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Autore: bhooo01    05/03/2021    1 recensioni
Tra festoni, argenteria e chiffon gli studenti di Hogwarts si ritrovano tra i preparativi di un ballo che cambierà le loro prospettive.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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“Hermione! Per Merlino! Ti decidi a stare ferma?”
“Ti hanno mai detto che non sei il massimo della delicatezza?” fece notare la diretta interessata guadagnandosi, prontamente, un furente sguardo da parte di Ginny Weasley.
“Scherzavo…” sussurrò con un filo di voce la bruna, temendo per la sua incolumità, mentre spostava lo sguardo sui preoccupanti spilli che la sua migliore amica teneva, poco saldamente, a mezz’aria.
Si trovavano in sala grande da quasi cinquanta minuti ed Hermione proprio non riusciva ad intravedere la fine di quel supplizio.
Aveva accettato, con non poche remore, di fare da modella per Ginny ma doveva ammetterlo, la rossa non aveva ereditato neanche un briciolo della maestria della signora Weasley nel cucire.
“Ginny scusa ma mi avrai infilzato almeno venti volte.” Confessò arresa. “negli ultimi tre minuti.” Aggiunse piano sperando di non essere sentita.
La rossa borbottò qualcosa in risposta mentre con i denti tagliava un filo sull’orlo della gonna.
“Come?” la guardò l’altra dall’alto.
“Ho detto” riprese alzandosi “che hai ragione. Ma ho quasi fatto, te lo assicuro!” continuò gioviale.
“Riesci a finire prima che tornino gli altri?” chiese Hermione guardandosi intorno.
Effettivamente erano le uniche a popolare il salone dal momento che, non appena fu scattata la tanta agognata “ora di libertà dai lavori forzati”, così come la chiamava Harry, tutti si erano catapultati il più lontano possibile da zucche e festoni.
Mancava ormai poco al 31 ottobre e i preparativi per il ballo si stavano intensificando sempre più. Quindi, ciò che più bramavano gli studenti, erano quei sessanta minuti che i professori avevano deciso di concedere durante il secondo pomeriggio. Alcuni erano disposti persino a studiare, insomma, a fare qualunque altra cosa che non implicasse la presenza di forbici e brillantini.
La pausa, però, stava volgendo al termine e l’ultima cosa che Hermione voleva era farsi ritrovare in quel pomposo abito davanti a mezza scuola.
Però, prima che la rossa potesse proferire qualsivoglia sillaba, il minore dei suoi fratelli fece un caotico ingresso attirando l’attenzione delle due.
Aveva la cravatta semi slacciata e mezza camicia fuori dai pantaloni mentre, trafelato, cercava di attirare l’attenzione della sorella.
“Ginny, ascoltami bene” iniziò senza neanche accorgersi della presenza di Hermione, troppo preso dai fogli che portava con sé. “Harry sta iniziando a lavorare ad un nuovo schema per il prossimo campionato di Quidditch e tu dovresti…” ma la rossa non seppe mai cosa avrebbe dovuto fare perché nell’esatto momento in cui Ron alzò lo sguardo e lo posò su Hermione le parole gli morirono in gola.
Boccheggiò per due buoni minuti mentre la bruna, dal canto suo, era diventata di una tonalità che faceva fortemente concorrenza ai capelli di lui.
“Hermione, sei…” proprio non aveva le parole per descrivere quella visione. Le sembrava così eterea, anche se sotto un discutibile numero di strati di tulle. Quel corpetto fasciava così bene le sue forme senza renderla volgare e i colori dei tessuti sembravano quasi un’estensione della sua stessa pelle tanto era accurato l’abbinamento.
La ragazza, altamente lusingata, non riusciva ad incrociare il suo sguardo e si mordeva con tenacia il labbro inferiore cercando di reprimere un sorriso. Per quanto fosse colpita dalla reazione di Ron era ancora arrabbiata con lui e non poteva mandare in frantumi la sua credibilità. L’orgoglio non avrebbe retto per nulla.
Ginny quasi temeva di muoversi per paura di rompere quell’idillio e, accovacciata ai piedi di Hermione, si guardava bene dal compire qualunque movimento molesto mentre, tra sé, sorrideva soddisfatta.
Il rosso, tratto un respiro, stava per concludere la frase quando la sala grande divenne fin troppo affollata per i suoi gusti.
“Hermione carissima.”
Melliflua ed irritante la voce di Cormac McLaggen gli giunse indistinguibile alle orecchie.
Ginny roteò furentemente gli occhi alzandosi di colpo e piazzandosi davanti all’amica con la scusa di sistemare l’orlo del corpetto.
Ron strinse con forza in pugno la mano libera mentre Hermione alzava gli occhi e il rossore si estingueva sulle sue guance.
“Sei magnifica.” Proruppe tentando di prenderle la mano ma la ragazza, prontamente, si guardò dal permetterglielo e gli concesse un semplice sorriso di circostanza.
Colpito dal gesto, il biondo si voltò verso Ron, considerandolo la causa di tale comportamento e, in risposta, si guadagnò un fulminante sguardo marchio Weasley.
La sua attenzione tornò poi alla ragazza davanti a sé e decise di partire con il piano B.
“Quanto. Ti. Manca. Qui?” chiese con una pausa tra una parola e l’altra mentre cercava di incrociare lo sguardo della bruna nonostante i tentativi di Ginny di frapporsi, fisicamente, tra loro.
“Ti fermi un secondo?” esalò esasperato rivolto alla rossa che, con finta ingenuità, si voltò verso di lui “Scusa Cormac, ma abbiamo ancora molto da fare.”
