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Autore: LadyGwen92    03/03/2021    5 recensioni
Ora Sakura sapeva perché Tsunade non voleva una vergine in questa missione. Le cose potrebbero sfuggire di mano…e forse bisognava andare fino in fondo…
Sakura non era mai stata così felice di sentire che Kakashi la stava accompagnando,anche se non le sarebbe dispiaciuto farsi accompagnare dalla maggior parte della popolazione maschile di Konoha.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ringrazio tutti le persone che hanno commentato e, a cui ancora non ho risposto. E se ci sarà ancora qualcuno che avrà la pazienza di leggere questa storia.
 
 
 
Alla piccola mia piccola Luna, che mi manca sempre di più, ogni giorno.
 
 
 
 
 
 
 Tornare da te,
è la cosa più difficile,
che potrei fare.
 
 
 
 
Fu proprio un’ingiustizia poetica che proprio quando l’ondata di caldo stava finalmente passando, regalando  a gli abitanti di Konoha un po’ di  agognata frescura, metà del villaggio, inclusa Sakura dovettero partire alla volta di Suna per preparare i genin in vista degli esami per diventare chunin, di quest’anno.
 
Ok, forse metà del villaggio era troppo eccessivo, ma aveva visto molte persone  radunate attorno a Tsunade davanti le porte di Konoha.
Sakura doveva andare a Suna sia in qualità di  medico che come apprendista dell’hokage.
I restanti gruppi erano formati da guardie ANBU, esaminatori, studenti genin -ovviamente- con annessi insegnanti e un gruppetto di altre persone che non riusciva a riconoscere ma che sospettava si fossero uniti solo per fare una vacanza gratis.
 
Sakura,su richiesta di Sasuke, lo aveva iscritto agli esami, motivo per cui adesso stava arrancando accanto a lei sotto il sole cocente, armato di ombrello per proteggere la sua pelle diafana dai raggi cocenti. Non poteva fare a meno di ripensare a gli sguardi attoniti degli altri jonin quando si era fatta avanti e aveva detto a Tsunade chi avrebbe nominato quest’anno per gli esami.
Al solo sentire il nome del ragazzo problematico che era stato un tempo, Neji si era persino spinto a ritrattare sulla nomina dei suoi studenti.
 
Kakashi era rimasto fedele alla sua decisione, nominando tutti i suoi studenti eccetto la ragazza, e l’aveva annunciato senza rivolgere una sguardo nella direzione di Sakura da quando era entrato in sala riunione fino al momento in cui era uscito di nuovo dalla porta. 
Anche adesso la ragazza aveva la sensazione che lui la evitasse scrupolosamente, restando in fondo a quella commovente processione con i suoi due studenti e il naso infossato nel suo immancabile libro.
 
 
Era una tattica che,sebbene comprendeva e in qualche modo accettava, non poteva fare a meno di provare risentimento. Le aveva detto, e in modo piuttosto esplicito che non sarebbe mai potuto accadere niente tra di loro, senza però spiegare davvero il perché, e Sakura non sapeva come sentirsi al riguardo. Forse non era interessato a una relazione con un altro essere umano in generale, o il problema era lei? La ragione per cui la stava evitando dall’incidente al campo d’acqua era perché la trovava così tremendamente irresistibile che non poteva starle vicino senza  provare l’impulso di volerla possedere?
O forse trovava la sua attrazione per lei  troppo ripugnante per poterla sopportare?
 
Era deprimente. Sakura sapeva già dal principio che qualsiasi tipo di  relazione tra loro sarebbe stata strana, tabù  e inaccettabile e che probabilmente Kakashi stava facendo la cosa giusta.
Ma eccoli ritornare…i suoi sentimenti per lui erano persi e confusi per il fatto che il primo uomo in tutta la sua vita che aveva mostrato un qualsiasi tipo di interesse per lei  stava facendo di tutto per evitarla.
 
Lo aveva già sospettato dopo la riunione per le candidature, tuttavia pensava che fosse  la sua immaginazione a tirarle un brutto scherzo. Ma il giorno dopo quando era uscito dalla sala comune Jonin esattamente dieci secondi dopo che lei era entrata, un pesante senso di consapevolezza si era depositato sulle sue spalle. La stava evitando. Per quale altro motivo avrebbe dovuto mettere via il suo libro  e andarsene nel momento in cui l’aveva vista con  la coda dell’occhio?
 
Non era così che funzionava il romanticismo. Cavolo, no!


In tutti i libri che aveva letto, quando un uomo e una donna erano attratti l’uno dall’altra, semplicemente non c’era nessuna forza sulla Terra  che potesse impedire loro di stare insieme, che gli ostacoli fossero altre persone o le loro stesse inibizioni. Alla fine l’amore quello vero, vinceva  su tutto. Ma chiaramente questa era pura fantasia. Nella vita reale, l’attrazione  rende le cose imbarazzanti. E rovina le amicizie a quanto pare.
 
O questo capitava solo quando l’attrazione capitava solo tra le persone sbagliate?
 
Sakura si rese conto che si stava tenendo il viso tra le mani, sbuffando a ruota libera solo quando Naruto le diede un colpetto sulla spalla. “ Va tutto bene? Hai troppo caldo?”
 
“Avresti dovuto portare un’ombrello,” osservò Sasuke.
Il moro si sentiva particolarmente combattivo quel giorno poiché Tsunade gli aveva ordinato di sottoporsi a un altro esame psicologico il giorno prima. Era passato, ma non proprio a “pieni voti”, ragion per cui era di pessimo umore quella mattina.
 
“Non è per il caldo,stavo solo pensando a una cosa,” disse Sakura stancamente,asciugandosi il sudore dalla fronte.
 
“ Qualcosa o qualcuno?” incalzò il biondo.
 
Sakura gli lanciò un’occhiataccia, mentre Sasuke fece trasparire la sua confusione. “ A cosa ti riferisci, imbecille?”
 
Fortunatamente gli insulti scivolavano facilmente in questi giorni dalle spalle di Naruto. Non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di gongolare per qualcosa che Sasuke non sapeva, nonostante lo sguardo d’avvertimento di Sakura. “ Cosa, non lo sai? Non ti ha detto che le piace Kakashi-sensei? Lo sai…proprio  in quel senso ?
 
Lo sguardo incredulo di Sasuke si spostò da Naruto a Sakura. “ Di cosa sta parlando?” Le chiese.
 
