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Autore: LorasWeasley    20/02/2021    2 recensioni
AU [Daisuga | Kuroken | Bokuaka | Iwaoi | Tsukkiyama]
[Accenni: Matsuhana | Tanakiyo | Kagehina | Sakuatsu | Osasuna | Ushiten | Semishira etc..]
Il racconto di un'estate tra relazioni, litigi, partite di Beach e scommesse.
Faranno la loro comparsa quasi tutti i personaggi e quasi tutte le coppie più amate.
Con Mattsun e Makki che si ritroveranno ad occuparsi di un Oikawa che non vuole far altro che dare fastidio a Iwaizumi.
Daichi che verrà intetterroto ogni volta che proverà a chiedere un appuntamento a Suga.
Kuro e Kenma che dovranno gestire i loro gatti e Bokuto, il quale non vuole altro che ottenere un pó di attenzione da Akaashi.
Tsukishima che dovrà venire a patti con i suoi sentimenti e molto altro...
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoba Johsai, Karasuno Volleyball Club, Nekoma
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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13. Quella volta che Daichi si trovò a un appuntamento con più di 20 persone (parte2)

Una volta che tutti ebbero finito di mangiare, avevano iniziato a girare tra le bancarelle e giochi disperdendosi.
Kuro aveva le braccia piene di peluche mentre Kenma svuotava il gioco dell’artiglio, aveva detto “è semplice, basta capire il meccanismo come nei videogiochi” e gli era bastato muovere un po' il braccio meccanico con i pulsanti per prenderci la mano.
Avrebbe continuato a giocare se il proprietario non li avesse cacciati via.
-Che ne facciamo di tutti questi?- chiese a quel punto Kuro cercando di non far cadere i premi dalle sue braccia.
Kenma li guardò per bene, estrasse un gatto tigrato dal mucchio annunciando –Io voglio questo, gli altri possiamo regalarli.
E fu così che Yamaguchi ricevette un peluche di dinosauro perché “Aaaah, a Tsukki sono sempre piaciuti i dinosauri” e Kenma gliel’aveva dato senza problemi dicendogli di regalarlo al biondo.
Hinata ricevette una carota con degli occhi e delle braccia stilizzate, Kageyama disse che era perfetta per lui e Hinata rispose prendendo il peluche di una mucca dal mucchio per regalarglielo.
A Bokuto venne dato un gufo, mentre Akaashi cercava di nascondere le sue risate per la velata presa in giro del suo amico.
Oikawa strillò quando vide i due peluche degli alieni e Kenma fu più che felice di darglieli, la parte difficile venne quando il castano cercò di convincere Iwaizumi a prenderne uno.
Yachi ricevette il peluche di un sole e Suga quello di un cane.
Matsukawa chiese di poter prendere il peluche di Winnie the Pooh per poi regalarlo a Hanamaki.
Tanaka non prese nulla perché aveva deciso di voler vincere qualcosa lui stesso per Shimizu.
Si impegnò dando il massimo nel gioco dove si dovevano colpire più lattine con le pistole a palline, l’unica cosa che riuscì a vincere però fu un portachiavi.
Era depresso per la situazione, ma quando la ragazza scelse quello con una palla di pallavolo e lo ringraziò con un sorriso, la sua giornata tornò a migliorare.
Hinata vinse tre pesci rossi in un gioco di pesca, Yamaguchi fece lo stesso, ma li regalò a una bambina che non aveva vinto nulla, sia perché stava piangendo sia perché lui non era certo di riuscire a far sopravvivere dei pesci, non con Float comunque.
Hinata passò la successiva mezz’ora a cercare dei nomi perfetti per i tre, per non parlare del dramma quando uno di questi morì.
Kindaichi convinse Iwaizumi a fare il gioco per vedere la propria forza.
Quel gioco dove dovevi dare un pugno alla palla da boxe e sullo schermo spuntava un punteggio.
Iwaizumi all’inizio non sembrava molto convinto, ma dopo vari incoraggiamenti decise di accontentarli, si alzò le maniche della maglia a maniche corte che indossava, arrotolandole sulle spalle e fletté i muscoli per colpire il bersaglio.
