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Autore: Mary_la scrivistorie    18/03/2021    1 recensioni
Solamente due cose.
Uno, perché proprio “rime sparse”? Il titolo della raccolta si rifà al celebre titolo tratto da “Il Canzoniere” di Petrarca, «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono». Questo è il sonetto proemiale della raccolta, scritto intorno al 1350 e quindi dopo la morte di Laura, come dimostra il fatto che l’autore, in questo, componimento guarda in modo retrospettivo al suo amore infelice: Petrarca lo definisce un “giovenile errore” dal quale si è in parte liberato con la maturità, consapevole di essere venuto meno alla sua dignità di intellettuale e di essersi esposto alle derisioni del mondo. È appunto questo il caposaldo di questa raccolta: l’effervescenza dell’illusione dell’amore e il senso di vergogna che ne scaturisce. Sappiate che questa raccolta è il mio personale modo di perdonarmi e sigillare un capitolo della mia vita non tra i più idilliaci, ma un lieto fine almeno c’è.
Due, Mary è morta. Non cercatela perché non vi risponderà, non essendoci più. Avrete modo di appurarlo se mi seguirete in quest’esperienza. Ha cambiato nome, ha cambiato vita e pure fandom. Per questo ora si è data alla poesia – ma restate sintonizzati, poiché lei è come le scale di Hogwarts: le piace cambiare!
Genere: Poesia, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando ballavamo 
 
Mi ricordo come se fosse ieri
Un'insaziabile melodia
Asincrona rispetto al mondo
Ma sincrona rispetto ai battiti

Ballavamo una danza gioconda
Sotto al sole, con movimenti goffi
Godendoci l'armonia fino a notte fonda
E stringendoci fino a lasciarci i graffi

Ballavamo ben oltre mezzanotte
Con le parole, con le risa, con le carezze
Pensavamo entrambi "Tanto chi se ne fotte"
E negavamo ogni cosa pur di scambiarci quelle dolcezze

Ballavamo come stelle nel cielo
E forse eravamo proprio quello, sospesi
Mentre fuori tutto era circondato da gelo
Noi nel calore eravamo immersi

Ma ogni canzone prima o poi finisce
Ho ancora sulle labbra l'amarezza dell'ultimo bacio
Desideri mai espressi, sogni a strisce
Avrei voluto colmarli con la forza di noi

Ma era solo la forza di me
In te vedevo riflessa la mia luce
Ma tu non facevi che disgregarla
Rispetto, non averlo è stata la tua croce.
   
 
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