Sakura non rispose, ma la forte spinta che diede a Naruto parlò al suo posto. Quando il biondo si rialzò dalla sabbia e si riunì a loro, rivolse  un occhiataccia alla sua amica, mentre cercava di scrollarsi i granelli di sabbia dai capelli “ Sasuke non lo dirà a nessuno, Sakura chan. È bravo a mantenere i segreti.”
Poi guardò Sasuke. “Ha una cotta per Kakashi-sensei.”
Il moro fece una smorfia come se avesse appena sentito un odore sgradevole.”Ew.”
 
“Cosa,’ew’? Sakura fu sul punto di esplodere ma continuò. “ Perché è così ew!”
 
Naruto e Sasuke si fermarono e la guardarono.  “ Quanti anni ha, cinquanta? È terribile.”Intervenne quest’ultimo.
 
Incrociando le braccia, Sakura li superò come una furia. “È  tipico di voi ragazzi. Sapete che non è così vecchio! E perché è così sbagliato che mi piaccia quando entrambi avete il permesso di desiderare la donna che abbiamo visto in quel film la settimana scorsa. Lei avrà sì e no trentacinque anni, ma non vi ho detto che era disgustoso! Tipici doppi standard!”
 
“ Non l’ho trovata particolarmente attraente,” fece notare il moro.
 
“ Sì, beh per Naruto lo era di sicuro,” spiegò Sakura.” La sua mascella era praticamente sul pavimento quando si è tolta la maglietta e non mi sembra  gli dispiacesse nonostante la sua età.”
 
“È diverso!” protestò il biondo. “ Non starò mai insieme a lei.”
 
“ Non starò mai insieme a Kakashi-sensei,quindi qual è il problema?”
Completamente infastidita da entrambi i suoi amici, si allontanò da loro intrufolandosi tra i gruppi di altri viaggiatori per dirigersi verso Tsunade. La donna in questione stava camminando in mezzo a diverse guardie ANBU, ostacolata dai suoi abiti ufficiali di Hokage e con un viso molto accaldato.
 
“Tsunade-shisou,” iniziò. “ Quanto manca prima di raggiungere Suna?”
 
“ Oh, Sakura, sei come uno di quei bambini fastidiosi che chiedono sempre ‘siamo arrivati’’? Sai quante persone l’hanno chiesto da quando siamo partiti? Potrei prenderli tutti a calci.”
 
Considerando quanto potessero essere dolorosi i calci di Tsunade, Sakura cambiò rapidamente argomento. “ Forse dovremmo fare una pausa?”
 
“ Mi piace l’idea,” ammise Tsunade con un sospiro,fermandosi.
“ Quindici minuti di pausa. E qualcuno mi porti il Capitano Tenzou,,” ordinò  all’ANBU accanto a lei.
“ Voglio una bella fontana sgorgante di acqua fredda proprio qui, adesso.”
 
Povero Yamato, pensò Sakura. A tutti piaceva sfruttare le sue capacità fino all’abuso. Stava quasi per sgattaiolare via quando Tsunade le prese il polso. “ Ho bisogno di qualcuno che distribuisca le lettere di iscrizione ai genin. E tu non sembri occupata.” Detto ciò estrasse un rotolo dalle sue vesti e li depositò tra le mani di Sakura prima di congedarla con un  pigro gesto della mano.
 
La ragazzasi masticò ansiosamente il labbro inferiore. Era abituata a Tsunade che le appioppava ogni tipo di lavoro possibile quando la stessa non aveva voglia di farlo da sola e normalmente, Sakura era ben felice di poterla aiutare.
 
Ma adesso, distribuire pergamene ai genin avrebbe significato  avvicinarsi a gli studenti, anche quelli di Kakashi ovviamente, e per associazione, lo stesso Kakashi.
 
In tutto c’erano quindici pergamene per quindici studenti, e Sakura si fece strada tra i gruppi per trovarli. Il che era tutto abbastanza facile poiché i genin erano le persone più basse lì.
 
Diede tre pergamene a tre degli studenti di Shikamaru ( e vide il suo amico allontanarsi da lei, leggermente teso, forse per proteggere i suoi gioiellini di famiglia.), altre due alla squadra di Gai e una per lo studente di Kurenai. Vide Kakashi poco distante lei, e come da copione era troppo impegnato a leggere  il suo libro per guardarla.
La kunoichi si ricompose meglio che poté mentre si avvicinava a lui e ai due ragazzi seduti sulla sabbia ai  piedi del loro maestro.
 
“ Lettere di iscrizione;” disse amabilmente ai ragazzi, chinandosi per dargli una pergamena ciascuno. “ Leggetele attentamente. Troverete tutte le informazioni riguardo gli esami.”
 
Si raddrizzò e lanciò un’occhiata a Kakashi, sperando che almeno adesso l’avesse notata.
Ma no. Voltò la pagina successiva del suo libro e continuò a leggere come se fosse invisibile o muta.
 
Probabilmente non intendeva ferirla, ma Sakura non poté negare la stretta di dolore nel suo petto per la palese indifferenza dimostrata. Un nodo le salì in gola, si voltò e si allontanò in fretta prima che qualcuno notasse che stava lottando per non piangere.
 
“Kakashi-sensei, hai litigato con la tua ragazza?” Chiese uno degli studenti del copy-ninja, con zero tatto, tipico dei ragazzi di quell’età, non consapevole del fatto che Sakura non fosse del tutto fuori portata d’orecchio.
 
La ragazza tuttavia non si fermò per sentire la risposta e si precipitò direttamente su uno degli ANBU di cui riconosceva la maschera. “Tieni,Sai,” gli disse mollando le lettere rimanenti tra le sue braccia. “ Distribuiscili. Ordini di Tsunade.”
 
“Stai piangendo,” commentò Sai, sembrando sorpreso. “Ti sei guardata di nuovo allo specchio?”
 
Non era la cosa più saggia che qualcuno le avesse mai detto- o in generale da dire a qualcuno- quindi senza farsi troppi problemi da parte di chi la vedeva e potesse pensare di lei, tirò avanti la maschera e aspetto che i lacci tornassero nella loro posizione di partenza.
Lo lasciò lì, mentre vacillava per la sorpresa mista a dolore, con una manciata di pergamene che stava tentando di non far cadere, e tornò di corsa dai suoi amici che si erano seduti per terra per beneficiare dell’ombra proiettata dall’ombrello di Sasuke. Loro, come tutti gli altri, le rivolsero una strana occhiata.
 
“ Cosa è successo?” Chiese cauto Sasuke .
 
