Al villaggio Kristoff non brillava per la sua intelligenza,
anzi, dai più era creduto come un giovane tutto muscoli e
ben poco cervello. In
verità, però, scemo non lo era affatto, era solo
molto timido e ciò non lo
aiutava, di certo, a renderlo un mago della dialettica. Proprio per
questa sua
virtù apparentemente nascosta, ora che sapeva cosa guardare, aveva
cominciato a mettere assieme tasselli a cui, fino a quel momento, non
aveva
dato molta importanza. Si era, perciò, reso conto che non
era in grado di
ricordare l’ultima volta che aveva visto Elsa girare per il
villaggio nelle
sere di luna piena e aveva riconosciuto nei comportamenti
dell’amico, dopo che
era stato morso, gli stessi strani atteggiamenti che più
volte aveva notato
nella ragazza ma a cui non era mai riuscito a dare una spiegazione.
Ecco perché
Elsa sembrava così distrutta dal destino toccato al
cacciatore, perché
ne era
stata la causa.
Finalmente comprendeva quella sensazione di gelo che lo
assaliva quando lei lo guardava, non era solo il timore di non essere
abbastanza
– e va bene, quello di sicuro era un fattore influente
– ma anche il sentirsi
inconsciamente una preda. Oh, indubbiamente le sorelle avrebbero dovuto
raccontargli molte cose: era stufo di essere tenuto
all’oscuro, era stanco di
essere messo da parte e, poco importava, se ciò avrebbe
significato dover
affrontare Anna una volta per tutte, era più che mai
intenzionato ad andare a
fondo della questione. Il destino, però, aveva ben altro in
serbo per lui e per
tutti: la bottega del falegname era già entrata nel suo
campo visivo, quando si
era levato il grido.
Elsa aprì gli occhi nuovamente, sempre sul pavimento della
sua
fredda cella ma fra le braccia di Jackson che ancora sonnecchiava
tranquillo.
Per la prima volta da che era stata trasformata in lupo, si sentiva
felice e un
po’ meno sola. Alzò lo sguardo su di lui e si
perse a contemplarne il viso
rilassato. Chissà perché le ritornò
alla mente Hans con le sue assurde proposte
di matrimonio: sorrise al pensiero delle sue già vane
speranze di poter
competere con il cacciatore ora, e finalmente, disteso al suo
fianco.
Non solo lo reputava più bello - d’altra parte, la
bellezza era un fattore
assolutamente soggettivo – ma Jack aveva una
particolarità che nessun altro
possedeva: era libero. D’accordo, sapeva anche essere
irritante, estremamente
irritante,
ma non sottostava a nessun canone prettamente imposto e sfidava
apertamente quelli a cui non riusciva a dare un significato. Era
l’unico uomo
in tutto il villaggio che non la temesse o la ritenesse fuori luogo
nella sua
posizione, a lui non importava che lei avesse preso le redini del padre
svolgendo quello che, a tutti gli effetti, era un lavoro prettamente
maschile, anzi,
ne era sinceramente ammirato. Oh sì, cercava in tutti i modi
di non darlo a
vedere ma il lupo non si poteva ingannare, non senza artefatti.
Passò una mano
sulla sua mandibola, avvertendo sotto ai polpastrelli la barba ispida
che
cominciava a crescere, lo vide sorridere sotto a quel tocco.
«Non lo sai che è scortese fissare gli altri,
Fiocco di Neve?»
Lei si lasciò contagiare dal suo sorriso «Tanto
quanto far finta di dormire,
suppongo»
Lo sentì sghignazzare e una mano si strinse nella sua,
soffermandosi ad
accarezzarne le dita ed il palmo «Ora mi è chiaro
come mai la tua pelle è
morbida nonostante il mestiere che fai»
Avvampò «Che?»
Questa volta il suono di una vera e propria risata
riecheggiò nella loro prigione e avvertì
le sue braccia stringerla ancora più forte «Non
avrei mai creduto di
ritrovarla, sai?»
«Di chi parli?»
«Della mia amica d’infanzia preferita» le
spiegò, aprendo gli occhi di
colpo e guardandola con un’intensità tale da farla
arrossire ancora di più «Toglimi
un’altra curiosità, perché ti
comportavi a quel modo con me?»
Elsa non fu sorpresa da quella domanda ma anziché
rispondergli a parole, decise
di farglielo comprendere «Annusami»[1]
Lui sgranò gli occhi «Che?»
