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Autore: eddiefrancesco    04/03/2021    0 recensioni
Inghilterra 1863 sebbene di aspetto piuttosto insignificante, lady Hester Pimblett possiede una viva intelligenza che le consente di scorgere l'uomo disperatamente solo che si cela dietro la maschera cinica di Adrian Fitzwalter, duca di Barroughby e di provare per lui un attrazione che non tarda a diventare amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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Girando sui tacchi, Hester andò quasi a sbattere contro Mabel, che aveva in mano una bacinella d'acqua e diverse strisce di tessuto bianco sul braccio. - Sta morendo? - domandò, fissando il duca con gli occhi sgranati - Dev'essersi riaperta la ferita. Immagino che avremo bisogno di altra acqua. - Portò lo sguardo su di lui e aggrottò la fronte. Aveva riabbassato le palpebre. Forse stava molto peggio di quanto le avesse lasciato capire. - Si, milady - ribatté la cameriera, indietreggiando in direzione della porta. A un tratto Adrian emise un gemito che indusse Mabel a fuggire come un topolino terrorizzato e Hester a tornare a precipizio accanto al sofà. - Milord! - Lui aprì un occhio e le rivolse un sorriso canagliesco. - Se n'è andata? - - Si.- Hester fu tentata di rimproverarlo per averle spaventate, solo che subito dopo realizzò che se era in vena di scherzare, non doveva essere tanto grave. - Abbiamo mandato a chiamare il dottor Mapleton.- - Non riuscirà affatto a farmi sentire meglio.- Afferrandole una mano, Adrian l'attrasse a sé. - Questo sarà molto più efficace.- La baciò avidamente, appassionatamente, cosa tanto più sorprendente in quanto fino a pochi minuti prima era apparso così debole e pallido. Poi la lasciò andare con palese riluttanza e le accarezzò la guancia. - Questa è l'unica medicina che mi occorre.- - Per quanto apprezzi la vostra valutazione, milord, mi sentirò più sollevata quando il dottor Mapleton mi avrà assicurato che non ho motivo di preoccuparmi.- - No, non è possibile - si accigliò lui. - Ma è un chirurgo...- cominciò a protestare lei. Adrian le mise un dito sulle labbra. - Dovete smetterla di chiamarmi con tutti quei titoli altisonanti. Vostra grazia, milord. Voglio essere il vostro amore.- - Amore mio - mormorò Hester, dandogli un altro bacio sulla bocca calda e invitante. - Perché non chiediamo a Jenkins di rimandare indietro John? Si limiterà a dirmi che me l'aveva detto e che avrei dovuto riposare. - farfugliò Adrian fra un bacio e l'altro. Lei si tirò indietro. - Sa che siete stato ferito una seconda volta? - - È successo a casa sua.- - Quindi sa anche di Elliott e della signorina Howell? - - Sa tutto di Elliott. Lo sa da diverso tempo e sembra che sia completamente d'accordo con voi. Sostiene che avrei dovuto lasciare che se la sbrigasse da solo molti anni fa.- Un sorriso sbilenco gli torse le labbra. - Ero andato a trovarlo stamattina. Per la verità, malgrado tutte le vostre belle e commoventi parole, non riuscivo a credere che voleste sposare un mascalzone come me. John mi ha convinto che sapevate quello che stavate facendo.- - In tal caso gli esprimerò la mia riconoscenza, anche se devo confessare che trovo un tantino sconcertante l'idea che abbiate prestato ascolto più a lui che a me.- - Suona piuttosto brutto, non è vero? Sapevo di essere disperatamente innamorato di voi e desideravo tanto credere che aveste parlato sul serio. Dovevo solo averne la certezza.- - E cioè chiedere un altro parere, come se si trattasse di una malattia? - - In un certo senso.- Lei lo abbracciò. - Vi perdonerò, purché non dubitiate mai più di me.- - Non ho dubitato di voi quando sono tornato stasera e ho visto che la porta della vostra stanza era aperta. Ho pensato che ci fosse qualcosa di strano, poi ho sentito la vostra voce proveniente dalla stanza di Elliott.- - Che cosa avete pensato esattamente? - - Che Elliott ne stesse combinando una delle sue.- - Sono lieta che vi siate fidato di me.- - Voi vi eravate fidata di me. Come avrei potuto essere da meno? - Hester gli rivolse un caldo sorriso, poi tornò a farsi seria. - Come avete incontrato la signorina Howell? - - L'ho vista arrivare a Barroughby. E perdere il bambino...