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Autore: Whatliesintheend    07/03/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Per Draco Malfoy fu una fortuna che fino in classe Harry non parlò più, quell'insolito suo silenzio era una barriera meravigliosa dietro alla quale entrambi potevano nascondersi.
A entrambi però una domanda bruciava sulla lingua in modo insopportabile, ovviamente non era la stessa, ma mentre il Serpeverde si arrovellava ancora su cosa fosse possibile si fossero detti i Grifondoro  quella mattina a colazione, il riccio invece pensava al modo migliore per esprimere una sua certa curiosità senza essere frainteso.
Nemmeno per un attimo si chiese se ne valesse effettivamente la pena.

Tuttavia scadde il tempo a sua disposizione per parlare perchè i due ragazzi arrivarono davanti alla serra.
Entrarono, ognuno dei due a modo proprio, pentiti e insieme noncuranti.
La professoressa Sprout, dal canto suo, non doveva essere di ottimo umore: a quanto pare, entrando in ritardo, avevano interrotto il brillante monologo di Neville, ovvero ciò che la Sprout più attendeva durante ogni lezione.

Si può dire che le conseguenze non furono catastrofiche, ma ai due ragazzi, ognuno prontamente riunitosi al gruppetto della propria Casa, fu assegnato il compito di riordinare la serra dopo la lezione.
Harry decise che avrebbe chiesto in quel frangente a Malfoy quello che voleva sapere: dopotutto cosa gliene importava di quello che il biondo pensava di lui, poteva credere quello che voleva.

Ora però vi starete domandando tutti, o almeno spero sia così, che cosa Harry Potter volesse sapere di Draco Malfoy a tutti i costi.
Per scoprirlo dobbiamo ruotare un paio di volte la nostra Giratempo e tornare all'amichevole discussione di quella mattina al tavolo dei Grifondoro...

"No! Ronald ti prego n-..."

Troppo tardi, ormai era fatta e il Weasley si era lanciato sulla tavolata per afferrare al volo il vecchio gufo di famiglia, arrivato con la posta in quel momento, che rischiava col suo probabile atterraggio disastroso di mandare letteralmenre all'aria la colazione.
Così facendo, però, Ron aveva ottenuto l'effetto contrario alle sue intenzioni: il puddin di Seamus gli si era rovesciato addosso e le ciambelle di Neville erano state schiacciate dal suo peso.

Hermione gridò coprendosi gli occhi con le mani mentre Harry scoppiava in una risata irrefrenabile, come del resto buona parte di coloro che avevano assistito alla scena.
Ron ci rimase male, soprattutto quando Colin Canon si mise a scattare foto a destra e a manca e nemmeno a lui, ma "Harry Potter che ride", insomma l'evento del secolo.

"Miseriaccia Harry, sei il mio migliore amico almeno tu dovresti sostenermi... oi smettila di ridere..."

"Beh te lo meriti Ronald, te l'avevo detto di non farlo, del resto."

Intervenne Hermione e ciò che ottenne fu un'occhiata storta del rosso.
Quando finalmente Potter riuscì a smettere di ridere sentì due mani ugualmente pesanti ma appartenenti a due persone "diverse" posarglisi sulle spalle.

"Ehilà Harry"
" 'Giorno Prescelto"

Il ragazzo storse il naso e inclinò il collo, girando la testa in modo da puntare gli occhi su Fred e George in piedi alle sue spalle.

"Fred... lo sai che non mi piace che mi chiami così, mi fai sentire diverso."

"Oh poverino, sentito George? Si sente diverso"

Partì subito all'attacco quell'altro.

"Beh Harry, è perchè tu sei diverso ed è una vergogna che più gente non sia come te..."

"Già, io e George ci chiediamo spesso come sarebbe stato se anche Ron fosse stato come te..."

"Sicuramente migliore, Fred"

"Indubbiamente più pulito, George"

"Incapace di sedersi normalmente, Fred"

"Del tutto impedito in matematica, George"

"Beh, quell-"

"Fred, George, i pregiudizi derivanti dagli orientamenti sessuali sono passati di moda da decenni ormai, aggiornatevi. Inoltre Ron non è stupido...dovrebbe solo studiare di più, tutto qui."