“Niente,” sputò con rabbia, ben consapevole del suo labbro inferiore tremolante e i suoi occhi lucidi. Si sedette dando loro le spalle in modo che non la vedessero.
 
Con quanta facilità quell’ uomo riusciva a influenzarla. Non doveva fare letteralmente niente per turbarla. Lo guardò da sopra la spalla con amarezza e fu colta allo sprovvista nel constare che anche lui la stava guardando allo stesso modo. Si voltò dall’altra parte nel momento in cui aveva intercettato il suo sguardo.
 
Questo la fece sentire subito meglio. Non poteva ignorarla così facilmente come gli piaceva pensare.
 
 
 
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Quando arrivarono alle porte di Suna, trovarono il Kazekage in persona ad attenderli, con i suoi due fratelli e alcuni ninja del villaggio della sabbia.
E mentre la maggior parte dei ninja di Konoha presenti guardavano il giovane con circospezione, inclusa Sakura, Naruto si avvicinò allegramente col suo solito fare esuberante.
 
Fortunatamente, Gaara era abbastanza abituato all’atteggiamento molesto del biondo e rispose accennando un vago sorriso, che per il rosso era l’equivalente di un abbraccio virile e di una goliardica pacca sulle spalle.
 
Fu Temari a mostrare al gruppo di Konoha l’hotel nel quale avrebbero alloggiato.
Sakura non poté fare a meno di desiderare di tornare al più presto nella sua amata e verde Konoha.
Tutto a Suna assumeva un milione di sfumature beige e giallo, compresi gli edifici e la flora locale, dando l’impressione che ogni cosa fosse semisepolta nella sabbia, incluso l’hotel pensò, forse era altrettanto sabbioso e decrepito anche all’interno.
 
Tuttavia, con sua somma gioia, Sakura costatò  con i suoi occhi che non vi era alcun granello di sabbia da nessuna parte- a parte tutti i bagagli che si era portata dietro- anzi la tappezzeria pareva superlussuosa e le pareti  di pietra calcarea scolpita finemente, regalavano un  bello spettacolo nell’insieme.
 
Doveva ammettere che era una sistemazione molto meglio di quella ricevuta a Kiri l’estate scorsa.
 
Ma come al solito, Sasuke trovò qualcosa di cui lamentarsi.” Tipico. I villaggi cercano sempre di sbatterti in faccia la loro ospitalità nel tentativo di superarsi a vicenda. L’anno prossimo daranno un  hotel a ciascuno di noi. Per questo odio sostenere gli esami all’estero. È così pretenzioso.”
 
Poteva anche essere rivalità tra i villaggi, ma sempre meglio persone che litigano per cercare di darti il miglior alloggio piuttosto che cercare di tagliarti la gola mentre dormi.
 
“ Non preoccuparti Sasuke. Devi solo fallire ancora una volta prima che l’esame si svolga a Konoha,” lo informò Naruto ricevendo una dose massiccia di sabbia addosso come risposta.
 
 
Temari, al banco del check-in, catturò l’attenzione di tutti con un autorevole battito di mani. Sakura lanciò un’occhiata a Shikamaru, capendo finalmente perché probabilmente era condannato a sposarla. Era proprio come sua madre.
 
 
“Vi abbiamo riservato cinquanta stanze,” annunciò la bionda. “ Potete accordarvi tra di voi. Nel frattempo, ricordate che non tollereremo atti di vandalismo, inganni, problemi e baccano dopo le undici. I bar e i ristoranti sono più avanti lungo la strada, basta seguire la East Tower. Tutti i visitatori hanno uno sconto del venti per cento su cibo e bevande, ma vi informo che il coprifuoco inizia a mezzanotte.”
Ci fu un lieve mormorio di delusione dalla maggior parte degli adulti nell’atrio.
 
“ Inoltre,” li interruppe Temari bruscamente. “ L’esame inizierà domani alle dieci in punto e finirà alle sei del pomeriggio. I voti verranno rivelati il giorno dopo.”
 
Il mormorio di delusione venne improvvisamente sopraffatto dai sussulti di shock e indignazione dai genin. “ Pensavo che avremmo più tempo!” protestò uno di loro. A quanto pare era lo studente più rumoroso di Kakashi. “ L’anno scorso a Kiri abbiamo avuto due settimane per prepararci!”
 
“ I ninja che non possono prepararsi per un semplice test nello spazio di ventiquattro ore non sono adatti a diventare chunin,” ribatté Temari con freddezza. “ In una vera battaglia saresti fortunato ad avere un preavviso del genere.”
E queste parole bastarono ad azzittirli.
“ Ha ragione,” sospirò piano Naruto. “ Ma è davvero crudele.”
“ Penso che vogliano sbarazzarsi di noi il prima possibile,” mormorò Sasuke con il suo solito scetticismo.
 
Sakura lanciò un’occhiata a Kakashi per vedere cosa ne pensava della situazione, ma il massimo che poteva vedere di lui erano le punte grigie dei suoi capelli che spiccavano disordinate sopra le teste degli altri insegnanti. Di sicuro stava leggendo il suo libro, pensò frustrata.
 
 
I membri della vecchia squadra sette si accordarono per prendere tre stanze vicine. Sakura sapeva perfettamente che Naruto avrebbe finito per condividere la stanza con Sasuke per tutta la durata del loro soggiorno, ma più stanze avevano meglio era( specialmente se erano coinvolti il servizio in camera e l’eventuale minibar). E naturalmente Naruto voleva le stanze all’ultimo piano. Inizialmente Sakura non fu d’accordo, visto che da tre anni viveva in un appartamento al terzo piano ed era arcistufa all’idea di salire così tante rampe di scale. Ma quando il biondo le indicò gli ascensori, acconsentì di malavoglia.
 
E poi si chiese se anche Kakashi avrebbe occupato una delle stanze dell’ultimo piano…
 
Era un pensiero stupido e ossessivo che prontamente ricacciò dalla mente.
 
E che ritornò un istante dopo.
 
Sarebbe stata una buona cosa se fossero stati sullo stesso piano? Se la sua stanza fosse stata proprio accanto alla sua? Forse no. Il lato razionale e logico del suo cervello le suggeriva che no, era meglio che non lo vedesse affatto; lontano dagli occhi e dalla mente.
Ma il suo cuore sperava diversamente, perché il suo cuore non era mai stato ragionevole o logico.
 