Inutile dire che fece il record della serata raccogliendo diversi applausi dal piccolo pubblico che si era fermato per guardarlo.
Hanamaki appoggiò il braccio sulla spalla di Oikawa e con un sorrisetto divertito lo avvertì –Guarda che stai sbavando.
Il diretto interessato neanche cercò di fingere che non fosse così mentre manteneva lo sguardo fissò su Iwaizumi, il quale sembrava imbarazzato dal proprietario del gioco che al microfono stava elogiando il suo nuovo record, disse in un mormorio –Dio, da quelle braccia mi farei sbattere su qualsiasi superficie disponibile.
Kindaichi, che si trovava a portata d’orecchio, soffocò con la sua saliva.
Poco dopo un bambino che poteva avere dai 10 ai 13 anni si fermò davanti a Kenma, strabuzzò gli occhi e lo indicò mentre iniziava a dire a sua madre –Mamma! Mamma! Lui è Kodzuken!
E fu così che Kenma, con le guance rosse per l’imbarazzo, si trovò a gestire un suo piccolo fan, l’imbarazzo aumentò quando sentì Kuro ridere da qualche parte al suo fianco. Parlarono per diversi minuti dull’ultimo gioco che stava recensendo, poi gli fece un autografo e gli regalò il peluche di gatto che aveva scelto per sé stesso.
Quando la famiglia si allontanò Kuro prese la mano di Kenma –Pensavo che lo volessi tu quel peluche.
-È un mio fan, saprà prendersene cura.
-Così adorabile- borbottò l’altro lasciandogli un bacio tra i capelli.
Infine si divisero in dei piccoli gruppetti, ognuno aveva voglia di fare cose differenti e non avevano tutto quel tempo, stabilirono quindi un orario per rivedersi al parcheggio e presero diverse strade.
Akaashi non era certo di come si fosse ritrovato solo con Bokuto, sapeva solo che l’attimo prima l’aveva seguito mentre si avvicinava a una fontanella per bere e l’attimo dopo tutti gli altri erano scomparsi.
La fontanella in questione era in mezzo a una delle tante radure, la gente era molto di meno e comunque abbastanza lontano da loro, quindi Akaashi decise di esprimere tutti i dubbi che lo attanagliavano da quando si era svegliato quella mattina.
-Bokuto- lo chiamò incerto.
Bokuto alzò lo sguardo su di lui, con il braccio si asciugò le labbra dalle gocce che gli stavano cadendo sul mento –Dimmi.
-Riguardo a ieri sera…- un leggero rossore coprì le guance di Bokuto, ma lo sguardo di Akaashi era basso e c’era poca luce perché lo notasse –Puoi dirmi quello che è successo?
-Uh?- Bokuto si aspettava diverse domande, ma non proprio quella –non ricordi nulla?
Akaashi scosse la testa imbarazzato.
-Allora come sai di dover chiedere a me?
Akaashi si passò una mano tra i capelli –Mi sono svegliato indossando una tua maglia… Immagino che debba significare qualcosa.
Bokuto non rispose subito e il corvino continuò –Spero di… non averti messo a disagio o aver fatto qualcosa di sbagliato.
Sorrise e lo rassicurò tranquillo –Non preoccuparti, non hai fatto nulla che non avrei fatto anch’io.
Akaashi lo fissò sbattendo le palpebre, poi fece presente –Questa non è una vera risposta.
Bokuto rise –Se vieni con me sulla ruota panoramica, ti dico cosa mi hai detto.
Akaashi alzò gli occhi al cielo, ma non poté far nient’altro se non seguirlo.
 
Quando Kenma adocchiò lo zucchero filato colorato a forma di gatto che stavano facendo in una bancarella, strabuzzò gli occhi sorpreso e si girò a guardare Kuro.
Non ebbe bisogno di chiedere nulla, i suoi occhi parlavano da sé.
