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Autore: ecila94hina    18/03/2021    2 recensioni
Dal testo “Lui non c’è, il sole non è solo nascosto dietro alle nubi, è incredibilmente scomparso, folgorato, distrutto, annientato da una forza che sembrava poter toccare chiunque... tranne lui.
Lui che era la vitalità in persona, il calore, un continuo rincorrersi di battiti nel suo petto...e in quello di Hinata. Lui che sembrava potesse riuscire a sfuggire alla morte con la sola forza della determinazione nel suo sogno”. Ho immaginato un finale in cui Naruto muore nell’ultima battaglia e Hinata si ritrova costretta a vivere in un mondo senza di lui, ma di cui lei fa ancora parte e per questo troverà la forza che la spingerà verso la vita, di nuovo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Cosa fareste voi se d’improvviso il sole scomparisse? 

2- Cambiamento

 

 

Hinata si sveglia in un letto avvolta da morbide coperte. La testa le duole, si sente confusa e spaesata, perfino la vista sembra giocarle brutti scherzi perché, se non fosse per le fotografie sul comodino, ha difficoltà addirittura a riconoscere la sua camera. 

Vari ricordi frammentati sul giorno precedente vorticano nella sua mente e non sembrano volersi fermare. 

 

...Era stata in missione con Kiba, Akamaru e Shino... 

 

Il suo cervello sembra intorpidito, incapace di connettere quelle immagini, le sembra di guardare nella vita di un’altra e di non riconoscere quello che vede.

 

...per strada avevano trovato Sakura e gli altri, li avevano invitati ad unirsi a loro a mangiare qualcosa, i suoi compagni avevano acconsentito. Lei no.

-Un impegno improrogabile- aveva mentito e un po’ si era sentita in colpa mentre le parole le uscivano di bocca -la prossima volta senz’altro!-

I suoi compagni di team per l’ennesima volta la vedevano scomparire dietro un falso sorriso e una bugia ormai fin troppo sentita.

Lei sapeva a cosa pensavano mentre la vedevano allontanarsi, avevano sempre lo stesso sguardo quando si separavano, quello di chi si sente impotente e ha paura mentre vede chi ama precipitare verso un baratro...

 

Un cuore in lutto non è facile da guarire e nessuno sa quanto tempo può impiegare a rimarginare le proprie ferite, d’altronde nessuno di loro ne era uscito indenne. 

La guerra aveva trascinato tutti in qualcosa di mostruoso e brutale, li aveva messi alla prova e costretti a crescere troppo in fretta, a dire addio a persone che erano pilastri nelle loro esistenze e nessuno sapeva bene ancora come andare davvero avanti. Ma c’era quella piccola scintilla di speranza che aveva lasciato Naruto nei loro cuori e questo per il momento bastava. Una speranza che lei non aveva più.

 

Le lacrime le arrivano agli occhi mentre stringe i pugni per ritornare alla realtà.

-Non vorrei causarvi tutte queste preoccupazioni...Kiba...Shino... vi dovete sempre sobbarcare il peso delle mie sconfitte, mi sento un fallimento-.

 

...I suoi piedi l’avevano portata istintivamente da lui, dove risiedeva ormai da tempo il suo cuore. Per quanto si sforzasse non poteva fare a meno di correre alla sua tomba al rientro da ogni missione, era come se una pressa le stritolasse il petto ogni secondo che non era lì con lui.

Poi il cedimento, la pioggia, quella voce che per un attimo l’aveva illusa che qualcosa di impossibile potesse essere accaduta, il dolore...

 

Qualcuno doveva averla vista mentre la sua armatura di bugie e illusioni si sgretolava a terra e averla raccolta per riportarla a casa, ma chi? 

 

...Qualcosa di rosso...

 

È imbarazzante per lei rendersi conto di come i suoi sentimenti sono sfuggiti al suo controllo ed esplosi all’improvviso come un colpo di cannone.

Cosa fare? Dove andare? L’amara verità è che sono già due anni che resiste con tutte le sue forze nel tentare di circoscrivere il suo dolore in qualcosa che potrebbe apparire accettabile, ma le era bastato un attimo per perdere tutte le sue sicurezze. Davanti ai suoi occhi vede, ad uno ad uno, i brandelli del suo bozzolo invisibile cominciano a cadere sfilacciati e inerti a terra e le emozioni di quei due anni l’assalgono.

 

NOOOO

Manca l’aria, si tocca la gola, sembra che qualcosa la stia aggredendo, Sto soffocando. È questa la fine? La mia morte? La paura la assale, sente il battito accelerare, non può finire così, le  gambe cedono e si ritrova a terra.

Non voglio soffrire più, ho fatto tutto quello che dovevo fare, mi sono impegnata tanto e ...basta non voglio soffrire più, voglio dimenticare!

Sente di nuovo il bozzolo  che la avvolge come una coperta calda, la abbraccia e la coccola come una madre e allora la pressione si allenta e il battito comincia a rallentare.

