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Autore: Cristallo di Rocca    11/03/2021    1 recensioni
Re Elgar è un forte condottiero e valido sovrano che governa con giustizia sulle Terre del Nord. Un giorno, però, dopo essere stato vittima del più vile tradimento, viene maledetto ed è costretto a scappare. Troverà riparo nelle Terre del Sud, da un altro re, suo pari in tutto e per tutto, con cui, però, fino a poco tempo prima, era in guerra …
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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                                                 I DUE RE

 

 

 

Un colpo di vento fece vibrare le fronde degli alberi. Il destriero cremello di re Valek alzò la testa di scatto e la scosse quasi con furia.

 

“Tranquillo.” gli mormorò il padrone, accarezzandogli il lungo collo.

 

Grazie alle chiome ravvicinate quel boschetto era fresco, quasi freddo e probabilmente per quello suscitava un terrore irrazionale negli abitanti del regno. Lì, nelle Terre del Sud, il freddo era visto alla stregua di un qualcosa di sovrannaturale. I viandanti, se potevano, evitavano di percorrere quel tragitto, anche a costo di allungare il percorso. Si mormorava di fuochi malevoli che danzavano a mezz’aria in piena notte, di creature caprine che divoravano i viaggiatori, di streghe dalle unghie adunche nascoste nelle cavità dei tronchi che lanciavano incantesimi a chiunque si avvicinasse.

 

Re Valek, ovviamente, non credeva a queste storie, ma quasi ci sperava. Sarebbe stato bello combattere contro quegli esseri. E vincerli, naturalmente. D’altronde, di nemici umani ne erano rimasti pochi.

 

Il cavallo scosse di nuovo la testa.

 

“Buono.” gli disse.

 

Il capitano delle guardie, che cavalcava accanto a lui, sorrise. “Ha un bel caratterino.”

 

“No, è solo un fifone.”

 

“Però è davvero bellissimo. Vostro padre aveva buon gusto.”

 

“Sì, è splendido.” sospirò il re. “Ma troppo delicato e impressionabile per me.”

 

D’un tratto uno dei cavalieri che precedeva il re bloccò il suo palafreno.

 

“Forse non aveva tutti i torti, mio signore.” disse indicando davanti a loro.

 

Con un gesto, re Valek ordinò ai suoi uomini di fermarsi, poi seguì il dito puntato e raggelò.

 

“Santi numi.” mormorò uno degli uomini.” Ma è sangue!”

 

Un’inconfondibile striscia rossa percorreva sinuosa il sentiero verde e sembrava perdersi fra i cespugli.

 

Valek smontò da cavallo e mise mano alla spada. Gli altri lo imitarono subito. Fece un cenno a due cavalieri e al capitano e quelli lo seguirono.

 

“Piano. Non fate alcun rumore. Se questa è opera di predoni potrebbero essere ancora in giro.”

 

“Mio signore, qui non passa mai anima viva. Nessun predone si apposterebbe in questo posto per derubare un viaggiatore.”

“Se ci stiamo passando noi per questa strada, vuol dire che può esserci passato qualcun altro.”

 

“Sire, le tracce si interrompono qui.” un cavaliere indicò un cespuglio particolarmente folto.

 

Con estrema cautela, re Valek scostò i rami.

 

A quel punto nessuno potè trattenere un’esclamazione di sorpresa.

 

Era un lupo. Il più grande e bello che Valek avesse mai visto. Muscoloso, forte, dal pelo nero come carbone. Sul ventre si apriva una ferita profondo che spiccava sul suo manto come una macchia di vino.

 

Fece qualche passo verso l’animale.

 

“State indietro, mio signore!”

 

Lui si fermò.

 

“Non può farmi del male. È innocuo.”

 

“Al contrario, maestà. Una belva ferita è molto più cattiva.”

 

D’un tratto il lupo aprì le fauci. I denti aguzzi brillarono alla luce fioca del sole che filtrava tra gli alberi.

 

“Cosa…. Cosa è successo?” mormorò.

 

Uno sconcerto venato di terrore piombò allora sul gruppo.

 

“Ha parlato! Ha parlato!”

 

“Questa è stregoneria, sire! Che gli dei ci proteggano!”

 

“Dunque le voci erano vere! Questo bosco è infestato sul serio da creature malvagie!”

 

“Bisogna ammazzarla, mio signore.” disse il capitano delle guardie.

 

Valek alzò la mano e subito si fece silenzio.

 

“Questa creatura, qualsiasi cosa sia, è ferita.” proclamò.”Noi non uccideremo a sangue freddo nessuno, che sia animale, essere umano o stregone. La porteremo al castello e decideremo.”

 

“Volete introdurre questo demonio nel vostro regno?” esclamò il capitano delle guardie, indignato, per poi pentirsi del suo tono quando il re lo fissò con aria infastidita.

 

Valek, in effetti, era molto seccato. Possibile che si ostinassero a reputarlo uno sprovveduto?

 

“Obbedisca agli ordini, capitano Maruk.” si limitò a dire, risalendo in groppa al suo cavallo.

   
 
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