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Autore: Whatliesintheend    12/03/2021    0 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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Erano mesi che Draco non dormiva così beatamente: il calore di James gli era famigliare e trasmetteva un senso di sicurezza e, così protetto, poteva finalmente riposare.

Per questo il primo a svegliarsi fu proprio Harry e se così non fosse stato probabilmente si sarebbe verificata una catastrofe.
In ogni caso, quando aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il volto dormiente e rilassato del principe delle Serpi, trasalì e balzò a sedere sul letto, consapevole pienamente della gravità della cosa e del pericolo che aveva corso addormentandosi lì.

Lasciò passare qualche istante in modo da calmarsi e pensare lucidamente: per prima cosa doveva trovare i suoi occhiali.
Era certo di averli messi sul comodino la sera prima e gli sarebbe bastato girarsi e prenderli, ma per qualche ragione i suoi occhi non volevano saperne di scollarsi dalla faccia di Malfoy.

Era la prima volta che lo guardava davvero e alla fine si mise gli occhiali ma solo per avere modo di confermare il pensiero che aveva attraversato la sua mente un attimo prima e ora lo tormentava.
Era sicuro che prima il Serpeverde non fosse mai stato così bello.
Insomma, era universalmente riconosciuto come specchio di un canone di bellezza molto particolare eppure era come se il Grifondoro se ne fosse accorto finalmente solo in quel momento, guardandolo dormire tranquillo, senza nessuna maschera che potesse nascondere chi fosse veramente.

Ma era un'assurdità... come poteva un cambiamento dell'interiorità di qualcuno influire sul suo aspetto esteriore? Harry non si raccapezzava, non prendeva nemmeno in considerazione la possibilità che il cambiamento non fosse propriamente avvenuto in Draco, bensì in lui.

Diede un'occhiata all'orologio e vide che dopotutto era ancora presto, quindi tornò a sdraiarsi, ma non chiuse gli occhi non tanto per non rischiare di riaddormentarsi, quanto per rubare al giorno un po' di tempo per i suoi pensieri.

Scorrevano veloci in quegli istanti scanditi solo dal ticchettio delle lancette, che sembrava quasi incalzarlo con il suo ritmo incessante, lo spingeva a far scivolare gli occhi sui lineamenti del biondo davanti a sè con la foga estenuante di quando non c'è tempo.
Ma ne ebbe abbastanza per realizzare che le ciglia chiare di Malfoy erano molto più lunghe di quanto avesse creduto, che quando dormiva la sua fronte era leggermente corrucciata, la bocca semiaperta e dalle labbra pallide come avorio usciva ritmicamente del fiato tiepido.

Ma quel ritmo si spezzò, il biondo fece una smorfia e si girò dall'altro lato facendo ripiombare Harry nella realtà e facendolo nuovamente scattare sulla difensiva.
Prese il Mantello dell'Invisibilità e lo indossò, scivolando fuori dal covo delle Serpi e lasciando il biondo da solo con i primi raggi di Sole che riempivano gradualmente la stanza.

Arrivò in Sala Grande quando questa ancora era vuota e la colazione non ancora servita, ma non gli andava di tornare in dormitorio.
Avrebbe significato permettere che il brusio e la confusione del risveglio di decine di Grifoni infrangessero l'idilliaco spazio che si era creato da quando aveva aperto gli occhi.
Non sapeva esattamente in che modo descriverlo, era come se la sua testa avesse usato il silenzio e la bellezza di quell'alba per creargli attorno una sorta di locus amoenus che lo raggiungeva ovunque andasse.

D'altra parte Draco si svegliò tardi e raggiunse la Sala Grande, trafelato, appena prima che finisse l'orario della colazione e iniziasse la prima ora.

Aveva fatto un bel sogno, uno dal quale avrebbe tanto voluto non svegliarsi affatto e si può dire ci fosse quasi riuscito.
Quando entrò nella Sala gli venne spontaneo lanciare un'occhiata al tavolo dei Grifondoro, dove si sorprese di notare che anche Potter aveva gli occhi incollati su di lui come se non avesse potuto farne a meno.

Dapprima arrossì, poi si ricordò che "adesso lui era la sua ombra" e per quanto potesse essere da un lato eccitante, era potenzialmente pericoloso per la missione che avrebbe dovuto portare a termine, quindi lasciò che sul suo volto si dipingesse la consueta espressione di superiorità e disprezzo che fu prontamente ricambiata ed entrambi, rassicurati da quella consuetudine, distolsero lo sguardo.

