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Autore: __Lily    18/02/2021    2 recensioni
[...] Era certa che uno come lui non sarebbe riuscito mai a considerare un essere umano suo pari ma per Rin, Sesshomaru provava del vero affetto, la giovane le aveva detto che per lui, lei era la cosa più preziosa a questo mondo. 

Rin, pregherò affinché tu possa trovare la pace che meriti lontana da lui - pensò silenziosamente la sacerdotessa ormai anziana e stanca. [...]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kaede, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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QUARANTA








Rin restò incosciente per alcuni giorni, giorni che per Sesshomaru trascorsero pieni di ansia e di tensione, giorni che passava al suo capezzale finché la cognata, Sango o Kaede non venivano a trovarla e solo in quei momenti il demone usciva anche se per poco tempo.
Il battito era tornato più regolare e il volto giallognolo aveva ripreso un colorito roseo ma ancora non si era svegliata.
Spesso si concentrava anche sul battito dei figli che come quello di Rin sembrava essere tornato quasi nella norma per quanto il cuore di un mezzo demone possa esserlo.
Molti anni prima mentre lottava contro Inuyasha per Tessaiga all’interno del corpo del padre aveva detto che non voleva nemmeno posare gli occhi su un abominio come lui, che non capiva perché amasse e proteggesse gli umani.
Erano cambiate così tante cose da allora, lui era cambiato.
C’erano altre vite che avevano valore ora per il demone cane oltre a quella di Rin e di Jaken, quella di sua nipote Kikyo era una delle più preziose per Sesshomaru, il suo pupillo e promettente sterminatore Kohuaku, la cognata e anche il fratello dopo tutto, le figlie del monaco e della sterminatrice.
Avrebbe difeso ognuno di loro se fosse stato necessario e tra non molto a quella lista si sarebbero aggiunte altre due persone.
«Presto» mormorò il demone stringendo la mano della moglie nella sua, «presto li conosceremo.»






Il sesto giorno Rin si svegliò, era l’alba di una mattina piovosa e fredda.
Sesshomaru era al suo fianco come sempre quando la sentì muoversi.
«Rin?» la chiamò il demone.
La giovane fanciulla impiegò qualche minuto a svegliarsi del tutto ma quando lo fece il volto di Sesshomaru fu la prima cosa che vide.
«Ciao» disse lei sorridendogli.
«Sei sveglia finalmente» rispose il demone per poi baciarla delicatamente.
«Quanto ho dormito?»
«Sei giorni ma ora sei sveglia.»
«Sei giorni?» chiese quasi sconvolta.
«Ne avevi bisogno.»
Intuendo che voleva tirarsi su la aiutò piano piano a mettersi seduta, poi la fece appoggiare contro il suo petto per farla stare più comoda.
«Dov’è Izayoi? E tuo padre?»
Era confusa, forse non ricordava?
«Siamo tornati a casa.»
«Oh io… non li ho salutati.»
Sesshomaru sorrise, Rin continuava ancora ad essere così ingenua e spontanea come la bambina che era in passato.
«Non devi preoccuparti di questo, non ora.»
«Gli abiti! Avevo promesso a Izayoi che-»
«Li ha presi Kagome e quelli» disse indicando una piccola pila di vestiti di varie grandezze e colori che si trovavano vicino al loro letto «sono per loro.»
Sesshomaru posò la mano sulla pancia di Rin, mancava sempre meno e la sua paura andava di pari passo con la voglia di conoscere quei figli.
«Non ho potuto darle nulla.»
«Le hai dato più di quanto pensi, le hai detto ciò che voleva sapere e ora il suo spirito sarà più tranquillo.»
«Non posso pensare che quel posto orribile esista davvero» rispose quasi con le lacrime agli occhi e nascondendo il volto nella spalla del marito.
«Allora non pensarci, abbiamo ancora tante cose da fare insieme.»
Lei annuì asciugandosi le lacrime, poi Sesshomaru chiamò Jaken che non appena vide Rin sveglia il suo voltò si colmò di felicità.
«Jaken va a dire a Kagome e gli altri che Rin si è svegliata e sta bene.»
«Con estrema gioia padron Sesshomaru» rispose il kappa sorridendo a Rin, poi uscì dalla loro casa per andare a chiamare Kagome e tutti gli altri che volevano bene a quella coppia.