- Emise un sospiro. - Ho pregato Mapleton di fare tutto ciò che è in suo potere per lei. Mi assumerò tutte le spese necessarie. Mi sembra il minimo che io possa fare.- Lei gli accarezzò una guancia. - Ed Elliott? Ammesso che riusciate a rintracciarlo? - - Non lo so - rispose con sincerità Adrian stringendola a sé. - Francamente non lo so.- Jenkins apparve sulla soglia. - Milord! - sibilò nel vederla semisdraiata sul sofà fra le braccia del duca. - Va tutto bene, Jenkins - lo rassicurò lui. - Lady Hester e io siamo fidanzati e ci sposeremo presto.- - Prego, vostra grazia? - Adrian alzò la voce. - Lady Hester e io stiamo per sposarci.- Dato che il maggiordomo rimase impassibile, lei pensò che non avesse ancora sentito bene. Poi lo vide piegarsi in un inchino ossequioso. - Congratulazioni, vostra grazia. Il dottor Mapleton è arrivato.- Il chirurgo sorrise a Hester che si era alzata per salutarlo. - I miei migliori auguri per le prossime nozze, milady.- - Grazie - rispose lei arrossendo. - Per quanto mi piacerebbe stare qui ad ascoltare voi due colombi decantare i pregi l'uno all'altro, ho del lavoro da fare.- Mapleton posò la borsa sul tavolo e l'apri', occhieggiando i pantaloni del duca. - Dovrete toglierveli ancora una volta, milord, perciò devo pregare lady Hester di lasciarci soli.- Adrian annuì, mandandole un bacio sulla punta delle dita. - Mi dispiace per i vostri calzoni, John. Ordinatevene un paio e dite al sarto di mandarmi il conto.- - Oh, lo farò, non dubitate. Ora giù quei calzoni, milord.- - Per quanto tutto ciò sia seccante, sarò felice di accontentarvi.- - Così non può andare, milord. Non potete continuare a riaprirvi delle vecchie ferite e perdere del sangue. Finora siete stato molto fortunato a evitare un'infezione, ma non potete fare sempre assegnamento sulla fortuna, sapete.- Adrian trasalì mentre Mapleton cominciava a ripulirgli la lacerazione. - Lo so. Seguirò il vostro consiglio. In fondo, avrò un'incantevole giovane donna per tenermi compagnia durante la convalescenza.- Il chirurgo ridacchiò. - Se avessi immaginato che era quello che ci voleva, averi assunto prima un'infermiera.- - Ne dubito, data la mia reputazione.- - A cui non ho mai creduto.- - Sarete contento di sapere, John, che Elliott ha lasciato questa casa, e probabilmente per sempre.- - Davvero? E quando? - - Stanotte.- - Ah. Ho sentito un cavallo galoppare attraverso i campi e mi è parso di intravedere un cavaliere. Può darsi che fosse lui.- Mapleton tornò a chinarsi sulla ferita. - Era ora che toglieste il guinzaglio a quello sciocco. Era come una cancrena che avvelenava tanto la vostra vita quanto la sua.- - Le amputazione non sono mai facili, John. Dovreste saperlo meglio di chiunque altro.- - Infatti, milord.- Alzandosi, Mapleton prese a frugare nella sua borsa in cerca di qualcosa, che evidentemente localizzò. - Avete del brandy a portata di mano? - Adrian gli indicò lo stipo. - Perdonatemi se non vi ho offerto prima qualcosa da bere.- - Non è per me. È per voi.- Avvicinandosi allo stipo, il chirurgo riempì un grande bicchiere di brandy, che Adrian osservò con diffidenza. - Prima vi porteremo nella vostra stanza. Poi dovrò cauterizzare la ferita.- Molto più tardi e dopo aver atteso a lungo fuori della stanza di Adrian attanagliata dall'angoscia, Hester venne rassicurata dal chirurgo, il quale dichiarò che il duca sarebbe guarito presto ora che la ferita era stata cauterizzata. Finalmente si alzò dalla sedia dalla spalliera rigida del corridoio su cui aveva vegliato e pregato, ma non andò direttamente nella sua stanza, benché non si fosse mai sentita più esausta in vita sua. In punta di piedi si diresse verso la porta di quella di Adrian, come aveva fatto quella prima sera che sembrava tanto lontana nel tempo, e la dischiuse piano piano con l'intenzione di accertarsi personalmente che riposasse tranquillo. Lo vide disteso nel letto, più o meno nella stessa posizione dell'altra volta. Questa volta, però, non lo osservò incuriosita né affascinata e spaventata al contempo, bensì con lo sguardo tenero di un'amante. Si concesse il lusso di fissarlo mentre dormiva, sapendo che un giorno avrebbe condiviso quel letto.
   
 
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