quanto accade nella serie, nella realtà dei fatti si sposa davvero a dodici anni con il duca de Gramont.
 
 
Considerazioni finali
 
Eccoci qui con un nuovo capitolo, visto che brava? Sono riuscita a finire di revisionarlo in quello che per me è un tempo record, dato che in questi giorni riesco ad avere più spazio da dedicare alla storia e ne sono felice.
Ma ora torniamo ai nostri personaggi, in questo capitolo abbiamo Marinette e Alya che si godono una spensierata giornata in città come “ai vecchi tempi”, ma anche qualcun altro è nei paraggi per un’importante missione.
 
Cosa dovrà mai farci Emilie con quelle erbe? E a cosa faceva riferimento Nora? Per avere le risposte non dovete far altro che restare sintonizzati.
 
Un caloroso Grazie a tutti coloro che lasceranno un commento, ma anche a voi lettori silenziosi, un abbraccio e al prossimo aggiornamento!
 
Starfallen

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Starfallen