Immaginò pigramente che condividessero due stanze con una porta comunicante. E lei l’avrebbe aperta per poi sbattere le palpebre sorpresa esclamando un “ Oh, pensavo che questo fosse il mio bagno. Mi dispiace averti disturbato.”
E poi, in un modo dolce e carismatico e sicuramente molto poco da Kakashi, lui le avrebbe risposto:” Oh no! Niente di te potrebbe mai disturbarmi, Sakura. Ora togliti i vestiti e infilati nel mio letto.”
 
A quel punto la sua fantasia aveva raggiunto il bollino rosso e Sakura dovette scrollarsi di dosso le sue ridicole fantasie. Perché non sarebbe mai successo. Sicuramente ogni volta che la guardava vedeva la scritta studente a caratteri cubitali e lampeggianti sulla sua testa. E niente avrebbe cambiato le cose.
 
Mentre saliva in ascensore con Naruto e Sasuke e una dozzina di altre persone perché l’altro ascensore era rotto, sospirò miseramente tra sé e sé. “ Non hai mai desiderato di avere un interruttore per il tuo cuore in modo da poter spegnere i tuoi sentimenti per gli altri quando ne hai voglia?”
 
“ Sì,” disse Sasuke enfaticamente, fissando Naruto intento a scavarsi il naso.
 
“ Sarebbe molto utile,” disse qualcuno in fondo all’ascensore.
 
“ Qualcuno dovrebbe inventare quel jutsu,” disse un altro.
 
“ Vorrei averne uno per mia moglie…” affermò un’ altro uomo.
 
“ Sì,beh, vorrei averne uno che lava i piatti al posto mio,” fu una donna a parlare stavolta.
 
Del tutto inconsapevole di aver iniziato un dibattito surreale e strano, Sakura aspettò che le porte dell’ascensore suonassero e uscì, ancora intrappolata nel suo torpore causato dalle fantasie di poco fa. Naturalmente Sasuke e Naruto scomparvero immediatamente per esplorare le loro stanze prima che il biondo entrasse in quella di Sakura per stabilire che sì, erano identiche. Quando alla fine anche Sasuke si unì a loro, si limitarono a ciondolare nella stanza della ragazza, senza dire nulla.
 
“ Bene…ora che si fa?” chiese il biondo, guardando fuori dalla finestra.
 
“ Probabilmente dovrei allenarmi,” lo informò Sasuke.
 
“ Non se ne parla!” Naruto lo guardò accigliato. “ Ti alleni ininterrottamente da due anni. Devi riposarti, amico! Rilassati per gli esami!”
 
Sakura sospirò, appoggiandosi alla testiera del letto. “ Intende  che dovresti ubriacarti,” tradusse le parole del suo caotico amico
 
“ Anche tu Sakura-chan,” incalzò il biondo. “ Sei stata un po’ giù ultimamente….L’alcol risolverà i tuoi problemi.”
 
“Noooo….” gemette,coprendosi il viso, “ Voglio solo ordinare il servizio in camera e andare a letto presto per dimenticare tutte le persone orribili finché non mi sveglio bella e riposata pronta a guarire tutti quelli che Sasuke tenterà di uccidere domani.”


I ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa. E poi, muovendosi all’unisono, afferrarono Sakura per un braccio ciascuno e la trascinarono giù dal letto. “ Hey!” gridò.
“È per il tuo bene,” le dissero in coro.
 
A meno che non aveva a che fare con il combattimento, non era mai uscito niente di buono da un piano architettato dai suoi due amici.
 
La trascinarono fuori dall’hotel e successivamente in città per vedere alcune attrazioni quando ancora il sole non era tramontato.
La gita turistica includeva anche la visita di un cactus che da quanto sapeva fioriva sempre e solo in presenza di una donna veramente bella ( Sakura si sentì leggermente provata quando la suddetta pianta aveva mostrato una totale indifferenza nei suoi confronti), una roccia dalla forma particolare che secondo la storia di Suna dovrebbe essere il luogo in cui è morto un vecchio eroe del villaggio, e un cortile pieno di statue del Kazekage precedente.
 
Erano tutti più o meno divertiti  di vedere la statua del padre di Gaara, bersaglio di un atto vandalico a giudicare dal fatto che portava un buffo baffo di inchiostro nero.
 
 
 
Poi, poiché le temperature stavano calando e il sole scomparendo, i ragazzi la trascinarono nel bar più squallido che riuscirono a trovare. Ovviamente non vendevano nulla che non avrebbe poi prodotto un anomala ma spontanea crescita dei peli sul petto, quindi Sakura si limitò a ordinare dell’acqua. E man mano che la serata passava, iniziò a desiderare che anche Naruto e Sasuke avessero fatto lo stesso, perché entrambi erano irritanti quando erano ubriachi.
 
“Sai qual è il tuo problema, Sakura-chan?” biascicò Naruto dopo il suo quinto bicchiere. “ Hai queste strane fantasie nella tua testa,giusto? Metti gli occhi su un ragazzo irraggiungibile e fingi che sia perfetto. Devi dimenticarti di stronzi del genere e limitarti a persone normali.”
 
“ Cosa intendi per normale?” chiese stancamente. Non era felice. Tutto nel bar era appiccicoso, l’aria  piena di smog di sigarette e la temperatura era abbastanza soffocante da mescolarsi con l’odore eccessivamente dolciastro dell’alcool in un modo tale da farle venire la nausea. Mai in vita sua aveva desiderato  così ardentemente di tornare a casa e infilarsi sotto le coperte del suo letto.
 
A parte quella volta che era rimasta intrappolata nel letto di Matsura.
 
“ Normale!” dichiarò Naruto. “ Sai, tipo qualcuno della tua età con i tuoi stessi interessi , hobby e cose del genere.”
 
Sakura rimase in silenzio, in parte perché temeva che avrebbe  vomitato da un momento all’altro e dall’altra perché non sapeva cosa dire.
 
“ Avere una cotta per il tuo insegnante è davvero strano, sai?”
 
“ Ino ha una cotta per lui,” gli fece notare, massaggiandosi le tempie.
 
“ Ino non era una sua studentessa,” le ricordò Sasuke, “ Ed è ugualmente strano.” Concluse chiudendo gli occhi.
 
Parlando del diavolo, Ino apparve alle spalle di Sakura.. “ Che cos’è strano? Parli ancora di me? Questo è davvero troppo. Mi farai diventare le orecchie rosse.”
 