Lui la ignorò bellamente e fece per proferire nuovamente parola quando la bruna lo bloccò sul nascere. “Ha ragione, siamo impegnatissime.” E finse di affaccendarsi con i ricami sulla vita.
“Vorrei parlarti solo un minuto.” Continuò spazientendosi.
“Ha detto che non può.” Prese, finalmente, la parola Ron. “Quindi sei pregato di andare.” Continuò stringendo i fogli quasi fossero la gola del biondo.
“Ci vediamo fuori quando avrai finito.” Proclamò rivolto ad Hermione anche se il suo sguardo era fisso in quello del rosso.
Quest’ultimo lo osservò, con freddezza, uscire per poi ridestarsi e rivolgersi alle due “Ragazze, vado anche io.” Decretò funebre, dimenticando il perché della sua venuta e avviandosi verso la porta quando si fermò voltandosi appena “Ah Hermione” chiamò quasi in un sussurro ma abbastanza intenso da far voltare la bruna “Aveva ragione, sei splendida.” Esalò mentre spariva alla volta dell’uscio prima di metabolizzare quanto avesse detto e troppo in fretta per veder sorgere un genuino sorriso sulle labbra della ragazza.
“Quando torni tra noi fammi un fischio.” Ridacchiò Ginny lanciando un’occhiata verso l’amica.
“Smettila.” Disse l’altra scuotendo la testa e tornando seria.
“Andiamo! Si può sapere perché non fate pace?!” sbottò infilzando con troppa forza l’ennesimo spillo.
“Per Merlino Ginny!” la rimbeccò massaggiandosi il punto leso.
“E comunque non è così semplice.” Decretò mettendo su il suo tipico cipiglio da chi non vuole darla vinta a nessuno.
“Cosa c’è di complicato? Davvero non me lo spiego.”
“Cambia umore ogni due minuti e per quanto apprezzi le sue lune dritte quando gli partono i cinque minuti è insopportabile! Parla a sproposito e mi fa star male. Non ci pensa due volte al fatto che quello che dice potrebbe ferirmi!” le spiegò incrociando le braccia al petto.
“Sta cambiando e lo so che lo vedi.” Continuò a punzecchiarla la rossa sperando in un riscontro positivo.
In risposta, contrariamente alle sue aspettative, ottenne solo un sonoro sbuffo.
“Abbiamo finito?” chiese poi spazientendosi.
“Sì.” Asserì Ginny, sapeva che non avrebbe giovato a nessuno continuare a trattenerla.
“Grazie per l’aiuto.” Terminò posando ago e filo.
Hermione le sorrise frettolosamente e si liquidò decisa ad andare lontano, ignara del fatto che da se stessi non si può fuggire a lungo.
 
Senza rendersene conto si era ritrovata nei pressi della biblioteca, vicino ad uno dei corridoi che costeggiavano il cortile. Proprio lì le parve di vedere Harry, era tentata di avvicinarsi quando voltato di spalle lo vide. Ron.
Si sentiva così ridicola, ad ignorare i suoi migliori amici per delle bambinate ma proprio non riusciva a fare diversamente.
Purtroppo, la razionalità l’aveva ormai abbandonata da tempo, andava avanti solo a suon di istinto.
Un istinto abbastanza infantile… avrebbe aggiunto se fosse stata lucida.
Si guardò, quindi, bene dal farsi notare e svoltò nel primo corridoio utile.
Non l’avesse mai fatto.
“Hermione.”
Pessimo istinto…
“Cormac!” si sforzò lei di sembrare cordiale.
“Scusami ma ho molto da studiare, non posso trattenermi.” Iniziò provando a sorpassarlo.
“Aspetta.” La fermò lui con un braccio e adottando un tono per niente rassicurante.
“Volevo solo scusarmi per la scorsa uscita e chiederti se ti andasse di riprovarci.” Le propose con un po’ troppo entusiasmo.
“Ehm, ascolta…” continuò lei fortemente in imbarazzo e ancora ferma a causa della stretta di lui. “Non è successo nulla di grave.” Provò mascherando l’inquietudine nella voce “Però ultimamente sono molto impegnata, sai… il ballo e tutto.” Terminò cercando di divincolarsi dalla sua morsa.
In risposta lui aumentò la pressione sul braccio di lei e le iridi azzurre divennero cupe ed inespressive come la foschia montana.
“Ti chiedo solo un’altra possibilità.” Incalzò il biondo con il tono di chi non è disposto ad accettare un ‘no’ come risposta.
“Mi…mi stai facendo male.” Provò Hermione con la voce tremante e quasi le lacrime agli occhi.
“Allora accetta e ti lascio andare.” Concluse con un ghigno avvicinandosi sempre di più alla ragazza che si ritrovò ad indietreggiare senza accorgersene finchè con le dita non toccò il freddo muro alle sue spalle.
Di quello che successe dopo capì poco e nulla.
Angolo dell’autrice: Sono tornata!!!! Mi dispiace tantissimo per l’assenza ma ho avuto un periodo più che nero. Colgo l’occasione per ringraziare chi ha continuato a leggere e a recensire, vi ringrazio enormemente per la fiducia! Tornerò ad aggiornare abbastanza regolarmente.
Andando al capitolo, sarei curiosissima di sapere cosa credete che succederà. Mi rendo conto che è abbastanza univoca la direzione verso cui potreste dirottare la vostra immaginazione ma fidatevi se vi dico che non è così ovvio come potrebbe sembrare! Comunque mi farebbe piacere avere qualche opinione.
E niente, la smetto di scocciarvi, a presto!
   
 
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