La notte il principe dei demoni non riusciva a dormire.
Osservava la moglie che di tanto in tanto si girava nel letto sussurrando frasi che non capiva del tutto, osservava la sua pancia ormai così grande che conteneva i loro bambini e di tanto in tanto vedeva i figli muoversi e si chiedeva se non sentisse male ma Rin non si lamentava mai.
Era uscito fuori a osservare la luna, sua madre aveva tentato di avvicinarlo di nuovo ma non aveva voluto saperne ma forse un giorno, be’ forse un giorno avrebbe potuto parlarle ancora ma non per il momento di certo.
Voleva andare da lei e punirla ma Rin non aveva voluto, era sua madre ed era la nonna dei loro figli.
La luna era quasi piena e alta nel cielo, le stelle erano ben visibili e le nuvole sembravano starsene lontane quella notte dal villaggio di Musashi.
Respirò l’aria cercando di non pensare a ciò che li aspettava a breve, un demone poteva avere tanta paura per una cosa così naturale?
Se fosse accaduto il peggio avrebbe potuto amare quei bambini?
La risposta era scontata: .
Loro sarebbero stati la sua unica ragione di vita se Rin…
Un rumore lo distrasse dai suoi pensieri, piccoli piedi che calpestavano l’erba umida della notte, non si voltò ma aspettò in silenzio che lei lo raggiungesse.
Rin non disse nulla si limitò a prendere la sua mano e a stringerla nella sua e ancora una volta si chiese come avesse fatto quell’umana e il suo calore a farlo capitolare?
Come era stato possibile che quella bambina a cui aveva salvato la vita dieci anni prima ora fosse diventata tutto per lui?
Certo Rin da quel momento era sempre stata importante tanto che persino Naraku si era servito di lei per cercare di sconfiggerlo ma questo… no questo non lo aveva mai ritenuto possibile.
«A cosa pensi?»
«A te» rispose Sesshomaru senza smettere di osservare le stelle.
Sentì Rin sorridere.
«Avresti potuto farlo restando al caldo però.»
«Mi serviva un po’ d’aria fresca. Non saresti dovuta uscire» rispose per poi avvolgerle intorno al corpo la coda.
Sentì la mano libera di Rin stringerla a sé.
«Ho paura per te» disse infine il demone.
«Non devi, starò bene» rispose cercando di essere il più possibile convincente «ho assistito a molti parti so cosa aspettarmi e poi Kagome e Sango saranno con me.»
«Anch’io.»
Sorrise ancora, «non puoi per quanto lo vorrei.»
«Credi davvero che qualche stupida usanza mi impedirà di starti accanto?»
«Non è solo per quello» disse Rin cercando lo sguardo del marito.
«Per cosa?»
«Non voglio che tu mi veda in quel modo, so che il tuo udito è più fine di quello umano e che sentirai comunque ma-»
«Sciocca qualche urlo non mi farà scappare di certo via da te.»
«Sarà più di qualche urlo» ammise lei, non voleva che Sesshomaru la sentisse urlare, che la vedesse tutta sudata e stanca ma al tempo stesso desiderava ardentemente che il marito restasse con lei.
«Non me ne andrò lo stesso Rin.»
«Kagome-»
«Ci penserò io a Kagome e a Sango e a chiunque altro proverà a cacciarmi via, altrimenti ti rapirò.»
«Ah sì? E dove mi porterai?» chiese curiosa la moglie con un po’ di malizia.
«Alla nostra radura, quello è il nostro posto.»
«Il nostro posto» sussurrò guardando il cielo scuro e le stelle che splendevano così lontane da loro, sentì i bambini scalciare e sorrise felice a suo marito.
«Fa male?» chiese infine Sesshomaru, non sopportava l’idea che soffrisse anche se sapeva bene che sarebbe accaduto, ma questo non sembrava spaventare la moglie.
Come può essere tanto calma mentre io ho così paura? - si chiese il demone osservando Rin coccolata dalla sua coda.
«No non proprio, non so come spiegarlo. E' come sentire un piccolo vuoto inizialmente e poi a volte qualche calcio ma non fa male» rispose sorridendogli, «in realtà quando non li sento muovere… preferisco che si agitino un po’.»
«Voglio solo che stiate bene Rin.»
«Lo so e ti prometto» disse fissando negli occhi il marito «che staremo bene tutti e tre.»