"Harry..."

Una voce richiamò l'attenzione del ragazzo che si girò verso Hermione. La ragazza aveva dipinto sul volto uno sguardo confuso e tremendamente curioso.

"Sì?"

Fece lui rilassando le spalle sapendo esattamente quale domanda avrebbe seguito quel richiamo e prese un altro po' di succo di zucca.

"Va tutto bene? Ormai è diventata un'abitudine che non stacchi gli occhi dal tavolo dei Serpeverde."

Harry tacque senza nemmeno guardarla negli occhi: era peggio di quanto avesse creduto.
La Granger continuò, con voce più bassa.

"Senti ... lo so che stai cercando delle prove, che sei sicuro che Malfoy sia un Mangiamorte, che non ti darai pace finchè non potrai dimostrarlo, ma questa ossessione non è salutare."

Il Grifondoro alzò la testa di scatto, arrossendo delicatamente sulle guance.

"Ossessione? Non sono ossessionato. Solo all'erta, tutto qui..."

"Sei sicuro? Perchè Ron mi ha detto che tutte le notti ti alzi dal letto e rientri solamente dopo mezzanotte. Ha detto che stamattina quando si è svegliato, il tuo letto era intatto."

"Cosa?! RON"

Il rosso deglutì il gigantesco pezzo di muffin che aveva in bocca, arrossendo vistosamente.

"Scusa Harry, non sapevo cosa pensare e... volevo un consiglio."

"Oppure volevi una scusa per avere una tregua vero? Da quando avete fatto pace voi due? Avete deciso di unire le vostre forze contro di me? Non è rispettoso."

Ovviamente c'era una punta di sarcasmo in quella dichiarazione, ma traspariva chiaramente una sensazione di angoscia legata a quella situazione che ai due amici era sconosciuta, ma sembrava sempre più sospetta.

"Non stiamo parlando di noi ora, Harry"

Fu la risposta brusca di Hermione e Ron fece una smorfia, come infastidito da quel tono tanto risoluto da sembrar escludere ogni prospettiva di una riconciliazione duratura.

"Già."

Si limitò quindi a commentare il Weasley, prima di addentare una ciambella al cioccolato.
Harry era zitto di nuovo, e questo non poteva far altro che accrescere l'interesse dell'amica, che ormai sembrava leggere ogni suo movimento per cercare di capire cosa gli passasse per la testa.

"Ve lo dirò, promesso, ma non parliamone qui..."

Rispose dopo un po' Potter e, senza aspettare una risposta da nessuno dei due si alzò dal tavolo e uscì dalla Sala Grande, diretto in Biblioteca per cercare un libro che il Principe Mezzosangue consigliava, riguardante la classificazione degli ingredienti nel Distillato della Morte Vivente.

Da quando aveva quelle misteriose note a consigliarlo, Harry aveva iniziato a trarre piacere dall'avere successo in Pozioni e iniziava prenderci gusto nell'essere il primo della classe.

Adorava più di tutto gli occhi di Malfoy su di lui, brucianti di sconfitta, di orgoglio ferito.
Si concesse un sorrisetto a quel pensiero mentre gironzolava tra gli scaffali della Biblioteca alla ricerca del libro in questione.

Quella che era partita come una condizione temporanea di ricerca per quale il suo cervello era certo di non doversi sforzare troppo, divenne ben presso un ossessivo e ripetitivo ricontrollare sempre gli stessi scaffali come se un libro che non c'era ad un primo sguardo, al secondo sarebbe potuto comparire.
Arrivò, dopo un po', il momento in cui si arrese, convincendosi che, per forza, Madama Pince doveva aver sbagliato a scrivere i recapiti del volume.

Attraversò di nuovo il corridoio, leggendo e rileggendo sempre le stesse parole sulla carta scritte esattamente con gli stessi eleganti svirgoli di pochi attimi prima, era tanto concentrato da capire dove potesse aver sbagliato che andò a finire addosso a quello che stava disperatamente cercando.
Solamente non se ne accorse subito, prima notò Malfoy che lo guardava indecifrabile dall'alto in basso.