«Puoi fare, per una volta, come ti dico?» lo
rimproverò, sbuffando leggermente «O
ti devo obbligare?»
L’altro si zittì, non era del tutto gradevole la
sensazione che l’autorità
dell’Alpha ti lasciava addosso, obbedì senza
costrizioni e abbassò il capo per
sprofondare il naso nei suoi capelli biondi e morbidi,
inspirò. Avvertì gli
odori di tutto quello che avevano
appena vissuto insieme e dovette
sforzarsi di concentrarsi sul resto: c’erano note di legno,
di colla, di pino, di
neve… aveva un profumo la
neve?
E cos’era quell’ultima fragranza,
incredibilmente dolce e avvolgente? Non era qualcosa di papabile,
sembrava
quasi… «Non è possibile»
sbottò incredulo, scostandosi di colpo.
Elsa assottigliò gli occhi, piccata «Fammi
capire» lo riprese sarcastica «Tu
percepisci che ti amo e questa
è la tua reazione? Se già non sapessi
quello che provi, sarei mortalmente offesa»
«Scusa eh» si schermì Jackson
«Mi hai sempre trattato come il peggior pezzo di
sterco mai espletato su questa Terra, puoi concedermi un po’
di sano stupore?» ci
pensò un po' su «Che intendi per quello che
provo? Vuoi
dirmi che hai sempre saputo tutto?» quasi
si strozzò sull'ultima parola.
Lei annuì, con un’espressione eloquente:
sì, sapeva proprio tutto di
quello che riusciva a suscitare nel giovane cacciatore.
Il ragazzo si passò una mano sul viso, disperato
«Oh, cazzo…»
La risata che gli regalò fu una delle cose più
belle a cui avesse mai assistito
negli ultimi anni, era praticamente una vita che non la sentiva ridere
a quel
modo.
«Erano
proprio
questi tuoi desideri il problema» la sentì
nuovamente
azzerare le
distanze fra loro, costandogli la mano che si era portato a coprire gli
occhi «Poiché alimentavano i miei»
confessò,
poco prima di unire
ancora una volta le labbra alle sue.
In quel bacio Jack riuscì a percepire ognuno di quei
pensieri, arditi tanto
quanto i suoi, la sua brama, la sua fame. Non
poté fare a meno di
staccarsi da lei per riservarle un’occhiata divertita
«Mi stai dicendo che ti
imponevi di odiarmi per non divorarmi?»
«Ah-ha…» gli rispose lei,
improvvisamente stufa di sentire altre parole.
Tuttavia, quando le loro bocche s’incontrarono ancora una
volta, lui non la
ricambiò ma distese le labbra in un sorriso malandrino
«Per quanto mi farei volentieri
mangiare di nuovo da te: mi
duole informarti che non siamo più soli,
Fiocco di Neve»
Elsa sgranò gli occhi e arrossì violentemente,
maledì le sue consolidate
facoltà lupesche che l’avevano tradita in quel
momento di trasporto ma
ringraziò quelle di Jack, assolutamente nuove e impossibili
da ignorare. Si
sedette in una maniera più consona, a coprirsi e a coprire
il cacciatore dietro
di lei «Anna» pigolò «Vieni
fuori»
L’altra avanzò nella penombra, ad occhi semichiusi
e il viso in fiamme «Io…
ouch» imprecò, scontrando contro ad una parete
«Non ho visto niente» si
giustificò «Magari ho sentito qualcosa, ma non ho visto niente
di niente…»
La menzogna
sarebbe stata
palese anche per chi non fosse stato dotato di capacità
sovrannaturali: Jackson sghignazzò senza ritegno, beccandosi
un’occhiata di truce rimprovero da
parte della sua compagna di prigionia.
La più giovane delle sorelle si avvicinò alla
loro cella e, sempre cercando di
guardare il meno possibile, allungò una mano fra le sbarre
passando ai
prigionieri alcune cose «Vi ho portato degli abiti e del
cibo»
Il solo sfrigolare della carta e il profumo della carne,
causò un sonoro
gorgogliare di ventri, risvegliando lupi affamati i cui appetiti non
erano
stati soddisfatti, almeno non tutti.
