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Autore: LadyHeather83    08/03/2021    3 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 2

*

Vent’anni.

Erano trascorsi circa vent’anni, da quando Lila Rossi aveva lasciato Parigi.

Non aveva più niente e nessuno che la trattenesse in quel luogo.

Eppure pensava di aver trovato anche l’amore durante la festa del diploma, cercando di sottrarre Adrien, alla sua amata Marinette.

Aveva frainteso.

Lila, era stata salvata dal prode cavaliere, prima che questa potesse ruzzolare giù dalla scalinata della scuola, mentre stava cercando di  raggiungere la palestra allestita a festa, al piano terra.

Il suo cuore aveva iniziato a battere forte quando i loro occhi si erano incrociati, forse per la prima volta, e lì, lo aveva baciato, senza dare il tempo a lui di potersi spostare, e ovviamente al bacio non aveva di certo risposto.

La scena, era stata vista da Marinette, la quale, con il cuore spezzato, era scappata in lacrime, inseguita dal suo fidanzato, che le spiegò che si trattava solo di un malinteso e che non capiva perché Lila aveva compiuto un simile gesto.

Tornata alla festa dopo il chiarimento, Marinette prese da parte Lila e gliele cantò quattro, l’aveva condotta in un corridoio dove non c’era nessuno, non era da lei fare scenate di gelosia in pubblico.

Una parola di troppo detta dalla serpe rossa, per cercare di giustificarsi, con quella tipica aria spocchiosa che la caratterizzava, e Marinette non riuscì a trattenersi, le diede un sonoro ceffone sulla guancia.

“Sta lontana da me e da Adrien!”

“E’ solo questione di tempo, prima o poi si accorgerà di me.” Lila si teneva la guancia mentre lasciava la festa.

“Lo vedremo!”

*

Dopo quell’avvenimento, Lila aveva cercato altre volte il biondo, aspettandolo fuori dalla Maison, oppure sul set di un servizio fotografico.

Eppure, lui era stato ben chiaro, non provava alcun sentimento per lei, se non quello di ripudio nei suoi confronti, per tutto il male che aveva causato durante la permanenza a scuola in quegli anni.

Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Umiliata e sminuita davanti a Marinette.

Se ne era andata così, un giorno, senza lasciar detto dove andava nemmeno ai suoi genitori.

Mentre si recava all’aeroporto con solo una sacca beige contenente giusto quattro stracci, aveva incrociato un cartellone pubblicitario con la foto di Gabriel Agreste.

Si ricordò subito di un’altra offesa ricevuta da quella famiglia.

Usata e poi gettata via come fosse un sacco della spazzatura.

“Questo è troppo!” Aveva esclamato digrignando i denti, attirando l’attenzione dei passanti, che si erano fermati a fissarla.

“Che avete da guardare?” Si rivolse a loro in maniera acida, che li costrinse a volgere lo sguardo da un’altra parte e farsi gli affari propri.

Lila varcò poi le porte scorrevoli dell’ aeroporto, volse lo sguardo al tabellone posto in alto della reception e si presentò al gate indicato con il biglietto di sola andata.

*

Adrien arrivò in Maison con una strana sensazione addosso, come se qualcuno lo stesse osservando da molto lontano e non avesse buone intenzioni.

E non erano di certo tutte quelle mamme pettegole poste fuori dalla scuola.

La cosa, non sfuggì a Marinette, conosceva benissimo tutte le sue espressioni, e notava subito se c’era qualcosa che lo preoccupava.

Non era la riunione con gli azionisti, questo era certo; l’andamento della società andava più che bene in quel periodo, e le vendite erano sempre in continuo aumento, complice anche la nuova linea di intimo per donne, che Marinette aveva ideato.

Sobria, ma sensuale allo stesso tempo.

Salutò suo marito con un cenno del capo, prima di vederlo sparire dietro la porta, e dalla vetrata della sala riunioni, lo vide sistemarsi la cravatta e liberarsi della giacca, la corvina pensò a quanto fosse sexy.