Kuro rise, aveva mangiato solo poco prima il suo pezzo di crostata alle mele, ma non glielo ricordò e si mise in fila per comprargli il nuovo dolce.
E quando il biondo lo ricevette sembrava più felice di un bambino a Natale.
Prima ancora di mangiarlo gli fece un set fotografico con il cellulare e poi diede finalmente il primo morso.
Nel frattempo si erano spostati per sedersi su una panchina più appartata, aveva iniziato a soffiare il vento più fresco e, nonostante fosse un sollievo dopo quelle giornate afose, Kenma si strinse comunque contro il corpo del suo ragazzo.
Kuro gli mise il braccio intorno alle spalle mentre accettava il dolce che gli era stato offerto e mordeva un orecchio del gatto direttamente dalle mani di Kenma.
Questo fece un leggero broncio per aver preso proprio quella parte, ma non se ne lamentò solo perché era stato lui a comprarglielo.
-Ieri mi ha scritto Yamamoto, ho visto il messaggio stamattina, chiedeva se potevano farsi qualche giorno come l’anno scorso.
-Lui, Fukunaga e Inuoka?- domandò Kenma per accertarsene, mentre finiva di leccare il bastoncino.
-Si, al solito- rispose Kuro.
-Per me possono stare tutto il tempo che vogliono, ma sanno di doversi accampare sul divano o in giardino e sparire quando faccio le mie dirette, si?
Kuro rise –Bè si, dovrebbero essere abituati.
Kenma alzò le spalle –Se a loro sta bene… sono talmente alti che neanche per uno di loro va bene il divano- rimase qualche secondo in silenzio perso nei suoi pensieri, poi li disse ad alta voce –Stavo pensando a quella casa dove si era incastrato Yaku. Kinoshita ha detto che non viene quasi mai affittata, sarà piccola ma se hanno i soldi e vogliono restare di più, potrebbero prenderla per qualche settimana. Non che non li voglia in casa, ma penso che possano vivere meglio così.
-Mmmh- Kuro ci pensò su –In effetti non è una cattiva idea.
-E Yamamoto potrebbe finalmente portare le ragazze li. Inoltre, se Bokuto e Akaashi iniziano a scopare diventerà imbarazzante per noi, figurati per loro.
Kenma alzò un sopracciglio fissandolo curioso –Cosa sai di preciso?
-Oggi pomeriggio Bokuto mi ha raccontato di ieri sera…
-Di te che vai fuori di testa perché non mi trovi?- lo prese in giro Kenma.
Kuro ebbe la decenza di arrossire –Anche… Ma non sai quello che gli ha detto Akaashi!
Kenma rise –E tu non sai quello che Akaashi ha detto a me!
E passarono la serata così, a parlare e scherzare un po' di tutto. Ed erano proprio questi i momenti quotidiani in cui ricordavano perché erano innamorati l’uno dell’altro.
 
Akaashi ringraziò l’addetto alla giostra che gli chiuse la sbarra e controllò che fosse in sicurezza.
La ruota panoramica iniziò a girare e solo a quel punto Akaashi domandò nuovamente –Quindi? Perché devi raccontarmi quello che è successo ieri qui sopra?
Bokuto sorrise –Perché così non puoi scappare.
Le mani del corvino si strinsero sulla sbarra in metallo. Non era più sicuro di volerlo sapere.
Ma non disse nulla e lasciò che Bokuto continuasse.
Il ragazzo dai capelli tinti aveva alzato lo sguardo per  fissare le stelle, Akaashi le poteva vedere brillare nei suoi occhi, senza togliere lo sguardo dal cielo iniziò a parlare –In realtà non hai davvero nulla di cui preoccuparti- gli fece presente –Eri abbastanza ubriaco quando ti ho trovato. Eri anche senza camicia, dicevi che avevi caldo e ti ho preso un bicchiere d’acqua. Poi abbiamo ballato e ti ho prestato la mia maglia. Hai detto diverse cose, ma eri davvero molto ubriaco, quindi non ci ho dato molto peso…
Akaashi lo scrutò a fondo, era sicuro che gli stesse nascondendo qualcosa.
