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— Proiettile
Personaggi:
Sakunosuke Oda, Soseki Natsume
Canzoni: Run Boy Run ~ Woodkid
Numero parole: 591
Domani
è un altro giorno
E tu non dovrai
nasconderti
Sarai un uomo, ragazzo!
Domani è un altro giorno
E quando la notte svanirà
Sarai un uomo, ragazzo!
Molti
credono che tu non
abbia un’anima; e tutte le volte che hai fissato il tuo
stesso riflesso
emergere da sangue innocente — un fantasma senza voce,
un’ombra informe che si
mette in fila con le altre —, se n’è
convinto anche il cuore.
Tanti dicono che non ti
puoi più salvare, dannato come sei; eppure, ora è
evidente che qualcuno crede
diversamente e con calme parole ti ha mostrato una realtà
opposta.
Nessuno, in questa sera
che sta divenendo notte, può vederti mentre cammini su una
spiaggia inumidita
dall’acquazzone appena cessato: sei solo ad affrontare il
turbamento, a sentire
un dolore che non avresti mai immaginato di poter provare.
Essere pronti a tutto non
vuol dire sapere che cosa ci attende, né che un giorno il
proprio mondo vada in
frantumi — di certo, non attraverso la gentilezza.
Come ci si sente a
trovarsi dalla parte di chi il proiettile lo riceve, vittima di un
colpo e un
bacio ben diverso da quello del metallo, più veloce e
devastante?
Cosa provi ora che il mormorio
dell’oceano è flebile, allontanato dalle parole di
un uomo per nulla diverso
dagli altri — o così hai creduto? Nessuna
implorazione ti ha mai fatto cambiare
idea davanti agli ordini, non un’esitazione ti ha mai
attraversato la mente: le
macchine agiscono e basta, non si creano strani perché, non
si fermano davanti
al respiro di una vita… ma tu, caro ragazzo, non sei più
ciò che eri.
Che si dica pure che non
possiedi un’anima: chi non ti vede mentre tremi non
può immaginare che ora la
pistola è divenuta pesante e ti lacera il fianco, non
può comprenderti mentre
vacilli al pensiero di prendere una penna in mano e aprirti una strada
diversa,
che conduca via, lontano da qui. Di certo, dici e ripeti a te stesso,
si è
trattato solamente di un sogno: reale e profondo, disturbante, ma che
rimane
lontano dal vero. No, non può essere reale, tu sei nato per
uccidere…
… Non per sentirti
fragile come cristallo, non per tutto questo.
«Stai bene, ragazzo? Respira
forte.»
Lo sguardo dell’uomo, lo
stesso che ti ha parlato qualche ora prima, non ti lascia andare un
istante e
penetra sempre più in profondità nella carne,
ignorando ossa e muscoli, dritto
a un cuore che non riconosce più nulla di ciò che
riceve e dà.
Anche questo non è reale,
forse, ma per la prima volta da anni senti il
bisogno di urlare tanto da
ferire i polmoni e, forse, impazzire; le onde
tacciono, si sciolgono
lontano.
Eppure, sei appena
divenuto consapevole che non si può fuggire sempre, che a
volte accettare,
maturare, evolversi è quello che più si vuole:
dentro di te, in realtà, cosa
stride di più? Il turbamento di ora, o i fantasmi
dell’allora? Qual è la voce
che fa più male, la nota fuori coro, che non ti appartiene?
Quale scelta ti
renderebbe più felice?
La verità difficilmente
giunge senza prezzo, né con una moneta di bassa lega.
Riposa, ragazzo, stenditi
sulla spiaggia e lascia che la notte passi indisturbata: al mattino, ci
sarà
una storia ad aspettarti e un capitolo da scrivere — tocca a
te, ora.
Lascia crescere le
sensazioni che sai di non poter estirpare, prendile per mano e
conducile
ovunque tu voglia: sei nato sotto l’occhio di queste stelle,
e nella corsa
della tua nuova vita, un giorno ne scoprirai il motivo.
ANGOLO
DI MANTO
Salve
**
Finalmente posso ritornare ad aggiornare la challenge, e quale miglior
occasione per ripartire, se non iniziando (assai timidamente e
timorosamente) proprio
dal mio adorato Oda? ♥ Su questa shot non so bene cosa dire,
perché ho sempre
trovato i momenti tra Oda e Natsume talmente profondi che mi ci sono
avvicinata
in punta di piedi, nonostante la grande voglia di parlarne.
Non ho mai pensato di farla lunghissima, bensì di trattare
l’inizio di
una lunga notte colma di pensieri e considerazioni, completamente
diverse tra loro
ma comunque devastanti; e per il resto, di lasciare al canon quanto
già detto
dagli autori dell’opera, di certo più capaci di me.
Verrà il giorno dove tratterò di Oda senza
provare un’enorme paura di
rovinare il suo personaggio? Può darsi *fugge via*.
Un abbraccio,
Manto