“Marinette, sono arrivate le stoffe che avevi ordinato.” Ma ci pensò Nathalie a distoglierla da quei pensieri non proprio dei più puri.

“Grazie, vado giù in sartoria a dare un’occhiata.” Si era portata due mani sulla bocca per coprire uno sbadiglio.

“Tutto bene?” Le chiese la donna.

“E’ solo stanchezza, la sfilata si sta avvicinando e non abbiamo ancora iniziato a confezionare il modello di punta.”

“Ce la farete come sempre e la sfilata sarà un successo come al solito.” Nathalie aveva sempre una parola di conforto.

“Ne sono sicura.”

*

Marinette era nello stanzino semi buio, stava controllando quella stoffa con enorme soddisfazione: colore, tessuto e morbidezza, erano semplicemente perfetti.

Poteva vedere il modello di punta della collezione, avvolgersi e prendere vita sul manichino.

Un paio di braccia la cinsero da dietro, e lei sussultò dalla paura.

Non se lo aspettava.

Anzi, non si aspettava che suo marito osasse tanto nel luogo di lavoro.

“Cretino, mi hai fatto prendere un colpo!”.

Lui non parlò, ma le scostò i capelli dal collo ed iniziò a stamparle dei baci dolci e sensuali, fino ad arrivare alla spalla.

Marinette chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quelle piacevoli sensazioni che non provava da giorni.

Dio quanto le mancavano quelle attenzioni.

“Mi farò perdonare” Adrien insinuò le sue mani sotto la camicetta bianca partendo dal basso, fino a fermarsi sul suo seno generoso, modellato dalle gravidanze.

“E se venisse qualcuno?” Ansimò inerme.

“Sono tutti in pausa, ci siamo solo noi qui” Rispose palpandole entrambi i seni.

Ma Marinette non ne era convinta, e cercava di farlo desistere dal suo intento, non che le dispiacesse, anzi, ma la paura che potessero beccarli mentre si lasciavano andare, non la faceva impazzire, specie se magari a beccarli fosse stato proprio il padre di lui o Nathalie.

Sarebbe morta dall’imbarazzo.

“Ho fame anch’io, Adrien.” La corvina non riusciva ad aprire gli occhi, lui sapeva benissimo cosa fare per farla cadere ai suoi piedi.

“Anch’io…ma il cibo potrà aspettare” Le alzò la longuette nera, rivelando un intimo di pizzo nero che le metteva in risalto quei glutei sodi.

Suo marito si stava chiedendo come potesse avere un fisico così perfetto dopo ben tre gravidanze.

“Adrien…” Sospirò mentre si voltava.

Il biondo alzò le mani in segno di resa, se milady non voleva, non l’avrebbe costretta.

“Chiudi la porta” Le ordinò con un sorriso malizioso.

E questo a lui bastò per farla sua per la prima volta in quello stanzino.

*

Lila Rossi era scesa dall’aereo e la prima cosa che l’aveva investita, era stato il fetore di letame e animali da soma, oltre che a sudore e a delle essenze puramente orientali.

La prima tappa del suo viaggio, era l’aeroporto di Marracash, poi da lì, avrebbe preso una serie di bus e dei passaggi di fortuna, per arrivare nel cuore dell’Africa, in uno dei villaggi che i suoi genitori le avevano parlato che avevano trovato durante i loro viaggi.

La sua intenzione era quella di sparire per un po’, fare nuove esperienze, imparare qualcosa di nuovo.

Non se n’era andata per puro piacere personale o per conoscere il mondo.

La sua partenza era dettata dall’umiliazione, che ben presto si sarebbe trasformata in vendetta.

Vendetta verso la famiglia Agreste, e primo tra tutti: Gabriel.

Lui l’aveva usata per i soli suoi scopi malvagi, e lo avrebbe ripagato con la sua stessa moneta, ma prima avrebbe dovuto impossessarsi del miraculous della Farfalla.