So che è sbagliato, so che non dovrei rinchiudermi in questa esistenza ma non ho le forze, perdonami Naruto.

Qualcosa la spinge ad alzarsi, si guarda allo specchio e si asciuga le lacrime. Basta un passo davanti all’altro.

 

Poco distante qualcuno la osserva nascosto tra le fronde di un albero, la vede alzarsi piano e, traballante  sui piedi, dirigersi verso uno specchio; si accorge accigliato che ha il viso arrossato e sembra febbricitante.

-Tsz c’era da aspettarselo-

 

...

 

Hinata è al campo di allenamento, colpisce il tronco di un albero più  forte che può per rafforzare le sue mani e dare più precisione ai suoi colpi, perché non può accadere lo stesso  anche con il suo cuore? La sensazione di torpore non scompare, si sente spossata e dolorante, ma qualcosa la spinge a continuare, non posso cedere ancora.

Ogni colpo sembra riportarle alla mente i momenti passati ad osservare Naruto da lontano, proprio su quel campo. Il ritmo dei colpi aumenta. Quanto, del nostro poco tempo, ho perso solo perché non avevo il coraggio di avvicinarlo, avremmo potuto avere una vita diversa, lui sarebbe potuto essere qui con me se..se...

Le lacrime ricominciano a scendere.

Cos’ho oggi che non riesco a fare niente?! Perché non riesco a ributtare tutto dentro?! Nessuno deve vedermi così!

Hinata si lascia cadere a terra e completamente stesa guarda il cielo mentre cerca di rallentare il suo respiro.

 

La verità è che di fronte a un dolore immenso che non sembra avere confini, a volte, l’unica soluzione che si sente di avere è di tenere il mondo distante. 

L’apatia allora ti sembra una buona scelta, è come un bozzolo protettivo che ti allontana dai pericoli della vita, evita gli scossoni eccessivi e ti fa andare avanti fino a che tutto passa. 

Qualcosa però con il tempo cambia. Quel sottile velo si ispessisce, si fa più robusto e resistente e ti porta a fingere che vada tutto bene quando così non è. Le voci dei tuoi amici allora raggiungono sempre meno il tuo cuore e si comincia a chiudere gli occhi mentre si sorride per non vedere il loro volto mentre gli menti. Tutto sfugge di mano.

La domanda da porsi allora è: quando questa barriera di protezione è diventata una prigione? Quando il bozzolo ha cominciato a soffocare la farfalla?

 

Non deve andare sempre male però, a volte mentre tutto il cuore trema sotto i colpi del mare in tempesta si può sentire una voce che porta a una via d’uscita, ti spinge a una scelta e allora i sentimenti traboccano e fluiscono fuori per innondare tutto il tuo corpo. L’istinto dice di riimprigionare tutto dentro ed a volte si cede e lo si fa, ma una mano gentile è sempre lì pronta a riprenderti al momento giusto.

 

Cosa succede allora? Un senso di liberazione. Si ricomincia a respirare e ad avvertire sulla pelle il mondo che ti sfiora come a darti il bentornato alla vita, ma anche un senso di terrore, cosa accadrà ora? Come gestire tutto questo oceano di lacrime in arretrato? Vivere d’altronde è rischioso. 

 

-Passo dopo passo....sei forte Hinata.-

 

Già...sono passati già due anni da che il suo mondo è cambiato. Le lacrime ricominciano a salirle dal petto, ma c’è una nuova consapevolezza in lei.

- Ormai è tardi per tornare indietro -

 

Il cielo è ancora nuvoloso nonostante il temporale del giorno prima, ma ora lei sa che il sole esiste ancora da qualche parte e lo troverà. Un sorriso le compare sul volto.

 

Le voci dei suoi amici la raggiungo finalmente.

-Hinata!! Tutto bene?? Che ci fai a tera??-

-Ci hai fatti preoccupare! Ci hanno detto che ieri sera ti hanno trovata febbricitante e che questa mattina eri sparita! Dovresti riguardarti e non stare qui a prenderti un malanno!- la voce agitata di Kiba e Shino la colpisce al cuore, le sembra di non sentirla davvero da un’eternità.

-Scusate, volevo solo allenarmi po’-

-Ma senti, dannazione hai la fronte bollente! Dai, vieni con noi, ti riportiamo indietro!-

 

 

Un’ombra in lontananza assiste alla scena.

-Ci hanno messo parecchio quegli idioti- sussurra a se’ stesso seccato.

La ragazza ha gli occhi arrossati dal pianto e trema, ma un sorriso le illumina il volto come se finalmente il sole fosse spuntato tra le nubi.

Questo lo sorprende, percepisce che qualcosa è cambiato in lei.

D’improvviso la vede abbracciare i compagni sbigottiti e dopo qualche secondo anche loro ricambiano la sua stretta.

Sembra di assistere alla fine di un duro incubo, ma quello che più lo colpisce è l’espressione di lei. Qualcosa continua a sfuggirgli.