S'intromise Hermione.
Il rosso incassò in silenzio, continuando a pulirsi il maglione imbevuto di puddin' con l'energia di un gatto che si lecca le ferite.
Harry invece si impose sulla situazione, incrociando le braccia al petto e fissando lo sguardo su un punto indefinito di fronte a sè, in modo da ottenere l'attenzione necessaria per declamare la seguente:

"Comunque io non sono gay, sono bisessuale. Vi ricordate Cho Chang, vero?"

Sul volto dei gemelli si dipinse un sorrisetto malsano.

"No, in realtà noi ci ricordiamo Cedric."

Risposero in coro facendo arrossire e insieme rabbuiare Harry Potter.
Hermione lanciò loro un'occhiataccia che parlava da sè:"andatevene".
I due si scambiarono una smorfia scherzosa e subito dopo si abbassarono simultaneamente a sussurrare alle orecchie di Harry, perchè, vedete, c'è chi ha un angelo e un demone e chi ha i gemelli Weasley appollaiati sulle spalle.

"Ma sì Harry, non disperare..."

"Già, il mare è pieno di pesci..."

"Belli, brutti..."

"Bruni, biondi..."

"Ah sì! A tal proposito Freddie caro, sono sicuro che hai sentito l'ultima..."

"No Georgie caro, di che parli?"

"Di Malfoy, Freddie mio..."

"Oh! Non mi dire che..."

"Eh sì, proprio così"

"Santi numi! Sentito Harry? Io ci farei un bel pensierino"

Lanciata questa bomba, se ne andarono visibilmente soddisfatti, lasciando che esplodesse nella testa del Grifondoro e lo portasse a cercare la chioma bionda di Malfoy al tavolo dei Serpeverde per ben due volte, come già sappiamo bene.

Quindi, in breve, il riccio moriva dalla voglia di scoprire se i gemelli avevano ragione, se Malfoy fosse effettivamente gay.
Non che gli importasse, era solo curioso... dopotutto "conosci il tuo nemico", no?

Per questo motivo attese nervosamente la fine della lezione e, appena la serra si fu svuotata, decise di stringere i denti e strappare quel cerotto una volta per tutte (inutile dire che se non l'avesse fatto il suo stupido ego da Grifondoro ci sarebbe rimasto molto male).

"Ehy Malfoy"

Richiamò la sua attenzione e il ragazzo biondo si girò verso di lui con aria seccata mentre sollevava una mano per fermarlo subito.

"No Potter, risparmiami il suono della tua voce mentre sistemiamo qua, è già abbastanza penoso così."

"Oh, sono desolato che ritrovarti della terra sotto le unghie ti abbia rovinato la giornata... sarà uno strazio pulirle suppongo"

Il biondino fece una smorfia e iniziò a impilare vasetti.

"E che ne sai tu? Non ti lavi..."

Harry intanto si era accorto quanto pericolosamente si stessero allontanando dall'argomento di cui voleva trattare, per questo incassò... e anchè perchè strillare "non è vero" sarebbe stato patetico.

"Senti, mi chiedevo... insomma ci sono delle voci..."

Draco alzò gli occhi al cielo, rassegnandosi all'insistenza del Grifondoro, ma senza dargliela vinta neanche per un secondo.

"Oh stupendo, San Potter sente pure voci adesso... e io che ero sicuro che non potesse andare peggio di così."

"Oh ma smettila Malfoy e stammi a sentire."

Protestò Harry seccato smettendo di spazzare il pavimento e picchiando la saggina della scopa per terra, ottenendo per un istante lo sguardo diabolicamente divertito di quell'altro che ora stava spostando i vasetti sopra un armadio.
Per un attimo il ragazzo con gli occhiali si perse nel gesto del Serpeverde che ora aspettava solo che il moro parlasse, ma nascondendo bene la sua curiosità.

"Non li prenderà mai nessuno se li metti così in alto..."

"Eh?"

Fece Malfoy disorientato prima di rendersi conto che Potter parlava dei vasetti.

