CAPITOLO
0.2
23
Giugno, Fortezza Rossa, Fazione dei
Grifondoro
L’improvviso
soffio di vento che lo colpì come uno schiaffo in pieno viso
costrinse Aidan ad
aprire li occhi, realizzando finalmente che sì, non stava
facendo un sogno: era
veramente tornato a casa. Cercò di trattenere il sorriso che
cercava di
spuntargli sulle labbra e, insieme agli altri ragazzi,
cominciò ad avviarsi
verso la Fortezza. Si voltò un’ultima volta verso
il treno, rosso e arancio
come i colori della sua Fazioni, che li aveva portati lì,
consapevole che non
l’avrebbe più rivisto per il resto della sua vita.
-Aidan, manca
tanto? – una piccola vocina lo distolse
dai suoi pensieri e si voltò verso la sua sinistra, dove una
bambina, dai corti
boccoli ramati e grandi occhi azzurri, lo osservava con
curiosità. Lui le
sorrise e, con la mano libera dal baule che si portava dietro, le
accarezzò la
testa.
-No Tammy, siamo
quasi arrivati. – le comunicò lui e
la ragazzina sorrise. Lui e Tamara avevano sei anni di differenza, lui
al
settimo anno e lei al primo, ma per alcuni non sembravano nemmeno
fratelli: lui
aveva corti capelli castani e occhi verdi, mentre lei capelli ramati e
occhi
azzurri. Tuttavia, si capiva che erano fratelli dallo stesso naso
dritto e
dalla stessa intensità del loro sguardo, deciso e
determinato come dei veri
Grifondoro.
- Grifondoro, da
questa parte! – la voce di Titus
Dallas, Capofazione di trentasette anni, risuonò potente
come un fulmine,
convincendo ai ragazzi di muovere le gambe per non essere lasciati
indietro.
Aidan strinse la mano della sorella e affrettò il passo, non
volendo far
arrabbiare il Capofazione più del dovuto. Finalmente, dopo
altri cinque minuti,
i ragazzi raggiunsero la Fortezza, dove Titus li lasciò
liberi di tornare nelle
proprie unità familiari. Aidan, sempre tenendo per mano
Tamara, si avviò per il
grande salone principale della Fortezza, prendendo le scale per
raggiungere la
Torre Ovest, dove si trovava la sua unità. Raggiunta la sua
unità abitativa, la
305E, venne subito accolto dal profumo di casa. Sua sorella prese a
correre per
andare a salutare sua madre, lasciando così indietro il
fratello. Quello
sospirò, richiudendosi la porta alle spalle e, nel mentre,
pensava al Giorno
della Scelta: doveva fare la cosa giusta.
Biblioteca,
Fazione dei Corvonero
Kaia girovagava
all’interno della Biblioteca, sistemando i libri che trovava
in giro sui tavoli
e riprendendo i ragazzi che facevano baccano, disturbando
così gli altri. Da
quando ne era divenuta la responsabile, aveva finalmente capito Miss
Adler, la
precedente proprietaria, quando le diceva che le sarebbero venuti i
capelli
bianchi entro i trent’anni. Superò velocemente il
Reparto Antico, riguardante
tutte le discipline del mondo prima delle Fazioni, e si
avviò verso l’uscita
quando, su uno dei tavoli messi a disposizione dal luogo, riconobbe
subito un
volto familiare. La ragazza attese qualche minuto ma, visto che
l’altra
sembrava non essersi accorta della sua presenza, decise di andarle
incontro:
Catalina, con una matita nella mano sinistra e la destra a sorreggerle
la
testa, era circondata da enormi volumi, molto vecchi a giudicare
dall’aspetto,
mentre prendeva appunto su un piccolo pezzo di pergamena ingiallita.
-Non pensavo di
trovarti già qui. Sei tornata da
quanto, tre ore? Non dovresti essere con la tua famiglia? –
domandò Kaia e
Catalina sorrise, avendo subito riconosciuto la sua amica.
- Dovrei, ma
mamma era impegnata in laboratorio per
non so quale progetto, papà aveva voglia di stare un attimo
da solo – sai, dopo
un anno circondato da studenti lo capisco, - mentre i gemelli saranno
in giro
da qualche parte a combinare guai come sempre. – rispose
prontamente la castana
e Kaia scosse la testa: sapeva che la famiglia Ramirez fosse alquanto
“particolare”, a partire da Josè
Ramirez, insegnante di Incantesimi presso
Hogwarts, passando per Maria, la madre che come lavoro era un medico
legale e
arrivando ai due membri più piccoli Maya e Paco che, a soli
undici anni, erano
più scaltri di molti suoi coetanei. Non era un mistero,
dunque, che anche
Catalina fosse una ragazza fuori dalle righe. Sospirando, la
Responsabile le si
sedette di fronte, mentre la ragazza chiudeva il volume davanti a
sé.
- E’
davvero un peccato dover lasciare tutti questi
libri nelle mani di altri… Ma tanto ci sarai tu a
proteggerli, no? – fece
Catalina stiracchiandosi e Kaia la guardò con tenerezza.
- Quindi hai
già deciso? – le chiese e la castana
annuì.
- Sì.
Mi troverò bene anche lì, lo so già.
– rispose.