E suddetta ragazza era arrivata in compagnia di Shikamaru e Temari, e per una volta Sakura fu contenta che fossero lì. Adesso aveva un motivo per far distrarre Naruto e Sasuke dal farle una ramanzina per la sua cotta. Anche se definirla cotta era troppo riduttivo a parare suo.
Sakura si tenne in disparte tutto il tempo, per niente desiderosa di intavolare una conversazione, perlopiù ascoltò senza entusiasmo un aneddoto che Naruto stava raccontando, che fece ridere tutti eccetto lei. Era consapevole che essere depressi non era affatto divertente. Non si sentiva così quando  era partita da Konoha e adesso si ritrovava incapace di godersi la compagnia dei suoi amici perché, semplicemente la persona che desiderava al suo fianco, non era lì.
Guardò uno sgabello vuoto alla destra di Sasuke e desiderò che Kakashi ci fosse seduto sopra. Anche solo per  poterlo vedere e sentire la sua presenza , come se non fosse andando tutto a farsi benedire tra di loro.
 
“ Qual è il problema?”  chiese Ino, dando una gomitata alla sua amica. “ So che sei ottusa, ma di solito non sei così noiosa. Tieni, bevi un po’ del mio drink.”
 
Prima che Sakura potesse fermarla, la bionda aveva spinto il suo bicchiere sulle labbra di Sakura e le aveva inavvertitamente fatto assaggiare un sorso della bevanda. “ Ino no!” ansimò “ Come puoi berlo? Sa di candeggina!”
 
“È per questo che è buono,” disse Ino divertita. “ Ora qual è il problema, puoi dirmelo.”
 
“ No, non posso,” mormorò Sakura carica di risentimento nel tono. “ So come sei fatta. Potrei dirtelo adesso e domani mattina lo saprebbero tutti,  abitanti di Suna  compresi.”
 
“ Aw, Fronte spaziosa sai che con te non lo farei. Promesso!” Ino sorrise e alzò la mano con il pollice che bloccava il mignolo.
Sakura la fissò. Era il loro segno di promessa che si erano inventate da bambine quando erano ancora migliori amiche.
E fino a quel giorno la sua amica non aveva mai più fatto quel gesto di promessa, e  si sentì stranamente commossa nel vederlo di nuovo dopo così tanto tempo.
 
“ Va bene,” cedette Sakura, “ ma solo perché sei l’unica persona che può darmi un consiglio.”
 
Nonostante la sua incertezza, afferrò Ino per il braccio trascinandola dall’altre parte del bancone, lontano da tutti gli altri. Non voleva che qualcuno dei suoi amici ascoltasse la conversazione tra loro. Ino la guardò lievemente incuriosita mentre Sakura tamburellava  ansiosa le dita sul legno appiccicoso del bancone.
 
“Hai presente la cotta che hai per Kakashi-sensei?” Ino s’infastidì immediatamente. “ Questa è la seconda volta che me ne parli. Guarda, non ho nessuna intenzione di andargli dietro, quindi puoi smetterla di essere così iperprotettiva e rilassarti.”
 
Sakura la ignorò sulla base del fatto che Ino non aveva capito un accidente. “ Beh, ipoteticamente parlando, come ti sentiresti se Kakashi-sensei fosse interessato a te?”
 
Il viso della bionda si trasformò in un’espressione di puro shock. “ Eh?” espresse incerta. “ Stai dicendo che Kakashi è interessato a me?” sussurrò infine.
 
“ No,” rispose Sakura prontamente. “ Non è così. Mi chiedo solo, visto che ti piace, cosa faresti se gli piacessi?”


La confusione lampante sul viso dell’amica le fece arricciare il naso per qualche secondo. E quando vide la ragazza finalmente realizzare  la situazione, si calmò.
Ino la guardò mortalmente seria, nessun occhiata beffarda o scettica traspariva dai suoi occhi cerulei. “ Oh,” esclamò la bionda presa alla sprovvista. “ Tu gli piaci, non è vero? E che cosa…gli piace di te?” chiese piegando bocca in un ghigno amichevole. Cavolo,deve essere disperato. Allora qual è il problema?”
 
“ Sono successe alcune cose tra di noi,” ammise Sakura riluttante all’idea di spiegare tutto mentre sentiva l’emozione salire  per l’esofago e trasformarsi in una specie di nodo alla gola. “ E ha detto che non può. E ora non so come comportarmi. Non mi parla, a malapena mi guarda o fa finta di non conoscermi, ed è tutto così confuso che io non so cosa fare. Ecco perché te l’ho chiesto. Tu cosa faresti al mio posto?”
 
Ino fece una smorfia. “ Cosa intendeva dire esattamente con ‘non posso’?”
 
Sakura si strinse nelle spalle.” Ha solo detto che non può. Per lui non potrà mai accadere, sospirò. “Penso che volesse intendere non può avere una relazione con me.”
 
“ Allora non è interessato”, le disse l’amica senza mezzi termini.
 
“Lo è.”
 
“Ah sì? Provalo.”
 
Sakura si morse il labbro. “ Quando me lo ha detto, era sdraiato sopra di me e aveva una…sai…laggiù.” Agitò le mani per completare la frase che non voleva dire a voce.
 
Ino rimase a bocca aperta. “ Non ci credo!” sibilò.” Sul serio? E dimmi quanto pensi che fosse grande?”
 
“ Non credo che sia un arg-“
 
“In pollici cubi?”
 
“ Ino!”
 
“ Scusa,scusa,” mormorò, sembrando delusa. “ Quindi,chiaramente gli piaci e ti trova attraente. Ma non vuole stare con te? Forse…è frenato dai rispettivi ranghi di posizione? Voglio dire, è stato sempre il tuo insegnante. E non si sente di  violare questa linea.”
 
Ed eccola, la risposta ovvia e che temeva. Lo sapeva in fondo ma forse voleva solo sentirsela dire da qualcun altro. Sospirò e si strofinò il viso. “ Il problema è che attualmente non abbiamo nessun dialogo. Dopo tutto quello che è successo, le cose tra noi non hanno fatto altro che peggiorare e credo che niente tornerà più come prima,” disse triste. “ Mi sento come se avessi perso un amico.”
 
“ In questo caso, sei nel limbo. Non puoi tornare indietro, quindi le tue uniche scelte sono quelle di non fare niente e rimanere infelice, o andare avanti e correre il rischio,” sottolineò la bionda. “ Suppongo ci siano buone probabilità che le cose non andranno bene ma è meglio correre questo rischio piuttosto che lasciare  che le  incomprensioni creino imbarazzo tra di voi.
 