Era da tempo ormai che la studiava a distanza, all’inizio era stato un caso, era appena tornato al villaggio dopo il suo lungo girovagare e l’aveva semplicemente incrociata per strada; al di là degli evidenti cambiamenti fisici non l’aveva colpito particolarmente, forse rispetto agli altri appariva più sinceramente bendisposta a riaverlo al villaggio e la sua voce gli era apparsa accogliente, ma sembrava non guardarlo davvero. Non guardava mai per davvero nessuno.

Parlare con lei era stato come tentare di accarezzare il vento mentre ti dona il refrigerio da una giornata calda, ne senti il piacere ma non riesci a trattenere niente tra le dita. 

Poi, aveva assistito ad un suo allenamento e aveva cominciato a scorgere di più sotto quella superficie placida. In poco tempo era rimasto imbrigliato in qualcosa che non capiva.

La conosceva da prima dei tempi dell’Accademia e la ricordava come una bambina estremamente timida e insicura che non guardava mai negli occhi le persone con cui parlava e che veniva platealmente disprezzata dal suo clan, ma crescendo la situazione era cambiata parecchio. 

Indagando su di lei aveva scoperto del suo intervento contro Pain, in guerra aveva combattuto instancabilmente affianco al cugino che aveva cercato di eliminarla e aveva sostenuto Naruto quando perfino lui stava cedendo. Da dove proveniva quella forza? Continuava a non capire come la misera Hyuga fosse arrivata a diventare la rispettata principessa del Byakugan.

Era innegabile che Naruto aveva lasciato un segno indelebile nella sua vita, tutti erano concordi a vedere lui dietro i suoi cambiamenti, ma questa non poteva essere l’unica risposta. Sapeva per esperienza quanto fosse difficile liberarsi delle catene delle aspettative, districarsi tra le bugie e gli intrighi di un clan o di un villaggio, trovare la propria strada e perseguire un obbiettivo senza cambiare mai, rimanere fedeli a se’ stessi nonostante il dolore...lui si era perso in questo. 

Più passava il tempo e più quel difficile rompicapo lo risucchiava.

Quel Baka di Naruto era riuscito ad accorgersi di tutto questo prima di ogni altro? Quel pensiero era piuttosto irritante, ma non poteva fare a meno di farlo sorridere; Naruto ci aveva visto giusto e più lungo di lui su parecchie cose.

Lasciò la Hyuga ai suoi amici e tornò al suo appartamento.

 

 

Cosa fareste voi se d’improvviso il sole scomparisse? Lo andrei a cercare.

...

È passata una settimana dall’episodio del campo di allenamento, la febbre alta l’aveva debilitata per alcuni giorni, ma era stato come se nello stato infiammatorio della febbre non solo la sua pelle fosse stata più sensibile, ma anche il suo intero essere. Più sensibile allo sguardo preoccupato del padre, più sensibile alle carezze affettuose della sorella, alle attenzioni della casata cadetta, agli amici che la venivano a trovare, alla brezza fresca che filtrava dalla finestra socchiusa, al cantare degli uccelli nel giardino, alla vita in generale. Finalmente aveva accettato che sì aveva perso tanto e faceva ancora tremendamente male, ma c’era qualcosa dentro di lei che nel bene o nel male non era disposta ad arrendersi a una vita di piattume senza sentimenti. Non era quella la risposta, doveva fidarsi di se’ stessa, affrontare il mondo e accogliere i suoi sentimenti senza paura, come avrebbe fatto lui.

Naruto, lentamente, le aveva riempito la mente con il suo sorriso e pian piano aveva conquistato il suo cuore e ora che non c’era più lì fisicamente doveva cercarlo più intensamente in quello che la circondava.

L’Hokage l’attendeva nel suo ufficio, aveva una nuova missione per lei.

-Buongiorno Hinata, mi dispiace richiamarti al lavoro così presto ma ho un importante incarico per te. Per mantenere saldi i rapporti tra noi e i vari villaggi è stato deciso uno scambio di ninja che fungeranno da rappresentanti ufficiali. Abbiamo pensato di farti andare a Suna dove affiancherai il Kazekage, mi rendo conto che sia strano inviare direttamente l’erede del clan Hyuga ma vorrei seguire una politica di apertura per contrastare il ripetersi di possibili vecchie abitudini...ma non dovresti avere problemi con Gaara. Partirai tra qualche giorno e potresti stare via dei mesi quindi preparati a salutare tutti.-

 

 

 

 

 

—-

 

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, chi lo ha recensito e ha messo la storia tra le preferite e le seguite.

Ho pensato di lasciare molto vago il contesto sulla morte di Naruto perché, oltre al fatto che piangerei come una fontana anche solo a immaginarla, non è direttamente funzionale all’obbiettivo della storia(almeno per il momento). Spero vi piaccia questo capitolo, dal prossimo dovrebbe succedere qualcosa di più! Fatemi sapere cosa ne pensate!

  
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