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Autore: ilbilbo    18/03/2021    2 recensioni
Cos'è l'alba? Quanto è lontana? In questa storia, i due protagonisti, travolti in un vortice di fatalità e passioni, riusciranno ad arrivarci?
L'abbiamo scritta in due come vedrete dal prologo. Se vi piace, recensite! Se non vi piace, recensite ancora di più! Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V ~ DANZA

 

Vincent

La festa in nostro onore, alla fine, l'hanno voluta fare davvero. Siamo al centro dell'attenzione. Ci sono molti operatori con telecamere e attrezzi strani. Il pubblico vuole capire, ci dicono, vuole partecipare alle nostre scoperte.

Sono riuscito finora a tenere segreto il ritrovamento del tredicesimo livello.  E' una specie di gelosia, la mia. Non mi piace condividere con tutti quello che in realtà è un segreto fra noi due, fra me e Kallen. Una scoperta fatta da Kallen, che Kallen ha voluto donare a me. Sono un pò deluso, però. Il livello è completamente vuoto, come se fosse stato ripulito con cura e poi chiuso in tempi abbastanza recenti, prima ancora che io iniziassi le campagne di scavi nell'altro mondo.

Parlano vari personaggi, con le solite frasi retoriche che dicono tutto e niente. Discorsi come: la città sotterranea permette di consolidare le radici di tutta la popolazione; è un ponte gettato fra il presente e il passato, lanciato verso il futuro.
Sono costretto a prendere la parola anch'io. Ringrazio. Dico che ho trovato una grande accoglienza da parte loro, una grande disponibilità di mezzi per portare avanti il lavoro. Prometto. Dico che le scoperte non sono finite qui, che la collaborazione andrà avanti e porterà grandi frutti.

Posso finalmente tornare a sedermi, accanto a Kallen.
Bevo una specie di tè, dolce ma leggermente piccante, che mi viene offerto da una ragazza coperta di veli semitrasparenti.
Le luci iniziano a smorzarsi.
Nella penombra, alcuni riflettori sono puntati su una decina di uomini che nel frattempo sono saliti sul palco. Hanno dei copricapi a cilindro, molto alti, e delle ampie tuniche strette solo da una cintura a vita alta. Inizia una musica ripetitiva, fatta da solo due o tre note. E gli uomini iniziano a ruotare su sè stessi, senza mai fermarsi. Le tuniche si allargano sempre di più, come gonne, formano cerchi bianchi in continua rotazione. Le braccia si muovono con gesti sapienti dalla vita fino a levarsi verso l'alto. La rotazione, in senso antiorario, mi ricorda il movimento di lunghe viti, che da sole prendono a svitarsi, uscendo sempre di più dal legno che le tiene prigioniere.

È la danza dei dervisci rotanti, che avevo già visto un paio di volte proprio qui in Cappadocia nell'altra vita. Allora non mi avevano coinvolto più di tanto, mi erano più che altro tornate in mente le parole della canzone di Franco Battiato:

"Voglio vederti danzare
come i Dervisches Tourners
che girano sulle spine dorsali".

Sono stupito che una tradizione di là possa essere arrivata fino a questo nuovo mondo, apparentemente così diverso. Mi sento assorbito anch'io nella danza. Mi gira la testa, sono coperto di sudore. Sono solo le dieci, eppure un sonno profondo mi fa perdere il controllo. Continuo a girare. Cerco Kallen ma non riesco a vederla. Dormo.

Kallen entra nel mio sogno. Sta combattendo contro qualcuno o qualcosa che non riesco a vedere. È fasciata in una strana divisa da guerra, di provenienza penso giapponese. Indossa strani stivaletti con custodie per stiletti; fasce bianche intorno alle gambe, pantaloncini corti neri, aderenti, con nastri che formano strani disegni sulle cosce; mezze maniche nere, bordate di azzurro, e guanti azzurri che stringono una lunghissima spada luccicante. Un paio di corna oscillanti sopra la testa. I movimenti delle gambe e delle braccia sono velocissimi, sembrano rituali. Come molle, che rapidamente vengono compresse. Raggiunta la massima compressione si fermano un istante nell'aria densa della battaglia. L'istante dopo esplodono, rilasciando tutta la potenza accumulata. Tutt'intorno volano minacciose saette di lunghissimi capelli rossi.
Il mio corpo è invaso di terrore e spavento, ma non solo...

 

Kallen

Mi sento fuori posto in mezzo a tutta questa gente che non conosco. Mi danno fastidio questo genere di feste, in cui devi stare attenta a come ti comporti, perchè tutti ti guardano, e ti commentano addosso. Seguo Vincent passivamente, e prendo posto accanto a lui. Selvaggia e Barbera indovinano il mio imbarazzo perchè vengono a sedersi vicine, dall'altra parte. Ci troviamo in una grande sala a volta, dalle pareti irregolari, una specie di grotta ricavata all'interno di una guglia artificiale. L'ambiente è illuminato a giorno, ma non riesco a capire da dove provenga tutta questa luce.

Si mangia, purtroppo, una delle solite cene nelle quali io cerco garbatamente di mangiare il meno possibile. Poi iniziano i discorsi, le presentazioni, i saluti.

Quando le luci si abbassano, capisco che inizia una specie di ballo rituale. Sono i dervisci rotanti, mi spiega Selvaggia. Vengono da confraternite sparpagliate in monasteri scavati nella roccia. Cercano con la danza di liberarsi dalle ansie e dai dolori di tutti i giorni, e di raggiungere l'estasi. Fra gli uomini vestiti di bianco,  con lunghi copricapi color beige, vedo aggirarsi sul palco Polimax. Lui non ruota, è vestito di nero con un lungo copricapo bianco, e si fa strada in mezzo agli altri figuranti. Possibile che si sia intrufolato anche lì?

Mi viene offerta una bevanda che io rifiuto prontamente; vedo Vincent ringraziare e bere.
La vista di Polimax, oggi più falso che mai, mi fa venire il nervoso, e non vedo l'ora di riuscire a venir via. L'occasione me la dà poco dopo Vincent, che si accascia sulla sedia.
Probabilmente è solo addormentato. Selvaggia e Barbera mi aiutano a portarlo fuori e ci ritiriamo nelle nostre stanze. Mi viene il sospetto che qualcuno abbia cercato di avvelenarci.

   
 
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