Non sapeva dove lo nascondesse, era certa in qualche posto sotto chiave e ben sorvegliato.

Un luogo dove nessuno potesse sospettare che lì si trovasse qualcosa.

E per farlo, avrebbe avuto bisogno o dell’akumizzazione in Volpina, in modo da poter creare illusioni, oppure ancora meglio del miraculous della Volpe, ma chi fosse Lady Bug, o la sua portatrice, le era tutt’ora un mistero.

*

A bordo di un pick up, seduta sul cassone dietro assieme a un paio di capre che il suo proprietario avrebbe venduto a caro prezzo al mercato, Lila stava viaggiando verso il villaggio della sua destinazione.

Lì, avrebbe incontrato alcuni stregoni, che le avrebbero insegnato le tecniche illusorie e forse qualcos’altro.

*

Marinette e Adrien si stavano ricomponendo, raccogliendo i vestiti dal pavimento.

“Tu vuoi farmi morire!” Gli disse.

“Lo devo prendere come un complimento?” Chiese sghembo lui mentre si abbottonava la camicia.

La corvina arricciò le labbra in modo malizioso.

“Direi di sì” Rispose stampandogli un bacio sulle labbra.

“Abbiamo così poco tempo per stare assieme” Sospirò affranto.

“Lo sai che il periodo della sfilata è il più faticoso.”

Adrien le sorrise  e le accarezzò una guancia “Certo che lo so, ed è per questo che appena sarà finita, andremo tutti e cinque in vacanza.”

Marinette mancò un battito.

Una vacanza? Tutti insieme? L’ultima volta era stata prima che rimanesse incinta di Hugo, ben sei anni prima.

“E dove ci porti?” La corvina si infilò la giacca nera dopo averla ripulita con le mani.

“Pensavo alle Maldive!” Fece una pausa “…o in qualche altra isola se le Maldive non vanno bene”.

“Qualsiasi va benissimo, basta che ci siete voi, con me”

“Andata?”

“Andata. Maldive arriviamo!”

Ma l’entusiasmo di Marinette, venne frenato dall’espressione preoccupata del marito.

Non si era sbagliata questa mattina, c’era qualcosa che preoccupava Adrien.

“Mi dici che cosa c’è che non va?”

“N-niente” Balbettò abbassando lo sguardo.

Chaton, ormai ti conosco…da quanto? Più di vent’anni?” Gesticolò lei facendolo sorridere, era proprio vero, a lei non sfuggiva niente.

Il biondo non era ancora pronto a vuotare il sacco, credeva quella sua sensazione così stupida che non era il caso di parlarne.

Ma lei non demordeva, doveva assolutamente sapere, e non lo avrebbe fatto uscire da quella stanza se lui non glielo avesse detto.

“Non è niente di importante” Fece spallucce con tono più serio.

“Significa che lo è, allora” Insistette Marinette.

Adrien sospirò in segno di resa “Ho avuto la strana sensazione che qualcuno mi stesse spiando oggi a scuola” Le disse guardandola negli occhi con espressione preoccupato, anche se erano anni che non portava il miraculous del gatto nero, certi atteggiamenti e certi sensi, li aveva assorbiti da Plagg.

“Chi?”

Il biondo scosse la testa “Non lo so…quella donna…mi sembrava di conoscerla”

“Quale donna?”

“Era parcheggiata accanto la mia macchina, ma non sono riuscito a vederla bene, ma potevo sentire i suoi occhi puntati su di me, come se potesse scavare dentro la mia anima”.

“Non potrebbe essere una tua ammiratrice?” Ipotizzò, non era raro trovare ancora sue fan che lo rincorrevano per tutta Parigi, sebbene non fosse più un modello, quando era più giovane, aveva fatto breccia sul cuore di molte ragazzine, lei compresa.

“No. Marinette, per la prima volta ero terrorizzato”.

*

Continua

*

  
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