«Sia chiaro, voi due non uscirete di lì
finché non sarete sazi e
vestiti»
dichiarò Anna, senza mezze misure «E io che
pensavo di avervi dato
abbastanza tempo…» bofonchiò,
arrossendo nuovamente. Intenzionata più che mai
ad evitare di posare - anche solo per sbaglio - lo sguardo
all’interno della
gabbia, si dedicò a controllarne i cardini e le giunture,
constatandone la
perfetta resa «Direi che le tue modifiche hanno retto
egregiamente»[2]
Il cacciatore ingollò il primo boccone, mentre finiva di
vestirsi «Tue
modifiche?» sorpreso, si rivolse verso la ragazza impegnata
nelle sue stesse
azioni «Vuoi dire che questa l’hai costruita
tu?»
«No» gli occhi di lei si velarono «Sono
stati i nostri genitori, io l’ho
modificata due volte soltanto: ora, per contenerci in due»
spiegò, mentre Anna
si decideva, finalmente, ad aprirli «E cinque anni fa, dopo
la prima volta che
ha fallito»
La mano della sorella si strinse istintivamente nella sua mentre Jack
assorbiva, in un attimo, il peso straziante di quelle parole: Agnarr e
Iduna
avevano rinchiuso la propria figlia in quella prigione per anni, una
sola volta
al mese o per più tempo, quando pensavano di non riuscire a
tenerla a bada? Non
volle saperlo, mentre avvertì un’ondata di collera
ribollirgli nel petto. Le
lacrime che le vide scendere sulla guance, però, spostarono
la sua attenzione
su un altro punto, forse ancora più terribile del
precedente, sgranò gli occhi «Non
puoi essere stata tu…»
«Sì, invece» confessò, piena
di odio verso se stessa «Mi sono risvegliata fra i
loro corpi, il loro sangue in bocca…» strinse a
pugno la mano libera,
conficcandosi le unghie nella carne.
«Elsa, smettila, adesso basta» la riprese Anna, gli
occhi umidi, vedendo le
prime gocce rosse colare sul pavimento.
L’altra sorrise amara, riaprì il palmo e
mostrò la ferita che si rimarginava in
un battito di ciglia «Perché non mi hanno lasciata
morire quando sono stata
morsa? Sarebbe stato meglio per tutti: mamma e papà
sarebbero ancora vivi e tu…»
si rivolse a Jack «…non saresti diventato un
mostro, come me»
Il ragazzo avrebbe voluto dire un sacco di cose, cercare di
rassicurarla, dirle
che non gli importava ma la realtà dei fatti era che non
riusciva ad aprire
bocca, la gola stretta in un nodo impossibile da sciogliere:
avvertì umido sul
petto e solo allora si rese conto delle lacrime che gli scendevano
dalla
guance. Si portò una mano al viso, incredulo, il lupo dentro
di lui aveva
permesso che il dolore delle sorelle lo investisse come un fiume in
piena ed
era tanto, troppo da sopportare. Improvvisamente tirò su col
naso e assottigliò
gli occhi, mentre anche Elsa si metteva istintivamente a protezione di
Anna «C’è
qualcuno…»
Entrambi in tensione, si rilassarono solo quando percepirono di chi si
trattasse.
«E’ Kristoff…»
constatò Jack, raggiungendole a sua volta.
Elsa si voltò verso la sorella «Ti sei fatta
seguire?» la rimproverò.
La minore si portò una mano al petto, contrita
«No, sono assolutamente sicur…»
«Non l’ho seguita» la
giustificò il taglialegna, appena entrato nel loro campo
visivo, senza sapere precisamente perché «Sven sa
seguire le tracce» fece
presente, stupendo tutti i presenti. Si guardò attorno e
prese fiato, era
contento di vedere il suo amico in forma e, allo stesso tempo, avrebbe
voluto
cantarne quattro alle sorelle per averlo trattato da sciocco e,
soprattutto, ad
Anna per non essersi fidata di lui ma c’era una questione ben
più urgente da
affrontare. Notò la gabbia alle loro spalle
«E’ qui che siete stati questa
notte?» chiese, palesando il fatto di aver compreso ogni cosa.
Vide Elsa stringersi nelle braccia colpevole, Jack le cinse subito le
spalle
con fare protettivo «Sì…» fu
lui a rispondere.
«Ne siete sicuri?»
«Molto
sicuri»
confermò Anna, avvampando «Li ho aperti io, poco
fa»
«E non c’è pericolo che siate potuti
uscire?»
«No» rispose la maggiore risoluta «Se ne
fossimo usciti, ti assicuro che non ci
saremmo rientrati…»
Kristoff sospirò sollevato «Grazie al cielo, non
siete stati voi»
«A fare cosa?» chiese il cacciatore preoccupato.