"Seriamente? Era questo che volevi dirmi? Poi, tralasciando il fatto che la levitazione la insegnano al primo anno e gli incantesimi di richiamo al quarto... non tutti sono bassi come te, Potter."

"Non sono basso."

Si incupì subito il riccio lasciando che Malfoy sollevasse un sopracciglio con fare scettico.

"È vero! Sono perfettamente nella media"

Insistette Potter e il suo interlocutore non rispose, però riuscì a fatica a controllare una risatina che sembrava voler dire "patetico".
Di nuovo il Grifondoro si accorse di aver cambiato discorso e che, continuando così, non ce l'avrebbe mai fatta a dare pace al suo dubbio.

"Malfoy tu sei gay?"

Era chiaro che la domanda improvvisa e diretta lo avesse spiazzato, ma era Draco Malfoy... non bastava certo questo a fargli perdere il controllo.
L'unica cosa che riusciva a pensare in quel momento era "dannazione... è proprio da Potter".
Si girò verso di lui trovandolo lievemente rosso sulle gote, ma ben aggrappato al suo orgoglio.

"Tutto qui. Tutte queste moine solo per sapere se sono gay?"

Harry non disse nulla e Draco scrollò le spalle.

"Sì, lo sono. Ma resta il fatto che ho ancora buon gusto quindi, Potter, toglietelo dalla testa"

Ammetterlo non era stato così facile come avrebbe creduto o come lo era stato in altri frangenti.
Era come se Harry avesse fatto un passo in più verso il suo punto debole e questo terrorizzava Draco.

"Eh? Ma figurati, non mi piacciono i biondini."

Replicò prontamente, dopotutto si aspettava una provocazione del genere.
Non si aspettava però che Malfoy gli rivolgesse un'occhiata tanto sorpresa subito dopo.
Solo in quel momento si rese conto di avere praticamente appena dichiarato a sua volta il suo orientamento sessuale.

"Beh? Guarda Malfoy che non mi importa un fico secco di quello che p-"

Ma fu interrotto da una risata di scherno improvvisa, il biondo si copriva la bocca malignamente sconcertato.

"Per Salazar! Possibile mai che il famigerato San Potter sia gay... e ew, sei davvero la vergogna degli omosessuali in tal caso."

Stavolta fu il volto del Grifone quello a deformarsi in una smorfia ostile, che portò solo al risultato di istigare la Serpe a provocarlo ulteriormente.

"Oh non piangere ora, Potter... un giorno qualcuno forse ti apprezzerà per come sei veramente e non solo per la tua fama."

Il volto di Harry si contrasse e i suoi occhi mandavano lampi di avvertimento.
Malfoy faceva sempre centro.

"Già, e forse un giorno tu proverai delle vere emozioni, smettendola di fare il burattino. Non farmi la predica Ferret, perchè sei patetico."

Adesso anche Malfoy faticava a contenersi e stringeva i pugni lungo i fianchi perchè anche quel Potter sapeva bene dove colpire.

"Chiudi la bocca Sfregiato, non sai un cazzo di me."

"So abbastanza da essere consapevole di quello che dico."

Dal ghigno di Draco prorruppe una risata gelida e  sarcastica.

"Ma tu non sai quello che dici Potter. Per questo questa conversazione non ha più alcun senso."

Detto questo, mosse la bacchetta e sussurrò una breve formula con la quale pulì i tavoli poi si avviò verso l'uscita.
Non era prudente usare magia in una serra, ma in quel momento ne avevano entrambi abbastanza della reciproca compagnia, sapevano che se non si fossero fermati in quel momento, l'unica strada percorribile sarebbe stata quella che li avrebbe condotti ad un'espulsione immediata.

"Immagino tu ora vada a fare in culo, Malfoy"

"Con mio grande piacere, Potter"

E uscì passandogli davanti e approfittandone per guardare il suo ancora tanto ribollente quanto infantile rancore dall'alto in basso, prima di lasciarlo solo coi suoi nervi a fior di pelle e le meningi pulsanti di umiliazione.
Il moro non avrebbe mai dovuto fargli quella domanda, quella volta aveva vinto lui.

   
 
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