-Dimmi cosa ti ho detto.
Bokuto cedette quasi subito, sospirò e imbarazzato gli lanciò un breve sguardo –Mi hai chiesto di baciarti.
Ad Akaashi mancò il respiro. Quasi tentennante chiese –E tu non l’hai fatto?
-Certo che no!- si infervorò l’altro, come se lo stesse accusando di qualcosa di orribile –Non volevo di certo che fosse quello il nostro primo bacio! Te ne saresti potuto pentire o, peggio ancora, prendertela con me per essermene approfittato!
Il corpo di Keiji stava andando a fuoco. Bokuto era talmente prezioso…
-Ma se tu lo volessi ancora… potrei baciarti adesso.
E Akaashi sapeva di conoscere tantissimi motivi per il quale non sarebbe stata una buona idea.
Ma era su una ruota panoramica con il ragazzo per il quale aveva una cotta, le stelle brillavano nei suoi occhi, i fuochi d’artificio furono sparati in cielo proprio in quel momento e Akaashi si sentiva così tanto dentro un commedia romantica da poter solo rispondere “sì”.
E il bacio che ne seguì, probabilmente grazie anche a tutto il contesto appena descritto, fu perfetto.
Talmente bello che Akaashi era certo non l’avrebbe mai più dimenticato.
Quando si staccarono, Bokuto lo stava fissando come se fosse tutto quello che aveva sempre desiderato.
Akaashi si sentì tremendamente in colpa, ma sapeva di dover mettere subito le cose in chiaro per non illuderlo ulteriormente e, dopo essersi morso il labbro, sussurrò –Non posso iniziare una relazione.
-Eh? Perché?- domandò Bokuto davvero confuso.
Akaashi non rispose, non era un argomento che avrebbe trattato, non ne aveva parlato neanche con Kenma, di sicuro non ne voleva parlare con Bokuto. Non in quel momento comunque.
Bokuto però non sembrò offendersi o preoccuparsi di quella reazione.
Si ritrovò a chiedere –Allora perché non stiamo insieme solo questa estate?
Akaashi lo fissò quasi scioccato –Cosa?
-Si, sai… Tu mi piaci e io ti piaccio. E vivremo nella stessa casa per i prossimi due mesi. Perché quindi non rendere le cose facili? Un sacco di persone hanno delle storie estive.
Keiji era sicuro che Bokuto non era il tipo di persona da avere una “semplice storia estiva” e sapeva anche che tutto quello non sarebbe finito per nulla bene, ma era una proposta talmente allettante che decise di ignorare i vari campanelli d’allarme e si ritrovò a rispondere –Va bene.
 
Quando infine tornarono al villaggio non era neanche troppo tardi.
Si erano salutati precedentemente quindi ognuno tornò direttamente nella propria casa.
Sia Daichi che Hanamaki posteggiarono nello stesso momento uno di fronte all’altro.
I ragazzi iniziarono a scendere dalla macchina e il silenzio della notte era interrotto dai lamenti di Oikawa che si lamentava di Iwaizumi.
-È proprio stronzo- stava dicendo –che gli costava lasciarmi a casa?
La coppia che viveva con lui sospirò afflitta dal suo comportamento –Ma se abbiamo lasciato Kunimi e Kindaichi a casa sua, era normale che tu dovessi venire con noi in macchina, poi per cosa ti stai lamentando? 100 metri?
Oikawa non sapeva come ribattere, quindi si limitò a mettere il broncio, incrociare le braccia e dirigersi dentro casa.
-E non mettermi il broncio in quel modo!- lo inseguì Hanamaki come se stesse rimproverando un figlio.
Matsukawa si scusò con gli altri, li salutò e si chiuse il portoncino alle spalle per seguire dentro gli altri due.
Nel frattempo dalla macchina di Daichi erano scesi tutti, Asahi stava cercando le chiavi per aprire il cancelletto mentre Ennoshita e Noya erano nel pieno di una conversazione su Tanaka e Shimizu.