«Ad uccidere, questa mattina al villaggio è stato
trovato il corpo di una
persona»
Rientrare di corsa al villaggio sulle spalle di Jack – data
la necessità di percorrere in breve tempo una grande
distanza -
fu per Kristoff
un’esperienza tutt’altro che gradevole, nello
scendere al
limitare dei suoi
confini dovette respirare a pieni polmoni più volte nel
cercare
di tenere a
freno la nausea. Quando raggiunsero il centro della cittadina, vi
trovarono già
tutta la popolazione riunita. Jack lasciò la mano di Elsa
con
una muta
preghiera di stare attenta, lui doveva assolutamente cercare sua madre
e sua
sorella. L’amico non era stato in grado di rassicurarlo sulle
loro condizioni ed era, perciò, alquanto preoccupato.
Fortunatamente, le trovò un poco in disparte rispetto al
resto
della folla
e, con grande sollievo, le strinse forte in un abbraccio. Ellen, nel
ritrovarsi
finalmente quel figlio sciagurato di fronte, letteralmente sparito da
un
giorno, trattenne a stento le lacrime «Dove sei
stato?»
«Al sicuro» cercò di tranquillizzarla,
passando allo stesso tempo una carezza
sulla testa di sua sorella, tentando di spiegarle – senza
parlare – che lui non
c’entrava niente con quella storia.
«Quello che è accaduto questa notte è
inaccettabile» esordì Friederik al centro
della piazza, evidentemente rientrato in anticipo dai suoi soliti
viaggi
esplorativi «Mio figlio è stato ucciso,
trucidato» continuò, più collerico che
dispiaciuto «Siamo stati ingannati, il lupo è fra
noi e non ce ne siamo mai
accorti»
Un brusio concitato si alzò fra tutti gli abitanti, fra
espressioni di
spavento, imprecazioni e sputi di scongiuro.
«E’ giunto il momento che venga allo
scoperto» continuò il capo villaggio,
estraendo una boccetta da sotto la sua mantella «Questo
è infuso di strozzalupo»
«Non vorrete farcelo bere?» protestò
qualcuno «Lo strozzalupo è pericoloso»
«Solo se avete qualcosa da nascondere» lo
rassicurò quello e, come riprova
delle sue parole, si portò il recipiente alle labbra e se le
bagnò appena. Fece una smorfia di disgusto «Avete visto? Non
è buono ma, di certo,
non è letale. Comunque sia, non serve berlo, anche solo
l’odore è tremendamente
fastidioso per quelle bestie infami»
La maggiore delle sorelle tremò, lo sapeva molto bene.
«Tu e Jack dovete andare via, subito…»
bisbigliò Anna al suo fianco, talmente
sottovoce che soltanto il suo udito superumano avrebbe potuto sentire.
Non riuscì a muovere un passo «Elsa!»
sentire quella voce chiamare il suo nome
la raggelò «Vieni qui ragazza» la
invitò «Tutti qui credono che tu sia strana:
da sola a portare avanti l’attività di tuo padre,
tutti si chiedono come tu
faccia a farti carico di tutto quel lavoro. A voler essere sinceri,
verrebbe da
pensare tu abbia qualche abilità particolare,
perché non ci dimostri che ci
sbagliamo?»
«Non andare…» la pregò la
sorella, bloccandola per un braccio.
«Devo… voi allontanatevi» le
suggerì, prima
di liberarsi e fare alcuni passi verso il centro della piazza,
finalmente
aveva compreso: lui già sapeva. Pensava
di essere sempre stata naturale
nel nascondere il fastidio che la sua presenza – carica di
strozzalupo – le provocava[3].
Il lupo era inibito da quell’erba e non era riuscita mai a
percepire le sue
emozioni e, a quanto pareva, senza di esso l’istinto umano si
era fatto miseramente
ingannare.
Chiuse gli occhi per un momento, imponendosi di schermarsi dai sibili
maligni
che già sentiva guizzare sulle bocche della gente, dal
rancore e dall’odio che
montava nei loro cuori, rischiando di mandarla in pezzi.
L’empatia del lupo era
indubbiamente uno dei suoi poteri più grandi ma anche il
più terribile da domare.
Dall’altro lato, Jack avvertì esattamente le
stesse cose e già comprese: non
sarebbe finita bene. Sospinse madre e sorella in avanti
«Raggiungete Kristoff e
Anna»
«Perché?» chiese Ellen, confusa.
«Fate come vi dico» gli intimò risoluto.
Emma guardò il fratello e annuì, prese
per mano la madre e la costrinse a seguirla.