"Ma guardi dove cammini, Potter? Inoltre non pensi sia ora di cambiare occhiali? Quel modello andava di moda negli anni '90, dell'800. Sei imbarazzante."

In quel momento l'ultima cosa alla quale Harry sarebbe riuscito a collegare il ghigno divertito del Serpeverde sarebbe stato il volto tranquillo di quello stesso ragazzo che aveva assurdamente visto solo poche ore prima.
Infatti quel breve incontro aveva come cancellato dalla sua testa tutto ciò che la sua mente aveva fino a quel momento fatto fatica a identificare come la realtà.

"Cosa vuoi, Malfoy? Perchè devi sempre commentare ogni cosa? Inizi veramente a stancarmi. Ti è così difficile starmi lontano?"

Il biondo incassò con una risatina nervosa e un'occhiataccia prima di ripassare all'attacco.

"Certo Sfregiato, come tutto il Mondo Magico, io senza di te non sarei nulla. Per Salazar Potter svegliati: non gira tutto intorno a te e io in particolar modo."

"Eppure sembra di sì, sei sempre in mezzo ai piedi."

"Sei tu quello che ha dichiarato di voler essere la mia ombra o sbaglio? Non venirti a lamentare se il tuo sporco lavoraccio da Prescelto non è tutto rose e fiori."

"Non chiamarmi così. Non sono il Prescelto e non avanzare ipotesi sulla mia vita, Malfoy."

La fredda e soddisfatta risata di quella Serpe fu il colpo definitivo che fece saltare i nervi di Harry a fior di pelle e lo rese una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e distruggere tutto il Castello se questo avesse potuto comprendere anche quell'insopportabile biondino.

"Sei ridicolo, Potter. Ti scaldi per un nonnulla... si vede che non sei abituato ad altro che ai tuoi adulatori. È chiaro che nemmeno i tuoi genitori adottivi avevano tempo da perdere per dirti che non vali nulla."

"Sei solo geloso, Malfoy. Geloso da morire, lasciatelo dire, ma questo è solo la riprova del fatto che di me non sai niente."

Il ghigno di Draco si trasformò in una smorfia mista di disagio e rabbia, ora anche a lui prudevano le mani.
Con quale diritto quel quasi-Mezzosangue pretendeva di rimetterlo al suo posto?
Pensava forse di sapere abbastanza di lui da ritenersi superiore? Solita presunzione da Grifondoro ovviamente.

E in quel momento non facevano altro che guardarsi in cagnesco, in un corridoio della Biblioteca di Hogwarts desiderando soltanto che quel "non sai niente", divenisse una scusa per rendersi l'un l'altro partecipi di tutto quello che erano, che avevano vissuto, che temevano e che pensavano, ma c'era troppa luce in quella stanza...

"Fanculo, Potter..."

Seppe solo dire il biondo e girò sui tacchi del tutto intenzionato ad allontanarsi di lì il più in fretta possibile.

"Scappi ancora, Malfoy? Dov'è tutto l'orgoglio del tuo nome di merda?"

Harry non sapeva perchè l'aveva gratuitamente provocato in quel modo, ma non perse nemmeno tempo a chiederselo.
Non che ne ebbe, perchè le nocche fredde e ossute di un pugno pallido gli sfondarono la mascella con una forza che nessuno dei due avrebbe creduto possibile.

Il Grifondoro alzò lo sguardo sorpreso e furioso sul volto altrettanto scosso del pallido Serpeverde, entrambi si chiesero per un istante se sotto le dita che coprivano la guancia del moro ci fosse stampato lo stemma dei Malfoy.

Ma durò davvero solo un istante perchè subito il Grifone si lanciò addosso alla Serpe e lo spinse contro uno scaffale, facendogli sbattere la testa, sfruttando il suo momentaneo stordimento per ricambiare il pugno.
Draco tossì e una mano gli coprì la bocca sanguinante, mentre il peso del corpo di Harry gravava contro il suo.
Gli tirò un calcio nello stinco per liberarsi da quella pressione soffocante, poi il pugno nello stomaco di Malfoy fece piegare Potter in due, ma gli diede l'opportunità di caricare contro il busto del biondo e spingerlo a terra, dove iniziarono a lottare e picchiarsi senza il minimo rispetto del luogo in cui si trovavano.

"ORA BASTA!"

Gridò una voce severa al limite opposto del corridoio tra gli scaffali.

   
 
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