Sakura scosse la testa. “ Non so come fare. E non è  quello che vuole Kakashi.”
 
Ino mordicchiò la ciliegina del suo drink. “ Sakura, solo perché è più vecchio di te non  significa che sappia cosa vuole. Gli insegnanti non hanno sempre le risposte a tutto. E ti interesserà sapere che un uomo di trent’anni può sentirsi perso e confuso esattamente come una ragazzina di diciassette anni quando si tratta di sentimenti. Non puoi aspettarti troppo da lui.”
 
A quelle parole, la rosa prese il drink di Ino e ingoiò metà del contenuto, dimenticandosi che era lo stesso drink di prima col retrogusto di candeggina.
 
“ Ma sai,” continuò Ino pensierosa, “ forse faresti meglio a lasciar perdere e cercarti un ragazzo normale.”
 
C’era di nuovo quella parola. Normale.
 
“ Suna è una risorsa che non vuoi sfruttare, Fronte!” continuò allegramente. “ Ci sono un sacco di bei ragazzi con lineamenti sexy qui! E non avresti problemi a rimediare un appuntamento perché loro ti vedono come una novità esotica. Ai ragazzi piacciono sempre le ragazze straniere.”
 
Sakura annuì. “ Hai ragione.”
 
“ Certo che c’è l’ho!” Ino sembrò soddisfatta. “ Voglio dire, potremmo iniziare adesso.” C’è un ragazzo davvero carino dietro di te che è da un po’ che ti guarda,quindi-“
 
“ No, non mi riferivo a questo,” disse Sakura, facendole cenno di non prendere iniziative.” Volevo dire che hai ragione su Kakashi. “ Quello che è fatto, è fatto. Quindi dobbiamo cercare di andare avanti e chiudere questo capitolo una volta per tutte. Ora se vuoi scusarmi, devo tornare in hotel e cercare di dormire un po’. Domani dovrò alzarmi presto per guarire tutte le persone che Sasuke tenterà di uccidere.”
 
Ino le lanciò uno sguardo pietoso.” Sakura…penso che tu sia un po’ ubriaca.”
 
“ Allora prima torno meglio è”, incalzò restituendo il bicchiere mezzo vuoto alla sua proprietaria.
Quando subito dopo si alzò, percepì una vaga sensazione di stordimento, ma niente di particolarmente grave. Si sentiva più accaldata e felice di prima ma non ubriaca fradicia come lo sembravano adesso Naruto e Sasuke.” Ci vediamo domani,Ino.”
 
“ Ricorda cosa ti ho detto,” avvertì la bionda.
 
Qualcosa su…ragazzi che cercavano ragazze straniere?
 
“Comunque,” Sakura la liquidò in fretta con un amichevole pacca sulla spalla e uscì dal bar per tornare in hotel.
 
Passando accanto ai vari bar e ristoranti aperti, illuminati solo dai lampioni a combustione naturale, si rese conto di quanto Suna fosse diversa da Konoha. Tanto per cominciare le uniformi erano diverse, ma molte persone erano vestite in modo pesante come se non sentissero il caldo del deserto. Ciò distingueva Sakura in maniera piuttosto evidente da loro poiché, come le persone provenienti da altri villaggi, si era limitata a indossare il meno possibile. Questo era il motivo per cui tanti uomini si erano resi conto che non era di quelle parti e la guardavano.
 
“ Vuoi unirti a noi per un drink?” le chiesero alcuni uomini appostati fuori uno dei tanti locali.
 
Anche se non aveva alcuna voglia, rispose cortesemente all’invito. “ No grazie. Sto andando via.”
 
Forse era perché indossava una gonna corta?
 
Inoltre, sembrava che gli abitanti di Suna fossero tutti piuttosto abbronzati. Be’, tutti tranne quel tizio dai capelli chiari con il giubbotto verde. Sakura ci mise un po’ per rendersi conto  che quel giubbotto era l’uniforme di Konoha, e la persona  che lo indossava era niente meno che il suo Hatake Kakashi.
 
Istintivamente  si fermò.
 
Non l’aveva vista. Era dentro un chiosco simile a quello di Ichikaru, seduto con le spalle rivolte alla strada. Una penna gli ondeggiava in mano, stava scrivendo qualcosa, e un bicchiere e una bottiglia erano appoggiati accanto a lui sul bancone. Era completamente ignaro della presenza della ragazza e il posto accanto a lui era vuoto.
 
Forse furono l’effetto delle parole di Ino o del suo drink- o forse entrambi- a farla camminare verso di lui. All’improvviso l’idea non le sembrò poi  così spaventosa. La paura dell’ignoto era svanita.
 
Quando si sedette sullo sgabello, la penna di Kakashi si fermò contro il rapporto che stava scrivendo. Kakashi non aveva alcun bisogno di girarsi per scoprire chi fosse la sua visita inaspettata. La ragazza non sapeva se a tradirla fosse stato il suo profumo o il suo modo di muoversi o perché semplicemente lui era uno dei più bravi ninja che conoscesse. Ma si sentì parecchio compiaciuta quando percepì la tensione da parte di lui. Aveva capito che adesso voleva andarsene, ma farlo, era davvero troppo persino per il copy-ninja. Andare via con nonchalance da una stanza quando lei entrava era un conto, ma alzarsi e andarsene senza dire una parola proprio quando lei si era seduta accanto a lui era  tutt’altra questione. Soprattutto quando era chiaramente occupato nel fare qualcosa.
 
“Potresti dirmi che questo posto è riservato perché stai aspettando qualcuno.” Gli disse. “Potrei crederti. O forse ti sei appena ricordato di aver lasciato il ferro da stiro a casa e devi precipitarti a Konoha?”
 
Si raddrizzò sul sedile e la guardò.” Buonasera, Sakura,” disse, accennando un sorriso che gli fece increspare l’occhio. Ma era un sorriso superficiale e insignificante; il tipo che rivolgeresti al tuo dentista per esempio.
 
E per di più, quando smise di scrivere, mosse la mano per coprire i rapporti sul tavolo. Era consuetudine proteggere i rapporti da occhi estranei quando i ninja erano in pubblico, ma non era qualcosa che Sakura faceva con gli amici più fidati. Questo atteggiamento nei suoi confronti, la fece sentire snobbata e indesiderata. E tutto per un semplice movimento della mano?
 
Le serviva più coraggio!
 