Daichi fece segno con la testa a Suga di farsi un po' più distanti per parlare e, quando si ritrovarono uno di fronte all’altro, Daichi si mise le mani in tasca e abbassò lo sguardo quasi in imbarazzo.
Gli aveva chiesto di lui di seguirlo ma in realtà non aveva idea di cosa dirgli.
Suga lo tolse dal suo impaccio guardandolo con un gran sorriso per poi parlare per primo –Grazie per avermi invitato, è stato divertente.
-Sì, sai…- il moro si passò una mano tra i capelli corti, Suga lo fissò curioso aspettando che continuasse.
-In realtà…- e Daichi voleva davvero dirgli tutto, dirgli che quello doveva essere un appuntamento perché  si era interessato a lui dalla prima volta che l’aveva visto.
Gli avrebbe detto ogni cosa, se solo la voce di una ragazza non avesse chiamato il suo nome.
E Daichi sapeva di poter riconoscere quella voce ovunque.
Suga la notò prima ancora di lui, alzò un sopracciglio quando vide la nuova ragazza dai capelli corti correre, Daichi fece in tempo a girarsi verso di lei che questa gli saltò addosso facendosi prendere in braccio mentre lo abbracciava.
-Yui?- domandò il moro sorpreso –Che ci fai qui?
La ragazza rimise i piedi a terra, ma rimase abbastanza vicina al corpo del ragazzo –Sono tornata- disse, come se questo spiegasse tutto –Avevo scritto ad Asahi chiedendogli dove potessi trovarti e lui ha detto che eravate fuori, quindi ti stavo aspettando.
Quando Daichi si girò per fulminare con lo sguardo il diretto interessato, questo abbassò la testa in una muta scusa.
La ragazza nel frattempo vide Suga e iniziò a parlare con lui –Oh scusa, che maleducata, sono Yui Michimiya, la ragazza di Daichi, tu sei?
E Suga non riuscì a rispondere, le parole gli rimasero bloccate in gola quando si congelò nel sentire “la ragazza di Daichi”.
Fortunatamente lei non si accorse della sua reazione perché Daichi aveva subito corretto –Ci siamo lasciati due anni fa.
Lei sventolò la mano in aria come se non fosse importante –Dettagli. Non ci siamo mai lasciati ufficialmente, ci siamo allontanati. Ma adesso sono di nuovo qui.
Suga si schiarì la gola, non era certo di voler ancora rimanere li –Probabilmente avrete tanto di cui parlare- fece uno dei suoi tanti sorrisi di circostanza –vi lascio soli.
-Suga aspetta- lo richiamò Daichi quando Suga gli aveva già dato le spalle.
-Tranquillo, ci vediamo domani a mare. Buonanotte ragazzi.
Si incamminò verso casa con Nishinoya che gli trotterellava accanto dopo aver augurato anche lui la buonanotte agli altri.
Suga per un attimo ebbe paura che le sue emozioni potessero essere lette abbastanza facilmente, ma Noya era ancora perso nel suo mondo e nei suoi monologhi su Shimizu e su quanto Tanaka fosse fortunato, talmente preso che Suga non dovette neanche fingere di ascoltarlo e dargli delle risposte.
Si rese conto che quello con Daichi era partito come un flirt quasi scherzoso, non credeva che sarebbero mai arrivati a qualcosa.
Ma quando quella ragazza era spuntata dal nulla, ci era rimasto talmente male da capire che non vedeva più quel flirt  come uno scherzo da ormai diversi giorni.


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n.a. Come promesso eccomi qui!
Volevo solo dirvi di non odiare Yui, è un bel personaggio e non sarà stronza (nonostante la sua entrata in scena), non vuole mettersi in mezzo alla Daisuga, capirete perché ha detto quelle cose. Per la coppia invece mi dispiace un sacco (ma mi diverto anche) di averli sempre interrotti, ma questo li farà legare ancora di più. Già Suga è passato dal pensare di volere una relazione estiva al rendersi conto che forse vuole di più.
Alla prossima! Deh
  
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