Era un pomeriggio come tanti altri, Sesshomaru era uscito per allenarsi su insistenza della moglie e Kagome era andata da lei assieme alla nipote.
Aveva preso Kikyo in braccio e anche se caminava ormai le piaceva essere coccolata, quando all’improvviso sentì una fitta fortissima che le tolse quasi il fiato.
«Rin?» la chiamò Kagome preoccupata poi prese subito Kikyo.
«Kagome i bambini-» ma non riuscì a terminare la frase, il dolore era troppo intenso, non aveva mai sperimentato nulla del genere.
Sì aveva assistito a innumerevoli parti ma sentirlo… no nemmeno l’aggressione die lupi era stata tanto dolorosa.
Con le mani strinse forte la stoffa del kimono.
Kagome posò la figlia a terra lontana dall'entrata e senza perderla di vista preparò un futon per Rin e solo quando lo ebbe disteso bene aiutò la cognata a sdraiarsi lì.
«Rin guardami andrà tutto bene, adesso riporto Kikyo a casa il più veloce possibile e torno qui. D’accordo?»
«Sì» rispose Rin quando finalmente il dolore si calmò.
Kagome prese la figlia in braccio e camminando il più veloce possibile si avviò verso casa.
«Resisti» disse pensando alla cognata che ora era sola.
Quando fu a metà strada incrociò Sesshomaru e gli corse subito incontro.
«Sesshomaru!»
«Kagome che succede? La bambina sta male?» domandò il demone vedendola così agitata mentre gli correva incontro con la nipote in braccio.
«No ma Rin… devo tornare da lei, porta Kikyo da Inuyasha e di a Sango di raggiungermi.»
Per qualche istante il demone impallidì e il suo sguardo sembrò diventato di pietra.
Dunque era il momento? I suoi figli stavano davvero per nascere?
«Sesshomaru!»
«Dammela» disse allungando le braccia e prendendo la nipote e senza aggiungere altro si librò in aria stringendo Kikyo a sé.
Rin - quello era il suo unico pensiero, il nome della persona che amava di più anche più della sua stessa vita.
Volò veloce per quanto possibile, non voleva che la nipote si ammalasse o avesse paura lei sembrava tranquilla anzi quasi divertita da quel cambiamento, agitava le piccole mani paffute cercando di afferrare le nuvole o gli uccelli e emetteva gridolini di gioia per qualcosa che Sesshomaru non comprendeva.
«Quando sarai più grande ti piacerà ancora di più» disse dimenticando per un momento ciò che stava accadendo.
Scese piano, entrò in casa di Inuyasha spiegando velocemente la situazione e gli diede Kikyo dopo averle dato un bacio poi volò da Sango che stava riposando su un prato con il figlio più piccolo in braccio mentre le gemelle correvano da ogni parte.
«Sango» la chiamò il demone facendola sussultare.
«Sesshomaru cosa fai qui?»
«Rin sta per partorire, Kagome vuole che tu la raggiunga.»
«Oh! Aspetta solo un momento, lascio i bambini a Miroku e andiamo subito da lei.»
In effetti la sterminatrice fu veloce, il monaco la sostituì e non sembrò dispiacergli.
Sango si incamminò ma Sesshomaru la prese e volò nuovamente via verso la sua casa, verso Kagome e Rin che in quel momento lo stava aspettando.








 

Penultimo capitolo della mia storia! Ma non temete perché appena finita tornerò con una nuova storia sulla Sessrin ma soprattutto su Setsuna la mia gemella preferita! Se vorrete seguirmi tenete d'occhio la mia pagina EFP, per ora ho già buttato giù quasi tre capitoli!
Vi ringrazio ancora e vi lascio con una piccola anticipazione.


[...] 
Vide il suo volto pallido e i capelli scuri come quelli di Rin, era una bambina perfetta come poteva non vivere?
Se qualcuno doveva essere punito quello era lui non sua figlia.
Il suo sguardo si posò sull'altra figlia, si concentrò sul suo cuore, come poteva quella benedizione essere diventata una maledizione? Come poteva rinunciare così all'altra bambina?
Assottigliò lo sguardo dorato.
«Forza piccolina so che puoi farcela» disse Kagome.
Non pianse infondo non lo aveva mai fatto, nemmeno quando Rin era morta per la seconda volta anche se il suore era a pezzi il grande Sesshomaru non piangeva
[....]

  
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