Afferrò la bottiglia di Kakashi e ne bevve un sorso senza premurarsi di chiedergli il permesso. Se ne pentì immediatamente e dovette combattere l’impulso di spruzzare tutto il contenuto nella sua bocca, dall’altra parte del bancone. “Urgh- è peggio di quello che beve Ino!” gridò, tossendo e balbettando.
 
“ Shochu,” la informò Kakashi blandamente, riprendendo la bottiglia e spostandola fuori portata.
“ Non dovresti berlo direttamente dalla bottiglia in quel modo. Meglio mescolarlo prima con l’acqua.” Fece un gesto per darle una pacca sulla spalla, ma ci ripensò.  Ma a Sakura non sfuggì.
 
Una volta che ebbe regolarizzato il respiro, si asciugò la bocca e gli lanciò uno sguardo di traverso. “ Kakashi-sensei, stavo pensando…”
 
Facile adesso.”
 
Fissò il suo profilo mascherato per un lungo momento, ignorando i rumori di sottofondo e la musica nel locale. Le importava solo di lui adesso. “ Sei arrabbiato con me?” gli chiese dolcemente.
 
 
Si sarebbe aspettata che scuotesse la testa e gli dicesse “no”, a prescindere che fosse o meno la verità, e invece si limitò a inspirare profondamente, guardandola come se fosse annoiato. “Perché’ sei arrabbiata con me?”
 
Sakura si guardò intorno. “Un po’. C’è questa cosa nel mio petto, e ogni volta che penso a te brucia. A volte è una bella sensazione e a volte mi fa solo male. E quando sono vicina a te la sento più forte. Ma…non lo so è odio o qualcos’altro.”
 
“Potrebbe essere una ciste.”
 
“Non è una ciste!” Sbottò. “È amore, o qualcosa di stupido come quello.”
“Mm,” mormorò Kakashi tra sé. “ Francamente sarebbe meglio per te se fosse una ciste.”
 
Sakura batté le dita sul legno del bancone e appoggiò il mento sul palmo della mano. “È il mio modo per dirti che penso di amarti.”
 
“Sì,” disse Kakashi stancamente. “Lo so.”
 
Non era così che andava nei romanzi rosa. Di solito le confessioni amorose avvenivano durante romantici appuntamenti al chiaro di luna, o dopo una situazione di vita o di morte, e perché no, dopo una notte di sesso indimenticabile. Non così. Avrebbe potuto dirgli che aveva dimenticato di portare lo spazzolino da denti e la sua reazione sarebbe stata più accesa.
 
Sentendosi  scontrosa e depressa, la mano di Sakura tremò verso il bicchiere di ghiaccio e Shochu di Kakashi. Lo strappò dalla sua presa e fece per berne un sorso. “ Non è per te,” disse, togliendoglielo dalla mano. “ Ordinalo per te.”
 
“ Non posso. Qui non sono abbastanza grande per bere.”
 
Un curioso brivido comparve sul suo volto nel sentire quel commento. Un breve attimo. Se non avesse avuto la maschera sarebbe stata una della rare occasioni in cui avrebbe potuto leggere i suoi pensieri.
 
“La mia età ti mette a disagio?” mormorò, conoscendo già la risposta. In un angolo remoto della sua mente lo aveva da sempre sospettato, tuttavia sperava di sbagliarsi. A volte le diceva “ che era troppo giovane per capire.” E quindi…
 
Kakashi emise un altro sospiro pesante e iniziò sistemare i fogli del suo rapporto. Stava per andarsene. Di nuovo. “ Non parliamo di questo,Sakura.”
 
“ No,andiamo,” insistette. È questa la ragione per cui non vuoi stare con me, perché sono troppo giovane? Perché ero una tua studentessa?”
 
“ Smettila,” disse brevemente, voltandosi  a guardarla in modo brusco. “ Non vuoi davvero niente da me, quindi dimentica tutto. Non c’è niente di cui parlare. Non potrà mai succedere nulla e non ti permetterò di commettere un errore del genere.”
 
Dava per scontate troppe cose per uno che solitamente guarda sempre oltre le apparenze. E poi, eccolo di nuovo a mettere in discussione i suoi sentimenti, trattandola come una bambina che non sa cosa vuole. Beh, a dire il vero non era del tutto di sicura di volere una relazione con Kakashi. Almeno no, se avrebbe dovuto sopportare questo tipo di osservazioni tutto il tempo. Non sapeva nulla  su cosa albergava nel suo cuore da un po’ di tempo a questa parte. Forse sarebbe stato un errore, e allora? Se lo desiderava perché rinunciare?
 
Esaminò le linee dure della sua mascella mentre prendeva il suo drink con l’intento di finirlo in pochi sorsi. Chiaramente non sarebbe andato via lasciando quello per cui aveva pagato.
Maschera o no, era innegabilmente di bell’aspetto e Sakura sentì le viscere diventare gelatina a furia di guardarlo chiudere gli occhi, inclinare la testa e deglutire in quel modo. Si sentiva una pervertita voyeuristica per come era ipnotizzata da ogni suo singolo movimento.
 
Non per la prima volta, sentì la voglia di baciarlo crescere a dismisura.
Normalmente il buon senso e la paura del rifiuto avrebbero spento questo bisogno. Tuttavia, in presenza di alcool in corpo, questi fattori erano pressoché assenti.
 
Le parole uscirono dalla sua bocca prima che potesse fermarle. “ Baciami.”
 
Kakashi soffocò. Fu costretto a posare il bicchiere mezzo vuoto e ad avvicinarsi una manica al naso dal momento che lo Shochu  aveva compiuto il giro turistico intorno alle sue vie nasali. Alla fine abbassò la manica e inspirò lentamente. “ Non ti bacerò, Sakura” le rispose immediatamente, ma le sembrò  turbato.
 
“ Beh…dal momento che sei praticamente il mio insegnante e le persone mi vedono sempre come la tua studentessa,” spiegò lentamente, “ immagino che varcheremo una specie di confine se mi baciassi.” Tralasciando il fatto che il confine lo avevano già  superato da un pezzo.
 
Kakashi non disse nulla. La guardò impassibile mentre incontra il suo sguardo serio.
 
“ Per favore,baciami,” gli disse, consapevole che il suo tono era salito di qualche ottava, somigliando più a una supplica. “ Non lo dirò a nessuno. Non c’è nessuno che conosciamo e ne chiedo solo uno.”


“È uno di troppo,” disse, guardandosi intorno come per cercare volti familiari.
 
Sakura lo guardò accigliata. “ So che anche tu vuoi baciarmi.”
 