Tra le due cadde un leggero silenzio, che venne poi interrotto dalla
più
piccola che si alzava, strisciando la sedia e ottenendo occhiatacce sia
dalla
responsabile che dalle altre persone.
- Penso che
adesso me ne andrò a fare un giro per i
Recinti*, hai voglia di venire con me? – domandò
e, notando lo sguardo di Kaia,
alzò le mani al cielo.
- Sì
lo so, devi controllare. Ci vediamo in giro! - esclamò
e, salutandola un’ultima volta, si diresse verso
l’uscita, ringraziando
mentalmente quel posto che, per anni, era stato come una casa e che,
tra qualche
giorno, non lo sarebbe più stato.
Terzo
Piano, Centrale, Fazione dei Serpeverde
-Muovetevi
signorine, non possiamo stare qui tutto il giorno! –
urlò Armin ai suoi
sottoposti, mentre quelli sbuffavano per gli ordini appena ricevuti. Da
anni,
ovvero da quando aveva ottenuto il ruolo di responsabile, Armin si
divertiva a
tormentare gli operai della sua squadra sapendo che, essendo il capo,
non
avrebbero potuto fargli niente. Tuttavia, sapeva che quegli uomini,
più grandi
e più piccoli di lui, non gli avrebbero fatto niente anche
se ne avessero avuto
l’occasione, perché loro lo rispettavano e
sapevano che non era mai serio con
gli insulti e quant’altro.
L’improvviso
suono della sirena avvertì Armin della
fine del loro turno. Si asciugò il sudore dalla fronte,
mentre diceva ai suoi
uomini di andare a darsi una rinfrescata e di tornare ai piani alti.
-Signor Armin!
Signor Armin! – il moro si voltò subito
verso quella voce, che sapeva già appartenere a Ethan
Thompson, un suo
sottoposto entrato nei Serpeverde durante l’ultima selezione.
Lo scricciolo,
come lo aveva soprannominato lui per via della statura minuta, aveva
superato tutte
le prove, sorprendendo Armin che l’aveva poi voluto nella sua
squadra.
- Dimmi
Scricciolo. E ti ho già detto di chiamarmi
semplicemente Armin. – fece lui mentre si levava i guanti da
lavoro.
- Una ragazza ti
sta aspettando qui fuori. – gli comunicò
il ragazzo e il Capofazione, dopo qualche secondo, scosse la testa,
avendo già
capito di chi stesse parlando il ragazzo. Lo ringraziò e si
incamminò verso gli
ascensori dove, era sicuro come la morte, avrebbe trovato Aileen.
Infatti, come
volevasi dimostrare, la rossa lo stava attendendo alle porte degli
ascensori,
stretta nella sua tenuta verde smeraldo che le risaltava ancora di
più i
capelli rosso fuoco.
- Pensavo non
venissi a trovarmi. – fece il ragazzo
mentre quella gli correva incontro per abbracciarlo.
- Cosa ti
aspettavi? Sei appena diventato Capofazione,
dovevo per forza venire a congratularmi di persona! –
esclamò lei ridendo. I
due entrarono nell’ascensore, cliccando per il Primo Piano,
dove si trovavano
le camerate. Armin si appoggiò alla parete e
sospirò, sentendo i muscoli
iniziare a dolere.
- Senti ansia
per il Giorno della Scelta? – le chiese
lui, girandosi per osservarla attentamente e la ragazza fece spallucce.
- Dipende. A
momenti sono euforica, mentre volte
vorrei che fosse il più tardi possibile. A te
com’era andata? – fece lei e lui rise.
- Come ti ho
già detto. Sapevo cosa scegliere e l’ho
fatto, fine. – rispose e la rossa sbuffò.
- Non mi dirai
mai se sei di qui o se hai cambiato,
vero? – sbottò e lui rise ancora di più.
- Mai, lo
scoprirai da sola. Comunque sia, non devi
guardare cosa hanno scelto gli altri, ma devi fare quello che vuoi tu.
Che sia
seguendo il cuore o seguendo la ragione, la scelta è solo
tua. – continuò Armin,
mentre le porte dell’ascensore si aprivano sul Primo Piano.
Si incamminò,
lasciando dietro la ragazza, che sospirò affranta.
- Lo spero
tanto. –
ANGOLO AUTRICE
Buonsalve gente!
Sono qua con un secondo prologo, per
tenervi compagni fino alla selezione. Inoltre, a chiunque volesse
unirsi, le
iscrizioni sono aperte fino al 20 Marzo. Alcune note che volevo
precisare:
-ho messo una
data nel primo paragrafo. In questo
universo, Hogwarts finisce il 23 marzo e il 26 avviene il Giorno della
Scelta.
I Cadetti affrontano delle prove nei mesi di luglio, agosto e settembre
fino al
22 settembre, quando poi avviene la Cerimonia che li fa diventare
membri
effettivi della società;
-il treno
è il mezzo di trasporto delle Fazioni. Tutto
l’impianto viene gestito dai Corvonero e servono
principalmente per portare i
ragazzi ad Hogwarts oppure per trasportare i cittadini al Congresso (i
treni
hanno i colori delle Fazioni e sono quattro), mentre
all’interno della Fazione
vengono usati dei vagoncini, sempre con i colori e con i simboli delle
Fazioni.
Detto questo vi
saluto e ci vediamo alla selezione!
Bacioni,
__Dreamer97