«Allora?» la invitò nuovamente il capo
villaggio «Avvicinati e sentine l'odore»
«Sono io ad aiutarla» Jack alzò la voce
in mezzo al chiacchiericcio di tutti
gli altri «Lo sospettavate, no? Beh, è la
verità» mentì con grande naturalezza,
mentre cercava di farsi largo e raggiungerli, prima che fosse troppo
tardi.
La notizia innescò un nuovo moto di reazione da parte della
folla, tuttavia,
Friederik non si scompose «Beh, da qualcuno dovremmo pur
cominciare» e, con una
rapidità inaspettata, colmò quella breve distanza
che ancora lo separava da lei.
Elsa venne investita pienamente da quell’odore terrificante,
si sentì prendere
per un braccio con forza, cercò di resistere ma invano
– era davvero così
annichilente il potere di quella pianta? – avvertì
la testa bloccata da una
morsa d’acciaio e un liquido nauseabondo riempirle la bocca.
Sgranò gli occhi,
la gola in fiamme e lo stomaco contorto in una morsa brutale,
finì in ginocchio
e, inesorabilmente, vomitò.
«Lupo!» gridò il capo
villaggio, sfoderando la spada «Ti farò saltare la
testa, bestia immonda!»
L’urlo di Anna si perse nel tumulto della folla, ma il
fendente mortale non
terminò la sua corsa, prontamente bloccato da una mano di
Jackson «Non la
toccherete» gli ringhiò contro ma
l’odore di strozzalupo fu troppo anche per
lui, trattenne a stento un conato mentre gli occhi iniziavano a
lacrimare.
«Sei tu l’altro»
sibilò quello, spingendolo via senza sforzi. Jack
improvvisamente capì che non avrebbe potuto fare nulla
contro di lui e la folla
inferocita che stava per esplodere da un momento all’altro,
inoltre, non avrebbe potuto
contare su Elsa, ancora sconquassata da spasmi violenti. Aveva solo una
soluzione al momento: la prese fra le braccia e scappò,
investendo
letteralmente chiunque osasse mettersi sul suo cammino.
Kristoff mise mano alla sua ascia che, saggiamente, aveva deciso di
portarsi
appresso «Togliamoci di qui, immediatamente»
affermò risoluto alle donne
accanto a lui.
Anna si girò disperata verso il punto in cui i due giovani
erano spariti «Io
devo andare ad aiutarla, è mia sorella»
Il taglialegna la bloccò per un braccio, rude, provocandole
una smorfia di
dolore sul viso «Credimi, da morta non riuscirai ad aiutare
proprio nessuno»
Vi
aspettavate che Jack ed Elsa, ora che sono lupi, potessero
già vivere assieme felici e contenti?
Nossignore, non
c'è pericolo!
Se
le cose non si complicano un po' non sono contenta, che volete farci?
Il passato oscuro delle sorelle è venuto alla luce ma pare
che
ci sia un nuovo giocatore a nascondersi fra il fitto del bosco.
Per chi ama il personaggio di Hans, perdonatemi se l'ho ucciso. Io sono
convinta che per Frozen sia stato un ottimo e inaspettato villain e non
lo odio per niente, anzi, lo trovo estremamente furbo e carismatico
(quando non assapora l'aria di successo, in quel caso perde un pochetto
di furbizia, peccando un tantinello di superbia). Non nego di essere
anche estremamente convinta che quel cazzottone nel film ed il finir a
spalar letame se li sia ampiamente meritati ma, ecco, qui non
c'è rimasto secco perché mi sta sul gozzo, ci
tenevo a
farvelo sapere. Chiaramente non posso dire di più che se no,
poi, spoilero.
Al solito vi ringrazio per aver letto e del sostegno che date a me e a
questa storia recensendo, listando o semplicemente leggendo.
Alla prossima
Cida
[1] Probabilmente lo avrete già intuito dal capitolo precedente, i licantropi sono in grado di percepire le emozioni e i sentimenti delle persone tramite gli odori. Di fatto sono dotati di un'estrema empatia.
[2] Elsa non è solo un falegname ma anche un fabbro, questa seconda capacità però la tiene nascosta al resto del villaggio perché l'avrebbe resa ancor più sospetta. Per cui sì, il pugnale dato a Jackson lo aveva fabbricato interamente lei, sebbene abbia mentito al riguardo.
[3] Ecco spiegato il motivo per cui Elsa tendeva a coprirsi il viso in presenza di Friederik.