Ancora una volta non disse nulla. Aveva la sensazione che se avesse detto di no sarebbe stato come mentire, e essere d’accordo avrebbe solo indebolito la sua posizione. Lo vedeva lottare interiormente per trovare le parole giuste.
 
“ Solo uno,” disse, alzando un dito per enfatizzare il concetto. “Solo un bacio,sensei.”
 
Distolse lo sguardo da lei.
 
“ Kakashi,” si corresse immediatamente.
 
Allungò una  mano per poggiarla sulla sua, ma lui la ritirò subito. Questo gesto le fece male, ma in fondo era abituata, quindi cercò di non darlo a vedere. Tuttavia non fu molto brava,  perché una fitta di rimpianto pizzicò la fronte di Kakashi e lui alzò la stessa mano che aveva ritirato per sistemarle una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Le prese la testa, la sua mano era abbastanza grande da coprire il suo collo per intrecciare le dita dietro la nuca e appoggiare il pollice sulla sua mascella. Il cuore di Sakura le balzò in gola quando vide un’espressione familiare insorgere sul suo viso- la stessa che aveva visto quella volta che erano nella foresta quando aveva tentato di farle mangiare quel fungo. La stessa voglia famelica era lì, come se l’unica cosa a contare in quel momento fosse solo lei.
 
Poi con un leggero strattone, la attirò a sé e si chinò per baciarla…all’angolo della bocca.
 
Sakura era troppo sorpresa per reagire. Non sapeva cosa pensare di quel tipo di bacio. Si aspettava un bacio pieno sulle labbra, con la stessa passione e sensualità che le aveva dimostrato di avere quando si erano ritrovati soli nel nascondiglio di Matsura. Ma non era nemmeno un insignificante bacio sulla guancia. Ed era troppo lungo e persistente per considerarlo platonico.
 
Era un bacio che conteneva un mix  di innocenza e intimità che non aveva mai provato prima.
E immediatamente si sentì in colpa per averlo chiesto. Poteva sentire il tremolio della sua mano e l’odore di alcool nel suo respiro. Kakashi era un disastro, ma non aveva il diritto di giocare con lui solo per soddisfare la sua ingenua curiosità.
 
 Kakashi lentamente si tirò indietro, togliendo la mano dalla sua guancia per afferrare il bicchiere.
 
“Torna nella tua stanza,” gracchiò, la sua voce si era spezzata in una specie di sussurro rauco. “E chiudi a chiave la porta.”
 
Stava per chiedergli perché,  poi capì  e le sue viscere si irrigidirono per lo shock.” Oh…” sussurrò, scivolando giù dallo sgabello e rimettendosi in piedi.
Adesso non sapeva cosa dire. Arrivederci le sembrava troppo formale dopo quanto accaduto. Dunque sussurrò un “ Grazie…e mi dispiace. Non ti darò più fastidio.”
 
Se ne andò con calma, anche se voleva scappare. Non ricordava cosa era successo e come era arrivata davanti la porta dell’albergo, i ricordi del tragitto erano sfocati. Quando arrivò, chiuse la porta a chiave e andò a sedersi sul letto.
 
Poi si alzò e la riaprì.
 
 
Dieci minuti dopo, dopo una doccia veloce e aver indossato la camicia da notte, tornò indietro e richiuse nuovamente la porta a chiave. Trascorse la mezz’ora successiva sotto le coperte, tormentandosi se avesse preso o no la decisione giusta. Ma prima che potesse cambiare idea, il sonno la investì, complici il calore del letto e l’effetto dell’ alcool.
E il sonno presto si trasformò in un incubo.
 
Non ne aveva da un po’, ma forse a provocarglielo era stata la combinazione di un letto che non era il suo e una mente instabile a riportarla indietro nei ricordi spiacevoli.
 
Matsura era lì: l’aveva inchiodata al letto con la sua presenza ingombrante più di qualsiasi altra cosa lei potesse immaginare e premendo su di lei così forte da farla sentire soffocare. E per quanto piangesse, implorasse e urlasse, non riusciva a trovare la forza per respingerlo.
La violentò con le mani per tutto il tempo, borbottando cose oscene e offensive nel suo orecchio.
 
“Non ti vuole ora che ti ho avuto. Sarai per sempre mia. Sarò per sempre la tua prima volta.”
 
Kakashi era lì, ma non poteva sentirla gridare il suo nome o forse la stava semplicemente ignorando. Era in un luogo lontano, intento a leggere il suo libro, ignaro e indifferente verso la sua angoscia e il suo dolore.
 
Si svegliò piangendo  e dimenandosi sotto le coperte, troppo delirante e sconvolta per accorgersi che era solo un sogno. Le era sembrato quasi reale, il che era abbastanza per farle mordere il cuscino mentre singhiozzava.
 
Quando improvvisamente la maniglia della porta tremò, il cuore di Sakura si calmò e smise di piangere. C’ era un’ombra proiettata sulla fessura di luce sotto la porta., e lei la osservò attentamente finche non si allontanò di colpo. Per un attimo aveva sospettato che fosse Matsuda.
 
Poi si rese conto.
 
Kakashi!
 
 Balzò fuori dal letto e corse alla porta. Con mani tremanti armeggiò con la serratura prima di aprirla con uno strattone, pronta a richiamarlo. Se c’era una persona di cui aveva bisogno in quel momento, era lui.
 
Ma tutto quello che vide furono i suoi due amici ubriachi fradici sostenersi a vicenda in un abbraccio scomposto, probabilmente l’unica cosa che li teneva in piedi.
Si voltarono e si scusarono quando videro la ragazza sulla soglia della porta.
 
“Scusa ,scusa!” Farfugliò Naruto ad alta voce. “ Non riuscivamo a ricordare quale fosse la nostra stanza. Stupido coprifuoco…”
 
A Sakura non importava. Li lasciò soli e tornò dentro, chiudendo la porta a chiave. Stava ancora tremando per via del suo sogno mentre si rannicchiava nel letto per la seconda volta quella sera.
L’ultima volta che aveva avuto un incubo così vivido, Kakashi aveva dormito accanto a lei per farla sentire al sicuro. In quel momento non aveva nessuno.
 
Solo il ricordo del suo ultimo bacio la fece rilassare. Istintivamente si toccò il punto esatto all’angolo della bocca  e chiuse gli occhi, immaginando la sensazione umida e il sapore delle labbra di Kakashi che aveva assaporato tempo prima.
 
Fu questo, e solo questo, a farla dormire più serena quella notte.
  
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